di Giovanni Amico*
Un omosessuale mi domanda: «Sono omofobo se dopo una lunga terapia psicoanalitica sono arrivato a capire di avere tendenze omosessuali perché mio padre era come assente in casa e mia madre occupava uno spazio sproporzionato nella mia vita di bambino? Sono omofobo se, pur avendoli perdonati, ce l’ho ogni tanto con loro nel mio cuore sapendo che non sarei come sono se loro si fossero comportati diversamente?».
Un amico mi racconta di un’amica lesbica che si è resa conto di quanto hanno pesato in lei le aspettative della madre che aveva perso un bambino maschio prima del suo concepimento e l’aveva così caricata inconsapevolmente del compito di rappresentare, pur essendo una bambina, quel figlio che aveva perso. Mi racconta il difficile cammino di questa ragazza per riconciliarsi con la madre alla quale è debitrice di tante cose, ma che insieme sente responsabile di qualcosa che pesa ancora oggi nella sua psiche.
Due casi che non possono essere generalizzati, ma che, forse, ne rappresentano molti altri.Come è noto non c’è un accordo fra gli studiosi – e fra gli stessi omosessuali- se l’omosessualità abbia un origine biologica, psicologia o se sia frutto di una libera scelta. Anche perché sotto lo steso termine di “omosessualità” vengono superficialmente riunite realtà molti diverse. Certo è che racconti come i due appena ricordati lasciano supporre che in molti casi – si sarebbe tentati di dire nella maggioranza di essi, ma forse è un’estensione indebita – il fattore psicologico gioca un ruolo molto importante ed è preponderante rispetto a quello di un orientamento sessuale dettato da un’eredità iscritta nei geni. Meno ancora sembra decisivo – anche qui il condizionale è d’obbligo – il fattore della libera scelta.
È omofobia riconoscere che c’è una ferita originaria in molte delle persone che hanno forti orientamenti omosessuali? Oppure è una via legittima, addirittura doverosa, se si vogliono fare i conti con la realtà, amare ed aiutarsi a dare il meglio di sé?
Non è secondario soffermarsi su questa ferita originaria presente in molte persone omosessuali. Una loro sofferenza interiore può certamente derivare da rifiuti preconcetti della società nei loro confronti. Ma può anche provenire dalla consapevolezza conscia o da un sentore inconscio che il proprio modo di percepirsi affettivamente ha radici profonde non primariamente in un determinato orientamento sessuale volontariamente scelto, bensì in sofferenze vissute nella prima infanzia a motivo di errori a volte involontari dei propri genitori o ancora a motivo dell’inconsistenza personale delle loro figure o della loro immaturità. La persona omosessuale può vivere così una non piena accettazione della propria sessualità non solo a motivo di pressioni sociali, ma anche a motivo della interiore consapevolezza che una situazione di malessere familiare è stata una delle cause dell’orientamento sessuale successivo. Ascoltando alcune storie personali di omosessuali emerge chiaramente che tale orientamento può, in realtà, essere un evento “secondo” rispetto a qualcosa che è accaduto e che è invece primario, al punto che queste persone giungono alla certezza morale che se il clima familiare della loro prima infanzia fosse stato diverso essi non sarebbero divenuti omosessuali.
È omofobia riconoscere che l’omosessualità può derivare da tali ferite? È omofobia lavorare perché i genitori non ripetano in futuro errori educativi come quelli cui si è accennato più sopra? È legittimo riconoscere, come tante persone omosessuali chiedono, che siano poste in discussione, pur nell’amore, le figure dei loro genitori?
Oppure proprio nell’approfondimento di questa difficile questione deve essere individuata una delle vie che permette di esaltare la dignità della persona omosessuale senza cadere nell’acquiescenza verso un banale livellamento che ritenga equivalenti e interscambiabili tutte le opzioni educative possibili?
Un’ulteriore sottolineatura suggerisce l’esperienza.
Solo una minoranza degli omosessuali si riconosce in forme come quelle dei gaypride, mentre altri le rifiutano – sebbene talvolta non apertamente perché un certo conformismo vuole che si plauda ad iniziative consimili – e non si sentono assolutamente rappresentati da manifestazioni di quel tipo, ritenendole anzi causa del persistere di cliché che pesano sulla condizione omosessuale (famosa, a proposito, è la posizione del regista Franco Zeffirelli, ma diversi dialoghi personali ci confermano in questa lettura dei fatti).
Nella stessa prospettiva, scendendo più in profondità, vale la pena ricordare che molti omosessuali difendono il valore della famiglia composta da un uomo e da una donna e non equiparerebbero mai la relazione affettiva che vivono a quella di una famiglia con responsabilità e promesse di lungo periodo.
Soprattutto – in tanti con cui abbiamo parlato – nonostante la difficile storia familiare vissuta non manca un profondo senso di riconoscenza per tutte le famiglie che nei secoli hanno fatto sì che giungesse loro la vita. La loro testimonianza è preziosa per non dimenticare la semplicità dell’evidenza: se è vero che un figlio di un uomo e di una donna può diventare omosessuale è certamente vero anche che solo da un uomo e da una donna, cioè da una coppia non omosessuale, può nascere un figlio. E che così è da quando esiste l’uomo sulla terra.
* Dietro lo pseudonimo Giovanni Amico c’è un caro amico di padre Maurizio Botta che da decenni ascolta migliaia di persone con ogni genere di problema. Per motivi “deontologici” e di sensibilità non vuole correre il rischio che alcune persone si sentano tradite nella loro fiducia, da qui lo pseudonimo. Grazie Giovanni!
dei miei cari amici omosessuali hanno le medesime storie e in più come life motive ricorrente un abuso subito durante l’infanzia da familiari o conoscenti(anche preti ).
Diciamo che l’omosessualità potrebbe concepirsi come un meccanismo di difesa simile a patologie ben più gravi come ad es. la sindrome di personalità multipla, la sindrome bourderline, …
Il punto è che le terapie possono condurre alla consapevolezza ma difficilmente, in questo caso, ad un ripristino della situazione naturale -originaria, anche perchè nel frattempo la persona omosessuale si è creata una nuova identità ben radicata e magari(e questo è un augurio) ha trovato un suo equilibrio esistenziale e sentimentale che non si può negare ad un essere umano.
dimenticavo…uno di questi miei amici(che conosco da anni e con il quale siamo in confidenza profonda)mi ha detto chiaramente che se non avesse avuto un padre assente, una madre ingombrante,e un abuso da ragazzi più grandi a 12 anni, non sarebbe gay…Oggi accetta questa condizione e vi convive anche se non ha raggiunto nessun equilibrio…
Tra l’altro il mio amico non si riconosce nel gay-pride ed è contrario al matrimonio gay e all’adozione da parte dei gay.
Lui stesso mi ha detto che “quel mondo” è troppo fragile per poter fondare due aspetti così importanti come il matrimonio e la genitorialità.
E anche, per esempio, i cattolici, sono cattolici geneticamente o per avere respirato in casa aria cattolica, avere frequentato l’oratorio,oppure c’è in loro una ferita originaria (chi non ne ha)? O sono cattolici e basta, senza bisogno di rendere conto del loro status, anche se questo induce in loro comportamenti bizzarri dei quali, magari, senza ammetterlo, soffrono?(non sarebbe infatti verosimile che qualcheduno soffrisse della coazione a ripetere rituali preghiere invocazioni dugiuni etc.?)
(oppure, ovviamente, tanti cattolici ,di come sono non soffrono, anzi, come anche non ne soffrono gli omosessuali?)
Che metro del cavolo! Pure i pedofili non soffrono quando abusano dei bambini! Anzi godono! Questo fa della pedofilia una cosa giusta, genetica e naturale secondo te? Ogni tanto pensi o spari c…. a raffica così come ti vengono?
@ filosofiazzero: capisco il tentativo di critica ironica, ma lo sforzo non ha pagato: l’ironia si spaparanza sotto il peso della frittatona che tenta di rivoltare; Il paragone omosessualita’ / fede cattolica e’ cosi’ forzato da gettare in burla la tesi che pretenderebbe difendere. E’ chiaro a chiunque spenda un attimo per rifletterci che la fede delle persone e’ una questione di scelte e di cultura. Cristo stesso e’ la comunicazione (il Verbo) del Padre, e se si leggono i vangeli si scopre ben presto che e’ la Sua presenza, la convivenza con Lui, ben piu’ della chiarezza intellettuale e dell’intelligenza personale che definisce i primi cristiani, da Pietro a Giacomo e Giovanni, alla Maddalena… e da loro in poi la vita cristiana (comprese le pratiche che tu trovi astruse, salvo magari finire a consultare gli oroscopi, vero?).
Certo che si ha piu’ probabilita’ di esser cattolici se si nasce in ambiente cattolico. Tra l’altro – seguendo (ironicamente) il tuo modo di ragionare, dovresti dar ragione a noi che ci opponiamo al “matrimonio” gay anche per l’inevitabilita’ di una maggiore incidenza dell’omosessualita’ nei figli adottabili, che dici ti unisci alla “manif” anche tu?
Buongiorno… prima di attaccare con la solita solfa si faccia almeno un caffè
Se l’associazione LOT non fosse costretta ad operare come una società segreta, se non subisse gli assalti delle Iene, se Luca di Tolve e tanti altri che sono usciti dall’omosessualità potessero fare il giro delle sette chiese in televisione come lo fanno gli idolatrati gay (luxuria, cecchi pavone e compagnia bella) intanto si potrebbe parlare di vera libertà di pensiero (chi sono i discriminati?) e poi tante persone che soffrono (perchè non è vero che tutti i gay vivano bene la propria omosessualità) si renderebbero conto che la loro condizione non è un destino ineluttabile. Esiste anche la violenza di una cultura dominante che costringe ad accettare come genetico ciò che genetico non è, come irreversibile ciò che è frutto di conflitti non risolti, che condanna all’infelicità. Leggete il libro di Luca Di Tolve, fatelo leggere ai ragazzi. Quando sua mamma lo portava adolescente dagli psicologi gli dicevano che era gay, che lo doveva accettare e che doveva assecondare questa sua natura. Invece così non era, non è, tanto è vero che ne è uscito e si è sposato. Ma deve girare con la scorta perchè è stato minacciato di morte! Come lo chiamiamo questo reato? Qualcuno ha un nome?
il nome potrebbe essere realtàfobia.
Da questo post traspare grande sensibilità, rispetto e ricerca della verità.
Mi arrabbio molto quando l’omosessualità viene “usata” come bandiera, come oggetto di potere politico, come mezzo per raggiungere altri scopi (pubblicitari o economici per es.)… trovo che questo uso sia offensivo nei confronti degli omosessuali stessi.
Certo, gli stereotipi fanno comodo, non per niente sono strumenti di marketing e comunicazione.
Molto più difficile cercare di capire, entrare nel profondo delle persone.
P.S. Interessante e stimolante vedere come su questo blog si scatenino dei veri e propri CATTOLOFOBI (orrendo termine inventato lì per lì ma che forse rende l’idea).
Ma si, dagli addosso al cattolico che tanto è un povero pirla che ti porge pure l’altra guancia!
SilviaB: e non puoi immaginare quanti commenti con insulti arrivano e che non leggerete mai perché non vengono approvati (anche se devo dire mi da’ un sottile piacere cestinare un commento che, per quanto sconclusionato, deve essere costato un certo impegno a chi la scritto, visto anche il tipo di mente che l’ha prodotto: leggo mezza riga e poi …”cancella commento?” YES!!!!)
E’ un argomento spinoso, non c’è dubbio. Oggi fa molto figo essere gay-friendly e porsi poche domande sull’origine di questa tendenza ma applaudire vigorosamente contro presunti atti o affermazioni omofobe, sostenere la libertà di scelta dell’orientamento sessuale; salvo poi fare battute volgari o raccontare barzellette sconce con protagonisti gli omosessuali, girare fiction che li ridicolizzano o film che li mostrano come checche effeminate.
Questo post mi sembra in netta controtendenza. Certo come mamma, prima di tutto, mi sento un po’ a disagio davanti ad una radiografia che fotografa i tipici difetti di una donna che tende a controllare i figli…. Chi di noi non fa sbagli? e la domanda è terribile e vera: dove porteranno questi errori? che conseguenze avranno sui figli? Non esiste un manualetto di istruzioni su come atteggiarsi correttamente coi bambini! e per quanto facciamo del nostro meglio una cacca la pestiamo sempre. Dobbiamo angosciarci per questo? non credo. E poi chi di noi non fa i conti con un “trauma” infantile? c’è chi ha perso un genitore, chi è stato trascurato dal padre, chi oppresso dalla mamma, chi parcheggiato da parenti per anni….. Questo non vuol dire che tutte le posizioni educative sono equiparabili, ma prendere coscienza del fatto che esistono errori, che una educazione ha delle conseguenze, può permetterci di guardarci dentro e di guardare con umanità agli altri. Appiattire la persona che ci troviamo di fronte in un senso o nell’altro (etichettandolo banalmente come “frocio” o al contrario sorridendogli amichevolmente come “gaio”) è solo inumano e alla fine anche crudele. In fondo chi manifesta per i cosiddetti “diritti”, chi plaude alla libertà dei rapporti non ha dentro di sé alcun interesse per queste persone. Casomai le strumentalizza per qualche scopo politico o ideologico, ne fa una bandiera, ma non le guarda con interesse al loro destino. E soprattutto contribuisce alla liquefazione dell’unico statuto umano entro cui può svilupparsi una personalità, seppur con molti difetti: la famiglia.
@ Giusi, ma che dici?
Ma non sai che i “laicisti” o meglio atei sono unici depositari di intelligenza-tolleranza-cultura-democrazia?
Non sai che i violenti, gli intolleranti sono quei bacchettoni indottrinati dei cattolici?
Non vedi che, come scritto in un commento al post sulla “cara” Bonino, abbiamo perso su tutti i fronti?
Omosessualità come irreversibilità genetica o libera scelta di genere.
Aborto come meravigliosa liberazione della donna.
Divorzio e nuove, splendide famiglie allargate, finalmente prive di conflitti.
Qualcuno mi deve però spiegare perché con tutte queste “grandi vittorie” dell’umanità, l’uomo che ha abbandonato Dio sia sempre più disperato, solo e spesso autodistruttivo.
“With such global events looming over us like mountains, nay, like entire mountain ranges, it may seem incongruous and inappropriate to recall that the primary key to our being or non-being resides in each individual human heart, in the heart’s preference for specific good or evil. Yet this remains true even today, and it is, in fact, the most reliable key we have. The social theories that promised so much have demonstrated their bankruptcy, leaving us at a dead end. The free people of the West could reasonably have been expected to realize that they are beset · by numerous freely nurtured falsehoods, and not to allow lies to be foisted upon them so easily. All attempts to find a way out of the plight of today’s world are fruitless unless we redirect our consciousness, in repentance, to the Creator of all: without this, no exit will be illumined, and we shall seek it in vain. The resources we have set aside for ourselves are too impoverished for the task. We must first recognize the horror perpetrated not by some outside force, not by class or national enemies, but within each of us individually, and within every society. This is especially true of a free and highly developed society, for here in particular we have surely brought everything upon ourselves, of our own free will. We ourselves, in our daily unthinking selfishness, are pulling tight that noose…”
Aleksandr Solzhenitsyn, “Godlessness: the First Step to the Gulag”. Templeton Prize Lecture, 10 May 1983 (London).
http://www.pravoslavie.ru/english/47643.htm
Bene, a questo punto esco allo scoperto. Penso sia importante per la causa offrire una testimonianza diretta. Ho 19 anni e da quando ne ho 15 mi considero bisessuale: non ne sono mai andata fiera né ho sbandierato la cosa in giro, non lo sa nessuno. Primo, perché penso che la sessualità sia una cosa privata a prescindere (e non capisco chi, di qualunque “confessione” sia, ne parla tutto il giorno); secondo, perché non ho effettivamente accettato la cosa e non vedo perché dovrei. Non è che non ci dorma la notte, non è che la consideri proprio una malattia; ma so che in qualche modo questa cosa mi sporca. Ci convivo. Lo vedo come un ostacolo al sogno d’amore con l’uomo della mia vita: perché so che, se per una donna posso provare attrazione fisica, non potrò MAI provare per una di queste la tenerezza e le sensazioni che mi hanno assalito per gli uomini di cui mi sono innamorata. Ed è QUESTO l’amore, anch’io posso dirlo. Per fortuna che mi sono innamorata, altrimenti avrei avuto davvero pochi punti di riferimento per dire quello che posso dire: e cioè che una famiglia “arcobaleno” è un nonsense. Mi sembra ridicolo anche parlarne. In un’epoca che inneggia alla scienza, in cui ci si chiede come l’uomo primitivo si tagliasse le unghie per poter trarre insegnamento da lui, si rifiuta un principio tanto sacro, solido e immediato come quello della famiglia di padri, madri e figli! Questa ideologia folle spesso mi preoccupa; ma poi penso che la natura (quella vera, e non dei progressisti) alla fine salta sempre fuori, ricreando un ordine: le checche da un lato a fottersi a vicenda, i sani dall’altro a costruire un popolo. Perché questa è la cruda verità. Non accettarla perché questa potrebbe in qualche modo escludermi dalla felicità è da idioti. Io non cerco di essere felice per la mia bisessualità, ma NONOSTANTE la mia bisessualità.
Adesso per giustificare in parte i loro discorsi i Signori Gaypride (o devo dire le lobby?) sbandierano in giro il proprio “amore” l’uno per l’altro, magari credendoci pure. Anche i telefilm per noi ragazzi sono pieni di coppiette gay pucci pucci, lontanissime da quelle vere che ho pur conosciuto, che ricalcano anche ruoli che prima di allora avevano avuto gli eterosessuali… chessò, la coppietta felice e il terzo che si mette in mezzo, o i genitori responsabili, o il libertino accoppiato col geloso.
Se gli omosessuali fossero DAVVERO fieri, di sicuro non cercherebbero di imitare gli eterosessuali. E anche questa è un’evidenza da non dire.
La realtà è che gli omosessuali e compagnia bella sono tristi, più tristi di molti: sbagliano quando riempiono questa tristezza d’arroganza. Non critico chi di loro ha un compagno, assolutamente. Dacché esiste il mondo, credo, esistono i gay. Critico la ventata di follia degli ultimi anni.
Sperando che qualche ideologizzato mi legga. Parlo per intuizione ed esperienza diretta: se a qualcuno vien voglia di ribattere scientificamente o sociologicamente, per favore abbia il buon gusto di non propinarmi cazzate ma argomenti che possano minimamente convincermi.
Grazie per la tua testimonianza. Non è una diagnosi e nemmeno un consiglio ma solo un’ipotesi. Lo dico solo perchè emerge dal tuo commento che non vivi bene la tua bisessualità. Ne hai parlato con qualcuno non ideologizzato? Non dici niente della tua storia familiare nè voglio sapere ma potresti risolvere il tuo conflitto che sicuramente dipende da qualcosa. Nell’organizzazione di cui parlo sopra ti possono consigliare uno psicologo non inquadrato al quale rivolgerti, anche semplicemente per parlare, per sentire un punto di vista che ti può aiutare o forse no ma perchè perdere un’occasione per stare meglio? Se sono stata invadente mi scuso, hai un’età che potresti essere mia figlia e hai una bella testa pensante (complimenti per i concetti per niente banali e profondi che hai espresso), penso che sia un tuo diritto-dovere esperire tutte le possibilità per stare bene. Un abbraccio.
“Ne hai parlato con qualcuno non ideologizzato?”
Per esempio?
Per es. psicologi che non pensano che omosessuali si nasce, che gay è bello e che i gay sono tutti felici
…e cioè psicologi che la pensano come te, non neutri, ammesso che ci possano essere persone neutre.
(l’unico neutro qui dentro sono io, in pratica)(e competente)(e paziente) (e dialogante) (sì lo so che a voi il dialogo vi fa schifo in quanto invenzione massonica…)
Oggi ti vedo particolarmente farneticante (“dialogo invenzione massonica”: ti sei bevuto il cervello?). Ti sembra normale che un ragazzo che avverte pulsioni omosessuali vada da uno psicologo perchè non le vive bene e questo non contempli nemmeno la possibilità che ne possa uscire? Che possa recuperare la sua identità maschile? Che gli dica che è gay, che si deve rassegnare e che lo deve accettare perchè è nato così? Pazienza se non ha visto il padre nemmeno in cartolina! Ti sembra normale? Non ti pare asservito all’ideologia dominante quello psicologo? Per me è serio uno psicologo che lo ascolta, che indaga sui suoi conflitti e che lo aiuti a risolverli non uno che vuole calare su di lui a prescindere la teoria che gay è bello.
“La realtà è che gli omosessuali e compagnia bella sono tristi, più tristi di molti”
???????
Tu hai conosciuto e frequentato omosessuali? Spica Pica parla per esperienza diretta. Io avevo un amico gay che poi è mancato. Conosco bene quel mondo, me ne ha parlato a fondo, con sincerità. Non è vero quello che ci raccontano: altro che gai, c’è tanto dolore, tanti problemi non risolti che affondano le radici nell’infanzia e nell’adolescenza. L’esterno o li ridicolizza o vuol fargli credere che vivono la situazione ideale. Sono due estremi entrambi da condannare. In mezzo c’è la realtà che andrebbe affrontata in tutt’altro modo e invece se uno psicologo va in televisione a dire che ha curato degli omosessuali (perchè evidentemente sentivano l’esigenza di essere curati) si ritrova di fronte un Cecchi Paone che minaccia di denunciarlo perchè una psicologia falsa e asservita ha stabilito, senza alcuna prova, che gay si nasce. Le prime vittime sono loro che o non trovano aiuto o devono adeguarsi all’ideologia dominante che li vuole felici a tutti i costi o trovano qualche cretino (c’è sempre purtroppo) che li insulta. Non c’è un dibattito vero perchè a una parte seria e motivata e che lavora nell’ombra hanno chiuso la bocca e tra un po’ cercheranno di chiuderla in galera o di radiarla dagli albi (questo è il loro concetto di libertà). P.S. Il mio amico era contario sia ai matrimoni che alle adozioni.
Perchè io non dovrei aver conosciuto persone omosessuali? Ne ho conosciute e ne conosco tante.
La mia esperienza è che siano felici o infelici come tutte le altre persone. Conosco anche tanti cattolici infelici e felici, allo stesso modo di atei agnostici ebrei anabattisti accetra….Può succedere che gli omosessuali, e anche le altre categorie di cui sopra, si trovino o si siano trovati a avere problemi a essere accettati e non derisi dagli altri (cosiddetti) normali. Io non vedo nessun pericolo che provenga o da massoni o da omosessuali o da cattolici (a meno che non mi costringano in letto di ospedale fino a che loro giudichino che sia giusto) come anche non credo (come dice EMME)che “al giorno d’oggi ci vuole un enorme coraggio a dire la verità, anche nei suoi aspetti più palesi e banali.” Quale verità? Quale coraggio?
Ma abbiate pazienza!!!
@Alvise, lo sappiamo che alla fine di ogni discorso per te tutto è la stessa “zuppa”… tutti siamo uguali, tutti viviamo le stesse cose, tutti così e tutti colà…
Ma non tutti hanno la stessa Speranza. L’Uomo che non crede in cosa spera?
In cosa? Che le cose vadano un po’ meglio? Un po’ meno peggio? Che si possa campare un po’ di più (ma non troppo se le cose vanno male)? Nella dea bendata?
Ma abbi pazienza!!
Te lo chiedevo perchè pare che parli per luoghi comuni, per sentito dire. E mi sorge pure un altro sospetto: che tu non ascolti quando ti si parla. Emme ha scritto di essere stato attaccato per avere condiviso questo articolo sul suo profilo con insulti del tutto sproporzionati (ignorante, nazista, decerebrato). Ti sembra normale? Ti pare un esempio di tolleranza?
Questo video è un altro meraviglioso esempio di tolleranza e di dialogo “massonico”:
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=wxK-wX042Kg
Vuoi un altro esempio? Eccotelo! Un genitore in Francia è stato portato in questura perchè indossava una maglietta raffigurante una famiglia normale. Ha dovuto togliersela! Girare al gay pride vestiti solo di un copric…… invece è tollerato! Ti pare normale? E’ giusto secondo te?
http://www.imolaoggi.it/?p=46287
https://fbcdn-sphotos-e-a.akamaihd.net/hphotos-ak-prn1/560179_160736250752938_740624268_n.jpg
Giusy:
…gli omosessuali sono stati umiliati e pestati fino a poco tempo fa un po’ dappertutto, e anche peggio.
Te dici che tra un po’ non si potrà più dichiarare nulla che non sia…che? Vuoi dire la verità? Quale verità?Cristo? Fatima?La Mecca? Il Ratatantra? Le co0se conme stanno? E come stanno?
A me mi sembra che dappertutto tutti dichiarano tutto . E si offendono tra sé. E danno contro. Chi crede nella religione chi nei soldi chi nei sogni e negli slogan politici chi nel nostro Buon Presidente chi contro chi è per Renzi chi per Berlusconi chi per don Sturzo chi per l’Inter chi il Milan chi dice che il calcio è da scemi chi che invece sono scemi quelli che il calcio non gli piace chi crede negli psicologi chi nelle fattucchiere chi gli piace solo la fica etc.A proposito di psicologi 1) mai andare dallo psicologo 2) mai andare dallo psicologo.Se uno dovesse per forza andarci dallo psicologo come fare a sapere se quello psicologo sia uno che ascolta, e che riesce a dare un aiuto tangibile (ammesso che sia possibile)?Per sentito dire? Perché è amico tuo o della Miriano?
Per lo psicologo basta informarsi Alvise, non è difficile. Cosa c’entra il discorso che gli omosessuali sono stati picchiati? E allora adesso per bilanciare bisogna aggredire gli eterosessuali? Il mio è un discorso di libertà. Le persone che vivono male le pulsioni omosessuali devono avere il diritto di curarsi alla luce del sole. Gli psicologi devono avere il diritto di aiutarli senza essere minacciati da Cecchi Paone. Ti pare così difficile da capire e da accettare? Eccoti, fresco fresco, un altro esempio di intolleranza:
http://www.tempi.it/manifestano-in-silenzio-contro-il-matrimonio-gay-seduti-vicino-al-parlamento-francese-arrestati-67-giovani
“Il mio è un discorso di libertà.” dici te…
E il mio?
Cecchi Paone?
L’hai guardato il video? O come al solito te la canti e te la suoni? Cecchi Paone ha invocato l’intervento dell’Autorità Giudiziaria contro lo pscicologo
Ma bisogna stare dietro a tutti i discorsi delle teste di cazzo come Cecchi Pavone?
Gli stanno dietro invece. Nessuno ha più invitato in televisione quello psicologo e nemmeno altri sulla sua lunghezza d’onda. Ostracismo completo. Cecchi Pavone invece furoreggia lui e i suoi toy boy
http://img.plug.it/sg/cinema-tv2009/upload/cec/0001/cecchi-paone-fidanzato-2.jpg
http://viplands.myblog.it/media/01/02/4127560543.jpg
Macchissenefrega!!!
Di nuovo come sopra… la ZUPPA.
Con un’unica certezza: mai andare dagli psicologi (che ti dirò, mi può trovare d’accordo… per un credente, mai andare da uno psicologo non-credente ;-))
Conosci degli anabattisti? Grandissimo c’hai un email? O sei semplicemente specializzato in sedute spiritiche temporalmente limitate alle anime del tardo cinquecento?
Alvise, “cattolici infelici” è un ossimoro: o sono l’una cosa o l’altra.
Tutti i cattolici sono felici? Non lo sapevo!
Tra la gente che conosco io c’è felici e infelici cattolici e non cattolici.
Ma forse non saranno “veri” cattolici, allora?
Esatto.
Saranno cattolici infelici… perché?
Bisogna chiederlo a loro.
Potrebbero anche essere cattolici che non hanno incontrato Cristo… o lo hanno perso per strada (poi essere sai…)
o magari stanno vivendo sotto il peso di una croce o “messi in croce” (non è che la cosa mai si veda. Il Cristo sulla croce non è che fischiettasse. O Sua Madre sotto la croce).
Guarda, personalmente di portar croci (e pesanti, credimi) ne so qualcosa, diciamo così. Anzi, pregate tanto e fate pregare, vi prego, per me, ne ho davvero bisogno. E certo non fischietto. Ma la felicità di credere in Cristo, di sapermi amata e redenta, di essere parte della Chiesa, ti assicuro, non me la toglie nessuno. Parlavo di questa felicità che, secondo me, ogni cattolico, se è cattolico, cattolico vero, non può non avere, anche nei momenti più bui. La croce è sangue e dolore, ma è soprattutto amore e salvezza: come può questo non renderci pazzi di gioia?
@Spica Pica, grazie per la condivisione.
La tua testimonianza mette chiaramente in luce una cosa: nella tua bisessualità fai un preciso distinguo, una è l’attrazione di tipo omosessuale (cioè da donna verso donna), l’altra è, chiamiamola pure egualmente “attrazione”, che provi nei confronti di un uomo.
Come tu stessa scrivi: “perché so che, se per una donna posso provare attrazione fisica, non potrò MAI provare per una di queste la tenerezza e le sensazioni che mi hanno assalito per gli uomini di cui mi sono innamorata.”
La prima “attrazione” può quindi ben essere identificata, come un disturbo al tuo equilibrio ed è definibile come una “concupiscenza” cioè il desiderio la brama di un possesso e non il dono di sé all’altro e la gioia per il dono che l’altro fa di sé.
Certo la concupiscenza non dà di per sé nell’ambito della sessualità, un orientamento unicamente omosessuale, perché si estende a tutto ciò che bramiamo possedere in modo spasmodico ed egoistico, indipendentemente dall’oggetto del nostro desiderio (quindi può essere vissuta anche all’interno di una coppia eterosessuale o da un singolo verso beni o cose), ma ripeto, nel tu nel tuo caso (che può essere quello di molti) hai già fatto un bel passo avanti nell’identificare, magari anche solo a livello di sensazioni ed emozioni, una differenza tra le due “attrazioni”.
Dio ispira (e ha ispirato in natura) un “sana” attrazione tra l’Uomo e la Donna, che è e deve anche essere sul piano fisico, per i motivi che ben conosciamo e che è inutile qui elencare. Quando questa attrazione prevale in modo anomalo o abnorme (tanto da non poter, in taluni casi o per precisa scelta dell’individuo, passare decisamente in second’ordine o annullarsi del tutto) si ha un disturbo, una inclinazione, uno squilibrio del proprio essere interiore che, con l’aiuto della Grazia di Dio, è fatto per dominare i propri istinti, le proprie passioni, la propria concupiscenza e non, al contrario esserne dominato (qui rientra, tanto per essere chiari, anche il caso della concupiscenza che porta all’adulterio).
Quando poi l’attrazione spasmodica (concupiscenza) è rivolta a cose o ad individui dello stesso sesso, dovrebbe bastare ciò che sappiamo dalla Scrittura e dall’insegnamento della Chiesa.
Oggi tutto è messo in discussione dalla negazione che la Chiesa è portatrice della Verità (quella che rende libero l’Uomo, non quella che – si dice – ne limita la libertà), ma anche da una filosofia di vita in cui tutto ciò che desideri o “brami” è lecito, anzi tanto più è forte il tuo desiderio (e il desiderio del singolo è assunto come unica verità e fatto “naturale”), tanto più è lecito tu lo soddisfi.
Ci sarebbe poi da chiedersi come mai, rientrando nell’unico argomento dell’omosessualità, anche nei ritratti mediatici e o televisivi più “progressisti” (ovviamente tra virgolette) anche la “migliore” e più simpatica delle coppie omosessuali, vede sempre uno dei due componenti, presentato come una caricatura della figura femminile… una caricatura di donna o di madre (laddove le fiction presentano coppie omosessuali già alle prese con dei “figli”) a testimoniare che, per quanti sforzi si faccia, ancora non si riesce a concepire due figure che siano realmente qualcosa di diverso, se non da un marito ed una moglie, quanto meno da un uomo ed una donna.
Ma come certamente qualche mente più illuminata della mia, ci potrà spiegare, è solo questione di tempo… il tempo di superare un atavico, retrogrado, retaggio culturale 🙁
Complimenti, Spica Pica. Per la tua giovane età hai grande lucidità e capacità di introspezione e di analisi. Ti auguro che queste tue doti ti siano di aiuto nel tuo cammino di ricerca di un equilibrio e, perché no?, della felicità.
Do anche io la mia testimonianza diretta: ho anche io 19 anni, quasi 20 e sono lesbica. Mi sono resa conto di non essere esattamente etero a 16 anni, inizialmente mi dicevo bisessuale quasi per “scusarmi” come a far vedere che comunque c’era ancora qualcosa di “normale”, piano piano mi sono riappacificata con me stessa ed anche se a volte ancora ho un po’ il timore di quel che pensa la gente posso dire di aver raggiunto tutto sommato una discreta serenità interiore. Mi dispiace che tu Spica Pica non la viva bene, però se SINCERAMENTE pensi che non potresti avere una vera relazione con una donna non vedo perché dovresti angosciarti, continuerai a cercare l’uomo della tua vita. Se la situazione invece è differente ti auguro di riuscire a chiarirti con te stessa il prima possibile.
Non sono vittima di grandi traumi, la mia relazione con entrambi i genitori non è stata la migliore immaginabile ma nemmeno la peggiore. La mia migliore amica ha una situazione familiare similissima alla mia ed è eterosessuale, ho tanti fratelli, ma le due sorelle abbastanza grandi per poter dire che hanno un orientamento sessuale affermato (una più grande di me di un anno l’altra più piccola di due) sono eterosessuali, conosco gente che ha avuto traumi molto forti e sono etero come omosessuali (i secondi sono un numero minore).
Non penso che le famiglie arcobaleno consistano in una minaccia per la famiglia tradizionale, in che modo potrebbero? Nessuna persona sana e degna di esser ascoltata cerca di far prevalere l’una sull’altra o dimostrare che le famiglie omogenitoriali siano la “via” e le famiglie tradizionali un male da distruggere, se sentite qualcuno dire qualcosa di simile è inutile spiegare che non rappresenta nessuno se non sè stesso e che non vale la pena perdere tempo ad ascoltare altro di quel che ha da dire.
Esistono omosessuali che si danno ad una vita molto promiscua ed omosessuali che vivono in modo più tranquillo e discreto. Quelli della seconda categoria li incontrerai al supermercato, alle poste, in palestra e nemmeno starai a chiederti se siano omosessuali o meno, non per questo esistono solo gli “sbandieratori” appartenenti alla prima categoria.
Gli stereotipi di coppia (il geloso con il libertino, la coppia pucci pucci etc) non appartengono alla coppia etero e ovviamente le dinamiche interne della relazione si stabiliscono in base alla personalità dei soggetti coinvolti, lì quel che conta è l’individualità del singolo, semplicemente non tutte le persone sono uguali. Come esiste l’etero stronzo, l’etero zerbino, l’etero appiccicoso, così esiste l’omosessuale stronzo, quello zerbino e quello appiccicoso, o forse perché omosessuale dovrebbe smettere di avere la sua personalità?
In quanto all’omosessualità in sè e per sè c’è poco di cui dibattere scientificamente al momento, però se dovesse interessare a qualcuno linko qui sotto alcuni articoli accademici riportanti studi condotti su famiglie tradizionali e famiglie omogenitoriali da cui emerge che non vi siano rilevanti differenze nel modo di crescere i bambini nè un’influenza per quanto riguarda l’orientamento sessuale, vi è solo una generale tendenza ad avere bambini (quelli cresciuti da due mamme o da due papà) che siano meno conformisti, più tolleranti ed aperti, il che mi sembra tutto tranne che un male.
Ci tengo a sottolineare che quelle di seguito linkate sono fonti di qualità, tutti articoli accademici
in italiano:
http://www.francoangeli.it/Riviste/Scheda_rivista.aspx?IDarticolo=33920
http://www.cisonline.net/PagPubblicazRivista/31/PATERNITA_Guida.pdf
http://www.cisonline.net/PagPubblicazRivista/333/Crescere%20in%20famiglie%20omogenitoriali.pdf
in inglese:
http://www.jstor.org/stable/10.2307/2657413
per chi volesse documentarsi ulteriormente basta cercare su riviste scientifiche come per esempio l’autorevole Pediatrics (la rivista scientifica ufficiale dei pediatri americani) o altre.
rimango ovviamente aperta per dibattiti seri, rispettosi e argomentazioni che abbiano dei solidi fondamenti, o anche domande se volete.
piccola aggiunta, quando i miei scoprirono della mia “non eterosessualità” mi chiesero di andare da uno psicologo. Entrai prima io, da sola e parlai con la psicologa, poi entrarono loro insieme. Alla fine risultò che io non avessi nessun bisogno di sedute, loro ci andarono settimanalmente per qualche mese.
@Ginger, grazie per esserti esposta con la tua testimonianza diretta.
Per il momento mi limiterei a questo data anche l’ora… ovviamente non credo qui ci sarà una condivisione della tua scelta in quanto all’orientamento sessuale, ma mi auguro il dovuto rispetto alla tua persona in quanto tale, considerato anche il modo in cui hai esposto le tue posizioni.
Quoto Bariom: per come mi ero accalorata, avresti potuto massacrarmi e non l’hai fatto. Per quanto riguarda me comunque la vivo sì come un problema; ma come ho detto ci convivo. Ma quando si parla di famiglie si sfocia già sul sociale (e sul mondo in cui potrebbe vivere un MIO ipotetico figlio), quindi mi sento presa in causa, eccome. Ora è tardi e sono col cellulare, ma link sul tema ne ho anch’io, i quali sostengono che una famiglia omogenitoriale non è decisamente la stessa cosa per un bambino. A questo punto si potrebbe dire “i miei link contro i tuoi”, ma come ho già detto la natura alla fine fa sempre il suo decorso e ci si accorgerà che il discorso sulle famiglie arcobaleno è semplocemente assurdo.
Per quanto riguarda gli sbandieratori: spero sia chiaro che gran parte delle accuse mosse da chi la pensa come me sia rivolta solo a questa categoria. Chi si tratta con dignità viene trattato con pari rispetto. Imitare gli eterosessuali (qui sono de coccio, mi dispiace; i figli in provetta sono uno squallidissimo tentativo di costruirsi una famiglia), a mio parere, non lo è
Di fatto lo scambio di opinioni e tesi basato su solide argomentazioni pè gia stato fatto come giustamente ricordava Giusi (anch’io lo ricordavo…;-)) anche su questo blog.
Questa sorta di “i miei link contro i tuoi”, come cita Spica P., credo di fatto non possa produrre grandi cambiamenti di pensiero o ancor più di scelta – non per questo non è da portare avanti – aiuta in generale, nella migliore delle ipotesi, ad allargare i punti di vista, ma nella sostanza a confermare chi stava su una posizione piuttosto che su quella opposta.
Io sarò monocorde, ma quello che veramente può cambiare il proprio vivere (non solo un’opinione in merito) soprattutto su temi così delicati e ancor più per la persona che ne è direttamente coinvolta, è l’incontro con Cristo.
Sarà poi lo Spirito Santo, nei tempi e nei modi dovuti, ad illuminare ciò che è tenebra o drizzare ciò che è sviato.
Questo può anche partire per un disagio che la nostra coscienza prova nell’ambito della sessualità per come è vissuta (nel caso di Spica ad esempio) o per tutt’altra via o a causa di tutt’altra “sofferenza” o “inciampo”, anche nel caso di una sessualità deviata (Ginger mi scuserà ma non posso chiamare nero ciò che mi risulta bianco o bianco ciò che mi risulta nero…) ma vissuta apparentemente senza alcun disagio.
@Spica Pica
In uno Stato Italiano che riconosce diritti e dignità a famiglie omogenitoriali quali credi che siano i rischi per un tuo ipotetico figlio? Ti prego di spiegarmelo perché non riesco a capire. Gli effetti negativi li riesco a vedere solo nel caso di una situazione in cui queste famiglie vengono criticate ed additate da altre come malate. Spiegare ai proprio bambini che esistono realtà differenti non è difficile di per sè, perché i bambini vedono solo persone che si amano e capiscono l’Amore. E’ difficile nel momento in cui chi spiega ha dei preconcetti e delle avversioni verso una determinata cosa.
Per esempio quando io ho parlato con una delle mie sorelle piccole (che non sapeva ancora di me) della mia relazione (che ormai dura da 3 anni), i miei erano assolutamente contrari perché pensavano che la cosa avrebbe provocato degli squilibri in lei, invece l’ha presa benissimo e mi ha detto che anzi già lo sospettava ed al momento tra i membri della mia famiglia è quella che mi capisce e supporta di più (pur rimanendo etero). Quindi il problema non è il fatto in sè, è negli occhi di chi il problema lo vede..
Riguardo i link sarei felice se me li fornissi quando puoi, ovviamente se si parla di ricerche scientifiche, se sono articoletti da rivista qualsiasi non gli attribuirei alcuna rilevanza.
Secondo me la questione dell'”imitare gli eterosessuali” non sussiste, nella mia relazione io sono quella che voi additereste come “il maschio” della coppia, ma esteticamente sono una donna a tutti gli effetti, vi assicuro che non ho le sembianze da maschiaccio, però caratterialmente sono più protettiva, sono indipendente e prendo iniziativa, mi spiace se queste per voi sono caratteristiche prettamente maschili, per me fanno semplicemente parte della mia personalità, se stessi con un uomo di certo non mi trasformerei in una “principessina voglio solo coccole”.
I figli in provetta li fanno anche gli eterosessuali eppure non mi pare che si punti il dito.
Poi tornando al tema “sbandieratori”, sono abbastanza certa che chi conduce uno stile di vita “dissoluto” non abbia tra le priorità quella di farsi una famiglia, e questo vale sia per gli omosessuali che per gli eterosessuali. Eh sì, perché di persone che cercano solo sesso ce ne sono tante anche tra gli etero.
Comunque non è assolutamente nel mio interesse “massacrare nessuno”, nè ho la pretesa di voler far cambiare idea (per quello ognuno è responsabile di sè stesso, io non posso far fare a qualcuno qualcosa a cui quella persona è già, almeno in minima parte disposta) perché so che è una cosa che difficilmente la gente riesce a fare, ma se avrò dato spunto a qualcuno per riflessioni nuove e considerazioni mai avute prima, sarò soddisfatta.
@Bariom
Personalmente non ritengo la mia una sessualità deviata e se tu la consideri tale non posso farci nulla.
L’omosessualità è una variante della sessualità umana, come per altri aspetti ne esistono molte altre (di varianti).
Posso dire che per me la mia sessualità non è una scelta, ho fatto una scelta solo quando ho deciso di accettare quel che sentivo invece di scacciarlo via e procurarmi sofferenza. Questa scelta l’ho fatta quando ho deciso di lasciar spazio all’Amore invece che alla colpevolizzazione. E’ l’Amore ad avermi riappacificata (ovviamente ci è voluto del tempo) con me stessa, mi sono innamorata follemente ed è talmente naturale e bello viverlo che se foste nei miei panni difficilmente potreste dire che è sbagliato o deviato.
@Ginger, non avevo dubbi tu vivessi la cosa come hai descritto di viverla, come non avevo dubbi che il termine che ho utilizzato non potesse da te essere condiviso, ma mi sembri persona in gradi di capire perché ho usato questo termine nel ragionamento che ho sviluppato, ovviamente da un “punto di vista” che non è il tuo.
Limitiamoci quindi a consideralo solo come un “deviare” da ciò che le Scritture e la Chiesa insegnano, non tanto come regole o leggi di negazione, ma come parole di Vita per una vita piena e felice.
Mi rendo conto quanto comunque anche queste affermazioni, risultano incomprensibili per chi è “lontano”, me ne rendo ancora più conto perché, al di là degli orientamenti sessuali, un “lontano” lo sono stato per un buona metà della mia vita.
Abbandonerei la questione devianza o meno, per tornare ad un altro aspetto: quello dei sentimenti.
Tu parli di amore e con la A maiuscola e di avergli dato spazio.
Purtroppo quello che umanamente definiamo amore è un insieme di sentimenti, pulsioni e sensazioni che ci spingono, muovono verso qualcosa o qualcuno ma, sempre umanamente parlando, non abbiamo garanzie né certezza che il nostro solo “sentire” (anche se corrisposto), sia per noi stessi o per gli altri un reale bene (e qui bene con la B maiuscola).
Credimi non te lo dico qui per farti la morale o sentenziare, ma per esperienze personali e concretissime.
Il pedofilo può dire di sentire “amore” per l’oggetto del suo desiderio (e peraltro questa potrebbe entrare in una delle varianti della sessualità che tu citi…). Questo esempio estremo in negativo, può reggere ancora ma non si sa per quanto, dato che il sentire dell’IO è assurto ad unico metro di giudizio. Per venire a qualcosa di meno estremo (e che già citavo in ciò che ho scritto), può valere, per me uomo sposato, l’ “innamorarsi” di un’altra donna che non sia la propia moglie.. e già qui i distinguo si fanno sottili, infatti oggi che male c’è? Se non sei più felice, soddisfatto, se devi reprimerti… se “ami” un’altra, ecc, ecc.
Così cacci via sofferenza e sensi di colpa per accettare semplicemente quello che provi e quando ci sei dentro se qualcuno fosse nei tuoi panni “…è talmente naturale e bello viverlo che… difficilmente potrebbe dire che è sbagliato o deviato.”
Ma credimi, la realtà delle cose non è tutta lì, nei nostri sentimenti, per quanto coinvolgenti, nei nostri desideri, nelle nostra “attrazioni”, o in quello che spesso definiamo amore. Anzi spesso questi sono un abbaglio, un inganno di cui siamo perfettamente inconsapevoli (il più delle volte) che ci allontana dalla realizzazione della nostra piena e completa felicità.
Con questo non voglio neppure mettere in dubbio la tua buona fede (buona fede nelle cose che provi e che esprimi), solo, altrettanto in buona fede, aggiungere dell’altro al colloquio che hai voluto tu stessa aprire.
La teoria del “si sentono dei disadattati perché la società li tratta da tali” ha una sua dignità e in molti casi è anche vera. Ma io penso che questa sia la spiegazione superficiale e cercherò di spiegartelo rispondendo a un’altra tua osservazione, ossia che in sostanza gli etero possono fare quello che vogliono e a nessuno vien da dire niente.
Naturalmente non c’è bisogno che tu dica che anche gli etero spesso cercano solo una cosa. E non è che io sia bigotta da questo punto di vista: ognuno fa quel che crede. Però non mi sembra normale che la mia collega universitaria che conosco appena mi racconti vita morte e miracoli delle sue avventure sessuali, senza che peraltro glielo chieda, tipo curriculum. Il sesso è una cosa preziosissima e non capisco come certe persone lo sviliscano così. Tu puoi essere una troia o un puttaniere o un trombamico (l’ultima trovata) e nessuno te lo impedisce: però certi stili di vita pian piano ti abbruttiscono, ti fanno male. Cioè, anche se non metti una legge che abolisce il trombamico pena la morte, quello è uno stile di vita che vai oggi, vai domani, prima o poi capisci che non è il meglio per te. Oppure non lo capisci e ti chiedi perennemente perché non sei mai soddisfatto. Voglio dire, questi non sono concetti trascendentali, sono sotto gli occhi di tutti. Stesso ragionamento lo faccio io per l’omosessualità. Insomma, per me gli etero non sono “scusati” in partenza. E la società mi può accettare o rinnegare quanto vuole, e chiaramente è meglio l’accettazione; ma c’è una legge interna nella natura dell’amore e del sesso. Io ho capito che posso avere di meglio dell’amore di una ragazza.
I figli in provetta li concepisco come orrori a prescindere: non loro, poveretti, ma tutto quello che sta attorno a loro. Uno mi può fare tutti i ragionamenti che vuole, ma se vengo a sapere che sono nata in provetta, al freddo e al gelo, nessuno potrà mai levare la macchia dello squallore della mia nascita. Credo sia più bello per chiunque sentirsi dire “tu sei nato da un atto d’amore”, che non “tu sei nato perché volevo un figlio e ti ho fabbricato facendo un’accurata scelta di spermatozoi e ovuli sani affinché non mi venissi storpio sennò sai che palle”… perché alla fine di questo si tratta. Un tempo l’eugenetica si faceva nei lager, ora si fa nei laboratori. La tua scuola di pensiero (non tu, tranquilla, lo so) dà del nazista alla mia ogni due-tre: come vedi con un po’ di dialettica si può fare al contrario. Ma questo non ci aiuta ancora a decidere cosa è vero e cosa è falso.
Ora probabilmente mi verrai a dire: “e gli adottati? e chi sta con due donne che però non sono una coppia ma mamma e nonna, per dire?”. Lo dico perché sono obiezioni che mi sono state fatte in discussioni in cui non ero uscita personalmente allo scoperto. Secondo me (che poi è riscontrabile) nemmeno questi bambini sono agevolati e spesso cercano punti di riferimento e una loro identità. Spesso gli adottati vogliono sapere, quando non vogliono anche conviverci, chi è la loro famiglia d’origine: però la figura materna e paterna ce l’hanno, hanno un punto di riferimento. Tu immagina come dovrebbe sentirsi un bambino che non solo non ha queste figure distinte, ma per giunta è la combinazione di un ovulo e due spermatozoi, come il figlio di Elton John. E certo che si sente “diverso”, anche con tutta l’accettazione di questo mondo! E ancora: esistono persone che sono state cresciute in una casa di sole donne o di soli uomini. Uno è un mio compagno di scuola, orfano di madre. Ora, un conto è crescere senza madre e viverla come la tragedia che è, ma con coraggio è andando avanti, oppure dire “No, guarda, è del tutto normale, tua madre è morta ma che sarà mai la morte, la morte esisteva anche nell’Antica Grecia e nessuno ci trovava da ridire”. Se al mio compagno avessero detto questo, oltre al dolore di non avere a una madre, avrebbe dovuto vivere questo dolore come un tabù perché la morte è “normale”… il mortofobo, l’avrebbero chiamato. In buona sostanza sarebbe rincretinito. Ecco, Ginger, il perché io non voglio le adozioni gay è questo: non voglio una società di rincretiniti.
Ma tanto, noi stiamo qui a fare discussioni accademiche, però lo sappiamo già come andrà a finire: matrimoni e adozioni gay saranno legalizzati anche in Italia. Molto tardi rispetto agli altri Stati, te lo concedo, e per il Vaticano, te lo concedo; ma sicuramente avverrà anche qui: è da questa parte che tira il vento. Amen. Anzi, guarda, mi auguro che succeda il più presto possibile: così la gente aprirà prima gli occhi.
I tuoi link li ho letti (nulla di nuovo). Si basano perlopiù su statistiche… sarà scienza, ma non è certo scienza esatta. Che poi, come se qua la scienza avesse l’ultima parola. Siamo qua, due non-etero, pienamente consapevoli di esserlo, che però alla resa dei conti facciamo scelte e discorsi totalmente diversi: penso c’entri più il giudizio che dai a un dato, che il dato stesso. I tuoi bambini “meno conformisti, più tolleranti ed aperti”… rispetto a COSA lo sono? Uno non dev’essere anticonformista e tollerante a prescindere, giudica sempre.
Comunque, per quel che possono valere, ecco i miei link:
http://www.moked.it/unione_informa/130201/Bernheim.pdf
http://www.documentazione.info/adozioni-gay-ricerche-condizionate-dallideologia
http://www.uccronline.it/2013/01/16/adozione-agli-omosessuali-gli-studi-scientifici-dicono-di-no/
E guarda anche qua che cosa dolce:
http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2013/1/15/ADOZIONI-GAY-Sei-uno-scienziato-contro-Negli-Usa-ti-aspetta-il-linciaggio/353600/
Dai confessa: non hai 19 anni!
Spica Pica:
…cose molto intelligenti e molto ben scritte ! (per quello che può valere il mio giudizio, ovviamente)
Vale, vale, non sempre ma ogni tanto vale! 🙂
… sono commossa.
Peraltro questa discussione è già stata fatta con l’apporto fondamentale di Alessandro. Non ricordo il titolo del post. Admin potrebbe aiutare.
Forse qui
http://costanzamiriano.com/2013/01/10/dallargilla-di-dio/
Si senz’altro questo grazie. E poi ce n’era un’altro dove Alessandro questionava, argomentando molto bene, con una terza persona.
Sì Giusi, grazie 😉 , con Anonimo se ne discusse qui:
http://costanzamiriano.com/2013/01/13/siamo-tutti-nati/
Grazie
@ Ginger
“però se dovesse interessare a qualcuno linko qui sotto alcuni articoli accademici riportanti studi condotti su famiglie tradizionali e famiglie omogenitoriali da cui emerge che non vi siano rilevanti differenze nel modo di crescere i bambini nè un’influenza per quanto riguarda l’orientamento sessuale, vi è solo una generale tendenza ad avere bambini (quelli cresciuti da due mamme o da due papà) che siano meno conformisti, più tolleranti ed aperti, il che mi sembra tutto tranne che un male.”
Vediamo se questi articoli accademici portano a queste conclusioni.
Si consideri:
http://www.cisonline.net/PagPubblicazRivista/333/Crescere%20in%20famiglie%20omogenitoriali.pdf
L’articolo si intitola: “Crescere in famiglie omogenitoriali: differenza non implica deficit”. L’autrice dell’articolo prende in considerazione dapprima “21 ricerche condotte tra il 1981 e il 1998”, e deve riconoscere che questi studi soffrono dei seguenti inconvenienti: “Mancando dati affidabili sul numero e la localizzazione dei genitori omosessuali all’interno della popolazione generale, non esistono studi sullo sviluppo dei bambini che siano basati su campioni casuali e rappresentativi di tali famiglie. La maggior parte delle ricerche sono a piccola scala, con campioni scelti per opportunità, in primo luogo tramite reti o agenzie personali e di comunità” (p. 176).
E’ chiaro che bastano i suddetti rilievi per mostrare l’insufficiente rigore scientifico degli studi in questione. Dai quali, essendo scarsamente rigorosi, non si può seriamente trarre alcuna conclusione plausibile.
L’autrice esamina poi altri 14 studi pubblicati dal 2003 ad oggi. A p. 177s, analizzando metodi e limiti di questi ultimi studi, l’autrice afferma: “In diversi studi il campione è di piccole dimensioni e il modo in cui viene selezionato è spesso criticabile. Inoltre, utilizzando solo praticamente dei self-reports, c’è la possibilità che un osservatore esterno possa giungere ad una conclusione diversa. Inoltre, bisogna tener conto della deviazione potenziale dovuta alla desiderabilità sociale, in quanto queste madri possono tentare di presentare la propria famiglia nella luce migliore possibile… In alcuni studi inglesi presi in esame il campione aveva il limite, oltre che di essere piccolo, di essere eterogeneo… alcuni bambini erano stati allevati in una famiglia lesbica fin dalla nascita, invece altri erano nati in una famiglia eterosessuale… Perciò, è difficile in questi casi determinare se le differenze trovate siano dovute alla presenza di solamente un genitore o all’esperienza della separazione dei genitori o alla specifica assenza di un padre nel nucleo famigliare… Anche se i campioni utilizzati dagli studi olandesi si possono considerare migliori di quelli utilizzati dagli studi inglesi… hanno anch’essi un limite, in quanto risulta poco chiaro se le differenze trovate siano attribuibili al genere, all’assenza di un legame genetico col bambino, all’atteggiamento meno favorevole della società verso l’omosessualità, o a una combinazione di questi aspetti. Uno dei limiti della maggior parte degli studi effettuati sulle famiglie con genitori omosessuali è proprio quello di non essere svolti nel tempo”: è stata presa in considerazione solo “una ricerca longitudinale e descrittiva”, la quale peraltro ha almeno il rimarchevole limite consistente nel fatto che “si deve ancora concludere”.
E’ chiaro che la mole di limiti metodologici che, per ammissione della stessa autrice dell’articolo, affliggono questi ultimi 14 studi presi in esame nell’articolo stesso sollevano dubbi massicci e più che leciti sul rigore scientifico e conseguentemente sull’attendibilità delle conclusioni a cui metterebbero capo gli studi stessi.
In definitiva: l’autrice dell’articolo intitola il proprio lavoro “Crescere in famiglie omogenitoriali: differenza non implica deficit” e poggia la conclusione espressa dal titolo sull’esame di studi che essa stessa riconosce difettare di rigore scientifico. Ce n’è abbastanza per revocare in dubbio l’attendibilità dell’affermazione stessa, esigendo l’aggiunta di un (grosso) punto interrogativo: “Crescere in famiglie omogenitoriali: differenza non implica deficit?”.
Non ho tempo oggi di esaminare gli altri link proposti. Ma se sono tutti di questo livello, è bene che Ginger si accorga sul friabilissimo, evanescente fondamento di studi così condotti non può certo reggersi una affermazione di tono e contenuto apodittico quale quella sfoggiata da Ginger stessa: “non vi sono rilevanti differenze nel modo di crescere i bambini nè un’influenza per quanto riguarda l’orientamento sessuale, vi è solo una generale tendenza ad avere bambini (quelli cresciuti da due mamme o da due papà) che siano meno conformisti, più tolleranti ed aperti, il che mi sembra tutto tranne che un male”
Aggiungo che la stracitata posizione dell’American Psychological Association (APA), secondo cui i figli di genitori omosessuali non sarebbero svantaggiati rispetto a quelli di coppie eterosessuali, si basa sulle conclusioni di 59 studi dei quali è stata mostrata la carenza di rigore scientifico da Loren Marks:
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0049089X12000580
😀 Grazie per la pazienza.
😉
Ottimo come sempre Alessandro…
Grazie Bariom 😉
Sono un ragazzo che ha creduto di avere un orientamento omosess per diversi anni e sonoriuscito a recuperare la mia identità . Volevo dire GRAZIE per questo articolo… E per la delicatezza che spesso manca altrove nel trattare l’argomento attaccando chi magari nn condivide questa realtà.
Ma anche a me mi tagli i commenti…
Eppure io non offendo nessuno, tutt’altro…
Filosofiazzero: stiamo cercando di trattare l’argomento con delicatezza e rispetto, se riesci ad adeguarti puoi partecipare alla discussione altrimenti, mi dispiace, salti il giro.
“stiamo cercando di trattare l’argomento con delicatezza e rispetto”
ma dire “gli omosessuali e compagnia bella” è usare rispetto?
Grazie a te, Giusi 😀 Dici che non vivo bene questa mia condizione? Beh, come dovrei viverla? 😀 Non l’accetto, questo è logico. Uno dei miei più grandi desideri è quello di sposarmi e avere dei bambini, e di certo non li avrò in provetta. Penso di andare avanti così per tutta la vita: ognuno ha le sue croci. E c’è anche da dire una cosa: non so come spiegarmi, può sembrare strano, ma in certi periodi in cui tutta la mia vita va meglio la mia attrazione per le donne sembra, per così dire, “diminuire” o addirittura scomparire. Un tempo, anche per come sono io, ero attratta dalla psicologia; ora però penso che la psiche umana sia uno di quei campi da lasciare inesplorati: ci sarà pure un motivo se abbiamo conscio e subconscio. Lo so, è una teoria contestabilissima e ti starai già ribellando, ma per il momento preferisco fare così. L’intervento di uno psicologo in buona sostanza l’avvertirei come una violenza, e so che quando un paziente ragiona così c’è molto poco su cui agire.
In ogni caso, per fortuna, niente abusi o divorzi nella mia storia. Ho una mia teoria personale sul perché io sia così e c’entra in buona parte la mia famiglia, ma anche per rispetto verso di questa che amo e che mi ama preferisco non parlarne. Niente di enorme vista dall’esterno, ma per me lo è. Magari chissà, in futuro, prenderò in considerazione l’ipotesi di farmi aiutare; per ora non ne sento la necessità. Sono bella tosta, sai? Ma grazie lo stesso, davvero.
Costanza, è un peccato che tu non abbia pubblicato il commento di Filosofiazzero: un po’ di polemica è il sale della vita. Ma il blog è tuo; e a proposito, complimenti e grazie.
Spica Pica, intanto grazie per aver condiviso con noi la tua esperienza; solo per informazione non è Costanza che regola la discussione (non ne avrebbe il tempo), quanto a Filosofiazzero abbiamo pubblicato più di 6000 suoi commenti, oggi vorrei solo che non la “buttasse in caciara” come suo solito.
Non impazzisco nemmeno io per gli psicologi. So che lì seguono pure un percorso di preghiera e di condivisione. E’ giusto che tu faccia quello che senti. Mettiamola così: se dovessi cambiare idea sai che esiste anche l’associazione LOT. Ciao
Naturalmente 😉
L’ha ribloggato su Il Guerriero della Luce.
Non ditemi che c’è ancora chi pensa che i principali promotori dei matrimoni gay siano i gay! Dietro alla LGBT ci sono associazioni laiciste e massoniche come la Planned Parenthood… gente che ha come dichiarato scopo quello di distruggere la famiglia. Non ci riusciranno, però potrebbero inguaiare la vita a un bel po’ di gente.
Nell’omosessualità del maschio una componente statisticamente rilevante (non sbilanciamoci sui numeri) è correlata alla presenza di madre autoritaria, rigida, incapace di affetto. Indipendentemente dalla presenza del padre. Non per dare colpe a nessuno, semplice osservazione….
Non basta la presenza del padre come atto di presenza. Il padre deve fare il padre.
Non posso che esprimere un’enorme gratitudine e ammirazione per l’autore dell’articolo.
Gratitudine perché è importante diffondere il più possibile queste testimonianze di vita vera, per combattere la falsità delle false ideologie così tanto diffuse oggi; ammirazione perché al giorno d’oggi ci va un enorme coraggio a dire la verità, anche nei suoi aspetti più palesi e banali.
Ho condiviso questo articolo sul mio profilo e subito sono stato attaccato in maniera inspiegabile e sproporzionata rispetto alla moderazione e tranquilla onestà dell’articolo stesso, e in seguito a ciò non posso che provare un po’ di paura verso quello che riserva il futuro nei confronti di chi crede e diffonde la Verità, dal momento che, mi pare, siamo solo agli inizi di un terribile declino etico e sociale.
Se oggi mi danno dell’ignorante nazista decerebrato (cito testualmente), cosa succederà ai miei figli?
Contro-cito Filosofiazzero: “ma dire “gli omosessuali e compagnia bella” è usare rispetto?” Tipico dei buonisti gay-friendly è attaccarsi alle parole (oltre che essere prevalentemente etero, per giunta, della serie che si è ‘na cifra evoluti). Sappi comunque che quando mi si viene a fare o leggo lagne sui poveri gay che non possono avere una “famiglia” arrivo ad essere boccaccesca e non m’interessa se faccio parte anch’io della compagnia bella. Sono lamentele che partono da un presupposto assurdo, cioè che l’amore eterosessuale e quello omosessuale siano la stessa cosa: non è vero! E se due cose sono diverse, portano spesso a conseguenze diverse. Come suggerisce Bariom e non solo lui, l’omosessualità è una forma di narcisismo e una coppia omosessuale può magari provare un certo tipo di amore, ma è un amore fine a se stesso. Ed io so che non sarei mai felice con una donna perché non voglio essere fine a me stessa. Voglio avere un figlio, un uomo, e voglio fare appunto dono di me. Questa è una cosa che mi è chiarissima nonostante il caratteraccio e certi istinti, non solo sessuali, che individuo come miei nemici. Perciò ben vengano due gay che convivono: ma non mi vengano a dire che vogliono un figlio. Questa è isteria e capriccio.
Poi, ripeto: io parlo per esperienza diretta e indiretta e al di là di questo posso spaziare poco. Non ho ancora conosciuto una coppia omo che sia felice come può esserlo (perché anche lì è difficile) una coppia etero, o come lo sono i miei genitori.
Lalla, grazie degli auguri 🙂 La felicità è l’unico diritto che pretendo.
@Spica Pica
“La felicità è l’unico diritto che pretendo.”
Pure la vita immancabilmente sembra negarci questo “diritto”… solo lo stare in Dio, nella Sua Volontà ci assicura e conferma questo dono, indipendentemente dagli accadimenti della vita 🙂
Ah, naturalmente cerco di metterci del mio… pretendo in senso lato, chiaro 😉 Non posso dire di credere nella vita dopo la morte (vorrei tanto), ma non faccio nessuna fatica a dire che la Bibbia è portatrice di verità. Basta leggere e pensare con la propria testa. La realtà esiste al di là di tutti i relativismi e i cogito ergo sum, e ci è data ogni giorno. E non riesco LOGICAMENTE a pensare che non sia fatta per renderci felici.
Spica non capisco come fai a non fare il salto: se ritieni che la Bibbia sia portatrice di verità e che la realtà esista al di là dei relativismi e dei cogito ergo sum guarda che l’altra vita e là dietro l’angolo ed è eterna ed è solo lì che possiamo trovare la felicità e forse anche qui ma solo perchè il nostro percorso è illuminato da quella meta. Non vedo altre possibilità.
Pace e bene e felicità a tutti!!!
p.s. (per Giusy) il 99,9% delle persone non andrà mai in telivisione (per fortuna loro e di chi li avesse a vedere)
Ma purtroppo un bella percentuale di quel 99,9 % la televisione se la guarda e si “beve” tutto quello che viene loro propinato 😉
E’ proprio quello che volevo dire e Cecchi Pavone in televisione viene incensato
E allora?
Alvise ci sei o ci fai?
@Giusi
La vita dopo la morte è un conto… qui si entra troppo nel trascendentale, sono cose che non capisco nonostante io ci pensi ogni giorno. Molti si professano agnostici perché sostanzialmente stanno a pensare a tutto tranne che a Dio, e allora lo relegano in un angolo: per me non è affatto così, non posso fare a meno di pensarci anche se non ho ancora capito che volto ha. Il salto non l’ho fatto nel senso che non posso dire “Sono cristiana, credo nei miracoli e nella vita dopo la morte” e che non prendo la Comunione. Per il resto, prego spesso. Vorrei tanto avere “l’illuminazione” e ci sono anche momenti in cui vedo più chiaro che in altri, ma purtroppo restano tali. Vado spesso a Messa e a fare volontariato e trovo molto più senso nel fare questo, raccogliendosi, piuttosto che fare tante altre cose. Ma una parte di me è sempre scettica. Ho cominciato a mettere in dubbio la religione della mia famiglia appena prima di mettere in dubbio la mia eterosessualità. Non so se è un caso. Brutto periodo; ma qui stiamo uscendo fuori tema, mi sa 😉 Spero di essermi spiegata…
Dio lascia abbastanza luce perche’ si possa credere ed abbastanza buio perche’ si possa non credere. Lo scopo della conoscenza di fede e’ l’amore. E l’amore non esiste senza liberta’ e senza un incontro che risponda al desiderio del nostro cuore inquieto. Ti auguro, e prego, che succeda per te.
Mi è concesso autocitarmi e andare off-topic? Spica Pica, ti consiglio di comprare questo numero della rivista ‘Cultura&Identità’
http://www.culturaeidentita.org/body10.html
In questo numero c’è un mio vecchio saggio breve su ragione e religione.
Forse (e dico forse) può aiutarti a dare supporto maggiormente razionale alla fede, picconando il tuo scetticismo di fondo. Anche se da qualche mese a questa parte ha un approccio più mistico alle cose (oggi non mi interessa ragionarci più di tanto, ma sentire Dio come presenza viva che avverto nel quotidiano e leggere la realtà che si dipana attorno a me, i suoi eventi giornalieri come “luoghi” in cui la volontà divina si mostra), chi scrive viene da una formazione razionalistissima (ed è questo il motivo di un testo del genere) e scettica ed è pure un convertito (mi convertii anni fa esclusivamente leggendo…). In alternativa, se non vuoi buttare 8 euro (ma non sarebbero buttati…il direttore che ha mandato la rivista avanti a sue spese merita), scrivimi a greekfire@hotmail.it e ti mando il testo in file word. E’ lievemente diverso (ma di poco proprio) da quello pubblicato. Non so se sia più sistemato o meno sistemato di quello pubblicato: dico la verità, non ricordo! Son passati 3 anni da quando lo scrissi e un paio da quando è stato pubblicato, quindi non so…anche perché scrivo sempre migliaia di nuove cose (anche adesso sono al p.c. per scrivere!)… dovrei rileggerli entrambi per dire quale versione sia migliore.
Vedi tu, se ti interessa. Fammi sapere. Pregherò il tuo angelo custode perché ti illumini in ogni caso. Santa notte e santa vita!
In J et M
Grazie mille per la segnalazione, Filippo 😀
prego, di nulla 🙂
Riguardo alla vita dopo la morte, è utilissimo a mio parere partire dal fondamento della fede cristiana: la Resurrezione di Gesù di Nazareth a vita nuova ed eterna. Se abbiamo fondati motivi per credere che la Resurrezione sia un fatto storico, e non una semplice speranza nel nostro cuore, allora possiamo concludere che l’ Aldilà esiste. E vi sono moltissimi fondati motivi per credere che la Resurrezione sia un fatto storico, primo fra tutti il coraggio con cui i primi cristiani, a partire dal giorno di Pentecoste, l’hanno annunciata. Se Gesù non fosse realmente risorto, a che scopo annunciarlo a scapito della propria vita, di fronte a coloro che l’avevano giustiziato? Se il suo cadavere fosse stato ancora su questa terra, come mai nessuno lo ha mai rinvenuto? L’hanno nascosto gli Apostoli? Ma in tal caso sapevano che in realtà Gesù non era risorto. Come mai allora hanno rischiato la vita per dire il contrario? Evidentemente avevano vista davvero Gesù risorto in un corpo glorioso e lo avevano realmente visto salire al Cielo. E, per dirla con parole di San Pietro, non potevano “tacere quello che abbiamo visto e sentito”. Queste considerazioni, trovate leggendo libri (ad es.”Ipotesi su Gesù” di Vittorio Messori) e articoli, anche su siti americani, mi hanno aiutato moltissimo a consolidare la mia fede, anzi, a renderla una fede vera, cioè pensata, razionale, non un “credere perchè voglio credere”, che è invece fideismo. Spero vivamente che possano essere utili anche a te.
Perché accetta questa condizione? Sembra che non dipenda da Lui. Dalla sua liberta’.allora che senso ha parlare di tutto cio’. Basta accettare. Ma cosa e’ un dono ?
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-io-vittima-del-cambiamento-di-sesso-6263.htm
Testimonianza di un figlio di genitori gay
http://www.uccronline.it/2012/08/25/sono-cresciuto-con-genitori-omosessuali-e-stata-una-disgrazia/
Sì, però i sono anche svariate testimonianze di figli di genitori gay che si dicono felici, contenti e senza problemi. è difficile basarsi solo sulle testimonianze; dipende anche dai genitori e, credo, da come è stato concepito il bambino (se, per esempio, è nato in un matrimonio tradizionale e dopo i genitori si sono separati, creando nuove coppie omosessuali – o se il bambino è stato dato in adozione o concepito in provetta, ecc.).
Dipende anche dall’ambiente in cui il bambino cresce, se, per esempio, oltre i genitori gay ha una famiglia allargata (zii, cugini, nonni) che gli possano dare figure di riferimento di sesso diverso a quello dei due padri/madri.
Io non sono assolutamente a favore di adozioni a coppie omosessuali, perché anche a me pare che generino infelicità; è solo per dire che di variabili ce ne sono molte, e bisogna considerarle tutte.
Però credo che tutti gli omosessuali che desiderano avere figli dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza e pensare se davevro daranno ai loro figli ciò di cui questi hanno bisogno (come perlatro dovrebbero fare anche tutti gli eterosessuali prima di sposarsi – sapere che si impegnano per sempre e a dare una famiglia felice ai figli. poi -a nticpo Bariom – è la Grazia di Dio che fa tutto ecc ecc; ma un po’ di sano buonsenso e di ponderazione umana direi che è indispensabile).
“Dipende anche dall’ambiente in cui il bambino cresce, se, per esempio, oltre i genitori gay ha una famiglia allargata (zii, cugini, nonni) che gli possano dare figure di riferimento di sesso diverso a quello dei due padri/madri.”
Appunto, siamo sempre là: poi il padre o la madre o te li danno o te li devi andare a cercare. Non sarebbe più semplice averli in partenza? Non si risparmierebbe almeno una battaglia al pargolo? Poi è chiaro che uno può crescere tranquillo o disturbato in ogni caso. Ci mancherebbe.
😀
Auguri al mio Papa preferito!
https://fbcdn-sphotos-g-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/c0.100.611.292/p843x403/2005_4925401805351_88101320_n.jpg
Per fare gli auguri al Papa emerito su Avvenire
http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/Auguri-Benedetto.aspx
Ricapitolando:
su ogni questione VOI avete sempre ragione; gli ALTRI sono o ignoranti/disinformati, o manipolati, o scemi, o in mala fede, o stronzi….
Alvise non siamo NOI ad avere ragione…
La VERITA’ è una ed è una PERSONA… il CRISTO e molti di noi lo hanno incontrato (tant’è che molte delle mie verità – se non quasi tutte – si sono dimostrate non-verità…)
Quanto alle categorie che elenchi, beh, anche oggi, personalmente e umanamente parlando, mi sento spesso di farne parte in prima persona. 😉
Si chiama “punto di vista”. Sui grandi temi siamo praticamente tutti così. Io non concepisco le persone piene di idee e opinioni personali che poi sono tolleranti & rispettosi dell’opinione altrui. O uno è come dire in posizione di ricerca e allora ascolta tutti, oppure ha un punto di riferimento che può essere per esempio la religione e allora sa già quale mentalità scartare a priori. Non c’è nulla di scandaloso in questo. Da quel che ho letto di te qui e in altri post, la tua posizione è quella di dubitare e di provocare i chierichetti. Scelte tue, mi chiedo solo come non ti stressi a fare sempre così.
Mi scuso se ho urtato qualcuno dei frequentatori del blog: io la vedo così.
@Spica, “O uno è come dire in posizione di ricerca e allora ascolta tutti, oppure ha un punto di riferimento che può essere per esempio la religione e allora sa già quale mentalità scartare a priori.”
Mi permetto di azzardare una terza via: “Hai un punto di riferimento certo, certissimo. Una Stella Polare, ma sei ancora sempre e costantemente alla ricerca… come un esploratore, un navigatore. Alla ricerca di Dio negli altri, di Dio e della Volontà di Dio nella tua vita. Certo puoi fare dei distinguo e la tua “bussola” non osclillerà anche in mezzo alla tempesta peggiore o in presenza di “anomali campi magnetici” ;-), ma difatto sei aperto se non a “tutto” (tranne che al peccato) e a tutti, perchè il viaggio ha si una Stella Polare, ma non conosci esattamente l’itinerario 🙂
Bariom in fondo noi con Alvise seguiamo questa terza via che non esclude l’altra come hai precisato anche tu però che stress! Ci servirà per il Paradiso?
@Giusi, chissà… a chi è stato dato molto viene anche chiesto molto ;-)…
poi magari al rush finale vedremo Alvise passarci avanti con uno scatto prodigioso (e certamente MIRACOLOSO) mentre ci rivolgerà il suo ben noto “… abbiate pazienza!!” 🙂
Se anche allora sapremo gioire di questo, allora si, direi il Paradiso sarà a portata di mano 😉 😀
Bariom, praticamente vivo per questo! L’ho inserito d’ufficio nelle mie preghiere!
Sica Pica sei sicura di avere 19 anni? Sei più matura di una di 80! E’ un complimento! 😀
Purtroppo non è la mia via, Bariom. O se lo è, non ho ancora riconosciuta.
Giusi, perché tu sappia, i miei coetanei mi chiamano “mamma” o direttamente “nonna”… non so se è un bene 😀
“O uno è come dire in posizione di ricerca e allora ascolta tutti, oppure ha un punto di riferimento che può essere per esempio la religione e allora sa già quale mentalità scartare a priori”.
Carissima Spica Pica, anche quest’ultima ta affermazione, come i tuoi interventi precedenti, mostrano davvero una notevole onestà intellettuale e una non comune capacità di ragionare logicamente per individuare la verità. Anch’io non posso fare a meno di pensare che, nel tuo cuore, tu sia già aperta alla Verità che è Cristo! Pregherò per te, perché anche la tua felicità sia piena!
Sara
filosofiazzero: no, no; non gli ALTRI. Solo tu
non so se oggi vi è capitato di leggere questo:
http://lanuovabq.it/it/articoli-io-vittima-del-cambiamento-di-sesso-6263.htm
non ci capisco molto quindi non so se la transessualità sia una esasperazione dell’omosessualità, ma questa testimonianza è illuminante…
Ps: grazie anche a Spica per i suoi commenti, molto veri, delicati e chiari. In bocca al lupo per la tua vita!
L’ha postato sopra Vale ma repetita iuvant!
salve , a tutti coloro che stanno prendendo parte a questa discussione . Dico subito che non condivido tutto quello che si sta creando attorno all omosessualita’ , il parlare di diritti in modo superficialistico , il pretendere da una parte e l ‘ acconsentire dall ‘ altra di cambiare il nucleo originario da cui nasce ,prende forma ogni singolo individuo . questo nucleo formato dall ‘ unione di un uomo e una donna , da uno spermatozoo e un ovulo . La FAMiGliA . Due uomini o due donne non hanno tra loro la capacita’ di procreare e sotto questo punto non possono rappresentare un famiglia , ma una devianza dalla normalita’ . Dico questo senza disprezzo verso queste persone , perche’ purtroppo anche se la scienza non lo ammette , questa devianza e’ una malattia che colpisce in fasi della vita diverse uomini e donne ,anche se moltissime di queste devianze adesso non si creano piu’ per la malattia originaria , ma un notevole influenza e’ da imputare alla societa’ e ai suoi sbagliati mezzi di comunicazione di massa . Non penso sia giusto dare in gestione un bimbo a queste coppie cosi’ definite , non e’ naturale nonostante queste persone possano essere animate dai migliori propositi . Purtroppo questa chiesa con le sue abissali colpe e questo stato rappresentato da persone prive di moralita’ non possono dare esempi o imporre regole precise ,chiare . Dalla parita’ dei sessi ora si è passati alla confusione dei sessi !!
La pressione a fare Outing è una forma di violenza contro gli omosessuali?
http://spennatevive.blogspot.it/2012/05/la-pressione-fare-outing-e-una-forma-di.html
Aggiungo la mia testimonianza: per lunghi anni ho ritenuto lecito fare tutto ciò che era possibile fare, credevo così di essere libero, ho praticato l’omosessualità, mi sono buttato via. Oggi posso testimonare che il Signore non si stanca mai di cercarci e ci aspetta sempre con immensa misericordia, sono tornato nel fraterno abbraccio della Chiesa e nella pratica assidua dei Sacramenti, ho scelto di praticare con convinzione la castità, oggi sono veramente libero, perché posso scegliere la parte migliore.
Grazie Angelo della tua testimonianza 😀
Quello che leggo su queste pagine è incredibile. Una persone che ha prolemi con la sua omosessualitá puó, se lo desidera, andare dallo psicologo ma questi lo deve aiutare rendendolo in grado di accettare la sua omosessualitá come assolutamente normale. Altrimenti sarebbe come se uno andasse dallo psicologo perché si trova a disagio con i suoi capelli rossi e questi, invece di fargli accettare i apelli rossi come un fatto assolutamente normale, lo costringesse a tingerli.
no è come se un uomo che soffre di disturbo dissociativo dell’Identità andasse dallo psichiatra e questi gli dicesse “non c’è problema stai bene così te e le tue due personalità, però almeno scambiatevi il biglietto d visita”
I capelli rossi sono un fatto genetico, l’omosessualità no. Anche se la cultura dominante lo tace tanti sono usciti dall’omosessualità perchè non la vivevano bene, si sono sposati e hanno figli. Uno psicologo che fa credere a una persona che non vive bene la propria omosessualità che essa è un destino ineluttabile commette violenza. Secondo me non conosci bene l’argomento. Ti consiglio di leggere il libro di Luca Di Tolve così tanto per avere un’altra prospettiva, poi magari resti della tua idea.
http://www.corrispondenzaromana.it/coppia-omosessuale-umilia-il-figlio-adottivo-vestendolo-da-donna-e-polemica/
Stavo per postarlo anch’io. E’ orribile!
Il pallone è mio, le squadre le decido io e i rigori li tiro io.
Il ministro dell’Educazione dello Yukon (Canada), ha proibito l’insegnamento della dottrina cattolica sull’omosessualità nelle scuole cattoliche che ricevono fondi pubblici.
http://www.lastampa.it/2013/03/23/blogs/san-pietro-e-dintorni/canada-catechismo-fuorilegge-BgLBTnkdJGKNVCiilNwaCN/pagina.html
Pensa nel giorno di San Giuseppe capo della Sacra Famiglia! Tra un po’ essere cattolici sarà un reato!
http://2.bp.blogspot.com/_qWwRctj9AWk/TRdOAq8HAgI/AAAAAAAAAj0/72mWCnLvBFI/s1600/la+sacra+famiglia.JPG
“The Yukon Teachers’ Association says many teachers at Vanier Catholic Secondary School have asked to be transferred and it’s urging the education department to investigate how the school is being managed.
Katherine Mackwood, president of the Yukon Teachers’ Association, said about 10 teachers, including Catholics, asked for transfers from Vanier last year and even more are looking to leave now.
“I am aware that there are a significant number seeking to leave the school because of the change of vision, or direction,” she said.
The school has been the focus of controversy recently over its church-based policy on homosexual students.
Mackwood said discrimination against gay students is just the tip of the iceberg and that morale has plummeted since Yukon’s bishop, Gary Gordon, began directing Vanier’s policies a few years ago. “
Buona sera ragazzi, ok ho un’amico gay. Non ha subito abusi non ha carenze affettive non ha subito nulla di strano durante l’infanzia. E per me non cambia la sostanza, gli voglio bene così com’è e lui mi accetta per quell’enorme rottura di scatole che sono!
Ottimo! Sei fortunata… avere uno che ti accetta per “quell’enorme rottura di scatole” che dici di essere 😉
Si ed è assolutamente una bella persona!
non so se è “partito” il riferimento( mi continua a chiedere-il computer-di compatibilità.mah!)
http://www.corrispondenzaromana.it/il-dramma-della-sodomia-nella-diocesi-di-roma/
http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2734
Come ha ben spiegato Vittorio Messori, dopo il ’68, essendosi allargate le maglie dei controlli rigorosi, i seminari sono stati invasi dagli omosessuali. Si tratta di persone che non hanno una vera vocazione, che entrano nel Paese dei Balocchi (dal loro punto di vista), vale a dire un posto (la Chiesa) pieno di uomini e bambini (i loro oggetti del desiderio). Povero Papa Benedetto! Quante deve averne sapute! Io spero che Papa Bergoglio continui pure a dire buongiorno, buonasera, buon pranzo e buon appetito (sono sempre forme di educazione) ma che cominci pure a mettere mano a questo scempio!
non si deve confondere l’omosessualità con la pedofilia…la pedofilia è una” turba psichica” e coinvolge etero ed omosessuali….quindi non è automatico che chi desidera partner dello stesso sesso desideri anche bambini….
Circa la diffusione di omosessuali e pedofili nella Chiesa c’è sempre stata anche prima del 68″(conosco persone molto grandi che hanno subito abusi da preti); piuttosto è il voto di castità purtroppo ad essere mal interpretato e ad attirare spesso persone che hanno problematiche e perversioni sessuali, spesso in buona fede si rifugiano in certi ambienti per sublimare e combatter le loro tentazioni ma il risultato è l’esatto opposto…..
Certo che l’omosessualità e la pedofilia sono due cose differenti e che non è automatico che un omosessuale sia anche pedofilo ma mi riferivo ad un dato statistico rilevato: la stragrande maggioranza degli episodi di pedofilia nella chiesa sono nei confronti di bambini. Vero anche che gli abusi sono sempre esistiti ma non nella misura attuale come anche la presenza di omosessuali nella chiesa. Mi racconta mia mamma che anche ai suoi tempi si sentiva di qualche sacerdote che “peccava” ma nel senso che andava con una donna. Che poi i pedofili e gli omosessuali si facciano preti nella speranza che facendo voto di castità vincano le loro pulsioni è cosa che francamente non credo.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-dittatura-gay-arriva-il-modello-ecuador–6274.htm
ma che ve frega/ma che v’emporta….
Ho letto con molto interesse questo articolo e vedo che ha prodotto un fiume di commenti, e purtroppo non sono riuscita a leggerli tutti. Studio in un’università molto liberale negli Stati Uniti, uno di quei posti dove per l’appunto “diverso è bello” in quanto diverso (che poi cosa voglia dire esattamente diverso non è mai chiaro), e conosco molti gay, maschi e femmine, ma non sono in confidenza con nessuno di loro per cui non ho mai avuto modo di parlare delle esperienze più intime e personali della loro crescita. Sono molto sorpresa dal finale dell’articolo, perché non ho mai conosciuto nessun gay che “non equiparerebbe il valore di una famiglia composta da uomo e donna a quello di una famiglia omosessuale.” Mi ha molto colpito anche il titolo dell’articolo, “domande intorno all’omosessualità e all’omofobia,” perché anch’io sono piena di domande a questo riguardo, eppure non mi sembra di aver ancora trovato un luogo in cui se ne possa discutere con calma e serenità, alla ricerca comune del bene, per così dire. Persino molti dei commenti a questo articolo sono tanto infervorati da rendere difficile un vero dialogo, e tutte le volte che si scatena una discussione come questa mi chiedo come sia possibile discutere di un argomento tanto delicato senza procedere per generalizzazioni e senza dimenticare i volti e le storie dei nostri amici e conoscenti omosessuali. Come dicevo non ho (ancora) avuto modo di scorrere tutti gli interventi, ma se per caso ci fosse un luogo in cui una discussione di questo tipo sta avvenendo, mi piacerebbe saperlo. Grazie, e grazie davvero a Giovanni per tutte queste “domande.”
Scusate se intervengo così in ritardo…ma diciamo che ci ho messo un po’ ad avere il “coraggio” di leggere questo articolo e di seguito i commenti. Mi rivolgo a Giusi, che accenna più volte all’associazione LOT. Giusi, mi piacerebbe poter avere delle informazioni più dettagliate a proposito di questa realtà, ma gradirei dialogare altrove, sia per una mia discrezione, sia per non fare spam. Se sei disponibile, rispondi a questo commento, e magari ci sei mette d’accordo in un modo o nell’altro. Grazie per la tua attenzione, spero che mi aiuterai.
Cara Lucia, volentieri metto a tua disposizione quel poco che so e che possono sapere tutti. Personalmente non faccio parte dell’associazione. Ho conosciuto Luca Di Tolve ad una giornata di preghiera mariana, ho letto il suo libro e mi sono informata sull’associazione perchè credo svolga un’opera veramente meritoria. Questo è il sito internet:
http://www.gruppolot.it/wp/
Se clicchi su contatti c’è un numero di telefono. Luca Di Tolve è su facebook e anch’io tra gli amici di Costanza (Giusi Quaranta). Se ritieni che in qualche modo possa esserti utile mandami pure un messaggio privato. Ciao
Per il momento grazie mille Giusi. Valuto il da farsi.