“Courageous”: dove siete, uomini di coraggio?

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di Giulia Tanel

Nella nostra società c’è un fenomeno sempre più diffuso e preoccupante: l’assenza dei padri. E non ci riferiamo alle adozioni di bambini a coppie omosessuali.

L’assenza dei padri è visibile soprattutto nelle famiglie “normali”, dove un padre formalmente c’è e magari è anche un ottimo baby-sitter e un eccellente casalingo.
Tuttavia il ruolo a cui sono chiamati i padri è un altro: non solo – o, meglio, non principalmente – quello di cambiare pannolini e preparare minestrine. Il padre è chiamato ad incarnare l’autorità e ad indicare ai figli quale sia la strada da percorrere. Ed è questo un ruolo in un certo senso più difficile di quello della madre, che invece dovrebbe essere colei che cura e protegge.
Il padre apre ai figli uno sguardo sull’esterno, sul mondo; la madre incarna invece il nido domestico, il luogo sicuro e protetto.
Eppure quello che si vede sempre più spesso è la donna-madre-lavoratrice che guida la famiglia e prende tutte le decisioni: mentre i padri si limitano ad obbedire, perché in fondo è più comodo, oppure perché sono avvinghiati nella sindrome di eterni Peter Pan.

Un film molto interessante sul ruolo dei padri nella famiglia e nella società è “Courageous”, diretto ad Alex Kendrick ed uscito nel 2011.
La pellicola ha per protagonisti degli agenti di polizia, che nella quotidianità sono costretti ad affrontare inseguimenti, risse e sparatorie. La sfida per loro più impegnativa, tuttavia, è quella che sono chiamati ad affrontare all’interno delle loro famiglie, con le loro mogli e i loro figli. Ed è una sfida dove non ci sono mezze misure e dove, nel momento in cui si sbaglia, a pagarne sono i figli.
Uno degli agenti, Adam Mitchell, a seguito della morte in un incidente stradale della figlioletta di soli nove anni, comincia ad interrogarsi su che padre sia stato per lei e si rammarica del tempo che ha perso, accusandosi di non essere stato un buon padre. Sua moglie, però, lo fa riflettere: loro hanno un altro figlio, un ragazzino adolescente e ribelle e dunque lui può ancora essere padre, deve ancora fare il padre.
Ed è così che Adam stende un decalogo di “norme” che ogni buon padre dovrebbe rispettare e, assieme ad alcuni suoi colleghi poliziotti, lo firma durante una cerimonia ufficiale.
Essere un buon padre o non esserlo, non è la stessa cosa. Ne va della vita dei propri figli e, quale diretta conseguenza, del benessere dell’intera società: bullismo, omosessualità, uso di droghe… non sono comportamenti che nascono dal nulla, hanno sempre una spiegazione legata alle vicende familiari.

Nella scena conclusiva del film, Adam presenta in un incontro pubblico il decalogo che ha steso e afferma a gran voce di fronte ai presenti: “Non dovrete chiedermi chi guiderà la mia famiglia, perché per grazia di Dio lo farò io. Non dovete chiedermi chi insegnerà a mio figlio a seguire Dio, perché lo farò io. Chi si prenderà la responsabilità di provvedere alla mia famiglia e di proteggerla? Lo farò io. Chi chiederà a Dio di spezzare la catena delle cattive strade nel cammino della mia famiglia? Lo farò io. Chi dovrà pregare e benedire i miei figli perché seguano devotamente la chiamata di Dio? Io sono il padre: lo farò io. Accetto questa responsabilità ed è un onore per me accoglierla. Quello che voglio è il benestare di Dio e la Sua benedizione sulla mia casa, così come ogni buon cristiano. Perciò dove siete uomini di coraggio? Dove sono i padri che sentono Dio? È tempo di alzarsi in piedi e rispondere alla chiamata di Dio e dire: lo farò io!”.

fonte: Libertà e Persona

72 pensieri su ““Courageous”: dove siete, uomini di coraggio?

  1. APPELLO:

    sono all’affannosa ricerca del libro di Marie-Joseph Le Guillou, L’innocente, della casa editrice Città Nuova. Il libro è fuori catalogo, neppure a Città Nuova ne hanno una copia, è introvabile in tutte le librerie, e presente, a quanto mi risulta, in una sola biblioteca di Roma, e solo per consultazione (leggere di giorno, a chilometri di distanza dai suoi figli è fantascienza). Sono disposta a pagare qualsiasi cifra per averlo, anche solo in prestito. Nel caso offro come cauzione il deposito della mia riserva segreta di Chococaviar Venchi, al 75% di cacao.

  2. E’ tempo per molti padri di capire che questa è la loro chiamata, che (anche) questa è la loro Vocazioni, che questa su di loro è la Volontà di Dio e laddove la compi Dio è con te, tua forza, tuo scudo, lampada per i tuoi passi.

    Ma ancora più difficile è il cammino di padre, per chi un padre così non l’ha mai conosciuto… non lasciamo i nostri figli orfani prima del tempo.

  3. Alvaro

    Semplicemente, essere presenti. Sono tornato bambino quando li accompagnavo in Chiesa la Domenica e li vedevo fare i chierichetti. Ho’ frequentato le scuole medie tre volte, una da adolescente e due volte da uomo sposato insieme ai miei figli. Mi sono addormentato non si sa’ quante volte sui gradini della piscina dove i miei figli si allenavano. Ho’ cercato di interpretare al meglio la loro adolescenza. Insomma, semplicemente, ho’ vissuto, anche per loro e con loro, molti giorni della mia vita. Chiaramente insieme a mia moglie e loro mamma. Alvaro.
    P.S. Sia chiaro che non mi considero ne meglio ne peggio di altri papa’, voglio solo portare un esempio di quello che “potrebbe” essere un comportamento da buon papa’.

    1. Secondo me sei stato un bravo papà, ed è così, collaborando ed essendo presenti, senza l’ansia di essere un eroe o chissà che, semplicemente esserci. Questo è molto difficile oggi per molti genitori di entrambi i sessi.

  4. Fiorella

    Cara Costanza, ho trovato il libro alla biblioteca cantonale di Lugano (io abito qui) e l’ho prenotato, settimana prossima vado a ritirarlo e magari posso chiedere se lo vendono……..ti faro’ sapere.
    Fiorella
    sono una new entry ma vi leggo leggo sempre con piacere

  5. Il vero problema, o se vogliamo il cambiamento radicale, non è tanto l’assenza dei padri quanto il clima famigliare che è cambiato. I due codici materno e paterno sono agiti da sempre. PAdri e madri assenti ci sono sempre stati e non sono una novità di oggi. Forse quello che è cambiato davvero è il clima di instabilità affettiva con cui crescono i nostri figli. Quando nasci vedi mamma e papà e dai per scontato che siano insieme, sono quasi una cosa sola. E’ che oggi si sta insieme per innamoramento, poi quando l’emozione passa si cambia oggetto del desiderio (se ne avete voglia ho scritto qualcosa sulla differenza, secondo me, tra sentimento ed emozione http://zincaturatrepuntozero.com/pensieri-e-poesie-sparse/sentimenti-ed-emozioni/). l’argomento è molto molto complesso e richiederebbe molto più tempo. Credo solo che gran parte dei problemi di fragilità psico-emotiva dei nostri giovani sia dovuta non tanto alla mancanza di un padre o una madre quanto al crescere fin da piccoli senza certezze. Dev’essere straziante per un bambino non essere sicuro che papà o mamma tornino a casa la sera o possano trovarsi un’altra mamma o papà con cui stare. E lo dico da non credente. Buona giornata a tutti

        1. Grazie 😉 , la storia è un po complicata ma ti ringrazio lo stesso. Traspare grande profondità, malinconia e sguardo di chi ha conosciuto grandi dolori dai tuoi scritti. Poi magari sbaglio. Ma la tua riposta mi fa piacere comunque.

          1. @Roberto la tua attenzione per quel che scrivo qua e là mi commuove… è vero in parte ciò che hai letto tra le righe, ma gioie e dolori come nella vita di tanti e per alcuni ben altri dolori.

            Spero traspaia, almeno ogni tanto, la mia profonda gratitudine a Dio, per aver posato lo sguardo sulla vita mia, a me che ero da Lui così lontano e forse, come te, tenevo solo aperto uno spiraglio sull’ “Ignoto”.
            Se la porta è sprangata, non irrompe, non l’abbatte (anche se passare per le porte chiuse sappiamo gli riesce :-)), ma se trova uno spiraglio…

            Cantico dei Cantici 5

            Io dormo, ma il mio cuore veglia.
            Un rumore! È il mio diletto che bussa:
            «Aprimi, sorella mia,
            mia amica, mia colomba, perfetta mia;
            perché il mio capo è bagnato di rugiada,
            i miei riccioli di gocce notturne».
            «Mi sono tolta la veste;
            come indossarla ancora?
            Mi sono lavata i piedi;
            come ancora sporcarli?».
            Il mio diletto ha messo la mano nello spiraglio
            e un fremito mi ha sconvolta.
            Mi sono alzata per aprire al mio diletto
            e le mie mani stillavano mirra,
            fluiva mirra dalle mie dita
            sulla maniglia del chiavistello.

            Lui è l’Amore e noi siamo l’Amata 🙂

  6. Ciao tutti,
    ieri l’udienza generale del Papa è stata proprio sulla paternità. L’articolo “Dio ci insegna la vera paternità” di avvenire di ieri ne fa un sunto interessante e rimanda anche al testo integrale:
    http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/udienza-papa-benedetto-30-gennaio-2013-paternit%C3%A0-di-dio.aspx

    Comunque io, da giovane padre e con alle spalle una cultura sessantottina da cui sto cercando di affrancarmi vedo quotidianamente le difficoltà di ricoprire questo ruolo, alla ricerca di un equilibrio (essere autorevole ma non autoritario, affettuoso ma non micione, arginare la naturale invadenza della madre senza sostituirsi a lei…). Personalmente una delle cose che mi ha dato più aiuto è stato il libro di Roberta Vinerba “Fare i padri, essere figli” in cui si dice: non esistono regole o decaloghi per fare i padri, il buon padre è quello che non si sottrae, non abdica al suo ruolo anche facendo errori.

  7. Luigi Fedrighelli

    Grazie Costanza per questo articolo. Il problema a volte è che l’emancipazione delle donne ne ha portate alcune a prendere il sopravvento sui loro mariti. Ne conosco alcuni con moglie che paiono dei sergenti di ferro.

  8. Non c’è ricette. Uno porta in famiglia quello che è lui, nel bene e nel male. Non si può cercare di travestirsi da buon padre se uno non è una persona che vale. E anche uno è (almeno in parte, o per reazione)quello che ha visto come essere dai suoi genitori nei secoli dei secoli. E anche tenendo presente una cosa, come dice admin in fondo a un blog precedente, non permettiamoci di voler sapere e di giudicare quello che succede nelle famiglie di cui in realtà non sappiamo nulla. Quanto al film, a giudicare dal finale, una americanata pazzesca!!!

    1. @Alvise così se non sei una “persona che vale”, sei finito, kaputt, senza speranza…!

      Per il mondo forse… Grazie a Dio, non è così per Dio.
      Anche nella Scrittura Dio ama scegliere persone di poco o nullo valore a giudizio dei più (Abramo, Mosè, Davide, molti Profeti…), per compiere una Storia grandiosa e ancora oggi rimangono come paradigma per il cammino del credente.

  9. Giusi

    Non sempre amo gli americani ma c’è una cosa che ho sempre ammirato di loro: non si sono mai vergognati di parlare di Dio. Anche i Presidenti, tutti, nel loro discorso iniziale ringraziano Dio. Che poi è l’unica risposta.

    1. …anche i presidenti fanno come voi: pronunciano il nome di Dio e poi fanno uguale (o anche, non necessariamente, peggio) di tutti gli altri.
      Ma almeno tutti gli altri non hanno la spudoratezza di pronunciare il nome di Dio.

      Sentivo oggi alla radio che un monsignore della CEI esortava i votanti a non farsi accalappiare dagli imbonitori. Ma non diceva chi erano questi imbonitori…

      1. …mah, Alvise chi lo sa? Tu certo lo sai che non ti fai “imbonire da nessuno” e sempre sputi sentenze di una assoluta stupidità anche per i più stupidi degli “avversi”: “…anche i presidenti fanno come voi: pronunciano il nome di Dio e poi fanno uguale.”

        Voi chi? (!!) Li conosci tutti questi “voi”, uno per uno, e poi fanno uguale (frase molto ben formulata…).
        Uguale a che? A chi? Che fanno?

        Ma ascoltati quando parli (e quando scrivi…)!!!

    2. Alvaro

      E nelle chiese americane si possono vedere; al centro l’altare, e spesso con Gesu’ sospeso sullo stesso, a sx dello stesso la bandiera degli USA e a dx la bandiera del Pontefice. E, senza nessuna nostalgia politica, cio’ mi ricorda Dio, Patria e Famiglia. Alvaro.

  10. In linea di massima concordo. La domanda americana “sono un buon padre” e’ quasi sempre fasulla e sentimentale. Alla fine i “parametri” sono cose tipo “quante partite di baseball di mio figlio sono andato a vedere” o simili. E onestamente la risposta e’ scontata: penso che nessuno possa dire a se stesso di essere un buon padre. Il decalogo finale contiene punti reali, ma assumerseli con tanto di (auto)investitura e’ piu’ grande di noi. Anche quando ci sposiamo promettiamo un numero limitatissimo di cose, anzi fondamentalmente una: non smetteremo quando il gioco si fa duro (ed e’ gia’ oltre le nostre forze). Infatti la Chiesa sa che abbiamo bisogno del sacramento, non ci chiede di dichiarare coram populo un programma di buoni propositi. Trovo molto materialistica-deterministica l’affermazine “bullismo, omosessualità, uso di droghe… non sono comportamenti che nascono dal nulla, hanno sempre una spiegazione legata alle vicende familiari.”, anche se non completamente falsa.

  11. Non è facile misurare la capacità di essere padre soprattutto se lo si fa analizzando come si comportano i figli.
    I genitori lanciano la freccia e devono indicare la direzione, accompagnare e spingere in quella direzione ma quando vedi che dallo stesso padre crescono figli completamente diversi si ha la tentazione di dubitare dell’efficacia dell’azione paterna.

    1. @exileye questa mi sembra un ottima considerazione degna di riflessione.

      Ho tre figli cresciuti nello stesso ambiente famigliare e che (credo e spero) abbiano ricevuto la stessa linea educativa, pure son molto diversi, questo va da sé e diversa è stata ed è la loro “risposta” al comune insegnamento (anche della Fede) come diverse le “reazioni” alla storia che Dio ha fatto con la nostra famiglia.

      E’ per me un ammonimento e un richiamo alla libertà dei Figli e della Persona, all’accettazione della Storia che Dio vuol fare con loro (e se vogliamo del rapporto che loro vogliono instaurare con Dio).

      In fondo la parabola del “figliuol prodigo” – che è poi quella del “Padre Buono” – ben c’insegna… sapendo chi rappresenta il padre della parabola, non potremo imputare a Lui il non aver amato e correttamente cresciuto i figli, eppure l’uno e l’altro non l’hanno compreso appieno e hanno fatto le loro scelte..

  12. Mario

    Secondo me, “Courageous” è un bellissimo film, come del resto “Fireproof” e “Affrontando i giganti” degli stessi autori.
    Ho scaricato da Internet e tradotto in Italiano la “Resolution” (penso che in Inglese suoni un po’ diverso dalla traduzione “Risoluzione”, ma non ho trovato una parola che mi soddisfacesse di più: “Giuramento” ed “Impegno” secondo me non esprimono abbastanza il fatto che si tratta di una iniziativa completamente libera).

    La propongo ai lettori del blog che fossero interessati. Preciso che la mia traduzione è leggermente diversa da quella del doppiaggio, ma a me piace di più così (vale il “disclaimer”: non sono un traduttore professionista, se capite l’Inglese potete trovare l’originale su Internet, che secondo me rende meglio di qualsiasi traduzione).

    La Risoluzione

    1. IO mi impegno solennemente davanti a Dio ad assumermi ogni responsabilità per me stesso, per mia moglie e per i miei figli. Li amerò, li proteggerò, li servirò, e insegnerò loro la Parola di Dio, che è la guida spirituale della mia casa.
    2. IO sarò sempre fedele a mia moglie, la amerò e la onorerò, e sarò pronto a dare la mia vita per lei come Gesù Cristo ha fatto per me.
    3. IO benedirò i miei figli, insegnerò loro ad amare Dio con tutto il loro cuore, con tutta la loro mente e con tutta la loro forza, ed insegnerò loro a dar valore al rispetto e a vivere responsabilmente.
    4. IO combatterò il male, praticherò la giustizia e agirò con misericordia.
    5. IO pregherò per il mio prossimo e lo tratterò con gentilezza, con rispetto e con compassione.
    6. IO lavorerò con diligenza per provvedere alle necessità della mia famiglia.
    7. IO perdonerò coloro che mi hanno fatto torto e mi riconcilierò con coloro a cui io ho fatto torto.
    8. IO imparerò dai miei errori, mi pentirò dei miei peccati, e agirò con integrità, come un uomo che risponde a Dio delle proprie azioni.
    9. IO cercherò di onorare Dio, di essere fedele alla Sua Chiesa, di obbedire alla Sua Parola, e di fare la Sua Volontà.
    10. IO lavorerò coraggiosamente con la forza data da Dio per adempiere questo giuramento per il resto della mia vita e per la Sua gloria.

    Per quanto riguarda me e la mia famiglia, noi serviremo il Signore (Gs 24:15).

    Esiste (solo su Internet e non nel film) anche una versione per la donna, qui di seguito.

    La Risoluzione per la Donna

    1. IO mi impegno solennemente davanti a Dio ad abbracciare il mio attuale stato di vita e a vivere in uno spirito di gratitudine.
    2. IO aderirò al modello di Dio per l’essere donna e lo insegnerò alle mie figlie. Celebrerò la mia unicità data da Dio e rispetterò le differenze che Egli ha posto negli altri.
    3. IO vivrò come una donna che risponde a Dio delle sue azioni e sarò fedele alla Sua Parola. Cercherò di dare il meglio di me stessa nei compiti che Dio mi ha affidati.
    4. IO sarò pronta ad ascoltare, lenta a parlare, e stimerò gli altri più di me stessa. Perdonerò coloro che mi hanno offesa e mi riconcilierò con con coloro a cui ho fatto torto.
    5. IO non tollererò cattive influenze su di me o su casa mia, ma abbraccerò una vita di purezza.
    6. IO praticherò la giustizia, agirò con misericordia e con compassione verso il mio prossimo.
    7. IO sarò fedele a mio marito e lo onorerò con la mia condotta e con le mie parole, ed aspirerò ad essere la compagna migliore per aiutarlo a realizzare il suo potenziale donato da Dio.
    8. IO insegnerò ai miei figli ad amare Dio, a rispettare l’autorità ed a vivere responsabilmente.
    9. IO coltiverò la pace in casa mia, affinché essa sia un luogo dove si percepisce la presenza di Dio. Prenderò le decisioni di oggi avendo in mente l’impatto che esse avranno sul domani e considererò le mie scelte attuali alla luce delle future generazioni.
    10. IO lavorerò coraggiosamente con la forza data da Dio per adempiere questo impegno per il resto della mia vita e per la Sua gloria.

    Per quanto riguarda me e la mia famiglia, noi serviremo il Signore (Gs 24:15).

  13. Costanza Miriano

    BsBass, grazie!!!!!! Non ho parole per ringraziarti! L’ho già ordinato, ma non ho ricevuto la mail di conferma. Nel frattempo tengo aperte tutte le altre possibilità: Luca lo può prendere in biblioteca, e forse anche Iolanda (amici di fb), così Stefano, genio telematico: poiché per me è di vitale importanza, e fino a che non lo stringo fra le mani non mi do pace le sto provando proprio tutte!! Grazie grazie grazie a tutti!

  14. Erika

    Questo elenco di “risoluzioni” maschili e femminili mi lascia molto, moltissimo perplessa.
    Ciò che ne esce fuori è l’idea dell’uomo come essere umano completo e la donna come un essere “di servizio”, la cui unica ragion d’essere è quella di aiutare il marito a “realizzare il suo potenziale”.
    Una donna “pronta ad ascoltare, lenta a parlare e che stima gli altri più di se stessa”.
    Mi spiace, non sono d’accordo.

    1. Lalla

      Tempo fa Paolo Pugni consigliò un libro “Papà tu sei il mio eroe” sul rapporto padri-figlie. Lo abbiamo ordinato, mio marito lo ha letto, e davvero, pur essendo già un ottimo papà – del genere “padre” e non “mammo” :-), il suo rapporto con nostra figlia ne ha tratto grande giovamento. Davvero lo consiglio a tutti i papà. Istruzioni per l’uso: se si è anche leggermente allergici agli enfatici “toni americani” bisogna fare un po’ la tara, come anche nei film del resto. Come sempre la traduzione non aiuta. Ma i contenuti sono davvero validi!

  15. Molte donne non permettono ai mariti di farlo, bisogna dire anche questo, è ora di rinnovare un po’ tutto, ma in meglio, non in peggio..

    1. Max

      Infatti, il ’68 e il femminismo hanno lasciato in eredità astio ed ira verso tutto ciò che è autorità e parternità. Molte donne di oggi sono figlie di quella generazione e nel DNA della loro educazione c’è l’odio per ciò che di natura propria è rivestito di autorità, compreso il ruolo paterno. Per il resto (e proprio per questo) tale tipo di articoli mi sembrano solo predicozzi inutili, tentativi maldestri di imitare grandi donne sapienti e coraggiose (non faccio nomi…) che recentemente hanno illuminato la società con la verità: quale appello al coraggio di ricoprire il ruolo paterno ci può essere, in un mondo fatto di tante famiglie in cui se provi a farlo vieni visto (da moglie e magari suoceri, genitori, parenti, amici, etc.) come un cavernicolo nemico della famiglia, un desposta o peggio ancora?! Io farei piuttosto un appello alle donne a lasciar stare la violenza contro gli uomini, a permetter loro di fare i padri e di parlare (ma questi appelli, grazie a Dio, sono stati fatti da donne sapienti e coraggiose). Papà, padre, Padre: se tu non gli (Gli) permetti di parlare, lui (Lui) non parlerà, perchè non impone la realtà, ma te la vuol mostrare, solo se sei disposta a vederla e a porti in ascolto.

    1. Sicuramente è lo stesso Obama, probabilmente non è lo stesso Dio (o la stessa idea che ha di Dio…) (o per certe cose invoca Dio per altre fa di testa sua…)
      Tu dirai, come fate in tanti… e su questo a volte non ti si potrebbe dare torto.

  16. Eleonora

    Erika, concordo pienamente con te, ma purtroppo le idee di fondo di questo elenco sono condivise da buona parte degli autori e commentatori di questo blog… La frase “pronta ad ascoltare, lenta a parlare e che stima gli altri più di se stessa” è semplicemente agghiacciante, racchiude in sé una profonda violenza. Mi ricorda quando al corso di preparazione al matrimonio mi sentii dire “l’uomo è l’opera d’arte e la donna il suo piedistallo”…
    Rispetto e stimo Costanza Miriano, pur non condividendo molte delle sue posizioni, ma temo che la sua idea di “sottomissione”, pur così acutamente esposta e motivata, sia per alcuni spiriti meno illuminati un pericoloso punto di partenza…Costanza inneggia a un certo tipo di sottomissione, che secondo lei è la realizzazione del vero potenziale della donna, evocando San Paolo. Purtroppo, da qui allo svilimento e all’umiliazione della figura femminile il passo per alcuni è breve, brevissimo…
    Vorrei anche “complimentarmi” con Giulia Tanel, l’autrice del post, per avere messo l’omosessualità sullo stesso piano del bullismo e dell’uso di droghe… Da brividi.

    1. 61Angeloextralarge

      Eleonora: mi ritengo una figura femminile, ma non mi sento assolutamente umiliata o a rischio di umiliazione. Condivido appieno le idee espresse da Costanza in entrambi i suoi libri, anche perché non hanno nulla di “anormale” con il credo che professo, anzi! Dal mio punto di vista, Costanza esalta la figura femminile, la rivaluta nella sua dignità, perché ne parla nella verità fondamentale della natura femminile, che come quella maschile, non è solo corpo… solo idee… solo dignità… solo spiritualitò, ma un insieme molto particolare e bello, a volte semplice e a volte no, ma degno di stima e di essere amato. Non credo che sia molto amorevole e molto rispettoso cercare di portare la donna ad assomigliare ad un uomo o a sostituirlo. Tutto qua: ognuno sia quello che deve essere e non la maschera-caricatura, consapevole o meno, di ciò che in realtà non è.

      1. Ma chi lo decide cosa deve essere l’uomo o la donna? Basta con sta cosa dei ruoli predefiniti, ne ho sentite troppe (soprattutto donne!!!) dire: lui deve fare l’uomo e lei la donna. Ma dove? L’uomo deve fare secondo il suo carattere e la donna pure, e che c’entra se è madre o padre.. Ognuno secondo quello per cui è portato. Come dice Woody Allen (che non mi piace troppo, ma in quel film sì), “basta che funzioni”. Basta che all’interno della famiglia ci sia l’equilibrio di definire cosa è meglio per uno e per l’altro, la collaborazione, l’armonia, l’accordo.. Va beh, sono sognatrice si vede.. Ma siamo ancora con sti problema che la donna non deve somigliare all’uomo? Ma io di uomini ne conosco (e pure di donne forti, deboli, sottomesse o dominanti, sempre donne sono) e ognuno è diverso, sono solo stereotipi. Bah.. a volte mi perplimo perchè sento ancora parlare di ruoli da donna e da uomo..boh..beh.. Ciao buonanotte :))

  17. admin

    Eleonora scrive:
    “le idee di fondo di questo elenco sono condivise da buona parte degli autori e commentatori di questo blog”

    Signora Eleonora, gli autori e i commentatori del blog sono individui singoli e distinti che possono, volta per volta , condividere o non condividere idee ed opinioni. La tesi per cui esista un presunto pensiero unico del blog insieme alla pretesa di indovinarne gli umori è offensivo prima ancora che superficiale

    1. Eleonora

      Ho forse accusato questo blog di pensiero unico? Non mi pare proprio, e mi dispiace che, in evidente malafede, la mia affermazione venga travisata. Se qui vigesse il pensiero unico non mi fermerei a leggere opinioni spesso così diverse dalle mie, invece di tanto in tanto faccio un salto qui perché trovo riflessioni interessanti e stimolanti.
      Ho solo detto che “buona parte” degli autori e dei commentatori condivide certe idee sullo svilimento della figura femminile, e la cosa è innegabile, basta una semplice lettura di alcuni post e commenti. Non ho parlato della “maggior parte” e nemmeno di “tutti”. Provo a spiegarmi meglio: c’è chi prende spunto dalla peculiare idea di sottomissione formulata da Costanza per “allargarsi” un po’ troppo, inneggiando a un’immagine subalterna e (a mio parere) offensiva della donna. Tutto qui.

      1. admin

        Lei continua a generalizzare: quando e se troverà qualcuno che “prende spunto dalla peculiare idea di sottomissione formulata da Costanza per “allargarsi” un po’ troppo, inneggiando a un’immagine subalterna e (a suo parere) offensiva della donna”, risponda. Punto.
        Così se non le piace il decalogo di Mario risponda a Mario (come ha fatto Erika) senza presupporre posizioni e idee che non sono state espresse, frutto del suo pregiudizio verso i frequentatori del blog (le faccio notare che non c’è stato neanche un commento di apprezzamento). Questa sì che è malafede.

    1. 61Angeloextralarge

      Alvise Maria: non mi sembra di aver parlato una lingua diversa dall’italiano… poi la forma grammaticale lascia a desiderare, ma mì è uscita col “core”!
      Ad esempio: perché non ti esamini un po’… magari un cincinin di maschera, o corazza… ce l’hai anche tu, no? 😉

        1. 61Angeloextralarge

          Alvise Maria: ceeerto! Chi più chi meno… l’importante è rendersene conto e cercare di toglersele, anche perché è un lavoro doloroso ma guarisce il cuore. 😉

  18. admin

    questa è la classifica dei commentatori (basata sugli ultimi 1000 commenti); nelle prime 3 posizioni abbiamo:
    Giusi, che ha appena espresso posizioni vicine a quelle di Eleonora riguardo alla “sottomissione”, Bariom, che credo non abbia neanche letto i libri di Costanza, e Filosifiazzero,beh non ne parliamo. Per dire….

    1. Mamma che vergogna! Mi sento il mostro sbattuto in prima pagina…
      Bisogna che mi dia una calmata – tra Alvise e Giusi (!) – poi i libri di Costanza potrei averli letti, non letti, letti e non trovati esaltanti, non finiti (cmq li ho tutti e due :-)) certo non mi è stato chiesto di comprovarne l’avvenuta lettura prima di poter partecipare a questo blog 😉

    2. Giusi

      Preciso che io mi riferivo al termine sottomissione che, se pur usato da San Paolo del quale riconosco la grandezza, mi fa venire un livello di orticaria. Il libro di Costanza mi è piaciuto anche se ho posizioni un po’ differenti che mi pare siano emerse dai miei (copio admin) 124 commenti. Sul valore del libro e sulla profondità dei concetti espressi nulla da dire. L’ho anche prestato a mie amiche giovani in procinto si sposarsi invitandole a leggerlo nonostante il titolo e alla fine si sono dichiarate contente di averlo fatto.

  19. L’ideologia dominante, attraverso i media, sta producendo un disastro antropologico difficilmente sanabile. Anche attraverso le case discografiche si producono messaggi con i video musicali, che fuorviano le menti dei più giovani proponendo figure maschili ridicolizzate se non annientate. Le devastazioni psicologiche più gravi si riscontrano laddove le famiglie si sfasciano e i padri, nella maggior parte dei casi, sono costretti ad allontanarsi, se già lontani non sono perché alla ricerca di una identità maschile sempre più labile e offuscata. In uno scenario sociale e culturale simile in cui imperversa gravosamente l’incertezza economica e lo sradicamento identitario, i giovani sono sempre più sbandati e senza punti di riferimento educativi, di fronte ad una palude che avviluppa nell’indifferenza generale l’individuo solo, funzionale ad un sistema disumano ed anticristico che ha come unico obiettivo la morte delle coscienze.

    1. 61Angeloextralarge

      Alvise Maria: da brava ‘gnurant cum ‘na capra… il latino non me lo ricordo proprio. Giusto le preghiere e alcuni Inni dell’Ufficio delle Letture. Quando ho lasciato il commento “incriminato” ho semplicemente pensato al significato che gli si da’ per Carnevale. Pensa te! 😀

  20. admin

    Costanza ha ricevuto il file in pdf del libro che cercava tanto; GRAZIE veramente di cuore a tutti coloro che si sono spesi per lei.

  21. Il film è bellissimo, confermo. Peccato che c’è tutta una consistente produzione “spirituale” americana che non arriva doppiata qui in Italia (per la verità, nemmeno si sa che esiste): ad es. October Baby (menzione speciale al Fiuggi Festival 2012), dovremo guardarcelo in inglese… come tanti romanzi di christian fiction, movie, serie tv…. tutti SCONOSCIUTI qui da noi

  22. Lalla

    Elimod, ho dato un’occhiata al tuo profilo in rete. Una Liala cattolica! Ma bello! (non sono ironica eh)

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