by Jane
Ho letto tanti articoli sulla “rivoluzione” di Papa Francesco. Forse è già rivoluzionario il fatto che si parli di lui ovunque e da parte di chiunque. Se esistesse la top ten dei personaggi più chiacchierati, beh, lui la vincerebbe al 100%. E questo è già in sé un fatto straordinario.
Ovviamente se ne parla a tutti i livelli, a seconda di quello che più colpisce, che meglio si capisce o che più piace. Avviene così per ogni vicenda o persona famosa, nessuno mai ne coglie la verità intera ma ognuno filtra la realtà a seconda delle lenti che indossa. E questo è il bello dell’umanità.
La cosa curiosa è che questo Papa è controverso soprattutto tra i cattolici. C’è a chi piace, c’è a chi non piace, c’è chi ancora non ha un’opinione e chi nemmeno si pone il problema. C’è chi ha dei dubbi, c’è chi chiede al proprio confessore cosa deve pensare, c’è chi ha sospeso il giudizio.
Potremmo dividere i cattolici entro due grandi insiemi: quelli che non ci dormono la notte e quelli che ci dormono. Alcuni cattolici sentono l’esigenza di incasellare tutto e tutti nelle categorie “bene” e “male”, “buoni e “cattivi”, e non riescono a dormire la notte se non hanno compiuto l’incasellamento quotidiano. Altri sentono la necessità di confrontarsi con gli amici cattolici per avere un’opinione perché questo Papa piace ad un po’ troppe persone e non va bene perché la cosa confonde, e non riescono a dormire. Altri ancora si sentono liberati da quando Papa Francesco ha usato le parole “primato della coscienza individuale”, e sembra che queste parole magiche abbiano tolto le catene a quegli animi più contriti e divorati dai sensi di colpa e dai dubbi (principalmente provenienti dalla morale sessuale). Questi comunque non ci dormono la notte perché non sanno come gestire questa libertà.
Altri cattolici invece si sentono tranquilli e sereni come erano prima dell’era Bergoglio, ritenendo che vi sia coerenza dottrinale con il papato precedente e con tutta la tradizione magistrale della Chiesa, e guardano quasi con divertimento il contrasto che nasce dalla figura di Bergoglio e da quella di Ratzinger: due uomini così diversi, due carismi così diversi. Questi cattolici la notte dormono benissimo.
Tante altre sfumature di diversità potrebbero essere elencate, ed è incredibile come queste diversità abbiano iniziato ad emergere tutte insieme qualche mese fa nel momento in cui ciascun cattolico si è sentito in dovere di esprimere la propria opinione sul neoeletto Francesco, sulle sue azioni e sui suoi comportamenti conseguenti quasi come se sentissero che il mattino dopo dovessero andare in conferenza stampa con il mondo.
Questa situazione lascia trasparire un fatto, un po’ preoccupante per la verità: perché abbiamo così paura quando non ci viene detto con chiarezza cosa dobbiamo fare e pensare? Eppure abbiamo ricevuto così tanti insegnamenti grazie alla nostra educazione cattolica che dovremmo non avere costantemente bisogno di un sms dal Papa che ci dice se abbiamo agito bene o male e come comportarci nel prossimo step. Forse è bene che ognuno di noi rifletta su che cosa abbiamo davvero “metabolizzato” degli insegnamenti dottrinali e che cosa invece è rimasto in superficie come una macchia d’olio.
Lasciando però da parte questo discorso, vorrei dire giusto due parole su un articolo scritto giorni fa da Vito Mancuso a tal proposito. Mi ha stupito enormemente che dopo tutti questi mesi di articoli, libri, discussioni e dibattiti sul Papa attuale, ci sia qualcuno che sembra essere tornato da una vacanza su Marte durata da quando il Papa è stato eletto. Il fine teologo ha infatti espresso con un candore e una quasi compassionevole ingenuità e semplicità il suo disaccordo su questa “campagna conservatrice che vede in Bergoglio il simbolo da colpire”, riferendosi a quella parte di cattolici a cui questo Papa non convince e appare troppo populista.
Mancuso non nasconde lo sdegno e ci tiene a farlo sapere tra le colonne di Repubblica, lo stesso luogo dove il suo fondatore Scalfari ha pubblicato il suo dialogo col Papa.
Ciò che colpisce non è tanto lo sdegno, che è legittimo e rappresenta anche quello di molti cattolici, ma il modo con cui Mancuso presenta le ragioni per cui questo Papa non piace ad alcuni e piace tanto ad altri, elencandole praticamente come quei titoli di giornale apparsi dal giorno in cui il Papa si è affacciato alla finestra per dire “Buongiorno”.
Titoli di giornale, ossia, quanto di più superficiale e deviante dalla verità possa esserci. Credo che ormai non esista persona che si faccia ancora ingannare dai titoli dei giornali, riconoscendo che essi rappresentano il più delle volte quello che un quotidiano vuole dire, non quello che la persona in questione ha effettivamente detto o fatto. Si chiama distorsione della verità, ed è ormai diventato lo sport preferito dai giornalisti alla mercé dei loro direttori.
Tuttavia, Mancuso ancora ci crede ai titoli. Ed è per questo che si prova più compassione per l’ingenuità che non fastidio per l’ignoranza.
Aiutiamo quindi Mancuso, e chi come lui, a capire che Bergoglio non ha affermato il primato della coscienza individuale come nuova religione, ma ha solo espresso ciò che il Catechismo dice, ossia che la coscienza dell’uomo essendo stata creata da Dio è indirizzata al Bene, tuttavia compiamo il male a causa del cattivo uso del libero arbitrio. Nulla di rivoluzionario dunque, e per il teologo Mancuso questo dovrebbe essere pane quotidiano.
Spieghiamogli che non sappiamo cosa significa “apertura alla cultura moderna” e non risulta che il Papa abbia osato tanto, se non poiché vivendo nell’epoca moderna egli parla con una lingua moderna e non arcaica. Spieghiamogli che dalla “scelta di non insistere sui valori non negoziabili” non segue che l’aborto in fondo non è poi così sbagliato e che è meglio praticare sesso sicuro che rischiare di rimanere incinta se si deve andare alle Seichelles.
Che il dire “chi sono io per giudicare un gay” altro non è che l’evangelico “non guardare la pagliuzza nell’occhio del vicino ma la trave che è nel tuo” e nessun Papa in passato e nemmeno nessun cattolico sano di mente ha mai giudicato un gay, ma al massimo le provocazioni di certe lobby e associazioni gay che strumentalizzano il disagio di chi davvero soffre questa devianza sessuale.
Spieghiamo a Mancuso che la “preferenza verso i poveri” non è una novità di questo Papa e che non c’è mai stato alcun “riaccredito della teologia della liberazione” ma la linea di Bergoglio sposa alla perfezione quella dei papati precedenti. Che l’attacco al clericalismo, alla cortigianeria della curia e al proselitismo da parte del Papa sono considerazioni talmente scontate e banali (per quanto vere e condivisibili) che infatti sono state riservate per l’intervista di Scalfari su Repubblica.
Cerchiamo di spiegare a Mancuso che la scelta di “vita austera” di questo Papa altro non è che il riflesso della sua personalità e del suo spirito francescano, e non è in sé un giudizio verso chi questo stile non lo adotta, per il solito principio suddetto della pagliuzza nell’occhio.
Infine, cerchiamo di far capire a Mancuso che questo Papa, grazie a Dio, non vuole fare diventare la Chiesa solo un luogo “normale” e “di cui ci si possa fidare”, non è un supermercato né una stazione dei treni. La Chiesa come la intendiamo noi cattolici è qualcosa di un po’ più solido costruito sopra delle fondamenta che reggono da più di duemila anni. Questo Papa non sta creando una nuova Chiesa ma la sta rinnovando col marchio “Bergoglio”, come è sempre accaduto con l’arrivo di un nuovo pontificato. Ma senza le basi esistenti e lavorate dai Papi precedenti potrebbe fare ben poco, e il suo lavoro sta consistendo anche nel togliere quella patina di marciume creata nel tempo da certi elementi umani della curia. Elementi di cui, peraltro, si sta piano piano liberando, ristabilendo quell’ordine e quella pulizia degni della sposa di Cristo.
Nessun cattolico vorrebbe semplicemente “stare tranquillo nel mandare il figlio all’oratorio”, come Mancuso auspica, ma un cattolico vero (e non semplicemente un “battezzato”, caro teologo) chiede molto di più alla Chiesa: che i preti tornino a fare i preti e insegnino quella dottrina che il nostro Bergoglio ci insegna ogni mattina con le sue omelie in Santa Marta che andrebbero lette prima dei titoli dei giornali.
La rivoluzione di Papa Francesco non si esaurisce solo nella lotta alla povertà né nell’abbraccio al malato, questa è normale routine di un Pontefice. La vera rivoluzione di Bergoglio è che sta esprimendo in un linguaggio universalmente riconoscibile il messaggio di Cristo e ne sta rinnovando la sua Sposa, madre, consolatrice e soprattutto maestra: la Chiesa.
“Questa situazione lascia trasparire un fatto, un po’ preoccupante per la verità: perché abbiamo così paura quando non ci viene detto con chiarezza cosa dobbiamo fare e pensare?” Bellissima frase che centra il problema della Chiesa dei non negoziabili: Avere una Chiesa che detta dottrina, catechismo e regole fa comodo perché evita di pensare e fa si che se tu ti attieni alle regole ti senti a posto. Peccato che senza che te ne rendi conto non salvi l’asino nel pozzo, lasci andare il ferito sulla strada perché hai un orario della messa da rispettare e ti capita di giudicare con “facilità” chi vive nel “disordine”. Se Bergoglio aiuta a pensare ben venga Bergoglio.
Grazie salvatore, mi hai tolto le parole dalla penna.
E’ penoso leggere che c’è chi continua a ritenere che la Chiesa che “detta dottrina, catechismo e regole” induca a non pensare e a “sentirsi a posto”. Significa aver capito niente del Magistero – solo per citare gli ultimi – di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Comunque, quanto a dottrina, regole, e “(principi) non negoziabili”, sarebbe opportuno informarsi su che ne pensa Bergoglio, senza incagliarsi nei titoli di giornale, prima di pensare fallacemente che papa Francesco giudichi negoziabili i non negoziabili.
Su aborto e matrimonio omo, rimando a quello che scrivevo ieri:
http://costanzamiriano.com/2013/11/14/ma-il-bersaglio-e-un-altro/#comment-67442
Invito inoltre a dare un’occhiata alla lettera del cardinal Bergoglio del 5 luglio 2010, meritoriamente tradotta e pubblicata oggi da La Nuova Bussola quotidiana, di cui riporto un passaggio:
“Non si tratta di una questione di semplice terminologia o di convenzioni formali relative a una relazione privata, ma di un vincolo di natura antropologica. L’essenza dell’essere umano tende all’unione dell’uomo e della donna come realizzazione reciproca, come attenzione e cura, come cammino naturale verso la procreazione. Questo conferisce al matrimonio la sua elevatezza sociale e il suo carattere pubblico. Il matrimonio precede lo Stato ed è la base della famiglia, che è cellula della società precedente a ogni legislazione e precedente perfino alla Chiesa. Da questo deriva che l’approvazione del progetto di legge in discussione significherebbe un reale e grave regresso antropologico.
No, il matrimonio di un uomo e di una donna non è la stessa cosa dell’unione di due persone dello stesso sesso. Distinguere non è discriminare, al contrario è rispettare.
Differenziare per discernere è valutare in modo appropriato, non è discriminare.
In un’epoca in cui si insiste tanto sulla ricchezza del pluralismo e della diversità culturale e sociale, è davvero contraddittorio minimizzare le differenze umane fondamentali.
Un padre e una madre non sono la stessa cosa.
Non possiamo insegnare alle future generazioni che è la stessa cosa prepararsi a un progetto di famiglia assumendo l’impegno di una relazione stabile tra uomo e donna e convivere con una persona dello stesso sesso.
Stiamo attenti a che, cercando di mettere davanti un preteso diritto degli adulti che lo nasconde, non ci capiti di lasciare da parte il diritto prioritario dei bambini – gli unici che devono essere privilegiati – a fruire di modelli di padre e di madre, ad avere un papà e una mamma.”
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-bergoglio-rispetto-per-i-gay-ma-la-famiglia-e-altra-cosa-7741.htm
Grande Alessandro!
Grazie Giusi! 😉
Grazie, Alessandro! Sempre prezioso!
Grazie a te, Sara!
Essere semplicistici nel leggere e non voler distinguere le cose nei contesti in cui sono sembra essere male diffuso.
Ale: arrivo in ritardo su questo post, ma lo smack al tuo primo commento ci sta proprio bene! 😀
E, sulla fiducia, sono sicura che starà bene anche nei tuoi prossimi… 😉
Salvatore Scargiali:
…hai perfettamente ragione!
Ragione su che?
…su quello che scrive all’inizio, per come l’ho capito io.
Lo sai come fa il computer, mette le cose dove vuole lui (Bariom brontolando).
Dove vuole lui (forse), ma sempre allo stesso posto… non “a casaccio” 😉
Io sono tra quelli che credo nello Spirito Santo e sopratutto che il Signore Dio ha a cuore la sua chiesa, fatta appunto di uomini, pienamente d’accordo sulla seconda parte dell’articolo, ma lo capiranno i signori Mancuso?
P.s.: nei secoli c’è sempre stato un Papa che ha rinnovato la Curia, proprio perché fatta di uomini ha bisogno anche lei di una conversione continua.
Grazie, ottimo. Era quello che ci voleva in questo momento, soprattutto per quelli come me che dormono con un occhio aperto 😉
Bello.
Grazie Jane.
PS: Anche perchè se aspettavate me…. pane e cicoria…
Grazie Jane!
…tu Tarzan io Jane?
…perché esistono i Mancuso (tra gli altri)?
.
..uno dei fattori fondamentali tra quelli che hanno esercitato un ruolo preminente nel processo di formazione del pensiero moderno, dalla seconda metà del ‘500, in poi, è stata indubbiamente la progressiva dissociazione di una coscienza laica dalla tradizionale religiosità occidentale o dal generale sistema raligioso dell’Occidente.
Si incominciò, (come anche ora si fa o si potrebbe fare) (Alessandri&Bariom&Roberto&admin etc. permettendo ) a distinguere tra l’essere religiosi e il far parte di una confessione religiosa. La religiosità, del singolo (si cominciò a
intendere, chi l’avesse voluto intendere) avrebbe potuto (e potrebbe) esplicarsi , con altrettanto VALIDE ragioni
morali, aldifuori di una religione costituita.
Sinceramente, “la religione del singolo al di fuori di una religione costituita” ritengo finisca per essere inevitabilmente, al di là delle buone intenzioni, una pratica autoerotica. Magari molto sofisticata, ma pur sempre autoerotica.
Te puoi “ritenere” quello che ti pare, anche che siano, per parlare in chiaro, seghe mentali, altri modi di intendere la religione, il fatto è che che questi modi esistono e sono sempre esistiti, specialmente nella coscienza religiosa delle delle classi (cosiddette) colte (ma anche non).
Non ho detto che non esistano, ho detto che sono pratiche autoerotiche
…seghe mentali!
Più che dallo spirito francescano, immagino che l’austerità della personalità derivi da quello gesuita 🙂
OT Sentite io qui ci passo poco, perché diciamo che sono una un pò (un bel pò, in verità) allegra: se vi viene in mente un altro termine usatelo lo stesso, perché di sicuro è più corretto. In ogni caso mi vorrei complimentarmi con Costanza per non aver fiatato sui noti eventi di Roma, mostrando indignazione, ma in pratica, marciandoci su.
Baci
quali sarebbero i “noti eventi di Roma” ?
La “marcia su Roma”… forse? 🙂
Ma non era il 28 ottobre? 😉
beh visto che si parla di ragazze “allegre” forse Rosa parla delle 15enni che han invaso tv giornale etc.
Essere semplicistici nel leggere e nell’ascoltare, non voler distinguere le cose nei contesti in cui sono sembra essere male diffuso.
Che è? Un disco rotto?
🙂
https://www.dropbox.com/s/ffdofmr5610hofl/1460031_255097677973315_465730013_n.jpg
In pratica si dice che Bergoglio è uno zelante prosecutore (prosecutore stando fermo, ovviamente) della Dottrina della Chiesa9 e che in realtà (ovviamente) non potrebbe essere altro che un prosecutore o al massimo un ribaditore degli eterni principi. E tanti invece si ostinano a pretendere che non sia così. Ma voi l’avete capito che è così. Per la contraddizione che non consente il contrario.
O.T.
Tra le tante notizie sulla Miriano apparse sul web trovo che questa sia interessante:
Giovanni Strafellini (uomo) scrive un bel post sul diritto alla partoanalgesia.
Il che è un po’ come scrivere sul diritto a non morire di fame.
Ma andiamo avanti.
Tra i commenti desolanti di molte donne e un solo maschietto, spicca per notorietà di firma questo:
Penso che le donne hanno partorito naturalmente per migliaia di anni e nella stragrande maggioranza dei casi possono continuare a farlo. Se è un espediente per soffrire di meno quindi non mi piace e io non l’ho voluto: la gravidanza e il parto non sono malattie, ma avventure strepitose. Ci sono però casi in cui disfunzioni e problemi rendono il parto talmente difficile che forse un aiuto chimico può servire, e in effetti i progressi della medicina hanno fatto diminuire molto la mortalità delle donne e dei bambini. Sono eccezioni però, e non devono diventare la norma.
Costanza Miriano
Grazie Alvise di averlo riportato…
Direi ottimo commento (certo approvazione da parte di un uomo che non partorisce… ;-))
Ma forse vista la premessa, lo fai rientrare nei “desolanti”…
Direi anch’io ottimo commento! Grazie, Alvise!
…”desolanti” non l’ho scritto io. Io non lo fo rintrare da nessuna parte. Mi sembrava interessante per approfondire il pensiero della titolare del blog.
Vedi… avevo pensato male. (chissà come mai?)
…già, come mai?
Credo di aver letto sul libro di Antonio Socci su Padre Pio che l’unica cosa di valore che noi uomini possiamo offrire a Dio sia la nostra sofferenza. Sembra che una volta fosse un sentire comune, forse perché la sofferenza abbondava e occorreva trovarne ragione in qualche modo, però se ci penso mi sembra la cosa abbia un senso.
I Mancuso passano… i Bergoglio, e i Ratzingher, e i Wojtyla, etc. restano. 😉
Acuta analisi delle reazioni a Papa Bergoglio.
Certo, poi ci sono quei cattolici che sentono continuamente il bisogno di spiegare a tutto il mondo il significato dei messaggi e dell’apostolato di Bergoglio perchè, loro e solo loro (per diretta investitura divina), hanno capito il vero significato di quello che ha da dire, e proprio non possono perdere occasione per ribadircelo.
A me sembra che il messaggio di Bergoglio sia per tantissimi versi molto “moderno”, nella accezzione più positiva del termine, se non altro per un motivo: per gli argomenti su cui sceglie di mettere l’enfasi.
Mentre una certa fascia dei cattolici continua settimanalmente a sentire il bisogno di ricordarci che gli omosessuali sono il problema principale dell’umanità (basti pensare all’assurda quantità di articoli scritti e postati sulla legge anti-omofobia, come se si trattasse della minaccia di una apocalisse nucleare, e come se non ci fossero dozzine di altri temi più pressanti!) , Bergoglio dice “ok, lo sappiamo che questo è un peccato, ma dobbiamo davvero parlarne continuamente e mettere continuamente l’enfasi su questi temi anzicchè invece metterla su temi più pressanti o semplicemente più concilianti?”
Davanti ai messaggi di Bergoglio possiamo, a mio avviso, fare due cose.
A – Semplicemente accettarli e recepirli nel loro cattolico, immediato, significato (a mio avviso chiaro a tutti).
B – Oppure continuare a cercare di spiegare al mondo quello che i messaggi di Bergoglio non vogliono dire, e continuare a parlare tutte le settimane degli orrori delle famiglie omosessuali e della minaccia della legge anti-omofobia.
Scegliete voi.
@ Sergio Lima. Appunto perché ci sono dozzine di temi più pressanti a me scoccia infinitamente che il parlamento italiano perda tempo su una proposta di legge-bavaglio per la libertà di parola e di opinione e che giornali, televisioni e sedicenti maestri facciano a gara per assicurarci che una legge contro la c.d. omofobia è tutto quel che ci serve per far tornare l’età dell’oro e rinnovare il mondo.
Spieghiamo anche a Mancuso che il papa è un cattolico.
La cosa divertente è che proprio ieri una persona “insospettabile” mi consigliava caldamente la lettura del teologo Mancuso. Così a naso la cosa mi sconfinferava poco ma non immaginavo di avere così tanto ragione 🙂
Mancuso è un teologo talmente in contrasto con l’ortodossia che perfino lo scaltrissimo eterodosso Enzo Bianchi ne ha abilmente preso le distanze, per poter continuare a fingersi ortodosso:
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/05/05/riposizionamenti-enzo-bianchi-si-smarca-da-vito-mancuso/
Bellissima questa Alessandro!