di Costanza Miriano
Per chi mi conosce la cosa ha dell’incredibile, e, in caso di processo di beatificazione di Bergoglio, l’episodio verrà certo catalogato come miracolo: per la prima volta in tutta la mia vita sono arrivata in anticipo a un appuntamento, e con tutta la mia famiglia. Non c’è proprio alcuna spiegazione umana a questo fenomeno. L’appuntamento era per entrare in udienza dal Papa, e l’evento – avere infilato sei vestiti e dodici scarpe con ben quarantacinque minuti di anticipo – ha del soprannaturale.
Ho avuto l’onore di partecipare al seminario di studi con cui il Pontificio Consiglio per i Laici ha ricordato i venticinque anni della Mulieris Dignitatem. Il Papa ha fatto uno strappo alla regola e ha ricevuto i partecipanti, ci ha detto, perché tiene molto alle donne, e voleva dirci qualcosa di importante. “Siate serve, non schiave” – si è raccomandato prendendo la parola. Ma che significa, questo?
Qual è la differenza fra l’essere servi – la cosa riguarda in modo diverso anche l’uomo – e l’essere schiavi? Io credo che la differenza stia nella libertà. Qualcuno che serve lo fa perché ha deciso di farlo, chi è schiavo non è libero di dire “oggi non mi va”. Le donne, che per secoli sono state a volte costrette ad accogliere la vita, a mediare, smussare gli angoli, mettere se stesse per ultime, e che poi a un certo punto, con il femminismo, si sono ribellate a questo, oggi possono di nuovo scegliere di essere accoglienti e docili non perché obbligate ma per amore, e moltissime già lo fanno.
Questo è vero per ogni cristiano. Noi siamo davvero liberi, della libertà dei figli di Dio, un Dio che abbiamo l’enorme privilegio di chiamare Padre, e dunque non ne abbiamo paura. Quando ci invita a servire dobbiamo pensare che, visto che è il babbo, sicuramente quello che ci sta dicendo è una cosa che ci conviene, ci fa felici. Non siamo costretti, come schiavi, a metterci per ultimi, ma quando riusciamo a farlo siamo i primi a capire quanto la cosa ci sia “utile”, cioè ci faccia fare passi in avanti sulla via della santità, che poi sarebbe quella della gioia.
fonte> Credere
Ehm, …davvero?
Angelina grazie 😉
🙂
Direi anche risposta di gran classe alle critiche spagnole …
“… e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti.” (Mc 10, 44)
Una perla lucente! Grazie!
Ieri in Spagna esponenti del PP (Partito Popolare) PSOE (Partito Socialista) e IU (Sinistra unita) hanno dichiarato di voler intraprendere un’iniziativa parlamentare per il ritiro di “Cásate y se sumisa” (Sposati e sii sottomesssa).
Oggi l’Arcivescovo di Granada risponde:
http://www.aciprensa.com/noticias/arzobispado-de-granada-no-hay-razon-para-retirar-libro-casate-y-se-sumisa-10451/#.UoHzMYtvtj1.twitter
Con tante porcate di libri che veramente offendono la donna! Questo è quello che succede quando si afferma l’ideologia del gender. Caro Alvise, non è una battuta ipotizzare che possano mettere fuori legge la religione cattolica: è quello che sta succedendo. Questo è un fatto grave che va al di là del libro di Costanza. Meriterebbe una telefonata del Papa che è stato pure chiamato in causa. Qui c’è un Parlamento che vuole censurare San Paolo, questa è l’amara verità. Anche in Inghilterra hanno arrestato uno che leggeva San Paolo. Sono segnali sinistri…..
“Con tante porcate di libri che veramente offendono la donna!”
Che sintonia… vedi mio del 11 novembre 2013 alle 21:34 😉
Ma perché tiri in ballo Alvise che ancora non si era fatto sentire..?
Sai come dice il detto…
Perchè tante volte ha fatto dell’ironia sulle nostre ipotesi di future e probabilissime persecuzioni. Cosa ne pensa di questa vicenda?
…che ne devo pensare? Ne succede di tutte, a tutti e dappertutto! Questa è la “verità!
Come quando vedo scritto sui giornali che ora manca 12 italiani all’appello nelle Filippine
dove sono morte non si sa quante persone e i gionrali italiani parlano di queste dodici persone italiane
di cui non si hanno notizie eccetra. ..
L’esempio c’azzecca esattamente come un cavolo a merenda! Qui è in discussione la libertà di pensiero, si parla di ritirare un libro, è roba da nazismo!
Ma come Alvise non pensi niente? Ma questi qui ti dovranno pur piacere, i paladini di tutte le (loro) libertà, i talebani del laicismo i fanatici del politicamente corretto…..
Che però pensano a denunziare come, cosa? oltraggioso? degradante per le donne? questo libro di Costanza, ma non mi risulta abbiano denunziato tutti gli editori/autori di chessò, riviste pornografiche… 😐 che invece elevano di molto la figura femminile (!!)
Mi ricorda la storia di una certa donna tapina e supina, regalata a far la massaia… 😉
…imbecilli se ne trova dappetutto!!!
mew stesso:
…perché, io sarei un fanatico del politicamente corretto?
…l’ho già detto, fanatici se ne trovano da tutte le parti, di ogni sorta!
In Spagna tanto accanimento a priori è legato prevalentemente al titolo, oppure al fatto che la casa editrice sia della Diocesi di Granada? Anche in Italia si sono levate critiche, spesso aprioristiche e ideologiche, ai libri di Costanza, ma, mi sembra, in una logica di scontro culturale. Qui mi sembra di vedere un accanimento davvero inquietante. Non conosco la società spagnola, immagino che laicità moderna “alla Zapatero” la pervada, ma mi sarei immaginata un acceso dibattito culturale piuttosto che prese di posizione che mirano direttamente alla censura.
Volevo dire “laicismo”
In Spagna fanno così. In Italia si stanno allenando.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-ti-accusano-di-omofobia-anche-se-non-apri-bocca-7715.htm
Dal testo linkato sottolineo due cose da meditare:
1) Le Sentinelle in piedi stavano zitte e leggevano ognuna il libro di sua scelta; per contro i manifestanti “antiomofobi” erano tutti muniti della copertina viola di un libro intitolato «Le cose cambiano».
2) Lo slogan più rimarchevole degli antiomofobi è stato «Rinchiudeteli in manicomio!».
Lalla, per fare un “acceso dibattito culturale” ci vogliono idee e capacità di ascoltare. I censori anti-MIriano ne difettano. Quindi riescono solo a strillare e gargarizzare slogan.
…e vi state perdendo gli insulti che da tre giorni piovono su twitter di una violenza e una volgarità sinceramente mai viste prima(in Italia).
(in realtà gli insulti se li sta perdendo anche Costanza visto che twitter non ha ancora capito bene come funziona ed ci si avvicina solo con il tutor 😉 )
Ecco, infatti, manco io sono twitterista. Meglio continuare a tenercela lontana, allora. Se li prendeva anche Benedetto gli insulti su Twitter. Comunque un abbraccio e vicinanza a Costanza. Davvero sono ammirata della sua (vostra :-)) forza e limpidezza.
Eh la bellezza del vivere “social”… 😐
Hai ragione, Alessandro, l’ho detta troppo politically correct. Rimane il mio interrogativo sulle ragioni di una reazione così violenta in Spagna ai libri di Costanza, anche se a dire il vero quasi mi stupivo di non vederla in Italia, ma forse mi è sfuggita o, come fa notare, Senm_webmrs, sta per arrivare.
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Casate y sé sumisa è stato denunciato ante la Fiscalia, che, apprendo dal traduttore di Google, è la Procura. Come mi difenderò? Io so solo le parole delle canzoni di Violetta.
Denunciato? Ma con che c…appero di imputazione?
Costanza, Admin, dai che non siete soli! 😀
Per apologia della violenza sulle donne :-/
Verrebbe da dire:
“Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire”. (Lc 12, 11-12) 😉
“Ladran Sancho,luego cabalgamos” (Ci abbaiano, Sancho,vuol dire che cavalchiamo). Don Chisciotte
😀
Perfetto, Joe: Costanza sta andando nella direzione giusta! Dài, Costanza, siamo con te!
Preghiamo, preghiamo, preghiamo!
…sei sicuro che è nel Don Chisciotte?
Forse è solo nel film di Orson Welles
vabbè, ma al di là del fatto che dubito che chi fa commenti abbia letto il libro-anzi i libri, visto che nel sito v’è anche l’ultimo, avete sempre dalla vostra parte Mons. Martinez Fernandez Arcivescovo di Granada. degli altri non ti curar di loro ma guarda e passa.al massimo faremo una colletta per la difesa.
ariprosit vobis.
Potresti procurarti la collezione completa di Tex e prendere a prestito le sue colorite espressioni.
Ricordo gli amici, ai tempi dell’università, che non riuscivano a prendere sul serio il Vangelo che mi ero portato dal primo viaggio in Spagna, perchè a leggerlo gli ricordava troppo quel fumetto …
Da parte mia un rosario assicurato!
Ma perchè denunciare solo l’esecutore materiale e non direttamente il mandante? Dite agli spagnoli che chiedano direttamente il ritiro dalle stampe del nuovo testamento e delle lettere si San Paolo
O più banalmente, quelli che ora latrano contro il libro di Costanza dovrebbero cercare di ricordarsi se a suo tempo hanno inneggiato alla c.d. Primavera Araba (quella sì che ha fatto molto per migliorare la condizione delle donne http://www.tempi.it/il-risultato-delle-primavere-nei-paesi-arabi-le-donne-stanno-peggio)
Eh, già, Matteo! Una delle caratteristiche di chi è accecato dalle ideologie che oggi van per la maggiore è (fra le tante) anche l’assoluta mancanza di ragionevolezza e coerenza logica, purtroppo.
CORAGGIO!!!! il Signore non ci da una croce più grande delle nostre forze!
Costanza preghiamo per te!
Coraggio Vi sono vicina e grazie per tutto cio’ che fate!
Peraltro l’Arcivescovo di Granada fu quello che disse che quando un uomo lascia sola una donna non assumendosi le sue responsabilità e inducendola ad abortire commette una violenza sul suo corpo e fu interpretato nel senso che se una donna abortisce è giusto violentarla!
Non capisco gli spagnoli, in migliaia hanno visto il film-documentario “l’ultima cima” che ha preso anche un premio e poi si scagliano contro i libri della Miriano, senza forse neanche averli letti, solo basandosi sul titolo. Sono sincera io non sono una grande fans di quei libri, ma li ho letti, ho tratto degli spunti e degli insegnamenti anche se non ero d’accordo su tutto. Forse per aggirare l’ostacolo di questi zoticoni della cultura , Costanza avrebbe dovuto intitolarli ” 10000 sfumature di sugo fatto in casa………” Sulla scia della famosa trilogia di quei libri di bassa lega sarebbe passata inosservata.
Comunque auguri l’ignoranza non può uccidere la libertà di pensiero.
Costanza: il tuo nome è già un programma e rispecchia la tua bellezza interiore… per quella esteriore lascio fare a Guido e maschietti del blog. 😉
Se tra i frutti dei tuoi libri c’è anche una denuncia “caliente”… beh, vuol dire che hai colpito nel segno e di questo sono contenta. Ovvio che mi dispiace la cosa, ma guardando con gli occhialini rosa… (rima ?)… tutto concorre al bene e quindi se nei giornali “calienti” viene riportata la notizia della denuncia, questo non fa’ altro che aumentare la curiosità nei confronti del libro.
Se serve: il mio extralarge ti difenderà a spada tratta e a colpi di “OLE’!”. 😉
“Noi siamo davvero liberi, della libertà dei figli di Dio, un Dio che abbiamo l’enorme privilegio di chiamare Padre, e dunque non ne abbiamo paura”: e se non abbiamo paura di Dio che può tutto, che paura dobbiamo avere di chi non può tutto? Nessuna! 😛
Comunque stasera il Rosario è per Costanza e per tutti coloro che combattono la buona battaglia 🙂
Viviana: Rosario di stasera per Costanza? Ok! E divulgo ad altri…
Dispiace davvero tanto per la denuncia. Confido nell’equilibrio dei Magistrati, credo che, come in Italia, di denunce ne arrivino tante e di più strane, che procedano effettivamente in un processo è ben altra cosa.
Sappiateci dire se, Rosari a parte, possiamo fare qualcosa.
Matteo: hai ragione! Di denunce ne arrivano tante e di più strane. Pensa che il Vescovo di Ancona è stato denunciato perché induce le menti fragili a credere che l’ostia quando viene consacrata diventa il Corpo ed il Sangue di Cristo…
Ma dai…. non ci posso credere! 😐
No, questo no! Ma sei sicura?
http://www.geronimoweb.it/2011/01/ateo-denuncia-il-vescovo-di-ancona-per-abuso-della-credulita-popolare/
Ah vabbè il solito fulminato di cervello!
“Le donne, che per secoli sono state a volte costrette ad accogliere la vita, a mediare, smussare gli angoli, mettere se stesse per ultime, e che poi a un certo punto, con il femminismo, si sono ribellate a questo, oggi possono di nuovo scegliere di essere accoglienti e docili non perché obbligate ma per amore, e moltissime già lo fanno.”
Allora a qualcosa è servito il femminismo?
Certo che è servito e secondo me era pure inevitabile, andava “usato” meglio, bisognava porre un’istanza di qualità, uno specifico femminile anzichè scimmiottare tutto quello che rimproveravamo agli uomini.
Beati voi, quando vi insulteranno, e mentendo diranno ogni cosa contro di voi…
…beati “voi”, “noi” nessuno ci insulta mentendo!
Guarda che è Gesù che parla, la menzogna riguarda la Sua persona (contro di voi per causa mia). Mi pare ovvio che non ti insultino mentendo, ti insulteranno quando le fai girare, praticamente sempre! 🙂
Commossa ….grazie!
Forse questo è il posto sbagliato per dirlo ma nemmeno a me piace il titolo del libro di Costanza. Certo, non condivido le azioni di denuncia da parte dei soliti (in)tolleranti, però purtroppo si deve riconoscere che la parola “sottomissione” riferita alle donne non può essere usata in maniera “neutra.” Purtroppo c’è un peso storico attaccato ad essa che non si può ignorare, se non banalizzando il problema. Dire a un uomo “muori per lei” è bello, eroico… Risponde a tutto un immaginario cavalleresco maschile, si accende di connotazione positiva insomma. Invece “sottomessa” riferita a una donna ha una connotazione negativa, fa pensare alle donne lasciate per secoli senz’anima, senza diritti, senza istruzione, senza libertà, senza aver voce in capitolo… Ora Costanza può ripetere fino allo sfinimento che a lei l’essere donna ha portato solo vantaggi… Ma purtroppo non è stato così per tante altre, nel passato, e non è così per tutte le donne, nemmeno nel presente. Non si può insomma prendere una parola e pensare di riusarla nel suo significato originale, come se non vi fossero – tra quella parola e noi- secoli di un disastroso evolversi dei rapporti tra i sessi. Persino Giovanni Paolo II mi pare, in una catechesi su quel passo paolino, si affrettò a mettere i distinguo… Insomma, un titolo così può essere due cose: ingenuo – la migliore delle ipotesi – perché l’autrice pensa di poter semplicemente ignorare un pezzo di storia e il “calcare” che attacca alle parole nel loro uso e consumo nel corso del tempo, oppure -la peggiore delle ipotesi – furbo, quindi mirare al polverone, usando la parola controversa apposta per richiamare attenzione.
Triti e tristi luoghi comuni, che hanno il loro effetto su cervelli ridotti a pappette omogeneizzate, come ci dimostra in questo frangente (una parte) della Spagna.
…non credo che nella mente delle persone comuni (di cui il mondo è popolato) noi italiani medi compresi sia bene presente il significato “vero” del termoine sottomessa in S. Paolo. L’automatismo del pensiero va subito alla sottomissione pure e semplice. Che poi, se uno leggesse il libro della Mirina, allora l’ troverebbe il significato “vero”
questo non impedisce, prima della lettura (o per qualcuno anche dopo) il disaccordo sulla tesi di fondo del libro.
E poi altri potrebbero chiedersi come abbiano fatto finora, fino al libro della Miriano, le famiglie a essere famiglie che bene o male si sono rette o da sole (sposi e spose) o con la presenza di Dio nel caso del matrimonio sacramentale, incluse le famiglie da cui noi (tutti) proveniamo. O ci sarà un ante e un post il libro della Miriano dalla cui data di pubblicazione in Italia o altrove si vedrà una resurrezione virtuosa in senso anche religioso dei patti di matrimonio?Piuttosto, quello che è importante è lo stile, la prosa, gli accorgimenti retorici della scrittura che sono di una untuosa frittellosità sconcertante, come anche si vede che l’autrice non ne ha perso nell’apertura dell’ultimo post, all’inizio, quando subito strizza l’occhio alla caricature stereotipate della famiglia sempre di corsa disordinata e tumultuosa, ma che alla fine trionfa:
“Per chi mi conosce la cosa ha dell’incredibile, e, in caso di processo di beatificazione di Bergoglio, l’episodio verrà certo catalogato come miracolo: per la prima volta in tutta la mia vita sono arrivata in anticipo a un appuntamento, e con
tutta la mia famiglia. Non c’è proprio alcuna spiegazione umana a questo fenomeno. L’appuntamento era per entrare in udienza dal Papa, e l’evento – avere infilato sei vestiti e dodici scarpe con ben quarantacinque minuti di anticipo – ha del soprannaturale.
Alvise del tuo commento, come di quello di Aleph a cui fai eco, credo si possa condividere la sottolineatura che fa riferimento al senso che comunemente viene dato al termine “sottomessa” o a quello di sottomissione in genere, ma da qui a fare il “processo al titolo” (o alla sua genesi), che giustificherebbe poi quello al libro stesso o, nel tuo caso, ipotizzare che nei propositi dell’autrice, vi fosse il creare un punto di svolta nella storia delle coppie cristiane e non a livello “planetario” (mentre a livello personale credo possa benissimo avvenire e sia avvenuto…) ce ne corre.
Poi ognuno è libero di farsi le proprie elucubrazioni… 😉
D’accordo con te Bariom. Non l’ha mica inventato Costanza il matrimonio cristiano! (Che stai addì Alvise?). Poi è vero che il termine sottomissione si presta a fraintendimenti (a me, non l’ho mai nascosto, non piace). Io credo che sia stato usato in senso provocatorio ma non nel senso che dice Aleph cioè è servito sì per attirare l’attenzione (e in che misura!) ma per il fine (che poi perlomeno in Italia si è realizzato, vedremo in Spagna) di far passare un messaggio nel quale l’autrice crede profondamente. Per quanto riguarda lo stile non discuto: se ad Alvise non piace, non piace ma mi chiedo allora perchè si “sottometta” al supplizio, dopo aver letto i libri, di continuare a leggere tutti i posti. C’avesse (lui sì) la vocazione al masochismo?
Sì, capisco… Ma a me non piace l’idea che si usi un termine con connotazioni negative tanto pesanti per una parte dell’umanità per “attirare l’attenzione.” Non mi piace ma non dubito che abbia “funzionato.” Io per prima non avrei mai letto il libro di Costanza se non fosse stato per un titolo così. Solo, ecco… non mi piace e non credo che il fine giustifichi i mezzi. Da qui alla censura, ovviamente però, ce ne vuole!!!
Insomma avresti preferito un altro titolo e così non averlo letto…
Peraltro il “termine con connotazioni negative tanto pesanti per una parte dell’umanità…” non è stato certo inventato da Costanza o da lei (o chi per lei) associato al Matrimonio in modo forzato o strumentale, quindi di che stiamo parlando? 😉
Bariom, lo so che il termine non l’ha inventato Costanza, ma viene dalla Scrittura… Però a me non sembra che il Magistero ci inviti ad interpretare alla lettera la scrittura, come fanno quelle sette cristiane fondamentaliste, o no? Non esiste anche il metodo storico-critico? Allora nel testo paolino occorre discernere anche l’influenza che veniva dalla cultura del tempo di Paolo. Io non vedo, nella dottrina della Chiesa sul matrimonio, nulla che affermi la lettera del testo paolino. Anzi, tutti i testi del Magistero insistono sul fatto che i coniugi devono reciprocamente servirsi, amarsi, rispettarsi. Semplicemente non dicono che le donne devono essere sottomesse ai mariti e ci sarà pure un motivo per questo, no? Se mi sono persa qualcosa, illuminami!!!
Allora siamo arrivati al “nocciolo” del problema… L’interpretazione delle Scritture.
Non comprendo però bene il passaggio.
Il titolo in questione è forse “interpretazione” del ben noto passo di S.Paolo?
Non dico altri qui, ma io, in questo nostro scambio ho parlato di applicazione “alla lettera la scrittura, come fanno quelle sette cristiane fondamentaliste…”
Neppure credo che il rischio sia che qualcuno leggendo il titolo, parta ad applicare letteralmente l’affermazione (che se poi fosse e lo Spirito glielo suggerisse, non credo ne verrebbe un gran male :-))
Se hai letto, come hai fatto, il libro, avrai potuto verificare come svolge ampiamente e nella “pratica” il senso e il significato dei quel “sottomessa”, senso e significato che non mi pare si discosti affatto da ciò che troviamo contenuto nel CCC.
Mi permetto poi di aggiungere che se da un lato esiste sempre il rischio della interpretazione letterale, dall’altro esiste quello della interpretazione “storica-critica-analitica-scientifica-esegetica-sociologica-e chi più ne ha più ne metta”, che non di rado a finito per travisare l’asciutta sostanza di molti passi delle Scritture. Non mi riferisco qui al passo di S. Paolo in particolare, ma a tanti altri radicali insegnamenti che ci sono venuti dalla Parola di Cristo stesso.
A ben guardare l’invito del Vangelo tutto e la vita di Cristo stessa, non sono forse esempio di “sottomissione” ad un Volontà più alta, quella del Padre?
Quello che ci risulta difficile è, di volta in volta, riconoscere che siamo chiamati alla sottomissione (nel senso Cristiano) e all’obbedienza, a questo o a quello e di costoro mettiamo facilmente in discussione l’autorità giudicandoli “indegni” (non-degni) di tale riconoscimento. Senza arrivare alla società civile, questo accade continuamente nella stessa Chiesa.
“Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso..” (Filippesi 2,3)
Nella vita dei Santi e in alcuni episodi tramandati dai Padri del Deserto, abbiamo parecchi esempi si “sottomissione” e/o obbedienza che, umanamente parlando, parrebbero rasentare la “stupidità”… vogliamo metterli tutti in discussione, o ne dobbiamo fare come giusto, fulgido esempio per il nostro cammino?
Ciò detto non certo allo scopo di “illuminarti” (ho già il mio daffare a mantenermi nella luce), ma per approfondire il discorso, sebbene iniziato da un punto apparentemente distante. 😉
Buona giornata.
@Bariom grazie….per l’ennesima volta!
@Aleph: “discernere anche l’influenza che veniva dalla cultura del tempo di Paolo”, pensi che è proprio quello che ha tentato di fare Costanza una interpretazione moderna, meditata e soprattutto vissuta della sottomissione paolina, il libro non è altro che questo, perché sarebbe troppo comodo liquidare e archiviare le parole di san Paolo solo come anacronistiche.
Ma lei queste cose sono certo le aveva già capite avendo letto il libro.
Non c’è di che… è sempre un piacere (quando c’azzecco ;-))
Scusatemi ma forse non mi sono spiegata bene… La mia domanda è questa: perché il CCC o altri documenti della Chiesa evitano accuratamente di usare il termine “sottomessa” riferito all’atteggiamento della moglie verso il marito, nel matrimonio cristiano? C’è un motivo o non appare “casualmente”? Per favore, non fatemi esempi della sottomissione dei santi, o dei Padri, ecc… La mia obiezione si riferisce unicamente alla terminologia e alla connotazione specifica che ha il termine “sottomissione” in riferimento al rapporto tra i coniugi.
Bariom mi appello alla tua infinita bontà tu che ci monitori tutti. Mi tocca rispondere sempre formalmente a te per rispondere ad Aleph (non so se Admin può far sì che compaia risposta sotto ogni intervento, sotto alcuni non compare, il perchè non lo so, sono una capra in queste cose). Aleph, se vuoi il mio modesto parere. il termine sottomissione non compare per evitare strumentalizzazioni, si preferisce evitarlo e spiegare il concetto ma la sostanza non cambia.
” cervelli ridotti a pappette omogeneizzate, ”
I cervelli di chi?
@ Aleph: quando ha tempo, mi spiegherebbe per favore a cosa si riferisce quando parla di «donne lasciate per secoli senz’anima»? Niente, niente si ispira alla famosa bufala per cui “la Chiesa cattolica” per secoli non avrebbe riconosciuto alle femmine il possesso dell’anima?
Se tutte le sue considerazioni hanno basi solide quanto questa, lei ha urgente bisogno che le buttino una corda cui aggrapparsi…
No, non mi riferivo alla “Chiesa Cattolica,” come del resto non lo facevo nel resto del mio messaggio che, per brevità, tendeva a generalizzare.
Nei giornali, così come nelle case editrici, i titoli non sono a caso. Possono essere fatti da degli incompetenti, ma non da degli ingenui.
Nel mondo dell’editoria (come anche la produzione cine/tv) i titoli servono a vendere. Hanno solo questo scopo.
Certo che si voleva attirare attenzione, che diamine. Anche l’edizione italiana aveva questo scopo, ovviamente. SOlo che in Spagna -evidentemente- il nervo è un po’ più scoperto che qui.
Tutti a commentare cose che non hanno letto? Perché, qui non capita mai (e mi ci metto dentro anch’io, per l’amor del cielo)?
Succede, è nel gioco delle cose. Qualche gonzo si scalda, il libro vende; si passa ad altro (tranne per quei poveracci che per lavoro vengono chiamati in causa dai gonzi di prima).
Pensate ai libri di Socci. Se non avessero quei titoli, almeno il 50% delle persone che li regalano manco li prenderebbero in considerazione. Stesso discorso per Augias, ad esempio. Per i gialli vale più la copertina ed il nome dello scrittore.
@Senm
Aleph può essersi espresso male o aver preso un granchio, non importa. O per lo meno, certi errori non sopravviverebbero se non fossero credibili, verosimili. E’ come la teoria del complotto (anzi, “gomblotto universale”).
La Chiesa per secoli è stata misogina perché la società lo era. Ma è vero anche il contrario. Tutte le deviazioni da questa “regola” sono stati casi puntuali. C’è da stupirsi? Direi di no, in linea di massima. Siamo noi che cerchiamo di interpretare la storia della Chiesa con gli occhi di oggi, come se fosse immobile ed immodificabile. Ma bisogna d’altronde riconoscere che per altrettanti secoli la Chiesa s’è occupata più di ordine sociale (come espressione del proprio potere terreno) piuttosto che solamente di anime.
Rimanendo alle istanze di libertà ed uguaglianza delle donne, ci sarebbe da chiedersi cosa sarebbe successo se non ci fossero stati il marxismo e la psicanalisi in europa. Sicuramente non i Concilio Vaticano II. La Chiesa ha avuto 1500 anni di tempo per predicare il rispetto e l’uguaglianza, ma stringi-stringi, il diritto di famiglia (per dirne una) in Italia (la patria del diritto romano) ha sancito la sottomissione della moglie al marito fino alla fine degli anni sessanta (famiglia patriarcale, delitto d’onore, stupro come offesa alla morale e non alla persona).
Con queste premesse, quando in una pubblicazione si accostano, “sottomissione” e “felicità”, non c’è da stupirsi se alcuni reagiscano (anche d’istinto) “preventivamente”.
Esattamente come quando si parla di matrimoni gay. Stessa reazione “pavloviana”.
@ Fortebraccio: «La Chiesa per secoli è stata misogina perché la società lo era».
Mi scusi ma è un discorso storicamente fondato quanto «Le crociate servivano a trovare un impiego ai cadetti senza terra delle famiglie nobili europee» o «Le cattedrali sono state costruite dai potenti per attirare pellegrini e lucrare sul turismo religioso» o «Il capitalismo è figlio della Riforma protestante». Sulla misoginia della Chiesa potrebbe leggere *The Triumph of Christianity* di Rodney Stark.
Cortese senm,
intendevo dire che la Chiesa era (com’è ora) anche specchio della società in quanto fatta da persone che mantenevano in parte intatti i loro pregiudizi o, semplicemente, quegli usi e costumi che non venivano esplicitamente, fortemente contrastati. Se vuole, una questione di priorità – più che comprensibile, aggiungerei. Ognuno è figlio del suo tempo, ed è scorretto giudicare qualcuno vissuto nel passato con gli occhiali che usiamo per cercar di leggere il presente.
E’ una questione di metodo, no?
Quando abbiamo abolito la discriminazione di retribuzione tra uomini e donne?
Ancora oggi ci lamentiamo che alcuni lavori restano preclusi alle donne (il famoso tetto di vetro), via… discutiamo di quote rosa, abbiamo un dicastero per le “pari opportunità”: tutto questo vorrà pur dire qualcosa, o no?
Non insinuo che sia colpa della Chiesa, ma almeno mi conceda di dire che la possibilità d’eguaglianza (in base alle aspirazioni personali) non è stata il tema centrale di alcuna pastorale seriamente sostenuta: altrimenti non avremmo quello di cui sopra.
Che un’ente morale bimillenario sia coinvolto nella costruzione della moralità pubblica mi pare scontato. O no?
E qui stiamo parlando di costume, società, leggi, non di comportamenti personali.
O sennò facciamo un esercizio: in cosa gli uomini sono stati discriminati nei confronti delle donne? Quale ruolo/attività superiore viene/veniva preclusa agli uomini in nome di un preconcetto (e non di una differenza fisica)?
forse le basterebbe leggere qualche libro di régine pernoud per cambiare idea in merito. non dico le goff( oramai dopo la mitica bufala sul purgatorio invenzione medioevale è un po’ scaduto.
….
Le prime femministe, apparse fra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo, si battevano per il riconoscimento di tre diritti fondamentali alle donne: il diritto all’istruzione superiore, il diritto di accedere a tutte le professioni e infine il diritto di voto. Ebbene le donne del Medioevo non avevano avuto bisogno di fare delle battaglie femministe per accedere al mondo del lavoro: “le iscrizioni della taglia (oggi diremmo le imposte di registro), ovunque ci siano state conservate, come nel caso della Parigi di fine XIII secolo, ci mostrano una folla di donne esercitanti i più vari mestieri: maestra di scuola, medico, farmacista, gessaiuola, tingitrice, copista, miniaturista, rilegatrice di libri e così via” (op. cit.). Notare: c’erano anche delle miniaturiste, ovvero delle artiste (un libro di miniature porta ad esempio questa iscrizione: “Omnis pictura et floratura istius libri depicta ac florata est per me Margaretam Scheiffartz” – “Ogni immagine e decorazione di questo libro è stata dipinta e disegnata da me, Margherita Scheiffartz”).
E adesso tenetevi forte: nel Medioevo non solo esistevano delle forme di democrazia diretta a livello locale, ma votavano sia gli uomini che le donne. Dall’insieme delle raccolte consuetudinarie, degli statuti delle città, ma anche dall’enorme massa degli atti notarili, dei documenti giudiziari, o ancora dalle inchieste ordinate da san Luigi “balza fuori un quadro che per noi presenta più d’un tratto sorprendente, dato che, per esempio, vediamo le donne votare alla pari degli uomini nelle assemblee cittadine o in quelle dei comuni rurali” (op. cit.). Non sorprende affatto che nel Medioevo esistessero alcune forme di democrazia diretta. Si attribuisce a Carlo Magno, imperatore cattolico, il motto: “Vox populi, vox Dei”. In una delle numerose lettere che inviava ai papi e ai re nel periodo drammatico della cattivita’ avignonese, santa Caterina da Siena scrisse: “Il potere non è assoluto, è prestato da Dio. O dal popolo”. Questa donna del popolo era ascoltata dai più grandi potenti del suo tempo. Sarebbe possibile una cosa simile oggi? Un secolo dopo, durante la guerra dei cent’anni, una semplice ragazza di umili origini riusc? a convincere i regnanti di Francia a metterla a capo di un esercito di uomini. Si chiamava Giovanna d’Arco.
…
Giovanna JACOB
No Medio Evo? No femminismo
tratto da: PepeOnLine.it.
voto, diritto di Facoltà di partecipare con il proprio v. alla scelta degli organi rappresentativi (a livello nazionale e locale) e alla determinazione degli indirizzi di governo, oltre che a consultazioni di tipo referendario. Proclamato alla fine del Settecento dall’Illuminismo, nell’ambito della teoria della volontà generale e della rappresentanza politica su base volontaria, il diritto di v. costituisce uno dei più importanti diritti politici riconosciuti da costituzioni e leggi. Esso fu per lungo tempo applicato con varie restrizioni in relazione al censo e all’istruzione, e la sua estensione fino al suffragio universale divenne quindi uno dei principali obiettivi del movimento operaio e democratico. Solo tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, però, si affermò il suffragio universale, peraltro inizialmente solo maschile, e con tempi diversi a seconda dei Paesi (➔ suffragio). La richiesta del voto femminile caratterizzava intanto i settori più avanzati dello stesso movimento operaio ed esperienze politiche peculiari come quella delle suffragette (➔ suffragetta). In Italia, nel 1912, il diritto di v. fu esteso a tutti i cittadini italiani di sesso maschile e di età superiore ai 30 anni, e nel 1918 a tutti i maggiorenni (suffragio universale maschile). Dopo la cancellazione della democrazia rappresentativa operata dal fascismo, nel 1945 fu introdotto il suffragio universale per le elezioni dell’Assemblea costituente che si tennero l’anno successivo; in tale
…in tale occasione il diritto di voto fu esteso anche alle donne.(con buona pace del medioevo)
da dove hai tratto questa citazione? Alla tua età non hai ancora capito che quando si cita bisogna esplicitare la fonte?
…treccani! (quale età?)
Forse, invece di disperderci in commenti sulla censura spagnola (e probabilmente non solo spagnola) potremmo inviare un abbraccio forte forte e un GRAZIE veramente maiuscolo a Costanza per tutto quello che provoca nei nostri cuori! Quanta bellezza anche in questo articolo! Davvero grazie Costanza! Silvana
Premessa maggiore: imbecilli che invocano la censura se ne trovano dapperetutto!!!
Premesse minori:
Il libro in questione della Miriano non si propone (e non potrebbe proporsi) come opera d’arte, ma è uno scritto squisitamente apologetico.(cominciando dal titolo).
La Spagna è un paese che è stato fino a poco tempo fa (più dell’Italia) con le grinfie al culo del franchsimo e del clero.
Non c’è allora da meravigliarsi che tanti spagnoli se la siano presa.
Questo non giustifica assolutamente la richiesta di censura (vedi premessa maggiore).
probabilmente,visto che le polemiche in spagna sono simili a quelle a suo tempo avvenute in italia, sarebbe bastato che l’editore avesse aggiunto sotto il titolo, anche tra parentesi, s.paolo lettera agli efesini per chiarire a molti critici che non avevano letto il libro ma solo lanci editoriali o recensioni-magari di parti avverse- che non si trattava di pratiche sado-maso o di inviti allo zerbinamento…..
eh, avrebbe venduto meno…
Te la immagini la copertina del codice da vinci col sottotitolo: “Storia raffazzonata e per niente avvincente di una bischerata neppure verosimile”?
La verità non vende.