La relazione uomo-donna piegata ai voleri del potere

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di Feliciana Merino
Mi chiamo Feliciana Merino, dirigo il centro di studi per la donna Maryam e sono membro del consiglio direttivo della casa editrice Nuevo Inicio, di cui hanno parlato tutti i quotidiani e le televisioni per la recente pubblicazione del libro di Costanza Miriano “Sposati e sii sottomessa. Pratica estrema per donne senza paura”. Non scrivo queste righe per difendere il libro della Miriano. Come ogni libro, buono o cattivo che sia, conterrà cose giuste ed errori, parti migliori e altre con le quali i lettori o altre persone dissentiranno. In ogni caso, la nostra casa editrice lo ha pubblicato proprio perché propone una visione diversa, nuova e originale, che apre al dialogo e alla discussione e si allontana dalla ripetizione incessante delle parole d’ordine per la questione, peraltro del tutto inutili.

A Nuevo Inicio – che gente strana – pubblichiamo libri che ci sembrano interessanti. Non ricordo nessun libro sul cui contenuto tutti i membri del consiglio, qualunque sia la visione (o missione) che hanno nella vita, siano stati d’accordo al cento per cento: non ci dedichiamo a fare ideologia, ma cultura. Personalmente ho una chiara consapevolezza del fatto che è necessario riprendere il dibattito sul posto della donna nella società contemporanea, e dobbiamo farlo liberandoci di tutta la gigantesca serie di teorie ristrette e discorsi vuoti che tante volte popolano il panorama dei nostri politici, giornalisti e “opinionisti”. Queste persone, va detto e non è sempre per colpa loro, hanno tanto da fare che non possono impiegare del tempo in un’attività che ha qualcosa a che vedere con la nostra comune umanità: pensare, studiare, riflettere. È chiaro che chi non può dedicare una parte ragionevole della propria vita a queste occupazioni finisce per essere un portavoce delle opinioni di altri, che li manipolano a loro piacimento.

Tornando al posto della donna nella società contemporanea, un primo passo è rendersi conto, cosa che il libro citato aiuta a fare, che non può essere quello definito “matrimonio tradizionale” (donna chiusa in casa e dedita alle sue occupazioni). Sono in profondo disaccordo con questo concetto (il cui uso è rimasto, del resto, circoscritto all’ambito della demagogia), e sono anche in profondo disaccordo con l’idea assurda per cui la Chiesa difenda qualcosa di simile. Perché? Perché il “matrimonio tradizionale” nasce come un modello di relazione adeguato alle necessità che la borghesia e il capitalismo avevano in un contesto concreto. In quel momento al sistema economico è convenuto chiudere la donna in casa, dedita esclusivamente alla cura del focolare e dei figli, perché una parte importante della popolazione potesse dedicarsi corpo e anima a produrre, ovvero a servire le forze impersonali del capitale.

In buona misura, è un fenomeno che in Spagna abbiamo vissuto durante il franchismo, con l’arrivo nella periferia delle città di molti immigrati che abbandonavano le campagne per cercare di guadagnarsi il pane nei nuovi poligoni industriali. In questo modo entrambi, uomo e donna, ugualmente alienati, hanno occupato il proprio spazio nell’ingranaggio produttivo. Questa situazione ha imprigionato sia l’uomo che la donna, imponendo un sistema di ruoli che, come qualsiasi altro di questo tipo, incapsula, schiaccia l’orizzonte della vita fino a lasciarci prigionieri in una cassa di cemento.

In questo concetto del matrimonio e della famiglia, in realtà della vita intera, si impediva la crescita personale e la libera espressione di capacità e vocazione di tutti i soggetti, anche se in modo particolare della donna, visto che questa aveva ben poche alternative, per non dire nessuna. Nessuno che goda di un minimo di sano senso comune vorrà tornare a un modo simile di intendere le relazioni. I paladini del capitalismo, inoltre – e tra noi ce ne sono che si dicono sia di sinistra che di destra (nel nostro “emiciclo” occupano tutti i posti) –, non sono più interessati a promuovere il “matrimonio tradizionale” perché il ciclo economico esige un’altra forma di dipendenza organica dal sistema.

Attualmente la mentalità dominante – quella che è stata definita con un’espressione azzeccata “opinione pubblicata” – vuole legarci con le strisce di tela che emergono dai tagli di un altro modello: di nuovo la donna (e l’uomo) devono sottoporre le loro relazioni ai criteri del potere, che impongono modelli di vita che badano unicamente a criteri produttivi e di consumo. Non dimenticate che tutta questa caterva di economisti da bar crede fermamente al mantra liberale per cui l’uomo cerca solo il proprio interesse, per cui si limita a cercare solo ciò che le conviene. Ora il surriscaldamento dell’economia e la salute dei bilanci contabili hanno richiesto un maggior livello di consumo, e quindi in casa devono entrare due stipendi.  Se non si vuole lavorare o si vuole farlo part-time, bisognerà accettare l’impoverimento conseguente: la donna sarà punita per il fatto di essere una dissidente! Per questo ci si inventano ostacoli costanti per rendere il contesto più ostile alla maternità.

Tra le mie amiche, la maggior parte delle madri è stata licenziata perché è rimasta incinta. Altre evitano questa ipotesi per non ingrossare le fila dei disoccupati. I sindacati, nel frattempo, non sembrano occuparsi della questione. Si vede che anche loro sono convinti del fatto di non aver altro rimedio che cercare il proprio interesse. Non parliamo poi della menzogna della conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare. Si ride per non piangere. Convincetevi: non sono preoccupati della nostra vita, non sembra un input di cui tener conto nei consigli d’amministrazione, né nelle loro conferenze annuali. Il culto del denaro, che è l’unico dio al quale alcuni sacrificano tutta la propria esistenza e quella della loro discendenza, asfissia la donna e cerca di annullare la sua vocazione, e impone difficoltà praticamente insormontabili al suo libero sviluppo personale, impedendole di scegliere il modo in cui desidera partecipare sia al sistema economico che alla cura dei figli.

Il modello di relazioni personali che ci viene presentato come “ideale” dai vari moralismi in uso (nessun moralismo è più insopportabile di quello che proviene da un’ideologia) è una menzogna e una forma di servilismo inaccettabile. Credete che si possa definire “libera” una donna separata o divorziata con figli a carico? Per parlare di un caso reale: entra al lavoro alle 8.00 e deve lasciare i bambini a scuola alle 9.00; esce alle 15.00 e deve andare a prenderli alle 14.00. Se arriva tardi a scuola i responsabili le annunciano che se succederà di nuovo avviseranno i servizi sociali. Deve tornare al lavoro il pomeriggio e lasciare i figli ai nonni (che fortuna quando questo è possibile!) o a estranei. Quando torna a casa e riesce a sedersi dopo sedici ore di una lunga giornata accende sicuramente una candela alla Bibiana Aído [politica spagnola promotrice di un aggiornamento sulla legge sull’aborto ndt.] di turno. Non credo che se la donna è sposata la situazione sia molto diversa. Anche il marito deve rispettare un orario, e quando è tanto arriverà ad essere un aiuto, una specie di assistente. Tutto il processo che si sono inventati di “liberazione” della donna “uguagliandola” all’uomo è un grande inganno, il grande inganno del mercato, al quale il femminismo si è prestato con un’infantilità non scusabile.

Vogliamo davvero vivere così? Ovviamente no. Smettete di ripetere le stesse menzogne “metafisiche” sull’uomo e la donna e occupatevi degli uomini e delle donne in carne e ossa. Alcuni hanno tanta ideologia in testa che sembra non c’entri altro che i loro discorsi.

In concreto questo libro, che sembra sollevare un polverone, ha venduto migliaia di copie in Italia, dov’è stato accolto come uno dei grandi successi dell’ultimo anno. Perché? Le italiane vogliono restare recluse in casa aspettando il marito con il brandy già in mano per servirglielo con premura? No. La questione è che è un libro interessante, indipendentemente dal fatto che si sia d’accordo in tutto o in parte con quanto dice. Ciò che non hanno fatto le italiane è stato giudicarlo da un titolo che, detto di passaggio, è – come tutto il volume – pieno di ironia e senso dell’umorismo.

Solo in un Paese estremamente ideologizzato può accadere che un giornalista di un’agenzia nazionale scriva una notizia su un libro conoscendone solo il titolo. Solo in un posto di questo tipo, in cui manca la dignità basica di cercare di conoscere ciò di cui si parla in pubblico, ancor più nel caso di chi ci si dedica a livello professionale, può accadere che una gran parte dei mezzi di comunicazione ripeta meccanicamente la notizia senza neanche dare un’occhiata al volume. Evidentemente è successo questo, perché la casa editrice Nuevo Inicio è un’iniziativa della Chiesa.

Bisogna dirlo a voce alta perché si sappia. La maggior parte dei mezzi di comunicazione non ha voluto, non le è interessato, non si è preoccupata neanche un po’, per dire la verità. La notizia, anche se non forniva alcuna informazione sul contenuto del volume, era troppo golosa perché la verità potesse rovinarla. Non vendono altro che ideologia asfissiante.

Ad ogni modo, possono fare ciò che ritengono opportuno, e i lettori e gli spettatori sono liberi di lasciarsi coinvolgere dall’atmosfera contaminata che ci trasmettono. A noi, quelli che con più o meno fortuna o talento si dedicano alla cultura, tocca cercare di capire come sia possibile il miracolo dell’amore e della dedizione duratura in una coppia.

fonte: Aleteia

45 pensieri su “La relazione uomo-donna piegata ai voleri del potere

  1. Non male… in fondo anche una “recensione” che supera gli aspetti fideistici.

    “Il culto del denaro, che è l’unico dio al quale alcuni sacrificano tutta la propria esistenza e quella della loro discendenza, asfissia la donna e cerca di annullare la sua vocazione, e impone difficoltà praticamente insormontabili al suo libero sviluppo personale…”

    Asfissia non solo la donna, ma l’Umanità intera… l’asfissia come un’aria ammorbata e inquinata, che però sembra non si possa fare a meno di respirare e, di fatto, tutti respiriamo tutti i giorni.

    Bisogna salire più in alto, dove il Cielo è più terso e l’aria più pura. 😉

  2. …lasciando perdere la vuota banalità (se non si realizza in un cambiamento, come dite voi, antropologico totale)
    del discorso qui sopra riportato sulla vergognosità del dio danaro eccetra…
    Sì, va bene, d’accordo, voi della redazione spagnola siete buoni e bravi e giudiziosi, non ne dubito.
    Ma il vostro Grande Vescovo, non poteva fare a meno di mettere accanto l’aborto e la violenze subite dalle donne (perché almeno nello spazio della predica erano accanto)?
    Allora, o non si è reso conto del fatto che le metteva accanto, e può succedere, o il metterle accanto stava a significare qualcosa. Il che non fa che confermare (i tutti e due i casi) che babbei se ne trovano dappertutto!

    1. JoeTurner

      …e se anche il vescovo si fosse espresso male in un discorso a braccio (è un omelia non un testo scritto), e aver prestato il fianco alla malafede di chi non aspetta altro (come ha scritto Roberto “Il demenziale odio ideologico è tale da rendere alle loro menti deboli e distorte del tutto credibile la lurida menzogna che un Vescovo possa davvero aver invitato a stuprare una donna che abortisce”), una volta arrivata la smentita, la correzione la spiegazione della corretta interpretazione cosa gli vuoi fare ancora?

    2. O era perfettamente consapevole nel metterli accanto (e il “poteva fare a mano” è una tua opinione… tienila presente per i i tuoi prossimi discorsi pubblici…) e la forma può essersi verificata (come può verificarsi nell’enfasi di un discorso) in un modo che si presta a fraintendimenti.
      I fraintendimenti dipendono da come si interpretano le cose e spesso perché – da babbei – nel dubbio, non si va a verificare chi è la persona che ha detto cosa, il suo abituale pensiero, gli eventuali pronunciamenti precedenti sullo stesso tema.

      Troppa fatica!

    3. Alessandro

      l’ideologia laicista è cieca: “Quello è un Vescovo, quindi non può essere che un deficiente o peggio”. Non c’è prova contraria che valga. L’ideologo odia; non usa il cervello, ma la pancia. Inutile tentare di ragionarci, inutile cercare di dialogarci.
      Anzi, penso che ci sia un limite oltre il quale cercare ancora di ragionare con l’ideologo sia una perdita di tempo che non trova giustificazione evangelica. Quando avrà smesso di odiare visceralmente si potrà ricominciare a parlare, fino a quel momento penso però che si debba interrompere la comunicazione.

      1. io

        No no, non si deve interrompere la comunicazione, sia perché è esattamente ciò che vogliono (non confrontarsi!), sia perché abbiamo il dovere di dire la Verità opportune et importune (non sono troppo sicura del mio latino!) perché qualcuno l’ha detta a noi e “probabilmente” questo ci ha aiutato a cominciare a ragionare in modo diverso, sia ancora perché questo sarebbe da parte nostra un giudizio (tu non ragioni e quindi io con te non parlo; tagliamo corto).

        1. Ance se poi ci si ricasca e ci si riprova sempre… (fosse anche solo per verificare a che livello sta l’odio che poi impedisce il dialogo – su questo non ci piove ;-))

      2. Giusi

        L’ha detto pure Gesù:

        Dal Vangelo secondo Matteo 7,6.12-14
        In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
        Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti.
        Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!”.

      3. fortebraccio

        Ma per piacere!
        L’ideologia laicista è quella che ti rispetta più di quanto non faccia tu! E’ quella che ti permettere anche quest’idea qui, perché ti rende libero a prescindere dal tuo sesso, dalla tua religione eccetera.
        Quand’anche qualcuno avesse detto quella frase, cosa di cui non ho alcun dubbio (la madre dei cretini è sempre incinta), parla a titolo personale (o si è espresso male, se capisci la battuta).
        Son gli idioti che han nome e cognome, sono loro che odiano, sono loro che non ragionano – singolarmente.
        Lo stesso rapporto che la fede ha con i fedeli, uguale uguale.
        Non sei d’accordo con qualcuno? Bene.
        Può succedere, come può anche succedere che non si trovi un punto di convergenza su alcuni temi. Capita.

        Ma qui la figura del bambino capriccioso la stai facendo tu.
        Valà, riporta il pallone.

        1. vale

          ecco qualche tipico esempio di rispetto laicista. e ,nel primo caso,per di più preventivo.( sembra quel film di fantascienza dove si prevedono i “reati” e si viene incarcerati prima di averli commessi):

          Ci avete imposto l’eterosessualità”. Ecco il volantino di chi voleva bloccare il convegno di Milano
          Questo il volantino dei contestatori che volevano bloccare il convegno del 24 ottobre a Milano su “Ideologie del Gender quali ricadute sulla famiglia?”, patrocinato dalla Provincia.
          http://www.nocristianofobia.org/ci-avete-imposto-leterosessualita-ecco-il-volantino-di-chi-voleva-bloccare-il-convegno-di-milano/

          Lo hanno censurato ancora prima che fosse detta una sola parola. Chiunque parlerebbe di censura preventiva, ma per la lobby LGBT questa era la cosa giusta da fare.
          http://www.nocristianofobia.org/torino-scuola-cattolica-censurata-perche-parla-di-ideologia-gender/

          E’ il secondo attentato ad una chiesa in Lucchesia nel giro di pochi mesi. Il 5 aprile scorso, con una dinamica molto simile, ignoti avevano dato fuoco al portone della chiesa di Massa Macinaia, provocando danni non strutturali ma comunque ingenti per una piccola parrocchia

          http://www.nocristianofobia.org/lucca-molotov-contro-la-chiesa-di-s-donato/

          Ascoli. Messa nera nella Chiesa del Carmine
          http://www.nocristianofobia.org/ascoli-messa-nera-nella-chiesa-del-carmine/

          Un raid notturno fra sabato e domenica ha coperto di scritte macchine, muri e un’ampia zona della città. Ma la più colpita di tutte è stata la chiesa di Santa Maria Calchera, con scritte in vernice rossa che coprono tutta la lunghezza
          http://www.nocristianofobia.org/brescia-scritte-vandaliche-sfregiano-la-chiesa-di-santa-maria-calchera/

          Norvegia. Giornalista Tv non può condurre il telegiornale. Porta una croce al collo
          http://www.nocristianofobia.org/norvegia-giornalista-tv-non-puo-condurre-il-telegiornale-porta-una-croce-al-collo/

          Francia. Gesù Bambino rimpiazzato con un televisore in uno spot di Canal +
          http://www.nocristianofobia.org/francia-gesu-bambino-rimpiazzato-con-un-televisore-in-uno-spot-di-canal/

          Germania. Festa di San Martino sostituita con la “Festa del sole, della luna e delle stelle
          http://www.nocristianofobia.org/germania-festa-di-san-martino-sostituita-con-la-festa-del-sole-della-luna-e-delle-stelle/

          naturalmente, visto che anche se avvengono in ogni dove sono solo ,” a titolo personale”.tante, innumerevoli. ma tutte a titolo,ovviamente, personale.
          non vorrete credere mica che ci sia dietro una mentalità, un modo di pensare come quella del ministro francese pluricitato per voler abbattere la chiesa.no. sono laici, loro.
          chapeau per la banalità.

            1. fortebraccio

              Eh già, un filo rosso unisce Massa Macinaia alla Novegia – ed avvolge tutto il mondo!
              Proviamo a vendere l’idea a Dan Brown?
              Magari lui abbocca e scuce qualcosa….

        2. Alessandro

          Fortebraccio, se pensi che l`ideologia laicista è quella che ti rispetta, sei fuori strada di molto, ma proprio di brutto…

    4. Angiblu

      Ma solo io ho capito che, quando parla della violenza sul corpo della donna, il Vescovo non si riferisce allo stupro, ma proprio all’aborto? Che, anche se appare una libera scelta della donna, non lo è, ma è imposta dalla cultura dominante e dalla totale solitudine in cui l’uomo la lascia di fronte all’arrivo di un figlio, perché si pensa che spetti solo a lei prendere “le dovute precauzioni”?

  3. Elena Giuffrida

    comunque il semplice fatto che, da quando sono usciti i due libri di Costanza, si sia innescato questo gran polverone, e dibattiti, e discussioni, e scandali, per me è segno che ha proprio colpito nel segno. Buon cammino Costanza.

  4. Maxwell

    Sottoscrivo ogni singola parola di Feliciana Marino col sangue……

    Ad altre persone che vogliono fare le maestre di vita ( VERE o false che siano )……….

  5. Paolo

    C’e un piccolo errore. Nella frase: “quella che è stata definita con un’espressione azzeccata “opinione pubblica””

    nell’articolo originale :

    http://www.aleteia.org/it/societa/articolo/nessuno-vuole-che-la-donna-sia-inferiore-alluomo-o-chiusa-in-casa-14394002?fb_action_ids=1411466615755022&fb_action_types=og.likes&fb_ref=s%3DshowShareBarUI%3Ap%3Dfacebook-like&fb_source=aggregation&fb_aggregation_id=288381481237582

    e’ “opinione pubblicata”, che rende molto meglio il senso!

  6. vale

    sempre fuori tema:
    però si riallaccia alle discussioni fatte sull’intervista scalfari Papa Francesco:
    Il Vaticano ha deciso di eliminare dal proprio sito internet ufficiale l’intervista del Papa ad Eugenio Scalfari inizialmente pubblicata su Repubblica…..
    …..l’intervista è “attendibile nel suo senso generale ma non nelle singole formulazioni”…. “In questo senso – ha proseguito il portavoce vaticano – è stato ritenuto più corretto lasciargli la sua natura giornalistica, con l’intervista pubblicata su Repubblica, e non il testo sul sito della Santa Sede”. Si è trattato, insomma, di una “messa a punto della natura di quel testo, su cui era sorto qualche dibattito”.

    allora aveva senso quando ad alcuni frequentatori del blog gli era venuto il dubbio sull’opportunità e forma di quanto detto allora….
    http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/sacrilegio-il-vaticano-elimina-dal-suo-sito-lintervista-di-scalfari-al-papa-un-testo-66596.htm

    1. Alessandro

      Mi rinfranca sapere che quel mezzo pastrocchio di intervista non sia stata ritenuta più degna di stare nel sito della Santa Sede. Visto che la rimozione non può che essere stata quantomeno avallata dal Papa, debbo arguirne che Francesco si sia infine trovato d`accordo con chi ha lamentato che quell’intervista lasciava parecchio a desiderare, e non per colpa di Scalfari…

      1. Giusi

        Penso che sia interessante leggerlo: Socci sul ritiro dell’intervista.

        IL VATICANO METTE FINE DEGLI EQUIVOCI. CANCELLATA L’“INTERVISTA” DI SCALFARI

        Quando sulla prima pagina di “Libero” – domenica 27 ottobre – è uscito un mio articolo con questo titolo: “Papa Francesco pentito dell’intervista a Scalfari”, le reazioni sono state di sufficienza e pure di polemica. Ieri è arrivata invece la conferma indiretta: avevamo ragione noi.
        Ma ricostruiamo tutta la vicenda perché attorno a quell’intervista è nato il primo, vero problema del pontificato di Francesco. Anzi, un dramma. Un caso per il quale si è addirittura paventata l’ipotesi di uno scisma.

        UNO STRANO SCOOP

        Tutto risale al 1° ottobre quando “Repubblica” esce con uno scoop che fa il giro del mondo: una lunga intervista di Eugenio Scalfari a papa Francesco.
        La cosa era già in sé strana perché è noto che Bergoglio ha sempre diffidato delle interviste e da vescovo non ha mai voluto farne. In effetti leggendo si capisce subito che non si era trattato tecnicamente di una vera e propria intervista.
        Tutto era nato come un incontro privato e un colloquio cordiale, dovuto all’affabilità del pontefice che ama dialogare pure con i più lontani (per mostrare ai cristiani che bisogna uscire dalle sacrestie e andare a cercare tutte le pecorelle uscite dall’ovile). Tale colloquio era stato poi riprodotto da Scalfari come intervista.
        I dubbi si moltiplicavano subito leggendo alcune frasi di quell’intervista attribuite al papa. Frasi pressoché esplosive. In particolare quando Scalfari riporta questa sua domanda: “Santità, esiste una visione del Bene unica? E chi la stabilisce?”.
        Il fondatore di “Repubblica” scrive che questa sarebbe stata la risposta di Bergoglio: “Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene”.
        Parole che fanno saltare sulla sedia molti, perché vengono interpretate subito come se il papa considerasse l’individuo la fonte e il tribunale del Bene e del Male.
        Una concezione in base alla quale chiunque potrebbe giustificare le sue malefatte, perfino i suoi crimini, sostenendo che li ha compiuti per una causa buona.
        E’ evidente che un’idea del genere è agli antipodi di tutta la dottrina cattolica e anche dell’Antico Testamento (basti pensare al Decalogo) dove il Bene e il Male sono oggettivi, non possono essere inventati dall’uomo. Sono dati da Dio anche nella coscienza e a quella voce l’uomo deve obbedire.
        Anche il Concilio Vaticano II afferma: “Nell’intimo della coscienza l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale deve invece obbedire” (Gaudium et spes, n. 16).

        POLEMICHE

        Immediatamente sono scoppiate dure polemiche dal fronte tradizionalista che hanno insinuato addirittura che il papa fosse eterodosso.
        Si sono atteggiati a giudici del Pontefice senza nemmeno chiedersi se davvero quelle parole erano state pronunciate dal Papa in quella forma e se era mai possibile che egli professasse quelle idee.
        Molti non avevano concesso al papa nemmeno il beneficio del dubbio considerando la sua poca dimestichezza con la lingua italiana, l’informalità di un colloquio e magari anche il fraintendimento da parte di Scalfari che poteva non aver compreso bene il concetto o averlo riportato in modo impreciso.
        Dunque da un lato c’è stata la sollevazione dei tradizionalisti. Dall’altro lato il mondo laicista che esultava come se il papa si fosse convertito al relativismo.

        PUZZA DI BRUCIATO

        Un importante editorialista di “Repubblica” è arrivato a scrivere che “nemmeno i protestanti più devoti si spingerebbero tanto lontano. I protestanti si sono limitati ad eliminare i preti in quanto tramite tra l’individuo e il suo creatore. Le parole di papa Francesco lasciano pensare invece che quella di eliminare lo stesso Dio potrebbe rappresentare un’opzione legittima”.
        Era chiaro che c’era qualcosa che non quadrava e che era meglio non berla. Ma buona parte del mondo clericale, invece di applicare un sano discernimento razionale, ha amplificato quell’intervista, prendendo “Repubblica” per oro colato, come se nulla ci fosse da chiarire e precisare. Nessuno ha difeso il Papa.
        Eppure è stato subito evidente che al papa era stato attribuito un pensiero che egli non poteva neanche concepire. Anzitutto era evidente alla logica e al buon senso, perché il papa non poteva affermare un’idea che contraddiceva totalmente tutto il suo magistero quotidiano, la sua enciclica e la sua stessa fede cattolica.
        In secondo luogo è stato evidente che non si doveva prendere l’intervista per oro colato quando padre Lombardi precisò che essa non era da considerarsi un atto del magistero di papa Francesco.
        Ovviamente non era possibile che Lombardi facesse una simile precisazione di sua iniziativa.
        Infine l’evidenza si rafforzava quando – interpellato confidenzialmente da qualche giornalista – padre Lombardi spiegava che quell’intervista non era stata rivista dal pontefice.

        OSSERVATORE E AVVENIRE

        Noi poi abbiamo saputo che durante la visita pontificia ad Assisi, il 4 ottobre, il papa aveva rimproverato il direttore dell’Osservatore romano, Gian Maria Vian, perché – con eccesso di zelo – aveva riprodotto quell’intervista sul giornale vaticano: l’abbiamo scritto in quell’articolo del 27 ottobre.
        Ci sembrava ormai chiarissimo che il Papa non si riconosceva in quell’intervista.
        Invece la notizia della reprimenda di Assisi (che era stata pure filmata) è caduta nel silenzio. Solo un’agenzia e un giornale degli Stati Uniti l’hanno rilanciata. In Italia nulla di nulla.
        Anzi, dalle colonne di “Avvenire”, il corsivista che si firma “Rosso malpelo”, si è scagliato sul titolo di “Libero” (“Papa Francesco pentito dell’intervista a Scalfari”) definendolo “sfacciato”.
        E’ tipico di un certo mondo cattoprogressista impancarsi a censori: sfacciati saremmo noi che – pressoché da soli – abbiamo difeso il Papa…
        Poi “Rosso malpelo” saliva in cattedra e confondeva le idee proprio su quel tema, delicatissimo, della coscienza, mostrando di aver letto male anche la “Gaudium et spes”.
        Anche dal mondo tradizionalista mi sono arrivati attacchi per quell’articolo: “se fosse vero quello che scrive Socci” mi è stato obiettato “cioè che il papa ha protestato in quanto non voleva che l’Osservatore romano riproducesse quell’intervista, perché sul sito internet ufficiale del Vaticano quell’intervista c’è tuttora? Perché non l’ha fatta togliere?”.

        FINE DEGLI EQUIVOCI

        Ieri è arrivata la risposta. E’ stata decisa infatti la cancellazione di quell’intervista dal sito ufficiale del Vaticano, che qualcuno – con eccesso di zelo – aveva riprodotto. Dopo la reprimenda all’”Osservatore romano”, arriva la vistosa e significativa “cancellazione” dal sito vaticano.
        Padre Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, ha spiegato che “il testo (dell’intervista) è attendibile nel suo senso generale ma non nelle singole formulazioni virgolettate, non essendo stato rivisto parola per parola”.
        Traduzione: quella frase attribuita a Bergoglio, su cui sono scoppiate tante polemiche, così com’è formulata non riflette il pensiero del Papa.
        Nessuno più la consideri farina del suo mulino. E’ e resta semplicemente un resoconto pubblicato da Scalfari su “Repubblica”.
        “In questo senso – ha aggiunto il portavoce vaticano – si è ritenuto più corretto limitarne la valenza alla sua natura giornalistica, senza inserirlo fra i testi papali consultabili dal sito del Vaticano”.
        In pratica – ha aggiunto il portavoce – “si è trattato di una messa a punto della natura di quel testo, su cui era sorto qualche dibattito”. Infine padre Lombardi ha spiegato che “responsabile per il sito internet del Vaticano” è la Segreteria di Stato, dunque è in Segreteria di Stato che fu decisa la pubblicazione e sempre lì è stata disposta anche la cancellazione.
        Da notare, en passant, che da circa una settimana si è insediato il nuovo Segretario di Stato, monsignor Parolin. Un fatto significativo che mette fine a un’epoca e ne inizia una nuova.
        Il nuovo capo della diplomazia vaticana e della Curia rappresenta un importante supporto per la missione di papa Francesco.

        Antonio Socci

  7. fortebraccio

    Ho un solo dubbio sulla ricostruzione del rapporto società capitalista-famiglia così come presentato da Feliciana.
    In Italia il “femminismo” è stato l’unico momento in cui s’è prodotta una forte mutazione dei rapporti uomo-donna (non voglio dare giudizi, mi limito alle constatazioni), che è durata per tutti gli anni 70.
    Nei quattro decenni successivi non si è visto alcun progresso che riguardasse la tutela della famiglia.
    Ora, a mio modo di vedere, questa è una sconfitta politico-sociale delle donne (e non del femminismo, oltre a chi si riempe la bocca di “tutela della famiglia). Perché è innegabile che le prime vittime della mancanza di asili, orari lunghi, part-time, bilanciamento dei ruoli/responsabilità ha, di fatto, penalizzato le donne. Evidentemente, dopo le prime rivendicazioni, non hanno saputo esprimere alcuna unità, alcun modello positivo di società, non hanno saputo esprimere nessuna classe dirigente all’altezza della situazione. Han fatto confusione, si son disinteressate, si sono affidate a persone immeritevoli (sottomesse a persone indegne?), non han saputo incidere nel tessuto della società… mettetela come vi pare, ma il risultato è questo.

    Conosco sommariamente i sistemi degli altri paesi.
    Di Germania (baviera) e Francia quello che mi raccontano amici emigrati lì. Non necessariamente un quadro completo, uno scorcio piuttosto, disegnato per differenze, filtrato dalle necessità dei singoli.
    Comunque la famiglia è meglio tutelata lì (soprattutto la maternità e il puerperio), altro che storie!

  8. Un altro pezzettino della predica del 2009. E’ una predica rivolta ai fedeli riuniti in chiesa:
    Dure parole di condanna contro questa nostra società primitiva nella quale viviamo, dove siamo arrivati al punto di esercitare il diritto di vita e di morte, il diritto di disporre di sé ad libitum. Questo (ma è facile capire qui lo spagnolo) il
    succo delle parole del vescovo. L’unica risposta che un laico può dare è che, almeno, per ora,la scelta è libera. Voi risponderete che la scelta non può essere libera per un bambino che viene ammazzato. Un laico potrà rispondere che non di un bambino si tratta, ancora, allo stato embrionale di meno di tre mesi. Voi risponderete che c’è subito vita, fin dal concepimento, che il laico è in malafede anche verso se stesso. Il laico dirà che però è stata la maggioranza a decidere. Voi risponderete che anche Hitler ce l’aveva, al maggioranza. Il laico ribatterà che sì, è una scelta drammatica, , ma è giusto che sia la donna a decidere. Voi risponderete che non si può decidere di ammazzare (matar)un bambino. Il laico……

    “Queridos hermanos, el mundo está en tinieblas, y un mundo así está
    abocado a la violencia y al pecado, al abuso de los hombres con los
    hombres. Esta licencia para matar no es más que un primer paso de la
    pérdida de libertad en nuestra sociedad, el primer paso –gravísimo- que
    anuncia que estamos ya en una nueva y terrible dictadura -¡terrible!- y que
    la libertad es una palabra vacía, porque el Estado tiene el poder de decidir
    para qué sí o para qué no somos libres, de decidir quién tiene derecho a
    vivir y quién no, qué es lo que tiene que haber en nuestra conciencia, cómo
    llamar a las cosas, o cómo deben ser nuestras relaciones humanas, incluso
    las más íntimas, qué es o no un matrimonio. No es una dictadura, no, es el
    tipo de autoritarismo tiránico de las sociedades primitivas. Y nosotros lo
    permitimos con una pasmosa tranquilidad, lo consentimos sin alterarnos
    porque el show tiene que continuar, porque tienen que seguir el consumo y
    la fiesta. ”
    .

    1. Giusi

      Grazie Alvise del contributo. Come ha detto Costanza? Il grande Javier Martinez. Ecco sì: grande. Li vorrei tutti così i vescovi!

  9. sebastianozapp

    @Alvise “Un laico potrà rispondere che non di un bambino si tratta”
    E, di grazia, sulla base di quale evidenza scientifica?

    1. giovanni da patmos

      Nessuna evidenza, solo una questione puramente legale, non biologica. Del resto che differenza potrebbe esserci tra un feto di 90 giorni 23 ore 59 secondi (termine massimo possibile) ed un altro di 91 giorni e 1 secondo; avente in pratica 2 secondi in più.

    2. …sebastianozzapp:

      (con tutto il rispetto per la serietà dell’argomento in questione)
      …è lo stessa cosa farsi un uovo (eventualmente fecondato) in padella o tirare il collo a un pollo?
      (sempre con lo stesso rispetto) quando succede che venga un aborto spontaneo, perché non gli si fa il funerale all’embrione?

      1. sebastianozapp

        @Alvise
        (scusa se rispondo in ritardo, ma sono stato via ieri e oggi)
        la differenza fra un uovo (fecondato) e il pollo evidentemente è lo stadio di sviluppo. (suvvia, ci potevi arrivare da solo …)
        Quanto al funerale (e la sepoltura) degli embrioni, non hai letto i giornali in questi giorni, di quanto succede. per esempio, a Firenze?

    3. …sebastianozapp:

      …sulla base della propria “evidenza” scientifica! C’è n’è più d’una “evidenze” scientifiche…
      Da quando in qua voi cattolici siete scientifici. A parte gli scienziati che erano cattolici (il che non c’entra assolutamente nulla, lo dico solo per anticipare eventuali vs. obiezioni)
      E, digià che ci siamo, da quando in qua siete contro la censura?

      1. Sara

        “A parte gli scienziati che erano cattolici (il che non c’entra assolutamente nulla, lo dico solo per anticipare eventuali vs. obiezioni)”

        Se pensi che le obiezioni che potrebbero esserti rivolte sarebbero di questo tenore, be’… stimi davvero poco i tuoi interlocutori…

        Uno smack a Giusi e Viviana per i loro ultimi commenti!

      2. sebastianozapp

        @Alvise
        Non posso essere d’accordo.
        Le ipotesi possono essere diverse e contrastanti, ma la scienza è una sola e le verità scientifiche devono reggere ai controlli secondo il metodo – appunto – scientifico.
        “Da quando in qua voi cattolici siete scientifici.” Beh, non vorrei deluderti, ma se ti informi un po’ (basta poco) scoprirai che la scienza è nata in casa cattolica.
        “da quando in qua siete contro la censura?” domandi.
        Rispondo: da quando in qua siamo per la censura?

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