Tre corner un rigore

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di Paolo Pugni

Tre corner un rigore. Questa era la regola quando giocavi a palla nei vicoli stretti di un borgo di lago. Tre indicazioni una predica. Di Papa Francesco che così si fa ricordare e ti aiuta a crescere.  Tre indizi fanno una prova: non è probabilmente una tesi accettabile in un tribunale, ma nei romanzi gialli sì.

Dunque quando tre Dioncidenze ti attraversano la strada in breve tempo, beh saresti proprio sciocco e tardo di cuore a capire se non iniziassi a farti domande sul senso e soprattutto sulle tue azione che ne devono conseguire.

Definire una strategia, un piano, una modalità.

Se poi le provocazioni si moltiplicano allora è proprio una tirata d’orecchi del Signore.

Succede questo: in un breve spazio leggo il libro di un amico sacerdote, che firma qui e di nome fa Fabio. Ti ricorda con spietata dolcezza che insomma alla fine saremo giudicati sull’amore e che il resto ha poco senso se non ami così.

Poi, posato quel libro, te ne capita tra le mani un altro che sa d’amore e ribadisce il concetto, anzi lo squaderna con tale veemenza da scombussolarti la vita, perché ti sembra di non aver mai amato allora.

Sei ancora lì che barcolli e il colpo finale te lo assesta il Papa in persona, con le sue periferie, le sue 99 pecore da andare a cercare, la misericordia che viene prima. E ti ricordi che il tuo santo va anche oltre affermando categorico che “di 100 anime ce ne importano 100!”.

Poi prendo in mano quella famosa intervista di Papa Francesco, quella di 29 pagine fitte fitte di colpi al cuore, e scopri che insiste e mette l’amore al centro di tutto. Sarà mica vera allora quella storia che dice che saremo giudicati sull’amore? E ci avrà mica ragione sant’Agostino quando dice ama e fai ciò che vuoi?

Vaghi lo sguardo per questo orizzonte e poi ti trovi con le mani sporche, perché tu -ed è un tu che puzza di me, di io: di ego- ti trovi a litigare con i commentatori del blog fino a decidere che l’insulto peggiore è il silenzio: ignorare per ferire ancora di più. Guerra chimica, non ti sporchi neanche le mani. Anzi ti senti fin nobile. Che sei chiuso e non incidentato.

E allora?

Allora sono confuso. E un pochino spaventato. Perché io di accompagnare questi qua mica ce la faccio. Non c’ho voglia. C’ho già litigato, quando è stato il momento di metterci la faccia a muso duro, a cuore acceso. Io gli ho urlato in faccia, qualcuno l’ho bannato. A molti avrei fatto male fisico. Confesso e ne sono atterrito. E  me ne vergogno, ma certe volte ti sale su la rabbia dalla pancia e ti urla per le dita che è un fragore!

Come fai a stare calmo, a sorridere, a metterti nei loro panni non per finta ma per amore? Perché li vuoi santi e in paradiso? Quando li vedresti con gusto urlare per la loro stupidità tra le fiamme inestinguibili, dove è grido e stridore di denti!

A prendere le loro difese! Perché è questo che ti chiede il Signore e ti ripetono i santi. Che ti dicono di non erigere una croce contro qualcuno. Se lo fai manipoli nostro Signore. Lo trasformi in un boia.

E questi altri, che ti deridono, si insultano, manipolano la ragione con sottile malizia, ti fanno passare per scemo, fascista, represso, assassino quando lo sono loro. Ti scatenano addosso i roll della carta stampata e della rete, ti appendono per le budella, ti scavano la fossa. Perché la menzogna ha bisogno di molte meno parole per ammaliare, è la verità che non si afferma in 140 caratteri specie se dietro le hanno fatto il vuoto corrompendo il senso delle parole.

Questi altri io li farei a pezzi.

Per fortuna che c’è Umberto Tozzi a ricordarmi che gli altri siamo noi. E che anche le canzonette, che non sono solo canzonette, posso servire a Dio per ridarti la luce.

E allora, forse è davvero l’epoca in cui bisogna sguainare le spade per testimoniare l’amore, ogni forma d’amore vero, che ce n’è infinite e sempre varie e profonde.

Ma come si fa a trovare l’equilibrio per fare la verità nella carità e la carità nella verità? Non lo so, se avessi la quadratura del cerchio non starei qui.

Mi potete aiutare?

41 pensieri su “Tre corner un rigore

  1. Carissimo Paolo.
    Tanti anni fa mi capitò di leggere uno splendido racconto di Borges. Non ne ricordo il titolo, né ricordo in quale delle molte raccolte che ha pubblicato fosse, ma sono sicuro che ra suo. Era il testamento di un gerarca nazista, che in punto di morte, dopo anni di esilio in Argentina, rimeditava sulla sua vita e concludeva che il Reich aveva fatto il suo capolavoro e si era definitivamente affermato proprio con la sua sconfitta. Perché aveva costretto i suoi avversari a diventare uguali a sé, ad usare le medesime armi, la medesima disumanità, e quindi simulando una sconfitta aveva in realtà ottenuto una vittoria, nazistizzando gli “alleati”, trasformando in reich il mondo intero.
    Penso ogni tanto a quel racconto quando leggo tanti interventi di amici cattolici in rete, e ad una vecchia canzone di Claudio Chieffo: “Questioni di politica e di potere, anche tra noi, tra noi fratello / Non posso rassegnarmi a usare ancor le armi / che ci ha donato il mondo tempo fa / che un giorno ho rifiutato in nome del Suo amore / in nome della Sua diversità.”
    Penso a quel racconto e mi chiedo: è mai possibile ce non abbiamo ancora capito niente? Non è una novità, anche i dodici volevano che Gesù facesse cadere un fuoco dal cielo che consumasse quelli che rifutavano il messaggio evangelico ed a loro Gesù rispondeva con una frase che se la dicesse Papa Francesco provocherebbe uno scisma: “chi non è contro di noi è con noi”.
    Non è una novità, ma quanto fa tristezza.
    Quanto fa tristezza vedere che non abbiamo capito ancor nulla della Sua diversità, per dirla con Chieffo, ché se Dio ha voluto nascere nel mondo come un bimbo disarmato, innocuo e bisognoso di tutto una ragione ci sarà…
    La Sua diversità, la Sua irriducibile diversità. Che mi inquieta e mi impedisce di dormire sonni tranuilli anche quando sono molto stanco… oh, non perché abbia paura di esserne giudicato, ma solo di non amarlo abbastanza, di non imitarlo davvero, di continuare a praticare in fondo un mio schema, un mio modello. Come ti capisco amico mio!
    Ma una cosa so, con certezza: non sono certo di aver capito Gesù e la sua diversità, ma so bene cosa non è. E definitivamente NON è l’arrogante saccenza di chi spara giudizi avventati su tutto, financo sul Santo Padre, ma anche in generale su qualsiasi cosa, perché ha letto un paio di libri l’altro ieri.
    Cerca la Verità, si, certo, con tutto il cuore, ma non per usarla come una clava per massacrare e distruggere, ma per aprire il cuore, per esortarti ad amare di più.
    Questo ho capito dopo tanti anni di preghiera: una verità che non apre il cuore, che non ti porta ad amare di più, può avere tutta l’apparenza della verità, ma è il più falso degli inganni diabolici e la cosa più lontana da Dio che si possa immaginare.
    Carità e verità tu chiedi, ed hai ragione. Ma non c’è un equilbrio definitivo, una formula fissata per sempre. Gli è che sempre si ricomincia, perché l’amore sempre ricomincia, perché la verità è una roba che riguarda le idee e allora muta lentamente o non muta affatto, ma l’amore… l’amore cambia sempre perché riguarda le persone e le persone non sono mai uguali a se stesse, a volte da un minuto all’altro e dunque per poterle amare devi mutare anche tu e tutto si fa apparentemente fluido e scorrevole, pur restando in realtà ben fermo, perché ancorato nell’Unico che è amore senza mutamento (sebbene pure questa definizione non possa essere accolta senza qualche distinguo, ma non mi va di far filosofia).
    Lo diceva anche il card. Ratzinger, prima ancora di diventar cardinale: “un cielo che possa sopportare di aver sotto di sé un terra divenuta un inferno, non sarebbe in realtà il Paradiso”. Perfino la pace di Dio è turbata! Tanto la verità deve cedere all’amore!

  2. “Perché “chiunque muore in peccato mortale… il diavolo rapisce l’anima di lui… e tutti i talenti e il potere e la scienza e la sapienza che credevano di possedere sarà loro tolta… e andranno all’inferno dove saranno tormentati eternamente”.

    [Frate Francesco citato da Socci]

    ( “che credevano [tutti] di possedere”)

  3. ausonio

    che bello, condivido pienamente ogni tua parola il Signore ci benedica … sono solo canzonette(?) non mettetemi alle strette…gl’impresari di partito hanno fatto un altro invito hanno detto che finisce male! … macché! non c’è nulla di nuovo da scoprire siamo tutti avvolti nell’Amore e … i più custoditi sono proprio gl’inconsapevoli … le pecore smarrite i figlioli che se ne vanno (prodighi?) … sono loro quelli che fanno fatica a rispondere amore all’amore … anche per me è stato così … per te? Paolo ti prego sii perseverante e … coraggio il Signore ha vinto la morte … siamo alla fine all’ultimo tempo della partita e siamo certi pure del risultato: resurrezione … diversamente Gesù il Salvatore Cristo Redentore avrebbe “toppato” … saremmo avvolti nel caos di Barbapapà …

  4. voce18

    Bellissimi gli spunti più sopra proposti, che mi trovano assolutamente in sintonia! Anche la mia fatica è quotidiana, ogni giorno ricomincio, e solo il Signore sa quanta gente farei a pezzi. Ma cerco sempre di tenere bene in mente questa citazione di Paolo, dalla prima lettera a Timoteo : “Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna”.

  5. Carissimo don Fabio, sto iniziando a preoccuparmi perché abbiamo sempre più spesso il medesimo sentire…

    Anche a me turba questo opinionismo diffuso, questo “secondome-ismo” che si sente in diritto di dissertare su ogni cosa ignorando ogni senso di serietà e realtà.

    Ho scritto proprio qualche giorno fa questo post su questo argomento
    http://dellegioieedellepene.blogspot.it/2013/10/la-realta-delle-opinioni-le-opinioni-e.html

    e devo dire che temo fortemente da questa tendenza: scientificità e onestà intellettuale sembrano dilavate dal desiderio di affermare il proprio punto di vista su tutto. Anche senza la minima competenza.
    Se mi chiedessero che cosa ne penso
    del bosone di Higgins
    della colpevolezza di Amanda
    dell’infortunio di Campagnaro
    del cash flow della Fiat
    credo che dovrei rispondere
    “non ne ho la più pallida idea”.

    Invece si parla e si giudica tutto.

    anche questo è inganno diabolico temo

  6. “Anche a me turba questo opinionismo diffuso, questo “secondome-ismo” che si sente in diritto di dissertare su ogni cosa ignorando ogni senso di serietà e realtà.”

    Anche a me…

  7. Filippo Maria

    Grazie Paolo per il post!
    Magari ad aiutarci potrebbe essere il Vangelo di oggi (quello feriale, non quello della memoria)!
    Oltre tutto potrebbe essere una sorta di quarto indizio (che questo post sia uscito in questo giorno e con questo vangelo) il quale fugherebbe ogni possibile rimasuglio di dubbio! 😉

  8. Caro Paolo io non posso proprio aiutarti…

    Continuo a vedere in me il “secondome-ismo” (che potrebbe benissimo essere tradotto in primome-ismo”), che mi porto dietro da… da quando? Da quando ho memoria, quindi da un bel po’ di anni!

    E’ come un veleno di cui sono ovviamente auto-immune, che prima si spandeva su tutto e tutti in ragione del mio solo pensare, del mio senso di giustizia, della mia voglia di politica, forse anche solo degli eccessi degli anni giovanili, ma oggi decisamente meno giovane e toccato dalla Grazia della conversione, lo trovo ancora lì, radicato nel mio DNA, duro a morire, come il mio orgoglio, il mio peccato, ma… ma non dispero.
    Confido in Cristo che già ha avuto ragione di tanti miei nemici (quelli arroccati dentro di me, non quelli fuori ;-)). Confido perché ho già avuto prova che pure nel mio grande limite, lo Spirito si è degnato di mostrarmi il giusto pensiero, la giusta prospettiva, il Giudizio di Cristo sulle cose…
    E qual è questo giudizio oggi, giacché a quello “finale” che pure gli appartiene, penso solo preoccupato di non dovergli dispiacere… oggi il giudizio è quello di quel Giorno, il Giorno in cui pendeva da quella Croce.

    Pure conoscendo questo non posso aiutarti, perché non riesco ad applicarla come “regola d’oro”… “ecco sono a posto, questa è l’equazione risolutiva… basta applicarla e il gioco è fatto”.

    Troppo spesso, il dubbio, la sofferenza, il giudizio, la rabbia, lo zelo, il sangue, montano alla testa.
    Per cui adesso, leggendoti, leggendo Don Fabio, mi lancio nell’ennesimo (spero definitivo) “secondo me”….
    Secondo me, bisogna che mi converta!!

    1. Giusi

      E tu sei il più buono del reame! Pensa io! Posso dire a mia parzialissima attenuante che esterno nelle sedi in cui posso imparare (non so ad es. ma non solo da un Alessandro, il mio fine non è criticare, è capire e dietro c’è sofferenza), ma se parlo con quelli che non hanno ancora conosciuto l’amore di Dio cerco di mettere la pezza a colore (espressione mutuata dal mio paese di origine dove in tempi di povertà esisteva la nobile arte del rattoppo pertanto a seconda del tessuto si cercava la pezza a colore).

      1. Eh si… dipende da che “reame”… 😉

        A leggere di “pezza” mi subito venuta in mente la parola: Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio.

        Ma non è una critica Giusi, non prenderla male… è solo una associazione di idee.
        Del resto come giustamente dici, quella del “rammendo” è una “nobile arte”… 😉

        1. Giusi

          Eh si hai ragione è una nobile arte. Non per niente si dice che a volte la toppa è peggiore del buco. Infatti al mio paese vi erano rammendatrici bravissime le quali non mettevano la pezza ma ricostruivano l’ordito con ago e filo e alla fine non si vedeva proprio niente! Ma vatteleapesca adesso…..

  9. Emilia Ungari

    Tutto è grazia ! “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, porta molto frutto” Accettare la crocifissione del nostro “io” porta molto frutto sia a noi stessi che al nostro prossimo. Certo umanamente è impossibile ma nutrendoci del corpo e sangue di Gesù troveremo la forza di imitarlo. Ciascuno deve mettere al servizio della Verità i propri talenti spinto dall’amore verso Dio e verso il prossimo. C’è chi offre pesanti sofferenze fisiche per la gloria di Dio e la conversione dei cuori, un pò di colpi al nostro amor proprio e alla nostra superbia ci può fare molto bene. Sia lodato Gesù Cristo !

  10. vale

    Non posso rassegnarmi a usare ancor le armi / che ci ha donato il mondo tempo fa / che un giorno ho rifiutato in nome del Suo amore / in nome della Sua diversità

    ecco.giusto. ricordo anche la festa del SS.Rosario( ex Santa Maria della Vittoria) in memoria di quel 7 ottobre 1572 e di coloro che ,quel giorno, le armi le usarono.

    1. Sara

      Già, “la Verità nella carità”… Continuo a stupire e a restar basita nel vedere quanto risulti difficile convincere che le giustissime critiche non al Papa ma ad alcune sue frasi non sono state fatte per presunzione o saccenza, né per volontà di giudicare, ma proprio per carità e amore alla Verità e al Suo vicario… Va be’, pazienza, anche questa è croce da sopportare e una piccola persecuzione da offrire. Oggi in particolare affidiamo a Santa Maria delle Vittorie anche questo e tutte le battaglie per la Verità che dobbiamo combattere di questi tempi.
      P.S.: Vale, l’anno della gloriosa battaglia di Lepanto non era il 1571?

      1. Alessandro

        Sara,
        so che le tue e le mie critiche (che per parte mia non ripeterò qui perché le ho già ampiamente fatte presente e dettagliate) alle affermazioni-pastrocchio del Papa contenute nella lettera e nell’intervista a Scalfari sono dettate né da saccenza, né da presunzione, ma dalla volontà che il Papa non diffonda altre “affermazioni-pastrocchio” (cioè: realisticamnete equivocabili in perfetta buona fede, senza malizia) che hanno l’effetto involontario di disorientare il credente e di avallare – altrettanto involontariamente – nel non credente una visione distorta su ciò che la Chiesa insegna in tema di coscienza, di bene e di male.

        Le nostre sono certo opinabilissime opinioni, ma per convincerci che siano sviate e svianti occorrerebbe – mi pare – che vengano formulate nel merito opinioni contrapposte le quali, alla nostra coscienza (visto che se ne parla molto…), constino più solide delle nostre opinioni, e tali da scalzarle, sì da farci cambiare… opinione. Io non ho visto formulare nessuna opinione contraria alla mia suddetta che sia tale da invalidarla (non so tu se ne hai viste rispetto alla tua, mi pare di no), quindi rimango tranquillo con la mia opinione.
        Che piaccia o no conta poco o nulla rispetto al valore e alla plausibilità dell’opinione stessa (conta la forza degli argomenti pro o contro, nient’altro.)
        Ricordando sempre, anzitutto a noi stessi, che siamo nel campo dell’opinabile.

        1. Sara

          Sono d’accordo con te. Ma mi fa soffrire che nella Chiesa, tra fratelli, sia tanto difficile capirsi. Tutto qui.

          1. Giusi

            Sara esistono dei fratelli che legittimamente ritengono che non bisognerebbe criticare il Papa mai ma fidarsi qualsiasi cosa faccia e dica. Il fatto è che alcune cose si impongono mediaticamente e altri con molta più autorità di noi scrivono fiumi di articoli per cui il problema c’è, la gente si interroga e noi ci ritroviamo come in quel divertentisssimo post di Matteo:

            ” Matteo
            3 ottobre 2013 alle 14:43

            Sono completamente in sintonia col post.
            E al contrario di Cacciatrice, che apprezzo molto, devo ammettere di essere esausto.
            Sono stanco di alzarmi ogni mattina e temere di leggere che diavolo di interpretazione verrà data in giornata delle parole del Papa.
            Sono stanco di uscire a cena per sentirmi rintuzzare da gente che era cattolica, forse, ai tempi di Reagan, che il Papa ha aperto ai gay e che non sono cattolico. Io non ho capito niente! Io?? A me?

            Santità…e un po’ di carità per i cattolici? La misericordia per chi ci mette la faccia ogni giorno e viene magari deriso?

            Ogni mattina un cattolico si alza e sa che verrà smentito dal primo ateo che passa.
            Ogni mattina un cattolico si alza e sa che ci dovrà mettere la faccia.
            Ogni mattina ogni giorno si alza comunque, perchè sa che verrà ammazzato il vitello grasso e ne gioisce pure.

            Ma non vorrei che qualcuno alla sequela del cardinal Scalfari vorrebbe che si ammazzasse il figlio maggiore anzichè il vitello.”

            E poichè anche noi, comuni mortali nutrivamo dei dubbi, magari li esterniamo in un blog cattolico per tentare di capirci qualcosa. Tutto qui. Poi magari hanno ragione loro (i fratelli di cui sopra).

          2. Roberto

            C’è anche da considerare un aspetto, però, Sara; ovvero un effetto perverso ma piuttosto comune di internet, quando esso viene usato come strumento di comunicazione come stiamo facendo noi. Poiché noi siamo davanti a uno schermo e non abbiamo davanti la faccia degli altri, può sorgere spontaneamente la sensazione che qualunque cosa stiamo leggendo sia rivolta direttamente a noi. L’ho notato proprio dopo aver letto, di primo acchito, l’allusione all’arrogante saccenza eccetera eccetera. Ma mica è detto che la frase fosse rivolta a… “noi”. In lungo e in largo, per internet s’è visto sollevarsi un nugulo di dichiarazioni millenaristico-demenziali, irrispettose verso il Papa, vagamente isteriche, decisamente eretiche…
            Non è detto perciò che tutto quel che leggiamo sia rivolto a noi; e se ne traiamo questa percezione, non è detto che in realtà questo sia soprattutto un segno del fatto che non riusciamo a mettere una salutare distanza da noi stessi (e dalle nostre, anche giuste, preoccupazioni e perplessità, o quant’altro). Se poi lo sconcerto ci tocca il cuore e questo ci lascia un po’ “barcollanti” e destabilizzati (io avevo provato qualcosa di simile con la lettera precedente alla pur obiettivamente “peggiore” intervista), può capitare di reagire (interiormente) male. Teniamo conto di tutto questo prima di lasciare che a sconforto se ne aggiunga altro.

            Se invece davvero ci tocca sentire che il Papa non si critica mai qualunque cosa faccia perché abbiam deciso che è il nuovo Faraone Divino, infallibile da quando si alza la mattina a quando va a letto la sera, pazienza! Dovremo farcene una ragione. Io mi son sempre sentito libero di esprimere disaccordo con iniziative papali di cui non condividevo l’opportunità. E’ dall’Enciclica in su che siamo obbligati all’adesione al foro interiore. Chiaro che a molti cattolici non piacerà, anche perché in quest’epoca di confusione al Papa si guarda con una particolare attenzione per avere conferma nella Fede. Io mi chiederei piuttosto come mai tra i cattolici più avvertiti si senta spesso tutta questa cappa d’ansia nel modo in cui viene difeso e trasmesso il depositum Fidei. Magari sarebbe bello che in tanti si facessero un po’ di esame di coscienza in merito; ma si sa che è più facile convincersi che il problema stia al di fuori, che ne so, magari all’interno di “frange oltranziste”, “tradizionalisti”, “integristi”, o qualunque etichetta ci si possa fare venire in mente. E questo perché, realisticamente e umanamente, si sa, c’è la periferia esistenziale verso la quale è bello dirigersi… e quella invece che sembra fatta apposta per svolgere funzione di cloaca collettiva 😀

        2. Non ci mancherebbe altro che qualsiasi cosa qualcuno escogitasse, un altro, per non essere convinto di quella cosa dovesse escogitarne una equivalente contraria per avere l’autorizzazione (cosiddetta) morale per esprimere disaccordo! Il primo, casomai, che dovesse giustificarsi, avesse a essere quello che questa escogitazione l’avesse avuta!
          Come se avesse ancora valora la pratica della argomentazioni e controargomentazioni logiche certificate come argomentazioni logiche. Sarebbe come se a me ( e questo è già successo,) mi venisse chiesto di confutare l’esistenza di Dio, perché a te ti è venuto in mente che Dio esiste e io non fossi (come non sono) capace di confutarti, allora io fossi per questo un babbeo e te avessi ragione. Dico questo perché te hai l’abitudine di invocare sempre questo sistema del contraddittorio argomentativo (!) forzato per dirimere le questioni che argomentative non sono e non è logicamente che possono essere decise, Come questo discorso del Papa che te dici che potrebbe venir frainteso, prestarsi a equivoci eccetra. Ma quale discorso degli uomini non può essewre che sia frainteso e prestarsi a equivoci?

          1. Alessandro

            A parte che in scrivi in modo illeggibile, ti faccio presente che io non ho detto che chi non è d’accordo con me non ha l’autorizzazione morale a esprimere disaccordo (ci mancherebbe!), ma che io cambierò opinione solo quando il mio obiettore avanzasse un argomento che io sia convinto invalidi la mia opinione. Tu invece sei libero di regolarti come meglio credi. Tutto qua.

              1. Alessandro

                Mi sembri messo peggio del solito.
                Sto parlando appunto della mia opinione, infatti ho scritto: “io cambierò opinione solo quando il mio obiettore avanzasse un argomento che io sia convinto invalidi la mia opinione”. E ho aggiunto: “Tu invece sei libero di regolarti come meglio credi”.
                Devo riscrivertelo ancora in cinese perché tu lo capisca?

      2. vale

        @sara
        sì, ma la festa-e dunque la memoria della battaglia- nel 1572.un anno dopo-è stata una sorta di “crasi”fra l’anno della battaglia e l’anno della festa.( oltretutto il computer che si mette in una modalità strana( sarà il firewall,o altra diavoleria) mi costringe spesso a scrivere su word o sulla posta elettronica e poi fare il copia incolla sul blog. talvolta “salta” qualcosa.
        la frase originale includeva nel 1572 in memoria di quel 1571 ecc.

  11. mary

    Salve a tutti, vi leggo sempre con molto interesse. So che il mio intervento è un po’..fuori luogo, ma confido nella vostra disponibilità a prendermi in considerazione.
    Alcune sere fa a cena con amici, ho sentito parlare in toni entusiastici di un certo Alberto Maggi, prete, biblista.
    Da ciò che mi raccontavano i miei amici, però, a me è sembrato un personaggio che diffonde interpretazioni molto personali sulle nostre verità di fede.
    Qualcuno mi può illuminare? Grazie.

  12. Giancarlo

    AI FEDELI LAICI

    San Francesco indirizzò poi un’altra lettera ai semplici fedeli laici a cui raccomandò di stringersi alla “dolcezza” e “soavità” del Signore Gesù, osservando i comandamenti e facendo penitenza.

    Chi invece non segue Cristo è esortato a convertirsi e se persevera nel peccato è accoratamente ammonito dal santo di Assisi: “costoro sono prigionieri del diavolo… essi vedono e riconoscono, sanno e fanno il male, e consapevolmente perdono la loro anima”.

    Perché “chiunque muore in peccato mortale… il diavolo rapisce l’anima di lui… e tutti i talenti e il potere e la scienza e la sapienza che credevano di possedere sarà loro tolta… e andranno all’inferno dove saranno tormentati eternamente”.

    Sempre Frate Francesco. Fate voi…

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