Costanza Miriano intervistata per El Huffington Post sempre in merito alle polemiche sull’uscita del libro “Cásate y sé sumisa”
A cosa si deve il successo del suo libro in Italia?
Il libro inizia con me che rispondo a una telefonata di un’amica in crisi, che non si decide a sposarsi. Una telefonata tra amiche sul tema dell’identità femminile, che è, io credo, quello su cui si gioca la partita centrale della nostra culturale. Cosa vuol dire essere uomo e donna oggi. Teorie di genere o antropologia cristiana. Il tutto tradotto in un linguaggio pop, passando dalle calze parigine al Catechismo, dai trucchi per dormire in bagno quando ci sono i figli neonati (appoggiando la testa al rotolo di carta igienica) alla Bibbia.
Una mia amica mi ha chiamata arrabbiata perché nella sua libreria mi ha trovata nel settore umorismo. Invece non mi avrebbero potuto fare un complimento migliore. Ridere parlando di San Paolo! E così è partito un passaparola tra i credenti, che finalmente si sono visti rappresentati in modo non deprimente, molto deciso nei contenuti, molto allegro nella forma. All’inizio sono state stampate 1200 copie. Io telefonavo alla mia famiglia nella speranza che almeno loro ne comprassero una mezza dozzina. Poi il libro ha avuto non so più quante ristampe, ormai oltre venti credo.
In Spagna la Izquierda Unida ha detto che il libro apertamente sostiene la schiavitù delle donne rispetto agli uomini, e il ritenere gli uomini superiori alle donne causa la violenza maschile”. Che ne pensa?
No, mi dispiace, a questo punto la domanda spetta a me. In quale punto esatto io incito, sostengo, scuso, giustifico, o anche minimamente contemplo o nomino la violenza? L’unica violenza che vedo in tutta questa storia è quella che viene fatta a me, che sono pure donna, se è per questo. È questa l’unica violenza sulle donne che vedo in tutta questa storia. Un’aggressione scomposta e veramente assurda. Loro devono rispondere. Non si possono lanciare accuse così a caso. In quale punto? Dove? Con quali parole? Io ho scritto lettere alle mie amiche, amiche reali, vere, che esistono. Se vuole gliele presento. Nessuna di loro ha subito violenza, grazie a Dio. Se qualcuna ne subisse non le direi certo di sopportare in silenzio, ma non è un problema che mi sono posta, perché non mi è capitato. Il mio non è un trattato di sociologia. Io ho guardato la realtà mia e delle mie amiche, e i nostri problemi sono altri. Come essere felici con i nostri mariti. Come amarli meglio, Come prenderci cura di loro e come chiedere loro di prendersi cura di noi. Imparare i linguaggi maschile e femminile, che sono diversissimi. Come tenere insieme tutti i ruoli che una donna moderna – moglie, madre, lavoratrice, donna di fede che coltiva lo spirito ma ama anche curare il suo corpo – riassume in sé. La violenza è roba per magistrati, psichiatri, non per una donna comune come me che si mette a scrivere alle amiche. Chi mai avrebbe pensato che le mie lettere le avrebbero lette cinquantamila persone in Italia e all’estero? Non sono mica un’autorità, una maitre à penser!!!
Quanto all’inferiorità o superiorità maschile, chi fa questa obiezione non parla il linguaggio cristiano. È legittimo non parlarlo, come io non so di che parlino buddisti o musulmani, ma non mi immischio nelle loro faccende. Nella logica cristiana il capo, che è il marito secondo san Paolo, è un capo come Cristo, che muore per la sua sposa, la Chiesa. Un capo che ha come trono la croce. L’uomo che fa il marito come Cristo comanda è un uomo pronto a morire per la moglie. La sposa secondo la Chiesa è quindi una sposa docile nei confronti di un uomo nobile, generoso. La sposa con la sua dolcezza risveglia i migliori sentimenti nell’uomo, come nell’amore cortese. Evita che si metta in moto quella sorta Mister Hyde che è dentro ogni uomo, la sua parte animale. Questa è la logica cristiana. Fare a gara nello stimarsi a vicenda, avere un pregiudizio positivo nei confronti dell’altro, dirgli: io sto dalla tua parte, mettiamo insieme la nostra siderale diversità, e cerchiamo di donarci la nostra reciproca povertà. Gridare i propri diritti non serve a niente, riconoscere che siamo peccatori, poveri, limitati, fa funzionare l’amore.
Associazioni di donne credono che il libro inciti alla violenza di genere. Qual è la sua opinione?
Credo che non abbiano letto il libro. Torno a chiedere: in quale punto esatto? Con quali parole? Dove? Perché se a disturbare è la parola sottomessa, allora bruciate tutte le copie della Bibbia. In quel caso sarà per me un onore andare al rogo.
Il libro può piacere o no, è ovvio. Ma che ci sia un’incitazione alla violenza di genere è una pura follia. Non so da voi, ma in Italia il solo pensare che qualcuno possa mettere in dubbio la uguale dignità tra uomo e donna è ridicolo. Tutta questa storia è ridicola.
A parte il fatto che io, come la Chiesa, rifiuto la parola genere – io credo che esistano due sessi e non i generi – a parte questo, dicevo, io rifiuto la violenza. Mi basta il quinto comandamento, non uccidere. Non uccidere i bambini, neppure nel grembo materno, che è la violenza più grande per l’evidente sproporzione tra la vittima e il carnefice, non uccidere le donne, non uccidere gli uomini. Non uccidere. Punto.
Secondo te qual è il ruolo della donna nel matrimonio?
Credo che ogni coppia abbia un suo equilibrio quanto alle cose pratiche. Dipende dai gusti, dalle inclinazioni. Ci sono uomini che amano cucinare, altri che si divertono a giocare con i figli. Io non sopporto quando mi chiedono “chi lava i piatti in casa tua?” Credo che il discorso della sottomissione e del morire (ricordo sommessamente che io ho scritto anche un secondo libro, per gli uomini, che si chiama “Sposala e muori per lei”, che in Spagna uscirà alla fine dell’anno) si giochi su un piano molto più profondo, spirituale. Ho conosciuto donne che facevano le casalinghe, ma comandavano il marito a bacchetta. E donne dirigenti, medici, magistrati, che sapevano però essere accoglienti e dolci e femminili.
Credo che il ruolo della donna sia mostrare all’uomo il bene e il bello possibili. Fargli da specchio positivo, dirgli quanto è importante che lui ci sia, e che metta il meglio di sé nell’impresa di costruire una famiglia, educare dei figli. L’uomo tende all’egoismo, e la donna può vincere questa inclinazione negativa dell’uomo non rivendicando, gridando, battendo i pugni, ma mostrandogli la bellezza di un amore totale, del sacrificio del proprio egoismo. La donna può essere come Beatrice per Dante, un anticipo di paradiso, e la casa diventa un luogo bellissimo in cui stare.
Questa idea farà sghignazzare in molti, ma sfido chiunque a trovarci una traccia di incitazione alla violenza. In più mi pare tutt’altro che offensiva per le donne. Anzi, al contrario.
Che significa per lei essere sottomessa?
Me lo sono chiesta a lungo, meditando su quel brano di san Paolo. Penso che significhi rinunciare al mio desiderio di voler formattare le persone, di voler imporre la mia visione del mondo a tutti quelli che mi sono intorno. Questa è sempre la tentazione femminile. Questo, fra parentesi, è quello che stanno facendo le donne spagnole con me.
A che servizio è chiamata la donna nel matrimonio?
Al servizio più bello, gratificante, emozionante, divertente e trasgressivo che c’è. Perdere se stessa per far vivere le persone a cui vuole bene. Ma secondo lei quando una donna ospita un figlio nella pancia è sfruttata da lui? O piuttosto è benedetta da una fortuna, una grazia, una felicità, un potere anche, infiniti? Quando una donna allatta è schiavizzata dal suo bambino? Io ho allattato tantissimo tutti e quattro i figli, uno fino a tre anni e mezzo. Secondo lei sono stata sfruttata? Ero e sono felicissima di perdere il mio tempo, i miei progetti, i miei impegni per mettere prima quelli delle persone a cui voglio bene. La donna è chiamata a fare spazio, ma non perché un uomo la costringa. Perché questo è quello che amiamo fare. Anche le donne che ritengono che l’aborto sia un diritto, se sono madri e se chiedi loro quale sia stato il giorno più bello della loro vita, forse non ti diranno “quando sono diventata madre”?
Crede che l’uomo debba dominare la donna?
No, credo che dovrebbe morire per lei.
Perché pensi che le donne dovrebbero sposarsi?
Non ho mai detto che le donne dovrebbero sposarsi, in generale. Ho detto che alcune donne, le mie amiche, proprio quelle, dovrebbero sposarsi (anzi, ormai la maggioranza lo hanno fatto). Perché le conosco e so che per loro quella è la via della felicità. E comunque non solo le donne, anche gli uomini, evidentemente. Le donne e gli uomini insieme.
Io credo che al fondo dell’essere umano ci sia un senso di vuoto che si colma solo donandosi totalmente a qualcuno. Questa è la via della felicità.
Una donna può essere felice di essere sottomessa al marito?
Certo. Sottomessa nel senso di fare spazio, di accogliere, di essere messa sotto come le colonne di una cattedrale, come il fondamento. Certo che può essere felice. Perché l’uomo è sedotto dalla bellezza di una donna così, capace di sostenere, di essere madre di quelli che incontra. E allora può vincere il suo enorme egoismo, che è il difetto maschile.
Quando una donna dovrebbe dire basta al marito?
Molto prima che il marito arrivi anche solo a pensare minimamente di toccarla con un dito. Deve essere capace di correggerlo con dolcezza ma con fermezza, quando vede che lui si approfitta della sua dolcezza. Lo deve fare principalmente per lui, san Paolo la chiama correzione fraterna: quando si vede un fratello, e il marito è il nostro primo fratello, che sbaglia lo si deve prendere da parte, ma non nel momento della rabbia, e bisogna dirgli che sta sbagliando. Con calma. Non per gridare i nostri diritti ma perché lo amiamo, e vogliamo per lui il bene. E il bene non è mai comportarsi in modo violento, egoista, menefreghista. Il punto è che un matrimonio dovrebbe essere principalmente un luogo di conversione reciproca, un luogo in cui tutti e due si sforzano di offrire all’altro la parte migliore di sé, e in questo bisogna aiutarsi a vicenda, essendo, come dice san Paolo nello stesso brano “reciprocamente sottomessi”.
Perché pensa che il suo libro abbia suscitato tante polemiche in Spagna?
Ah, questo proprio non lo so. Me lo deve dire lei. Conosco troppo poco del vostro paese e davvero non me lo spiego. In Italia non è successo niente del genere. Una sua collega mi ha spiegato che il problema non sono io, ma l’arcivescovo che è vicino alla casa editrice spagnola. Quindi è un problema che riguarda la Chiesa. Ricordo però che i libri si possono non comprare. Li si può trovare stupidi, scritti male, disonesti, ma perché vietarli?
Io sono allibita innanzitutto dal fatto che si possa pensare di censurare un libro, che ovviamente non incita a nessun reato ma ripropone le idee che la Chiesa proclama al mondo da sempre. Impedire alle persone di parlare è una cosa molto molto preoccupante. Poi sono allibita anche dal fatto che si possano esprimere opinioni su un libro che non si è letto, e questo non è segno di grande serietà. Tra i giornalisti che mi hanno chiamata solo uno si era dato la pena di informarsi. Infine vorrei dire una cosa anche se lei non me l’ha chiesta. Ho lavorato per molti anni al tg3, che è tradizionalmente il tg più orientato a sinistra, da noi. (Per inciso, sono una giornalista di un tg nazionale, una maratoneta da tre ore e quindici, e a questo ci tengo proprio, sono una che viaggia, che ama le borse, anche se le ho sempre piene di briciole e fumetti dei figli: le sembro una repressa che per fare un’intervista deve chiedere il permesso al marito, come hanno detto con scarsissima professionalità dei suoi colleghi in tv, inventandosi tutto? Sono una sposa e una mamma di quattro ragazzi, felicissima e per niente depressa!)
Lavorando ho incontrato e intervistato tantissime persone, e per un periodo mi sono occupata di tematiche femminili. Ho incontrato molte delle femministe più significative del mio paese, e le posso dire che off the records, come si dice, a telecamera spenta, magari davanti a un caffè, ho parlato con loro e ho sempre trovato che fossero molte di più le cose che ci univano, che non quelle che ci dividevano. Credo che purtroppo l’ideologia sia qualcosa di molto potente che impedisce alle persone di incontrarsi davvero. Credo che tutte le donne abbiano in sé una grande capacità di maternità (anche quando non sono madri biologicamente), di accogliere, di fare relazione. E spesso molte di loro erano donne che erano state ferite, interiormente, dall’egoismo degli uomini, magari di un padre o di un compagno. Capisco quindi che quando una persona è stata ferita o oppressa possa per reazione diventare intollerante o aggressiva. Posso capire benissimo che a certe orecchie la parola sottomissione possa suonare sgradevole, offensiva quasi. Io sono nata quando già certi diritti, votare, studiare, la possibilità di lavorare, erano acquisiti. Chi invece ha un’altra storia, è stata costretta ad essere sottomessa, non per sua scelta, non per amore, non per una bellezza più grande, questa parola non la può tollerare. Capisco tutto, ma non è colpa mia. Quello di cui parla san Paolo è un’altra cosa: è “perché la gioia sia in noi e la nostra gioia sia piena”.
Bello, bello ed istruttivo. Complimenti! Sei un esempio e di esempio
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Bello, bello ed istruttivo. Invito i miei 4 lettori a dargli uno sguardo.
Mi è piaciuto in particolare perchè la bravissima Costanza in questa intervista spiega in modo magistrale cosa voglia dire il “siate sottomesse al marito”, ovvero quel contestatissimo passaggio paolino. Pochi ricordano però che continua dicendo che bisogna aiutarsi a vicenda, essendo “reciprocamente sottomessi”. Oibò
Sono andato a leggermi i commenti su El Huffington Post e da quello che poco che ho potuto capire non c’è ne nessuno a favore, ci sono commenti ironici, molto beceri, qualcuno sarcastico e anche insulti.
Poi mi segnalano il sito Amazon.es (Spagna) e scopro che Casate y se sumisa è al 4^ posto de “los mas vendidos de Amazon” con quattro recensioni tutte positive e 5 stelle piene, e allora dico: ADELANTE!
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/13/spagna-libro-cattolico-sposati-e-sii-sottomessa-e-apologia-della-violenza-di-genere/776773/
Signora nata oggi, ora capisco il motivo della Sua indignazione. Purtroppo devo informarLa che l’articolo che Lei cita è infarcito di citazioni artefatte ad uso e consumo dell’opinione di chi scrive (come la frase “l’uomo ha ragione, obbediscigli eccetera”, frase completamente estrapolata dal contesto ironico in cui si trova nel libro e dunque non ha il significato attribuito nell’articolo) affermazioni per sentito dire (superiorità dell’uomo sulla donna? Nel libro non ce n’è l’ombra! Anni di lotte femministe bruciati a favore del “matrimonio cattolico”? Il matrimonio cattolico è stato il primo matrimonio paritario nella storia del mondo, prima di esso la donna era merce di scambio, quindi non capisco l’associazione con la dominazione maschilista) e menzogne calunniose (la frase attribuita al vescovo, che in un’omelia ha in vero detto “Permettere che un bimbo indifeso sia ucciso, e ucciso per volere della sua stessa madre significa dare all’uomo una licenza illimitata di abusare del corpo della donna” che NON vuol dire quello che viene riportato nell’articolo, bensì che l’aborto è una violenza legalizzata al corpo della donna). Ammetto che se avessi basato la mia informazione su questo articolo sarei indignata quanto Lei, ma questo articolo non merita la Sua fiducia.
Il messaggio di Gesù fu talmente rivoluzionario a favore della donna che gli stessi apostoli dissero: se questa è la condizione dell’uomo nei confronti della donna allora non conviene sposarsi. Per davvero: ma di cosa stiamo parlando?
2) Lettura
Dal Vangelo secondo Matteo 19,3-12
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: “E` lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?”.
Ed egli rispose: “Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi”.
Gli obiettarono: “Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e mandarla via?”. Rispose loro Gesù: “Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra commette adulterio”.
Gli dissero i discepoli: “Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi”. Egli rispose loro: “Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca “.
c’è chi vuol bruciare un libro e chi si indigna perché i cattolici osano protestare per un volantino di una associazione di studenti gay che ritrae BXVI imbellettato come un partecipante al gaypride. Quest’iltima è satira, ironia, proposta: opporsi è provocazione, oscurantismo, violenza.
Inizio a non poterne più di questa doppia morale dei moralisti che vogliono fare i liberal.
E che dire del Prof. Nicolussi, giurista dell’Università Cattolica e membro del comitato nazionale di bioetica? Secondo il Corriere della Sera, ha detto di non essersi scandalizzato per il volantino ma per la scelta del trucco sfacciato, pesante e volgare.
Ma non si è scandalizzato perché a essere così sfregiata sia stata l’immagine di un Papa (ancorché emerito) o quella di un vecchio, mite e venerando prete. Ciò che spiace Nicolussi è che il volantino «Veicola un’immagine della persona omosessuale che non è rappresentativa».(http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_novembre_17/papa-ratzinger-il-rossetto-lite-un-volantino-una-rassegna-omosessualita-religione-e1c33f02-4f6c-11e3-bcac-1da7283cab64.shtml)
Ecco, a me questa roba fa andare il sangue alla testa 😡
Anche a me. Si può dare la mano con Mons. Silvagni, che, interpellato dall’Ansa, ha rilasciato questa dichiarazione “neutra” a proposito della bambina data in affido alla coppia omosessuale:
«I giudici hanno il dovere e la responsabilità di tutelare il bene dei minori e di stabilire nel caso concreto qual è il miglior bene possibile. Anche nel caso della bambina si presume abbiano fatto questa valutazione, per quello che è nelle loro possibilità e nelle loro conoscenze».
Sicuramente vi sarà una maggioranza silenziosa che lo leggerà e lo apprezzerà cogliendo il giusto significato ma ad emergere sarà il parere della minoranza violenta, ideologica, lobbistica e liberticida che detiene le leve del potere.
Adelante SIN CUIDADO 😉
@admin,
allora è vero che farete un sacco di soldi….. 🙂
Mi vergogno di dover leggere proprio dalla Spagna la quintessenza dell’apologia sessista.
L’autrice sostiene di non aver mai incitato a comportamenti sessisti, ma non ce n’è bisogno. Basta che provi a giustificarsi di fronte alle domande di Rodrigo Carretero per palesare l’emanazione dello squallore retrogrado che è così diffuso in Italia.
La signora Miriano sbalordisce di fronte alle polemiche che il suo libro sta ricevendo in Spagna, un paese profondamente cattolico, sì, ma decisamente molto meno “pop” e molto meno confuso di quanto non lo sia l’Italia coi suoi riferimenti “culturali” nel miglior dei casi ambigui, nella realtà distorti, malati, bigotti, sessisti, aliena(n)ti e sciatti. Per questo qui la gente s’indegna ancora di fronte a certe “boutades”, l’autrice del libro ribadisce la difesa della dignità della femmina. Dico femmina, non donna, visto che le questioni di genere per lei non esistono.
Pensavo che i miei amici spagnoli mi avessero fatto uno scherzo raccontandomi del libro, e davo per scontato che fosse stato un uomo a scriverlo, e senza dubbio il vescovo stesso. Scopro con sommesso rammarico che siamo un pozzo senza fondo di barbarie culturale.
da Barcellona, sto parlando di un’italiana che si vergogna.
Cara signora nata oggi, la Spagna, secondo Lei, sarebbe attualmente “un paese profondamente cattolico”? Mi permetta di contraddirle, non ha mai visto i filmati che dimostrano cosa sta succedendo durante le varie processioni? Vada a vederseli questi filmati.
Se fosse nata ieri o l’altro ieri, avrebbe potuto conoscere una Spagna famosa per la sua cattolicità e di grandi santi, oggi è conviene stenderne un velo pietoso. La dimostrazione di ciò che dico è la reazione esagerata al libro di Costanza Miriano. Mi sbilancio: credo che il libro possa essere uno strumento per rivedere e rivalutare la fede di una nazione, un vero e sincero cattolico non avrebbe mai avuto il piacere perverso di mal interpretare né il titolo né il contenuto del libro.
da Crema, una tedesca fiera di vivere in Italia
Le italiane che si vergognano dell’Italia facciano il piacere di chiedere la cittadinanza di qualche stato più civile. Si starà più larghi.
… e si respirerà meglio! Brava Viviana!
Questa intervista è bellissima! Davvero assurdo che ci sia ancora qualcuno così pieno di livore ideologico da non aver capito! Perseverare non è mai stato tanto diabolico!
Agli indignati in servizio permanente effettivo, convinti che l’indignazione sia indice di profonda moralità e non di farisaismo, ricordo sempre questa frase di Valéry: “L’attitude de l’indignation habituelle, signe d’une grande pauvreté de l’esprit. La «politique» y contraint ses suppôts. On voit leur esprit s’appauvrir de jour en jour, de juste colère en juste colère. Chaque parti a son programme d’indignation, ses réflexes conventionnels” (Paul Valéry, Tel quel, Gallimard, 1943, p. 180).
E ci resti pure a Barcellona, cara signora Indignata. Di radical chic affetti da complessi di superiorità morale, bisognosi di ostentare la propria “purezza” disprezzando noi gretti retrogradi, bigotti, eterni sanfedisti e lazzaroni, ne abbiamo già abbastanza in Italia.
Andreas Hofer, citando Valery:
“Chaque parti a son programme d’indignation, ses réflexes conventionnels”
…proprio così, “chaque parti” (ma voi non siete un “parti”, vero?)
Solo il “relativista” non si indignasse mai di nulla, (ammesso potesse esistere il “relativista”)…
Grazie, veramente grazie a Costanza Miriano perché dice la verità e per come la dice.
Mi dispiace tanto per chi non vuol capire e ostinatamente si crogiola nei suoi stupidi slogan.
pensi un po’ io mi vergogno che esportiamo certi italiani e certe idee….
Gentile NataOggi,
mi permetta di argomentare circa il suo intervento.
Lei adesso vive in Spagna e sicuramente potrà forse meglio spiegare quali sono le origini di questo “qui pro quo”.
Vede, qui essenzialmente il libro è stato accolto facendo spallucce: non perché siamo più relativisti o altro, macché. Semplicemente si considera un certo tipo di sottomissione semplicemente “sessualmente non degradante” per la donna.
Chi l’ha comprato sapeva benissimo cosa andava incontro (la citazione da S.Paolo e oltre), gli altri semplicemente l’hanno ignorato dopo aver notato che le illustrazioni non corrispondevano alle loro aspettative.
Dubito che abbia suscitato la curiosità di altri gruppi di persone (ammesso che ne esitano).
Essendo lei italiana non mi soffermerò sul perché questo libro non abbia suscitato polemiche “egualitariste”: secca ammetterlo, ma qui certe sentinelle, ammesso che siano mai esistite, han problemi più grossi da gestire.
Detto questo, devo avanzare anche una piccola protesta: è vero che sulle pagine di questo sito molte persone confondono la morale cattolica con quella dello stato (anche volutamente), però da lei questo errore non me lo sarei aspettato! Qui -casomai l’avesse dimenticato- vige la libertà di parola e di pubblicazione! Inoltre parliamoci chiaro, di cosa stiamo parlando? Stiamo dicendo che nei rapporti matrimoniali due cattolici dovrebbero scrupolosamente attenersi alle direttive dottrinali. Una cosa piuttosto scontata -viste le premesse- direi.
In altre parole: qui ce le suoniamo e ce le cantiamo secondo il canone che più riteniamo opportuno: in fondo, parlassimo di bukkake (o altra pratica fra consenzienti) non sarebbe la stessa cosa?
Ecco, forse il punto è proprio questo: l’essere consenzienti. E direi che la nostra società oggi, garantisce il diritto a scegliersi un partner all’altezza della situazione, qualunque essa sia – o di allontanarsi da esso nel caso in cui si dovesse scoprire che ci ha mentito.
Non ho ancora letto le numerose risposte al suo post, ma immagino molti inviti a rimanere al suo paese, circondata da radical chick: non se ne abbia a male! Lei li ha stuzzicati con un intervento di getto (e mi permetta, forse un po’ scarso in quanto a documentazione sul sito, sul libro, sulla nostra ospite), ma qui ci piace rifarci ai grandi classici del western (soprattutto “il buono, il brutto ed il cattivo”) per cui esistono solo due tipi di commenti: quelli osannanti (con la pistola) e quelli no.
Ma del resto, lo sappiamo tutti di chi siam figli noi, no?
(No, non di Bearzot, ah-ah, ah-ah)
@ Fortebraccio: ma “radical chick” è un errore di battitura o voleva proprio scrivere così? Se è un errore di battitura si tratta di un lapsus freudiano mica da scherzo: attento alle accuse delle femministe 😉
http://www.wordreference.com/enit/chick (cfr. significato 3 e traduzioni italiane)
scrivevo col telefono…
letteralmente sarebbe “pollastrella comunista” (per gli americani)
simpatico refuso, si
carissima costanza, qua il problema non sta nel non aver letto o aver letto il libro (personalmente non l’ho letto manco io) qua il problema radicale è tra chi legge (notare il presente) la Bibbia e chi no in secondo luogo chi comprende lo stato d’animo (basta anche poco) dell’autore (in questo caso tu) e chi manco ci pensa e in terzo luogo chi ha letto il libro e chi no. Gia il primo punto dovrebbe bastare in abbondanza coloro che saltano il primo (bibbia) il secono (empatia) e addirittura il terzo (si fermano al titolo) l’unica domanda che gli si puo fare è “Ma di cosa state parlando?”
A proposito di ambuguità: abbiate la decenza di non storpiare la traduzione spagnolo-italiano dell’intervista fatta dall’Huffington Post. Visto che la profondità del linguaggio e le sue sfumature sono importanti, come l’interpretazione ermeneutica della parola “sottomissione” secondo Miriano, fate il favore di rispettare il testo.
Cara signora l’intervista è stata fatta in italiano e poi tradotta in spagnolo da quelli dell’Huffington, quella qui pubblicata é la versione originale. Le storpiature , se c’è ne sono sono, del testo spagnolo
Le storpiature sono nel cervello di queste persone, malate di ideologia!
Effettivamente non sapevo come impiegare quei quaranta minuti a notte che mi restano per dormire… Che scema! Non ci avevo pensato! Potevo riprendere l’intervista che mi ha fatto Rodrigo Carretero, tagliando (legittimamente) le mie risposte e traducendo (scusandosi per il suo imperfetto italiano), e ritradurla dallo spagnolo al mio originale. La prossima volta invece che andare a dormire lo faccio.
Brava NataOggi hai dato la dimostrazione lampante di come funzionano le menti frullate dal pregiudizio: trovando discrepanze nei due testi hai dato per scontato la manipolazione da parte dei cattolici brutti, sporchi, e cattivi.
Applausi!!!
Intervista bellissima, grazie! Così la prossima volta che consiglierò il libro a qualche amica e lei di rimando mi chiederà cosa si intende con un titolo così forte, non finirò per raccontare tutto subito (non essendo la sintesi uno dei miei doni più brillanti) ma userò direttamente il testo della quinta risposta, pulito, semplice e senza spoiler sui contenuti o sull’ironia.
Perche’ secondo me e’ proprio l’ironia l’arma potente del libro: ti fa ridere di cose che poi a ben pensarci, sottosotto, già che le hai a mente… sono proprio il problema che riscontri quotidianamente nel tuo matrimonio, quelle che ogni tanto, seriamente, hai deciso di risolvere; ma poi hai posticipato… perche’ non può iniziare lui a mettere a posto le cose? E così i problemi si protraggono… riderci invece ti allegerisce il problema di quel tanto che aiuta ad iniziare a occuparsene sul serio… e da li’ poi vedi i risultati e alla luce di quelli combatti anche le ricadute.
Signora nata oggi… ma data la sua breve vita (mi perdoni la facile battuta…) ha avuto il tempo e la buona grazia di leggerlo il libro?
Perché “i miei amici mi hanno raccontato” “ho subito pensato”, ecc, ecc, non le fanno affatto onore.
Se lo ha letto e ne ha dedotto che “l’interpretazione ermeneutica” della parola sottomissione secondo Miriano, sia così scandalosa… mi domando cosa abbia letto (se accetta la non velata critica da me che sono – non l’ho scelto io – un uomo).
Mi viene anche da domandare come non si scandalizzi, difronte alla lettura di tanti passi delle Scritture che lei presumo conosca (pur senza voler fare un accostamento diretto libro Miriano – Scrittura), che non sono propriamente “pensierini dei Baci Perugina”.
aricome arivolevasi dimostrare. parlano senza averlo letto.
Ad ogni modo, tanto clamore per questo libro (nella fattispecie oggi nella sua “incarnazione” spagnola), rientra assolutamente in un perfetta logica.
Se vogliamo molto grossolanamente dividere in solo due “schieramenti” il mercato dei lettori potremmo dividerlo in:
I lettori e conoscitori anche della Bibbia (dove – anche – non vuol indicare la Bibbia come un possibile testo aggiuntivo… ;-)); i lettori che non conoscono la Bibbia o la conoscono “per sentito dire”.
Anche tra i primi, la “parolina” – sottomissione – a molti non va proprio giù… e visto che di mogli stiamo parlando, perché NOTA BENE – a mogli nel Sacramento del Matrimonio – la Miriano si rivolge, non è una questione ipso facto sessista, come taluni pretendono sia.
Anche tra questi dicevo, anzi tra “queste” (donne), la scandalosa “parolina”, non scende neanche “con un poco di zucchero la pillola va giù” 😉
Ne ho la riprova, quando tra tante amiche, mogli di amici, al sentir proclamata la parola di San Paolo, subito si rivolgono al marito puntualizzando: “Però c’è anche scritto che tu devi morire per me!!” Di fatto scordando che questo come altre esortazioni del Vangelo, come “siate sottomessi gli uni agli altri”, “considerare gli altri superiori a sé”, sino al “amate i vostri nemici”, non sono fatte vincolando la loro applicazione al “se gli altri faranno e saranno così e cosà…” 😉
Spiace dirlo essendo un uomo, a cui si potrà dire “tiri l’acqua al tuo mulino”, ma, ancora, nel suo libro Costanza non mi pare ponga delle condizioni, anzi è nella perfetta logica dell’Amore di Cristo che è – incondizionato – e, proprio per questo, ha la capacità di cambiare il cuore dell’uomo (anche del marito più riottoso).
Per i secondi… beh, c’è molto meno da dire temo. Questa “parolina”, come tante tantissime della Scrittura, resta ancor più scandalosa e “indigeribile”, soprattutto nel clima dell’odierna società.
Ciò non toglie che, vuoi per curiosità, vuoi per onestà intellettuale (rara), vuoi per “dopo la meditazione zen, i circoli di auto-aiuto, l’autoipnosi, proviamo anche questo…”, questo libro può arrivare al cuore e far intravedere un possibilità nuova e diversa, ma soprattutto e fondamentalmente, portare a scoprire dove sta LA FONTE di questo atteggiamento “nuovo ed antico” capace di cambiare realmente le cose.
Ma qual è la perfetta logica di cui accennavo all’inizio? E’ la perfetta logica dell’Annuncio, la perfetta logica della Testimonianza, la perfetta logica della Predicazione.
Cristo è venuto nel mondo, è la Luce, ma un parte del mondo non l’ha accolta, anzi la rifiuta e per di più si scaglia contro chi di questa Luce si fa portatore (e non la nasconde “sotto il moggio”).
Questa è la perfetta logica e in questo (non che ne avessi dubbi personalmente) abbiamo la controprova che questo libro è Annuncio, Testimonianza e anche Predicazione.
Lo è senza essere Vangelo, come lo sono. in diverso modo e maniera, tutti coloro che con la loro semplice o complicata, nascosta o pubblica, umile o gloriosa vita non sono di per sé il Vangelo tutto, non sono la Sapienza della Chiesa tutta, non possono essere la Perfezione dell’Amore di Dio tutto intero, ma annunciano al mondo la Verità di cui è stato dato loro fare esperienza, annunciano al mondo l’esperienza particolare dell’Infinito amore di Dio per l’Uomo riversata nei loro cuori. Annunziano la possibilità – concreta – di una Vita Nuova e diversa, di una Libertà che il mondo può non riconoscere.
E come da duemila e più anni, nonostante questa Luce vienga da alcuni rifiutata (ahimè) e si cerchi di annientare chi ne è portatore, questa Luce ancora BRILLA e non sarà spenta.
Perciò rallegriamoci delle incomprensioni, degli ostacoli, della persecuzioni, degli insulti e degli sputi. A noi rivolti, se ne siamo oggetto, come anche al lavoro di Costanza e di suo marito, come nei confronti di tutti coloro che lavorano alla Vigna…
Se ci attendono altri duemila anni di Storia della Salvezza, forse non ci si ricorderà più delle nostre persone (e forse neppure di “Cásate y sé sumisa” ;-)), ma ciò che importa è che la Luce abbia brillato anche nei giorni del nostro pellegrinaggio terreno e che nessuno di noi l’abbia nascosta. La Luce di Cristo che viene a illuminare le tenebre! (E già si avvicina il Santo giorno della sua Nascita…:-))
E intanto il libro in Spagna vende, altro che se vende… 😉
Ma allora l’onesta’ intellettuale e’ presente solo da una parte?
Come si dice a Milano ” su de’ doss”
Ho solo detto che è rara… (forse da ambedue le parti ;-))
Queste parole mi hanno fatto venire in mente il testo di una canzone di Jovanotti, che secondo me è molto profondo. Non so a cosa si riferisse lui quando l’ha scritta, ma a me ricorda tanto l’amore di Dio “Kebrillah” in ogni uomo.
http://m.youtube.com/watch?v=eva0mn-ChyQ&desktop_uri=%2Fwatch%3Fv%3Deva0mn-ChyQ
Brava Costanza MIriano. Brava. Brava. Brava. Risposte forti, chiare, nette, inequivoche. Brava. Veramente apprezzo molto il suo stile e la sua grinta.
La prossima ragazza con cui uscirò avrà letto il tuo libro, altrimenti la mollo all’istante senza nemmeno pagarle lo spritz appena ordinato
Buona come scusa! 😀 Regalale il libro anzichè pagarle lo spritz che peraltro le toglierebbe la lucidità di capire se sei disposto a morire per lei!
No, però lo spritz ci vuole! 🙂
Si certo. Dopo aver scoperto che lui è disposto a morire per lei. Per festeggiare! 🙂
questi sporchi trucchi che si usavano una volta, lo spritz offerto…..
Hai miei tempi ci voleva una cena intera (e poi e poi)… altro che lo “spritz”!
Lo spritz all’ora dell’aperitivo, la cena viene dopo…..
Stamattina in Santa Marta il Papa ha detto:
“Ma voi – è l’interrogativo del Papa – pensate che oggi non si facciano, i sacrifici umani? Se ne fanno tanti, tanti! E ci sono delle leggi che li proteggono”
“lo spirito della mondanità anche oggi c’è, anche oggi ci porta con questa voglia di essere progressisti sul pensiero unico”
Il Papa fa riferimento, dunque, al romanzo, di inizio ‘900, “Il padrone del mondo” che si sofferma proprio su “quello spirito di mondanità che ci porta all’apostasia”. Oggi, avverte il Papa, si pensa che “dobbiamo essere come tutti, dobbiamo essere più normali, come fanno tutti, con questo progressismo adolescente”
“Ma quello che ci consola è che davanti a questo cammino che fa lo spirito del mondo, il principe di questo mondo, il cammino di infedeltà, sempre rimane il Signore che non può rinnegare se stesso, il Fedele: Lui sempre ci aspetta, Lui ci ama tanto e Lui ci perdona quando noi, pentiti per qualche passo, per qualche piccolo passo in questo spirito di mondanità, andiamo da Lui, il Dio fedele davanti al Suo popolo che non è fedele.
Con lo spirito di figli della Chiesa preghiamo il Signore perché con la Sua bontà, con la Sua fedeltà ci salvi da questo spirito mondano che negozia tutto; che ci protegga e ci faccia andare avanti, come ha fatto andare avanti il suo popolo nel deserto, portandolo per mano, come un papà porta il suo bambino. Alla mano del Signore andremo sicuri”.
http://www.news.va/it/news/il-papa-dio-ci-salvi-dallo-spirito-mondano-che-neg
Un papa imprevedibile!
Davvero. http://www.tempi.it/blog/palmaro-la-telefonata-di-papa-francesco-mi-ha-commosso
grazie!
Mi rinfranca sapere (e peraltro non ne dubitavo) che Papa Francesco, a differenza di chi si studia di essere più bergogliano di Bergoglio, pensi e dica che è davvero “importante per lui ricevere critiche fatte con amore”.
Grazie del link, Viviana!
Alessandro, sottoscrivo! Continuiamo nell’amore fedele!
Prevedo penosi arrampicamenti sugli specchi ermeneutici da parte dei cattolici “adulti” per occultare/ovattare/addomesticare questa omelia urticante
Avviso ai naviganti: vale la pena di leggere proprio il testo integrale dell’omelia, seguendo il collegamento postato da Alessandro. Io ad essere sincero faccio sempre molta fatica a capire quello che dice papa Bergoglio, a seguire lo sviluppo del ragionamento (del resto è la trascrizione di un discorso a braccio), ma questa volta è una fatica che faccio volentieri.
Omelia “urticante” per i cattolici adulti? No, faranno finta di niente: del resto loro sono i paladini della tolleranza e anche il papa a volte può sbagliare.
Invece, volevo solo annotare un’idea che mi sorgeva a latere, proprio leggendo l’omelia del papa: non riflettiamo più sul dolore, sul dolore, sul dolore che arrechiamo al Signore con la nostra infedeltà. Sul dolore che il popolo di Dio arreca a Dio continuamente rinnegandolo, ignorandolo, mistificandolo. Non proviamo dolore per il dolore concreto, vero che Gli procuriamo. Non sappiamo più dare significato alle piaghe di Cristo perché siamo tutti incentrati su noi stessi. Alla fine il Crocifisso ci è diventato un po’ indifferente: meglio la croce gloriosa, meglio l’astratto simbolo, senza la Carne. C’è una cesura, nella modernità, anche nella modernità della Chiesa, che ha sepolto tutta una sintonia spontanea. Tutto il nostro essere bambini. Cianciamo dell’amore di Dio senza nemmeno accorgerci che è un amore tradito e vilipeso.
Hai ragione Franz! Ragionissima. Ho letto da poco una catechesi di Padre Angelomaria Lozzer sul dolore dei peccati senza il quale la Confessione è sacrilega. Ma sono cose di cui non parla più nessuno.
…per fortuna!
Si una vera fortuna. Così ognuno fa quello che vuole tanto il Signore è misericordioso, che meraviglia! Quando ci ritroveremo all’Inferno ci chiederemo: ma il Signore non era misericordioso?
Come direbbe Alvise: “Ci ritroveremo chi?”
E che ne so? Mi hai presa per Dio?
Ah ecco… (no, non ti ho preso per Dio… non hai nemmeno – mi auguro – la barba!;-))
Certo che ce l’ho! Donna barbuta sempre piaciuta!
🙂 Giusi hai imitati filosofiazzero alla perfezione.
Chi va con lo zoppo….
A proposito del dolore
19 novembre 2013
Santa Cecilia, prega per Aurelio Porfiri che essendo un musicista romano fedele a Santa Romana Chiesa vive e lavora a Macao. Nel “Canto dei secoli” (Marcianum Press) scrive ovviamente di musica sacra ma presenta criteri validi per giudicare la cattolicità di ogni altro linguaggio artistico, pittura e architettura comprese. La chiesa, dice Porfiri, dev’essere contenuto e non contenitore: ad esempio, l’organo è il suono della chiesa-contenuto (essendo intrinseco al sacro), la chitarra della chiesa-contenitore (essendo intrinseca alla musica profana e gettata nella liturgia dall’esterno). Ma la pagina che preferisco è la numero 80, laddove l’oggettività si fa anche soggettività, anche gusto. Porfiri è contrario a una musica liturgica che dia sempre e comunque una “rappresentazione della vita come gioia”. Anche a me, in chiesa, la musica gioiosa rende nervoso. Santa Cecilia, prega per noi poco amati amanti della musica liturgica austera, severa, perfino triste, noi che in chiesa cerchiamo ragione del dolore perché le ragioni del piacere si trovano dappertutto.
© – FOGLIO QUOTIDIANO
di Camillo Langone
Grazie!
Ma non era il Papa più amato dai “progressisti”?
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/11/18/ma-non-era-il-papa-piu-amato-dai-progressisti/
Ma l’intervistatore era in carne e ossa o un automa? Era forse un ragazzino delle medie, che ha sparato a raffica la sua lunga lista di domandine (preparate la sera prima insieme a un papà interessato più alla partita che alla ricerchina del figliuolo), indipendentemente da tutto e da tutti, a prescindere da qualsivoglia risposta? Era forse un suonatore di organetto e/o relativa scimmia, un progettista di reti cablate non molto cablato, un girarrosto, un cavallerizzo in pensione, un palombaro lacustre, un celebre stomatologo sperimentale preso alla sprovvista e costretto ad intervistare così, su due piedi, sotto pena di vivisezione, quel mostro della Miriano? O era proprio un valente giornalista dell’Huffington Post?
beh, se il Fuffington post spagnolo è come quello italiano…….
Fuffington post è buona! 😀
E’ molto buona. Ma anche Franz non è da meno 😀
Costanza questa intervista è magistrale. Genio!
Davvero: la migliore in assoluto!
Signora Miriano, quello che sta accadendo è come un polverone che presto si depositerà a terra, gli animi si calmeranno, le calunnie finiranno, tutti prima o poi si riapproprieranno della ragionevolezza (magari a parte qualche sparuto caso, ma pazienza). Stia tranquilla e guardi oltre forte della sua buona fede in quello che ha scritto nel libro. Io non sono una “fan” del ruolo femminile nel matrimonio “sii sottomessa” e, come lei ha peraltro già osservato è questo che ha creato problemi: problemi pretestuosi e disonesti fino ad accusarla di istigare alla violenza sulle donne (che assurdità!!). Ora, a parte chi è schizzato come una palla impazzita in sfoghi di ideologie e odio e quindi in mala fede critica e racconta la sua opera, a parte questi ci sono delle obiezioni legittime e forse più ragionevoli per rimanere perplessi di fronte al suo libro e cioè l’interpretazione della frase di San Paolo in modo così letterale e “ristretto”: San Paolo con la frase (e altre) “sposati e sii sottomessa” alla donna e l’indicazione di essere disposto a “morire per lei” all’uomo, era un rivoluzionario AL SUO TEMPO perchè diede uno straccio di diritto, di considerazione alla donna che valeva come i vasi di terracotta che si scambiavano al mercato. Il messaggio di San Paolo avrà scandalizzato gli uomini di quel tempo che erano in dovere di fare qualcosa per la donna presa in moglie e lasciato basite le donne di quel tempo che si vedevano riconosciute di una qualche dignità e per entrambi era un richiamo all’amore generoso. Un messaggio di amore insomma, amava e dava dignità alle donne San Paolo, dava loro dignità come il Papa ai tempi nostri che ha detto che ci vuole un ruolo attivo delle donne nella Chiesa quando si devono prendere decisioni importanti, fra un secolo, se nella società non ci sarà più traccia di maschilismo, chi leggerà la frase di questo Papa penserà che è stato davvero timido con le donne perchè per loro fra un secolo (troppo ottimista lo so!) sarà più che scontato che le donne abbiano potere decisionale al pari degli uomini mentre per noi oggi è RIVOLUZIONARIO. Il problema è qui: non si può portare una interpretazione ristretta e letterale ai giorni nostri, il CUORE, IL MESSAGGIO DI AMORE che ci sta sotto, quello sì ma la deduzione che il Signore comanda alla donna di stare sotto, di fare la colonna portante per il bene dell’uomo ecc ecc no perchè è un forzare una indicazione che aveva senso a quei tempi ma non ai nostri: noi oggi (per fortuna! grazie a tanti uomini e donne di buona volontà che hanno combattuto per la dignità della donna!) siamo in grado di capire il messaggio di amore di San Paolo senza bisogno degli adattamenti che il santo dovette fare all’epoca per la situazione sociale che c’era. Poi lei parla ampiamente di amore, di amore cristiano e questo le rende onore. Il problema è solo quello che ho esposto per il resto so che lei ha voluto davvero fare del bene e tanto bene le tornerà, deve solo lasciar passare la bufera.
Ciao ho letto i commenti all’intervista di Costanza, e anche io , che sono una sua ammiratrice e ho letto i suoi libri, mi sono chiesta perché ci sia tutto questo accanimento. La butto li. Non sarà perché la gente associa la sottomissione a pratiche sessuali estreme? (Andate su wikipedia ! Vedrete!). Forse sarà per questo che la tacciano di incitare alla violenza. Io nella mia ingenuità non ci avrei mai pensato ma sono una cattolica, abituata a linguaggio da iniziati ! Che ne pensate? Vi abbraccio! E , Costanza, resisti! Siamo nel mondo, ma non del mondo!!!
Hai visto mai chiedere il sequestro di un libro che parla di pratiche sessuali estreme? E quei tre o quattro volumi di bassissima letteratura delle sfumature quante sgallettate li hanno letti senza battere ciglio anzi! Il vero bersaglio, come ha detto pure Costanza, è la Chiesa cattolica: per questo si sono accaniti.
Bellissima intervista Costanza! Molto chiara!
Per Filia ecclesiae:
un grazie dal profondo del cuore ed un abbraccio da parte di un italiano, cattolico, fiero di non essere nato in una delle varie nazioni “progredite” d’Europa ma in questo meraviglioso paese che ha l’onore di ospitare la sede della Chiesa di Cristo!
Bravo, Marco! Condivido la tua fierezza! Pensa che una volta ho dovuto opporla a un tale figuro che ebbe l’ardire di affermare che in Italia le cose vanno tanto male rispetto all’estero perché qui abbiamo un grande tumore: la Chiesa Catolica!
Scrive la Miriano, e ha ragione:
“Io sono allibita innanzitutto dal fatto che si possa pensare di censurare un libro, che ovviamente non incita a nessun reato ma ripropone le idee che la Chiesa proclama al mondo da sempre. Impedire alle persone di parlare è una cosa molto molto preoccupante. ”
…d’altra parte, bisognerebbe anche considerare il fatto che sia in atto una specie nemesi storica dopo secoli (fino, in Spagna, alla morte del generalissimo Franco) di sottomissione alla ideologia cattolica.
La Miriano si dice allibita dal fatto che si possa anche solo pensare di censurare un libro, non accetta (giustamente)
che si possa giudicare prima di leggere, che si fraintenda, che ci sia malafede, partigianeria eccetra, quando tutte queste cose sono state praticate assiduamente dalla Chiesa quando la Chiesa aveva il potere di praticarle.
Ora è “un’altra storia”. Sarà un bene, sarà un male, sarà forse la catastrofe antropologica (come vi piace dire a VOI), chi può dirlo? Fatto sta che l’è così! A VOI la palla!
Visto che insisti con i luoghi comuni penso giovi riproporre un pezzo di Messori del 1992 giusto per capire chi è che ha subito e fino al martirio!
Vittorio MESSORI
Martiri in Spagna
tratto da: Vittorio MESSORI, Pensare la storia. Una lettura cattolica dell’avventura umana Ed. Paoline, Milano 1992, p. 511s.
Il papa ha beatificato, come “martiri per la fede”, 11 vittime della guerra civile di Spagna. Non molto tempo fa, era stata la volta di altri 26. La serie delle beatificazioni fu iniziata il 22 marzo del 1986, con il decreto di approvazione del martirio di tre carmelitane di Guadalajara. Si andrà avanti a lungo, visto che i processi in corso sono oltre cento, molti dei quali di gruppo, e riguardano nell’insieme 1.206 vittime della persecuzione anarco-socialistacomunista negli anni Trenta.
Si sa che uno dei marchi che contrassegnano il “mondo” è quello di dividere non soltanto i vivi ma anche i morti: non tutti i morti – né, tantomeno, tutti i martiri – sono eguali; ci sono quelli da venerare e rievocare e quelli da dimenticare.
Purtroppo, questa prospettiva così “mondana” (perché legata al potere politico e a quello culturale via via prevalenti) sembrava aver inquinato anche una certa parte dell’istituzione ecclesiastica. In effetti, ci furono anni in cui una sorta dì silenzio imbarazzato (quando non, addirittura, una presa di distanza da parte di certa pubblicistica cattolica) sembrò calare sul terribile massacro di cui furono vittime, nella Spagna della guerra civile, ben 6.832 tra preti, religiose, suore, oltre a migliaia di laici, uccisi soltanto perché credenti. Così, a partire dagli anni Sessanta, come scrive monsignor Justo Fernández Alonzo, direttore del Centro Spagnolo di Studi Ecclesiastici, “motivi di opportunità consigliarono di rallentare il corso dei processi di beatificazione già avviati: soltanto a partire dai primi anni Ottanta hanno avuto di nuovo via libera”.
Ci voleva il coraggio e l’amore per la verità di Giovanni Paolo II per riaprire una pagina di storia che anche forze potenti all’interno della Chiesa avrebbero volentieri lasciata chiusa per sempre.
Adesso, poi, la fine del comunismo per autoscioglimento (e il relativo allentarsi della morsa di una faziosa storiografia marxista che riempiva di soggezione e di timore reverenziale) dovrebbero favorire una rilettura oggettiva del ruolo della Chiesa nella Spagna, desolata prima dalla guerra civile e stretta poi nell’autoritarismo franchista. Quel regime, sbrigativamente definito “fascista” e accomunato persino al nazismo (mentre era in realtà lontanissimo dal paganesimo razziale che contrassegna questo, come pure dalla statolatria di hegelismo casereccio affiorante nel fascismo italiano), quel regime, dunque, malgrado le pressioni di Hitler e di Mussolini riuscì a tenere la Spagna fuori dalla seconda guerra mondiale, né fu contrassegnato da un atteggiamento bellicoso verso l’esterno. La fine di Francisco Franco e del suo regime non è in alcun modo assimilabile a quella sanguinosa di un Ceausescu in Romania nè alla bancarotta economica e sociale dell’Europa già comunista. Quel re Juan Carlos di Borbone, che il socialista e repubblicano fanatico Sandro Pertini stimava come tra i migliori capi di Stato, fu scelto per la successione e preparato accuratamente al trono dal vecchio “Caudillo”. Successione avvenuta senza traumi, in un clima di pacificazione e su basi economiche tali che hanno permesso alla Spagna di essere in questi anni tra i Paesi del mondo in più rapida crescita: tutte cose che sono drammaticamente mancate nei Paesi dell’Est, dove tutto è da ricostruire, sia sul piano dell’economia che su quello morale, mentre gli animi sono ancora sordamente divisi.
Non sono che spunti per una riflessione futura che giudichi serenamente una polemica acre, durata quasi mezzo secolo, contro una Chiesa che avrebbe favorito un presunto “Anticristo” di Madrid. Sul quale lo storico contemporaneo inglese Paul Johnson, di stretta osservanza liberai-democratica, scrive: “Franco fu sempre deciso a tenersi fuori dalla guerra che considerava una terribile calamità e, soprattutto, una guerra che, per lui, cattolico convinto, rappresentava un serbatoio di tutti i mali del secolo, essendo condotta da Hitler e da Stalin. Nel settembre del ’39 dichiarò la piena neutralità della Spagna e consigliò Mussolini di fare altrettanto. Quando incontrò Hitler a Hendaye, il 23 ottobre ’40, lo accolse con grande freddezza, per non dire disprezzo. Parlarono fino alle due del mattino e non si trovarono d’accordo su nulla”.
Quali che siano le conclusioni sul franchismo degli storici degli anni a venire, è comunque chiarissimo da sempre che i processi canonici bloccati a Roma e rimessi ora in moto da un papa che davvero “non si conforma al mondo”, vanno al di là di ogni considerazione politica. Ciò che porta a inserire quelle vittime nell’elenco dei martiri, da proporre dunque alla venerazione e all’imitazione dei credenti, è solo e strettamente religioso: si tratta, cioè, di valutare non delle ragioni politiche, ma se l’uccisione sia stata inflitta per odio alla fede e se sia stata accettata pazientemente per amore di Cristo e per fedeltà a lui, magari coll’esplicito perdono agli assassini.
E’ certo che il massacro, nella Spagna repubblicana, di cattolici (e di quelli soltanto: pastori e chiese protestanti non furono toccati) non volle “punire” uomini specifici e loro presunte colpe. Fu un tentativo di far scomparire la Chiesa in sé. Come scrive lo storico “di sinistra” Hugh Thomas: “Mai, nella storia d’Europa e forse in quella del mondo, si era visto un odio così accanito per la religione e i suoi uomini”. E, per citare un altro studioso insospettabile e per giunta testimone diretto come Salvador de Madariaga (anti-franchista convinto, schierato a fianco del governo repubblicano ed esule dopo la disfatta): “Nessuno che abbia insieme buona fede e buona informazione può negare gli orrori di quella persecuzione: per anni, bastò il solo fatto di essere cattolico per meritare la pena di morte, inflitta spesso nei modi più atroci”.
Ci furono casi come quello del parroco di Navalmorel sottoposto allo stesso supplizio di Gesù, a cominciare dalla flagellazione e dalla corona di spine per finire alla crocifissione (ma anche il martoriato si comportò come il Cristo, benedicendo e perdonando i miliziani anarchici e comunisti che lo tormentavano). Ci furono religiosi rinchiusi nel recinto dei tori da combattimento, con taglio finale delle orecchie come per gli animali. Ci furono preti e suore arsi vivi a centinaia. Una donna “colpevole” di essere madre di due gesuiti fu soffocata incastrandole in gola un crocifisso. A un certo punto, al fronte, mancò la benzina, impiegata a fiumi per bruciare non solo gli uomini ma pure le opere d’arte e le antiche biblioteche della Chiesa: un disastro anche culturale, per cieco odio verso la fede. Ma questo si era già visto: con il vandalismo francese giacobino e poi quello risorgimentale italiano.
Saliti al potere nel 1931, i partiti e movimenti repubblicani (anarchici, comunisti ma, in posizione maggioritaria, socialisti che si distingueranno poi nella guerra come feroci demagoghi) favorirono subito il clima di odio religioso che già nel 1934, nella insurrezione delle Asturie, in soli dieci giorni portò al massacro di 12 sacerdoti, 7 seminaristi, 18 religiosi e all’incendio di 58 chiese. Dal luglio del 1936, la strage divenne spaventosa e generalizzata: nei modi più atroci furono uccisi 4.184 preti diocesani (includendovi i seminaristi), 2.365 frati, 283 suore, 11 vescovi, per un totale di 6.832 vittime “clericali”. Decine di migliaia, poi, i laici uccisi anche solo perché trovati in possesso di una medaglietta religiosa, dell’immagine di un santo. In certe diocesi, come quella di Barbastro in Aragona, in un solo anno fu massacrato l’88 per cento del clero diocesano.
La casa delle salesiane di Madrid fu assaltata e incendiata e le religiose violentate e ridotte agli estremi a bastonate dietro l’accusa di dare ai bambini caramelle avvelenate. Le salme delle monache di clausura furono dissepolte e esposte in pubblico, per dileggio. Si giunse a riscoprire barbarie cartaginesi come il legare un vivo a un cadavere e lasciarlo così, esposto al sole, sino alla decomposizione di entrambi. Sulle piazze, si fucilavano anche le statue dei santi, e le ostie consacrate erano usate in modo osceno.
Eppure, per decenni, anche per certo mondo “cattolico” sembrò che chi doveva farsi perdonare e far dimenticare, nella tragedia spagnola, fosse la Chiesa, non fossero gli anarchici, i socialisti, i comunisti. Ed è con fastidio che si respingeva l’idea stessa di “martirio” di quegli innocenti, fino al punto di bloccarne i processi.
Ma, apparentemente debole, nel mondo, la verità è invincibile alla distanza. E liturgie di beatificazione e canonizzazione come quelle che ormai si susseguono in San Pietro cominciano a farla riemergere in pieno.
…bravo Messori!
Il Ministero della Cultura spagnolo ha recentemente pubblicato sul web un portale dedicato alle “vittime della guerra civile e delle rappresaglie del franchismo”.
L’obiettivo – pionieristico nell’ambito della ricerca in Spagna – è stato possibile grazie alla collaborazione tra diversi archivi e fondi documentari sparsi in tutto il paese ed attraverso la mediazione dello stesso Ministero della Cultura.
Il portale è stato inserito all’interno del progetto storiografico proposto da PARES (Portal de Archivos Españoles), come effetto diretto della recente “legge sulla memoria storica”: l’obiettivo è quello di fornire un libero accesso alla ricerca di documenti relativi ad una delle pagine più nere della storia del paese iberico. Attraverso la ricerca libera, è infatti possibile rintracciare informazioni rispetto a coloro (persone/entità) che subirono la repressione sia durante il conflitto civile (1936-1939) sia durante le quasi quattro decadi di governo franchista (fino agli anni Settanta del XX secolo). Ogni ricerca permette di ottenere informazioni di carattere documentario e di visualizzare in pochi secondi il luogo dove sono fisicamente conservate le informazioni ottenute (archivio, fondo, serie, ecc.).
Il portale è quindi dedicato alla ricerca di notizie relative a coloro che subirono violenze, aggressioni e persecuzioni nel corso della lunga repressione durante il regime di Francisco Franco. Ma non solo; sono state inserite fonti relative ai dissidenti della seconda repubblica, ai rifugiati spagnoli durante il dopoguerra e, attraverso la collaborazione con altri archivi stranieri, di coloro che conobbero l’orrore dei campi di concentramento nazisti.
A nostro giudizio, un portale fondamentale per rinnovare l’impegno e la dedizione di coloro che già da tempo si sono prodigati allo studio di questa lunga e triste pagina della Storia contemporanea spagnola.
Alvise, da dove stai citando?
http://pares.mcu.es/
Fa sempre così.
Lui odia i “linkamenti”….
Grazie, Giusi. Un tassello di storia di cui confesso la mia quasi totale ignoranza. Mi sa che a scuola tutto ciò è stato sommariamente rubricato sotto la voce “disordini”. Ma forse quel giorno ero assente …
Sicuramente Viviana potrà indicare qualche testo più organico.
toh, e io che pensavo che secoli di sottomissione, quantomeno altrettanti rispetto all’ideologia cattolica, fossero stati sotto l’ideologia musulmana ( quasi 8 secoli).
si finisce sempre per imparare qualcosa…..
Ma poi Alvise pare ignorare che in Italia aggrediscono ancora Pansa quando va a presentare i suoi libri e delle foibe per tanto tempo si è taciuto. Ci sono storie che si raccontano come si vogliono raccontare…… Quanti sanno che il quadro Guernica era bell’e finito e riguardava la morte di un torero? Fu poi cambiato in corsa, un po’ come la canzone di Elton John scritta per Marilyn e adattata a Lady D.
Paolo GRANZOTTO
La vera storia del mito «Guernica»
tratto da: Il Giornale, 22.04.2002.
… l’episodio di Guernica fu abilmente strumentalizzato dalla propaganda repubblicana. … Tuttavia quando un mito si incista nella storia, sbarazzarsene è impresa disperata.
… fu principalmente l’inviato del Times a porre le fondamenta del mito. In base a notizie raccolte fra i repubblicani (non era sul luogo, al momento dei fatti) inviò una corrispondenza dai toni apocalittici: nel pomeriggio del 26 aprile 1937 tre ondate di bombardieri tedeschi della Legione Condor avevano raso a tappeto Guernica uccidendo dai mille e cinquecento ai duemila civili che affollavano il locale mercato. Le cose non andarono precisamente così (non c’era mercato, per esempio, nel pomeriggio) e i morti furono qualche centinaio. Sempre tanti, sempre troppi, ma si stava combattendo una guerra, in Spagna, e una delle conseguenze della guerra è, purtroppo, quella di seminar vittime.
Sull’onda dell’emozione provocata dalle corrispondenze del Times, il governo repubblicano commissionò a Pablo Picasso un’opera da esporre all’Esposizione Universale in programma a Parigi per il 1938 e che diventasse il simbolo di quella che fu definita «la prima strage degli innocenti del nostro tempo». L’artista aveva giusto terminato una grande tela, «En muerte del torero Joselito», che celebrava la memoria di quel torero, ucciso nel corso di una corrida. Ne fece delle modifiche e in cambio di 300mila pesetas (qualcosa come due miliardi di lire di oggi, in euro fate voi) versati direttamente dal Cremlino via Comintem, la consegnò al committente. Il quadro divenne subito popolarissimo e ci fu ressa per interpretarne i simboli. La maggioranza degli esegeti, compreso quel Giulio Argan che, anni più tardi, dichiarerà autentiche le teste di Modigliani scolpite per burla e con il Black&Decker da due ragazzi di Livorno, mise in rilievo la potenza del minotauro-fascismo e del cavallo-angoscia. Quando il minotauro è il toro che uccise Joselito e il cavallo quello, sventrato dal toro medesimo, del picador.
Tutto ciò, come si usa dire, per la completezza dell’informazione
Mooolto interessante… 🙂
Vedi cara Giusi, le intenzioni originali non hanno importanza, conta cosa quel quadro trasmette!
E’ per questo che (anche) la psicanalisi ha un’importanza fondamentale in tutta l’arte del ‘900.
E’ per questo che un quadro è “bello” a prescindere da quel che ci riconosciamo come rappresentato ovverosia, detto meglio di quanto potrei fare: “il senso di un’immagine sta nei sentimenti che suscita in chi la guarda, qualunque sia il tema utilizzato come mezzo per veicolare il messaggio.”
Sono 130 anni (come minimo) che l’arte non è più fedele rappresentazione dell’immagine (erano appena stati inventati i dagherrotipi, i pittori dovevano distinguersi). Da quando c’è photoshop poi, anche la fotografia ha intrapreso altre vie…
Che c’entra?
Come dire: non conta la realtà, conta l’ideologia. Non è nuovo.
In ogni “rappresentazione” conta.
Proprio tu dovresti saperlo bene. Perché tenerne conto è parte fondamentale del tuo lavoro, no?
vale:
sì, hai ragione, la Spagna è stata anche sotto i musulmani.
per i mirianidi ed i costantinidi:
http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2013/11/18/CONTRACCEZIONE-A-15ENNI-Costanza-Miriano-gli-adulti-hanno-paura-di-educare/444843/
p.s. presentata oggi alla stampa la prima esortazione apostolica di Francesco: la Evangelii gaudium.
La cosa agghiacciante e’ che c’è gente che non ha altro da fare nella vita se non “riscrivere” e reinterpretare un libro senza per altro averlo letto. Oltretutto basandosi su una parola: sottomessa. E’un aggettivo scomodo, rivoluzionario, innovativo: ma quel Gesù che ha dato la vita per la sua sposa (leggi “Chiesa”, mica che poi si inventino altre fandonie) non era esattamente così? Ora, non MJ sembra che se lo siano filato solo in quattro gatti… se da duemila anni a questa parte c’è ancora qualcuno che proclama la sua parola, annuncia il suo vangelo e vive -nei limiti dell’umano- come lui… mi viene in mente questa immagine: l’Amore per un cristiano e’ a forma di croce. Una croce che salva tutti, anche i più deboli e…sottomessi. Purchéa sottomettere non siano i pregiudizi e le ideologie. Forza costanza,un nome una garagaranzia!!
Grande Costanza bella!!brava!!l’hai detta proprio tutta!brava!.Oooooooh!!
Pingback: Ma di cosa state parlando? | Il blog di Costanza Miriano | dodicistelle
E’ stato bello conoscerLa, cara Costanza Miriano, anche se solo attraverso il Suo blog. Leggerò presto il Suo libro dove troverò sicuramente la conferma al fatto che Lei E’ una grande donna. Una vera donna, di quelle da amare e da rispettare (che fa morire di invidia le femministe spagnole, intristite e frustrate per aver ottenuto, in cinquant’anni di propaganda, solo più “femminicidi”!).
Annita, SMACK!
mi sono andato a leggere i primi 60 commenti sul Fuffington post spagnolo. aho, al confronto Alvise è Pico della Mirandola o un chierichetto( magari l’ha pure fatto). 🙂
l’unica costante è che nessuno ha letto il libro ma solo l’intervista. e la buona metà non ha capito neppure quella.
povera spagna…..
…vale:
… in quanto a indottrinatura anche i commenti qui non scherazano!
mi hai fatto piangere!!! grazie!!
http://www.tlaxcala.es/pp.asp?reference=6599&lg=it
…quello sopra è solo un esempio differenti “punti di vista”.
Mille Messori contro mille contrari.
Ma non era questo il punto: il punto era lo sdegno della Miriano contro la censura del suo libro etc…. (l’ho scritto sopra)
Gentile Costanza, le scrivo solo per apportarle un piccolissimo contributo, una goccia nell’oceano, ma pur sempre una goccia 😉 Sono sposata da 29 anni e abbiamo due figli adulti, il suo libro non solo non offende la donna, ma la esalta nella sua specifica vocazione all’amore, alla Famiglia, sempre se – chi la critica – cominciasse a parlare di vocazione all’amore vero…. dunque il suo libro non solo non offende, ma conferma la grandezza di una donna in famiglia e il suo racconto, anche ironico e gustoso per certi versi, elenca tutti i paradossi, aneddoti, responsabilità oneri ed onori di colei che in passato veniva infatti chiamata: regina del focolare domestico 😉 riguardo alle critiche ingiuste che le arrivano cosa dirle? è ovvio che si sono fermate al titolo…. e al titolo le lasci, non credo che riescano ad andare oltre se si rifiutano di entrare, dopo il titolo! Invece in quanto casalinga (un onore per me custodire la Famiglia e pensare a non far mancare nulla a nessuno di coloro che ne fanno parte, un ruolo non riconosciuto – nei fatti – a quanto pare da nessuno stato o governo) le sono immensamente grata perchè in fondo ha dato voce a quelle donne che, come me, pare non abbiamo mai una voce in capitolo…. e il suo libro apre piuttosto ad un vivace dibattito costruttivo per ridiscutere il vero ruolo della donna che abbia compreso che sposarsi è una vocazione, non una castrazione! Nessun vittimismo, per carità, sto benissimo come sto, ma il suo libro ha avuto questo merito che nessuno potrà toglierle. Coraggio e avanti. e Grazie. Dorotea
Grazie per la chiarezza ma più ancora per la libertà che testimoni,cara Costanza!
Che polemiche corroboranti! 🙂
Ehi, comunque abbiamo visto apparire una sola indignata speciale quest’oggi – avranno paura delle brutte bestie che si aggirano per questo blog? 😀
Mi piacerebbe ritagliarmi un po’ di tempo per rispondere alla cortese Stefania delle 12:28, invece, che ci dimostra, e meno male, come si possa pure esprimere delle obiezioni senza dover per forza abbattere il proprio Q.I. al di sotto dei 70 punti, esprimendosi come un ciclostile anni ’70. E poi sfruttare la risposta per sviluppare un discorso più ampio.
Ho la sensazione comunque che la signora Stefania sia cattolica…
In tal caso vorrei intanto puntualizzare una questione che vedo riapparire con una certa frequenza tra cattolici quando la Bibbia esprime concetti che non piacciono o si ritengono “obsoleti”. Si tratta di questa relativizzazione storica, questo voler liquidare ciò che nel testo non è apparentemente inquadrabile o si ritiene troppo riduttivo, in un vago messaggio d’amore dai confini sfumati, liquidi. E’ una specie di applicazione, che definirei scorretta e rischiosa, del metodo storico-critico tanto in voga tra i biblisti da un po’ di tempo a questa parte, e il cui abuso ha fatto e fa tanti danni.
Sotto questo aspetto, vorrei perciò ricordare che l’Autore primario della Bibbia è Dio, che non inganna e non mente, e scrisse la Sacra Scrittura ispirando gli autori umani (secondari). La Bibbia non è il Corano, il mero dettato di un Libro che “esiste” presso Allah. Se però Dio usa gli autori umani come cause seconde della stesura della Bibbia, Lui ne è realmente l’Autore, e perciò non è possibile limitarsi a rimuovere ogni problema ermeneutico rifugiandosi in affermazioni del genere “rivoluzionario al suo tempo […]”, riducendo poi il tutto a un indeterminato e indeterminabile appello all’amore.
San Paolo, apostolo pieno di Spirito Santo, scrive dietro ispirazione divina un testo che non mente. L’autore umano può utilizzare immagini e parole del suo tempo, ed esse possono e debbono essere studiate per comprenderle nel loro contesto, ma questo non può mai arrivare a stravolgere il senso del testo, così come ci viene tramandato e insegnato dal Magistero della Chiesa Cattolica, infallibile interprete.
Le fondamenta del libro di Costanza (e non solo del libro, a quanto ci racconta lei stessa 😉 ) poggiano sulla Mulieris Dignitatem di Giovanni Paolo II.
In ogni caso, per farla breve, non è consentito a un cattolico liquidare dei passi biblici con argomentazioni relativiste, come se stessimo ragionando su un testo non ispirato (per tale motivo, il paragone con le dichiarazioni di Papa Francesco non può reggere).
Per di più, questo particolare passo biblico è di una densità e di un’altezza straordiarie: San Paolo arriva qui a comprendere, sotto l’azione dello Spirito Santo, niente meno che la ragione della divisione dell’essere umano nei due sessi: maschio e femmina, uomo e donna.
Citerò, come mi è già capitato di fare più di una volta, da uno dei saggi teologici che mi sono più cari, “La Bella, la Bestia e il Cavaliere” del Cardinale Biffi. Sono poche righe che, tempo fa, mi diedero molta luce.
Scrive il Cardinale:
“[…] se Adamo non è l’archètipo di se stesso, ma è stato modellato su Cristo che, come s’è visto, è anche lui un mistero sponsale; allora non ci è difficile leggere e capire il messaggio racchiuso nella donna e nel suo rapporto con l’uomo.
‘A immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò’ (Gn 1,27): a questo punto le antiche parole dischiudono al nostro sguardo profondità insospettate.
La ripartizione dell’uomo nei due sessi non ha in se stessa niente che la dimostri necessaria e, come tutte le realtà contingenti, suscita nel ricercatore che non si fermi alla superficie delle cose il sempre rinascente interrogativo: ‘Perché?’. Come tutte le realtà contingenti è stata liberamente voluta: ma perché è stata voluta?
Ovviamente, quando concerne l’azione creatrice di Dio, il ‘perché’ non è e non può essere un tentativo maldestro di rinvenire all’interno dei decreti divini qualche motivazione che spieghi l’agire, diversa dalla manifestazione della gloria del Padre e dalla incredibile esuberanza del Suo amore. I nostri ‘perché’ a proposito dell’una o dell’altra realtà che troviamo nel mondo si risolvono tutti nella domanda: quale messaggio Dio ha voluto inviarci? Quale delle Sue perfezioni ha voluto farci conoscere?
[…]
Non ci è difficile capire allora che l’allegoria nuziale usata da noi sulla scorta della Scrittura e della tradizione cristiana per esprimere il mistero ecclesiale e cristologico, e addirittura per balbettare qualcosa del ‘mistero nascosto nei secoli in Dio’, non è soltanto un’immagine pittoresca ed eloquente: coglie in profondità la coerenza del divino disegno.
Anzi, a un livello più alto di riflessione, la funzione illuminante va capovolta: la sposa è conveninete ‘tipo’ della Chiesa, della natura umana di Cristo, dell’idea divina prescelta, perché il senso ultimo e vero della donna – e quindi di tutta la dialettica dei sessi – è quello di essere segno oggettivo ed energico richiamo ‘naturale’, all’interno della realtà umana, del vincolo dell’Alleanza nuova ed eterna, del prodigio dell’incarnazione, del piano di salvezza.
Ogni figura femminile, che non si deturpa tradendo la propria costituzione e la propria vocazione, è una epifania stupenda della divina Sofìa.”
Fin qui il Cardinale.
Quando San Paolo stabilisce a tutti gli effetti il legame tra la dialettica tra i sessi e la Nuova Allenza, non sta usando una metafora, né sarebbe possibile, perché in quel momento non è un semplice autore umano!
Se in ogni aspetto del creato, il Signore ha lasciato tracce delle Sue perfezioni, ciò è particolarmente vero in questo caso. La divisione dell’essere umano nei due sessi prefigura realmente ed è per noi un memento della Nuova Alleanza, e perciò la stessa identificazione della donna come ‘Chiesa’ e dell’uomo come ‘Cristo’ non è né casuale né interscambiabile.
La Chiesa, e quindi tutti noi, siamo posti in una condizione di accoglienza nei confronti del Cristo, e a Lui dobbiamo sottometterci. Vien da pensare, tra l’altro, che le donne siano maggiormente avvantaggiate sotto questo aspetto. E sarà una caso, nei secoli sono sempre state più le donne che gli uomini a rispondere alla chiamata di Cristo e prenderla più sul serio.
A ogni modo, questa nostra sottomissione richiede proprio un fare spazio, includere, lasciarsi pervadere. Ci toglie forse dignità? Noi sappiamo che non è così, anche se ce ne dimentichiamo piuttosto spesso, quando pecchiamo… (personalmente, solo dopo essere diventato cattolico ho capito almeno alcuni degli aspetti della psiche femminile 😉 )
Ma l’inganno di Satana, fin dai tempi in cui assunse la sembianza di serpente ai tempi dei progenitori, è sempre il medesimo. Convincere l’essere umano che questa sottomissione sia orribile, spersonalizzante, che ci sottragga la nostra dignità di creature libere.
Dunque, in questo nostro secolo che ha smarrito il senso del peccato e del male, ed è perciò supremamente diabolico, dobbiamo forse sorprenderci della reazione violenta che la parola ‘sottomissione’ suscita? Ovvio che no, anzi.
Analogamente, il maschio che impara a essere uomo, apprende a spendersi, a darsi. Il movimento del maschile è infatti “da dentro a fuori” come quello femminile “da fuori a dentro”, inclusivo.
Questa è antropologia cristiana. A fianco di chi aggredisce Costanza ci sono altri che opinano come lei abbia scoperto “l’acqua calda”. Qui noi sopportiamo un esemplare particolarmente noioso e persistente di tal genere di critici.
Ebbene, questo è vero sotto un certo aspetto, e lo è proprio perché tale è il senso ultimo della divisione tra sessi del genere umano come deciso dal nostro Creatore: segno sempre presente del Cristo e la Sua Chiesa.
Mai può essere dimenticato però il guasto del peccato, che rende ora tale segno appannato, e può arrivare anche a sfigurarlo e deformarlo fino a renderlo irriconoscibile.
San Paolo arriva a svelare un mistero ‘nascosto nei secoli in Dio’. Il testo ispirato lo ribadisce con forza: “Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!” No, non rifugiamoci in qualche spiegazione storicistica perché ci sentiamo in difficoltà!
E infatti, è un mistero che nessuno al mondo avrebbe mai potuto svelare prima che la Redenzione avesse compimento: sarebbe mancato l’evento in grado di illuminarlo.
Il modo in cui i due sessi esprimono la loro umanità ha perciò un senso profondo che San Paolo illumina in poche righe come solo lui avrebbe saputo fare.
Figuriamoci che io ho anche il sospetto, a livello personale, che la rinnovata indissolubilità del matrimonio ribadita da Nostro Signore trovi in fondo in questa luce il suo senso più profondo.
Effettivamente, mi ricordo benissimo che quando sentii parlare per la prima volta di “Sposati e sii sottomessa” volli subito conoscere, anche solo virtualmente, l’autrice. Il titolo mi bastò per comprendere perfettamente dove l’autrice sarebbe andata a parare, e fui deliziato e meravigliato dal coraggio. Wow! Come lasciarmi scappare un’occasione così ghiotta?
Questo, e il guanto di sfida schiaffato in faccia alla cultura dominante. Chi l’ha definita una dichiarazione di guerra? Langone? Qualcun altro? Ed effettivamente è una dichiarazione di guerra per… molti? Diciamo, per molti che contano. Questo fa capire il fuoco di sbarramento preventivo che scatena in certe anime.
Sapevo perciò anche che avrei probabilmente potuto conoscere altri cattolici che hanno voglia di… menare un po’ le mani 😛 mettiamola così!! [virtualmente!] Il che non avrebbe potuto che farmi piacere 😀
PS: infatti sono onorato di avere a che fare, anche se solo del tutto marginalmente, con questa avventura. Coraggio a Costanza (e ad Admin, naturalmente!).
Roberto, un intervento magistrale! Grazie!
Grazie!
;-D
Volevo dire: 😀 per Roberto
🙂
Se tu avessi scritto:
“Analogamente, la femmina che impara a essere donna, apprende a spendersi, a darsi. Il movimento della donna è infatti “da dentro a fuori” come nel parto; quello maschile “da fuori a dentro”, inclusivo, fecondante – come l’aratro, come la legge.
Questa è antropologia cristiana.”
mi avresti convinto in egual misura.
Io appena ho saputo di questa storiaccia… non ci volevo nemmeno credere… Vien da ridere per quanto è ridicola! Beh sì, penso anch’io che ad essere stata presa di mira non sia stata di per sè Costanza Miriano (che – con rispetto parlando – non la conoscevano fino al giorno prima e probabilmente se la scorderanno fra qualche mesetto) ma appunto la Chiesa, l’antropologia cristiana e la famiglia. Tutti gli attacchi vanno in direzione della famiglia.
In ogni caso grazie Costanza Miriano per metterci seriamente la faccia
Domenica affluenza eccezionale nella cattedrale di Granada alla messa dell’arcivescovo Javier Martinez
http://www.teinteresa.es/espana/sociedad/Arzobispado-Granada-afluencia-Catedral-Casate_0_1031897395.html
La maggioranza silenziosa……
…e orante!
Caro Signor Roberto, la ringrazio per le sue delucidazioni. Io sono stata educata all’Amore e questo basta: per me, per mio marito e un giorno per i figli se il Signore ce li vorrà donare. L’Amore è solo una parola, non è fatto di tante spiegazioni eppure è difficilissimo da accettare, accettare davvero dico, vivere davvero dico. L’Amore mi ha plasmata, in particolare nel confronto con i miei genitori da adolescente e nel matrimonio. L’Amore splende in mio marito e per Amore io sento, penso e agisco nei suoi confronti, nei confronti di me stessa e del prossimo. L’umiltà e la generosità è germogliata e cresciuta in noi, reciprocamente ci accompagniamo nella vita, anche nella difficile avventura del camminare senza il dono dei figli. Mi perdoni ma io non so intendere altro perchè non ho bisogno di altro: l’Amore fa essere umili e generosi, forti e guerrieri senza che l’uno sia “più o meno umile o sottomesso perchè è donna”, viene naturale esserlo sec si ama davvero e ognuno di noi due in questa naturalezza si esprime per quelle che sono le sue proprie caratteristiche e anche limiti.Io non mi aspetto “certe cose” da lui perchè è uomo e lui non si aspetta da me “certe altre cose” perchè sono donna, non serve. E’ amando con generosità che si creano naturalmente i confini sempre più stretti dove viene messo il nostro egoismo, è un processo naturale per dono del Signore che chiede la nostra adesione ed impegno, diciamo che si innesca dal voler morire a noi stessi per l’altro. Lo facciamo tutti e due con grande impegno e non saprei dire chi ha innescato il processo fra noi due, a volte io e a volte lui. E’ una volontà ferrea che abbiamo, è un dono del Signore che ci protegge in particolar modo da quando siamo sposati. Forse in fondo io e lei parliamo della stessa cosa mettendo l’accento su aspetti diversi. Per non creare confusione l”Amore” è ciò che vien da Dio, è la grazia di seguire Gesù come mio modello assoluto. Grazie per il tempo che ha speso per rispondere al mio commento comunque. Buona giornata a tutti.
Cara Stefania, certo si potrebbe riportare il tutto a “ama e fai ciò che vuoi” (Sant’Agostino come saprà certamente), se nella sua famiglia questo si vive, benediciamo il signore! Ma non per tutti è così…
Quindi, ritengo, ben venga tutto ciò che ci aiuta a raggiungere questa vetta. Io vi inserisco anche il libro di Costanza, dove, ripetendomi, non trovo forzature, né anacroniscmi.
Tra un secolo esisterà ancora il maschilismo? Non lo so… Ma principalmente mi domando: esisterà ancora la Fede?
Io sono profondamente convinto di sì (sempre che ancora un secolo ci sia concesso…), ma certo che secosì non fosse, esisterebbero tutti i maschilismi e i femminismi peggiori di questa terra.
Questo dubbio era venuto anche a Lui: “Il Figlio dell’uomo quando verrà troverà ancora la Fede sulla terra”?
Non a caso Giusi… a questo alludevo parafrasando e facendo indegnamente mia la domanda 😉
Lo so che a te vengono solo dubbi aulici! 😀
Si, ultimamente anche quelli sulla mia demenza senile (anche se vecchio non mi si potrebbe definire…) 😉
Non è che i giovani abbiano più memoria, hanno meno da ricordare….
Buongiorno Bariom, chi ama non fa ciò che vuole, l’applicazione dell’amore sotto la guida di Gesù implica perentoriamente che non si faccia ciò che si vuole per il proprio tornaconto, egoismo, paura. Non c’è pericolo. Sono d’accordo con lei poi sul fatto che solo con la fede che implica apertura, amore, umiltà (quanto ce l’ha raccomandata l’umiltà Gesù e non a caso!) moriranno tutti i maschilismi e femminismi. Gli estremismi tutti non sanno mai stare nel mezzo cioè in quell’unico punto dove è possibile incontrare ed ascoltare l’altro. La Speranza è dono, io spesso la perdo perchè mi chiudo nella paura, nello sconforto di fronte a certe situazioni (aborto, guerre ecc) e all’ottusità di molti che alla fine è solo paura. l’ottuso è colui che si aggrappa a qualcosa per paura e questa sua paura mi fa provare tenerezza per lui: per me, anni fa questo era inaccettabile, altro che tenerezza certe persone me le tagliavo a fettine a suon di discorsi per smuoverle e provavo desolazione nei loro confronti, rabbia. Sono cambiata: ho imparato che siamo tutti creature amate e volute da Dio, ma proprio tutti gli umani, che le devo rispettare perchè Lui le ama e ho imparato che la verità non è mai posseduta solo da una parte nel senso che ci sono persone che non ascolteresti mai da tanto sono lontane da te, da tanto dicono cose inaccettabili ma che scava, scava, se le accogli ti tirano fuori le cose buone che hanno nel cuore e anche tu vedi quel millimetro di buono, di amore in loro che invece Dio conosce ampiamente. La verità è una, ciò che dice Gesù e io non ho più paura o timore di chi la pensa diversamente per questo che glielo dico candidamente e altrettanto candidamente ascolto, con rispetto.Sono belle esperienze, ti arricchiscono…non hai più paura, davvero.
Ok, sono anche molto logorrroica, quindi chiudo qua.
@Stefania, la frase di Sant’Agostino va intesa nel senso in cui lui l’ha pronunciata.
L’Amore di Dio ti rende libero, della libertà dei Figli di Dio, che non è certo anarchia o liberta di agire secondo “la carne”. Quindi, secondo come intepretiamo la frase (ma correttamente avendolo citato, dovremmo farlo nell’ottica di chi la pronunziata…) “chi ama fa ciò che vuole” o “chi ama (sotto la guida di Gesù) NON fa ciò che vuole” (ma ciò che a Lui piace).
Sul resto, mi creda (torno al “lei”), siamo sostanzialmente d’accordo. 😉
Grazie a lei, Stefania, e certo non si preoccupi della logorrìa, della quale può notare sono affetto anch’io!
Diciamo che ci sono tante diverse vocazioni e tanti modi attraverso i quali il Signore ci insegna ad amare, e amare nel modo nostro. D’altronde, noi poveracci non siamo molto bravi ad amare, no? Ma si può sempre imparare, il Signore è venuto per questo, e in questo c’è davvero Speranza.
Si figuri che anch’io negli anni sono di certo cambiato, e che a me il Signore ha insegnato a esser man mano più battagliero, mentre ero io a recalcitrare parecchio perché non mi andava di esserlo. Se c’è da combattere, combatto, ma sempre ricordando l’insegnamento di Sant’Agostino: chi combatte, chi fa la guerra, non deve mai odiare.
Non si parla di un Amore diverso nel libro della Miriano, mi pare…
Fuori tema ma neanche tanto: serve ancora a qualcosa la volontà popolare?
http://www.tempi.it/anche-se-la-popolazione-e-contraria-domani-la-scozia-approvera-i-matrimoni-gay-e-jedi#.Uos7-yfOS8A
La cosiddetta democrazia (come la “volontà dell’elettorato”, se non del “popolo”) è sempre stata sopravvalutata e impropriamente mitizzata.
Parole sante!
Io continuo a firmare petizioni ma mi sa che ce le possiamo attaccare….. al tram!
Non so se ce le possiamo attaccare. Forse sì. Però io ho firmato volentieri queste: “Una bambina ha bisogno di una mamma e di un papà”, “L’ONU concede aiuti solo….”, “I feti non sono grumi di materia” e altre che compaiono qui:
http://www.citizengo.org/it
Anch’io Sara. Le ho firmate tutte.
Nota di colore…
Lo sposo Jedi della foto passi, ma la sposa è Jedi come un cavolo assomiglia ad una rosa (per la mise, non per le fattezze…;-))
Io non so neanche che sono ‘sti Jedi pensa te! Sarà un’altra di quelle c….. al quale l’uomo crede quando non crede in Dio!
Quando gli jedi erano roba seria
Oddio! Harrison Ford da giovane!
😀
e il matrimonio clingoniano dove lo mettiamo? Perché non mi posso sposare con rito clingoniano? MI sento discriminato… 😉
Perchè i pastafariani li vogliamo discriminare?
i pastafariani?non erano i rastafariani? oppure sono i seguaci della barilla?
Giuro esistono! Sono seguaci della pasta. Non so se Barilla. Forse adesso sì, dopo la rieducazione!
http://pastafariani.weebly.com/
Oh, meno male ecco due che se ne intendono (senm e Alessandro… e ci starebbe anche il caro Don Fabio ;-)) .
Giusi, devi allargare i tuoi orizzonti… 😉
Ci sono cose che noialtri umani non immaginavamo :-I http://en.wikipedia.org/wiki/Jediism
l’officiante è Yogurt di “palle spaziali”?
per la ciurma.
Per i notabili: Bifidus
http://whatisbifidusregularis.org/ (Per la serie «Le meraviglie di internet» 😉 )
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…ma abbiate pazienza!!!
alvise, non rompere. stiamo parlando di cose serie….. 🙂
Eccellente intervista, bravissima Signora Miriano! Vada avanti, noi tutti la sosteniamo anche e soprattutto con le preghiere! Per aspera ad astra!