di Costanza Miriano
Posso orgogliosamente affermare di avere fatto inorridire moltissime mamme sulla spiaggia, al parco, in piscina, perché i miei figli hanno girato sempre armati, almeno da quando sono stati in grado di tenere in mano oggetti. “Il sonaglietto tienitelo tu, dammi la spada” deve essere stata una delle prime frasi di senso compiuto che hanno pronunciato. E siccome i poliziotti americani sono dotati di moltissime qualità ma di pochissimo senso dell’umorismo, Bernardo quando aveva tre anni a New York fu bloccato e perquisito a causa della spada di plastica che teneva perennemente infilata nei suoi calzoncini a quadretti, con la punta che lambiva le scarpe tonde da gnomo. Schiere di mamme, poi, hanno malvolentieri permesso ai loro figli di giocare a soldatini con i miei, sempre specificando che quella era comunque una missione di pace, come si affrettavano a chiedermi. No, no, giocano alla guerra, rispondevo con una certa con soddisfazione.
E sì, hanno avuto anche i videogiochi violenti, centellinati non perché fossero violenti ma perché videogiochi, e dopo il limite orario suggerivo sempre una bella giocata alla lotta tra fratelli, perché i maschi lo devono fare, e la mamma deve avere il coraggio di starsene da parte, finché i lacerocontusi sono consenzienti. Quando uno ha avuto un momento di crescita un po’ destabilizzante un amico lo ha portato a sparare, un altro a spaccare la legna in campagna, e a rimettere in sesto una vecchia moto tutta arrugginita. L’effetto terapeutico è stato rapido ed evidente.
Anche l’abbonamento allo stadio acquistato con i soldi risparmiati dal primogenito è stato salutato con noncurante allegria, qui a casa, e le ore trascorse all’aperto, sotto l’acqua e il vento, a mugugnare mozziconi di frasi con coetanei e a imparare cori non esattamente composti da Shakespeare, non destano preoccupazioni educative da queste parti. E neanche la frequentazione del ring del pugilato, con relativi nasi ammaccati, ci preoccupa come genitori, mentre pare che a quasi tutti gli altri adulti a cui riferiamo di questa passione di nostro figlio la nobile arte del pugilato non paia tanto nobile, ma solo pericolosa per il piccolino (che è alto per ora uno e ottanta).
È per questo che sto leggendo con enorme soddisfazione Il maschio selvatico 2, di Claudio Risé, la nuova edizione molto molto aggiornata e approfondita di un saggio uscito negli anni ’90, quando ancora sembrava di essere in un clima di lotta fra i sessi. Oggi la lotta è ormai andata, non c’è neanche più, perché ci vogliono far credere che non ci siano più neanche i sessi, e comunque ormai il messaggio che pare avere vinto è che tutto ciò che è istinto maschile, rudezza, autorevolezza, tutto ciò che è selvatico, forte, potente, va rifiutato, controllato, gestito, contenuto. Una vera character assassination del genere maschile. Il libro quindi oggi è più utile di prima. Oggi ai maschi che stanno crescendo, che stanno diventando grandi, arriva praticamente da ogni parte una sorta di incoraggiamento a scusarsi per essere come sono. Claudio Risé fa una fenomenale fotografia del fenomeno, e un’analisi del suo sviluppo e delle conseguenze, e reclama l’urgenza di ridare centralità alla dimensione selvatica del maschio, perché come diceva Leonardo da Vinci, “selvadego è colui che si salva”, fisicamente e spiritualmente, proprio grazie al contatto con la natura profonda. Il selvatico è colui che, senza chiedere aiuto a Stati, burocrazie, enti che pretendono di salvare le persone anche invadendo la loro vita familiare, sessuale, religiosa, cerca di salvarsi da solo e, assumendosene la responsabilità, diventa capace di rifiutare la mercificazione dei rapporti e la cultura dello scarto, imparando il dono di sé e il servizio all’altro.
Come ho detto, lo sto leggendo, e devo ancora arrivare alla fine, ma la chiave di lettura della nostra cultura mi sembra interessantissima, e davvero centrale a capire le radici della nostra crisi culturale: madri onnipresenti, dominanti, non arginate da figure maschili forti, figli iperprotetti (pensate con quale ansia oggi una mamma, e mi ci metto anche io, manderebbe il figlio a fare il militare) e soggetti a un eterno maternage, padri assenti. Anche il padre padrone violento è espressione di una cultura in cui il maschile non è adeguatamente separato dal femminile, dice Risé – e la trovo una riflessione interessante da fare anche in merito alla violenza maschile – terrorizzato dalla prospettiva che la vita possa sfuggire al suo controllo, “un tipo di padre sempre più diffuso oggi, anche per l’attuale confusione tra i due generi e la pulsione orale a divorare e incorporare gli oggetti d’amore proposti dalla società industriale e del consumo”. Molto originali poi gli spunti per una lettura economica del fenomeno, del fatto cioè che un uomo non selvatico, addomesticato e non autonomo sia un perfetto consumatore da intrattenere con ogni sorta di svago e distrazione.
Non vedo l’ora di andare avanti col libro, anche perché sbirciando (non ho il lato oscuro di Harry, che quando comprava un libro andava a vedere le ultime pagine così in caso di morte sapeva già come finisse, ma vorrei divorarlo e ho poco tempo) ho visto qual è il modello di vera virilità proposto, ed è un modello che anche a me piace molto. Vi rovino la sorpresa se dico che è Gesù?
Che lo spoiler sia con voi
Non la pubblico perché potrei prendermi una denuncia, ma il mio Rocco ha una foto bellissima a culo nudo, quattro o cinque spade di legno infilate in una cintura di fortuna… Cresciamo così, è proprio vero.
Una volta volevo mascherare da principe per carnevale il mio primo maschio, neanche due secondi è durato. Pirati, ninja, o come si scrive, e con il secondo non fanno altro che fate a “lotta” almeno 10 volte al giorno. Non amano le pistole, ma l’arco del guerriero dal signore degli anelli l’ho dovuto cercare per tutta Viterbo. Non solo, stiamo sulla moto tutto il giorno impennando su mobili, letti e divano… Sono diversi è ovvio dalle prime tre femmine, che al massimo si insultavano con molta acidità! Ma non per questo quando c’è la musica Il piccolo non si mette a ballare., sulla mio… Mio nonno non si perdeva una festa da ballo!
La pace si testimonia, non si impartisce! O no?
Non sempre i consigli sono validi per tutti…dipende dalla personalità. ..e dai gusti.Ci sono maschi che adorano il calcio e quelli che preferiscono il basket..I miei maschi amano entrambi il calcio ma uno adorava i dinosauri e l’altro le pistole.. bisogna sempre ricordare che nell’ambito opinabile non ci sono regole fisse..altrimenti si creano in certe mamma ansiose strane paure..e una omogeneità eccessiva…a me piace che un ragazzo ami guardare film d’amore con la fidanzata ..mentre mio marito non lo farebbe mai! W la differenza tra le persone… Paola
Costanza, sei una grande!
questo articolo e’ semplicemente da incorniciare. Grazie Costanza,
Ottimo, cara Costanza, mettiamo nel giusto risalto le differenze tra maschio e femmina. Differenze che sono costitutive del genere umano e non certo frutto della cultura, come vorrebbe la teoria gender.
Oggi la figura del maschio è umiliata, disprezzata, censurata e massacrata in ogni modo. Tutti i ruoli maschili, a cominciare da quello del padre, sono visti con sospetto, con ostilità, con aperto disprezzo. Eppure i ruoli maschili, e quello del padre in primis, sono fondamentali per una crescita equilibrata dei figli (sia maschi che femmine), ma anche per avere degli UOMINI VERI, capaci di assumersi le loro responsabilità sul lavoro e nella società, capaci di essere punti di riferimento saldi per la propria comunità, condottieri, conquistatori, vincitori.
Dove sono, oggi, i leader? Che fine hanno fatto tutte quelle figure e ruoli che sono tipicamente maschili, dove occorre (uso della) forza, determinazione, coraggio, amore per la guerra (contro il male, o contro i nemici), disponibilità al SACRIFICIO, senso del DOVERE, regole, giustizia, educazione, repressione, giuramento, fedeltà, gerarchia, potere, onore, autorità, RESPONSABILITA’? Chi insegna queste cose, oggi, ai figli? Ai maschi, oggi, si insegna ad abbassare i toni, a rinunciare, a fuggire la guerra anche quando necessaria. Si insegna loro a mostrare i propri più intimi sentimenti, ad aprirsi, a pavoneggiarsi addirittura. Si intima loro di imparare dalle femmine e, qualcuno, si spinge fin quasi a chiedere scusa di essere maschio. Essere effeminati oggi è un pregio, qualcosa in più. Se coltivi una personalità forte, risoluta, aggressiva quando serve, sei subito un fascista, uno da emarginare, da disprezzare o, al massimo, da compatire. Non importa se sei al servizio della giustizia, della verità. Non importa la sostanza, ciò che conta è la forma. E deve essere una forma femminile, naturalmente.
Ecco che allora diventa importante tornare a riflettere sui ruoli e sulla figura del VERO MASCHIO, sugli ambiti di sua competenza, sui mezzi necessari che dovrebbero far parte del bagaglio naturale di ogni maschio vero. Proprio su questo tema è stata inaugurata, poco tempo fa, una serie di posts sul sito Croce-Via che invito davvero con il cuore tutti voi a visitare. Fornisco il link al primo di questi posts:
http://pellegrininellaverita.com/2015/02/01/nel-deserto-di-adamo-for-men-only/
MI dà repulsione quasi fisica l’uomo che si depila, che si profuma oltre il dopobarba, che si cura troppo del vestiario e ne sa di moda e di tendenze.Non mi piacciono i buzzurri, questo no.Ma che pena questi uomini che vanno in giro come se avessero sempre uno specchio di fronte a sè! Che pena. E poi non sanno decidere, non sanno nemmeno decidere se sono innamorati di una donna o no, non dico di sposarla, ma nemmeno dire: sì sono innamorato di te, o persino ti salterei addosso… tradendo persino il dato biologico più elementare! Mai un no, mai un sì, questi fantocci del NI. Si tengono sempre mille riserve, mille dubbi, mille vie d’uscita, come insopportabili donne civettuole. La vanità pura li definisce. Avere una che sbava ai loro piedi, costringerla a esporsi, tenerla sul filo e non dire mai una parola definitiva, e la pulzella costretta a dire cose come: mi cascano le palle- perché l’altro le palle non ce le ha, e quasi quasi crescono a te!!! Non farsi carico di niente, uscendone puliti, bravi ragazzi magari, pure cristianucoli perchè no, intonsi come monachelle dai modi tanto gentili quanto vili. Avamposto di ogni omosessualità praticata o meno: mai darsi, solo cercarsi guardandosi. Ah, piuttosto quello che perde la calma, che rischia a costo di sbattere la testa, piuttosto quello burbero o ombroso che si tiene le cose per sè, e tu sei lì sedotta da quel mondo su cui non puoi e non devi mettere le mani, ma in cui puoi entrare con dolcezza, un po’ d’acume e molta ironia. Sedotta da quel mondo così diverso dal tuo! Che bello che esistono gli uomini. Che fortuna ad avere figli maschi, anche se quando tornano ricoperti di fango dopo un pomeriggio a giocare a calcio la poesia un po’ scappa…
Posso permettermi un sentito “grazie!”, a nome personale e – perchè no 🙂 – anche della categoria, per quanto hai voluto scrivere?
Soprattutto per le ultime sei righe, così delicate (comunque la poesia abbonda anche nel fango; poesia epica, ma sempre poesia).
Posso però, subito dopo, permettermi di osservare che si tratta, almeno un po’, anche di “legge della domanda e dell’offerta”?
Ovvero: se gli “uomini” tendono ultimamente a essere spesso come li descrivi, non è forse anche perchè così li vogliono molte “donne”?
Insomma, qualora la tendenza generale fosse a “premiare” altri tipi di comportamento, magari sarebbero questi i più diffusi (l’osservazione è ovviamente double face: se gli uomini cercassero di gratificare determinate caratteristiche – non a caso definite “femminili” – avremmo probabilmente meno parodie di scaricatori di porto nelle strade…)
Poichè le tue parole mi paiono echeggiare sofferenza vissuta, sostanzio la mia osservazione con un esempio reale.
Un caro amico, costretto in un letto d’ospedale e dopo essersi chiarito le idee dentro di sè, decise che non fosse il caso di lasciare non dette certe cose nei confronti dell’unica donna che fino a quel momento avesse contato davvero nella sua vita (anche perchè in sala operatoria si sa come si entra, ma non come se ne esca).
Non avendo altre possibilità d’azione, ricorse a un espediente alquanto demodé: affidò le sue speranze a un biglietto allegato a un mazzo di rose (non rosse, mi spiegò, perchè il rosso va consegnato di persona).
Per farla breve, non coltivò false illusioni dentro di sè.
Si sarebbe però almeno aspettato un messaggio di risposta, anche solo del tipo “grazie per le rose, ma piantala di rompere”; un “riconoscimento al coraggio sfortunato”, insomma.
Invece, nulla.
Come mi confidava qualche settimana fa di fronte a una birra, dovesse capitare di nuovo – e già di questo dubita – non è più così sicuro dell suo eventuale comportamento.
Morale della favola: se si agisce per creare “i fantocci del NI”, poi non ci si stupisca troppo se si ottengono davvero.
Ciao.
Luigi
Eh sì, com’è vera questa cosa della domanda/offerta! Hai ragione, credo ci siano donne che fanno venir voglia di scappare. Ma io di fronte a una strega o una gattamorta, io uomo, andrei lì a muso duro e parlerei chiaro. Gliele direi, anche. Sarebbe una vera galanteria, e magari di fronte a uno tosto che ti manda volentieri a quel paese e se ne infischia dei tuoi salamecchi, finzioni e spocchiosità, magari una si ripiglia. Ceffoni terapeutici. Sai, forse ci si educa a vicenda, in un certo senso. E ciò inizia ben prima del matrimonio, però anche nel matrimonio prosegue questa vicendevole educazione. Più uno è uomo, più l’altra si sente donna e diventa donna migliore, e viceversa. Non lo so chi deve iniziare per prima… io di certo mi interrogo molto sul mio essere mamma in generale, ma soprattutto di maschi. La cosa migliore credo sia permettere e incoraggiare mio marito – che comunque non aspetta il mio incoraggiamento, grazie a Dio!- a fare cose con loro,a ritagliarsi dei momenti speciali proprio da maschi. Andare allo stadio, aggiustare una bici, fare le costruzioni… mentre che stia attento con la femmina, che si senta protetta e amata. Ma per entrambi soprattutto , vale l’esempio e lo sprone: lavora, figlio mio, fai fatica, spaccati la schiena per qualcosa come lo fanno i tuoi genitori. E piantala di guardare la tv, vai fuori, gioca a calcio, assaggia la terra e sbucciati le ginocchia, corri, fatti degli amici, insomma: vivi nella realtà. Perché al fondo di tutto questo disastro di mancanza di umanità, c’è, secondo me, la terrificante distanza dal reale, per tutti, maschi e femmine. Ma sul maschio salta all’occhio ancora di più e ti assicuro, è così sconsolante. Come anche è così esaltante quando ne trovi uno vero- non perfetto, ma vero! Se poi si tratta di quello con cui passerai il resto della vita, allora si può dire di aver vinto un terno al lotto!!!
Non posso che concordare sul fatto che – al fondo – la mancanza di umanità discenda dalla distanza dal reale.
Lo scrivevo anche nell’intervento più sotto, ma ripeterlo non fa certo male.
Quanto all’andar lì a muso duro e parlar chiaro… strega o gattamorta che sia, da uomo – fidati 🙂 – non lo faresti.
Perchè avresti di fronte una donna, comunque.
Peseresti le parole come se dovessi pagarle in oro, con pacatezza e senza alzare la voce.
O, per lo meno, ci proveresti…
Io – e non solo io – ho cominciato a intuire queste cose proprio con le armi giocattolo (le quali, grazie al Cielo, praticamente scomparse dai negozi sul finire degli anni Novanta vi stanno pian piano ritornando).
Armi giocattolo durante le elementari, preciso; perchè poi si è passati alla roba “dura” (pertiche e simili), con cui passavamo i pomeriggi, d’inverno come d’estate, a combattere per i campi; con tanto di fortini, imboscate, carri armati (le biciclette!).
Or bene, è così che ho cominciato a intuire cosa siano onore, coraggio, lealtà.
Potrebbe sembrare una sparata retorica, ma è la semplice e modesta verità.
Nessun bambino, passati i cinque anni, si permetterebbe infatti di pronunciare il “t’ammazzo” che tanti paventano (se non altro perchè decine di sfide al’OK Corral gli avrebbero già insegnato come, intanto che lui si perde in frasi così idiote, gli altri lo riempiono di piombo; pardon, di gommini).
Ironia a parte, certe cose o si vivono – e si imparano vivendole – o è meglio lasciar perdere.
Con giochi come quelli che ho descritto si capisce, ad esempio, come sia meglio non accanirsi su un altro bambino a terra.
Perchè prima o poi succede che tocca a lui, di trovarsi in quella situazione, e preferisce di gran lunga ricevere un aiuto a mettersi in piedi e ricominciare da capo, piuttosto che prendersi il colpo di grazia.
Crescendo, si spera che comprenda anche il motivo morale di un tale comportamento; però, intanto, gli è chiaro quello materiale, terra terra.
È con questo tipo di giochi che si capisce l’importanza di aiutarsi reciprocamente.
Come fai a costruire un fortino con tronchi di legno grandi come te, se non arrivando a capire che si devono portare e sistemare in due o tre?
E soprattutto, come fai a difenderlo, il fortino, contro ragazzini che magari sono il doppio di te, se non spalla contro spalla con il tuo amico del cuore?
Che poi il nemico può anche fare irruzione, ma vince solo perchè è più grosso! E anche questa – da mamma come sei – capirai che è una gran lezione: la fiducia nei propri mezzi, nelle proprie capacità; e la fiducia negli altri, quando vale la pena.
(Succede poi che passano gli anni, e arrivi la notte in cui non hai più in mano armi giocattolo, l’antiproiettile ti sega la schiena e nemmeno a pensarci che ci sia la mamma vicino. Però sei ancora spalla contro spalla con altri uomini, di cui ti fidi e che si fidano di te, e tieni duro. Ancora una volta)
Perchè alla fine – strega o gattamorta – non gliene diresti quattro, agitando magari il dito?
Perchè avresti percorso la trafila per essere uomo, iniziata con le armi giocattolo…
Ciao.
Luigi
e comunque, io sarò anch’io all’antica, ma se mi arriva un mazzo di rose (qualsiasi colore va bene), anche solo una rosa, mi conquisti immediatamente…
E’ certamente vero che in un periodo come questo di assoluto e subdolo appiattimento dei ruoli che arriva sino all’appiattimento dei generi (anzi al – si potrebbe definire ridicolo – proliferare dei generi…) un libro come questo (che non ho letto…) e uno “spoiler” come questo – chi ho qui letto – contengono e possono contenere più di un elemento salutare, ma mi permetto di soffermarmi su un singolo parziale punto che non credo sia da sottovalutare nell’ottica di una crescita spirituale dei nostri figli e in particolare dei figli maschi.
Nell’ottica del “maschio selvatico” o “con tutti gli attributi” o che dir si voglia… è necessario o indispensabile o buono, i nostri bimbi piccoli si armino di spade e pistole?
Sono o non sono le armi in generale strumenti di offesa e in ultima ratio di morte?
I bambini (maschi, ma no è detto le usino anche le femmine…), non li usano forse in tal senso? “BAM, BAM, SEI MORTO!” – “ARRENDITI o ti UCCIDO!”…
Mellifluo “angelismo”, chimerica purezza dei gesti? Forse… ma la domanda è: non insegnano forse (se il forse c’è allora tutto va bene…) ai nostri figli sin da bambini, che non si uccide, che non si fa del male? Questo qualunque genitore che abbia un minimo di senso della civiltà lo insegna, quindi mi spingo più in là… insegnano a non reagire al male con il male, ad avere “amore al nemico” (non è che sono indicazioni optional per il vivere cristiano…)?
O pensiamo che questi insegnamenti NON sono roba da bambini? Che la Santità NON è “roba” da bambini?
Tantissimi Santi Bambini ci smentirebbero…
Quindi, quando dopo che il nostro amato figlioletto ha inseguito e finalmente ucciso (BAM, BAM!) il suo ipotetico, giocoso “nemico” e magari insiste in modo esagerato (?) nella sua vittoriosa supremazia o sta sonoramente sbatacchiando la sua plastica lama in testa al malcapitato a lui inferiore nell’arte di spada, e quindi interveniamo dicendo: “Mariolino, basta… non si fa così! Non è bello, non è buono… perché… (già perché?) ecc, ecc.”, giustamente Mariolino che è bambino, ma mica stupido: “Mamma (o papà), ma sennò a che mi serve la pistola?” o peggio: “Ma la pistola me l’hai comprata tu…!”
Non so… forse un piccola riflessione andrebbe fatta… vale per tantissime altre sitazioni e ogni età avrà la sua.
Questo quindi NON per “purezza di forma”, ma per educazione alla sostanza.
Questo non vuol dire neppure che chi mai ha maneggiato un’arma da bambino non possa diventare assassino o che chi lo ha fatto sia escluso dalla Santità, ha piuttosto a che fare con il seme che semina, con il senso profondo delle cose.
Né il mio è un giudizio sui sistemi educativi di Tizio o Caio (o di Costanza), che di mio credo di averne fatti anche di grossi di sbagli educativi… era solo per mettere sul piatto, uno spunto di riflessione che non credo sia, come usa dire O.T., che l’esser Uomo, Maschio, Selvatico (?), Virile, ha certamente a che fare – per il Cristiano – con la figura di Cristo.
Tanto basterebbe.
Bariom, se è vero che esiste il male, è altrettanto vero che esistono persone che stanno dalla parte del male, nemici con cui non è possibile trovare un accordo senza sacrificare almeno un po’ di verità e di giustizia. Contro i nemici esiste solo l’uso della forza per difender gli innocenti, la verità e la giustizia. E tocca ai maschi degni di questo nome usare la forza di cui, naturalmente, dispongono.
@Giancarlo stiamo parlando di due cose diverse…
Ma mettevo in conto di poter essere frainteso.
Comunque chi sarà o si sentirà chiamato a difendere i deboli o i piccoli (come, quando, perché, lo sa Dio – c’è chi lo ha fatto semplicemente offrendosi al loro posto…), troverà certamente modo e maniera indipendentemente dal fatto di “aver giocato alla guerra” o meno… o no?
Abbiamo già parlato di queste cose e sai bene come la penso: credo che i bambini, oggi, siano educati ad essere effeminati, e questa non è una cosa buona. I maschi sono DIVERSI dalle femmine e meriterebbero di essere cresciuti come maschi.
La figura fondamentale per l’educazione dei figli (maschi e femmine) è il padre, che oggi, purtroppo, non esiste quasi più. Come vedi, il problema non si riduce certo a quello di permettere o meno, ai nostri figli, di giocare alla guerra. Il problema è che fin quando non ricominceremo a rivalutare i ruoli, i mezzi, gli ambiti e le competenze maschili, la figura del padre, che è il ruolo maschile per eccellenza, continuerà ad essere rifuggita dai maschi che preferiranno essere irresponsabili o, peggio, omosessuali, piuttosto che assumersi ruoli e responsabilità che sono sempre più disprezzati e ridicolizzati.
Abbiamo già parlato e di nuovo (come in altre occasioni) stai spostando l’asse del discoprso su un punto che ho dato per acquisito e su cui convengo in partenza (anche in partenza al mio commento…).
Quindi che dobbiamo dirci d’altro?
Cmq ad alcune mie precise domande non ho trovato nel tuo commento/risposta alcuna risposta.
Bariom, io ti capisco e condivido quello che dici. Nemmeno a mio marito piace che nostro figlio giochi con le armi e non gli compreremo mai pistole. Il modello di forza virile testimoniato da Gesù Cristo è un altro. Tanti drammi dell’epoca moderna nascono proprio dal fatto che la mascolinità sia stata fraintesa anche in passato e la forza confusa con violenza e prevaricazione. Il femminismo è, in parte, una reazione a questo.
I miei bambini giocano in modi diversi: la femmina è creativa, adora dipingere, colorare, inventare storie, raccontare… Il maschio ama correre, arrampicarsi, smontare le cose per capire come funzionano, lanciare le sue macchinine a tutta velocità… La lotta ogni tanto la fanno, ma non penso sia il caso di incoraggiarlo comprandogli pistole o, quando sarà più grande, videogiochi violenti. Non voglio un figlio “macho,” ma maschio e basta. Così come non capisco per le figlie femmine gli incentivi da parte dei genitori ad “esagerare” già da piccole la femminilità con cose come mettere lo smalto alle unghie, giocare ai fidanzati, ecc… C’è tempo. Lasciamoli essere piccoli e, se siamo dei buoni modelli per loro, cresceranno uomini e donne sereni.
Grazie Aleph…
Giusto il tuo esempio nella contrapposizione di genere 😉
Non è mica detto 😉 Perché giocare alla guerra è proprio un esercizio, una simulazione per così dire, in tal senso.
E allora si può dire “Non sta bene.” Perché? Perché non è bene, non è onorevole, non è virile, infierire sul nemico sconfitto. Ciò contraddice alla magnanimità, e confonde il dovere del lottare con il desiderio oscuro di annichilire il nemico in radice.
Che è cosa completamente diversa, per es., che dire “Non devi perché qualsiasi ricorso alla forza è male, sic et simpliciter.”
Tanto per cogliere uno degli spunti!
[grande Risè sempre, mai letto un suo libro per intero, ma lo leggevo sempre con piacere sul settimanale del Corriere, sia prima che a cavallo della mia prima conversione]
@Roberto, mi pare strano tu non colga il punto (non mi meraviglio per Giancarlo che ha ritengo una “mono-visione” su questo tipo di probelmatiche “male > lotta contro il male”, ecc.).
Ma evidentemente non mi sono espresso in modo comprensibile… 😉
Fa lo stesso.
@Bariom
Forse ho capito il senso della tua obiezione, che potrebbe essere riassunto così: voi ce lo vedete Gesù bambino a giocare alla lotta?
In pratica tu ti poni il problema se vada bene per un educatore cristiano non solo permettere ma addirittura incoraggiare il gioco “armato” di un bambino. Personalmente credo che tutto quello che cresce nell’orto umano debba essere coltivato, ben sapendo che tutto avrà bisogno di essere “riparato” e “trasformato” (da Qualcun altro). Secondo me la modalità “aggressiva” è quella con cui il principio di mascolinità (che ha un certo spazio anche nelle femmine) fa vivere il suo interesse per il mondo. Se no il rischio è che vada perduto il nucleo di bene che c’è in ogni desiderio. Un bambino che non abbia mai cercato “l’isola del tesoro” come pirata si metterà mai a cercare “la perla nel campo”?
Se poi questo bambino metterà la sua aggressività al servizio del suo Ego (il che è naturale – ma non buono), l’educatore a poco a poco gli insegnerà che questo atteggiamento è dannoso.
Poi proponi il caso del bambino “peccatore” che si giustifica dicendo “ma la pistola me l’hai comprata tu!”. Ma in fondo non è la stessa accusa che qualsiasi peccatore potrebbe rivolgere a Dio? Da ogni Adamo che non si prende le responsabilità (“la donna che Tu mi hai dato” =la compagna me l’hai data Tu!), all’incontinente (“Tu hai fatto le donne così belle”), al violento (“Tu mi hai messo in mezzo a tanti pericoli”).
@Zmisce, no, non è esattamente quello il senso della mia obiezione (chiamiamola così…).
Ne sono preoccupato di come giocasse da bimbo Gesù ( che se stiamo a certi apocrifi ci sarebbe da aver paura ,-) ).
Non sono d’accordo che “tutto quanto cresce nell’orto umano va coltivato”… la zizzania cresce ma qualcun altro l’ha seminata… perché dovrei coltivare l’errore? Se di errore si tratta…
Non mi pare calzante anche se facilmente immediato il paragone “peccatore>Dio” o “Adamo>Eva”… Dio da sempre cose buone che poi l’Uomo volge a cattivo uso… giacché non dipendiamo più dalla caccia (almeno non qui…), quale potrebbe essere l’uso “buono” di una pistola in mano ad un bimbo di 3/4/5 ecc anni? Vorrà fare il poliziotto? Ottimo… Maestro di tiro al piattello? Bene… ma credo ci sarà tempo adeguato per simile scelte.
Nulla a che vedere poi con la fantasia (ottima) e con la ricerca dell’ “isola che non c’è”…
😉
Bariom, mi faccio anch’io questa domanda, ma perchè nella pratica mi tocca prendere una posizione. Se i miei figli vanno in giardino e scoppia la classica lite con gli amici, la regola è che prima ci si parla o si tenta di farlo; se l’aggressione continua, allora si cerca un adulto; se l’adulto non c’è, allora ti devi difendere. L’ho detto anche a mia figlia di menare ben bene se serve. Mi pare giusto infatti che imparino a difendersi, perchè ci sono tante situazioni – almeno noi non viviamo in un contesto molto facile, bambini isterici, aggressivi , abbandonati a se stessi- in cui fare i discorsi non serve, gli adulti non ci sono, e non si può pensare di consegnare ai prepotenti dei bambini inermi. Devono poter cavarsela anche da soli, possibilmente. Va da sè che gli aggressori sono in genere vili, per cui o sono più grandi o si alleano contro uno solo, quindi rimane comunque difficile dare una bella lezione… ma almeno la soddisfazione di un pugno, almeno il fatto di saper reagire , di non essere umiliati dalla fuga o dalla frigna, in questo bisogna aiutarli. Crescendo capiranno- e già lo capiscono- di cosa è fatta la vera forza. Ma è sacrosanto insegnar loro a difendere se stessi, e quindi anche altri più deboli.
Sarà che sono cresciuta a pane e Bud Spencer, e forse vado un po’ sul piatto:) Rimane comunque una questione aperta quella dell’offrire l’altra guancia… quindi grazie di avere aperto il file!
@Ciao Saras 🙂
File che spesso viene archiviato con il classico: “Eh ma di guance (io… o mio figlio/a ancor di più!) ne ho solo due…” 😉
@Bariom
Uhm… quindi il problema è cosa esattamente è zizzania (cioè viene dal peccato) e cosa invece era nel pensiero originario di Dio. Sarai d’accordo che una certa tendenza mascolina allo scontro è sanamente umana e voluta da Dio (anche Gesù ce l’aveva eccome). L’impulso ad affermarsi contro gli altri invece è perversamente umano. Tu dici che le armi in quanto frutto della seconda tendenza non sarebbero adatte a sviluppare la prima? Non credo che Gesù la pensasse così, altrimenti non avrebbe neanche usato metafore con armi ed eserciti.
D’altra parte in un’umanità originaria, edenica, che cosa se ne farebbero i maschi anche dell’impulso buono alla lotta?
Si può forse dire che alcune cose non sono né eternamente buone né eternamente cattive ma solo “provvisoriamente buone”. Nel senso che servono per aiutare l’umanità caduta a difendersi dal male e a maturare. Azzardo un possibile parallelo: i vestiti. Non erano nel progetto originario di Dio, ma nella realtà umana così come si è sviluppata sono buoni, “per difenderci dall’avidità reciproca” diceva Lewis in un romanzo. E anzi vestire chi non ne ha è un atto di misericordia.
Sull’infanzia di Gesù: è un peccato che non riusciamo a pensarla senza le immagini preoccupanti dei vangeli apocrifi. Secondo me Gesù giocava alla lotta con San Giuseppe e anche con i cugini.
Tu sai qualche storia su come giocava qualche bambino santo o santo bambino? Io conosco solo quell’episodio di Santa Teresa d’Avila che con le sorelle giocava alle suore, però mi sembra abbastanza neutro, cioè i bambini prendono spunto dalla realtà che li circonda e allora i conventi erano una realtà molto più presente. I santi maschi da bambini suppongo giocassero spesso ai cavalieri se poi da giovani adulti cercavano di seguire questa strada (vedi San Francesco e Sant’Ignazio).
@zimisce
“Sarai d’accordo che una certa tendenza mascolina allo scontro è sanamente umana e voluta da Dio…”
Eccome no! Vuoi mettere un Giacobbe!?
Io non ho alcuna difficoltà a pensare a Gesù senza gli apocrifi (per la verità ne ho letti proprio pochini…)
La lotta? La vita è lotta… la conversione è COMBATTIMENTO…
Ma si continua ad allargare il cerchio e allontanarsi dal centro…
In questo sono messo bene, con cinque maschi di cui tre rugbisti di “selvatichezza” in casa nostra non ne manca.
A suo tempo, leggendo “Sposala e muori per lei”, ero rimasto colpito da un fatto.
La parte che eccelleva – in un libro ottimo – era quella dove si descriveva il significato della caccia.
Forse perchè solo un osservatore “esterno” poteva avere la giusta distanza per raffigurarne il significato più recondito e intrinseco, dovetti riconoscere di non aver mai letto prima parole così profonde sull’arte venatoria (che qualche stolto qualifica come sport, ahimè).
Ora non trovo nulla da aggiungere a questo nuovo scritto sull’essere vires. Solo un’osservazione, forse.
L’odio antivirile, il volere che gli uomini si abbruttiscano passando dal “castrense” al “castrato”, presenta alla radice l’odio luciferino e gnostico per la materia, per la carne, per il reale.
L’altra faccia, insomma, di quella medaglia che vede presente sul secondo lato l’odio anti-muliebre.
Tout se tient.
Mi permetto di inserire una scena tratta da “Black Hawk down”, di Ridley Scott (se non si è compreso, ho un debole per quel film).
Non ho mai trovato, in un’opera d’arte visiva, qualcosa che illustri meglio di questi fotogrammi il senso profondo di essere uomini.
Purtroppo sul tubo ho recuperato solo la versione in inglese, perchè nell’edizione italiana risulta ancora più efficace.
“Get on that fifty! Someone get on that fifty!”… “It’s mine!”
“Qualcuno vada alla mitragliera! Qualcuno vada alla mitragliera!”
“Vado io!”
“Vado io!”
Ecco, questo è il senso.
Esporre la tua carne quando nessun altro può farlo al tuo posto, prendersi le botte e i colpi – metaforici e non – al posto dei più deboli, delle donne, degli anziani e dei bambini. O semplicemente, come nella scena, al posto del commilitone troppo giovane e spaventato per reagire.
Assumersi le proprie responsabilità di fronte agli altri e alla vita, pagare gli oneri che permettono di conquistare l’onore di essere uomini.
A fronte della durezza di una tale scelta, quale è l’alternativa proposta? I centri commerciali, le beauty farms, il sottolineare il “profilo occhi” con la matita, come le donne (tocca vedere anche questo, al giorno d’oggi; e non sto parlando di omosessualisti).
Attenzione, lo spezzone è abbastanza crudo.
Però penso proprio valga la pena guardarlo.
Ciao.
Luigi
Fortunata me, che sono nata ai tempi in cui le bambine potevano tranquillamente giocare con lo spadone di plastica (lama turchina, elsa gialla) e leggere libri come
http://www.subito.it/libri-riviste/emilio-salgari-capitan-tempesta-vallardi-1967-caserta-51890597.htm
Verissimo! Grande Costanza! Grazie per la chiarezza con cui difendi la libertà di dire che “in estate le foglie sono verdi”… Per completare il tuo articolo consiglio di riascoltare “uomini e donne” della catechesi dei 5 passi di qualche anno fa (io me le sono scaricate tutte e le ascolto mentre guido, mentre stiro ecc)
…selvatico è l'”anarca” che è “passato al bosco” che cerca di stare fuori dalle cianfrusaglie e dalle impastoiature del mondo, che sparisce, che non si vede più, che non parla più con nessuno. Che lavora (se lavora) per la pura sopravvivenza) Una specie di regressione al trogloditismo (sia pure vissuto in una stanzetta anonima città). Pronto sempre a nascondersi e a lottare per non essere acciuffato. Usando magari anche, come minimo, il pugilato, per non farsi mettere sotto.
Da piccola ero selvatica pure io. Giocavo con le bambole per carità ma pure alla guerra con mio fratello con tanto di pistole finte che sparavano a salve, spade, archi e frecce.
Tutto ciò mi rassicura molto, e smetterò di sgridare il mio treenne che quando gli dici “Giochiamo?” risponde quasi sempre “Certo, combattiamo!”
Ciao Costanza e tutti ! Sono felice che ti piaccia! Buona lettura, non voglio disturbarti! (poi se vuoi e vi può essere utile ne discutiamo). Claudio ( Gagliardo il treenne di Ciaugikia! )
http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/2015/01/18/zemmour-libro-choc-su-islam-e-occidente_42ea2997-1064-4b32-8da2-1d2ad19dece8.html
ANSA) – ROMA, 18 GEN – Provocatorio politicamente scorretto, si scaglia contro la devirilizzazione dell’uomo europeo e il suicidio della società occidentale, offrendo una ruvida interpretazione della crisi sociale in cui siamo sprofondati. Dopo la strage a Charlie Hebdo, il giornalista Éric Zemmour è stato messo sotto scorta per minacce di morte. Da mesi in vetta alle classifiche francesi Zemmour pubblica per Edizioni Piemme ‘Sii sottomesso. La virilità perduta che ci consegna all’Islam’, un pamphlet choc.
http://ilpiccolo.gelocal.it/tempo-libero/2015/01/19/news/tesi-shock-di-zemmour-gli-immigrati-vogliono-fottere-la-francia-1.10700936
ROMA. Provocatorio, disturbante e politicamente scorretto, si scaglia contro la devirilizzazione dell’uomo europeo e il suicidio della società occidentale. Dopo la strage a Charlie Hebdo, il giornalista francese Éric Zemmour è stato messo sotto massima protezione per aver ricevuto gravi minacce di morte. Da mesi in vetta alle classifiche francesi e al centro di un infuocato dibattito culturale e politico per le sue posizioni aliene al politicamente corretto, Zemmour pubblica per Edizioni Piemme “Sii sottomesso. La virilità perduta che ci consegna all’Islam”, in libreria dal 20 gennaio, un pamphlet shock in cui esprime argutamente le sue idee scomode e per molti versi scandalose, quelle stesse idee che hanno catturato l’attenzione di centinaia di migliaia di lettori nel suo paese e gli sono costate serissime minacce all’incolumità, così come è accaduto a Michel Houellebecq. «Negli anni ’70, ai tempi della crisi petrolifera – questa la sua tesi – le autorità francesi dovettero scegliere tra il rinvio nel paese d’origine di tutti coloro dei quali le fabbriche non avevano più bisogno e l’accoglienza degli stessi, imminenti disoccupati. Abbiamo scelto la soluzione “umanitaria”. La nostra società femminile non poteva sopportare la crudeltà di uno strappo. Abbiamo rifiutato la soluzione da uomini, quella che respinge chiunque venga percepito, anche inconsciamente, come rivale nella competizione per la conquista della donna. Questa parola, integrazione, è diventata magia, religione, esorcismo. Ha rimpiazzato il modello dell’assimilazione. Rinunciare ad assimilare gli immigrati e i loro figli vuol dire rinunciare a imporre loro – virilmente – la nostra cultura. Di fronte a quest’ultima prova di debolezza, i figli di quegli immigrati preferiranno riavvicinarsi alla legge del padre, trasfigurato, idealizzato, e vendicarlo. In base a questo, trasgrediranno disinvoltamente la legge, odiata matrigna. In questa società di “ragazze”, loro saranno uomini. Vogliono “fottersi la Francia”. Uno scontro che, con ogni probabilità, abbiamo già perso».
E la Francia é già in gran parte e in molte zone, ampiamente “fottuta”… (da testimonianze dirette) 😞
@ bariom
eh,già.
eppoi finchè ci vendono continue bufale che vengon prese per oro colato,quando ci si accorge che è un po’ tardi per intervenire,non resta che darti dello sciocco da te medesimo per non aver cercato, studiato e-possibilmente-capito dove ti volevano far arrivare.
( l’ultima, anche se ot ,gli americani che bombardano l’esercito iracheno che combatte contro l’isis-tant’è che han dovuto ritirarsi da tikrit quasi conquistata interamente- per -la giustificazione- crimini di guerra contro quelli che hanno cacciato cristiani e yazidi dalle loro terre,stuprato le loro donne, venduto come schiavi i loro figli, sgozzato e decapitato-ultimi i 20 e passa cristiani copti in libia-centinaia di persone,bruciato vivi prigionieri, precipitato dall’alto dei palazzi omosessuali-a proposito, in questo caso,elton john diceva qualcosa?- e non ultimo distrutto chiese,musei,opere d’arte ed archeologiche d’ogni genere).
Vale a Elton John basta che lo pagano…..
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/boicotta-questo-elton-john-sbertucciato-conservatori-che-ipocrita-96617.htm
@Vale
Non so se l’articolo che hai linkato è tanto compatibile con l’idea cristiana di mascolinità (e con l’articolo di Costanza Miriano).
“Abbiamo scelto la soluzione “umanitaria”. La nostra società femminile non poteva sopportare la crudeltà di uno strappo. Abbiamo rifiutato la soluzione da uomini, quella che respinge chiunque venga percepito, anche inconsciamente, come rivale nella competizione per la conquista della donna.”
Ecco questa particolare tendenza maschile direi che è una degenerazione della mascolinità, egocentrica è terribilmente dannosa (per l’individuo e per la società).
@zimisce
era per citare un altro libro che fa riferimento a valori-detti-maschili da un altro punto di vista.
quanto al fatto che non siano compatibili con l’idea cristiana,ho dei dubbi: se è vero che -come pare dicesse Sant’Ambrogio-chi viene a Milano ed ha voglia di lavorare è un uomo libero,se è vero che chiunque deve poter andare dove ritiene meglio sia per lui e per la sua famiglia vivere anche solo per sfuggire a guerre o carestie o persecuzioni, è anche vero che non esiste un diritto all’invasione e che mia madre e mia sorella sono quelli che la pensano come me ( libera citazione da Marco 3,35 mi pare).
quanto al fatto che tale degenerazione-definizione tua- sia dannosa per la società:
Michel De Jaeghere «Gli ultimi giorni. La fine dell’Impero romano d’Occidente» (Les Belles Lettres, Parigi 2014)
Le lezioni per il nostro mondo sono ovvie. Con tutte le cautele che richiede ogni paragone fra epoche diversissime, la caduta di Roma mostra come grandi civiltà possano finire, e che il modo della loro fine normalmente è demografico. Gli imperi cadono quando non fanno più figli, e la denatalità innesca una spirale diabolica di tasse insostenibili, statalismo dell’economia, immigrazione non governata ed eserciti imbelli. Per capire la pertinenza della parabola romana rispetto ai giorni nostri non servono troppi libri, basta aprire le finestre e guardarsi intorno.
Su un punto, peraltro, i critici di De Jaeghere hanno qualche ragione. Gli immigrati e gli invasori di Roma avevano un vantaggio rispetto a immigrati e «invasori» di oggi. In gran parte germanici, non erano portatori di una cultura forte. Riconoscevano la superiorità della cultura romana: cercarono di appropriarsene e finirono anche per convertirsi al cristianesimo. Attraverso secoli di sangue, sudore e fatica la caduta dell’Impero romano d’Occidente prepara così la cristianità del Medioevo.
Oggi gli immigrati e gli «invasori» – invasori tramite l’economia, o aspiranti invasori in armi come il Califfo – sono portatori di un pensiero fortissimo, sia quello islamico o quello cinese: non pensano di dovere assimilare la nostra cultura ma vogliono convincerci della superiorità della loro. La crisi che potrebbe seguirne potrebbe essere ancora più letale di quanto fu per l’Europa la caduta di Roma. Per questo, discutere sulle ragioni della caduta dell’Impero romano d’Occidente non è un puro esercizio intellettuale.
Titolo originale: Denatalità, tasse, immigrazione. Ecco perché finiremo come l’Impero Romano
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23/02/2015
Pubblicato su BastaBugie n. 392
p.s dimenticavo
vi sono-per quanto riguarda l’immigrazione musulmana anche tentativi di altre soluzioni: vedere oggi “la Croce” pag.2 “la via austriaca all’islam europeo”.
e su tempin.11 a pag.21 art. di luca pesenti,”abbattiamo la povertà”.nucleo familiare.residenza.esigenze occupazionali e sanitarie.la proposta del “reddito di inclusione sociale”un intervento non solo monetario che incide sulle relazioni,l’educazione dei ragazzi e la formazione degli adulti.
dove, a pag. 18 si parla dell’esperimento in trentino del “reddito di garanzia. comunque limitato nel tempo e con “obblighi” stringenti per chi vi accede.
tempi n. 11 a pag.16…
@ Vale
Non vorrei spostare il discorso su temi politici. La mentalità che giudico non compatibile con il cristianesimo è quella che vede nell’altro un rivale alla mia felicità – mentalità del mondo, trasversale ai sessi. Questo porta, sul piano delle relazioni, a quegli uomini che ringhiano a chiunque si avvicini alla loro donna (o alle loro cose e qui si potrebbe anche discutere su quale idea di donna hanno). Questa “soluzione da uomini”, come la definisce lo scrittore, mi pare identica alla mentalità “homo homini lupus” che il cristianesimo è venuto ad abbattere. In me prima di tutto, poi anche nella società. Ciò significa che l’uomo dovrebbe stare con una donna per il desiderio di innalzarla e aiutarla ad essere dono, per sé e per gli altri. Con la stessa mentalità un cittadino dovrebbe amare la sua nazione e la sua società, per aiutarla ad essere dono. Certo che ci sono conquiste da difendere e risorse limitate da usare con prudenza. Contesto che queste scelte vadano fatte con la mentalità del maschio che vede in tutti gli altri un rivale. Soprattutto contesto che sia una mentalità cristiana.
per fortuna i pontefici che chiesero ai s.giovanni da capestrano ed ai re come sobieski di non andare verso vienna o belgrado per accoglierli ma per combatterli e cacciarli non la pensavano così. almeno io la considero una fortuna. persino cristiana.
se poi non cogli il nesso e/o la differenza tra il difendere la propria visione,persino cristiana, di una società laica ed il vivere cristiano tout court di santi, monaci e quant’altro,non so che farci.
ridurre il libro ad una questione di conquista delle donne mi pare un tantinello riduttivo. ma,forse,e dico forse, non sono stato chiaro io e neppure l’estensore della recensione che ho riportato.
persino l’autore può aver utilizzato infelicemente una metafora che si presta a tali interpretazioni.
a me pareva chiaro che la posta in gioco fosse la cultura e la nostra storia.e che,siccome qualcuno aveva detto che l’europa o sarà cristiana, o non sarà, mi dico da solo che, talvolta, tocca utilizzare metodi “maschili” che non siano l’accoglienza tipicamente femminile.ma ,come ha suggerito il nunzio presso le nazioni unite a ginevra ultimamente, la forza( riguardo all’isis).
Beh, per quanto riguardo il mondo attuale il discorso si fa complesso, ma per quanto riguarda la fine dell’impero romano, la crisi demografica, che pure ci fu, fu una conseguenza di una crisi già in atto, anche, naturalmente, il decremento demografico, ne moltiplicò gli effetti. La causa fondamentale, che è ed è stata oggetto di un grande dibattito storiografico (Gibbon, Engels, Pirenne, Rostovtzev, e, in tempi recenti Peter Heather) a mio modesto avviso, fu dovuta, per quanto riguarda l’impero d’occidente (l’oriente infatti non crollò nel V secolo) alla crisi generale del sistema economico schiavistico che ne era la base sociale ed economica. Fu il venir meno di molto aziende schiavistiche, in circolo vizioso con l’inaridirsi dei mercati, l’espandersi del latifondo, la scarsa produttività degli schiavi-coloni, le sempre più grandi masse di nullatenenti, la necessità di tener insieme una tale realtà mediante un forte apparato repressivo burocratico-militare, il cui costo importava una maggiore fiscalità (nel momento in cui la base imponibile decresceva), l’impossibilità di pagare adeguatamente i legionari a causa dell’inflazione (Alessandro Severo fu ucciso, nel 235 d.c. perchè negò l’aumento delle retribuzioni ai soldati).
Il fiscalismo nasceva dalla contraddizione fra la necessità di mantenere in piedi l’apparato brurocratico-militare e la volontà delle classi schiavistiche di non pagare troppe tasse. L’urbanizzazione, il pauperismo, i mercati sempre più ristretti furono la vera causa della crisi demografica della parte occidentale. Se per statalismo in economia si intende l’aumento numerico della classe burocratica e l’eccessiva fiscalità, è esatto parlarne, in altre accezioni e significati mi sembra di no.
Definitivamente superata, mi pare (e non a me soltanto) la tesi del grande storico Gibbon, per la quale fu il cristianesimo la vera causa della caduta dell’impero d’occidente. A69
Ora che Anonimo69 ha dichiarato superata la tesi di Gibbon (1737 – 1794) posso respirare più tranquilla 🙂
@ senm_webmrs
il suo dev.mo A69, la ringrazia per l’apprezzamento (anche se non merito cotanto onore!). A69
…il mondo è tutto “fottuto”, da sempre (paradiso terrestre escluso, ovviamente, che non c’è più)!
L’unica soluzione, come suggerivo prima, è darsi alla macchia. In questo senso Cristo è stato (come suggeriva la Miriano) un precursore (ma non il solo). Senza nemmeno cuscino dove posare il capo
Temo di no: il mito del mondo ciclico (o dell’eterno ritorno se preferisce) non è farina cristiana. Cristo non si è dato alla macchia e la Redenzione c’è già stata.
…o la mi spieghi, Miss.Webmrs, icchè c’entrasse qui sopra questo tempo ciclico che lei dice, sentiamo
(se non è solo una spruzzatina della sua culura umanistica ,cosiddetta)!
Per quanto riguarda il fatto che Cristo non stette alla macchia (per dire) e che siamo digià stati tutti redenti,
bisogna cercare di intendere che cosa si intende.
Ma che darsi alla macchia che compì fino in fondo la Volontà del Padre? Cosa si intende per Redenzione lo sai benissimo. Se poi non ci credi è un altro discorso.
Chissà poi cosa intende per “darsi alla macchia”… 😐
Forse è riferito alla sua “macchietta nera” 😀
…volevo solo dire che Gesù non faceva certo il tipo di vita che si fa noi cittadinucoli peurosi di tutto e quindi ben rintanati nelle nostre casine o ufficiucoli o studiucoli o fabbricuzzole negoziucoli con i nostri guadagnucoli assegnucoli pensionucole borsucole di studio (cosiddette) eccetra.
Gesù non si procacciava da vivere lavorando, ma adando in giro allo stato brado!
Gesù non riscuoteva stipendi, o prebende o sussidi, non sapeva nemmeno come erano fatti i soldi!
Tra l’altro ( tra parentesi) sembra che fosse dotato di una forza fisica straordinaria della quale, per altro, non si approfittò mai!
…una specie di cencioso Terence Hill in Palestina (lo chiamavan, infatti, Trinità)!
…chiesucole, anche!
@filosofiazzero
non so che vangeli hai letto.
ma pare che Gesù e i suoi apostoli-che furono tratti da un gruppo ben più numeroso- fossero mantenuti da familiari ,amici e sostenitori del maestro e degli apostoli. e fino ai trent’anni da suo babbo-finchè ci fu- e poi dai parenti della mamma.
…per quanto riguarda la Redenzione, la si intende in tanti modi. Non lo so come la intendi te.
E non era vestito di stracci tanto è vero che la sua tunica se la giocarono a dadi.
…già. ci hanno fatto anche il film, dove anche si vede!
Veramente lo dice il Vangelo e poi ho letto il bellissimo libro su Gesù del Cardinale Biffi.
Giusi:
…te scrivi
“Veramente lo dice il Vangelo”
…ma io avevo scritto:
“già. ci hanno fatto anche il film, dove anche si vede”
Come avrei potuto non sapere che c’è scritto nel Vangelo,
io che (è ormai risaputo) sono uno dei massimi se non il massimo eccetra eccetra?
Ma nel Vangelo, però, non si vede, nel film si vede (la tunica)!
Ma, essendo una tunica da giocarsela a dadi, allora si dovrebbe presumere
che Gesù non era un cencioso errante ? Allora (come citavo, e come ho già citato altre volte)
quando Gesù dice di non avere nemmeno dove poggiare il capo (se qualcheduno lo avesse voluto seguire)
che cosa vuole significare?
Che Gesù non aveva e non si dava riposo per compiere l’opera Sua… (quella di fare la Volontà del Padre).
Dove il suo capo si reclinò e “riposò?
Sulla croce, caro Alvise… sulla Croce.
Bariom:
S.Paolo: “…ma tutte queste cose che per me erano guadagni, io le ho
stimate invece una perdita per amore di Cristo. Anzi, considero tutto una perdita di fronte alla
suprema conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore per il quale mi sono privato di tutto e tutto ho
stimato come sterco allo scopo di guadagnare Cristo”.
…”sterco” cioè merda!
Grazie della precisazione… pensavi non conoscessi il sinonimo di codesta parola?
Per il resto, la citazione paolina in relazione a cosa? Questo si mi sfugge…
Io sono femmina. La maggiore di tre fratelli e ho sempre fatto la lotta (a volte la faccio ancora) con i miei fratelli. Trovo abbastanza assurdo genderizzare i bambini, è vero che sono maschio e femmina ma le bambine non nascono con la preferenza per le barbie o i bambini con quella per le spade. Io da piccola volevo fare la pirata e ancora adesso ho voglia di combattere, e non per degli obbiettivi, ma solo per il piacere di menare le mani. È vero:picchiarsi è terapeutico per molti (non per tutti) ma di entrambi i generi. La cosa piú crudele che si possa fare è rinchiudere un bambino negli stereotipi: se tuo figlio vuol giocare con le bambole lascialo fare; se a tua figlia piace disegnare corse di automobili o supereroi fortissimi non puoi dirle che non è roba per lei.
non sono convintissima: è giusto essere chiari ma bisogna stare attenti a non diventare semplicistici.
E’ vero che maschi e femmine sono diversi: ma il vangelo vale per tutti. Per cui i bambini che giocano urlando cose tipo ” ti ammazzo” o ” muori” a me non piacciono, perchè, come ha detto Bariom, non sarebbe un buon insegnamento.Certamente non sarebbe cristiano: le persone non si uccidono, neanche per gioco.
Meglio sarebbe, secondo me, incanalare la vivacità in sport con regole e con una sana competizione, tipo Rugby o simili…
Del resto, se accettiamo questo principo per i maschi, dovremmo farlo anche con le femmine…che sono molto portate al pettegolezzo, alla maldicenza…sarebbe forse condivisibile, secondo voi, assecondare che questa loro “natura” ? per me no di certo. anche a loro va spiegato quanto male si può fare anche solo con le parole, perchè, anche per loro vale la regola di non fare agli altri quello che voresti fosse fatto a te.
Cara Elisa, può darsi il caso, invece, che si debbano uccidere delle persone cattive che minacciano la vita di innocenti, ad esempio. Anche la legge prevede un “uso legittimo delle armi”, che non è affatto contrario a quanto insegna il vangelo, anzi. Ora, è inevitabile che i bambini, nei loro giochi, simulino anche situazioni del genere, non ci vedo proprio niente di male.
Le femmine non sono affatto portate alla maldicenza, le femmine sono portate, molto più dei maschi, alla relazione. Ed anche in questo non c’è proprio niente di male. Poi è vero che alcune donne possono essere false e pettegole, come alcuni uomini possono essere stupidamente e colpevolmente violenti, ma questo attiene alla libertà delle persone, non al genere sessuale.
devo esser stata un tantino sopra le righe perché alla lotta con i miei fratelli maschi ci giocavo anch’io. per contro il grande giocava alle bambole con me. Il risultato finale è stato strepitoso perché i miei due fratelli rispettano tantissimo le figure femminile ed io non sono mai stata il tipo ” fanciulla da salvare “.
Ottimo punto! Anche tra i miei figli vedo questa dinamica. Crescere insieme, fratelli e sorelle, serve anche a questo.
Allora tranquilla che andrà tutto bene; impariamo l’un dall’altro!
La nostra cassa delle armi, che comprende scudi, asce, spade, corona da re, parrucca e barba da nano, armature… è lo scrigno del desiderio di ogni bambino che entra a casa nostra. In un attimo ci si fiondano e si trasformano… Tutti, sempre, inesorabilmente. Mio figlio ne ha sempre fatto uso e non è mai stato coinvolto in liti o disturbi a scuola. Una mia amica che vieta espressamente l’uso di ogni armeggio al figlio è perennemente richiamata a scuola perché il pargolo ha picchiato qualcuno, ha infilato il bastone a 2 cm dell’occhio di un altro (e la mamma si è scagliata contro la scuola perché “non è possibile che in giardino ci siano dei bastoni”), ha fatto la guerra con le arance della mensa…
Che ci sia un nesso?
Il nesso sta semmai nelle diverse indoli e diverse debolezze (che se mio figlio non è un violento potrebbe averne pure delle peggio…).
Figuriamoci poi se il figlio dell’amica tua che stigmatizzi fosse stato educato a maneggiar pugnali… 😉 😐
Io credo che l gioco serva a educare al limite. Se non giochi non impari a controllarti e non riesci a controllare la forza, per esempio. I maschi sono molto più fisici delle femmine e hanno proprio bisogno de contatto fisico.
Mai sostenuto il contrario. E ce ne sono di giochi che servono allo scopo… ma un bel po’ 😉
Continuo a non capire perché di uno specifico punto, che ha (pareva a me) uno specifico senso, si all’arghi a cerchi concentrici il tema…
Forse perché ho tirato un sasso nello stagno?
( anche questo sarebbe un bel gioco a trovar lo stagno… 😉 )
Guarda Giancarlo, io non ti do completamente torto, sono d’accordo con te, ad esempio, sul fatto che questa società voglia eliminare la figura dei padri, a vantaggio di una generale femminilizzazione. Sono la prima a benedire l’importanza della figura paterna , e non saprei come fare se non ci fosse mio marito di fianco a me.
Però continuano a non piacermi i bambini che giocano e urlano ” ti ammazzo”.
Giocare alla lotta, alla guerra, può anche andare bene, se appunto si gioca, ma se questo diventa ( come a volte è) solo un pretesto di prevaricazione dei più forti verso i più deboli ( o vigliaccamente IL più debole) questo non mi piace e cedo andrebbe corretto.
Quanto alle bambine, mi spiace dirlo, ma spesso sono davvero portate al pettegolezzo ( più dei loro coetanei maschi), e la loro naturale predisposizione alla relazione, purtroppo, rende loro più facile anche ferire con commenti acidi e frasi taglienti.Anche loro, credo, devono essere educate a non ferire gli altri, cosa che a volte viene loro facile.
Quindi credo, concludendo, che i comportamenti vadano contestualizzati, e che siamo noi adulti a fissare il confine di ciò che si deve o non si deve fare. E’ un nostro preciso compito educativo.
In conclusione credo che nessuno vada lasciato “selvaggio”, e che educare, non siglifichi per forza RIeducare.
Io credo che a volte (spesso?) oggi ci si spaventi più per il suono o l’aspetto delle parole che per il loro significato. C’è un certo condizionamento che tocca un po’ tutti, una tendenza a mettere avanti le mani per forza, a fare mille distinguo, a precisare sempre (“premesso che non sono razzista”, “premesso che amo gli animali”, “premesso qua, premesso là”). Viviamo forse molto più nelle nostre teste che non nella vita e finiamo per fare come quel figlio di contadini del racconto di Tolstoi, che era andato a stare in città, si era “incivilito” aveva studiato, e poi tornato alla fattoria non sapeva più cosa fosse quello strano strumento col manico lungo e un elemento trasversale dentato a un’estremità; finché non piantò un piede sopra l’elemento trasversale dentato dello strano strumento e il manico gli andò a sbattere in fronte ricordandogli che il maledetto attrezzo si chiamava rastrello. Tutto questo maldestro apologo per ricordare che sarebbe il caso di cercar di capire il succo della storia raccontata nel post, invece di perdersi dietro ai dettagli.
C’è molto “succo” in questo articolo… ce n’è senz’altro.
Si può però partire da un dettaglio in un commento e può sembrare spiacevole la discussione “emigri”… ma allora dovremmo avere continuamente dei richiami per O.T. (dei “fuori tema”…) oppure convenire che da un dettaglio si è estratto dell’altro “succo” per il confronto.
Se la cosa è invece del tutto sterile, muore di suo… credo 😉
“Claudio Risé (Milano, 1939) è uno scrittore, giornalista, docente universitario e psicoterapeuta italiano di formazione e orientamento psicoanalitico junghiano (iscritto all’Ordine degli psicologi della Lombardia, già membro del Consiglio Direttivo dello stesso). È stato fino al 2008 docente di Psicologia dell’Educazione alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca, e precedentemente di Sociologia della comunicazione e dei processi culturali alla Facoltà di Scienze dell’Università dell’Insubria, e di polemologia al Corso di Laurea in Scienze Diplomatiche della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Trieste etc etc etc,,,”
E questo sarebbe un esempio di uomo (non dico selvatico, ma solo uomo, e basta)?
…mi è sembrato più appropriato non usare il vocabolo “maschio”, in questo caso.
Premesso che non ho ancora letto il nuovo Maschio Selvatico (ma gli altri libri di Risè si), solo una breve osservazione sulla questione delle armi giocattolo, che vedo interessare molto. Ho una certa età, e da ragazzo con armi e soldatini ho giocato moltissimo. Spari, colpi di pugnali, morti, resurrezioni, stragi e quant’altro. Ebbene, sono diventato un uomo assolutamente pacifico (ma non pacifista, per carità). Il perchè credo sia semplice. Le armi giocattolo servono,. oltre che ad esprimere le energie maschili, a rendere simbolica, e con ciò esorcizzarla e depotenziarla nei suoi aspetti pericolosi, l’aggressività che è naturalmente dentro di noi. Naturalmente occorrono genitori che insegnino anche e soprattutto la lealtà nella lotta, anche in quella lotta simbolica che è la guerra giocata, e il rispetto dell’avversario. Tutto quì, ma non è poco per una società che non solo svilisce. ma criminalizza le caratteristiche maschili. Con esiti catastrofici, naturalmente. Perchè mai come ora imperversano bullismo, violenza gratuita etc. etc. Insomma il politicamente corretto ottiene l’opposto di quel che a parole si propone. Reprimere non è educare, occorre ricordarlo sempre.
finché potrò avere un minimo di controllo, in casa nostra non entreranno armi. anche il costume da vichingo aveva adeguate corna, cinturone e scudo, ma niente armi. però insegnerò a mio figlio a lottare con le parole. non per offendere, non per avere ragione, ma per proporre, attraverso la logica e la dialettica, la Verità. questa è una battaglia che mi piace.
@ Gaia, lo scudo “è” un’arma (di difesa…) 😉
bene.
ma insegnagli anche che il suo interlocutore potrebbe non avere alcun interesse alla logica ,alla dialettica ed alla verità.ma solo ad imporgli la sua visione del mondo.
a tal proposito, interessante l’articolo su Tempi appena uscito a pag.16 di r.marchesini sulla strategia comunicativa messa in atto dalle ass.ni lgbt.
“la rivoluzione è già finita”- per fare un figlio servono un padre e una madre. per una banale verità d&g sono stati boicottati da mezzo mondo. come siamo arrivati a questo?Merito di un manuale( inedito in Italia) che ha segnato il trionfo dell’omosessualità da gay pride.ecco come.
il libro in questione è “After the ball” di M kirk e H.Madsen.
contiene perle tipo: rendersi più possibile simili a loro( i contrari all’agenda gay,nota mia) dopo essere stato accettato imporre le altre tue caratteristiche una alla volta. tramite la “desensibilizzazione”,ovvero abbassamento delle difese dovuto alla esposizione prolungata all’oggetto percepito come minaccioso. inondare la società con messaggi gay per desensibilizzare la società stessa.ecc.
Se davvero la lobby gay è così potente, c’è da augurarsi solo che i gay non si ricordino dei torti subiti e non pensino di vendicarsi di coloro che, in passato (e in parte ancora oggi) li hanno derisi e oltraggiati.
Di solito quando qualcuno diventa un “potente” si vendica di chi, in passato, lo ha umiliato. A69
torti subiti?dire che un omosessuale agisce contro natura e non può avere figli è fare un torto?dire che sarebbe meglio che un bambino avesse babbo e mamma anziché dell’altro è fare torto? dire che il suo non è un matrimonio è fare torto?
in quanto alla lobby la reazione-riporto sempre dall’articolo in questione- fu quasi ovunque di ironico scetticismo: il libro era senz’altro un falso.non era possibile che una strategia tanto cinica quanto ambiziosa avesse avuto successo.
bene.il libro, invece, esiste davvero e fu pubblicato nel 1989.
e 20anni dopo ne vediamo gli effetti.
…stessa cosa per il “gender” la sua diffusione è iniziata nel 1994 alla conferenza su popolazione esviluppo del Cairo e l’anno dopo alla conferenza sulla donna a Pechino. Lì furono coniate le espressioni “pari opportunità””salute riproduttiva” “sviluppo sostenibile” ecc.-a proposito al gore vorrebbe creare una sorta di reato di negazionismo contro chi nega il riscaldamento globale,tanto per dire dove si arriverà anche con tutto il resto- eppure qualcuno se ne accorse.
Papa Giov.Paolo II scrisse la poco letta “lettera alle donne” il più importante manifesto contro l’ideologia di genere che sia mai stato scritto( del 29 giugno 1995).
e se ne è accorto Papa Francesco al ritorno dalle Filippine ..che ha evocato “il padrone del mondo” ed ha parlato di “colonizzazione”proprio a proposito dell’imposizione a livello planetario-via apparati burocratici e moneta sonante di governi e multinazionali- della propaganda e del proselitismo gender.
nella circostanza accennando ad un fatto di sua conoscenza diretta; in Argentina gli aiuti economici internazionali al sistema di istruzione scolastico furono condizionati all’adozione nelle scuole argentine di testi propagandistici della “teoria gender”.
le cose non avvengono all’improvviso: quando scoppia,una rivoluzione è già finita.
vale:
…è evidente che anonimo69 non intendeva riferirsi a Voi, ma a tutte le angherie (o peggio) subite dagli omosessuali nei tempi passati!
Già ha risposto Alvise, comunque, per precisare ulteriormente, non si può negare che dal IV secolo in poi, i gay ne abbiano subito di persecuzioni, derisioni e oltraggi!
Se si fosse trattato solo di alcuni che, civilmente, avessero affermato essere (per loro e per la chiesa) l’omosessualità cosa contro natura e contro la legge di Dio, SENZA FARE ALTRO, la cosa sarebbe stata sopportabile da parte dei gay, ma il fatto è che c’è stata gente che è andata BEN OLTRE!
E c’è ancora gente, in molte parti del mondo, che continua “ad andare ben oltre”.
Per carità di patria e di ospitalità (essendo questo un blog cattolico), poi, non mi pare politicamente corretto, riportare certi aggressivi pronunciamenti di concili e di pontefici sulla sodomia (in particolare si segnalò s.Pio V)………………………..
Le cose vanno viste storicamente, però…….. un po’ di comprensione, per chi ha sofferto per molti secoli! A69
In quanto al riscaldamento globale negato, io non conosco la controversia nei particolari, quindi non mi ci addentro; però dirò che non mi ricordo di aver visto inverni così miti come quelli degli ultimi anni (quest’anno ho acceso pochissimo il riscaldamento, e ho dormito benissimo con una coperta non particolarmente pesante). Poi, sarà una mia impressione……………A69
Anche la mi’ nonna, secoli fa, diceva lo stesso.
Se anche a tua nonna è capitato di portare ancora gli abiti estivi a fine ottobre (come è capitato l’anno scorso), allora siamo tranquilli: non è in atto nessun cambiamento climatico.. A69
Non ci sono più le mezze stagioni.
E nemmeno quelle di mezzo… ahahah 😀
Caro amico A69, “certi aggressivi pronunciamenti di concili e di pontefici sulla sodomia” sono ancora oggi pienamente condivisibili, per quanto mi riguarda. E se questi pronunciamenti hanno causato e causano qualche sofferenza, questo è perché la medicina è amara, spesso, ma fa bene. L’omosessualità è un vizio che causa ben più gravi sofferenze, alla persona ed all’intera società.
Beh, non credo che a coloro i quali venivano messi sul rogo, facesse molto bene quella medicina. A69
E a chi le vogliono far pagare le angherie dei tempi passati? A quelli di ora, che non li angariano più? Alla società intera, per vendetta? (E un’occhiatina critica ai paesi mussulmani, quelli di ora, la danno?)
Quello di “farla pagare” è un discorso più teorico che pratico, perchè una lobby gay, tanto potente non esiste. E se esistesse non mancherebbe di colpire i musulmani in 1000 modi, stai pur sicuro: le persone intelligenti sanno riconoscere i nemici, anche se talvolta fingono di ignorarli.
Comunque qua in occidente, probabilmente (è una mia supposizione) vorrebbero vendicarsi, non tanto dei cristiani tout court (sarebbe stupido) ma di quei cattolici i quali pensano che “certi aggressivi pronunciamenti di concili e di pontefici sulla sodomia” sono ancora oggi pienamente condivisibili,”, vorrebbero vendicarsi di costoro perchè in questi ultimi vedrebbero gli eredi dei loro persecutori.
Cari amici, il sangue chiama sangue, l’odio chiama l’odio, non a caso Ugo Bernasconi, un valente aforista, diceva: “L’amore spesso non è ricambiato, l’odio lo è sempre”.
Cerchiamo di conviverci tutti in reciproca sopportazione su questa terra, e i pronunciamenti aggressivi non sono un buon punto di partenza per tale convivenza, perchè tali pronunciamenti vengono sempre interpretati come manifestazioni di odio, checchè ne dica colui che li ha proferiti. . A69
@A69
Lobby
s. ingl. (pl. lobbies); in it. s.f. inv. (o pl. orig.), pr. adatt.
1 Gruppo di persone legate da interessi comuni e in grado di esercitare pressioni sul potere politico per ottenere provvedimenti a proprio favore, spec. in campo economico e finanziario: la lobby dei banchieri
Quindi secondo te la “lobby gay” o di una certa parte dei gay NON esisterebbe…??
Che dire, se non ti appare evidente ti lascio alle tue convinzioni 😐
Mi pare però che il tuo gusto per il “contrappunto logico” ti porti a volte a mancare di logica.
Il fatto che la supposta lobby “…” se esistesse non mancherebbe di colpire i musulmani in 1000 modi…” sia una affermazione che non dimostra nulla o per lo meno dimostri tante cose (troppo lungo l’elenco), ma non che la lobby non esisterebbe…
Che poi le persone intelligenti riconoscano i nemici, dimostrerebbe o che tale lobby è sprovvista di intelligenza o che non considera certo islam non un pericolo (se non un nemico) e allora cosa? Un “amico”?
“certi aggressivi pronunciamenti di concili e di pontefici sulla sodomia” (frase che peraltro Giancarlo semplicemente riportava, perché non sua, quanto meno nell’aggettivo – aggressivi – si riferisce al peccato specifico di “sodomia” (immagino tu conosca la differenza tra omosessualità e sodomia…) e “aggressivi” o meno li si voglia giudicare sono pronunciamenti tutt’ora validi (come no?) e anche duri, come lo sono TUTTI quelli che riguardano una lunga serie di altri peccati, soprattutto quelli considerati “mortali” (che portano alla morte dello spirito e al rischio dell’ auto-dannazione eterna). Pronunciamenti che ad ogni modo trovano similare se non speculare pronunciamento nella Scrittura e sono di monito principalmente per sé stessi prima ancora che per gli altri… dove starebbe il problema?
E’ altrettanto di biblica memoria che la “vendetta” degli iniqui si scatena con chi annuncia “dure” Verità (vogliamo parlare del Precursore…) e che ha a che fare con la ribellione ad una Verità che diviene motivo di inciampo, di tenebre che NON VOGLIONO venire alla luce, più che il contrappasso per ingiustizie subite (poi per carità anche queste possono esistere).
Oggi, se hai un minimo di occhio disincantato per vedere, spesso spessissimo è del primo tipo di violenza e di ribellione che parliamo (vedi inqualificabili comportamenti di fronte a manifestazioni come quelle delle Sentinelle in Piedi, ma c’è ben di peggio e il sangue ancora oggi viene sparso come un tempo).
Infine caro amico, “il sangue chiama sangue”, verissimo… tranne il caso in cui l’odio e il sangue versato per odio, non incontri il Sangue versato dal nostro amato Signore Gesù Cristo, non incontri quelle braccia aperte, spalancate e inchiodate che furono rese immobili dall’odio, che accettarono di rinunciare alla propria forza (forza che nella sua natura divina poteva annullare gli oppositori con un sol gesto) per annullare non i peccatori ma il peccato di tutta l’Umanità e in ogni tempo.
Lo stesso di può dire quando l’odio incontra un Cristiano degno di tal nome e che giustamente, è immagine di Cristo stesso, nell’attualità della Storia e degli avvenimenti.
…come direste voi: “standing ovation”?
Ma no… mi accontento di una “ola” 😉
Buona giornata Alvise! Su, che ogni giorno che passa il Giorno si avvicina!
Bariom:
…sento digià le fiamme dell’Inferno intipiedirmi le chiappe!
Pessimista… potrebbero essere solo quelle del Purgatorio 😉
@ Bariom
si, secondo me la lobby gay non esiste, e non sono solo io a pensarla cosi (quindi non è cosa pacifica l’esistenza di tale presunta lobby). Se si considera poi che ad affermare l’esistenza della lobby suddetta sono, in occidente, il mondo cattolico e le destre, è segno che per vedere questo fantomatico gruppo di potere bisogna avere un certo angolo di visuale.
La questione, per me, è semplice: una lobby potentissima è tale in quanto ottiene i provvedimenti che le premono; i gay non li hanno ancora ottenuti (se non in una minoranza di paesi e vedremo perchè), ERGO, non esistono in quanto lobby.
Che i musulmani siano i primi nemici degli omosessuali è cosa che TUTTI vedono, NON è oggetto di dibattito, e quindi i gay, siano essi potenti (e quindi una lobby) o no, non possono non rendersi conto che i maomettani sono, per loro, pericolosi quanto e più dei cristiani, PRIMA della Rivoluzione Francese,
Ma proprio perchè NON sono potenti, (e quindi NON sono una lobby) non possono mica mettersi a fare guerre politiche o economiche (o costringere altri a farlo per loro) contro gli stati islamici?! Perchè “questo” sarebbe l’unico sistema per costringere a mutare politica dei paesi non democratici.
Col mondo musulmano tutto è più difficile (anche l’instaurazione della democrazia) perchè esso non ha subito quel travaglio che il mondo cristiano ha subito dal ‘700 in poi. Mentre i cristiani, magari loro malgrado, sanno che l’alleanza fra trono e altare NON è più proponibile, e, che reato non è uguale a peccato, i maomettani, tutto ciò, non lo sanno ancora.
In occidente dove vi è libertà di opinione e di inclinazione sessuale, la battaglia per ottenere la VERA tolleranza da parte del corpo sociale, le unioni civili e le sanzioni contro l’omofobia, può essere condotta sul piano della legalità. Laddove hanno prevalso forze liberalprogressiste gli omosessuali hanno ottenuto ciò che volevano: ma perchè hanno trovato gente ben disposta, non perchè erano potenti. Laddove non hanno trovato gente ben disposta a concedere ciò che chiedevano, non l’hanno ottenuto: dunque non sono potenti.
Poi, a mio modesto avviso, dove si vedono omofobi: tosti, tristi, sicuri di sè e satolli, una lobby gay potente non c’è! Non ci può essere!
Si lo so: la sodomia comprendeva persino la masturbazione, però molti (mi pare lo stesso Giustiniano nel codex juris) già nel mondo antico e medioevale, hanno usato quell’espressione come sinonimo di omosessualità. Inoltre la chiesa condannando il genere “sodomia” condannava anche la specie “omosessualità”-
E la persecuzione (materiale) della chiesa e degli stati che avevano un fondamento religioso, nei confronti dei gay è stata un fatto storico reale non una fantasia, e non è finita per spontanea volontà della cattolicità.
So bene che anche nella Scrittura ci sono passi assai “aggressivi” nei confronti degli omosessuali, però la questione, come al solito, è politica: se la chiesa si fosse limitata ad escludere dalla comunione ecclesiale (“se non ti ascolta, sia per te come un pagano..”), coloro che praticavano la sodomia e non volevano cambiare, nulla da dire, ma la storia ci dice che ci sono state anche gravi conseguenze penali per chi commetteva “atti impuri”………………..
Mi dispiace per le sentinelle in piedi, ma chi ritiene di essere stato gravemente offeso, spesso non mostra ragionevolezza e moderazione. Forse (come ho letto in un altro forum) che i cristiani, da teodosio in poi, si sono astenuti dal vendicarsi contro templi pagani e sinagoghe?
Per quanto mi riguarda stai pur sicuro: per me le “sentinelle in piedi” avrebbero potuto manifestare ad oltranza. Io me ne sarei andato per i fatti miei.
Fosse vero che davanti all’abbraccio del Cristo, l’odio si plachi sempre! A69
Ok allora nulla esiste in base ad un ragionamento cusa effetto e se anche esitesse ha validi motivi per…
Anzi è frutto di una strabica visione dei Cristiani (che come si sa per gli omosessuali pericolosi quanto – o un poco meno – i “maomettani” – SIC!)
Poi c’è tutta un fola sui tempi passati (acqua passata non macina più divceva mio nonno…) come se oggi basassimo scelte o battaglie o repulse si qciò che fu fatto a tempo di Teodosio – pur trlaasciando una sfilza di particamente “leggende nere” – o come se l’odio in taluni singoli si trsmettesse di generazione in generazione “geneticamente”… (mah!)
“Fosse vero che…” infatti non è esattamente vero e non di rado si ha il martirio, perché l’odio viene portato alle estreme conseguenze, ma la pegggior sorte l’avra chi da quest’odio non si sarà ravveduto.
Alla prox A69
P.S. Mi spiace ma non considero la risposta propriamente “adeguata”, ma sarà il mio strabismo, doppio, avendo militato per anni sull’altra barricata – termine improprio ma rende l’idea
Bariom:
…per non parlare della potentissima lobby del tabacco, che ora non si può fumare nemmeno per strada!
(e la lobby delle seghe che fanno diventare ciechi)
… e quelle mentali che fanno pure peggio! 😉
Non è probabilmente molto elegante rispondere a un messaggio rivolto a un altro utente, però penso sarebbe ingiusto non farlo.
Ci sono due pecche logiche notevoli, a mio modesto avviso, nel tuo argomentare.
La prima, quando sostieni che non esista una lobby omosessualista, perchè altrimenti otterrebbe i provvedimenti che desidera.
Ma la realtà e i fatti contro cui non si dà argomento affermano proprio questo.
In Occidente gli obiettivi di tale gruppo stanno diventando legge, giorno dopo giorno, Stato dopo Stato, coscienza dopo coscienza.
Ovviamente ci sono resistenze, non sempre si è veloci come taluni pretenderebbero… ma insomma, in molti paesi occidentali nozze, adozioni, provvedimenti di stato sociale, varie ed eventuali, sono per gli omosex un punto fermo.
Il secondo crepaccio logico è quando affermi che, ulteriore dimostrazione della non esistenza della lobby omosessualista, è il fatto che essa non può opporsi ai mussulmani, per lei così pericolosi.
Non è questione di potere, ma di volere.
Un conto, per l’Elton John di turno, è sfruttare il sistema mediatico occidentale per i propri fini (della serie “ti piace vincere facile”); altro conto è prendere il fucile e andare a sparare ai tizi dell’ISIS, per fare un esempio.
Un ultimo appunto.
Affermi che tutti vedono come i mussulmani siano i primi nemici degli omosex.
Tutti, tranne me. Continuo infatti a pensare che alcuni tra loro siano i primi nemici di se stessi, i primi tra gli “omofobi”.
Ciao.
Luigi
…appunto!
… me lo appunto anch’io 😉
…scrivevo “appunto” ,a Bariom, in risposta alle seghe mentali (assai diffuse in ogni campo, anche mistico)!
Per quanto riguarda il concetto -lobby uguale risultati conseguiti quindi lobby- portavo prima l’esempio delle
famigerate lobby del tabacco che poi il fumo non va più di moda e quello opposto delle lobby delle armi
che invece fanno affaroni , o delle lobby femministe (cosiddette) (ancora affaroni, o no?) o delle lobby farmaceutiche che hanno medicalizzato (questo è il termine d’obbligo) le società o delle lobby dei telefonini che ci hanno lobbizzato il cervello o delle lobby vaticane che non si fa altro che ascoltare disorsi apologetici o amorevoli del papa, o le lobby dei preservativi che rientrano nel capitolo delle lobby medico sanitarie (cosiddette) o le lobby dello sfruttamento delle teorie del complotto che riempiono paginate di giornali e paralizzano i cervelli etc etc. lobby sempre lobby fortissimamente lobby insomma!
Meno male che c’è la Miriano e suoi Moschettieri!
Per l’appunto avevo capito per chi era l’appunto…
Per il resto pare l’uomo abbia l’hobby delle lobby (ies) 😉
@ Luigi
mi dispiace, ma tu attribuisci gli effetti alla causa sbagliata. Fa piacere a molti cattolici militanti pensare che ci sia una lobby gay-massonica potentissima che abbia ordito la distruzione della chiesa cattolica, d’accordo con i musulmani. Ma le cose non stanno così. La causa è più semplice e più vasta al tempo stesso.
Gli omosessuali ottengono quello che chiedono in molti paesi occidentali, NON perchè sono potenti, ma perchè la società occidentale si è SCRISTIANIZZATA; e il processo di scristianizzazione è cominciato nel ‘700. Non ci sono più i presupposti morali ed ideologici per dire di no, alle istanze dei gay. Tutto qua.
Laddove, come in Italia o in Ungheria o in Polonia, ci sono ancora quei presupposti (sia pure molto annacquati) le resistenze ci sono e gli omosessuali non ottengono ciò che desiderano. In barba all’ipotesi della potente lobby gay.
Un ANEDDOTO chiarirà meglio il mio pensiero: poco prima di morire, Cossiga rilasciò alla TV un’intervista che io vidi, in essa rivelò che, quando Paolo VI aveva chiesto a Fanfani di portare avanti il referendum sul divorzio (1974), Fanfani aveva risposto che, essendo la società ormai meno cattolica del passato, il referendum sarebbe stato sicuramente perso. Al che, papa Montini aveva replicato che bisognava comunque tentare e rendere testimonianza.
Fanfani rese noto questo colloquio in un’agitata direzione DC (cui era presente anche Cossiga), la quale, poi, prese la decisione di fare la battaglia referendaria, decisione che fu alquanto contrastata da chi (Rumor) non voleva andare incontro ad un sconfitta certa
Ad ogni modo, l’uomo politico aretino, da buon cattolico e persona onesta qual’era, fece quanto aveva promesso al papa, con tutta l’energia che lo caratterizzava.
La figlia di Fanfani, in una recente intervista TV, ha implicitamente confermato la vicenda.
Questo avvenne perchè nel mondo cattolico, più osservante, non si capiva che la società occidentale era ormai lontana dalla chiesa, per ragioni varie molteplici che datano da 2/3 secoli, e non per le manovre segrete e subdole di una potentissima e misteriosa “SPECTRE” gay-massonica. E’ consolante per il mondo cattolico pensarlo, perchè così può individuare un nemico che ha tutte le colpe e semplificare la spiegazione di tanti eventi.
Ma le cose non stanno così.
Nel mondo musulmano la società non si è laicizzata (non ci sono stati nè l’illiminismo nè la Rivoluzione Francese, nè gli avvenimenti successivi e conseguenti), e per questo i gay vengono tuttora perseguitati.
“Nemo ad impossibilia tenetur”: non si può chiedere ad una presunta lobby omosessuale di scontrarsi con parecchi stati (molti dei quali produttori di petrolio) per imporre loro leggi più favorevoli alla sua categoria. Ci vorrebbe una superpotenza come gli USA o la vecchia URSS, per fare una guerra economica e militare che costringa i paesi musulmani a mutare atteggiamento nei confronti degli omosessuali, altro che una lobby sia pur (creduta) potente!
Non è questione di “vincere facile”, ma è questione di oggettiva e inesorabile impossibilità!
Combattere le battaglie perdute non solo è inutile, ma ha, spesso, effetti controproducenti e peggiorativi. A69
@ Luigi
dimenticavo: sui gay che spesso sono nemici della loro stessa categoria, non ti contrasto, perchè non hai tutti i torti. Ciao anche a te. A69
Insomma c’è da aver paura. Ma per fortuna tante persone omosessuali che conosco non la pensano così. Se c’è odio, è tutto nell’ideologia gay.
Oggi risponderò adeguatamente a Bariom, ora non ho tempo. A69
No problem…
Mi raccomando però “adeguatamente”… ma anche no 😉
Magari potrebbero cominciare dalla buonanima di Che Guevara…..
http://www.qelsi.it/2014/che-guevara-organizzo-il-primo-campo-di-concentramento-per-gay/
Pingback: Maschio selvatico | Informare per Resistere
Pingback: Maschio selvatico | Lo Sai
Pingback: Maschio selvatico | Diario di bordo
Bellissimo articolo!
Auguri a tutti i Giuseppi. E una lettura che cònsona col post
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-san-giuseppechiave-per-interpretarela-crisi-attuale-12123.htm
L’ha ribloggato su Aldo Vendemiati.
L’ha ribloggato su SrIlariaScarciglia.
@semn_webmrs: difendersi è ok; offendere no. vabbè, se ti do lo scudo in testa ti offendo, ma allora anche la forchetta ecc. ecc..è l’intenzione che conta.
Infatti Tarpea insegna 😉
http://www.culturaitalia.it/opencms/it/temi/viewItem.jsp?language=it&id=oai%3Aculturaitalia.it%3Amuseiditalia-work_22967
io credo che l’articolo 146 del codice civile sia esemplare nel suo contenuto.
più che esaltare le differenze tra maschio e femmina io esalterei quelle tra ogni singolo essere vivente. prima dell’identità di genere esiste l’individuo.
art. 146: “Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l’obbligo di mantenere, istruire, educare e assistere moralmente i figli, nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni”
Auguri ai babbi, passati, presenti e futuri.
http://www.tempi.it/peguy-padre-di-famiglia-il-vero-il-reale-avventuriero-auguri-a-tutti-i-papa#.VQq2CPmG8oJ
Da moglie e madre di scacchisti vi informo che anche il gioco degli scacchi e’una battaglia mimata e anche molto cruenta. Non credo che
nessuno si sognerebbe di impedirlo ai figli.
Sono d’accordo con Risè dai tempi della prima edizione. Ma attenzione a non imporre schemi astratti. La realtà ammette una certa dose di ambivalenza. E come a Costanza Miriano piace uscire dal focolare domestico e fare la brava giornalista, a me è piaciuto tanto tornare prima dall’ufficio per dare una mano a preparare pappe e cambiare pannolini. Anche se ora adoro portarli in campagna a spaccar legna e a ruttare mentre prepariamo la carne alla brace!
ottimo l’esempio di Velenia sugli scacchi. Simboleggiare l’aggressività aiuta a non praticarla in modo cruento e distruttivo. Vi siete mai chiesti perchè il calcio è tanto seguito? Perchè è metafora di lotta, di “guerra”, di tattiche e strategie.Fino a che non è declinato in business, finchè i ragazzi erano educati da maschi, tutto restava nell’ambito della messinscena simbolica. E’ solo ora che è diventato anche una questione di ordine pubblico.
Giuseppe, i pannolini li ho cambiati anch’io, senza problemi, molti anni addietro. Non è su questo che si misura la maschilità, ci mancherebbe. Quella è solo una questione di organizzazione familiare e ciascuno ha la propria. Se la discussione fra maschilità e femminilità si riduce a pannolini e faccende domestiche, non si è capito il fulcro del problema, che è quello della virilità e della femminilità interiori.
Ma infatti. L’Italia (e mica solo quella) era piena di queste “messinscene simboliche” con le loro regole rigide (anche quelle in apparenza più sregolate) che servivano a far sfogare le energie in eccesso mantenendo inalterato l’equilibrio sociale della comunità.
Di palo in frasca “aggressività” viene da “ad-gredior” che vuol dire “camminare in direzione di” qualcosa o qualcuno. Niente aggressività niente pugni ma anche niente strette di mano e niente abbracci.
In effettid i ragazzini con torri e cavalli nelle fondine se ne vedono a decine… 😉
Ma ragazzini che sognano di cavalcare come i guerrieri indiani, o assalti alle torri medievali o difese delle stesse fino all’ultimo uomo ce ne sono ancora tantissimi, per fortuna. O forse è meglio che preferiscano cogliere margheritine sui pratini verdi, magari sintetici?
Nutro qualche dubbio sui “tantissimi”…
… e pure sulle margherite 🙂
Ovvero, non trovo necessariamente le due cose in contrasto.
Ricordo, da ragazzino, epiche difese rigorosamente fino all’ultimo uomo – di volta in volta fante confederato, granatiere della Guardia a Waterloo, crociato al seguito di re Riccardo: andava bene tutto, purchè dalla parte degli sconfitti – alternate a chiaccherate sommesse con gli amici, persi dietro il sorriso di questa o quella ragazzina (altrettanto rigorosamente assente: non si può diventare uomini in mezzo alle donne, e viceversa); chiaccherate in cui le margherite erano presenza discreta quanto indispensabile.
Ancora oggi, che ragazzino non sono più, confesso l’incanto che mi prende di fronte a certi modestissimi fiori di
campo durante la caccia; del resto “tra i fiori il ciliegio, fra gli uomini il samurai”, che è un detto non propriamente antimaschile.
Detto questo, non so se tu sia lo stesso Armando che scrive su “Il Covile” (nè mi interessa saperlo, sia chiaro); soltanto che il nome comune mi ha richiamato alcuni bellissimi scritti di quel sito, che mi permetto di segnalare.
Come questo, imperdibile, sul rasoio:
http://www.ilcovile.it/scritti/COVILE_718_Rasoi.pdf
o questa raccolta sulla caccia:
http://www.ilcovile.it/raccolte/RACCOLTA_COVILE__5_Caccia.pdf
e più in generale i numeri sulla “questione maschile” (nonchè quelli sui correlati temi “femminismo” e “omosessualismo”) che si possono trovare scorrendo questa pagina:
http://www.ilcovile.it/indice_rivista.html
Ciao.
Luigi
@ Luigi 😉
http://www.kawaiistudyjapan.com/wp-content/uploads/2013/03/samuraicherryblossom.jpg
Merci beaucoup.
“L’intenso addestramento rende il samurai svelto e forte.
È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune.
Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d’aiuto ai propri simili e se l’opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una.
La compassione di un samurai va dimostrata soprattutto nei riguardi delle donne e dei fanciulli.”
Ciao.
Luigi
Anche il mio gira come un cavaliere! 🙂
…e così, alla fine, siamo tutti d’accordo: esiste le lobby e che queste lobby (webmrs noterà la finezza del plurale all’italiana) cercano di fare i loro interessi (in ogni senso). Una di queste lobby è la lobby per la diffusione dell’omosessualesimo e per la distruzione della famiglia naturale (cosiddetta). Un’altra grossa lobby potrebbe essere quella che vorrebbe far credere che esista il riscaldamento globale per produrre e vendere prodotti e politiche
non riscaldanti (ammesso che esistano) eccetra eccetra eccetra. E allora?
Allora io che detesto il caldo e l’estate, farei parte (senza saperlo) della lobby che sostiene l’esistenza del riscaldamento globale? A69
Alle lobby non si scappa,
Siamo tutti nella cacca!
Pingback: | Informare per Resistere
Luigi@sono proprio io, e ti ringrazio per l’apprezzamento. E tu, per caso, sei quell’ingegnere che ha lavorato per anni all’estero? Se è così ti saluto (anzi ti saluto comunque), perché ci siamo incrociati spesso sulla mailing list dei ms e altrove. Chiusa la parentesi personale, spero che ti sbagli sui sogni dei ragazzini. Non ho niente contro i fiori. Piacciono anche a me. Solo che non li vedo in cima ai sogni dei piccoli guerrieri, tutto qui. Per i! Resto credo una eccessiva promiscuità fra maschi e femmine bambini non sia utile per nessuno. Se non altro perché una certa separazione acuisce la curiosità per l’altro. Nel romanzo di Wendell Berry, jayber Crow, c’è un passaggio bellissimo. Siamo all’uscita da scuola: “voci che chiamavano, gridavano, cantavano, ridevano, sfottevano, bisticcivano; ragazzini che correvano, ballavano, , si spingevano e qualche volta si aspettavano per davvero; ragazzine che discutevano le gonne e i capelli fingendo disprezzo e riprovazione per il comportamento dei ragazzi. ” Ecco, in quel finto disprezzo c’è tutto. Quando i due mondi si omologato, finisce il giuoco, la curiosità e finisce la poesia. È una perdita per tutti.
Armando, non ero io. Mai stato ingegnere 🙂
Non ci siamo incrociati prima d’ora, almeno direttamente.
Scrivo “direttamente” perchè la parola scritta, a differenza del parlato, può riuscire a cementare vicinanze che pure il solo dato materiale impedirebbe.
Leggendo i tuoi scritti ti avevo insomma “classificato” tra i compagni di strada.
Ciao.
Luigi
Scusate. Ragazzine che si scuotevano…Non discutevano