Quasi tutti i matrimoni, anche quelli felici, sono errori…

JRR02

di J. R.R. Tolkien

Nella nostra cultura occidentale la tradizione cavalleresca è ancora forte, benché, come prodotto della cristianità (e tuttavia tutta un’altra cosa dall’ etica cristiana) i tempi le siano ostili. Idealizza l’amore – e può essere una cosa positiva, perché comprende molto più che il piacere fisico e prescrive se non proprio la purezza, almeno la fedeltà, e quindi la negazione di sé, il «servizio», la cortesia, l’onore e il coraggio.

Il suo punto debole è, naturalmente, la sua origine di divertimento artificiale praticato nelle corti, un modo di godere dell’amore in sé stesso, senza nessun riferimento (anzi negandone la validità) al matrimonio. Il suo centro non era Dio, ma divinità artificiose, l’Amore e la Dama. Tende tuttora a fare della Dama una specie di faro-guida o di divinità: un assioma ormai passato di moda.[…] Anche la donna è un essere umano caduto e anche la sua anima è in pericolo. [Questa tradizione] penso che presenti dei pericoli. Non è completamente vera e non è perfettamente «teo­centrica ». Distoglie, e ha distolto in passato, gli occhi del giovane dalle donne così come sono veramente, compagne nelle avversità della vita e non stelle-guida. Fa dimenticare i desideri, i bisogni, le tentazioni delle donne. Inculca la tesi esagerata dell’ «amore vero» come di un fuoco che viene dal di fuori, un’esaltazione permanente, che non prende in considerazione gli anni che passano, i figli che arrivano, la vita di tutti i giorni ed è svincolata dalla volontà e dagli obiettivi. ( Uno dei risultati è quello di far cercare ai giovani un «amore» che li tenga sempre al caldo, riparati da un mondo freddo, senza che debbano sforzarsi in nessun modo; e gli inguaribilmente romantici vanno avanti a cercare questo amore a costo di affrontare lo squallore delle cause di divorzio ).

[…] E’ un mondo corrotto, il nostro, e non c’è armonia tra i nostri corpi, la nostra mente e l’anima. Tuttavia, la caratteristica di un mondo corrotto è che il meglio non si può ottenere attraverso il puro godimento, o quella che è chiamata la realizzazione di sé (che di solito è un modo elegante per definire l’autoindulgenza, nemica della realizzazione degli altri); ma attraverso la rinuncia, la sofferenza. La fede nel matrimonio cristiano implica questo: grande mortificazione. Per un cristiano non c’è alternativa. Il matrimonio può aiutarlo a santificare e a dirigere verso un giusto obiettivo i suoi impulsi sessuali; la sua grazia può aiutarlo nella battaglia; ma la battaglia resta. Il matrimonio non lo potrà soddisfare – come un affamato può essere soddisfatto da pasti regolari.[…] Queste cose non vengono quasi mai dette – nemmeno a quelle persone cresciute nella fede della Chiesa. Quelle che vivono al di fuori sembra che non ne abbiano mai sentito parlare. Quando l’innamoramento è passato o quando si è un po’ spento, pensano di aver fatto un errore e di dover ancora trovare la vera anima gemella. Per vera anima gemella troppo spesso si scambia la prima persona sessualmente attraente che si incontra. Qualcuno che forse davvero avrebbero fatto meglio a sposare, se solo… Da qui il divorzio, per risolvere quel «se solo». E naturalmente di solito hanno ragione: avevano fatto un errore. Solo un uomo molto saggio, arrivato al termine della sua vita, potrebbe esprimere un equo giudizio su quale persona, fra tutte, avrebbe fatto meglio a sposare! Quasi tutti i matrimoni, anche quelli felici, sono errori: nel senso che quasi certamente (in un mondo migliore, o anche in questo, pur se imperfetto, ma con un po’ più di attenzione) entrambi i partner avrebbero potuto trovare compagni molto più adatti. Ma la vera anima gemella è quella che hai sposato. Di solito tu scegli ben poco: lo fanno la vita e le circostanze (benché, se c’è un Dio, queste non siano che i Suoi strumenti o la Sua manifestazione).[…]

Ma anche nei paesi dove la tradizione romantica ha tanto influenzato le consuetudini sociali da far credere alla gente che la scelta di un compagno riguardi esclusivamente il giovane, solo un raro colpo di fortuna fa sì che si incontrino un uomo e una donna «destinati» l’uno all’altra e in grado di interessare un grande e splendido amore. Questa possibilità ci incanta, ci prende alla gola: moltissime poesie e moltissimi racconti sono stati scritti su questo argomento, probabilmente più numerosi che le storie d’amore reali (e tuttavia le migliori di queste storie non parlano del matrimonio felice di questi grandi amanti, ma della loro tragica separazione; come se persino nella dimensione del racconto la grandezza e lo splendore, in questo mondo corrotto, si raggiungano attraverso il fallimento e la sofferenza). In questi grandi amori, spesso amori a prima vista, cogliamo la visione, suppongo, di quello che sarebbe stato il matrimonio in un mondo incorrotto. In questo mondo corrotto abbiamo come unica guida la prudenza e la saggezza (rare nella gioventù e inutili nella ma­turità), un cuore puro e forza di volontà. […] La mia stessa storia è così fuori dal comune, così sbagliata e imprudente che mi riesce difficile consigliarti di essere cauto. Tuttavia, le eccezioni possono giustificare la norma […].

Al di là di questa mia vita oscura, tanto frustrata, io ti propongo l’unica grande cosa da amare sulla terra: i Santi Sacramenti. […] Qui tu troverai avventura, gloria, onore, fedeltà e la vera strada per tutto il tuo amore su questa terra, e più di questo: la morte. Per il divino paradosso che solo il presagio della morte, che fa terminare la vita e pretende da tutti la resa, può conservare e donare realtà ed eterna durata alle relazioni su questa terra che tu cerchi (amore, fedeltà, gioia), e che ogni uomo nel suo cuore desidera.

 Da una lettera di John R. R. Tolkien al figlio Michael (6-8 marzo 1941)

Tratto da: John R. R. Tolkien, La realtà in trasparenza, Bompiani 2001.

Disegno di Lorenzo Zapp (Lorenzo lo trovi anche su facebook)

42 pensieri su “Quasi tutti i matrimoni, anche quelli felici, sono errori…

  1. “La fede nel matrimonio cristiano implica questo: grande mortificazione. Per un cristiano non c’è alternativa. Il matrimonio può aiutarlo a santificare e a dirigere verso un giusto obiettivo i suoi impulsi sessuali; la sua grazia può aiutarlo nella battaglia; ma la battaglia resta.” “Al di là di questa mia vita oscura, tanto frustrata, io ti propongo l’unica grande cosa da amare sulla terra: i Santi Sacramenti”

    Grande Tolkien, Probabile Beato (anche se non lo hanno beatificato)! Stupendo! Lui amava il Beato John Henry Newman che aveva portato alla conversione la madre di Tolkien! Stasera sono andato a vedere lo Hobbit. Che Bello leggere queste cose dopo aver visto il film! Grazie!!!!

  2. angelina

    …come se persino nella dimensione del racconto la grandezza e lo splendore, in questo mondo corrotto, si raggiungano attraverso il fallimento e la sofferenza…
    Mi sembra un’affermazione densa di esperienza personale. Viene in mente J. Guitton:
    ‘In questa prima cellula umana si ritrova il ritmo secondo il quale si sviluppano tutte le altre: vi sono incertezze, contatti, talvolta drammi; e dopo tali crisi un progresso nella conoscenza di sé e degli altri; e finalmente, se si trionfa, un progresso di quella virtù che è ‘paziente, longanime, benevola’ e che San Paolo chiama carità. Questo ritmo a tre tempi, fatto di una prima conoscenza, di una sofferenza dovuta alla conoscenza e di una conoscenza finalmente profonda e serena, è quello di tutti gli amori duraturi.’

    Chiedo scusa, ma vorrei dire che la vignetta non mi piace affatto stavolta. Oltre a non azzeccare per niente l’immagine di Tolkien con la sua Edith (il loro rapporto fu anche difficile, e da questo credo scaturiscano le splendide riflessioni di JRT, ma certo non ne è questa l’icona), direi che è anche banale questa figurina di virago armata di mattarello, un luogo comune alquanto stantio, da vignetta della settimana enigmistica.

      1. JoeTurner

        a me invece piace e lo stile “settimana enigmistica” credo sia voluto e ironico

        1. Giusi

          De gustibus…… Ho letto da poco un servizio a puntate sul Settimanale di Padre Pio (bellissima e profondissima rivista dei Francescani dell’Immacolata alla quale sono abbonata) su Tollkien dove si parlava anche del rapporto con la moglie. Rappresentarlo così è veramente una banalizzazione.

          1. JoeTurner

            appunto l’ironia e il paradosso è nel rappresentare la coppia JRR e Edith come una qualunque Andy e Florrie o George e Mildred.

    1. angelina

      Mah, non è certo una questione di capitale importanza…comunque, ironia per ironia, preferisco questa.

      http://www.gocomics.com/andycapp/2009/11/08

      Almeno è par condicio (sui difetti di entrambe le categorie….) 😉

      Spero che Lorenzo non me ne voglia, amo anch’io molto Tolkien, non solo le sue opere, proprio la sua biografia. Forse è questo che mi ha …provocato; vedere la amatissima (da Beren) Luthien ridotta a una bisbetica. 😀 Scusa, Lorenzo!

            1. Giusi

              Una cosa mai vista! E di un romanticismo virile! E che conferma una mia teoria, non so quanto condivisa, ma tant’è: un uomo o è un uomo di suo o hai voglia ad inventartelo!

              1. angelina

                Distoglie (…) dalle donne così come sono veramente, compagne nelle avversità della vita e non stelle-guida. Fa dimenticare i desideri, i bisogni, le tentazioni delle donne. Inculca la tesi esagerata dell’ «amore vero» come di un fuoco che viene dal di fuori, un’esaltazione permanente, che non prende in considerazione gli anni che passano, i figli che arrivano, la vita di tutti i giorni ed è svincolata dalla volontà e dagli obiettivi.

                la vera anima gemella è quella che hai sposato. Di solito tu scegli ben poco: lo fanno la vita e le circostanze (benché, se c’è un Dio, queste non siano che i Suoi strumenti o la Sua manifestazione).

                Questo è romanticismo virile, secondo me. Parole stupende perché autentiche, e credo anche sofferte.

  3. giuly

    Questo brano lo darei a tutte le coppie che vanno in parrocchia per frequentare un corso fidanzati in preparazione al matrimonio: vale più di molte prediche moralistiche.

  4. Grandi gli admin! Consiglio a tutti di leggere le lettere di Tolkien. Grande uomo, marito, padre, professore, scrittore e cattolico.

    ” ma ora mi conosco abbastanza bene da sapere che non lascerò la Chiesa (che per me significherebbe lasciare l’alleanza con Nostro Signore) per una qualsiasi di queste ragioni: la lascerei se non credessi, e non crederei nemmeno se incontrassi qualche sacerdote saggio e santo. Negherei i Santi Sacramenti, cioè: definirei il Nostro Signore un imbroglio. Se Egli è un imbroglio e se lo sono anche i Vangeli – cioè: racconti distorti di un megalomane demente (che è l’unica alternativa), allora naturalmente lo spettacolo inscenato dalla Chiesa (nel senso dei sacerdoti) in passato e oggi è semplicemente la prova di una gigantesca frode.”

    “Al di là di questa vita oscura io ti propongo l’unica grande cosa da amare sulla terra: i Santissimi Sacramenti. “

  5. admin

    a proposito, ringraziamo Lorenzo Zapp otre che per il disegno anche per averci segnalato il testo!

  6. …ma il “bello” dell’amore (dicono) è proprio il fatto che uno ne sia posseduto come da un dèmone e che lasci senza respiro e che uno ci si perda dentro in maniera tragica, la quale maniera non può che portare alla fine di questo amore troppo superiore alle forze umane perché possa durare (ma peccato contro natura non viverlo, se accadesse arrivasse, e in quel mentre diventare come i gatti che non mangiano più e si riducono pelle e ossa e pelo arruffato e poi tornano a casa dopo giorni e giorni senza più forze).Altro da questo è il matrimonio sul quale aveva ragione Costanza Miriano nel vederci dentro solo amore che sia preterintenzionale. Solo così questo patto tra due persone può ragionevolmente durare, come anche si vede che sta durando nelle vostre famiglie, come ben detto da Tolkien.

    1. Non è detto che sia “altro” da questo (o da quello…) – non un dèmone si spera – certo non un “patto” tra due persone che ragionevolmente infatti, ben poco dura e ben poco ha dell’Amore.

    1. Giusi

      La religione è nata con l’uomo ma con Cristo (anche se non sei credente non dovresti fare fatica a riconoscerlo) ha raggiunto le più alte e ineguagliabili vette. Per quanto riguarda la passione guarda che non è che i cattolici sposino qualcuno che gli fa schifo e se lo prendono come una medicina, però qualsiasi rapporto a un certo punto evolve e allora si passa all’amore (quello di cui parla San Paolo: vedi l’Inno alla carità) che è anche sacrificio ma non masochistico, lo è per un bene superiore, per costruire, per non buttare via tutto, anche per amore dei figli. Se poi mi parli di passioni distruttive non ci sto. Abbiamo la testa, dobbiamo usarla: non si può in nome dell’istinto calpestare sentimenti, storie e vite. Conosco donne, tanto per non parlare sempre di uomini, che a 50 anni escono pazze, lasciano il marito e padre dei loro figli e si mettono con uomini più giovani che le sfruttano e poi stanno peggio di prima. I figli sbandano, il marito non si riprende più e passa da una storia all’altra. Una scia di distruzione inaudita….. Di quale peccato contro natura parli? Che natura? Quella delle bestie? Anzi alcune volte mi sa che quelle si comportano meglio….

  7. Mario G.

    Meraviglioso!!

    Lasciate che ringrazi M* che ha insistito perché lo leggessi. Oggi.

  8. Tolkien è uno scrittore grandissimo, dotato di rara intelligenza e fantasia. Devo dire che nella mia limitatezza mentale tutte le considerazioni espresse in questo brano le avevo già capite e in parte vissute.

  9. Velenia

    Concordo exileye,Alvise la tua descrizione della passione mi fa pensare ad un’anestesia totale,sarà un problema mio,ma l’ultima volta che ho dovuto subire un’operazione ho chiesto l’epidurale e di rimanere cosciente,ho trovato un’anestesista in gamba che mi ha dato retta.
    Io non sono una gatta,amo mio marito appassionatamente e dentro questa passione c’è tutto il tempo trascorso insieme,i pregi,i difetti che sto imparando ad amare perchè sono suoi,i figli,le notti in ospedale con figlio-grande,l’amore fisico,le lunghe discussioni e anche i momenti difficili.Per me questo è l’amore,tutto il resto è Walt Disney.

  10. […] Solo un uomo molto saggio, arrivato al termine della sua vita, potrebbe esprimere un equo giudizio su quale persona, fra tutte, avrebbe fatto meglio a sposare! Quasi tutti i matrimoni, anche quelli felici, sono errori: nel senso che quasi certamente (in un mondo migliore, o anche in questo, pur se imperfetto, ma con un po’ più di attenzione) entrambi i partner avrebbero potuto trovare compagni molto più adatti. Ma la vera anima gemella è quella che hai sposato. Di solito tu scegli ben poco: lo fanno la vita e le circostanze (benché, se c’è un Dio, queste non siano che i Suoi strumenti o la Sua manifestazione).[…]

    molto bello.
    molto profondo.
    che stiamo sempre a riflettere…
    che dovremmo, solo, farci trascinare dagli eventi…

    r.

  11. Ma l’errore è troppo spesso (sempre) solo il nostro…

    Quando noi uomini corriamo dietro ad una “gonnella” per le sue sole movenze ed avvenenze (con la migliore delle intenzioni s’intende). Quando cerchiamo una “mamma” più che una moglie, se non peggio una donna a “mezzo servizio” neppure da stipendiare.
    L’errore è nostro quando presi da “smania di conquista”, dobbiamo per forza e a tutti i costi vincere l’assedio che abbiamo mosso all’inespugnabile beltà. O quando come prodi ci lanciamo a liberar dal drago la svenevole pulzella.
    Quando non sappiamo più tirarci indietro.

    Quando (noi) donne ci invaghiamo del più fosco della compagnia.. il “bel tenebroso”, che (bel) tenebroso si mostra poi anche nell’animo.Quando cerchiamo il padre che non abbiamo mai avuto, quando novelle crocerossine ci immoliamo per la di lui salvezza fisico-psichico-spirituale. Perché il nostro amore lo cambierà, lo convertirà, lo renderà migliore… Quando il nostro sentimento ci offusca la ragione e la ragionevolezza.
    Quando l’amore che abbiamo nel cuore “basterà per entrambi”. Quando ci vogliam sposate da colui che sposate non ci vuole. Quando non sappiamo più tirarci indietro.

    L’errore è nostro, uomini e donne, quando escludiamo Dio dal nostro cercare “l’anima gemella”, non a Lui chiediamo cosa, o meglio chi, è “buono” per noi. Chi il Signore a preparato come Eva per Adamo e Adamo per Eva, per vivere in sintonia tra noi e con Lui. Chi sarà l’aiuto simile a noi, a cui noi daremo un nome… lo chiameremo Amore.

    L’errore è nostro quando anche avendo preso “lucciole per lanterne”, ed entrati in questo mirabile Sacramento, il Matrimonio, pensiamo di aver “sbagliato” di esserci con le nostre stesse mani, legato un cappio al collo e l’altro capo del cappio posto in mano al nostro “perduto amore”.
    Quell’amore che credevo fosse diverso, che non cambia, che non mi comprende, che non mi apprezza, che non mi stima, che non mi si concede (perché ha la supremazia il giudizio), che mi tradisce, che mi violenta, che mi mente, che non mi assomiglia, che via mi ha gettato, che più non mi parla, che più non mi ascolta, che più non prega con me se mai ha pregato… che mi ha deluso!

    L’errore è nostro… di creder che il nostro errore sia più forte del Sacramento, perché al Sacramento non abbiamo attinto, quando il vino inebriante della festa è terminato. L’errore è nostro, di creder che dell’errore Cristo non sia più forte, che sui nostri errori Cristo non possa costruire, anzi ri-costruire, non possa RISORGERE e noi con Lui. Non possa Dio “fare nuove tutte le cose”. Il nostro Matrimonio e noi, persone nuove nella novità del Sacramento.

    Così, ci lasceremo andare, consigliati da cattivi pensieri, cattivi maestri e cattivi consiglieri (ahimè se ne trovano anche nei confessionali…), dipingendo di verità il nostro errore, il nostro peccato, come sepolcri imbiancati, spettatori e carnefici del nostro “perduto Amore”.
    Ma con la morte del nostro amore, non perirà il nostro errore che resterà (anche se tutto all’altro lo addosseremo) come sottile veleno ad avvelenarci la vita, l’anima ed il futuro.

    Perché il nostro errore è NON AVER CREDUTO!

    Reso Dio così piccolo da essere impotente, gettato via da noi ciò che di Sacro c’è nel Sacramento…
    Ma a Dio SEMPRE si può tornare. Il più è farlo prima che tutto sia perduto.

  12. non so cosa intendi esattamente per “matrimonio felice”, anche se mi viene il dubbio che ti riferisca a quel concetto di matrimonio idealizzato che ha costruito parte della cultura degli aDULTI di oggi, perché sappiamo bene quante difficoltà ci siano oggi nella stabilità della coppia, tra la società super-consumistica, imbambolata dai media e pretese di perbenismo sociale da uno stato profondamente ipocrita e menzognero, che certo non aiutano la gente. Io credo che il segreto per vivere insieme un’esperienza di vita serena stia invece nel gioco, nel divertirsi vivendo insieme, incuriosendosi a vicenda.. e non solo di stupide apps per l’iPad, bensì di cose semplici, ma importanti (salute, spiritualità ed altro). In fondo viviamo insieme per scoprire il mondo non solo per far “ginnastica” a letto… 😛 e c’è talmente tanto da scoprire che non basta una vita sola, eh eh 😉

  13. Michele

    Scusate se torno sulla vignetta…
    Considerazioni sul rapporto tra Tolkien e la moglie a parte, mi pare abbastanza in sintonia con il testo, e non vedo dove riduca “l’amatissima Luthien a una bisbetica qualunque”. Il testo stesso dice che la donna non è una sorta di faro guida o divinità, bensì un altro essere umano imperfetto: i coniugi Tolkien hanno avuto anche tra di loro i propri problemi, come tutte le coppie, e non dubito che conoscendo un minimo il professore anche la degna consorte avesse il suo bel carattere! 😉
    Commentare così e ignorare l’aspetto umoristico e caricaturistico (non slegato dal testo della lettera) della vignetta mi pare ingiusto nei confronti di Lorenzo 🙂

      1. angelina

        Mi spiace davvero! Mi ero scusata fin dall’inizio, non credevo di essere ingiusta nei confronti di Lorenzo, sono rammaricata.

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