Ma il bersaglio è un altro

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di Costanza Miriano   (da un commento per globalist.it)

Tutta la faccenda spagnola mi metterebbe una grande allegria – pubblicità gratuita, vendite che volano, corrispondenti stranieri che mi pregano di concedere loro qualche minuto, come se contassi qualcosa – se non fosse che il vero obiettivo di tutta la polemica è la Chiesa cattolica spagnola, in questo caso nella persona dell’arcivescovo di Granada, il grande Javier Martìnez, editore della versione spagnola del mio libro. Le parole Martinez e sottomissione nella stessa frase non sono tollerate dalle femministe spagnole, che ce l’hanno con lui in modo furente e inspiegabile. O meglio, spiegabile solo alla luce di una battaglia politica che vede la Spagna anticlericale in modo irragionevole, battaglia che non voglio commentare non conoscendola abbastanza.
Ecco perché mi piacerebbe fare la martire, atteggiarmi a Giovanna D’Arco, ma purtroppo non posso, il mio senso del ridicolo me lo impedisce. Essere autore di un libro proibito è il sogno di ogni scrittore, ma mi sembra di non meritare tanta gloria. Tra l’altro se dovessero censurare me, andrebbero ritirate dal mercato tutte le copie in spagnolo della Bibbia, laddove parla di “marito capo della moglie” o di sodomia come “passione infame”.
Piuttosto credo che la partita sia molto più grande di quella che si gioca intorno al mio libro. Sono due antropologie che si scontrano, quella delle gender theories che pur essendo teorie sono promosse come dati di fatto a livello internazionale da tutti i grandi organismi di governo, e quella cristiana, che io ho solo raccontato con un linguaggio semplice e colorito, come direbbe un mio amico prete “alla porcogiuda”. Ecco, questa è la battaglia davvero interessante, e la crisi di nervi che ha procurato la parola “sottomessa” ne è la spia. E’ l’idea stessa di uomo e donna, di maschile e femminile ad essere in gioco, e qui sì che la storia si fa interessante.

 

 

99 pensieri su “Ma il bersaglio è un altro

  1. Sara

    Certamente la battaglia si gioca sull'”idea stessa di uomo e donna, di maschile e femminile”. Però, cara Costanza, tu sei in prima linea a combatterla! Grazie per tutto quello che testimoni!

  2. Vera

    Il grande Javier Martinez??? Inspiegabile??? Allora te lo spiego io perché le donne spagnole (e non necessariamente femministe,ma TUTTE le donne spagnole) e anch’io,italiana residente in Spagna, ce l’hanno a morte con codesto personaggio: ha paragonato l’aborto al olocausto nazi,anzi,ha detto che era peggio!!! Non contento ha aggiunto “.. si la madre es capaz de matar a su propio hijo, el varón tiene entonces autoridad absoluta para hacer lo que quiera con ella y con su cuerpo” ossia: se la madre é capace di uccidere il proprio figlio, l’uomo ha,allora,il diritto sdi fare ció che vuole con lei e col suo corpo!!! Qualcuno,non so piú se qui sul tuo blog o sul tuo fb ha detto che é stato malinterpretato o volutamente frainteso;di frainteso non c’é nulla te lo posso assicurare io e mille trasmissioni e commenti fatti a telegiornali. Eccerto che che il suo solo nome fa venire i peli dritti!! Direi che con ragione!! Qui la violencia de genero (violenza sulle donne) é un piatto di tutti i giorni,tutti i giorni cercando di educare nelle scuole,tutti i giorni c’é chi si batte perché la donna non sia sottomessa…e tu ci scrivi un libro con questa bella parola in primo piano? Ovvio che fa girare gli zebedei come elicotteri a chi combatte proprio la sottomissione!! Me per prima (ma non te ne puó fregar di meno sicuramente). E guarad che in Spagna i cattolici sono molto piú osservanti che in Italia e non vedo cosa c’entri la bIbbia. Ne hai preso una frase? Ma ce ne sono mille che dicono tante altre cose che non ti piacerebbero…quindi non c’entra nulla. La vergine Maria E’ la Donna number one: non ha mai chinato la testa. Anzi, Lei schiaccia addirittura il serpente (simbolo fallico???). Gesù Cristo è il primo ad aver condannato la schiavitù e qualsiasi forma di SOTTOMISSIONE tra esseri umani.

    1. Il mestiere dello storico (il mio) consiste nel ricostruire fatti che non abbiamo visto, usando testimonianze altrui (le fonti). L’ABC del mestiere è che le fonti non vanno prese come oro colato ma, come minimo, interrogate un pochino. Le domande possono essere tante, ma quella minimale è «sarà vero quello che dice?». Domanda importante, specie quando la fonte dice cose un po’ sopra le righe, per esempio che un arcivescovo permette gli stupri di massa,
      Un autorevole gruppo di pressione spagnolo vuole mettere all’indice un libro di C. Miriano perché il suo editore spagnolo è un vescovo che ha permesso gli stupri di massa. La giornalista spagnola che ha intervistato Costanza è candidamente convinta che lo abbia fatto. Ora, con tutto che ci sono stati arcivescovi che “accanto /alla mazza ferrata [portavano] l’olio santo” o che di cognome facevano Guastavillani, sarò prevenuta ma mi permetto di inarcare un sopracciglio. Possibile?
      Comunque, il/la giornalista, nell’era di Internet, ha a disposizione ampi mezzi per verificare, prima di scaricare guano di storni sull’arcivescovo di Granada. O non ne vale la pena? No. E’ una giornalista, non è una storica, della verifica delle fonti non gliene può importare di meno. Io invece sono una storica (che in questo momento sta rubando il pane, lo confesso…) e mi è venuta la curiosità di controllare.
      Scopro così che il 20 dicembre 2009 l’arcivescovo fece una predica, poi messa su Youtube nell’ottobre 2010.
      Nell’omelia il vescovo DENUNCIAVA la legalizzazione dell’aborto dicendo che essa è una VIOLENZA per le donne. «Permettere che un bimbo indifeso sia ucciso, e ucciso per volere della sua stessa madre significa dare all’uomo una licenza illimitata di abusare del corpo della donna; la donna che, oltre a dover sopportare la tragedia dell’aborto, deve anche considerare tale tragedia un diritto: il diritto di continuare a vivere portandosi dietro il peso di un rimorso che nessun medico o psichiatra potrà sanare.» (traduzione da una traduzione inglese dell’originale spagnolo)
      A fine 2011-inizi 2012 qualche blogger di pochi scrupoli (o forse solo analfabeta di ritorno) ha scoperto la predica e capito fischi per fiaschi: l’affermazione che «L’aborto equivale a dare all’uomo una licenza illimitata di abusare del corpo della donna” è stata tradotta in «E’ lecito per l’uomo abusare di una donna che ha abortito».
      E si sono scatenati i latrati virtuali:
      «“Violentatele, se lo meritano!” dice l’Arcivescovo di Granada» (titolo di un post di Fernando Riveres, blogger di sinistra)
      oppure «Un arcivesco spagnolo permette lo stupro delle donne che hanno abortito» (“Hern Political Blog”, francese; titolo ripreso dal sito web “JOL Press” (per altri esempi cfr. http://catholicforum.fisheaters.com/index.php?topic=3447957.0;wap2)

      E così d’ora in poi, quando dovrò fare un esempio di come la trasmissione delle notizie può alterarne il significato, oltre al classico aneddoto riportato da Marc Bloch, sulla fila di soldati della Prima guerra mondiale che, passandosi di bocca in bocca il messaggio «Attenzione, ci sono crateri di bombe a sinistra», lo fecero diventare «Attenzione, andare a sinistra», potrò raccontare anche quello della predica dell’arcivescovo di Granada.
      Data la professione della padrona di casa, mi astengo da commenti sui giornalisti 😉

      1. admin

        @vera: ho replicato il commento di senm-wbmrs dell’altro giorno perché penso che abbia fatto un buon lavoro e soprattutto fatto chiarezza su questa vicenda, anche se penso basterebbe il buon senso per capire quanto sia assurdo e folle pensare che un arcivescovo della Chiesa Cattolica abbia potuto dire (restando al suo posto) che una donna che abortisce può essere violentata.

      2. MeMyselfAndI

        Andando alle fonti (e senza passare dall’inglese), ecco il video dell’omelia in questione:

        .http://youtu.be/c8uBK4vTMMc?t=1m46s

        Ed ecco il testo della parte incriminata:

        El mundo puede llamarlo estupidez. Yo le llamo valor. Pero matar a un niño indefenso, ¡y que lo haga su propia madre! Eso le da a los varones la licencia absoluta, sin límites, de abusar del cuerpo de la mujer, porque la tragedia se la traga ella, y se la traga como si fuera un derecho: el derecho a vivir toda la vida apesadumbrada por un crimen que si empre deja huellas en la conciencia y para el que ni los médicos ni los psiquiatras ni todas las
        técnicas conocen el remedio.

        Da quello che so anche l’arcivescovo in questione ha ammesso che queste parole potessero essere male interpretate:

        http://noticias.es.msn.com/ultima-hora/noticia.aspx?cp-documentid=151711539

        E, in effetti, anche per me queste frasi possono essere interpretate in diversi modi.

        1. admin

          certo possono essere interpretate in tutti i modi che consente la malafede (che è l’unica “fonte giornalistica” che non ammette smentite).

          1. C’è sempre un orecchio buono come uno cattivo per ascoltare le cose…

            Non mi pare difficile comprendere che il senso è quello che ci ammonisce: se una Donna arriva a uccidere il figlio che porta in grembo, l’Uomo (inteso come Umanità tutta) è libero di arrivare alle peggiori nefandezze, come l’Uomo singolo, maschio può arrivare, senza più alcun limite, a violentare la Donna, colei che genera la vita.

            Il peccato (chiunque lo commetta) genera sempre violenza e morte.

            Ma si preferisce pensare che questo peccato di morte e di vero sterminio (l’aborto), non abbia un’influenza sull’Umanità tutta.

            1. Alberto

              È la stessa cosa che disse Madre Teresa a un giornalista in occasione del conferimento del Nobel per la pace: “L’aborto distrugge la pace; se si consente a una madre di uccidere il proprio figlio, che cosa può impedire a me di uccidere lei, e a lei di uccidere me?

        2. lidiaB

          Traduzione del testo riportato da MeMyself..: “Il mondo può chiamarlo stupidità. Io lo chiamo coraggio. Ma uccidere un bambino inerme, e che a farlo sia sua madre stessa! Questo da ai maschi licenza assoluta, illimitata, di abusare del corpo della donna, perché è lei a portare il peso della tragedia (in spagnolo tragar vuol dire ingoiare, ciò da all’originale una sfumatura fisica difficile da rendere in italiano traducendo letteralmente con “è lei che si sorbisce la tragedia”) e lo porta come fosse un diritto: il diritto a vivere tutta la sua vita col peso di un crimine che lascia sempre tracce nella coscienza e per il quale ne i medici ne i psichiatri ne le tecniche (nel senso di tecnologie, ma questa è una mia illazione) conoscono il rimedio.”
          Io sono spagnola residente in Italia da circa 20 anni. Purtroppo laggiù la chiesa viene regolarmente identificata con il franchismo (si, ancora adesso). Il laicismo radicale che spopola in altri paesi europei in spagna è intriso di mangiapretismo di reazione. E triste, ma è così.

          1. MeMyselfAndI

            Grazie lidiaB. Mi sembra quindi che, in buona fede, si possa interpretare in più modi il passo dell’omelia in questione, tra cui quello che ha causato questa levata di scudi.
            Sono d’accordo che poi bisogna vedere il contesto , la persona, quanto ha espresso in precedenza ecc. Ma se qualcuno già pensa che la Chiesa sia un retaggio del passato, con idee “antiquate” o per altri motivi ce l’ha con la Chiesa e la religione (e sono tante le persone in questa situazione), be’, ne è conseguenza logica che esse vengano viste attraverso questa lente più o meno “distorta”.
            Purtroppo, poi, eventuali rettifiche successive riescono solo a scalfire la superficie di questo pregiudizio rinforzato…

    2. vale

      oh, finalmente, siccome me l’ero perso perché troppo piccolo al tempo, un po’ di revival sessantottesco con le madonne che schiacciano simboli fallici.
      e son quasi 40 e passa anni ma le bischerate non finiscono mai. infinite. anzi ne sono la prova ontologica.

    3. Giovanni da Patmos

      http://www.youtube.com/watch?v=8FkoB290BCs

      http://diocesisgranada.files.wordpress.com/2009/12/homiliacatedral20diciembre20092.pdf

      Mi faccia un piacere, queste sono le fonti che ho trovato, mi indicherebbe cortesemente il punto esatto dove il vescovo ha pronunciato le seguenti parole:

      “.. si la madre es capaz de matar a su propio hijo, el varón tiene entonces autoridad absoluta para hacer lo que quiera con ella y con su cuerpo” ossia: se la madre é capace di uccidere il proprio figlio, l’uomo ha,allora,il diritto sdi fare ció che vuole con lei e col suo corpo!!!

      1. Questo è quello che c’è scritto nel testo della “omelia”:

        “Pero matar a un niño indefenso¡y que lo haga su propia madre! Eso le da a los varones la
        licencia absoluta, sin límites, de abusar del cuerpo de la mujer”

        1. Giovanni da Patmos

          Grazie, Alvise. Quella frase mi era sfuggita.
          Ritengo a questo punto di sospendere il giudizio, giacchè non conosco lo spagnolo e il traduttore di google non mi aiuta come vorrei.

  3. …morte e paradiso assicurato, però, per voi, per noi no!

    Antropologico, bisogna precisare, è il modo di vita di tutti noi, noi, antropologicamente viviamo nelle case fatte di muro nelle città nelle autostrade tra i frigoriferi nei supermercati (a parte webmistress che baratta le cose buone marchigane di una volta) eccetra eccetra, questa è la nostra comune antropologia!!!
    Beati poi voi che ci avete in più in dotazione la fede di vita eterna. Ma fino a allora antropologici anche voi siete.

  4. Donatella

    Cara Costanza, come ti dissi tempo fa su twitter, grazie al coraggio del tuo libro sono riuscita ad aiutare tante coppie in crisi d’identità. Viviamo tempi bui di totale disorientamento e disperazione. La tua freschezza, la gioia che sprizzi da tutti i pori, la tua autoironia infastidiscono i nichilisti, i soli, gli invidiosi che vorrebbero vedere l’umanità intera annaspare nel fango. E’ difficile per queste categorie di persone sopportare chi vive nella gioia, nella speranza, nella tramissione di valori altissimi che il Cristianesimo infonde. Cara amica, sappi che non sei sola, facciamo parte di quel piccolo esercito di Cristo che non teme niente perché nel nostro scudo c’è la Croce. Un abbraccio

  5. @Vera
    Perché, l’aborto non è olocausto? Madri che uccidono i propri figli: non è abominio? Peggio, perché le coscienze sono ottenebrate.

    1. E vogliamo parlare di numeri?… Se non è un olocausto, non saprei come definirlo.

      @Vera, il serpente simbolo fallico? Boh, io sapevo che siboleggia il demonio nella sua incarnazione ai nostri progenitori.

      Gesù Cristo non ha mai condannato la schiavitù, ha parlato di ben altro… ma questo fa tanto parte del vangelo secondo Sentito Dire.

      Come per Maria che non avrebbe mai chinato la testa… da dove viene questo? Lei che viene definita “l’umile ancella”… mah

      1. Giusi

        E inoltre:

        Dal Vangelo secondo Marco 9,30-37
        In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: “Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà”. Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni.
        Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: “Di che cosa stavate discutendo lungo la via?” Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: “Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti”.
        E preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: “Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”.

  6. 61Angeloextralarge

    “Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo
    ed è contrario alle nostre azioni;
    ci rimprovera le trasgressioni della legge
    e ci rinfaccia le mancanze
    contro l’educazione da noi ricevuta.
    Proclama di possedere la conoscenza di Dio
    e si dichiara figlio del Signore.
    E’ diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti;
    ci è insopportabile solo al vederlo,
    perché la sua vita è diversa da quella degli altri,
    e del tutto diverse sono le sue strade.
    Moneta falsa siam da lui considerati,
    schiva le nostre abitudini come immondezze.
    Proclama beata la fine dei giusti
    e si vanta di aver Dio per padre.
    Vediamo se le sue parole sono vere;
    proviamo ciò che gli accadrà alla fine.
    Se il giusto è figlio di Dio, egli l’assisterà,
    e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
    Mettiamolo alla prova con insulti e tormenti,
    per conoscere la mitezza del suo carattere
    e saggiare la sua rassegnazione.
    Condanniamolo a una morte infame,
    perché secondo le sue parole il soccorso gli verrà.

    Sapienza 2, 12-20

    Dedicato a Mons. Martinez e a Costanza, perché possano sempre di più sperimentare che non sono soli e che il soccorso c’è gia! 🙂

  7. Tradotte in parole semplici (e senza malafede) le parole del Grande Vescovo Spagnolo:
    se le donne abortiscono non vengano poi a lamentarsi di subire violenza. O no?

    1. Tradotte in parole semplici (e senza malafede) i tuoi orecchi (o occhi se hai solo letto…) funzionano bene, ma la tua capacità d’intendere molto meno 😉

  8. Samuele

    Purtroppo l’estrema sinistra spagnola aveva messo al potere femministe radicali che si sono messe a fare la guerra non solo contro la Chiesa, ma contro gli uomini, a colpi di false accuse di violenza domestica. Tanti bambini sono stati privati dei loro papà. La situazione è stata descritta nel libro “La dictadura de genero” a firma del giudice familiare Francisco Serrano Castro, il cui contenuto è qui descritto

    http://www.avoiceformen.com/book-review/la-dictadura-de-genero-the-dictatorship-of-gender-a-book-review

  9. Maxwell

    Costanza, ma cosa combini?
    Hai rotto le scatole ai zapateriani più tu con un libro in passaparola che non la Cei spagnola negli ultimi 10 anni………..

    Come ti muovi fai disastri ( 🙂 🙂 ) ma resti sempre la numero 1 !!!!

    ( se hai bisogno di qualche Ave Maria fammelo sapere )

  10. admin

    Ai commentatori di lingua spagnola:

    mi dispiace molto ma non posso approvare commenti in spagnolo perché, non capendo la lingua, non posso svolgere il mio ruolo di moderatore.

    L’Admin del blog

  11. Vera

    ma sí…qui,secondo voi,capiamo tutto fischi per fiaschi, interpretiamo il Vangelo secondo noi stessi e poi se,secondo voi,l’aborto e l’olocausto sono la stessa cosa…Inutile continuare una discussione simile!! Io sono stata una di quelle che ha raccolto firme per la legge per l’aborto e per il divorzio in Italia e per il matrimonio gay qui in Spagna…abbiamo vedute diametralmente opposte!! Ma,signori:io vivo qui,ascolto tutti i gironi la televisione e l’arcivescovo ha detto proprio cosí. E punto. Buona vita a tutti!!

    1. E te ne vanti pure!!!

      E poi mi dici che non interpreti il Vangelo “secondo te stessa” (o secondo voi altri…)

      MA FAMMI IL PIACERE!!

    2. Roberto

      “ascolto tutti i GIRONI la televisione” è il miglior lapsus freudiano nel quale questa Vera poteva incorrere. Come altro spiegare l’odio demenziale che la muove? Questo è molto interessante, comunque. Il demenziale odio ideologico che si nutre di lorsignori è tale da rendere alle loro menti deboli e distorte del tutto credibile la lurida menzogna che un Vescovo possa davvero aver invitato a stuprare una donna che abortisce. Il loro cervello è così in pappa che finiscono per autoconvincersene sul serio.
      Certo, il sospetto che questa ‘Vera’ sia in realtà una ‘Falsa’ identità inventata da qualche cattolico tradizionalista, c’è 😉 Sembra la caricatura di un essere umano raziocinante.
      Chissà quale genere di “dialogo” si può mai sperare di avere con costoro…

    3. Inoltre cara Vera, nessuno ha detto che l’aborto e l’Olocausto (Shoah) sono la stessa cosa, ma ormai il termine “olocausto” sta proprio ad indicare inimmaginabile e tremendo sterminio.

      Sterminio (olocausto) di cui cara promotrice dello stesso, se non ti converti, ti penti e credi al Vangelo (non quello “secondo chi?”) dovrai rendere conto, giacché con il tuo agire sei corresponsabile.
      Forse per questo l’accostamento non ti piace per nulla…

      Strano anche il saluto “buona vita” per chi è fautrice della soppressione della vita al suo primo apparire… 😐

    4. @ Vera, dal basso di una mestierante della ricerca storica.
      Si stima che l’Olocausto («the systematic, bureaucratic, state-sponsored persecution and murder of […] Jews by the Nazi regime and its collaborators») abbia causato circa SEI milioni di morti tra gli EBREI; definizione e stima da The Holocaust Survivors and Victims Research Center, http://www.ushmm.org/.
      Aggiungendo i NON EBREI che furono pure vittime dell’Olocausto si arriva, secondo stime di parte statunitense-israeliana, a UNDICI milioni di morti (http://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Holocaust/NonJewishVictims.html).
      Secondo wikipedia (che come fonte non è granché ma vado di fretta, http://en.wikipedia.org/wiki/Holocaust_victims) altre fonti stimano il TOTALE (comprendendovi anche militari e civili sovietici) a circa DICIASSETTE milioni.

      Ora, secondo la Laogai foundation, fonti ufficiali della Repubblica Popolare Cinese, stimano in QUATTROCENTO milioni le nascite “evitate” dal 1979 (anno dell’introduzione della cosiddetta Politica del Figlio Unico) al 2012.
      (fonte: http://www.laogai.it/politica-figlio-unico/400-milioni-di-nascite-evitate-in-cina-intervista-a-francesca-romana-poleggi/).
      Quattrocento milioni di interruzioni “volontarie” di gravidanza nella sola Cina. Poi ci sarebbe il resto del mondo.
      Mi sembra quindi di poter affermare che, se si parla di NUMERI, l’aborto ne ha ammazzati molti più dell’Olocausto. Quindi, se si parla di quantità, è molto peggio. Se si parla di qualità, francamente non vedo molta differenza.

      1. Giusi

        Una differenza c’è. Le vittime dell’Olocausto le abbiamo viste. Abbiamo visto in tanti film, in tanti documentari i loro corpi ammassati, abbiamo visto i sopravvissuti, i loro corpi scheletrici, abbiamo ascoltato le loro testimonianze, ogni anno vengono commemorati (di altri olocausti non se ne frega niente nessuno ma questo è un altro discorso); le vittime dell’aborto urlano ma il loro è un grido silenzioso, non viene ascoltato: c’è un plotone di esecuzione che ammazza un bambino che non può difendersi e lo butta nell’immondizia. Vera, abbi il coraggio di guardare questo video: è giusto che tu sappia a cosa hai collaborato

        http://it.gloria.tv/?media=290129

        1. Ottima osservazione…

          Anche se, come sappiamo, per alcuni non sono sufficienti neppure i filmati che testimoniano la Shoah! 😐

    5. SilviaB

      No, no! L’aborto è PEGGIO dell’olocausto!
      Per quanto l’olocausto sia mostruoso, intendiamoci.
      Ma nulla è peggio di una madre che uccide il proprio figlio quando questo dipende completamente da lei.
      Chi è favorevole all’aborto, in realtà ODIA la donna!

  12. Stefania

    Io dico solo che il messaggio centrale di Gesù è l’Amore. L’amore crea da sé buoni rapporti basati sul reciproco morire a se stessi per amore e per il bene dell’altro senza tante storie di particolarismi di genere.Punto. L’Amore, come dimostra Papa Francesco, crea accoglienza, dialogo anche fra parti diametralmente opposte. Altri discorsi privi di Amore possono creare contestazioni furibonde e a senso unico.

  13. Giusi

    Dal Vangelo sfuggito a Vera:

    Sul divorzio:

    Dal Vangelo secondo Matteo 5,27-32
    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.
    Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna.
    E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.
    Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all’adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio”.

    Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 19,3-6)

    In quel tempo si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero:

    «È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Ed egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi».

  14. vale

    bene. adesso avremo anche degli altri apocrifi: il vangelo secondo vera e alvise( non è che si conoscono?) 🙂

  15. Giusi

    L’Olocausto ha fatto cinque-sei milioni di morti, l’aborto oltre un miliardo, morti dei quali risponderai anche tu Vera visto che hai raccolto le firme.

    Il genocidio censurato. Aborto: un miliardo di vittime innocenti

    I morti causati dai regimi totalitari e dagli innumerevoli conflitti armati che hanno insaguinato il Novecento sarebbero circa 200 milioni.
    Eppure c’è una strage – tuttora in corso – che ha prodotto oltre un miliardo di vittime e di cui nessuno oggi vuole parlare: l’aborto. In maniera diretta, provocatoria e coinvolgente, Antonio Socci denuncia quello che è il peggior crimine commesso dall’umanità contro se stessa nel corso dell’ultimo secolo, raccontando tutta la verità sull’aborto: dalle origini del dibattito morale alle scelte politiche italiane, dalle politiche antinataliste cinesi all’attuale orientamento dell’Onu e delle istituzioni europee, dalle polemiche sulla Ru486 alle coraggiose iniziative del Moviemtno per la vita.
    Con dati, documenti e testimonianze sconvolgenti che mostrano lo scellerato delirio di onnipotenza a cui si spinge l’uomo quando abbandona il rispetto della Legge di Dio e della Legge di natura.

    Tutta la violenza di un secolo. E’ quanto promette di contabilizzare il titolo di un libro di Marcello Flores che la Feltrinelli ha pubblicato nel 2005. Parla del Novecento appena concluso e somma tutte le vittime delle guerre, dei genocidi, dei totalitarismi, dei fondamentalismi e dei razzismi. Alla fine l’autore calcola che “le persone uccise in atti di violenza di massa siano state tra i cento e i centocinquanta milioni (qualcuno propone addirittura la cifra di duecento)”. Cifre “in ogni caso agghiaccianti” che, osserva Flores, “giustificano il fatto che il XX secolo sia stato considerato uno dei più violenti nella storia dell’umanità”. L’autore poi indica la Seconda guerra mondiale, “con i suoi cinquanta milioni di morti” come “l’evento più violento e distruttivo del XX secolo e forse della storia umana”.

    Ma siamo sicuri di questa ricostruzione? A prima vista sembrerebbe obiettiva ed esauriente. Anche dal punto di vista politico, perché Flores somma, giustamente, i crimini commessi dai regimi comunisti e quelli nazifascisti: “I tre quarti almeno delle morti del XX secolo […] sono frutto della violenza di massa dei governi totalitari”.

    Nessuno solleva obiezioni di fronte a questo quadro. A tutti sembra attendibile. E già questo dice quale gigantesca rimozione esista tuttora nelle nostre menti, nelle nostre coscienze, nel nostro sistema informativo e culturale, in tutta la nostra civiltà. Nessuno infatti penserebbe che da questo spaventoso computo sia rimasta fuori la più immane delle stragi, quella che da sola totalizza un numero di vittime enormemente superiore alla somma delle altre.

    E non perché nessuno sia a conoscenza di tale “fatto”: anzi, tutti lo conoscono, è una soppressione di vite umane addirittura autorizzata e finanziata dagli stati. Ma questo fenomeno – nonostante le sue colossali dimensioni, il più vasto olocausto della storia umana – è totalmente e sistematicamente rimosso da tutta la società contemporanea: un miliardo di vittime. Ripeto: un miliardo di vite umane soppresse. Parlo dell’aborto.

    Come si arriva a un computo così inaudito?
    Sono certo che il lettore sospetterà trattarsi di un’esagerazione, di una cifra a effetto.
    Non è così.
    Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (dati del 1997) ogni anno sarebbero praticati 53 milioni di aborti, ovvero abbiamo annualmente un numero di vittime innocenti pari a quelle provocate dall’intera Seconda guerra mondiale (1939- 1945) che è considerata “l’evento più distruttivo della storia umana”. Da quanti anni si verifica questa ecatombe? Se si ricorda che da più di trent’anni l’aborto è stato introdotto nei paesi democratici, e molto prima è stato legalizzato dall’Unione Sovietica, dalla Germania nazista e poi dagli altri paesi dell’Est – cosa che dimostra come l’aborto sia uno dei frutti avvelenati delle ideologie totalitarie del Novecento – si supera facilmente il miliardo di vittime. […] Più di un miliardo di esseri umani indifesi soppressi è una tragedia umanitaria, storica, morale, sociale di cui stentiamo perfino a renderci conto, tanto siamo immersi nella rimozione collettiva. Sembrano davvero scritte per noi – come notò Luigi Lombardi Vallauri – le parole del “Temps retrouvé” di Marcel Proust: “Da tempo non si rendevano più conto di ciò che poteva avere di morale o di immorale la vita che conducevano, perché era quella del loro ambiente. La nostra epoca senza dubbio, per chi ne leggerà la storia tra duemila anni, sembrerà immergere certe coscienze tenere e pure in un ambiente vitale che apparirà allora come mostruosamente pernicioso e dove esse si trovavano a loro agio”.

    E’ ciò che fa del nostro un tempo assolutamente tragico.
    Si dirà che l’aborto era praticato anche nei secoli precedenti. Sì, ma non in dimensioni così gigantesche. Inoltre erano perpetrate anche altre crudeli pratiche (guerre, stupri, infanticidi, massacri di civili, sacrifici umani, schiavismo), ma a nessuno è venuto in mente di legalizzare quelle pratiche e renderle assistite e pagate dagli stati, così moltiplicando oltretutto il numero delle vittime mentre si sono moltiplicate al contempo le “armi” farmaco-tecnologiche di distruzione legale della vita innocente. Il fatto nuovo, l’assoluta novità storica, colta bene da Luigi Lombardi Vallauri, è questa: se la pratica dell’aborto è da tempo diffusa, l’abortismo come teoria, come ideologia, “sembra essere un fatto circoscritto alla civiltà occidentale moderna”. Insomma è accaduto qualcosa di inedito e orribile, la nostra generazione credeva di essersi liberata dalle vecchie ideologie e senza accorgersene si è trovata immersa in una nuova (e ancor più mortifera) ideologia. Infatti l’aborto, nel XX secolo, è diventato addirittura un “diritto” rivendicato politicamente, giustificato filosoficamente e codificato nelle leggi. Questa è la novità, l’enorme e inquietante novità. Non volersene rendere conto significa non voler vedere. Perché c’è un’immane differenza fra il fenomeno individuale e nascosto dell’aborto dei tempi passati e l’organizzazione seriale da parte degli stati della soppressione di centinaia di milioni di vite umane innocenti con potenti strutture tecnologiche e un apparato ideologico e mediatico che pretende di rivendicare quello sterminio addirittura come uno dei fondamentali “diritti dell’uomo”.
    Una cosa simile non si era mai vista prima.
    Del resto non solo l’aborto è, oggi, un “diritto” garantito dalle leggi, ma in certi paesi è addirittura obbligatorio. Per legge.

    In Cina dai primi anni Ottanta è entrato in vigore il programma di controllo delle nascite che impone il limite di un solo figlio per famiglia. “Chi viola queste regole” scrive Bernardo Cervellera “rischia multe salatissime, aborto forzato, infanticidio, distruzione della casa o requisizione dei beni”.

    Gli effetti sono stati giganteschi: “Lo Stato si vanta dei successi raggiunti: 300 milioni di nascite in meno in 21 anni”. Trecento milioni. E quando improvvisamente un bambino “non permesso” riesce a scampare all’aborto e a nascere, le contromisure sono quelle raccontate dal Times di Londra il 24 agosto 2000. Un flash di vita cinese a Caidian (Hubei): “Alla donna ancora incinta, di nome Liu, gli impiegati dell’Ufficio per il controllo della popolazione avevano intimato di abortire. La donna aveva già violato altre volte la politica del figlio unico (era incinta per la quarta volta). I medici della clinica a cui la donna era stata costretta a ricorrere hanno iniettato una soluzione salina nel feto per distruggere il sistema nervoso del nascituro. Ma il bambino è nato sano. I funzionari governativi hanno ordinato al padre di ucciderlo, ma questi si è rifiutato. Essi hanno atteso il ritorno a casa della famiglia e, preso il piccolo, lo hanno affogato”.

    Che atteggiamento hanno assunto le Nazioni Unite e la loro agenzia per la questione demografica, l’ Unfpa (United Nations Fund for Population Activities) di fronte alla ferocia di questo genocidio?
    Se i fatti (e soprattutto i misfatti) cinesi erano tristemente noti, “meno noto” osserva Eugenia Roccella “è quanto l’Unfpa sia stata complice di questa spaventosa politica demografica. Nel 1978 l’agenzia delle Nazioni Unite aveva firmato un memorandum d’intesa con la Cina. Una firma di questo tipo implica la condivisione di obiettivi di fondo e il convolgimento in forme di cooperazione. L’Unfpa ha infatti fortemente contribuito a finanziare la politica coercitiva cinese, le ha garantito supporti tecnici e ha collaborato fornendo le proprie competenze, per esempio nell’organizzazione e nell’analisi dei dati. Ma, peggio di tutto, non ha mai denunciato i responsabili di questa gigantesca violazione dei diritti umani, anzi li ha coperti fin quando è stato possibile”.

    Le dichiarazioni – addirittura di elogio – che sono state fatte da certe autorità internazionali in proposito sono agghiaccianti. E “bisogna anche ammettere” aggiunge la Roccella “che tutto ciò è avvenuto con la confortante complicità dell’Onu, che nel 1983 decide di assegnare il premio per la popolazione a Qian Xinzhong, ministro per la Pianificazione familiare. Il segretario dell’Onu, Perez de Cuellar, alla consegna del premio esprime il suo apprezzamento per la capacità dimostrata dai cinesi di organizzare politiche di controllo della fertilità “su larga scala”. E bisogna anche registrare l’appoggio di alcuni ambientalisti, per esempio David Bellamy che nell’introduzione a “The Gaia’s Atlas of Planet management”, scrive che i cinesi “sono consapevoli dei limiti del loro ambiente e hanno usato tale consapevolezza per pianificare una misura sostenibile della popolazione”. Oppure del Wwf che ritiene la Cina un esempio per la capacità di “persuasione” nel “cambiare l’atteggiamento verso la gravidanza”.

    A proposito dell’Unfpa, il presidente americano George Bush – come già fece Ronald Reagan – ha posto il veto al finanziamento di quelle organizzazioni internazionali che appoggino in qualsiasi modo le pratiche abortive. In sostanza la suddetta agenzia Onu per la popolazione si è vista privare di ben 34 milioni di dollari l’anno. La meritoria scelta umanitaria della Casa Bianca ha però scandalizzato il vasto e potente mondo dell’ideologia abortista.
    Così l’Europa – stiamo parlando, sottolineo, dell’ “era Prodi”, del “cattolico” Prodi – si è precipitata a soccorrere quelle organizzazioni con i nostri soldi e lo ha fatto, nientemeno, in nome della “decenza”, cosa che conferma il connotato comico degli attuali costosissimi carrozzoni europei. “La Commissione europea” spiega infatti Lucetta Scaraffia “ha deciso di colmare con i propri fondi questo “vuoto di decenza”, come l’ha definito il commissario danese Paul Nielson, stanziando 32 milioni di euro, di cui 22 a favore dell’Unfpa e 10 per l’Ippf. Quest’ultima è un’organizzazione assai controversa, con una forte impronta antinatalista e legami iniziali con i movimenti eugenetici”.
    La Scaraffia segnala una “correzione di rotta” di tale organizzazione rispetto alle origini, ma con una certa continuità dal momento che, nei nostri anni, è andata “sostenendo, per esempio, per bocca dei suoi autorevoli rappresentanti, la politica forzosa del figlio unico in Cina, e ammettendo l’aborto come mezzo di controllo delle nascite”. Politica cinese che – lo abbiamo visto – per quanto si nasconda dietro gli eufemismi e dietro la complicità internazionale, resta sostanzialmente criminale e genocida. E purtroppo continua.
    Nel 2002 il Parlamento cinese ha deciso di aggiornare la politica familiare applicando gli orientamenti politici che vanno per la maggiore oggi in quel paese vastamente corrotto, ovvero l’ossessiva corsa ai soldi e il lucro a ogni costo. Si è sostituita la proibizione di fare altri bambini (oltre al primo) con la possibilità di farne pagando multe salatissime: dai 25.000 ai 100.000 euro. Le cifre corrispondono a molte volte il reddito annuale medio di un qualunque abitante della Cina profonda che dunque non potrà mai permettersi un secondo figlio.

    Così al dispotismo assassino si è aggiunta una forte pennellata di cinismo razzista (solo i ricchi possono far figli) e di vorace latrocinio: chi vuole un figlio deve arricchire il regime e la casta al potere. E’ difficile intravedere in ciò un “miglioramento”. Anche perché – secondo il reportage che Hannah Beech ha pubblicato su Time il 19 settembre 2005 – le cose non sono affatto cambiate. Riportando le denunce degli attivisti per i diritti umani, la Beech scrive che “durante un meeting provinciale lo scorso anno, i funzionari di Linyi sono stati puniti per avere il più alto tasso di ‘extranascite’ di tutto lo Shandong […]. Le strigliate hanno stimolato quella che sembra la più brutale campagna di sterilizzazione di massa e aborti da anni. A partire da marzo, i funzionari del piano familiare hanno setacciato i villaggi di nove contee e tre distretti di Linyi, tentando di costringere ad abortire le donne incinte di bambini illegali, e sterilizzare quelle che già raggiungevano il numero massimo di bambini permesso dalla locale politica familiare”.

    Il reportage fornisce anche altri agghiaccianti dettagli: “Parenti di donne che si sono opposte alla sterilizzazione o all’aborto sono stati imprigionati e obbligati a pagare per delle “sessioni di studio” durante le quali dovevano ammettere il loro “errato modo di pensare”, racconta Teng Biao, un educatore dell’Università di Scienze Politiche e Legge a Pechino, che ha visitato Linyi per investigare sulla campagna coercitiva. Solamente nella contea Yinan di Linyi, fra marzo e luglio, almeno settemila persone sono state costrette a sottoporsi al programma di sterilizzazione, secondo gli avvocati che hanno parlato con i locali funzionari”. I pochi temerari attivisti per i diritti umani, pur riuscendo a far filtrare alcune di queste notizie, tuttavia, scrive la Beech, possono fare “ben poco per cambiare il destino di donne come Hu Bingmei. Quando a maggio i funzionari per il piano familiare arrivarono per prenderla per la sterilizzazione forzata, Hu fuggì con le sue due figlie dai suoi parenti in un altro villaggio. Giorni più tardi, sette funzionari sbucarono fuori, racconta, afferrarono la figlia più piccola e la spinsero dentro una macchina. Spaventata per il fatto che sua figlia potesse essere rapita, Hu saltò in macchina con loro. La macchina li portò alla clinica del piano familiare, dove, racconta Hu, delle assistenti la gettarono sul tavolo operatorio”. E’ solo una storia fra tante.

    E va sottolineato instancabilmente che sono soprattutto le donne a far le spese di questa violenta politica anche per un altro terrificante aspetto. Infatti nel 1997 l’Organizzazione mondiale della sanità ha scoperto che in Cina dal 1980 “mancavano” all’appello circa 50 milioni di bambine rispetto ai maschi: si è riscontrata cioè una sproporzione nel paese fra maschi e femmine che – dicono le statistiche ufficiali – sono oggi in rapporto di circa 120 contro 100 quando dovrebbe essere l’inverso. Analoga sproporzione – di circa 60 milioni di bambine – è stata registrata in India dove per motivi culturali ed economico- sociali si ritiene meglio avere figli maschi e così si sopprimono le figlie durante la gravidanza. Ciò significa che nell’immane genocidio rappresentato dall’aborto ci sono tragedie ulteriori dentro alla tragedia comune. Come ha scritto sul Monde il demografo ed economista Jean-Claude Chesnais “non è escluso che il deficit di donne raggiunga i 200 milioni nel 2025 sul pianeta”. Tuttavia appare incomprensibile scandalizzarsi dell’aborto selettivo contro le femmine, come qualcuno ha fatto in Italia, senza scandalizzarsi anche dell’aborto in sé (se l’aborto non uccide una persona umana, non uccide neanche una persona di genere femminile). E poi la “società eugenista”, di cui giustamente Chesnais parla come di una terribile realtà, è anche la nostra. Le ragioni ritenute accettabili per sopprimere figli già concepiti possono essere diverse. E quando si accetta che vaghi motivi sociali o psicologici bastino, nelle legislazioni occidentali, per giustificare e praticare l’aborto clinicamente assistito (sopprimendo indifferentemente bambini o bambine), non si vede a che titolo si possano condannare le motivazioni (anch’esse di ordine sociale) che spingono in India a sopprimere selettivamente le femmine. A meno che non si ritenga – con un certo senso di superiorità occidentale – che le “loro” motivazioni sociali siano immorali e siano invece morali le nostre (idea difficilmente sostenibile essendo evidente che in India le difficoltà dovute a cause di povertà sono assai più grandi).

    Dunque condividiamo tutti l’orrore per questa strage di bambine, ma dobbiamo condividere anche lo scandalo dell’aborto in sé. Alla cifra già vertiginosa di un miliardo di vittime dell’aborto nel corso del Novecento (soprattutto degli ultimi decenni del Novecento) dovrebbero essere aggiunte molte altre vite umane soppresse dalle varie “pillole del giorno dopo” e da sistemi di contraccezione (in realtà abortivi perché impediscono l’annidamento) come la spirale (solo in Francia sono circa due milioni e mezzo le donne che la usano) o da altre pratiche come quella denominata “menstrual regulation”. La dottoressa Thérèse Gillaizeau Amiot calcola che ai 53 milioni di aborti praticati ogni anno nel mondo si debbano sommare circa 4 milioni di aborti “farmaceutici” (pillole del giorno dopo) e addirittura 460 milioni di aborti dovuti all’uso della spirale. I farmaci o i dispositivi antinidatori – secondo alcuni – non sarebbero abortivi, ma al 14° giorno l’embrione, la nuova creatura, c’è già e quei sistemi – impedendone l’annidamento – ne ottengono la morte e l’espulsione. Si tratta dunque di abortivi. A tutte le piccole vite soppresse con questi sistemi poi si aggiunge l’immenso numero di embrioni “prodotti” per la fecondazione artificiale e – in un modo o nell’altro – soppressi. Immenso quanto? Si calcola che solo per far nascere, per esempio, 20 bambini occorra “produrre” circa 1.800 embrioni di cui dunque 1.780 destinati alla morte. Se è vero che “oggi i nati con la procreazione medicalmente assistita nel mondo sono ormai circa un milione”, per calcolare la moltitudine di “fratelli” che sono stati “sacrificati” dovremmo orientarci all’incirca sui 90 milioni di “embrioni” (e tutto questo è accaduto solo negli ultimi venti anni). Come si vede si tratta di numeri stratosferici, sconvolgenti, che portano ben sopra quella cifra (un miliardo di vite umane soppresse) fornita all’inizio e che pur sembrava assolutamente esagerata e abnorme.

    Si può restare indifferenti a una simile ecatombe che non ha eguali nella storia dell’umanità? Una cifra così immane interroga tutti, a prescindere dalla propria posizione sull’aborto e, in Italia, sulla legge 194. Cosa sta accadendo? Cosa stiamo facendo?

    Non staremo vivendo oltre il limite dell’orrore?

    Non saremo così anestetizzati da non riuscire più ad accorgerci della mostruosità del nostro tempo e del nostro mondo?
    E’ la dimensione vertiginosa di un genocidio senza eguali nella storia che ci interroga: non solo un disastro umanitario (e demografico) agghiacciante, ma un abisso morale di cui si stenta a rendersi conto.

    Anche perché – questo è il paradosso – alle vittime di questa “pratica” viene negato perfino lo statuto di vittima. Semplicemente non esistono. Non debbono esistere. Nemmeno nelle statistiche. Si fanno i conti delle vittime dei totalitarismi, di coloro che sono morti per Aids e perfino per le conseguenze del fumo, ma sui giornali non leggerete le cifre che abbiamo appena visto. Nemmeno sui volumi che si presentano come “Storia dell’aborto”. Anzi, l’interdetto grava perfino sullo stesso termine “aborto”. Un’oculata e invisibile censura, ne ha disposto la sparizione.

    La “neolingua”, che Orwell indicava come strumento di dominio di un potere nemico della verità, vuole che la legge italiana che legalizza l’aborto chiami questa pratica “Interruzione volontaria di gravidanza” (Ivg). E dappertutto ha attecchito questa grande ipocrisia. […]

    Evidentemente questa volontà di mistificare attraverso il linguaggio documenta un imbarazzo assai rivelatore o comunque una volontà di nascondere quella che è la verità delle vittime, ossia – girardianamente – la verità tout court. Necessariamente rimossa secondo i meccanismi svelati appunto dall’opera di René Girard (Il capro espiatorio, Adelphi, 1999). Si ha letteralmente terrore di guardare in faccia la vittima, di riconoscerne l’esistenza. Ci sono esempi clamorosi. Giuridici e perfino fotografici.

    Antonio Socci

    1. io

      iniziando a leggere, ho pensato: “Come siamo finiti a parlare dell’aborto? Non è nemmeno il tema del libro di Costanza…!” Ho continuato a leggere, però, fino alla fine… ed è davvero agghiacciante

  16. io

    …qualcuno le ha già risposto, ma a me “il serpente (simbolo fallico???)” mi ha fatto proprio ridere! …non stava scherzando?!
    :-)))))

      1. io

        quindi, potremmo arrivare a interpretare il racconto della genesi come se il serpente (un fallo!) abbia sedotto la donna e l’abbia convinta a mangiare il frutto che poi lei fa mangiare anche all’uomo…
        ma sono fissati con il sesso!! Accusano la Chiesa di avere questa fissa, come se il peccato più grave fosse la lussuria… è un moralismo assurdo! La Chiesa difende l’altissimo valore della sessualità umana (e non ha nulla contro il piacere che normalmente si prova a praticarla) perché è attraverso di essa che si può dare la vita. E il serpente, che è controla vita, cerca di sedurre la donna (non l’uomo) perché è lei che dà la vita; certo che l’uomo deve fecondarla, ma se lei dice no, è no, come sottolineava il pezzo “La paternità negata”, con quel terribile quarto d’ora che deve aver passato l’autore.

        1. “e non ha nulla contro il piacere che normalmente si prova a praticarla” che è anch’esso un dono di Dio all’Uomo (uomo e donna s’intende…) 😉

        2. Sì, tra i liberi pensatori sgamati deve circolare ancora quella vecchia storia (veteropositivista e pruriginosa) per cui la mela in realtà era quella cosa là. E giù gomitate e strizzate d’occhio.
          Ma, come ci disse alle medie l’insegnante di religione (il parroco), è una teoria che non regge proprio, specie se si considera che il Creatore aveva appena detto alla Prima Coppia: «Andate e moltiplicatevi!» 🙂

          1. io

            …però si decidono a dedicarsi solo una volta usciti dall’Eden…!!!
            …è una battuta naturalmente…
            forse nell’Eden bastava la compagnia di Dio!

            1. Roberto

              Una battura, ma non così peregrina. Obiettivamente, è del tutto ragionevole l’ipotesi che il Signore avesse comandato un’attesa prima che venisse consumata l’unione tra Adamo ed Eva, e cioè fino a quando la loro Fede non fosse stata provata, considerato che i doni preternaturali (o la loro perdita) si dovevano trasmettere assieme alla generazione della vita.
              Considerata l’intima confidenza tra i progenitori e Dio prima del peccato originale, nulla impedisce di credere che vedessero chiaramente la volontà divina che li invitava ad attendere, pur senza saperne la ragione, e l’assenza di qualsiasi difficoltà ad adeguarsi in tal senso, liberi com’erano dalla ferita della concupiscenza.

              Solo ipotesi, naturalmente 😉

  17. vale

    OT:

    Langone: «Contro la mia amica Miriano la prima fatwa ateista della storia»

    Camillo Langone ha preso carta e penna e ha difeso sul Giornale la sua amica Costanza Miriano. «Io sono fiero – scrive Langone oggi in un commento – di essere amico della destinataria della prima fatwa ateista della storia, e non mi preoccupo per lei perché è una donna forte: mi preoccupo per noi, italiani, spagnoli, europei, di nuovo alle prese con il rogo dei libri».

    Leggi di Più: Langone sulle polemiche libro Miriano in Spagna. | Tempi.it
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    http://www.tempi.it/langone-contro-la-mia-amica-miriano-la-prima-fatwa-ateista-della-storia

    1. OT e OZ(ioso) spesso mi domando perché in Italia si traslitterano le parole arabe usando il sistema fonetico inglese. Anche se è vero che “fatua” non sembra altrettanto minaccioso 🙂

  18. Vera

    un’ultima cosa e poi non apriró piú questo blog perché,come ho giá detto,é una discussione inutile e neppure ci voglio piú entrare,ma vorrei alemno difendere me stessa perché insultarmi o farmi pernacchie..prorpio non lo accetto!! Non mi avete capito:
    1) non dicevo che io interpreto il Vangelo,ma che voi mi accusate di interpretarlo
    2) non ho capito di cosa mi vanto….bah..
    3) leggo i giornali e guardo la televisione e le varie trasmissioni politiche di ogni parte,ma se pensate sia un male…proprio non ci siamo
    4) ovviamente quello del simbolo fallico era una provocazione
    5) il 68 e il femminismo:ci sputate sopra? Ti sembra ridicolo?Invece dovreste ringraziare. Beh…grazie alle nostre lotte(e anche a quelle prima di noi) le donne hanno raggiunto una certa paritá (c’é ancora da lavorare) e la vostra signora puó scrivere e fare la giornalista. Se non ci fossero state certe lotte sarebbe a casa a fare la calza e non potrebbe lavorare o votare. Ma questo vi sfugge,no?

    Per il resto:io non ho offeso nessuno;vediamo di non offendere e di essere civili e educati.Grazie.

    1. Giusi

      Questo tuo intervento dimostra una volta di più che non hai letto un rigo di quello che ha scritto Costanza.

      1. E neanche molto di quello che hanno scritto i commentatori.
        Aggiungo che:
        1) le donne hanno sempre lavorato parecchio, dentro e fuori casa, anche prima del ’68;
        2) a quei tempi “fare la calza” non era uno sfizio ma un lavoro: Calzedonia era di là da venire e chi voleva le calze se le faceva (e magari le vendeva pure, dopo averle fatte).

    2. Stefania

      Signora Vera io non sono in linea con le sue idee, l’aborto è omicidio per quanto mi riguarda ma ho provato orrore e vergogna per come lei è stata attaccata. Gesù ci insegna che siamo tutti fratelli e sorelle, figli di Dio e ci dobbiamo rispettare..no Lui dice amare..comunque sicuramente i presenti alla discussione che l’hanno attaccata dovevano essere più civili e rispettosi della sua persona.Le auguro e la invito, se me lo permette, ad avvicinarsi a Gesù che porta a quel Padre che ama Tutti i suoi figli . troverà dolcezza e accoglienza, perdono e forza.

      1. Giusi

        Qua la schiera dei più buoni del reame si ingrossa! Mi citi per cortesia questi attacchi (a meno che non si voglia considerare attacco la pernacchia). Si è citato il Vangelo, le cifre degli aborti, si è ribadita la nostra fede. Io l’orrore lo provo per chi inneggia agli aborti e ai matrimoni gay.

            1. Roberto

              Ti prego Giusi, non mettere, non dico sullo stesso piano, ma neppure sullo stesso pianeta (galassia, universo…), Bariom e questa qua!! 🙂 Che evidentemente non è molto mossa a orrore nel vedere un Vescovo accusato di incitare alla stupro di massa le donne cha abortiscono. No dico!

              1. Giusi

                Non lo metto Roberto. Qua Bariom è stato giustamente tra i più duri e credo anche che sia uno dei migliori commentatori del blog, certamente migliore di me. Ogni tanto soffre di buonite acuta ma che vuoi fare nessuno è perfetto! 🙂

                1. Insomma la Giusi mi preferisce quando sono “cattivo” (cattivissimo me)!!

                  Quanto al “uno dei migliori commentatori”, certamente tra i più assidui – come d’altronde lo è Alvise 😉

                    1. Giusi

                      P. S. E’ che se mi fai il buono con Celentano mi cadono le braccia…….. Ancora ancora te lo concedo con Alvise, mi voglio rovinare! 🙂

                    2. Ma allora non hai capito… non cercavo di fare il buono con Celentano o… chi era l’altro? Vecchioni?

                      Cercavo di farlo con te! 😉 🙂 😀

  19. vale

    @ senweb
    posso solo immaginare che -visto che sono solo ai primi rudimenti di arabo-che foneticamente corrisponda meglio alla pron. originale.
    d’altronde c’è chi in italia-nell’azienda dove lavoro- uno di megadirettori galattici-per dirla alla fantozzi-manda una lettera a tutti i dipendenti con su: chief executive officer. che vuoi che ti dica…. 🙂

  20. Giovanni da Patmos

    Signora vera non faccia la vittima, qui non l’ha offesa nessuno, al massimo ci avranno scherzato sopra su qualche sua affermazione.

    Invece di polemizzare in maniera sterile, riportando su questo blog luoghi comuni e stantii del femminismo, avrebbe potuto portare un utile contributo, traducendo in italiano le parole ” incriminate” del vescovo Martinez. Parole che sono riportate qualche post sopra. Ciò sarebbe stato l’unico modo utile per dirimere la questione, piuttosto che attaccarsi sterilmente al titolo del libro in maniera totalmente preconcetta. Ma vedo che purtoppo nessuno ha avuto interesse a farlo. Molto meglio alimentare la diceria del vescovo come uno che invita a stuprare chi ha abortito. Si vada a leggere il prosieguo del testo dell’omelia in questione e veda che si parla della misericordia di Dio anche nei confronti dei medici abortisti.
    Cosa che per logica stride con un vescovo che invita a stuprare le donne che hanno abortito.

  21. vale

    @vera
    e poui non le risponderò più.
    non so come si usi in spagna.( l’ho frequentata solo da turista) ma:
    non si è dubitato che abbia riferito esattamente quanto sentito in tv da parte dell’arcivescovo.
    si eccepisce sulla sua interpretazione di quanto udito.( ascoltato presupporrebbe un certo esercizio della ragion critica…)
    per quanto riguarda le donne: si è già ampiamente parlato- e certo lei non è tenuta a saperlo- su questo blog di condizione femminile anche in merito a epoche passate.
    posso capire che non tutti abbiano avuto il tempo di leggersi libri in merito. ma vendere la questione femminile come se prima del ’68 non ci fossero state altre epoche- che poi possono essere regredite in tempi successivi, qualunque significato si voglia dare al termine “regresso”-dove le donne hanno avuto ruoli e diritti al pari dei maschi vuol dire: o non conoscere la storia, o parlare per sentito dire e partito preso.
    in entrambi i casi, su questo concordo, non ha senso continuare la conversazione.

  22. Giovanni da Patmos

    Continuando dall’omelia:

    “Una ragazza ingannata da un ragazzo che ha abusato di lei o dai suoi genitori, o dall’idea che ha di se stessa, avrà sempre nella Chiesa una casa, una famiglia e una madre”.

    Si può essere o meno d’accordo ma non si può accusarlo di misoginia.

    Qui il testo completo:

    http://diocesisgranada.files.wordpress.com/2009/12/homiliacatedral20diciembre20092.pdf

    chi può traduca il tutto, chi vuole si faccia un’idea.

  23. Dario

    A questo punto vi provoco:

    “Non possiamo insistere sempre sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. Questo non è possibile. Il parere della Chiesa, del resto, lo si conosce ma non è necessario parlarne in continuazione”.

    “Quanto poi al ruolo della donna, è evidente che bisogna approfondire meglio la figura della donna nella Chiesa. Il genio femminile è necessario nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti. La sfida oggi è proprio questa: riflettere sul posto specifico della donna anche proprio lì dove si esercita l’autorità nei vari ambiti della Chiesa”.

    Per cui, anzichè aggredire gli Alvise (e Vera) di turno con le vostre dottrine, montate piuttosto le tende dell’ospedale da campo per curarne le ferite…

    1. @Dario, gli ospedali sono sempre aperti e in funzione, tra solide mura come in tende da campo… ma è difficile curare chi di cure non vuol sentir parlare, né tanto meno si sente, non dico malato, ma neppure ferito 😉

      Alcune cure poi possono apparire come “terapie d’urto”, ma sempre di cure si tratta…

    2. Alessandro

      per capire meglio che lavoro Francesco voglia che si faccia nell’ospedale da campo, sarebbe bene ricordare che pensa Bergoglio:

      – DELL’ABORTO:

      “Nell’essere umano fragile ciascuno di noi è invitato a riconoscere il volto del Signore, che nella sua carne umana ha sperimentato l’indifferenza e la solitudine a cui spesso condanniamo i più poveri, sia nei Paesi in via di sviluppo, sia nelle società benestanti. Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto di Gesù Cristo, ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo…

      Cari amici medici, voi che siete chiamati a occuparvi della vita umana nella sua fase iniziale, ricordate a tutti, con i fatti e con le parole, che questa è sempre, in tutte le sue fasi e ad ogni età, sacra ed è sempre di qualità. E non per un discorso di fede – no, no – ma di ragione, per un discorso di scienza! Non esiste una vita umana più sacra di un’altra, come non esiste una vita umana qualitativamente più significativa di un’altra.”
      (Francesco, discorso ai medici cattolici, 20 settembre 2013)

      – di CHE DEVE FARE UN CATTOLICO di fronte alla mentalità abortista:

      “siate testimoni e diffusori di questa “cultura della vita”. Il vostro essere cattolici comporta una maggiore responsabilità: anzitutto verso voi stessi, per l’impegno di coerenza con la vocazione cristiana; e poi verso la cultura contemporanea, per contribuire a riconoscere nella vita umana la dimensione trascendente, l’impronta dell’opera creatrice di Dio, fin dal primo istante del suo concepimento. È questo un impegno di nuova evangelizzazione che richiede spesso di andare controcorrente, pagando di persona. Il Signore conta anche su di voi per diffondere il “vangelo della vita”. (discorso citato)

      “i cristiani hanno il dovere di lottare in difesa la vita, perché non deve esserci un solo bambino che non abbia il diritto di nascere, che non abbia il diritto di essere nutrito… Quindi avanti! Non scoraggiamoci, non facciamoci intimidire ma amiamo e difendiamo la vita, perché ne vale davvero pena!” (Card. Bergoglio, omelia del 7 ottobre 2005)

      “Il problema grande del nostro tempo non sono le forze negative, è la sonnolenza dei buoni (Pio XI)… Avete il coraggio di affrontare lo stesso cammino che affrontò Maria nell’accudire ed amare la vita dal concepimento fino alla morte? O siete anche voi sonnolenti? E se lo siete, qual è l’anestetico che vi ha colpito? Perché Maria non ha permesso che il suo amore fosse anestetizzato.” (Card. Bergoglio, omelia del 25 aprile 2011)

      – DEL MATRIMONIO (cosiddetto) OMOSESSUALE:

      “Care sorelle,

      Scrivo queste poche righe a ciascuna di voi che siete nei quattro monasteri di Buenos Aires. Il popolo argentino dovrà affrontare nelle prossime settimane una situazione il cui esito può seriamente ferire la famiglia.

      Si tratta del disegno di legge che permetterà il matrimonio a persone dello stesso sesso. È in gioco qui l’identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. È in gioco la vita di molti bambini che saranno discriminati in anticipo e privati della loro maturazione umana che Dio ha voluto avvenga con un padre e con una madre. È in gioco il rifiuto totale della legge di Dio, incisa anche nei nostri cuori.

      Ricordo una frase di Santa Teresina quando parla della sua malattia infantile. Dice che l’invidia del Demonio voleva vendicarsi della sua famiglia per l’entrata nel Carmelo della sua sorella maggiore. Qui pure c’è l’invidia del Demonio, attraverso la quale il peccato entrò nel mondo: un’invidia che cerca astutamente di distruggere l’immagine di Dio, cioè l’uomo e la donna che ricevono il comando di crescere, moltiplicarsi e dominare la terra.

      Non siamo ingenui: questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio. Non è solo un disegno di legge (questo è solo lo strumento) ma è una «mossa» del padre della menzogna che cerca di confondere e d’ingannare i figli di Dio. E Gesù dice che per difenderci da questo accusatore bugiardo ci manderà lo Spirito di Verità…

      Guardiamo a san Giuseppe, a Maria e al Bambino e chiediamo loro con fervore di difendere la famiglia argentina in questo particolare momento. Ricordiamo ciò che Dio stesso disse al suo popolo in un momento di grande angoscia: «Questa guerra non è vostra, ma di Dio». Che ci soccorrano, difendano e accompagnino in questa guerra di Dio.
      Grazie per quanto farete in questa lotta per la Patria…”

      (dalla Lettera del cardinale Bergoglio del 22 giugno 2010 ai quattro monasteri carmelitani di Buenos Aires in occasione del voto al Senato della Repubblica Argentina sulla proposta di legge intesa a legalizzare il matrimonio e le adozioni omosessuali)

      1. @Alessandro, giusto per evitare errate terapie (che per di più potrebbero aggravare la situazione…) 😉

        Come diceve quella vecchia barzelletta? “L’operazione è perfettamente riuscita, ma il paziente e deceduto” 😐

      2. “Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto di Gesù Cristo, ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo…”

        ?????

  24. Santippe

    Se a Bergoglio lo lasciano lavorà mi sa che se ne vedranno delle belle finalmente con buona pace di tutti… atei devoti , devoti devoti, teodem, teocon . totem.tabù. Bergolio for president!

  25. Sara

    Grazie a Viviana, Giusi, Alessandro, Roberto, Bariom, Vale, Giovanni da Patmos e a quanti altri hanno avuto la mirabile pazienza di rispondere a Vera: di fronte a tanta preconcetta e rabbiosa cecità i vostri commenti sono stati un balsamo!
    L’episodio dell’attacco furioso all’arcivescovo Martinez è davvero emblematico: sì, Martinez è stato davvero grande! E le sue parole, se si esclude la malafede, sono assolutamente chiare!

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