Comunicato dell’Arcivescovo di Granada su “Cásate y sé sumisa”

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(aquí en español)

Impegni legati alla mia missione mi hanno finora impedito di seguire l’artificiosa polemica a riguardo dalla pubblicazione del libro  Sposati e sii sottomessa. Pratica estrema per donne senza paura, scritto dalla giornalista italiana Costanza Miriano, edito in Spagna da Editorial Nuevo Inicio. Non è mia intenzione difendere il libro, che si difende da solo, né tantomeno giustificare il suo titolo o quello del suo sequel (che sarà pubblicato a breve), che forma un dittico con il primo e che si intitola Sposala e muori per lei. Uomini veri per donne senza paura.

È questo, infatti, un compito che spetta alla loro autrice, che peraltro, lo ha già fatto più volte, all’interno e al di fuori del libro. C’è forse bisogno, del resto, di ricordare che entrambi i titoli si ispirano quasi letteralmente a un passaggio della Lettera agli Efesini di San Paolo (Ef. 5, 21), e che la sottomissione e la donazione – l’amore – di cui si parla in quel passaggio non hanno nulla a che vedere con le relazioni di potere che avvelenano le relazioni tra l’uomo e la donna (e non solo quelle tra l’uomo e la donna) nel contesto del nichilismo contemporaneo? Nemmeno ho la pretesa di giustificare la posizione della casa editrice, che ha una propria voce e che sta svolgendo il suo compito diffondendo un’opera che – ne sono al corrente – sta aiutando molte persone.

Dal campo pastorale ed ecclesiale, che è quello che a me compete, desidero soltanto segnalare che l’opera è stata positivamente accolta dall’Osservatore Romano come “evangelizzatrice” e che la sua autrice Costanza Miriano è stata recentemente invitata a partecipare al seminario sulla dignità della donna, organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici in occasione del XXV anniversario della pubblicazione della Lettera Apostolica del Beato Giovanni Paolo II Mulieris Dignitatem. La lettura dei due libri, inoltre, è stata raccomandata dal Pontificio Consiglio per i Laici e dal Pontificio Consiglio per la Famiglia.

Questi termini di paragone nella vicenda indicano, con maggior chiarezza di certi commenti della stampa, che la posizione della casa editrice su questi due libri è in accordo con l’insegnamento della Chiesa, e che altre raccolte della stessa, dove sono pubblicati anche libri di autori non cattolici, intendono essere un “areopago” della nuova evangelizzazione, uno spazio di dialogo e di riflessione sulla fede cristiana nel contesto del mondo contemporaneo. Per questo motivo la casa editrice rappresenta un umile ma prezioso strumento pastorale al servizio della Nuova Evangelizzazione. Le sue pubblicazioni, infatti, sono contraddistinte dall’amore all’uomo, all’umano, la cui pienezza si rivela e si comunica in Cristo, oltre che da una grande libertà rispetto al dogmatismo della cultura dominante. In questo contesto, pertanto, la polemica generata da questo libro – il cui contenuto è in accordo con gli insegnamenti sull’amore sponsale di Giovanni Paolo II, ma che non pretende essere nulla di più se non la preziosa testimonianza di amore e libertà di una donna cristiana di oggi – risulta tanto ridicola quanto ipocrita. Ogni persona moderatamente informata sa perfettamente, a questo punto, che il libro, e anche la mia povera persona, non siamo altro che un pretesto. Coloro i quali fomentano e agitano questa polemica sono mossi da altri interessi e altri motivi, che non sono precisamente la difesa della donna o la preoccupazione per la sua dignità. Si tratta, piuttosto, di attaccare l’unica istituzione – l’unico settore della società, l’unico segmento di popolo vivo – che resiste ad ogni tentativo di addomesticazione da parte di quel rullo che è la cultura dominante: il popolo cristiano. Questo è il vero ostacolo, tutto il resto sono scuse. Persino il momento scelto per sollevare tutto il rumore che si è fatto è stato scelto in funzione di questo fine.

Tanto la storia della letteratura, quanto, in questo momento, gli scaffali delle librerie, sono pieni di libri che, talvolta in modo ironico, talaltra con la massima serietà – effettiva o presunta che sia –, insultano o si prendono gioco di sacre verità, dal matrimonio alla maternità, dalla libertà di educare a un significato profondo del vivere alla realtà della fede che professa gran parte del nostro popolo. Per di più, questi insulti e prese in giro godono della protezione della libertà di espressione. Libertà di espressione che – mi sia permesso ricordarlo – è un’invenzione cristiana. Solo in un terreno cristiano, infatti, avrebbero potuto fiorire tutte le grandi critiche alla religione del XIX secolo – Feuerbach, Nietzsche, Comte, Freud e Marx, solo per ricordare alcune di quelle più importanti –, alla Chiesa, che oltretutto è da sempre disposta a ricerverle con gratitudine nella misura in cui esse documentino un tentativo di ricerca del vero. Al di fuori del grande fiume della tradizione cristiana il futuro della libertà nel nostro mondo è ben più nero.

Il giudizio e l’opinione personale circa l’opera che ha destato le polemiche, così come è per qualsiasi altra opera letteraria di ogni tipo essa sia, o circa qualsiasi pronunciamento della persona, sono, ovviamente, liberi e legittimi, ma non l’offesa, l’insulto, la calunnia. Né quest’opera né alcuna mia dichiarazione hanno mai giustificato in alcun modo, scusato e ancor meno promosso un solo atto di violenza contro la donna. Mentre, invece, favoriscono e facilitano la violenza contro la donna una legislazione che liberalizza l’aborto e ugualmente tutti quegli interventi che indeboliscono o addirittura eliminano il matrimonio, nella misura in cui tendono a lasciar cadere tutta la responsabilità di un’eventuale gravidanza interamente sulla donna, lasciata a se stessa ed escludendo il maschio da ogni forma di responsabilità. So che l’autrice ha già chiesto a chiunque volesse rivolgere simili accuse al suo libro di farlo con precisione, specificando la pagina e il paragrafo dove dovesse essere contenuto un qualsiasi tipo di giustificazione o scusante di una pur minima forma di violenza nei confronti della donna, perché, al netto delle gratuite squalifiche che qualcuno può fare e delle grossolane manipolazioni, è consapevole che nessuno potrà trovarne. Come nemmeno potrà trovarne nelle mie parole. Semplicemente perché simili affermazioni che taluni gratuitamente mi attribuiscono non sono mai state da me pronunciate né da altri uomini di Chiesa a me vicini né tantomeno appartengono alla tradizione cristiana. Chi mi accusa può farlo soltanto fraintendendo le mie parole, il cui contenuto è noto e pubblico, anche perché la mia predicazione deve svolgersi sempre in pubblico, dalla cattedra episcopale che la Chiesa mi ha affidato.

FRANCISCO JAVIER MARTÍNEZ FERNÁNDEZ

ARZOBISPO DE GRANADA

15 de noviembre de 2013

 

fonte: Arzobispo de Granada          traduzione: tempi.it

45 pensieri su “Comunicato dell’Arcivescovo di Granada su “Cásate y sé sumisa”

  1. Mic

    Bel colpo, la pubblicazione di “Sposati e muori per lei!”
    Il problema è che in Spagna quello all’indice è il Vangelo.
    Ma speriamo che la pubblicità che nasce dal clamore suscitato, serva per incuriosire e indurre alla lettura col beneficio di chi non è ancora massificato.

  2. Filippo

    Splendide parole di un Arcivescovo che si dimostra davvero illuminato dallo Spirito Santo. Le sue parole sono piene di intelligenza e discernimento! Un grazie a Costanza che mi mostra come nel Signore è possibile realizzare la beatitudine della persecuzione per causa Sua. Ammiro il tuo coraggio evangelico!

  3. don Giuseppe Mattiello

    E’ una meraviglia seguire finalmente una battaglia dove i contendenti si fronteggiano come si deve! Pensavo che ormai esistessero solo cattolici remissivi e acquiescenti. Chesterton non avrebbe immaginato niente di meglio, anche se il duello spadaccino di Mac Jan e Turnbull lo fa gustare in anticipo. Fantastica Costanza e fantastico l’arcivescovo. Questa è la Nuova Evangelizzazione che ci vuole. Vi voglio bene, cari amici!

  4. Ecco un altro esempio di come la Chiesa desideri e difenda più la libertà dell’uomo che la sua salvezza.
    Grazie Costanza per la tua testimonianza e le tue parole che con ironia e simpatia sanno toccare il cuore degli uomini e delle donne vere, che non si fermano al “provocatorio” e furbesco titolo dei tuoi libri.
    Sei nelle mie preghiere!

    Con amicizia.

  5. I titoli dei libri sono (ovviamente) provocatorii.
    Che poi uno dica “ma non hanno nemmeno letto il libro”, è vero, proprio in quanto i titoli ,essendo provocatori, possono provocare anche la ripulsa, ma più la curiosità.
    Così è nell’editoria (cosiddetta)!

    p.s. l’ho già chiesto: qualcuno mi trovi il punto dove S.Paolo dice: “Sposala e muori per lei”.

    Pace e bene a tutti (diceva padre Mariano)!

  6. Giovanni Bonini

    Bellissima risposta, piena di Pace. Mi fa tornare alla mente la frase (che vorrei ricordare più spesso): ” dobbiamo affogare il male di questo mondo in mare di bene”.

  7. Angelo

    chissà se in Spagna riusciranno a travisare anche questo articolo!!!
    più chiaro di così non potrebbe essere!!!

    scusi Alvise;
    quando S. Paolo dice: “amate le vostre mogli come Cristo ha amato la chiesa”
    cosa significa?
    Come Cristo ha amato la chiesa?
    non è già chiaro così?
    Buona Domenica nel Signore

  8. …ma però, vorrei anche dire, quale è il marito (o chi per lui) che non darebbe la vita per la sua moglie (o chi per lei), senza bisogno tanti discorsi?

    1. Giusi

      Beh oddio! Mi sembri particolarmente ottimista stamattina! Mi sembra che tra divorzi, corna, cosiddetti femminicidi, le cose non stiano esattamente così! Forse un promemoria può giovare….

      1. Cacciatrice di stelle

        Anche perché, a mio parere, morire per tua moglie non vuol dire necessariamente gettarsi nel fuoco di un incendio per portarla in salvo tra le tue braccia (eventualità penso piuttosto remota, nella vita di ogni giorno) ma anche solamente alzarti dal divano per andare a buttare la spazzatura perché ti accorgi che lei è stanca (tua moglie magari non ti chiederà mai di aiutarla anche se la stanchezza la sta riducendo alle lacrime), invece che marciarci su e continuare a sollazzarti con il pre-partita…credo che la seconda cosa sia molto più ardua della prima, la quotidianità è sempre più difficile! 😉

    2. Beh guarda Alvise, senza volerne fare di motivo di giudizio o condanna alcuna, ma per averne avuto testimonianza diretta, so di mariti che hanno lasciato la moglie perché malata di tumore…

      Quindi, per quanto ottimista e speranzosa, la tua affermazione è destituita di qualunque fondamento di verità… o se preferisci di realtà

  9. Sara

    Questo comunicato è splendido! Sì, sono costretta a ripetermi: è davvero grande questo principe della Chiesa!
    E grande sei anche tu, Costanza! Sursum corda!

  10. Margherita

    Questo Arcivescovo è un grande!!! Ben detto, bien dicho! Io ho letto tutti e due i libri e hanno rovesciato la mia visione perché mi hanno tolto la paura (paura della solitudine protagonista di tante relazioni di oggi) e mi hanno dato tanta speranza e, soprattutto, hanno ricordato al mio cuore qual è la direzione. Ho consigliato, e non mi stanco di consigliare, i due volumi a tutte le mie amiche spagnole.

  11. vale

    per un grande arcivecovo in spagna, un piccolo vescovo – vicario- di bologna: sulla bambina di tre anni data in affido ad una coppia omosessuale:
    «I giudici hanno il dovere e la responsabilità di tutelare il bene dei minori e di stabilire nel caso concreto qual è il miglior bene possibile. Anche nel caso della bambina si presume abbiano fatto questa valutazione, per quello che è nelle loro possibilità e nelle loro conoscenze». A pronunciare queste parole non è il responsabile di un circolo arcigay, neppure Luxuria e neanche Lady Gaga… lo dice il Vicario generale dell’Arcidiocesi di Bologna, Monsignor Giovanni Silvagni, classe 1961 (difensore del Vincolo al Tribunale Ecclesiastico Regionale dal 1994 al 2005 e quindi Giudice dello stesso Tribunale), il quale, interpellato dall’Ansa, ha osato rispondere in quei termini.

    http://www.riscossacristiana.it/una-discesa-nellorrore-una-bimba-di-tre-anni-decisa-da-giudice-avallata-da-vescovo-entrambi-scellerati-di-cristina-siccardi/

    1. @Vale, spesso accusiamo gli altri di leggere e interpretare con malanimo…

      Ora il titolo della cara Cristina Saccardi recita: “Decisa da un giudice, avallata da un Vescovo, entrambi scellerati..” non riporta la verità delle cose.
      Tralasciamo il giudizio e l’insulto al Cardinal Caffarra, di cui tutto si può dire tranne che non abbia posizioni chiare e tutt’altro che “buoniste”. La considerazione riportata è del Vicario. L’articolo domanda: “L’Arcivescovo Carlo Caffarra, Pastore della diocesi di Bologna, è a conoscenza di questo pensiero?…” è appunto una domanda, ma chi ha scritto, salta subito alle conclusioni, ma il presumere Cristiano è di altra natura – se di “riscossa Cristiana” (titolo della testata) vogliamo parlare.

      Nel concreto dell’affermazione poi, per quanto non ci piaccia – neppure a me piace per nulla – la constatazione, il giudice (o i giudici) che hanno scelto questa strada – oggettivamente – non possono che averlo fatto limitatamente alle loro “possibilità e conoscenze”, che ahinoi contemplano anche un visione del mondo e delle cose, diametralmente opposta a quella Cristiana, solo che taluni in certi casi vorrebbero sempre sentire e leggere di anatemi e scomuniche.

      Il tempo per, precisazioni, prese di distanza e stigmatizzazioni ci potrà essere.
      Diversamente ci troviamo nell’esatta situazione di chi ha gridato allo scandalo a seguito della “famosa omelia” dell’Arcivescovo di Granada. In quel caso, difesa ad oltranza anche su questo blog, perché l’attacco veniva “da fuori”. Qui si riporta con giudizio (e condanna) già confezionato e tutto va bene perché viene (apparentemente) “dall’interno” 😐

      Mi dispiace non è il modo.

      1. Giusi

        Dove hai visto l’insulto al cardinale Caffarra? Io interpreto nel senso che, proprio perchè sono note le sue posizioni, l’autrice si ponga il problema se lo sappia. E poi scusa ma non può essere considerata neutra quell’affermazione in bocca a un vescovo: un vescovo ha il dovere di dire cose che persino Mario Adinolfi, deputato di sinistra, ha detto!

        Mario Adinolfi
        SULL’AFFIDO DELLA BIMBA ALLA COPPIA GAY
        di Mario Adinolfi

        Ho una figlia di tre anni, esattamente la stessa età della bimba che il tribunale dei minori di Bologna ha deciso di affidare a una coppia di omosessuali. Credo di comprenderne alcune dinamiche psicologiche in maniera piuttosto approfondita e mi trovo d’accordo con il procura minorile della Repubblica che, concentrata sul benessere della bimba piuttosto che su ottenere uno spot sui giornali, si era detta radicalmente contraria all’affido della treenne alla coppia gay ritenuta “non all’altezza”.

        Ma ormai si fa così: cosa prevale tra il gusto di compiere un gesto “di rottura” a favore di una coppia omosessuale e riflettere sul benessere di una bambina che non è ancora adottabile ma che proviene da una condizione di estremo disagio? Ovviamente viva la “rupture” e la procura minorile sarà certamente omofoba. Non diamo alla bambina una figura materna, prepariamo il terreno culturale ad una legge che garantisca l’adozione dei bimbi da parte dei gay, scriviamo genitore 1 e genitore 2 anziché padre e madre, proiettiamo un bello spottone anche durante la fiction di prima serata di Raiuno che si intitola non a caso “Una grande famiglia” in cui si fa tutta una tirata sull’ingiustizia del fatto che il giudice non possa far adottare un bambino a un single, perché la legge italiana ritiene che una figura materna sia necessaria per un minore già così sfortunato da essere in condizione di adottabilità. Ovviamente la legge è “omofoba” e il magistrato della fiction pure fa tutta una tirata contro la legge. Cose da pazzi.

        Una bimba di tre anni in condizione di disagio familiare ha prima di tutto bisogno di una figura materna, di una donna da chiamare “mamma” a cui poteri affidare. Non le serve a niente un finto genitore 1 accoppiato con un finto genitore 2. Chi non capisce questo in realtà se ne frega dei bambini e combatte solo una stupida battaglia ideologica. Una battaglia regressista e non di sinistra. Chi è di sinistra sta con i più deboli e in questa storia bolognese il più debole è la bambina di tre anni. Il finto progresso di una sentenza di affido scritta per ottenere i titoli dei giornali è moneta farlocca, non si spende se non per acquistare ulteriore discredito per la magistratura italiana.

        1. E con questa sono due le affermazioni di buon senso fatte da Adinolfi in pochi giorni (l’altra qualche sera fa in televisione: ha detto che l’Italia è «l’Italia dei Comuni», non delle Province e delle Regioni, e che i soldi pubblici andrebbero distribuiti tenendo conto di ciò).

          1. Giusi

            Tre Viviana tre: meraviglioso post sulla doppia verità di quelli di sinistra. Vuoi vedere che divento una sua fan?

            Mario Adinolfi
            FAZIO, SAVIANO, VENDOLA E L’ONESTA’ INTELLETTUALE A SINISTRA
            di Mario Adinolfi

            So, cari compagni, che siete appassionati oggi solo a far di conto per sapere se è avanti Renzi o avanti Cuperlo e così ci riempite una domenica senza campionato di calcio, ma ieri sera davanti alla tv m’è capitato di sussultare e poiché ogni mio sussulto causa dissesto idrogeologico nel vicinato, scarico i sensi di colpa condividendone il motivo con voi.

            Insomma, c’era quella tiritera televisivamente orribile di Massimo Gramellini che legge dei foglietti davanti a Fabio Fazio (e cazzo, fai uno sforzo, imparati la parte a memoria se proprio non sai andare a braccio), a un certo punto si cita l’intercettazione pesantissima che ha causato vergogna a Nichi Vendola e Mister Cinque Milioni di Euro blocca tutto per proclamare indignato: “L’uso delle intercettazioni ha raggiunto livelli intollerabili, basta”. E dopo il sussulto mi accartoccio dalle risate sul divano.

            Ma come Fabietto? Ci hai fatto una trasmissione intera te con Roberto Saviano per spiegarci che la legge che voleva limitare l’uso delle intercettazioni sulla stampa era una legge bavaglio e che la libertà passava dal diritto dei giornalisti di pubblicare quello di cui vengono in possesso, senza responsabilità di alcun genere. Chi voleva limitare l’uso delle intercettazioni era cattivo e, ovviamente, berlusconiano. Ce lo spiegavi tu, Fabietto. Ce lo spiegava Saviano. E ora? Ora siamo ai livelli intollerabili perché a pagare il prezzo è Nonna Papera Cancellieri (con annesso il governo Letta appena deberlusconizzato) e il tuo amichetto Nichi?

            C’è una cosa che non tollererò mai a sinistra e che mi ha reso sempre difficoltoso convivere con i miei compagni di strada postcomunisti nel Pd: una diffusa disonestà intellettuale. Ricordo che quando dovevo entrare in Parlamento e Bersani aveva emesso il diktat “quello lì alla Camera non deve mettere piede”, una povera deputata che aveva passato la vita per fare approvare la norma sull’incompatibilità tra sindaco e deputato, dovette andare in giunta per le elezioni e spiegare che nel mio caso, poiché dovevo subentrare a un sindaco che non voleva lasciare la Camera, sindaco e deputato erano cariche compatibilissime.

            I compagni sono fatti così: non esiste ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Esiste ciò che è utile e ciò che è dannoso. E’ una conseguenza dell’essere materialisti. Se si racconta che la casa di Montecarlo è finita al cognato di Fini è macchina del fango, se la casa è quella di Scajola fa fine dargli in culo. Se la Cancellieri fa scarcerare la Ligresti tutto bene e chiede pure l’applauso, se si telefona per evitare casini a una minorenne incasinata si beccano sette anni di galera. E ovviamente se intercettano Berlusconi e le sue troiette va benissimo, non farci ascoltare le sue intercettazioni è una gravissima limitazione della libertà, Saviano e Fazio docent. Se l’intercettato è Vendola bisogna limitare i “livelli intollerabili” e lo si può dire con voce grave e solenne.

            Il tutto stando tranquilli, tanto anche a Blob sono compagni e dunque il montaggio con il Fazio-Saviano contro la legge bavaglio e il Fazio indignato perché hanno intercettato Vendola, stasera non lo faranno. Stasera Blob si diverte a sfottere il circo di Berlusconi all’Eur. Scommettiamo?

        2. @Giusi allora sei tu stavolta che non leggi…

          Scellerato (scellerati giudice e Vescovo…) cos’è un complimento!?
          L’affermazione non sta in bocca al Vescovo, ma al suo Vicario (affermazione che ribadisco può avere diverse chiavi di lettura).
          E non è detto ipso facto il Vescovo ne sia a conoscenza o ne può essere venuto a conoscenza quando comunque la considerazione era stata liberamente fatta.

          Di cosa dice Adinolfi me ne importa un cippo”…!!

          1. Giusi

            Il vescovo di cui parla è per l’appunto il Vicario: Mons. Silvagni, vescovo pure lui perchè un monsignore è vescovo. E’ a colui che si riferisce la Siccardi. E aggiunge: lo sa Caffarra? Proprio perchè si sa che Caffarra non si sarebbe mai espresso così! Fai a male a fregartene di quello che dice Adinolfi perchè dice cose molto giuste: magari le avesse dette Silvagni!

            1. Giusi di arrendo… tanto su questi argomenti con te non si viene a capo di nulla.
              Silvagni e anche lui Vescovo, Cafarra non poteva saperlo o non lo avrebbe detto, ciò che è stato detto è gravissimo, pena non so che…

              Il nocciolo del problema di articoli e interventi del genere ti sfugge o io non sono abbastanza chiaro con il mio pensiero (che poi non è detto sarebbe ugualmente condiviso…)
              Quindi, in attesa della difesa d’ufficio dei Vale (presumo, magari pecco) abbandono.

              Andrò a studiarmi l’Adinolfi pensiero, così saprò sempre cosa (a tuo dire) dovrebbe dire un Vescovo 😐

      2. vale

        io non voglio sentire nulla di diverso da quel che andrebbe detto per rispetto alla verità cristiana.. e perlappunto non ho detto di essere d’accordo con le supposizioni su Caffarra. (così come avevo”nasato” subito i virgolettati tendenziosi di repubblica nella famigerata intervista. come poi confermato dalla rimozione del testo dal sito vaticano.)
        mi limito a considerare che il vicario di Caffarra ,a mio modestissimo modo di vedere, si è arreso: come dire: la coppia omo è legittima nei fatti.( perché è così che verrà interpretata da molti).
        che,parmi, proprio posizione chiara non sia.per un vescovo( anche perché avrei voluto vedere avesse dichiarato che la scelta era stata fatta per tutelare il bene della coppia gay).
        avrebbe fatto meglio a tacere.( come Barilla a la zanzara) 🙂

        e mi pare che ad avere dei dubbi in materia non sia solo io.

        (vedi, per es.: http://www.lanuovabq.it/it/articoli-genitorialita-impazzita-pagano-i-bambini-7745.htm

        http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2013/11/18/BAMBINA-A-COPPIE-GAY-Il-giudice-si-e-servito-di-una-bimba-per-legittimare-le-coppie-omo/444827/

        o come chiarisce i procuratore capo di Parma ,Pastore, faccenda poco chiara. http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/bambino-affidato-coppia-gay.aspx
        http://www.tempi.it/procuratore-capo-bologna-poco-trasparenza-nell-affidamento-della-bimba-alla-coppia-gay#.UoY-hGRYTt4

        http://www.tempi.it/bologna-bambina-di-tre-anni-affidata-a-coppia-gay

    1. p.s. per me la sostanza del mio intervento non cambia…
      Chi vuol capire capisca.

      E Giusi visto che come mi insegnate, anche il Vicario in questione è Vescovo lo “scellerati” che lo comprendeva (detto poi da chi?) è offensivo e fuori luogo (ma forse tu lo condividi…)

  12. vale

    @ bariom
    si può anche pensare che si sia esagerato, da parte dell’articolista.anche a me, come appunto detto, il tirare dentro il Caffarra senza sapere se fosse al corrente di quanto detto dal suo vicario parrebbe pretestuoso. resta il fatto che il vicario se la poteva risparmiare.( la ovvietà, s’intende)

    cmq: dal sito della siccardi :Cristina Siccardi, nata a Torino nel 1966, è sposata e ha due figli. Laureata in lettere con indirizzo storico, è specializza­ta in biografie. Ha scritto per La stampa, La gazzetta del Piemonte, Il nostro tempo, Avvenire, L’Osservatore romano e collabora con diversi periodici culturali e religiosi, fra cui il Timone, Radici Cristiane, Nova Historica. È membro delle Accademie Paestum, Costantiniana, Ferdinandea, Archeologica italiana, Bonifaciana. Il 26 novembre 2010 ha ricevuto il Premio « Bo­nifacio VIII » della città di Anagni. Le sue opere sono state tradotte anche all’estero e dal suo studio dedicato alla principessa Mafalda è stata tratta la fiction per Canale 5 Mafalda di Savoia. Il coraggio di una principessa, prodotta da Angelo Rizzoli e diretta dal regista Maurizio Zaccaro.

    http://www.cristinasiccardi.it/curriculum/
    http://www.cristinasiccardi.it/

      1. vale

        nulla più che un’informazione di servizio. visto che il brano dell’articolo riportato è della siccardi.

        1. Giusi

          Forse quello che vuole dire Bariom è che comunque trattasi di una laica che chiama scellerato un vescovo e su questo gli dò ragione. Una cosa è criticare i contenuti (vedi intervista di Scalfari), altra cosa è usare certi epiteti

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