#womenagainstfeminism

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traduco:
Non ho bisogno del femminismo perché:
– adoro gli uomini
– credo che le donne che chiedono gli stessi diritti degli uomini manchino di fantasia e di ambizione
– so che nella benedetta, misteriosa distanza tra uomini e donne è nascosto il mistero di Dio
– non sono mai stata discriminata come donna (come madre sì).
 

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Le donne in massa contro il femminismo. Accade oggi su Twitter, dove – rilanciato da un gran numero di ragazze – spopola l’hashtag #womenagainstfeminism, accompagnato da tutta una serie di fotografie e cartelli che motivano la sorprendente scelta di campo…continua a leggere l’articolo di Giuliano Guzzo

27 pensieri su “#womenagainstfeminism

  1. Giancarlo

    Il femminismo ha messo la donna in lotta contro l’uomo per la conquista del potere. Una follia. Ben venga la fine del femminismo, che ha procurato alle donne solo sofferenza, aborto, divorzio e nessun miglioramento della loro condizione. Abbasso l’omologazione delle donne sul modello maschile, viva la differenza uomo-donna, viva la famiglia naturale di cui la donna è il cuore vivo. Viva i meravigliosi bambini che la donna concepisce e partorisce. Viva la bellissima rete di relazioni d’amore che si realizza intorno ad ogni donna. Viva le donne. Viva le donne cattoliche amanti della famiglia naturale.

    Viva Giovanna, che mi ha dato una famiglia meravigliosa, che è tutta la mia vita.

    1. Non solo Giancarlo, nelle sue manifestazioni portate all’eccesso, laddove lo slogan era ad esempio: “il corpo è mio” e/o tutte le varianti anatomiche annesse e connesse, è di fatto tornato alla radice del peccato primigenio.

      “Io sono mio (o mia)!” Io sono il dio della mia vita… io sono il giudice del bene e del male… o, quanto meno, stabilisco io cosa per me è bene e cosa per me è male.

      Questo va (ed è andato), ben al di là della “semplice” contrapposizione all’altro (in questo caso al maschio), con tutte le inevitabile conseguenze. 😐

  2. Aleph

    Mah… Scritto così secondo me non si capisce. Non ci vedo nulla di male a chiedere gli stessi diritti per uomini e donne, come minimo. Poi dei diritti in più per le madri, visto che di doveri in più già ne hanno tanti. 🙂
    Essere discriminate a causa della maternità è una cosa grave e antipatica, nel nostro mondo sterile e infecondo non rappresenta certo un aiuto. Ma le femministe non sembrano occuparsi della lotta a questo tipo di discriminazione, per loro il problema è risolto semplicemente sopprimendo la maternità.

    1. pibitzeri

      Se affermare che “occuparmi del mio uomo e’ il mio compito” significa essere ignoranti, allora sono fiera di essere ignorante

  3. Giancarlo

    Direi che l’asserzione fondamentale del femminismo, cui segue la battaglia per il potere, è che uomini e donne sono uguali. Questa affermazione è fortemente ambigua, per una semplice ragione: perché è PARZIALMENTE VERA. In effetti, UOMINI E DONNE SONO UGUALI IN DIGNITA’ DI FRONTE A DIO. Tutt’e due sono persone, quindi simili a Dio, quindi di eguale valore incommensurabile.

    Per tutto il resto UOMINI E DONNE SONO DIVERSI. Volendo essere ancora più precisi, uomini e donne sono complementari. Nel corpo, nelle funzioni biologiche, nei ruoli all’interno della famiglia come all’interno della società, sono complementari.

    Ma proprio queste cose, che dovrebbero essere pacifiche per tutti, vengono oggi furiosamente negate. Basta pensare alla differenza di corpo maschio-femmina, oggi ignorata, svuotata di significato, svilita, violata con la chirurgia, offesa dai transessuali con i loro vomitevoli travestimenti; pensiamo poi alle funzioni biologiche negate dagli anticoncezionali, dall’aborto, dalla fecondazione artificiale, dall’eutanasia; pensiamo poi a come, l’uso massificato degli anticoncezionali, ha letteralmente smembrato, fatto a pezzi la sessualità, che, in natura, è un tutt’uno a partire dall’attrazione maschio-femmina fino al nascere di una nuova persona. Pensiamo, ancora, agli aspetti psicologici, ai ruoli che dovrebbero caratterizzare uomini e donne: anch’essi negati dal femminismo e dal genderismo; la figura paterna fatta a pezzi e gettata via; la figura materna sminuita in ogni modo, ridicolizzata, emarginata sul lavoro ed a tutti i livelli.

    Un disastro, una vera e propria guerra contro l’umanità quella condotta dal femminismo. Una vergogna di cui solo una minima parte delle donne porta la responsabilità. Ma la stragrande maggioranza delle donne continua la propria personale lotta in favore della vita, della famiglia, dell’umanità. Continuano, la grandissima maggioranza delle donne, ad amare gli uomini, a fare famiglie, ad avere i meravigliosi bambini.

    […]
    Grazie a Dio, che ha voluto creare l’uomo maschio e FEMMINA.

    1. “Per questo c’è ancora speranza. A dispetto di quattro finocchi e qualche femminista spelazzata, uomini e donne continuano ad ammirarsi, ad amarsi, a desiderare una famiglia insieme.”

      E te ne sei accorto ora, sedicente cristianuccio!

  4. Povere donne infelici che hanno gettato via la propria vita per assoggettarsi a un’autorità violenta e liberticida che, illudendole di avere un compito importante, le spoglia delle loro potenzialità, talenti e ricchezze rendendole invece passive e inutili. Per le femministe sono le madri di famiglia. Per me…

  5. E intanto Suor Mary Melone è la prima donna a dirigere una Università papale.
    http://it.radiovaticana.va/news/2014/07/26/intervista_alla_prima_donna_rettore_di_una_universit%C3%A0_papale/1103481

    Interessante questi passaggi dell’intervista da lei rilasciata dopo la sua elezione:

    D. – Papa Francesco ha sostenuto varie volte di voler approfondire la teologia della donna. Quali i campi secondo lei più promettenti di una tale teologia?

    R. – Io credo che la donna possa dedicarsi a ogni ambito della teologia con il modo di fare teologia che è proprio di una donna. Io vivo in un ambiente segnato da una riflessione maggioritariamente maschile. Però, posso dire che la donna quando si accosta, quando riflette sulla Rivelazione, sul mistero di Dio, lo fa con la sua sensibilità. O nella morale, che è un campo molto delicato, in cui la donna porta anche la sensibilità della femminilità, dei problemi connessi: immagino tutta la morale antropologica, tutto il problema della vita, del rispetto della vita prima della nascita… Ma anche negli altri ambiti, come quello a cui mi dedico più propriamente, quello dogmatico, cioè il modo di comprendere per esempio, il mistero dell’Incarnazione… Si arricchisce nel momento in cui l’approccio maschile viene confrontato con quello femminile.

    D. – Ma questa cosa viene accettata dalla teologia come tale?

    R. – Alcuni teologi pensano che ci sia una teologia femminile e quando aggiungono l’aggettivo “femminile” lo fanno per intendere che la teologia in quanto tale, senza aggettivi, sia “maschile”. È per questo che sono un po’ più circospetta sulle categorie, perché penso che la teologia in quanto tale, senza aggettivi, sia la riflessione sul mistero di Dio che si rivela e quindi possa farla sia la donna che l’uomo. Vedo che nell’ambito della ricerca contemporanea c’è un’attenzione graduale verso il contributo delle donne, verso i saggi che molte teologhe pubblicano, che sono sempre più citati. La citazione dei testi è il segno più immediatamente tangibile che viene riconosciuto l’apporto anche della riflessione femminile.

  6. ….non mi riesce di capire come possa essere trattato in maniera diversa il mistero dell’incarnazione da una donna invece che da un uomo. In filosofia, per esempio, nessuno si sognerebbe di fare distinzioni di questo genere. Salvo, ovviamente, restando il fatto che l’uomo ha il membro e la donna la vagina, anche tra i filosofi (cosiddetti).

    p.s. fermo sempre, anche, restando il fatto che Giancarlo è solo un povero fanatico!

    1. Scusa Alvise, ma espresso da chi pare proprio non concepire affatto il Mistero dell’Incarnazione, da qualunque punto di vista lo si voglia affrontare, è dubbio quantomeno bizzarro.. non trovi?

  7. Matteo 5,22
    Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.

  8. Silvana

    Pagina “spettacolare”! Grazie a Costanza, ma anche a Giancarlo ecc. Viva la donna, che non ha bisogno del femminismo per “essere”!!! Silvana

  9. Ci mancherebbe…..sarebbe tragico se fossimo ” uguali a voi “. Naturalmente scherzavo, il problema delle femministe non è aver cercato la parità, è aver cercato di diventare ” maschi “.Insomma proprio uomini. mentre noi siamo uguli a voi ma bellissime nelle differenze! Il mio ragazzo scherzando dice: ” Avete voluto il 68′ ” gli rispondo ” Si ma io non c’ero, non lo hanno chiesto a me.”. Un bacio!

  10. Carola

    Una bella contraddizione però scrivere che non si è discriminate come donna ma come madre si, dato che essere madre è connotato non secondario della natura femminile.
    La domanda che mi faccio è: ma senza i movimenti femministi di fine ottocento le donne avrebbero diritto di voto?
    Per questo ringrazio il femminismo, o per lo meno quello di fine ottocento.
    Per il resto ringrazio la tecnologia che ha sollevato la donna da una immensa quantità di lavoro (se penso a cosa voleva dire tenere una casa senza aspirapolvere, lavatrice, lavastoviglie, ferro da stiro, etc… svengo).
    Il femminismo moderno che vuole sradicare la donna dalla maternità e quindi dal suo corpo invece lo trovo disumano e fuorviante rispetto alla possibilità di una donna di essere felice.

  11. Ilaria

    Costanza, spesso concordo con te e anche io non mi sento discriminata in quanto donna.
    Ma anche se il femminismo a noi, in occidente, ha ormai poco da dare, il mondo è pieno di donne sfruttate, spose bambine, paesi in cui la donna vale meno di un animale, paesi in cui si uccidono bimbe appena nate, solo perchè sono femmine. Loro hanno ancora bisogno del femminismo, loro hanno bisogno di qualcuno che combatta per loro e che si indigni per la loro condizione.
    grazie
    Ilaria

  12. Elisabetta

    Per me, che sono sui cinquanta, il femminismo è quello del referendum sull’aborto, quando ventenne mi veniva da vomitare a pensare che la mia dignità, la mia libertà, la mia realizzazione potesse passare attraverso il diritto di uccidere un figlio. Il femminismo, almeno in Italia, si accoppia troppo spesso alla rivendicazione di un diritto di sopraffazione sul più debole: aborto, fecondazione artificiale (non solo eterologa), pillola del giorno dopo, aborto chimico. Cioè diritto al figlio come che sia se lo desideriamo, pieno potere di vita o di morte su di lui se non lo abbiamo scelto; e poi cancellazione del padre, che in queste decisioni conta zero per la legge. In Italia ogni volta che si tenta di parlare della legge sull’aborto scatta la risposta pavloviana delle femministe “la 194 non si tocca”, e nel merito di questi 30 anni non si entra mai. No, io di questo femminismo non solo non ho bisogno, ma ne ho abbastanza orrore.

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