Ponti, muri e porte in faccia

battle_of_the_century

di Costanza Miriano

Le critiche, anche asperrime, da quelli che non la pensano come noi non fanno alcun male, neanche quando sono condite di insulti e cattiverie: quelle sono messe in conto. Più dolorose invece tutte quelle che sto, stiamo, ricevendo per la questione del Family day da quelli che sarebbero amici, o meglio compagni di fede, cioè molto più che amici (rilevo per la cronaca che quelli che parlano sempre di ponti e misericordia, i cultori del dubbio, sono di solito quelli che menano più forte, mentre quelli che parlano di Verità quando ti incontrano sono invece i più teneri con la debolezza umana).

Mi dispiace dunque quando i cultori dei ponti dicono più o meno che non ha avuto senso scendere in piazza perché il mondo non si cambia così, opponendosi a chi lo vuole “sbagliato”, perché chisiamonoipergiudicare, perché l’opposizione frontale allontana i fratelli, perché il lavoro si fa persona per persona, incontrando, parlando, mettendosi a fianco, e via obiettando e dando lezioni di umanità.

Allora. Innanzitutto io non mi sono mai sognata né di pensare né di andare a dire a chi non è venuto ai Family day che loro hanno sbagliato a non venire. Stando che le unioni civili sono sbagliate, lo dice il Catechismo, lo sottolinea la Congregazione per la dottrina della fede, lo ha ribadito il Papa, ognuno per contrastarne l’approvazione finché la cosa è in gioco (e sottolineo questo: la legge non c’è e si sta discutendo se farla) sceglie il metodo che gli è più congeniale: chi è stato in famiglia a raccogliere vomiti, chi in monastero a pregare, chi a casa a giocare coi figli, chi in parrocchia a confessare, se lo ha fatto con lo spirito di chi è parte dell’unico corpo ha fatto ugualmente la sua parte, come gli ha richiesto la sua particolare vocazione. Non tutti sono fatti per esporsi, non tutti per gridare, non tutti, soprattutto, possono combattere le stesse battaglie, con tutto il male che c’è nel mondo (la povertà, la guerra, le migrazioni, la tratta delle donne, l’eutanasia, il divorzio, l’aborto, la pedofilia, le politiche contro la famiglia e via dicendo: non solo è inevitabile, ma è benissimo dividersi su tutti i fronti, separarsi per la stessa causa comune, quella dell’uomo come Dio lo ha sognato). Sarebbe bene però che chi non c’era non continuasse, come invece fa, a dire che chi invece c’era abbia sbagliato, e soprattutto che non lo faccia in nome dei ponti, perché sbattere porte in faccia dicendo che bisogna costruire dialogo fa abbastanza ridere.

Trovo anche piuttosto sleale dire che il motivo per non essere in piazza è la misericordia, perché il sottotesto è “noi siamo quelli buoni, voi i crociati cattivi, i combattenti”. Io personalmente credo che di buoni in giro ce ne sia uno solo, che è Nostro Signore (ce lo ha detto lui nel Vangelo), e per il resto noi altri tutti dobbiamo cercare di imparare la misericordia, e tutti ne siamo lontani, chi più chi meno. Ma, ed è una distinzione da primo anno di catechismo, la misericordia deve essere per i peccatori, non per l’errore. Se vedi un uomo che sta puntando la pistola alla tempia di un bambino non sei misericordioso se ti giri dall’altra parte, e ti dici che cercherai poi di avvicinare e sedurre il cuore di quell’uomo lentamente, frequentandolo, perché intanto il bambino lo avrà ucciso. Allo stesso modo, se in questi giorni si vota una legge che se approvata direbbe all’uomo una grande menzogna su se stesso, senza contare che permetterebbe che si mettano al mondo bambini orfani per soddisfare desideri di grandi, che vuol dire dialogare? Chi rimarrà a smascherare la grande bugia sull’identità dell’uomo, che è maschio o femmina? E quelli che compreranno i figli grazie a questa legge verranno forse a chiederci un consiglio prima?

Io credo che come sempre al fondo ci sia o una spiegazione umanissima (questa è la battaglia di Tizio, io non presto il mio volto e la mia credibilità per sostenerlo), oppure, ed è molto più grave, una questione di fede. Molti cristiani hanno smesso di credere veramente che l’unica possibilità di felicità piena per l’uomo è il disegno di Dio su di lui. Se ci crediamo davvero, ma seriamente, abbiamo il dovere di continuare a dirlo, con quanto fiato abbiamo in gola, proprio per amore dei fratelli che sono più ingannati. Noi laici, se vogliamo davvero dare a Cesare quel che è di Cesare dobbiamo dirlo anche con i mezzi della politica, quindi se siamo in Parlamento votando, se siamo semplici elettori manifestando e facendo sentire la nostra voce in tutti i modi possibili. Altrimenti stiamo dando a Cesare anche quello che è di Dio, cioè il suo progetto sull’uomo. Nessuno può mettere le mani sulla verità dell’uomo, nessun politico, nessun essere umano può per esempio arrogarsi il diritto di produrre vite umane a proprio piacimento, privandole delle origini, strappandole ai legami carnali o lasciandole congelate senza termine in laboratorio. La politica non può arrogarsi il diritto di calpestare l’uomo. E, infine, nessun uomo potrà essere felice se ridotto alla sua tendenza sessuale.

Se invece vogliamo rimanere nell’ambito della fede, che mi è molto più caro e congeniale di quello della politica, so bene che le mie azioni che hanno più risonanza nel cuore di Dio, e che magari possono cambiare qualcosa nei destini del mondo sono quelle segrete che nessuno vede, e anche quelle private. Io so che servo la causa della famiglia molto di più quando provvedo alla mia. Quando preparo da mangiare, piego una felpa, ascolto un capriccio o ballo una canzone con l’agilità dell’orso Baloo. Quando prego o offro un fioretto. Quando vado alla messa quotidiana. Quando faccio le cose che occupano la stragrande maggioranza del mio tempo, cioè le cose che fanno tutte le mamme. Quando cerco di essere una moglie decente, una mamma presente, un’amica un po’ meno distratta, una figlia un po’ più paziente, una giornalista onesta. So anche che non cambierò il mondo, al limite migliorerò appena le cose a casa mia, ma questo non mi autorizza a essere una cristiana confinata nel privato, come vorrebbero tanti. E, ovviamente, avere come attività principale quella di raccogliere avanzi di cibo e fazzolettini usati da terra non esclude la possibilità di un’azione pubblica. Altrimenti, portando alle estreme conseguenze il ragionamento di chi dice che il mondo non si cambia con una presenza nel pubblico e nel politico, chi fosse onesto e consequenziale dovrebbe scegliere la clausura e autoescludersi dal mondo, rinunciando a costruirlo oggi, perché è ovvio che è la preghiera l’arma più potente dell’uomo. Invece il Signore ci ha messi, alcuni di noi, anche nel mondo, per costruire la città dell’uomo oltre a quella di Dio. E anche se sappiamo che è Dio che fa la storia, e chi prega coopera con lui più di chi manifesta o fa politica, anche noi che siamo nel mondo finché avremo fiato in gola continueremo a dire tutto quello che c’è da dire, perché sappiamo che c’è una sola possibilità di felicità vera e piena per l’uomo, e questa felicità ha bisogno anche di muri, che difendano i più deboli, che frenino il desiderio impazzito degli adulti, che indichino una strada certa nell’epoca del totalitarismo del relativismo.

 

 

105 pensieri su “Ponti, muri e porte in faccia

  1. Francesca

    Coatanza sei straordinaria. Penso esattamente quello che scrivi con tanta lucidità e forza. Anch’io ero al Circo Massimo con la mia famiglia. Anch’io nel mio piccolo non mi nascondo e leggendoti mi dai la determinazione necessaria a scacciare lo scoramento che in questi giorni cruciali cerca di penetrare nel mio cuore. Grazie.

  2. Johnny

    “La Chiesa è intransigente sui principi, perché crede, è tollerante nella pratica, perché ama. I nemici della Chiesa sono invece tolleranti sui principi, perché non credono, ma intransigenti nella pratica, perché non amano. La Chiesa assolve i peccatori, i nemici della Chiesa assolvono i peccati.”

    Réginald Garrigou-Lagrange (1877 – 1964)

    1. Luigina

      Grazie dell’articolo e della citazione, anche io con alcuni fratelli della comunità e famiglia ero a Roma a giugno e a gennaio. Grazie a Costanza e a tutti quelli che hanno perso tempo, energie, denaro per questa battaglia a difesa della verità. Ogni intervento di Dio è possibile grazie al sí libero dell’uomo e questo sí ha permesso che il mondo vedesse e parlasse. Non importa come finirà con la legge. Importa la testimonianza davanti al mondo. Il family day ha suscitato tanti interrogativi e tante opportunità di dialogo e informazione con i colleghi di lavoro e familiari. Grazie per tutti gli articoli, in particolare per la testimonianza di padre Antonello Iapicca del 30 gennaio. Ho due figlie adottate e ciò che ha descritto è quanto di più vero e bello abbia mai letto sull’argomento.

  3. Mario Di Carlo

    Ancora grazie Costanza…….continuiamo a gridarlo dai tetti, nelle strade, nelle case. Ci sentiamo tutti confortati dalle tue parole.

  4. Si ma che fatica dover sempre rifare il primo anno di catechismo a tutti. E’ qui che si vede la misericordia di chi va in piazza: quando la donano a chi crede di averne così tanta da poterla esportare.

  5. Silvia

    Cara dott.sa C.Miriano,.i pseudo amici-che si dicono cattolici,.come tu dici : “…i cultori dei ponti che dicono che è stato un errore scendere in piazza,…perchè il mondo non si cambio così, ci serve dialogo,..ecc..” sono coloro che invece CAMBIANO molto in fretta, hanno timore di esporsi anche manifestando alcune idee, non dico partecipare a manifesta-zioni,.no a loro serve essere sempre ” tra coloro che stanno dentro il pensiero-comune”, il politically-correct, non essere esclusi.,esclusi da chi e cosa? Si sono esclusi da soli dalla Verità, dalla difesa dei Principi e Morale cattolica. Questo vale non solo per i laici,.ma anche per molti presbiteri, ecclesiastici ..ns pastori=purtroppo. Ma ognuno di noi renderà conto a Gesù Cristo in funzione della sua perseveranza ( “..chi persevererà fino alla fine,..sarà salvato ” ).e fedeltà a LUI, e cosa c’importa delle critiche, basta sapere che stiamo facendo la cosa giusta,..e che DIO è con noi. Ora invece dobbiamotantotantopregare affinchè questa nefasta Legge Cirinnà venga abbandonata, cancellata .Se Dio è connoi chi ..contrao dinoi ? Niente paura, andiamo avanti, lottiamo ognuno con l’arma che crede possibile,..ma sempre fedeli a Gesù ed alla sua Parola.

  6. questa frase merita un approfondimento logico: “E anche se sappiamo che è Dio che fa la storia, e chi prega coopera con lui più di chi manifesta o fa politica…” perchè, portata alle estreme conseguenze, ti costringerebbe a pregare in continuazione … o perlomeno a sostituire le energie dedicate alla parte pubblica con altrettante energie profuse nella preghiera. Ecco perchè ti chiedo un chiarimento, perché è di aiuto a me (alla mia parte razionale). Tutto ciò avendo già accertato che chi ti dice che è meglio pregare che manifestare, di solito, neanche prega.

    1. @bvzpao, credo che la preghiera debba SEMPRE precedere l’agire, se si vuole che l’azione sia vera cooperazione “con Dio che fa la Storia”.

      Chi prega poi, anche dovendo agire “d’impulso”, in un fatto contingente, riuscirà ad agire secondo Dio, perché sempre in comunione con Lui, grazie alla preghiera stessa e alla partecipazione ai Sacramenti (ovviamente).

      Credo anche che si, la preghiera possa essere continua e costante… non dice forse Paolo: “Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito…”?
      Efesini 6,18

      Non credo ciò tolga energie (ci sono tante forme di preghiera e non tutte necessariamente richiedono uno “sforzo” massimo – vedi la preghiera del cuore del Pellegrino Russo che si fa respiro…), anzi si rafforzano le nostre misere forze, nel combattimento spirituale e materiale.

  7. vale

    E anche se sappiamo che è Dio che fa la storia, e chi prega coopera con lui più di chi manifesta o fa politica, anche noi che siamo nel mondo finché avremo fiato in gola continueremo a dire tutto quello che c’è da dire

    a proposito del caso bagnasco sul voto segreto

    he abbia “chiesto” il voto segreto, era nella domanda del giornalista. Non l’ha detto lui.

    L’ha detto Bagnasco, nella tempesta di polemiche: il riferimento al voto segreto “era nella domanda del giornalista, non nella mia risposta”

    E’ molto strano, in una società che si fa’ un vanto e un programma di ammettere “tutte le opinioni”, anche le più estreme e alternative (a parole). Che sorveglia e propone di punire le “discriminazioni” basata su “razza, sesso, religione e idee politiche”, con apposite leggi che colpiscono “l’omofobia”…

    Lo scopo, alla fin fine, è chiaro: c’è una gran voglia di togliere il diritto di parola ai cattolici in quanto cattolici

    Questo tipo di menzogne rozze, incitanti all’odio verso una categoria, sono esattamente quello che fanno i regimi totalitari – con ciò, preparando le loro opinioni pubbliche ai “quindici minuti dell’odio” contro la vittima che vogliano internare, la minoranza che vogliono sterminare. O almeno, privare della cittadinanza e dichiarare nemica del popolo.

    http://www.maurizioblondet.it/bagnasco-ha-diritto-allopinione-e-cittadino-italiano-per-ora/

    questo per dire che quelli che vorrebbero ridurre a dimensione privata il cristianesimo ( a questo punto ritenendolo più una sensazione o stato d’animo che un fatto) si trovano anche fra coloro che si dicono cristiani.

    sia il family day che la querelle su bagnasco denotano la volontà che non cercare scontri è preferibile.ad ogni costo. e lo dicono sapendo di dire il falso. perchè al family day ci si è andati per testimoniare-anche e soprattutto fisicamente- una realtà.non per escludere o scontrarsi con qualcuno.

    sarà anche auspicabile un minor livello di conflittualità. ma a scapito della verità?

  8. sr. cristiana

    Carissima Costanza, grazie e resisti senza soffrire troppo delle sciocchezze che con superficialità alcuni fratelli e sorelle dicono o scrivono, forse guardandoti in faccia, incontrandoti in uno dei tuoi viaggi con figli, forse saprebbe davvero creare un ponte anche chi potifica contro il family day per non essere contro qualcun altro. Siamo fallibili… solo una cosa, permettimela, non si sceglie la clausura per autoecludersi dal mondo, ma per essere nel mondo in prima linea, in una trincea che non si vede ma è un avamposto inclusivo… mi perdonerai l’appunto, sottoscrivo tutto il resto. Grazie

    1. Giusi

      Dubito che Costanza non sia d’accordo con la straordinaria importanza delle suore di clausura. Che Dio le benedica e che possano essere sempre di più!

    2. Costanza Miriano

      Certo, hai ragione, intendevo proprio questo: cambiare il mondo dal posto più avanti di tutti, che è la clausura. Mi sembrava si capisse ma forse non mi sono espressa bene. Comunque la penso esattamente come te!

      1. Pierre

        “L’apertura senza limite, che é propria del dialogo come fattore evolutivo della persona e creativo di una società nuova, ha una gravissima necessità: non é mai vero dialogo se non in quanto io porto coscienza di me. E dialogo, cioè, se viene vissuto come paragone tra la proposta dell’altro e la coscienza della proposta che rappresento io, che sono io: non é dialogo, cioè , se non nella misura della mia maturità nella coscienza di me. Per questo se la «crisi», nel senso di impegno per un vaglio della propria tradizione, non precede logicamente il dialogo con l’altro, in quella misura io resto bloccato dall’influsso dell’altro, oppure l’altro che respingo provoca un irrigidimento irrazionale nella mia posizione. Quindi é vero che il dialogo implica un’apertura verso l’altro, chiunque sia perché chiunque testimonia o un interesse o un aspetto che si sarebbe messo da parte, e perciò chiunque provoca a un paragone sempre più completo, ma il dialogo implica anche una maturità di me, una coscienza critica di quello che sono.

        Se non si tiene presente questo, sorge un pericolo grande: confondere il dialogo con il compromesso. Partire da ciò che si ha in comune con l’altro non significa infatti dire necessariamente la stessa cosa, pur usando le stesse parole: la giustizia dell’altro non é la giustizia del cristiano, la libertà dell’altro non é la libertà del cristiano, l’educazione nella concezione dell’altro non é l’educazione come la concepisce la Chiesa. C’é, per usare una parola della filosofia scolastica, una «forma» diversa nelle parole che usiamo, cioè una forma diversa nel nostro modo di percepire, di sentire, di affrontare le cose. Ciò che abbiamo in comune con l’altro non é tanto da ricercare nella sua ideologia, quanto in quella struttura nativa, in quelle esigenze umane, in quei criteri originari per cui egli é uomo come noi.”

        (don Luigi Giussani, Il cammino al vero è un’esperienza)

  9. girab@libero.it

    Grandissima Costanza, al mio terzo familyday (il secondo con figlia appresso . e stavolta a non star bene sono stato io…) non posso che sottoscrivere mille volte quello che hai detto tu…. anche se non riesci più a rispondermi è lo stesso, ti voglio bene come una sorella… Io ho anche scritto al mio Vescovo (che pure lui è intervenuto di persona per raccomandare ai nostri sacerdoti diocesani l’importanza dell’appuntamento e della battaglia per la famiglia) per lamentare un poco come i pastori e educatori della ns diocesi non è che abbiano brillato per la presenza (eravamo solo due pullman, composti al 95% da membri del Comitato DNF ossia, al 97% di neocatecumenali) cmq dai, io, finché avrò fiato in gola e forza (spero ancora per un bel po’!) ci sono un abbraccioGiuseppe Rabajoli Sestri Lev

  10. Massimiliano

    Costanza, non abbiamo paura. E non è poco. Lo scoramento si, ci sta tutto, ma abbiamo la voce della Chiesa che con assoluta CHIAREZZA ci dice: “Continua!”.

    http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2008/december/documents/hf_ben-xvi_spe_20081222_curia-romana.html
    Vedi in questo ↗ link BENEDETTO XVI CHE PARLA DEL “GENDER” ..era il 22.12.2008

    “[…] Poiché la fede nel Creatore è una parte essenziale del Credo cristiano, la Chiesa non può e non deve limitarsi a trasmettere ai suoi fedeli soltanto il messaggio della salvezza. Essa ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico. E facendolo deve difendere non solo la terra, l’acqua e l’aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Deve proteggere anche l’uomo contro la distruzione di sé stesso. È necessario che ci sia qualcosa come una ecologia dell’uomo, intesa nel senso giusto. Non è una metafisica superata, se la Chiesa parla della natura dell’essere umano come uomo e donna e chiede che quest’ordine della creazione venga rispettato. Qui si tratta di fatto della fede nel Creatore e dell’ascolto del linguaggio della creazione, il cui disprezzo sarebbe un’autodistruzione dell’uomo e quindi una distruzione dell’opera stessa di Dio. Ciò che spesso viene espresso ed inteso con il termine “gender”, si risolve in definitiva nella autoemancipazione dell’uomo dal creato e dal Creatore. L’uomo vuole farsi da solo e disporre sempre ed esclusivamente da solo ciò che lo riguarda. Ma in questo modo vive contro la verità, vive contro lo Spirito creatore. Le foreste tropicali meritano, sì, la nostra protezione, ma non la merita meno l’uomo come creatura, nella quale è iscritto un messaggio che non significa contraddizione della nostra libertà, ma la sua condizione. Grandi teologi della Scolastica hanno qualificato il matrimonio, cioè il legame per tutta la vita tra uomo e donna, come sacramento della creazione, che lo stesso Creatore ha istituito e che Cristo – senza modificare il messaggio della creazione – ha poi accolto nella storia della sua alleanza con gli uomini. Fa parte dell’annuncio che la Chiesa deve recare la testimonianza in favore dello Spirito creatore presente nella natura nel suo insieme e in special modo nella natura dell’uomo, creato ad immagine di Dio. Partendo da questa prospettiva occorrerebbe rileggere l’Enciclica Humanae vitae: l’intenzione di Papa Paolo VI era di difendere l’amore contro la sessualità come consumo, il futuro contro la pretesa esclusiva del presente e la natura dell’uomo contro la sua manipolazione. […]”

  11. E’ vero è dura, anche all’interno delle parrocchie o in ambiti che sembrano più “semplici”, ma non possiamo fermarci, non possiamo essere conniventi, non possiamo non dire la verità… sempre con rispetto, certamente, ma con franchezza ed entusiasmo

  12. Marina umbra

    Ci sentiamo accerchiati…….Ieri sono andata a vedere il film “perfetti sconosciuti” . Il solito ritornello: il gay meraviglioso e perseguitato ….le famiglie etero traditori e drogati e alcolizzati…. Che tristezza il pensiero unico!!!!!!!!!

  13. Gent.ma Costanza, dedico a te e al Family Day, cui ho con grande gioia partecipato, questa rilettura della CONTESSA di Paolo Pietrangeli. Perdona la goffaggine, che mi auguro possa almeno strapparti un sorriso:

    Che roba contessa proprio in centro qui a Roma, si son radunati quei quattro ignoranti,
    volevan per tutti un padre e una madre, dicevano pensi, di esser famiglie.
    Per tutto quel giorno quei quattro straccioni han gridato forte come scalmanati
    han fatto persino picnic sopra i prati, chissà quanto tempo ci vorrà per pulire.

    Famiglie, da case e dai focolari
    prendete i bambini sia i brutti che i belli
    scendete giù in piazza e mostrategli quelli
    scendete giù in piazza e affossate il sistema.

    Voi gente per bene che pace cercate,
    la pace per fare quello che voi volete,
    ma se questo è il prezzo vogliamo lottare,
    nessun utero al mondo si deve affittare
    Ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato,
    nessuno più al mondo dev’essere sfruttato.

    Sapesse contessa che cosa mi ha detto un caro parente di quella riunione
    che quella gentaglia rinchiusa là dentro credeva al sesso per la procreazione
    Del resto mia cara, di che si stupisce, anche il credente vuole dire la sua
    e pensi che ambiente ne può venir fuori, c’è ancora morale contessa.

    Se il vento soffiava ora soffia più forte,
    le idee del Risorto non sono mai morte,
    se c’è chi lo afferma non state a sentire
    è uno che non vuole più ragionare
    Se c’è chi lo afferma pregate per lui,
    perché non s’affanni nei tempi più bui

    Con grande sentimento di riconoscenza e stima fraterna
    Andrea Nepoti Goitan

  14. Fabrizio Giudici

    Sottoscrivo.

    Off-topic.

    E già che ci siamo… VIVA LE SUORE DI CLAUSURA! Durante una visita ad un monastero, tempo fa, di quelli dove la clausura si fa veramente… il monastero (francese) è organizzato in modo che ci sia un percorso per i visitatori in un’area limitata, che non ovviamente non si incrocia mai con quello delle monache. L’unica “eccezione” è per la Chiesa: i visitatori possono entrare in un piccolo spazio ricavato in alto, in fondo alla Chiesa, da cui possono vedere l’interno (e ovviamente chi vuole può pregare). Nel monastero praticano l’adorazione continua, a turno, per cui c’è sempre una suora (che ovviamente i visitatori vedono solo di schiena) inginocchiata di fronte al Santissimo. Era un’immagine bellissima… tanto che avrei voluto scattare una fotografia. Ma era proibito e non l’ho fatta. Il Padreterno mi ha fatto il regalo di imprimermi quell’immagine nella mente. Nei momenti peggiori la visualizzo, e penso che anche in quei momenti, là, isolato in mezzo alle montagne, in quel monastero c’è una monaca che adora Cristo. E mi sento subito meglio.

    Guai a tutti quelli che, laici e clerici, osano dire che la “clausura non serve” e che monaci e monache dovrebbero fare qualcosa di più “pratico”! Sono la colonna portante di tutto. Se si chiudesse quel canale, sarebbe la fine.

    Scusate l’off-topic, ma l’intervento di Sr. Cristiana mi ha riportato la cosa alla mente.

    1. Che la preghiera dei claustrali è una forza devastante per il male lo dimostra il plurisecolare accanimento per sopprimerla da Lutero alla massoneria al comunismo con tutti gli annessi e connessi.

    2. Sottoscrivo Fabrizio.
      Grazie per questa bella immagine che ci rimandi come “fotografia”…

      Hai ragione, in ogni momento c’è una suora di clausura (e non solo in quel di Francia) che è in adorazione di Cristo, ed è in adorazione anche per noi!
      Chiamati ad altro e a volte in altro distolti da una adorazione del cuore che nessuno ci può o potrebbe in realtà impedire.

      (torniamo al declino della mistica in favore del “ragionamento”) 😉 😐

    3. cinzia

      Le suore di clausura sono fondamentali, come l’ossigeno e l’acqua…. senza non c’è vita!
      Comunque al di là dell’adorazione perpetua nei monasteri di clausura, esiste anche l’adorazione perpetua retta da laici volontari. Anzi…. se ce la fate ad inserirvi in uno di questi gruppi avrete solo da guadagnare!

      E tornando al post di Costanza, non posso che essere d’accordo. D’altra parte siamo membra dello stesso corpo, ognuno fa la sua parte e ognuno è importante…

    4. Giusi

      D’accordissimo! Purtroppo girano voci contrarie alla clausura….. Speriamo siano solo voci……

      1. Paul Candiago

        Si, io sono per le suore di tutti gl’ Ordini, specie quelli che mostrano la loro gioiosa vocazione con il ballare il rock and roll in abito religioso per il pubblico. Un invito a tutte le ragazze di come sia bella la vita conventuale e di entrare in gran numero nei conventi. Poi a tempo perso, se piace loro, di dire qualche Ave Maria e cosi’ si mantiene alta la Fede Cattolica sull’esempio di San Domenico Savio: “ Io continuerei a giocare”. Questo santo e queste suore moderne veramente hanno capito la Dottrina di Cristo: un divertimento continuo ed unico. Paul

  15. Pingback: Ponti, muri e porte in faccia

  16. Marco Calgaro

    Il problema vero è che troppi nostri amici, purtroppo anche molti sacerdoti, suore, vescovi…hanno un solo grande imperativo: piacere a tutti, non avere nemici, risultare “moderni”, progressisti, simpatici, comprensivi. Naturalmente per risultare benvoluti al fronte compattissimo e “politically correct” dei diritti civili (tanto amore) liberal-radical-chic…non c’è di meglio che attaccarci e aiutarli a sbatterci nell’angolo dei cattivi, noi bigotti, retrivi, conservatori, di destra (e che c’entra…anzi…pensavo non c’entrasse…ma…). Sinceramente ho deciso di strafregarmene!

    1. lucilla

      Grazie Marco, il tuo suggerimento mi da’ coraggio. Cercherò di seguirlo anch’io.
      Ero molto avvilita, ma mi sono rincuorata leggendo la riflessione- sfogo di Costanza. Se anche lei si sente ferita..be’.. mi faccio forza pure io.
      Ma.. se neppure nel gruppo dell’equipe NotreDame che segue le coppie sposate e di cui faccio parte emerge un alito .. Avevo deciso di uscirne, ma non so in quale altro movimento di preghiera con una guida spirituale inserirmi. Dove sono i Parroci – a Padova- che hanno il coraggio di esporsi e di difendere la famiglia naturale ( senza il timore delle sanzioni europee?.. Volevo spararmi quando ho sentito questa obiezione)

        1. “Il problema di Padova è che gira troppa gente non padovana, da sempre!”

          Mah! 😐
          certo si sa… padovan gran dottori
          (Da un padovano da 3 generazioni – troppo poche? – ma espotrato in terra d’Emilia)

        2. Giusi

          Io vivo a Padova e non sono padovana. Non capisco questa obiezione. Che significa? I padovani doc dovrebbero essere cattolici doc? Mah!

          1. signora

            Specifico: non è tanto il padovano doc (anche se volendo se ne potrebbe parlare) ma Padova, proprio per l’università, è in un certo senso un po’ la New York in miniatura delle nostre parti, dove si incontrano tante culture tante diversità al giorno d’oggi tanto apprezzate soprattutto dalla cultura dominante che sappiamo benissimo da che parte viaggia. Lo dico perché ad esempio tanti di quelli che conosco che sono andati a Padova, lo facevano specificatamente perché là “tira un’aria diversa, più aperta e meno bigotta”…classici discorsi “mancini”. E col tempo è diventata, secondo me, attrattiva anche al di fuori degli studenti-professori per le stesse ragioni (compresi i sacerdoti).
            Chi vive in Veneto lo sa che Padova-città “è diversa”. Un po’ come Porto Marghera è diventata un laboratorio sindacale dentro al Nord-est dei tanti piccoli imprenditori. Padova provincia è già differente da Padova città.
            Non so se sono riuscita a spiegarmi…

          2. Paul Candiago

            Signor,(a) Giusi (e,a ?), meno male che anche Padova diventa cosmopolita altrimenti rimane al Rinascimento e mette le nuove generazioni fuori fase con il loro tempo di molto cambianto rispetto a 2 secoli fa. Detto questo come sempre vale il frutto: dobbiamo vedere sei i Dottori padovani vendono merce autentica o di plastica. Cordiali saluti , Paul

  17. Franco De Iaco

    Propongo una domenica nelle piazze. Nelle proprie città. Con o senza discorsi dal palco, ma un bello schiaffo numerico. Troppa gente è rimasta fuori dal Circo Massimo. E tanta gente non è contenta di lasciarsi calpestare dai trucchetti della politica.

  18. Don Carlo Gusso

    Costanza come al solito dici le cose in modo chiaro. I ponti che alcuni dicono di costruire, anche nella comunità ecclesiale, di fatto sono dei muretti ben costruiti per difendere le loro posizioni. Buon lavoro e una preghiera per te e tutto il gruppo di lavoro del Family Day. Don Carlo Gusso

  19. Carissima Miriano, la stimo e adoro soprattutto i suoi libri, ma non condivido quanto sostiene in questo suo articolo. Fermo restando che chi non è sceso in piazza per buonismo, per presunta misericordia o altro, ha senz’altro le idee un po’ confuse, anch’io non ho volutamente partecipato al Family Day, ma per una ragione molto più chiara e semplice: si crea un antagonismo spaventoso a discapito degli altri. Ovvero, si fa cattiva comunicazione. E per colpa di questa cattiva comunicazione il Cristianesimo appare detestabile agli occhi di coloro che sono lontani da Dio. Molti miei amici non credenti me ne hanno dato conferma. Pertanto, a mio modesto parere, scendere in piazza per imporre un modello o per impedire alle persone che non credono al Vangelo e al Sacramento del Matrimonio di vivere insieme unite solo civilmente non è una mossa vincente. Il Cristianesimo, piaccia o no, ha cambiato il mondo non con l’attivismo politico, che senz’altro è necessario in alcuni casi, ma offrendo un’alternativa. Sì, un’alternativa di bellezza, quella offerta del Vangelo. Non ci serve a niente un’Italia che vieta le unioni civili, così, perché sono sbagliate o per timore di coloro che in ogni caso troveranno un modo per eludere il sistema e comprarsi un figlio. Il Papa condanna le unioni civili, ma questo riguarda i cristiani. Dunque reputo più proficuo non imporre mai un modello, per quanto esso giusto possa essere, piuttosto preferisco promuovere la bellezza della relazione con Dio. Il resto è una conseguenza. Il lieto annuncio non si grida a squarcia gola, non lo si urla con forza, ma lo si testimonia e promuove raccontando di Dio con la propria vita. Ossia, stabilendo delle buone relazioni. Il Family Day ha fatto sentire accolti e amati gli omosessuali che si sentono perseguitati per colpa della propaganda ideologica e dei cattobigotti? No. Il Family Day è servito a fare capire alle persone che la sessualità e la famiglia sono soprattutto una questione di vocazione – cosa Dio vuole da me – piuttosto che all’aderire a modelli ideologici o religiosi? No. Il Family Day ha impedito ai fascisti di partecipare alla manifestazione? No. Ciò che è passato agli occhi dei non credenti è che noi siamo contro qualcuno o qualcosa, che pretendiamo un dato modello di vita e che non tolleriamo le unioni civili. Tirado le somme il Family Day è stato fatto per pura, certamente non per amore di chi è lontano da Dio.

    1. Thelonious

      Probabilmente caro Alex Pac non è molto informato sul Family Day, altrimenti non potrebbe scrivere che è stato fatto per *paura – credo, anche se ha scritto “pura”*.
      Inoltre non fare un’azione per timore che possa essere fraintesa non mi pare sia un criterio.
      Cristo è stato frainteso, eccome, dai suoi contemporanei (che lo hanno crocifisso) e da molti posteri.
      Eppure si è posto, e ponendosi si è opposto alla mentalità contemporanea.
      Quella poi che il family day non ha imposto ai fascisti di partecipare alla manifestazione che obiezione è? Cristo ha impedito forse a pubblicani, prostitute, malvagi, e persino a Giuda di seguirlo?

      1. Alex Pac

        La paura delle conseguenze a cui porteranno le unioni civili è stato il motore che ha messo in piedi il Family Day. I cattolici sono scesi in piazza per quello. Per paura. Ma se vogliamo negare l’evidenza, allora possiamo dire tutto e il contrario di tutto. Qui poi non c’è niente da fraintendere, l’antagonismo portato avanti attraverso conferenze e manifestazioni analoghe è un dato di fatto. Gesù non fu affatto frainteso, fu messo in croce perché invece della giustizia pretesa dai farisei offrì il perdono a tutti. E destò scandalo proprio perché stava in relazione con peccatori di ogni genere. È l’esatto opposto della deprecabile smania di antagonismo dettata dal desiderio di una società che sia almeno di facciata a tutti i costi cristiana. Non dobbiamo opporci a coloro che non la pensano come noi, ma entrarci in relazione.

        1. Tito

          Scusi, Alex, ma lei di fronte al ddl Cirinnà come si pone? Le sta bene o no? Pensa che sia lecito non condividerla e dunque opporsi (si dice così in italiano, se uno non vuole una legge vi si oppone)?

          1. Ovviamente il ddl Cirinnà non lo condivido nemmeno io. Anzi, ideologicamente parlando mi sento di sposare in toto un cattolico intransigente come Antonio Socci, ma diversamente da quest’ultimo mi preoccupo di più delle persone e di ciò che può avvicinare o allontanare le persone dalla Chiesa, da Dio. In pratica, non so se si è capito, ma non sono affatto contro chi fa politica (è una vocazione anche quella!). Sono invece contrario a qualsiasi tipo di attivismo politico che possa essere usato per alimentare la giostra dell’antagonismo che, furbamente, i poteri anticristiani usano a nostro discapito da un bel po’ di tempo a questa parte. Oltretutto appioppare la verità a colpi di accetta non mi pare abbia mai salvato l’anima di qualcuno. Noi dobbiamo fare due cose soltanto: amare e proporre la bellezza della relazione con Dio. Rileggiamoci tutti la Lettera a Diogneto, è tutto lì. Questo fecero i primi cristiani, divorandosi in poco tempo un impero spietatamente pagano come quello dell’Antica Roma. Siamo in un Occidente del tutto scristianizzato non tanto per colpa della propaganda anticattolica o filomassonica, per la tv, o chissà cos’altro, ma per la totale mediocrità e insensibilità dei cristiani odierni riguardo ogni forma di comunicazione. Non produciamo più bellezza, ma ci limitiamo a imporre modelli che ormai non interessano più a nessuno. Valutando che l’ultima opera artistica-letteraria degna di nota è stata “Il Signore degli Anelli” pubblicato nel ’54, che oggigiorno la maggior parte delle persone consideri come un ossimoro la cultura cristiana non mi stupisco minimamente.

            1. Thelonious

              “Non produciamo più bellezza, ma ci limitiamo a imporre modelli che ormai non interessano più a nessuno. Valutando che l’ultima opera artistica-letteraria degna di nota è stata “Il Signore degli Anelli” pubblicato nel ’54, che oggigiorno la maggior parte delle persone consideri come un ossimoro la cultura cristiana non mi stupisco minimamente”, questa è un’affermazione totalmente gratuita.

              Che il cristianesimo non produca più bellezza è un tuo parere e non un fatto, ma ti faccio notare due cose:

              1) Ti sei accorto che la maggior parte dei mezzi di comunicazione e della cultura è in mano a forze avverse al cristianesimo? Ti sei chiesto perché? Hai letto la questione dell’intellettuale organico di memoria gramsciana?
              Credi che sia facile proporre ed esportare cultura cristiana (che pur esiste) in un ambiente totalmente ostile? Un mea culpa da parte cattolica, certo, ci starebbe, ed è questo: aver lasciato la cultura totalmente in mano agli avversari, e limitandosi a gridare allo scandalo per le gambe scoperte. In questo modo si è scivolati nel moralismo, ed è stata lasciata mano libera a chi voleva scristianizzare il mondo, e ci è riuscito. Anche nella nostra Italietta su questo è stato più intelligente Gramsci dei nostri. Il dramma di aver abbandonato la cultura è stato anche denunciato da Paolo VI.

              2) “Noi dobbiamo fare due cose soltanto: amare e proporre la bellezza della relazione con Dio”. Vero, ma l’amore non è una svenevolezza priva di nerbo. Per amore si soffre, si combatte, si accoglie, si cambia, si vive. Cristo era tutto amore, per il Padre e per noi. Eppure nel Tempio ha preso un bastone in mano ed ha rovesciato tutto.

    2. “Ciò che è passato agli occhi dei non credenti è che noi siamo contro qualcuno o qualcosa, che pretendiamo un dato modello di vita e che non tolleriamo le unioni civili. Tirando le somme il Family Day è stato fatto per paura, certamente non per amore di chi è lontano da Dio.”

      Ciao Alex, qui sento l’eco di Galantino che diceva che un cristiano non può mai essere contro qualcuno o qualcosa.
      Ecco, spiace per il cardinale e anche per te, ma questa frase è sbagliata. Non siamo contro qualcuno, ma contro qualcosa sì. Contro il male, contro l’ingiustizia, contro le bugie e l’ipocrisia, contro la violenza, contro un sistema che trasforma i bambini in merce e le donne in forni, contro il totalitarismo che impone il pensiero unico con l’inganno e il ricatto.
      Come fa un cristiano (ma anche qualunque essere pensante dotato di etica) a non essere contro qualcosa di così gravemente ingiusto?

      Del resto, se essere contro qualcosa è una colpa, anche tu sei contro qualcosa: contro il family day, visto che lo critichi. E allora?

  20. vale

    un altro po’ di fuoco amico sul family day…

    intervista su “libero” di oggi pag. 9 di g.perna a f.d’agostino,presidente unione giuristi cattolici.

    “l’utero in affitto è un delitto universale”.” se lo stato dà a un bimbo genitori non suoi,compie la massima violenza.volere figli ad ogno costo è un desiderio nevrotico e non limpido”

    “…

    domanda: è d’accordo sulla legalizzazione di coppie etero e gay?
    r. :come giurista la ritengo del tutto priva di fondamento.le motivazioni sono debolissime…si potrebbero ottenere col diritto comune attraverso patti bilaterali.

    d.: quindi la boccia.
    r.il giurista sì.ma devo avere anche uno sguardo extragiuridico sul momento storico.nella società ci sono istanze simboliche…

    d.:si sospetta che l’adozione del figlio del partner,in una coppia gay,favorisca l’utero in affitto,vietato in italia.
    r.: il sospetto nasce dalla facilità con cui trovare madri surrogate..e poi ottenere dai tribunali italiani la trascrizione del figlio. è già avvenuto.

    d.:quindi?
    r.:chiedo,come altri , che l’utero in affitto sia considerato un delitto universale.da un delitto non può scaturire un diritto.neanche al figlio surrogato.”

    e fin qui tutto bene. ma qualche domanda dopo…

    ” d.:tra la piazza gay e quella del family day quale sceglie?
    r.:un buon diritto non nasce in piazza.la simpatia va però al family day la cui ingenuità politica è evidente.
    illusorio pretendere che nell’occidente secolarizzato solo l’italia possa restare fuori dalle coppie di fatto.

    d.: ho avuto l’impressione che il vaticano si sia disinteressato di tutto.
    r.: è così I MOVIMENTI DEL FAMILY DAY NON RAPPRESENTANO IL MEGLIO DELLA CULTURA CATTOLICA.
    GENEROSI E AMMIREVOLI MA INADEGUATI. hanno dato una sola indicazione,POLITICAMENTE DEBOLISSIMA:
    via la cirinnà,punto e basta.

    ……( continua) ”

    a d’agostino dico che sono contento di aver partecipato al family day ( accontentando anche la richiesta delle suore di clausura che l’avevano chiesto). di non rappresentare il meglio della cultura cattolica,di essere inadeguato e di dare indicazioni politicamente debolissime.

    se questi son gli amici….( a proposito di quello che dice l’autrice del post) dagli amici mi guardi Dio.

  21. Monica

    Grazie, Costanza! Nn abbia mai a deflettere allo scoramento. Nn si occupi delle ciance dei pusillanimi, o delle critiche dei sedicenti cattolici o ancora, delle ingiurie dei sinistri libertari che scelgono di vedere e ascoltare solo ciò che li conferma nel loro cinismo e nella loro folle ideologia. Perseveri nell’unico coraggio che è quello di chi aderisce alla Verità, soprattutto se questa contraddice la logica del mondo. “L’agire dell’uomo nn è una goccia indifferente nel mare, ma una scelta dalla portata gigantesca anche nel piccolo. Basta anche il minimo gesto -purché libero – per gettare un’ipotesi di bene o di male sul proprio destino eterno” (Annalisa Teggi)

  22. Giorgio Canavese

    Boh, sarà che il mio osservatorio è un po’ limitato ma io continuo a vedere più scudi alzati che lance che volano. Vedo un mucchio di gente che si difende da chi li accusa di aver partecipato al Family Day ma non vedo molti che li accusano di aver partecipato e la cosa onestamente un po’ mi interroga, fors’anche mi infastidisce.
    Non sono andato al Family Day, un po’ non potevo per motivi famigliari, un po’ mi sembrava un’iniziativa con alcuni grossi difetti di “polarizzazione” e di “strumentalizzazione” (non da parte degli organizzatori, intendiamoci, ma da parte dei media schierati contro). Ciò non toglie che ammiro chi ci è andato convinto della sua utilità, non mi sento “diviso” da chi è andato in piazza, forse la pensiamo “tatticamente” o “politicamente” in modo diverso ma non ne metto in dubbio la fede, anzi li sento vicii come fratelli.
    Non è che penso che il ddl Cirinnà sia giusto o che possa essere facilmente modificato e venire fuori una cosa buona, no. È una legge raffazzonata, nata male e piena di toppe peggiori dei buchi. Probabilmente andrebbe riscritta insieme ad una legge contro la maternità surrogata anche se fatta all’estero ed eventualmente una riforma delle leggi sulle adozioni che metta al centro i bambini e non gli adulti.
    Non penso che la piazza potesse innescare un iter del genere un po’ perché aveva contro la maggior parte dei media e un po’ perché la piazza non innesca ragionamenti ma, come ho detto, “polarizza” le posizioni. Al limite può fare un po’ di paura a qualche politico timoroso, ma nulla più.
    Stimo Costanza Miriano e Mario Adinolfi (ho visto la diretta e devo dire che Amato non mi ha fatto una grande impressione), eppure…eppure quando leggo articoli come questo, belli per carità, pieni di passione, animati da una fede profonda che condivido in pieno, anzi sicuramente più forte della mia, ci vedo in filigrana una sottile (e sicuramente non voluta) trama divisiva: ecco se sei vero devi andare in piazza e se non ci vai o è perché avevi validi motivi per non andarci (un impedimento, la clausura…) altrimenti, se non ci sei andato perché non ti sembrava il modo migliore…eh eh eh, allora hai messo le pantofole, la tua fede è ambigua, sei un progressista che si vuole nascondere…
    Non mi piace.
    Non mi piace l’ultima parte, “…chi dice che il mondo non si cambia con una presenza nel pubblico e nel politico, chi fosse onesto e consequenziale dovrebbe scegliere la clausura e autoescludersi dal mondo…”, un’estremizzazione artificiosa. Nessuno dice che non bisogna essere presenti nel pubblico e nel politico ma il cambiamento del mondo è il cambiamento del cuore dell’uomo, di ogni singolo cuore e questo non è la conseguenza di un atto politico o pubblico ma di un rapporto umano, che può nascere da una presenza politica o pubblica ma che avviene solo all’interno di un rapporto tra uomini, tra un “io” e un “tu”. Un’estremizzazione artificiosa che mette in ridicolo una posizione vera non mi piace.
    Nulla fa il gioco del Nemico (quello con la “N” e quello con la “n”) meglio che il dividerci, evitiamolo per favore.

    1. Elisabetta

      Gentile Giorgio, approfitto di lei per porre una domanda a coloro che la pensano come lei. Ma allora, delle leggi ce ne dobbiamo infischiare? Perché qui non stiamo parlando di convertire nessuno, stiamo parlando del fatto che nel nostro paese si sta introducendo una legge che di fatto regolarizza un atto (il ricorso alla maternità surrogata) che tra l’altro è proibito da un’altra legge. Insomma, i cattolici non sono cittadini come gli altri? Non possono entrare nel dibattito politico e dire che non approvano questa legge? La politica quindi non ci deve interessare? Però se facessero una legge per cui gli immigrati irregolari vanno respinti con OGNI mezzo, oppure una legge che prenda atto che alcuni gruppi etnici non fanno studiare i bambini e li mandano a mendicare, e “regolarizzi” questo, oppure una legge che prenda atto che molti immigrati islamici hanno, con matrimonio legittimo nel loro paese, due mogli o più, e regolarizzi questi matrimoni, allora non dovremmo dire nulla, nemmeno in questo caso? Io non credo che chi la pensa come lei non direbbe nulla. Nemmeno credo che sentiremmo questo assordante silenzio delle gerarchie. Qui il problema è che il potere ha deciso che questa legge deve passare, i mezzi di comunicazione si sono adeguati, e le gerarchie hanno paura di perdere popolarità.

  23. francesco b

    Io non ho partecipato al family day. Pur essendo consapevole della gravità del momento e della pericolosità di quella menzogna che si chiama ideologia gender. Pur dandovi ragione su tutto, non me la sono sentita di venire. Non perché avessi paura di metterci la faccia. Sarà perché sono scapolo, sarà perché sono un tipo poco socievole e poco patriottico, ma, in coscienza, non credo che l’opposizione a questa “colonizzazione ideologica” (come la chiama il papa) sia la mia battaglia. Comunque vi ammiro molto e faccio il tifo per voi. Continuate così!

  24. vale

    @g.canavese

    non discuto che abbia avuto tale impressione.

    ma nel post della miriano c’è,bello chiaro:

    “Allora. Innanzitutto io non mi sono mai sognata né di pensare né di andare a dire a chi non è venuto ai Family day che loro hanno sbagliato a non venire.”

    ed in quanto alla tua chiusa finale sull’estremizzazione artificiosa, a me pare chiaro che fosse un espediente retorico ,un’iperbole. tanto per mettere in risalto che,ci piaccia o meno,in questi frangenti qualunque rapporto tra uomini diviene anche una presa di posizione politica. e,sottolineo, specialmente in questi frangenti. poiché i tempi son questi. e veloci.

    i rapporti umani richiedono tempo.

    “Le critiche, anche asperrime, da quelli che non la pensano come noi non fanno alcun male, neanche quando sono condite di insulti e cattiverie: quelle sono messe in conto.

    Più dolorose invece tutte quelle che sto, stiamo, ricevendo per la questione del Family day da quelli che sarebbero amici, o meglio compagni di fede, cioè molto più che amici”.

    io non mi sento diviso da chi ha ritenuto di non andare in piazza. né penso che chichessia voglia mettere in ridicolo qualcuno.
    e non penso neppure che la sua fede sia ambigua.

    quel che non capisco sono tutti questi ingenerosi distinguo,ma,forse,ecc. che vengono rivolti a chi ha ritenuto di andarci.

    pace e bene.

  25. Cara Costanza Miriano,
    personalmente non ho partecipato al Family Day, e sinceramente non mi ha entusiasmato (ma non è questo ora il punto). Col senno di poi (e di prima) però ritengo sia stato necessario fare una manifestazione del genere per il fortissimo impatto avuto sui media. E io che un po’ vergognosamente quel giorno me ne sono stato comodamente a casa vi ringrazio per quello che fate. Se non ci fosse stato il Family Day praticamente le uniche voci direttamente contrarie al DDL Cirinnà sarebbero state quelle di qualche ecclesiastico o peggio di qualche politico, voci di nessun peso massmediatico o dannose alla causa stessa. Inutile ripetere che il tutto non può risolversi in una giornata in piazza, perché il “problema famiglia” è giustamente un problema educativo; ma questo voi lo sapete meglio di me. Per il resto le critiche fanno sempre bene, bene perché possono aiutare a verificare le proprie ragioni. E se le proprie ragioni sono giuste si va avanti, tanto gli asini devono ragliare comunque. Santa Giovanna d’Arco, le cui parole sono state parafrasate da Gandolfini quel giorno, sia modello di purezza di intenzione per tutti.
    Con stima,
    saluti.

  26. Siamo abili nel dividerci. A volte entrano in gioco sentimenti meno nobili, come per esempio l’invidia. Aver mosso la piazza come voi del Comitato è qualcosa di eccezionale. Con te (con le idee che difendi) e con il Comitato (e le idee che sostiene) senza se e senza ma. Tonino Cantelmi

  27. Fabrizio Giudici

    Io vorrei chiedere a chi dice ” ci vedo in filigrana una sottile (e sicuramente non voluta) trama divisiva” e cose come “non dobbiamo essere contro” come interpreta il passo evangelico (scusate la banalità, è stato già citato mille volte, ma evidentemente ritorna sempre lo stesso punto):

    “34 Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. 35 Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: 36 e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. 37 Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; 38 chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.”

    1. … chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me!
      (evidentemente ritorna sempre lo stesso punto) (che poi ognuno lo interpreterà come lui vorrà, o non vorrà)

  28. Articolo: Ponti, muri e porte in faccia.
    Evangelizzazione:
    La lettura veloce dell’articolo sembra non faccia una piega nel suo contenuto catechetico dal punto di vista del Cristiano.
    Questa impressione e’ ancora piu’ vera e ricca di equilibrio perche’ dimostra il risultato di un processo cognitivo di riflessione e meditazione di come noi, Umanita’, processiamo razionalismo,moralita’, etica e spiritualita’,
    I risultati del nostro pensare li convertiamo, attraverso il setaccio della logica, e li associamo al reale e spirituale, trovandoli uniti in pacifica convivenza, da presentarsi come accettabile mentalita’ di vita alla nostra Fede Cattolica Cristiana nello svolgersi del nostro vivere.
    ( La sola a cui mi riferisco per dovuto rispetto ad altre religioni e credi. )
    Questo processo non e’ singolare per la Fede, ma i pensieri esposti dall’articolo implicano la conseguenza di una realta’ praticata nel modo di evangelizzazione da parte di molti “falsi profeti” appartenenti al “mondo” ecclesiastico fino alla pecorella smarrita.
    In diverse forme, maniere, “ misteriosi carismi e movimenti mediatici”, la Fede Cattolica viene impartita come “alimento sacramentale contaminato” a milioni e milioni di anime da parte di pastori che evangelizzano, dal seno della Chiesa, con errori ed apostasia. ( invenzione di nuovo vangelo e dottrina su misura temporale/razionale per accomodazione della clientela che applaude )
    Premesso questo, e’ bene fare una pausa, riflettere e ritornare alla Dottrina di Cristo in modo integrale vivendo la Parola di Verita’ in modo reale e spirituale altrimenti il compromesso con il mondo ci rende apostati:” sepolcri imbiancati”.
    Non e’ lecito “togliere od aggiungere” lo Spirito o il Significato, del Deposito della Fede, indipendentemente dal tempo in cui viviamo.
    Nessuno ha l’autorita’ di deviazione dalla Dottrina dal Maestro che ci Rivela: “ il cielo e la terra passeranno ma le mie Parole non passeranno”.
    Vale a dire: I Pilastri e le Colonne immutabili della Fede Cattolica: con la loro Dottrina Apostolica sono le uniche basi del Corpo Mistico di Cristo e la vera appartenenza alla sua Sposa la Chiesa.
    Chiesa santa, pura ed immacolata: Istituzione ecclesiale del Volere di Cristo e per la quale verso’ il suo sangue di Redenzione Universale ed Eterna.
    Nel cammino della Chiesa Pellegrina assistiamo/viviamo, anche ai nostri giorni, momenti quanto mai difficili/dolorsi della Chiesa e dover ripetere il dire di San Papa Giovanni Paolo II: “la nostra mancanza di Fede”.
    Quanto piu’ il razionalismo ed apostasia catechetica entrera’ nella Chiesa e maggiore sara’ la difficolta’ per il Cristiano di rimanere nella vera fede perche’ ci creano/creiamo un compromesso con il Mondo dove certamente la nostra Fede appascira’ sempre piu’ nella profezia di Cristo: “ quando il Figlio dell’Uomo ritornera’ in Potenza e Gloria trovera’ ancora la Fede sulla Terra?.
    Cordiali saluti e uniti in comune preghiera ripetiamo la profezia: “ Padre nostro …venga il tuo Regno…Paul

  29. Costanza Miriano:

    …insomma, in definitiva, te hai Ragione su tutto, in quanto incontrovertibilemnte (come gli piaceva dire al povero Alessandro) te hai Ragione (e gli altri torto) praticamente su tutto, perchè è così che è!

  30. Riccardo Prando

    Sì è così è proprio così. Un tempo si diceva “chi ha paura stia a casa” e oggi in tanti hanno paura. Del giudizio altrui, di offendere qualcuno, di rompere un’amicizia, di non essere a la page. .. Guareschi diceva di non averla con i comunisti , ma con il comunismo. E per dimostrato è rimasto tutta la vita sulle barricate, non nelle retrovie. In pochi gli sono rimasti fedeli. Ma aveva ragione lui. La famiglia è una sola. Anche se una legge dovesse dire il contrario.

  31. Pierre

    «Ci chiamano integristi proprio rabbiosamente, con razzismo ideologico, perché sono pronti ad amare qualunque persona, qualunque idea (…) salvo di essere prontissimi ad odiare i loro confratelli cristiani che non la pensano come loro! Ci chiamano integristi perché noi urgiamo la Fede! Loro obiettano: “Ma la fede non guarda il potere… così se siamo perseguitati è meglio!” Come “Se siamo perseguitati è meglio?” È una frase da intellettuali! Perché nella persecuzione chi ci lascia le penne sono i più deboli, i più poveri! Nelle catacombe, se Dio ci manda, noi invocheremo lo Spirito, ma andarci senza cercare di difendersi, è cretino!».

    (don Luigi Giussani, da “Vita di don Giussani” di Alberto Savorana, Rizzoli 2013)

  32. Francesco

    ” E anche se sappiamo che è Dio che fa la storia, e chi prega coopera con lui più di chi manifesta o fa politica, anche noi che siamo nel mondo finché avremo fiato in gola continueremo a dire tutto quello che c’è da dire, perché sappiamo che c’è una sola possibilità di felicità vera e piena per l’uomo, e questa felicità ha bisogno anche di muri, che difendano i più deboli, che frenino il desiderio impazzito degli adulti, che indichino una strada certa nell’epoca del totalitarismo del relativismo.”
    Grazie Costanza perche’ non e’ facile alzarsi in piedi per dire che ci sono dei limiti ai ” profeti” del pensiero unico pseudo progressista. Francesco

  33. Paolo

    Cara Costanza, parto dalla fine del tuo lungo discorso per dire che la strada è Cristo come qualcuno per fortuna non si stanca di ricordarci. Per come l’ho capita io la proposta cristiana è tutt’altro che stare chiusi in casa a pregare ma è vivere imitando Cristo. Cristo è colui che è venuto nel mondo come un neonato indifeso ma questo non gli ha impedito di salvare il mondo. Se noi crediamo a questo non come una bella storiella ma come carne vissuta allora forse capiamo meglio perchè quando lo andarono a prendere per crocifiggerlo lui si lasció arrestare ed anzi rimproveró Pietro perchè estrasse la spada. Ora io non comprendo fino in fondo certi comportamenti ma quello che per ora comprendo è il richiamo personale alla mia conversione piuttosto che altro e che attraverso di essa chissà per grazia divina qualcun’altro possa innamorarsi di Cristo. Quello che noto è che se il maligno ci vuole distruggere ci sta riuscendo benissimo perchè anzichè vedere intorno a me gente che vive il cristianesimo vedo gente che si infama a vicenda pur dicendo entrambi cose in qualche modo vere ma puntando solo su quello perdendo di vista tutto il resto. Mi spiace che tu abbia ricevuto insulti anche perchè sono sicuro che sei una persona che nella vita testimonia Cristo in maniera potente ma non dico in tv ma nel quotidiano dei rapporti umani, mia moglie mi parla spesso di te e mi ha girato anche il tuo discorso al quale sto ora rispondendo. Ripeto io ringrazio tantissimo chi ci richiama a questa conversione perchè ne ho un bisogno estremo, se la mia vita non poggiasse su questa certezza estrema che Cristo vince riterrei una vera ingiustizia la Legge Cirinnà come le guerre atroci che stanno accadendo come tante altre violenze ma sono invece fermamente convinto che Cristo vince contrapponendo a questo nulla che avanza una scalcagnata compagnia di uomini a cui interessa solo vivere a immagine di Cristo e facendolo come un virus diffondo il Cristianesimo. peró vivere non stare in casa a pregare come invece dici tu. Anche a livello tattico credo sia una strategia più vincente che perdere tempo a farsi la guerra mediatica sia fra di noi cristiani che con i gay o chi altro. Poi che il potere faccia come crede, io piuttosto che nelle mie forze di guerriero resto attaccato come posso alla certezza della mia vita e al Carisma e alla compagnia che me l’ha fatta incontrare e dove non capisco mi fido. Credo che di battaglie ce ne siano tante nei nostri tempi dal bullismo a scuola ai divorzi che avanzano alla prostituzione minorile ecc. A che serve vincere una battaglia ma perdere la guerra. Con questo non voglio dire di stare con le mani in mano ma quello che ti propongo e quello che desidero per me è alzarmi tutti i giorni cercando il suo volto nella realtà che mi si propone davanti. Grazie comunque….

  34. Angela Belussi

    Ponti e muri: ho letto solo oggi questo scritto e prendo spunto da questa frase “Più dolorose invece tutte quelle che sto, stiamo, ricevendo per la questione del Family day da quelli che sarebbero amici, o meglio compagni di fede, cioè molto più che amici” Sembra che si riferiscano a persone diciamo “lontane” dal Family Day ma io – devo dirlo – le uniche critiche o anche offese le ho ricevute da persone coinvoltissime nel Family Day per il solo fatto di difendere la libertà di pensarla diversamente; solo perchè non ero d’accordo sull’equazione “non vieni al Family day, non difendi la famiglia.” E’ un’equazione sbagliata!!! Ah io al Family Day ho partecipato ma nessuno dei miei amici che non è venuto mi ha guardato male e non mi ha tolto il saluto, nè tanto meno, mi ha insultato.
    Comunque io dico che se uno fa un’esperienza che corrisponde alla sua vita deve andare fino in fondo e raccontarla a tutti senza continuare a parlare degli “altri”.
    Io apprezzo il dialogo ma a volte bisognerebbe allontanarsi momentaneamente dal problema che divide e star attaccati a ciò che unisce tutti noi Cristiani. L’altro giorno pregando sulla tomba del Gius con persone che potevano avere opinioni diverse dalle mie, ho fatto questa esperienza di unità nel comune affidamento delle proprie preoccupazioni al Padre Celeste.
    Troppo poco? E’ tutto quello che vedo in questo momento.

    1. admin @CostanzaMBlog

      “ma a volte bisognerebbe allontanarsi momentaneamente dal problema che divide e star attaccati a ciò che unisce tutti noi Cristiani”
      Ottimo consiglio grazie, ma c’è un’urgenza in questo paese, in queste ore si vota una legge epocale, “momentaneamente” non ci possiamo assentare, capirà…

      1. Paul Candiago

        Fatti: siamo stati assenti moralmente e come cristiani che non hanno riempito le chiese a pregare e rafforzarci nella fede Cristiana da per piu’ di 50 anni ed ora vale il detto: Per il Male trionfare basta che il Bene faccia nulla. Ora la prova del nove lo conferma. E’ troppo tardi ,manifestazioni di piazza, chiudere le porte della stalla quando i buoi sono scappati. Cordiali, rispettosi fraterni saluti, Paul

  35. Barbara

    Cara Costanza, sono con te. E te lo dice una mamma il cui figlio maschio, 20 anni, si è dichiarato omosessuale, una mamma che sente il dovere di combattere questa battaglia oltre che per impedire il commercio dei bambini anche per il proprio figlio e tutti quei ragazzi con la coscienza completamente ottenebrata dal pensiero dominante, al prezzo anche del suo rifiuto. Prega per me, Barbara

  36. Angela Belussi

    Sì capisco e allontanarsi dal problema non vuol dire ignorarlo. Allontanarsi per me vuol dire nelle circostanze recuperare la certezza che Cristo è il Signore della storia: intimistico? No! Questa certezza mette in moto…

  37. Pingback: Redde rationem | il blog di Costanza Miriano

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