49 pensieri su “L’identità cristiana secondo Biffi, tra dialogo e immigrazione

  1. Giusi

    Ecco. Questo è un vescovo. Questo è un uomo di Dio. Così vorrei tutti i pastori.

        1. @giusi
          Ah furbetta, non c’hai avuto il coraggio di rispondere “tutte e due le cose”, hai preferito un giro di parole, eh 🙂

          Sto scherzando.
          Buona la risposta, e buona, spero, la domenica

  2. Corrado

    I Santi non sono i meno difettosi ma i più coraggiosi. Don Orione
    Io credo che i grandi Alcide e Guilio siano stati due cristiani coraggiosi.

  3. …in altre parole, egli dice, il canonico Biffi, la nostra, dei cristiani, o più precisamente, dei cattolici, è la verità e la sola verità, di fatto.
    Come sarà mai possibile ch la verità di fatto possa dialogare con la non verità di non-fatto se non annunciando la verità unica e assoluta e storica e ontologica e eterna eccetra eccetra?
    Mistero grande!

  4. Mi piace sottolineare:

    Basterà pensare alla pubblicazione … da parte della Congregazione per la dottrina della fede della DichiarazioneDominus Iesus: non era mai capitato – in venti secoli di cristianesimo – che si sentisse il bisogno di ricordare ai discepoli di Gesù una verità così elementare e primaria come questa: il Figlio di Dio fatto uomo, morto per noi e risorto, è l´unico necessario Salvatore di tutti. (Credenti, non credenti, Mussulmani, Buddisti, ecc, ecc.).

    Paolo VI – che con l´enciclica Ecclesiam suam (1964) ha introdotto ufficialmente il tema nei documenti del Magistero – ha chiarito le opportunità, i metodi, i fini, ma si è volutamente astenuto da dare alla proposta di “dialogo” una vera e propria fondazione teologica.

    “Lo Spirito – ha detto Gesù – spira dove vuole” (cf Gv 3,8). Non è da sottovalutare la libera azione illuminante che è propria dello Spirito Santo, effuso sull´umanità dal Signore che sta alla destra del Padre. E´ un´azione alla quale noi non possiamo “a priori” assegnare nessun confine.

    Certo, non c´è alcuna possibilità di intesa tra la fede e l´incredulità, considerate come atteggiamenti mentali e spirituali totalmente estranei e tra loro antitetici. Ma noi dobbiamo sempre cercare di avvalorare (e rendere auspicabilmente feconda di verità) l´iniziale conformità a Cristo che si trova in ogni uomo. Senza dire che il non credente può essere portavoce inconsapevole dello Spirito Santo; sicché “a priori” non possiamo trascurare di ascoltarlo con qualche speranza; e, nel caso più fortunato, di convenire con lui.

    Sull’immigrazione:

    I criteri di scelta non dovranno essere unicamente economici e previdenziali: criterio determinante dovrà essere quello della più facile integrabilità nel nostro tessuto nazionale o quanto meno di una prevedibile coesistenza non conflittuale.

    Oggi il problema dell’integrazione di fatto per la nostra classe politica NON ESISTE! Integrazione tuttalpiù consiste nel creare i presupposti o le strutture perché chi dovrebbe essere chiamato ad integrarsi, trovi invece una “replica”, una riproposizione, del proprio status di origine, sia esso culturale, sociale o religioso. Ciò porta in realtà alla dis-integrazione dello Stato ospitante)

    1. @bariom
      Concordo sulla conclusione.
      Tu non ti esprimi, lo faccio io, invece sul fatto che tale disintegrazione dello stato ospitante sia per forza un male
      Parlo di stato, non di cultura cristiano-cattolica, con cui lo stato odierno nulla ha a che fare

      1. Contrapponendo non a caso la dis-integrazione (disintegrazione) alla supposta integrazione, mi pareva aver espresso un implicito giudizio 😉

        Ma ci sta la tua ulteriore precisazione…

        1. @bariom
          Da un lato non ho colto ma soprattutto non volevo metterti in punta di penna parole non scritte 🙂

  5. “Senza dire che il non credente può essere portavoce inconsapevole dello Spirito Santo; sicché “a priori” non possiamo trascurare di ascoltarlo con qualche speranza; e, nel caso più fortunato, di convenire con lui.”

    Ma per piacere!

  6. In pratica in quello che dico io, per esempio, quando parlo con un credente cattolico, cosidetto, della vita, della morte, della morale, di dio o non dio. potrebbe capitare che ci fossero (se ci fossero) dei minuzzoli di vero, e questi minuzzoli
    sarebbero per opera dello Spirito Santo che avrebbe gentilmente soffiato dentro di me?
    O più semplicemente, quando parliamo insieme con voi (cattolici), voi siete voi e noi non siamo un cazzo?
    O noi, l’umanità residua, siamo pur sempre le pecorelle smarrite a cui gli volete (ovviamente) (e umilmente) tanto bene?

    1. @filosofiazzero
      AHAHAHHAAHH
      Non avrai davvero creduto che le cose giuste che dici fossero farina del tuo sacco

  7. zimisce

    Dai Alvise cerca di pneumatizzare un po’ la tua intelligenza! http://static1.squarespace.com/static/553bd9d1e4b0bfb591497863/553be23fe4b08cd585853d75/553ea1aae4b017006f18f434/1430167983170/pierre_bourjo_cgi_ford_tires_brain.jpg?format=1000w

    A parte gli scherzi, anche alla luce di quanto scrive Biffi, dovremmo sempre fare attenzione a quale “soffio” (pneuma o psykòs) ci muove, se no si rischia di usare l’intelligenza o anche le scritture per giustificare lo stato d’animo “psichico” che ci attraversa in quel momento. Altrimenti Gesù ci risponderà come agli apostoli che invocavano un fuoco dal cielo contro gli eretici che non lasciavano entrare il maestro nelle loro città: “non sapete di che soffio siete”. Quindi sappiamolo.

  8. …come può esserci dialogo con chi non riconosce di essere nell’errore?
    …e viceversa: come può esserci dialogo con chi pretende di avere Ragione?

    1. @filosofiazzero
      Dialogo è soprattutto rispetto nell’ascolto dell’altro
      Se non porto rispetto o non son disposto ad ascoltare non cerco il dialogo
      Analogamente non accetterò di dialogare con chi non porta rispetto o non pare disposto ad ascoltare

      Per prendere a prestito un termine usato spesso da Bariom, serve un minimo di discernimento

      1. Bri:

        …che vuol dire portare rispetto? ascoltare educatamente? questo credo sia il minimo, che occorra fare
        per ” dia-logare”: Ma se uno poi crede, anche solo dentro di sé, che le credenze o non credenze degli altri dialoganti (ammesso esistano) siano solo falsità? Che cosa un credente potrebbe prendere in cosiderazione delle parole di un non credente, o di un diversamente credente, e viceversa? Credo che questo tipo di dialogo (che è solo un esempio dei dialoghi possibili, o impossibili) resti sempre, un dialogo, come si suol dire, tra sordi (o ra ipocriti). In questo bisogna pur considerare che siano molto più onesti (rispetto ai pietisti cattolici) (non a Giusi, ovviamente) quei musulmani che credono che gli infedeli vadano cancellati.

          1. …non accetto che qualcuno (sia con la papalina rossa in testa) dichiari al mio posto che io sono un “in corso d’opera” dello spirito santo, scusate tanto!!!

            1. Eh lo so Alvise che è dura accettare che la vita non ce la costruiamo da soli!
              Nemmeno noi stessi ci costruiamo da soli 😛

              Checché se ne dica e pensi…

              1. .Bariom:

                quello che è duro è trovarsi incasellati nella visione della vita che ci hanno altre persone!
                Essere considerati come embrioni in lavorazione da parte del loro dio, o santo spirito,
                o chiamatelo come volete. E’ rispetto questo?
                Io (per esempio) con voi non fo lo stesso. Io vi considero come persone che credono in dio e
                che cercano di regolarsi secondo quello che credono (e che posso approvare o meno). Gli altri cercano a loro volta di regolarsi in un modo o in un altro (che posso egualmente approvare o no) (senza che la mia approvazione o riprovazione abbiano più importanza di un péto) (ovviamente)
                Nisciun’ è fesso! E lo siamo tutti!

                1. Tu non sei un embrione in lavorazione (da parte di chiunque fosse)…

                  Sei un Uomo e direi anche un uomo adulto.
                  Questo ti considero e di questo ho rispetto, come pure della tua vita che pure non conosco, ma che immagino fatta di gioie e di dolori, di fatiche e di lavoro e d’altro.
                  Non ti considero affatto persona cattiva (per quel poco che posso sapere), anche se a volte scostante e certo dissacrante…

                  Sei però anche un “uomo in divenire” come lo sono io o “in cammino”, se preferisci.
                  Forse secondo il nostro diverso intendere si direbbe abbiamo “mete” diverse… io credo siano in realtà comuni. Spero la qualcosa non ti offenda.

                  Come non ti dovrebbe offendere, io pensi tu sia amato da Dio come lo sono anch’io.
                  Se da ciò ti sembra io ti “incaselli”, mi dispiace…

                  Poi diciamocela tutta, forse in questo tuo commento eri particolarmente magnanimo, ma non dire che mai non hai incasellato chi è credente come me, nella sua bella casellina di quasi minorati mentali 😉

                  Ma ci sta… io stesso incasellavo così, “quelli come me”.

                    1. Beh, considerando che ha donato Suo Figlio Gesù Cristo anche per la sua salvezza (e indipendentemente dal fatto che Alvise lo voglia o possa riconoscere), direi proprio di sì.
                      😉

                      Tu hai qualche dubbio?

                  1. …no, credulone non è lo stesso che minorato mentale.
                    Però astenetevi, per favore, dal concepirmi anche me succubo (o succube?, che dice Giusi?) dell’amore di dio!

                    1. Va bene, vada per il “credulone”… 😉

                      Per il resto tu non ti senti giustamente, perché non lo sei in nessun modo, “succubo” dell’amore di Dio.

  9. Ah, per chiarire, il problema dei migranti è una squallida faccenda di soldi ed egoismo.
    Per salvare una banca il governo italiano stanziò 3.9miliardi di euro che alla prova dei fatti son stati gettati via
    Per assistere l’immigrazione recente l’intera Europa ha stanziato meno di un miliardo di euro.

    Solo che vergogna dovremmo provare altro che respingere chi si integrerà più a fatica o per nulla

  10. Enrico

    Biffi ha detto che ci vogliono dei criteri e si devono operare scelte nell’accogliere i migranti ed è stato quasi linciato. I Tedeschi zitti zitti hanno seguito le sue parole ed hanno scelto di privilegiare i Siriani, che spesso hanno fatto le scuole alte e per il loro stile di vita sono più facilmente integrabili (e nessuno se ne è accorto). Certo rimane il problema di quelli che risultano essere meno integrabili sia per l’Italia che per gli altri Stati europei: li rimandiamo indietro?

      1. Luigi

        Giusi,

        mi dispiace dirtelo, ma a ben poco serve mostrare la realtà nella sua evidenza.
        Il ’68 ha infatti ucciso non solo la logica classica, ma perfino il buon senso di matrice contadina e cristiana.
        Del resto molti pensano perfino che due persone dello stesso sesso possano procreare…

        La “gggente” ormai vive solo di “ammmore” e smartphones.
        Ritiene che l’essere umano sia buono di default, che al massimo venga momentaneamente piagato da regimi dittatoriali e scarsità di “diritti civili”.
        Non per nulla elegge a modelli di vita e pensiero Selvaggia Lucarelli e Fabio Fazio.

        Non arriva perciò neppure a concepire l’esistenza del “cuore di tenebra”, dell’indicibile che per secoli in Europa è stato tenuto a bada – forse più male che bene, ma in ogni caso meglio di niente – dalla Cristianità innervata sul meglio dell’Impero Romano.
        “Katechon”: così Carl Schmitt chiamava questo argine, sulla scia di san Paolo.

        La “gggente” non ha ormai neppure idea di come il semplice fatto di aprire un rubinetto per avere un po’ d’acqua – addirittura calda, e magari perfino potabile! – abbia richiesto millenni di sedimento culturale (e sacrifici di chi è venuto prima di noi, giova ricordare).

        Perfino qui tocca leggere commenti di certuni che non vedrebbero come un male la disintegrazione dello Stato.
        Allora devo correggermi: il ’68 non ha ucciso solo logica classica e buon senso contadino, ma perfino la virtù della memoria.
        Perché cosa significhi la disintegrazione di uno Stato lo abbiamo visto pochi anni or sono, con la fine della Jugoslavia.

        Uno Stato cattivo? Sì, uno Stato cattivo.
        Ma perfino uno Stato così dava un minimo di sicurezza.
        Bene o male si mangiava, bene o male ci si curava, bene o male si dormiva la notte senza il terrore delle bombe.

        Probabilmente la “gggente” pensa che, crollato lo Stato italiano, al suo posto forse sorgerebbe un novello Sacro Romano Impero.
        Un ca##o!

        Cosa questo comporti, lo si vede ogni giorno in Libia o in Siria.
        Solo che la “gggente”, col suo analfabetismo funzionale, pensa che ciò non potrebbe mai accadere in Italia.
        Magari dimentica pure, nel suo sedicente cristianesimo, che l’amor di Patria è dovere discendente dal IV Comandamento; e che mai si deve invocare il male chiamandolo bene.

        Se non lo hai già letto, ti segnalo infine questo brevissimo e doloroso scritto
        http://mvl-monteverdelegge.blogspot.it/2014/09/lestinzione-dellitalia-una-cronaca.html
        da cui traggo questa breve citazione:

        “Devastato il giardino, profanati i calici e gli altari, gli Unni entrarono a cavallo nella biblioteca del monastero e lacerarono i libri incomprensibili, li oltraggiarono e li dettero alle fiamme, temendo forse che le pagine accogliessero bestemmie contro il loro dio, che era una scimitarra di ferro”

        Sursum corda.
        Luigi

          1. ola

            “’amor di Patria è dovere discendente dal IV Comandamento”

            Senza che con questo stia o crolli tutto il resto del discorso, solo un appunto:
            La Patria inteso come stato nazionale e’un concetto relativamente recente nella storia europea ( Italia 1861 ), quindi bisogna star bene attenti a tener separati i concetti di Nazione e di Patria appunto come “terra dei padri”. Cioe’, la Patria non deve necessariamente essere uno stato nazionale ( vedi Svizzera ) e non credo che il Catechismo sostenga che i confini degli stati sono intoccabili, che sarebbe un assurdo logico – nemmeno al tempo in cui i reggenti regnavano per grazia di Dio si era arrivati a teorizzare l’immutabilità dei confini, che e’invece propria di una certa retorica romantica.

            1. @ Ola. Se non erro, la questione dell’amor di Patria che discende dal IV comandamento, è in “Pensando patria”, uno dei saggi compresi in “Memoria e identità” di San GPII. Lettura consigliatissima, che fra l’altro fa appunto la distinzione da te auspicata tra patriottismo (che è buono) e “nazionalismo” (che è la degenerazione statalista del patriottismo).

        1. @luigi
          Mi sento chiamato indirettamente in causa da quell’elegante “certuni” e dal successivo incasellamento in gente ricca oltre che di g anche di analfabetismo funzionale
          Ti ringrazio del tuo giudizio nato da una profonda conoscenza personale reciproca e dalla perfetta comprensione di quel che ho scritto

          Ps.
          Magari se hai tempo e voglia mi illustri il nesso che esiste tra un paese diviso da odio razziale, uno frantumato nei suoi legami tribali da un colpo di stato ottenuto con bombe straniere e uno messo in ginocchio da milizie ribelli foraggiate e sobillate da nota potenza straniera con un paese da cervelli in fuga che si trovaad accogliere e ospitare identità non integrabili (e per fortuna qualcuno che non si omologhi) in uno stato che rinnega l’identità di una grossa fetta del suo popolo

          Ps numero due
          Con disintegrazione intendo un processo pacificamente naturale che per questioni elettoral culturali porti a qualcosa di diverso. Sarebbe per forza un male in tal caso la mancata integrazione dei nuovi arrivati nel nostro torpore da smartphone?

          1. Giusi

            Non ti preoccupare Bri ti faranno contento: la Merkel ha diffuso un Manuale su come fare sesso con le donne tedesche (cervello in fuga dalla sanità mentale!) ma loro “per fortuna non si omologheranno” nel nostro “torpore da smartphone” (per quanto quelli li abbiano e migliori dei nostri!). Pare infatti che non esista per il musulmano il rispetto della donna e men che mai della donna infedele. Per loro che una donna possa fare sesso se lo desidera è un ulteriore riprova della nostra corruzione di fronte alla quale si sentono autorizzati a fare qualsiasi cosa! A loro quel manuale gli fa un baffo, hanno pratiche erotiche diverse tipo il Taharrush Gamea, chiedilo a loro, chiedilo alle donne che a Colonia, in Svizzera o altrove lo hanno esperimentato la notte d Capodanno…..

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