La fede dei bambini

di Andrea Torquato Giovanoli

Mille cose da fare: così mia moglie ed io, mentre il grande è all’asilo, una volta soddisfatte tutte le sue necessità, spesso piazziamo il piccolino in culla o sul divano, od anche sul lettone, attorniato dai cuscini. E lui rimane lì, a guardarsi intorno e scoprendo il mondo, oppure si lascia distrarre dai giochini che lo circondano, o invece si addormenta, ma sempre, e dico sempre, al passaggio di uno dei due genitori accanto a lui si blocca, spalanca gli occhi in un muto richiamo, allarga le sue braccine ed inizia a sgambettare frenetico, muovendo nell’aria passi svelti che hanno una sola meta: l’abbraccio del genitore.

Ma ci sono mille cose da fare e molte volte lo si lascia lì e si passa oltre, fingendo di non vederlo per non incorggiare la sua voglia di noi, almeno fino a quando non si mette a strillare la sua protesta, e allora con cuore contrito si accorre a lui, dandogli ragione della sua pazienza.
Ma stamattina di fronte a quel suo atteggiamento gaiamente querulo mi sono fermato un momento ed un pensiero mi ha fulminato: siamo tutti dei credenti!
O almeno lo siamo stati un tempo: prima che le croste dei nostri preconcetti ci radicassero nella cieca negazione dell’evidenza. Già: perché tutti gli uomini nascono con un vagito che è ben più di un primo, doloroso respiro. Poiché il pianto del neonato è in realtà una professione di fede: l’espressione di un’inconscia certezza che esiste un altro, più grande di lui, che è in grado di soddisfare le sue esigenze. Una speranza incisa nella profonda intimità dell’animo umano che sgorga nelle lacrime del bimbo anche quando non c’è nessuno intorno a lui per udirla, anche quando è realmente abbandonato a se stesso, magari nelle asfittiche recondità di un cassonetto, e destinato alla morte per la sua prematura insufficienza.
Il grido del bambino è quel medesimo richiamo del Crocifisso, quell’ «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che non è disperazione, ma richiesta di abbandono nelle mani del Padre silenzioso: quel pianto che manifesta la consapevolezza di un’alterità esperita fin dal grembo materno. È un desiderio di Assoluto che l’uomo modula con frequenze diverse nell’arco di tutta la sua vita, da quando è il “grumo di cellule” che da quell’utero in grado di accoglierlo invia messaggi chimici per segnalare la sua presenza, fino all’esalazione di quell’ultimo fiato nel quale l’anima necessariamente si rilascia alle mani del Mistero.
E come il pianto di un bambino risulta irresistibile a qualunque genitore, così l’anelito dell’uomo, anche laddove rimane inespresso, è intollerabile al cuore di quel Padre che si china su di lui per soccorrerlo, ogni volta, fino a farsi carne, fino a morire in croce, per poi abbracciarne il destino nella Sua risurrezione ed assumerlo con Sé nell’intimo della Sua eternità.

Così mi ridesto dallo spettacolo di cotanta misericordia, che scopro racchiusa in quegli occhioni che mi fissano dalla culla, e davanti a quelle manine tese e a quelle gambette turbinanti mi si riassettano nella mente e nel cuore tutte le priorità: perché ho sì mille cose da fare, bimbo mio, ma il raccoglierti per stropicciarti un po’ è proprio in cima alla mia lista…

***

Disegno di Lorenzo Zapp (Lorenzo lo trovi anche su facebook)

56 pensieri su “La fede dei bambini

  1. chiara

    Grazie.

    Dal profondo del cuore di me peccatore.
    Grazie e benedizioni.

    La nostra bambina oggi 25 ottobre fa 5 mesi.
    E’ un tesoro grande e una benedizione del Signore.
    Dono della sua infinita misericordia.

    Ringrazio chi ha scritto le parole e chi ha deciso di aprire questo spazio nella rete e chi l’ha mantenuto e lo mantiene per avermi ricordato che noi sposi abbiamo solo detto il sì che il Signore ci chiedeva e, pur non meritando un dono dal Padre, l’abbiamo ricevuto.

  2. angelina

    ..come il pianto di un bambino risulta irresistibile a qualunque genitore, così l’anelito dell’uomo, anche laddove rimane inespresso, è intollerabile al cuore di quel Padre che si china su di lui per soccorrerlo, ogni volta, fino a farsi carne, fino a morire in croce, per poi abbracciarne il destino nella Sua risurrezione…
    ………. il pianto del neonato è in realtà una professione di fede: l’espressione di un’inconscia certezza che esiste un altro, più grande di lui, che è in grado di soddisfare le sue esigenze……….. .-D 😀 😀

    E pensare che c’è anche chi, nello stesso esserino gnaulante, vede ciò che non consente più i viaggi lastminute a Formentera, o il mojito prima e dopo teatro…. (citazione 😉 )

    Grande!

  3. alessandra

    Andrea scrivi davvero delle cose bellissime. Grazie!
    Quando guardo le mie due bimbe rimpiango il fatto di non averle spupazzate abbastanza. Quando sono nate eravamo in entrambe le volte presi da traslochi oltralpe ed era gia’ un miracolo riuscire a capire qual’era il latte giusto al supermercato; insomma ero completamente nel fare sia per forza di cose sia perche’ non mi rendevo conto che quei momenti sarebbero passati (molto velocemente!!).
    Finalmente questa volta con il piccolo Samuele (3 mesi) mi e’ un po’ piu’ chiaro che e’ meglio ogni tanto mangiare una pizza surgelata, cosa ai miei occhi disgustosa, e tenerlo in braccio anzicche’ infilargli sempre quel ciuccio in bocca e lasciarlo nella sua culletta.

    Penso proprio che un figlio e’ quel Gesu’ che e’ nudo e vuol essere vestito, che ha sete, che ha fame. “Chi accoglie uno di questi piccoli accoglie me”.
    E’ impressionante come ti svegli di notte per allattare e al mattino sei un cadavere, cambi pannolini nei posti piu’ improbabili nel modo piu’ acrobatico che riesci a trovare (e’ chiaro che fa la cacca mentre stai chiedendo alla commessa se ha lo stesso pantalone ma di un altro colore o mentre sei in cassa), deve vomitare per forza mentre stai guidando e non puoi assolutamente fermarti,ecc e alla fine e’ quell’esserino che ti da’ la vita, che ti insegna le priorita’ , che mette ordine nella tua vita e, soprattutto, che ti da’ gioia, pienezza.

    Io negli occhi di mio figlio vedo il paradiso, vedo l’innocenza fatta carne e penso che Gesu’ non ha mai cambiato quello sguardo, ha sempre avuto questi occhi pieni di meraviglia .

    Grazie Andrea

    1. “E’ impressionante come ti svegli di notte per allattare e al mattino sei un cadavere, cambi pannolini nei posti piu’ improbabili nel modo più acrobatico che riesci a trovare (e’ chiaro che fa la cacca mentre stai chiedendo alla commessa se ha lo stesso pantalone ma di un altro colore o mentre sei in cassa), deve vomitare per forza mentre stai guidando e non puoi assolutamente fermarti, ecc”

      Pensa Alessandra (e meditiamo tutti…) che questo è alla fine (commesse e guida a parte) tutto ciò che ha vissuto anche Maria.

      “… è quell’esserino che ti da’ la vita, che ti insegna le priorità , che mette ordine nella tua vita e, soprattutto, che ti dà gioia e pienezza.”

      E questo vale per suo Figlio Gesù, non solo da neonato, ma ancor di più da adulto e da Risorto. 🙂

  4. Un ottimo post. In effetti dimentichiamo troppo spesso che Dio è morto in croce per essere totalmente Padre e salvare noi figli. E la vignetta di Lorenzo è bellissima.
    Stefano

  5. Ho avuto la grazia di avere avuto i tre figli distribuiti negli anni e quindi di aver coccolato abbastanza i miei pargoli e di apprezzarne tutte le sfumature delicatamente espresse in questo bellissimo post. Ora che la più piccola ha cinque anni, se indugio troppo in questi temi mi viene la nostalgia, aspetterò di diventare nonno.

    1. Visto che andiamo sul “sentimentale”… io provo ogni tanto a immaginarmi Maria, o Giuseppe come padre in cui mi immedesimo meglio, che teneva tra le braccia… DIO!!

      Il suo Re e suo Dio.

      E visto che quando sono proprio piccoli, li tieni anche con una sola mano, pensavo a quando Cristo Eucaristia si consegna nelle nostre mani…

      (Perdonatemi questi “svolazzi” mentali :-))

  6. Chiara Segalla

    ……e invece grazie di svolazzare….

    la mente vola meglio quando l’evocatore chiama, anche per mezzo di media tra loro diversissimi

    !
    Così!
    che il Signore ti salvi!

    Bariom!

  7. 61Angeloextralarge

    Bel post. Scritto bene come gli altri e concreto/spirituale contemporaneamente.
    Grazie anche ai commenti sotto. Il sentimental spirituale mi piace sempre.
    Bariom… continua ancora a svolazzare, grazie! 😀

  8. giuly

    Che bello! mi sono commossa… soprattutto se penso agli ormai lontani giorni in cui mi trascinavo di notte verso il fasciatoio per cambiare i figlioletti sporchi di cacca, e sbruffavo con le borse sotto gli occhi, perchè quando avevo il pancione fantasticavo su come sarebbe stato bello avere un frugoletto tra le braccia, ma non immaginavo assolutamente che il frugolo avrebbe pianto o avrebbe sporcato i pannoli… Diciamocela tutta: perdere le ore di sonno è veramente una roba estenuante e in certi momenti pensare alla metafisica è quanto di più lontano ci possa essere dal cervello materno. Allora ti cerchi tutti i manualetti di istruzione su come decifrare i vagiti dei figli, per raddrizzare le bizze del fanciullo, insomma per sopravvivere al cambiamento inevitabile. Ci sono ben pochi luoghi in cui un genitore si sente sollevare il mento per guardare oltre, per mirare alto. Chè va bene trovare un modo per far dormire il pupo frignante ma se non è per un “oltre”, se non è per l’amore al suo Destino buono, tutto è tecnica, tutto è finito, limitato al risultato.
    Quindi grazie di questo bellissimo post che in un piccolo pezzetto di realtà ci mostra uno sprazzo di infinito!

  9. Caro Andrea, orefice delle parole, fine osservatore del Creatore nella creazione, la tua bellissima riflessione mi ha fatto venire in mente un aneddoto raccontato dalla Prof. Laura Bocenti in un intervento che parlava dell’amore nel magistero di GP II.
    Lei ha raccontato che ha intuito la portata della ferita del peccatto originale quando a suo figlio che era sopra un mobile ha detto “dai, buttati in braccio alla mamma!” e lui, diffidente, si è tirato indietro.

    http://gloria.tv/?media=200013

  10. “Il grido del bambino è quel medesimo richiamo del Crocifisso, quell’ «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che non è disperazione, ma richiesta di abbandono nelle mani del Padre silenzioso: quel pianto che manifesta la consapevolezza di un’alterità esperita fin dal grembo materno. È un desiderio di Assoluto che l’uomo modula con frequenze diverse nell’arco di tutta la sua vita, da quando è il “grumo di cellule” che da quell’utero in grado di accoglierlo invia messaggi chimici per segnalare la sua presenza, fino all’esalazione di quell’ultimo fiato nel quale l’anima necessariamente si rilascia alle mani del Mistero.”

    Dici per scherzo, vero?

    1. Ahahah: NO!

      Mentre scrivevo questo pezzo mi sei venuto in mente, Alvise, poiché immaginavo che avresti trovato (come sempre) qualcosa per cui borbottare, ma sorrido sapendo che pure per te, amico mio, c’é stato un momento (e spero tanto ci sarà ancora), in cui il desiderio di Dio che hai iscritto nel fondo dell’anima tua si manifestava senza vergogna… ^_^

  11. Non capisco perché alcuni miei commenti svaniscono nel nulla quando li invio…
    Per voi non è una grande perdita, per me è un’arrabbiatura…

    ufffa

    Alvise,
    sii meno caustico, please!
    Tu puoi non credere, ma non prendere per cosa poco seria la fede degli altri!

    1. Ciao Dani!
      Alvise, quand’anche tu pensassi veramente che siamo dei pazzi, perché non la prendi ironicamente? Se non esistesse Dio, sarebbe veramente una barzelletta assurda la vita. Ma non è solo la ragione e la follia (sede per noi) a parlarci di Dio ma soprattutto l’Amore che sentiamo. Com’è andata la vendemmia quest’anno?

  12. Padre Maurizio Botta C.O.

    Filosofiazero… sei pesante come un elefante su un piede!

    P.S. Non ho abbastanza forze per impegolarmi in estenuanti scambi di battute. Consideralo un grido leale che da mesi sento nel profondo del mio cuore ogni volta che vedo la tua capacità rara di non dire mai una cosa bella, positiva o propositiva.

    1. Padre Maurizio Botta
      Propositiva l’ho sempre detta: se volete più rispetto da tutti, e non volete cascare nel ridicolo, sfrondate la fede, che ha da essere (secondo me, da esterno) ridotta all’essenza, cioè alla fede-stessa, e tagliate via i le zizzanie e le altre erbacce e paccottiglie grottesche infestanti! Perché mi sento autorizzato a dire questo anche se non credo?
      Perché sono sempre stato un appassionato lettore del vangelo che considero una opera tra le più grandi che ci siano mai state e mi addolora vederlo svilito dalla superstizione e sciroppato dalla dabbenaggine.

      1. Alessandro

        Ma il vangelo dice che Gesù è risorto. Secondo te questo è frutto della fantasia degli evangelisti? Gli evangelisti ci hanno ingannato? O si sono ingannati?

        1. Alessandro:
          L’importante è che sia un bellisimo libro ( libri) incluso S. Paolo che ha inventato la teologia cristiana e la sua lingua,
          mica cosa da poco come stile e come impianto ragionativo,ma io non credo, mica mi piace la Divina Commedia
          perché credo! E digià che ci sono, immaginandomi il messaggio mariano di Madjugorje di oggi ,pre-dico:
          “nessuna nuova, buona nuova!!!”

          1. angelina

            Scusa se mi permetto, Alvise, ma non mi sembra che tu abbia risposto ad Alessandro. Sarei estremamente interessata alla tua risposta. Per miei motivi di ricerca, diciamo.

            1. Credo che Gesù sia esistito, non credo che fosse il figlio di Dio.
              La testimonianze “storiche” non riguardano questo tipo di cose. E’ pieno di testimonianze di fatti sovrannaturali antichi e moderni e tanti ci credono, ma questo significa solo che loro ci credono.
              Per quanto riguarda Cristo il discorso è circolare: era Dio perché è risorto, è risorto perché era Dio.
              E’ così ecco dimostrata anche l’esistenza storica di Dio!

              1. angelina

                Ti ringrazio per la risposta. Non mi è chiaro, ma perché non sono all’altezza, il “discorso circolare”come dimostrazione storica dell’esistenza di Dio.
                Gli evangelisti ci ingannano o si ingannano; anche questa è una questione storica interessante.

              2. Alessandro

                Non ho parlato di Dio o di figlio di Dio. La mia domanda è: Gesù do Nazareth è risorto dai morti sì o no?

                1. Non è POSSIBILE ragion per cui non è risorto,
                  Ma se l’hanno testimoniato allora vuole dire che….
                  No, non vuole dire nulla!
                  L’ho detto prima, c’è tanti che credono alle resurrezioni, agli spiriti, alle anime dei morti, alla vita eterna, al diavolo, alla magia, ai miracoli con testimonianze di tutti i generi, ma io non ci credo.
                  Se gli apostoli fossero in buona o in cattiva fede io non lo so, credo che fossero dei fanatici (nel senso buono ) e hanno creduto quello che volevano credere.
                  Circolare perchè si dimostra una cosa con un altra e viceversa: diallele.

                    1. Nessuno è mai risorto, che si sappia, per questo è giusto pensare che anche Cristo non sia risorto, Solo nei miti si parla di resurrezione, la resurrezione di Gesù è un mito. Gli apostoli sono i narratori di questo mito.
                      Se il Vaticano mi paga posso anche provarmi a scrivere un commento ai Vangeli!
                      Forse Costanza mi può scrivere una lettera di presentazione!

                    2. E no, non pagato… visto che la difesa del vangelo scevro da erbacce e zizzania ti divora!

                      Anche perché i tuoi commenti qui, chi li paga?

                    3. angelina

                      Deve essere stato mica facile per Paolo inventare di sana pianta ‘la teologia cristiana e la sua lingua, mica cosa da poco come stile e come impianto ragionativo’……Alla fine, caro Alvise, rimane LA domanda, l’unica a cui vale la pena di rispondere: Gesù è risorto?

                      “Voi pensate allo scacco morale dinanzi alla risata sonora dell’Areopago, quando i sapienti di Atene ascoltano con un certo interesse tutto il discorso forbito, ricercato di Paolo il quale ha quasi ormai nel cuore la speranza di avere dialetticamente soggiogato quelle menti. Egli avanza nel suo discorso, nella sua logica, nel suo ragionamento e finalmente arriva a questo nome: Cristo, che gli scottava sulle labbra perché si chiedeva: come lo prenderanno questo nome? Sente, si accorge che lo ascoltano con interesse e fa il secondo passo: Cristo è risorto dai morti, e lì cade, l’incantesimo si rompe, prorompono in una risata grandiosa. Un povero narratore di fiabe! S. Paolo lascia l’Aeropago perché invitato a lasciarlo: “di questo poi ne riparleremo amico mio” (At 17, 32).”

                    4. E infatti il caro Alvise é perfetta incarnazione degli astanti di quel tempo, come di tutti i tempi.

                      Il mio non è giudizio di condanna, ma constatazione. Sono stato anch’io tra quelli. 😉

                    5. Alessandro

                      Alvise

                      “Nessuno è mai risorto, che si sappia, per questo è giusto pensare che anche Cristo non sia risorto”.
                      Che argomentazione squinternata!
                      Milioni di cristiani potrebbero dirti: non è vero che “si sa” che nessuno è mai risorto, infatti si sa (lo testimoniano i Vangeli) che Cristo è risorto…

          2. “L’importante è che sia un bellissimo libro…”

            Alvise ti do una bruttissima notizia: La Bibbia, non è manco un bellissimo libro… è ostico, alterna poesie a prosa pesantissima, elenchi di nomi e genealogie incomprensibili, parti sconnesse e inverosimili.

            Sono stati scritti libri molto molto più belli…

            Ma tu ti riferisci forse al solo Vangelo? Facile quello da comprendere… si, si. Come no!

            Mi piacerebbe leggere la versione commentata da Alvise Scopel.
            Si mi piacerebbe proprio. 😉

      2. 61Angeloextralarge

        Alvise Maria: “tagliate via i le zizzanie e le altre erbacce e paccottiglie grottesche infestanti”… ADMINNNNN! Alvise ha chiesto di essere bannatoooooo! 😉

      3. E se non volessimo più rispetto da tutti? Da tutti CHI poi?

        Sei arrivato tu a stabilire cosa è zizzania e erbaccia… lo sai cosa a detto Cristo su zizzania e grano… dovresti, visto che sei “cultore” del vangelo.
        E quale sarebbe il parametro di giudizio, la tua “autorizzazione”? Che sei un appassionato lettore del vangelo?

        Alvise… come disse Totò: MA MI FACCIA IL PIACERE!

        E come lo leggi il Vangelo? Lo confronti con l’Antico Testamento? Con la Patristica… alla Luce della Sapienza Millenaria della Chiesa?

        E cos’è “superstizione”? Insegnaci….
        Lo sai chi il Cristianesimo NON è la religione del “libro”?

        Non dico che qui quello che viene detto/scritto sia sempre diretto influsso dello Spirito Santo, ma tu vuoi che prendiamo il tuo “discernimento” come paramento di giudizio?

        Ma ti leggi mentre scrivi?

        Alvì, abbi un po’ di senso della misura e dell’autocritica 🙂

        1. senm_webmistress

          Anche «Nessuno è mai risorto, che si sappia…» confligge un po’ con le sue frequenti dichiarazioni di umiltà e pochezza intellettuale. Avesse scritto «.. che IO sappia…», tira via. Ma detta così non le pare di assumersi un po’ troppa responsabilità, parlando a nome dell’umanità tutta e per tutta l’eternità?
          A meno che sotto l’Antella non ci sia un accesso segreto all’Agartha, con svincolo tangenziale per la biblioteca di Babele (dove – come ognun sa – tutto lo scibile umano è raccolto) 😉

  13. Miriam

    Grazie grazie grazie, io ho capito guardando i miei figli , cosa vuol dire avere fede. Fidarsi, sapere che chi mi prende in braccio non mi farà mai cadere e bon mi procurerà dolore. E li vedo così tranquilli in braccio. Che non pensano proprio di poter cadere….. Noi adulti dovremmo sentirci così tranquilli con Dio come padre. Quando ė nato il primo figlio , mi sono sentita tanto amata. Per il fatto che ho capito quale amore provano i miei genitori per me e soprattutto ho pensato:se io voglio così bene a questi bimbi quanto bene mi vuoleDio Padre? Devo solo essere felice. Grazie

  14. Alessandro

    Anche per Alvise che è ormai palesemente avvinto dal fascino di Medjugorje

    Messaggio del 25 ottobre

    “Cari figli! Anche oggi vi invito a pregare per le mie intenzioni. Rinnovate il digiuno e la preghiera perché satana è astuto e attira molti cuori al peccato e alla perdizione. Io vi invito figlioli alla santità e a vivere nella grazia. Adorate mio Figlio affinché Lui vi colmi con la Sua pace e il Suo amore ai quali anelate. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

    1. Nicoletta

      Che bel post! Io che ho cominciato da due settimane a fare il tirocinio al nido mi accorgo del miracolo che e’ ogni singolo bimbo ogni giorno. E il desiderio di avere un cucciolo tutto nostro da coccolare e proteggere cresce sempre di più!

  15. Pingback: La fede dei bambini | Un faro nella notte | Scoop.it

    1. Considerato che “laico” non vuol dire né anticlericale, né mangiapreti, né agnostico, né materialista, né ateo etc. etc. perché stupirsi se ti sei commossa? 🙂

  16. Bello, bello davvero, scoprire il Padre e il Figlio nella propria quotidianità. e penso a quel bambino che da adesso impara a conoscere il Padre tramite il tuo “stropicciarlo un pò in cima alla lista”.
    Pace e Bene
    fr.Federico

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