di Costanza Miriano
Amare è difficile. Qualcuno potrebbe chiedersi come mai ci arrivi solo adesso, a questa intuizione, d’altra parte la caduta dal pero è una delle specialità nelle quali eccello. Sarò l’ultima ad averlo capito, forse, ma sono arrivata anche io.
Amare è difficile, e non solo perché odiare invece è facile. Questo è evidente, lo avevo capito subito.
È chiaro che distruggere qualcosa non richiede lo stesso impegno, la fatica e l’intelligenza che sono servite a costruirla, come ben sanno per esempio le sventurate madri che prive di lenti a contatto si trovano a urtare di notte una costruzione Lego che ha richiesto al figlio ore di lavoro diurno, le madri che improvvidamente promettono al virgulto che la mattina dopo lo ricostruiranno esattamente come era in un baleno (giusto non sapevano come impiegare quelle quattro ore…). A far bruciare un bosco basta un giorno, a farlo crescere sono necessari decenni. A distruggere una cattedrale basta una bomba, a innalzarla servono lustri. E fin qui c’eravamo.
Ma la cosa strana, lo sto capendo, è che anche quando si mettono tutte le migliori intenzioni, l’impegno, l’intelligenza, amare è difficile. È difficile intanto calibrare le energie e le forze, decidere a chi dare cosa, a quale delle richieste rispondere (quando qualcuno comincia un pochino, mica dico tanto, a funzionare, tutte le persone che gli ruotano intorno gli si vorrebbero appoggiare), come dividere il proprio tempo, quali priorità mettere. Scegliere non tra male e bene, che è di solito abbastanza facile, ma tra due beni, tra una cosa urgente e una importante, tra una fondamentale e una improrogabile, tra chi sa farsi avanti rumorosamente, e chi aspetta silenziosamente il suo turno, tra chi ha voglia solo di familiarità, richiesta alla quale si può dire di no, e chi invece vuole seriamente condividere un peso.
È difficile poi anche capire ogni volta quale sia la vera carità: stare zitti, correggere fraternamente, risolvere il problema dell’altro, invitarlo a fare da solo. A volte anche dare una bella randellata – caritatevole s’intende – può essere carità.
Non parliamo poi dei figli, con i quali l’equilibrio tra disciplina e tenerezza, correzione e dolcezza, accettazione e invito a migliorare è pressoché impossibile da azzeccare sempre (il fatto che mi chiamino colonnello, in casa, mi fa talora sospettare di non esserci riuscita: sono certa che finirò per fornire meravigliosi casi per trattati di psicanalisi).
Anche l’amore dei genitori per i figli, peraltro, che è l’amore più gratuito e scontato, e anche meno meritevole, se vogliamo, non è mai puro, privo di egoismo, di difetti o, chiamiamole modernamente, nevrosi, proiezioni e patologie varie. Ci si può riuscire qualche volta, ad amare, ma che fatica (“Se anche voi che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli…”). D’altra parte chi è che non può vantare un’infanzia incompresa?
È che l’uomo non è buono, e anche quando una parte di lui vuole fare il bene c’è quel pugile avversario che sta sul suo ring interiore e che gli vuole complicare le cose. Anche quando si hanno le migliori intenzioni, è una lotta. Ma se neanche Gesù vuole che lo si chiami buono, non mi preoccuperei troppo di questa nostra impotenza: l’amore vero è un dono di Dio, anzi è Dio, solo da lui viene la carità perfetta, e solo con la preghiera si ottiene. Come è rilassante questo pensiero!
Dovrei sentire qualche teologo, non so se questa riflessione mi autorizzi moralmente a spalmarmi sul divano invece che rispondere a quella lettera, adesso.
Difficile, non impossibile. Essere amato, lasciarsi amare è il primo passo. A volte non ci sembra possibile che qualcuno ci ami così, gratis.
“Scegliere non tra male e bene, che è di solito abbastanza facile, ma tra due beni, tra una cosa urgente e una importante, tra una fondamentale e una improrogabile”
Ecco, io scelgo sempre quelle urgenti ed improrogabili, infatti sono al PC a lavorare invece che a dormire 😉
Pero grazie al Cielo hai perfettamente ragione “l’amore vero è un dono di Dio, anzi è Dio, solo da lui viene la carità perfetta, e solo con la preghiera si ottiene. Come è rilassante questo pensiero” e a noi non resta che chiederlo (che non vuol dire che sia facile e che non richieda un lavoro, perchè come diceva Guccini “facilità è l’anagramma quasi perfetto di felicità, barando su un’unica lettera”).
Buona Notte.
“Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.”
Nell’apparente semplicità di queste parole, sta l’abisso della nostra difficoltà e della nostra distanza…
Amatevi non dell’amore umano fallibile e malato di egoismo, incapace del totale dono di sé, ma amatevi “come io vi ho amati”. Amatevi dell’Amore di Dio!
Giusto per sapere cosa chiedere e a chi chiederlo… 🙂
A volte anche spalmarsi sul divano può essere un atto di amore, soprattutto in famiglia: si recuperano energie da investire in carità. Ogni tanto bisogna pur ricaricare le pile…
giusto!
A volte mi capita di versare un vino buonissimo in un bicchiere nell’atto di offrirlo e per tutta risposta mi sento replicare tiepidamente oppure ottengo un commento mediocre. Non siamo in sintonia. L’armonia dell’amore perfetto appartiene al paradiso. Qui purtroppo ci si scontra con qualcosa che non riusciamo a capire. Dal nostro cuore sgorga amore e per alcuni è aceto. Costanza, go on. Non ti fermare. Beati i puri di cuore. Ad amare non si sbaglia mai.
E’ S. Agostino che ha detto: “Ama e fai ciò che vuoi.” ?
“Vi amo voi tutti che sedete in questo bar”
(La Messa è finita)
ops ” ,che siete”
Beh, non direi che cadi dal pero, anzi, direi che ti sei anticipata. Io per capire questo ho dovuto aspettare 15 anni di matrimonio e che il primo figlio ne avesse 14…
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Lettura di oggi…sarà mica un “caso”…? 🙂
“Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l’inimicizia”. (Lettera di S. Paolo agli Efesini 2,12-22)
Ergo: al tuo dilemma “Dovrei sentire qualche teologo, non so se questa riflessione mi autorizzi moralmente a spalmarmi sul divano invece che rispondere a quella lettera, adesso” direi che S. Paolo possa essere sufficiente, quindi…spalmati tranquilla, tranquilla sul tuo bel divano! 🙂
Cara Costanza … condivido pienamrnte. Una piccola nota però : Gesù non è che non vuole che lo si chiami buono, ma come mi fu spiegato da un sacerdote, chiede all’uomo che lo ha chiamato così di capire veramente con chi sta parlando: se tu mi chiami buono e se solo Dio è buono … cosa significa? Che stai parlando con DIo!
stenditi sul divano e lascia che per 10 minuti il mondo lo fabbrichi Qualcun altro…
Caríssima Costanza,
Per me la questione e’ discernere tra quello che è’ importante di ciò che è’ essenziale, tante cose sono importanti ma poche essenziali.
Grazie per il tuo grande ed importante contributo a questo mondo.
@ scusatemi già del mio italiano, non sono italiana
La grammatica importante è quella dell’anima, quindi non ti preoccupare.
“Molti si preoccupano della crisi della famiglia e ne studiano i rimedi, ma dimenticano che oggi è tenuta insieme da un solo fattore: l’amore dei due membri della coppia”
da dove è tratta, questa?
Lo dice Alberoni!!!
oddio…. speravo di non sentirlo più nominare….almeno qui!
Mi associo alla costernazione di Giuly 😉
Beh, a dir la verità questa frase, così estrapolata, mi pare pertinente…
Grazie Costanza! Amare è difficile per noi perché il nostro è un amore umano, ferito, bisognoso di un bisogno incolmabile… se non da Dio, egoista, geloso, mancante… Possiamo riuscirci solo con Dio, con il Suo Amore. Basterebbe una milionesima parte di un milionesimo di questo Suo Amore!
AMEN!
Alvise Maria: confermo il tuo Amen… anche se il tuo è uno sfottò… 😀
Dalla Medea di Seneca:
Si quaeris odio,misera,quem status modum,imitare amorem
Chiedi, sventurata, qual è il limite da porre al tuo odio? Lo stesso che al tuo amore.
Un saluto da Vongole & Merluzzi 😉
Admin: è possibile avere i testi delle domande grandi dei bambini? Le domande sono belle e le risposte ci aiutano molto.
Grazie! Smack! 😀
OT come mai non riesco a commentare un articolo vecchio? sono diventato inabile
no.
Ora sono aperti i commenti sugli ultimi sette giorni
Sapete quando è difficile amare? quando dopo una giornata passata a mettere in ordine, stirare 12 camicie più molto altro, cucinare per i figli e i loro amichetti, ripulire, rispolverare, eccetera, vorresti spalmarti sul famoso divano, magari proprio vicino al tuo amato maritino che si gode la partita in tv. E lui poi ti chiede: “mi porti un bicchiere di vino?” tu ti alzi, torni col bicchiere, e lui non ti risponde “grazie, tesoro!” ma “sei stata via 2 minuti e nel frattempo la Juve ha segnato 2 gol; non hai niente da fare adesso, chè te ne stai un po’ lontana da qui?”. E’ molto difficile…..
Eh no Giuly, lì devi farti valere, in quel caso ci vuole qualcosa che colpisca. Un bel mavaffa… e tenergli il muso per qualche ora. Vedrai che sarà lui a tornare come un cagnolino. Sono giochini tristi di coppia ma poi arriva il momento del chiarimento e allora il dialogo può portare molto frutto.
ah, ma guarda che ci ho provato a tenergli il muso, ma mi sembra che non abbia funzionato… finita la partita (con la vittoria della Juve) tutto baldanzoso è entrato in cucina chiedendo che c’era per cena. Aveva rimosso totalmente la battuta precedente…. come faccio a prendermela? 🙂
Quella del portar sfiga è una battuta classica che in genere si usa con gli amici o con la moglie davanti agli amici. Io sono andato a vedere il primo tempo con alcuni amici e il giorno dopo mi hanno rinfacciato che quando sono andato via la juve ha fatto due gol. D’accordo ho detto io, ho portato sfiga a voi ma ho portato fortuna a quelli con cui sono andato a vedere il secondo tempo.
Oppure gli dovevi dire “Per cena tesoro? Mentre segnava la juve me so magnata tutto”.
Giuly questo spaccato di vita familiare è molto divertente ma allo stesso tempo anche estremamente serio; per la serie: ecco i consigli non richiesti, ti dico come la penso: io non credo alla tattica invocata dei “musi lunghi”, no, non mi sembra proprio la migliore e neanche la più evangelica. Credo invece che, da come l’hai raccontato, sia abbastanza deprimente che un uomo, oggi, debba trattare la moglie come una colf. Dopo avergli lavato e stirato tutto il lavabile e lo stirabile il “mi porti un bicchiere di vino?” è assurdo! Ma non ti ha neanche detto “per favore”? Ecco, io ritengo che questo atteggiamento non devi permetterglielo, altrimenti poi diventa uno stile… per carità, portagli pure la bottiglia la prossima volta, ma ci sono modi e modi, credo. L’unica attenuante di tuo marito, oltre a quello di essere juventino, è che sicuramente era sotto ipnosi calcistico-televisiva, durante la quale si perde il contatto con la realtà “reale” e con ciò che succede attorno… ma dubito che una donna possa mai capire una cosa del genere! 🙂
Quoto appieno Luca Paone e vi lascio con una canzone: http://www.youtube.com/watch?v=AdcT-YsCa74
“però volersi bene nooo/ partecipare/ è difficile quasi come volare/ ma quanti ostacoli e sofferenze e poi/ sconforti e lacrime/ per diventare noi/ veramente noi/ uniti/ indivisibili/ vicini/ ma irraggiungibili” (vicini tra noi, ma irraggiungibili dagli altri)
Amare è la ferita più difficile da rimarginare. Nulla riesce a ferire e spalancare il cuore così tanto, nulla. A mio parere, la cosa più difficile da imparare. Ma quando si impara.. Oh, quando si impara.. Come quando tuo padre ti insegna ad andare in bicicletta senza rotelle e te la tiene da dietro e tu sei sicuro che ti sta reggendo.. E invece all’improvviso ti volti e vedi che lui ti ha lasciato andare e stai pedalando da solo.. Ecco, amare è esattamente quello stupore.
È vero che amare è difficile, talvolta non si é sicuri di fare la cosa giusta. È anche vero che spesso non ci viene naturale perché ripiegati su noi stessi. Solo la grazia di Dio può aiutarci a compiere meno errori possibili. Ricordo le catechesi dei dieci comandamenti…e in particolare del 5^… nn uccidere… è noi siamo dei perfetti serial killer che quando camminano lasciano la scia di sangue dietro di loro… preghiamo per vivere l’amore in comunione con Gesù e Maria. Preghiamo il Santo Rosario catena dolce che ci rannoda a Dio.
“noi siamo dei perfetti serial killer che quando camminano lasciano la scia di sangue dietro di loro”
noi chi?
noi essere umani…lasciamo la scia di sangue dietro di noi…
va bene. ma il rosario anche per gli juventini???
Vale: eh sì! E te lo dico io che sto pregando da tempo per un frate juventino… perché DIVENTI INTERISTA! Ahahahahah! 😀
…l’mportante è che tu non ci informi mai più di quello che succede a Medjugorje, che tu abbia riguardo per chi legge questo blog e non ci si abbia a vergognare tutti di partecipare….
Alvise, se dessi retta ai più bassi istinti le darei il consiglio che diede Corto Maltese a Rasputin una volta che era particolarmente accaldato 🙂
Alvise Maria: se ti dispiace di partecipare a questo blog… AMEN! 😀
Vergognare tutti? Hai raccolto le deleghe come nell’assemblea condominiale?
Parla pe’ tte Alvise
che vuol dire “anche per i juventini?” io direi di pregare per tutti coloro che desiderano amare ma che nei limiti umani nn ci riescono pienamente. poi che siano juventini, o peggio, interisti, nn é importante.
beh, si vede anche leggendo i commenti su questo blog che amare è difficile… Ma io direi invece come diceva il mio vecchio parroco: “”amare è possibile, è questa la novità” proviamo a rovesciare il nostro ego-centrico punto di vista, non conviene soffermarci guardare le nostre debolezze ma fidarci di chi ci ha amati per primo. Il mio parroco a chi si lamentava perchè “DEVO andare a cucinare, DEVO andare a riprendere i figli a scuola, DEVO andare al supermercato,DEVO andare in ufficio” ricordava che in molte parti del mondo (e ultimamente anche in Italia) quei “devo” andrebbero sosttuiti con “POSSO”, allora se ne capisce la ricchezza. Invecchiando ti accorgi di quanto sia bello che “amare è possibile” ((se Dio ci ha amati per primo…) perchè che sia difficile diventa talmente evidente…
Se posso intromettermi in questa dotta disputa: “gli juventini” e non “i” (che presupporrebbe un impronunciabile “il juventino” al singolare)
impronunciabile certo, ma non per colpa dell’articolo….
….cerco solo di prevenire, mi sembra di ricordare che siamo vicini alla esortazione mariana(Mariana)!
Ma che ti credi di prevenire? Appuntamento per il 25 con il messaggio mariano…
Alvise Maria: mancano solo 2 giorni! Preparati… e non commentarci sotto, grazie, tanto ormai lo so cosa ne pensi.
Noto con piacere, però, che inizi a saperne più tu di cose su Medjugorje di tanti altri… Bene, bene! Smack! 😀
Tu quoque?
“amatevi come io vi ho amato”. “come”, nello stesso modo, per la stessa ragione. Gesù ci ha amato, e ci ama, per la nostra salvezza. E’ così che il nostro amore vale. Per la salvezza. Del marito/della moglie, dei figli, di tutti. Allora diventa più facile, anche se questo amore chiede di dare tutto di sè, come Gesù. Non si può fare altro. Il nostro modo solo umano di amare è sempre rivolto a noi stessi, vogliamo che ci sia riconosciuto che “stiamo amando” sennò non ci sta bene. Quanto è lontano il “come” di Gesù! E se ce lo ha chiesto Gesù di amarci COME Lui ci ha amati, vuol dire che E’ POSSIBILE. Questa è la vera grazia, che noi che siamo cattivi possiamo amarci come ci ama Cristo Signore. Chiederci sempre se il nostro amore è per la salvezza. E’ faticoso? Benedetta fatica! Buonanotte
Franca 35
Certo che amare e’ difficile. Sono felice Costanza che lo scrivi perche’ a volte si confonde l’amore con la famiglia del mulino bianco fra sguardi sdolcinati che sottendono intese profondissime fra lui e lei riguardo a quale sia la merendina piu’ appropriata al momento (ma che vi sdolcinate?! se provi solo a guardare una di quelle merendine metti su 3 kg!).
Mi e’ stato annunciato tante volte che l’amore non e’ sinonimo di “benessere” ma di “croce”. Se penso a Uno che sa amare mi viene in mente un Uomo sulla croce. Se qualche anno fa queste cose erano tante belle parole, oggi invece le tocco con mano districandomi fra essere moglie e mamma di 3 cuccioli d’uomo.
Certo che amare e’ difficile, amare e’ dare la vita che nella pratica vuol dire tacere quando si pensa di aver ragione (il 100 % delle volte) riguardo ai figli, cambiare pannolini alle 3,00 di notte anche con la febbre a 39 perche’ il marito e’ fuori per lavoro, improvvisare lavori per pagare un autobus che ti portera’ per un week end dal quel ragazzo che diventera’ tuo marito, scoprire a 23 anni il primo capello bianco,ecc
Pero’, diciamo tutta: quant’e’ bello!!! Questo amare, questo dare la vita e’ l’unica cosa che da’ sapore, e’ l’unica cosa per cui vale la pena vivere.
“È difficile poi anche capire ogni volta quale sia la vera carità: stare zitti, correggere fraternamente, risolvere il problema dell’altro, invitarlo a fare da solo. A volte anche dare una bella randellata – caritatevole s’intende – può essere carità.”
Su questo mi sarebbe piaciuto soffermarmi, perché quante volte dietro la tanto (tanto?) sbandierata “correzione fraterna”, nascondiamo i nostri giudizi, le nostre insofferenze, i nostri moralismi, il nostro sapere cosa e bene e cosa è male e soprattutto il saperlo sempre immancabilmente per gli altri.(Senza contare che spesso ciò che ci infastidisce nell’altro e esattamente ciò in cui potremmo specchiarci pari pari).
Ricordo che un giorno qualcuno mi disse: ” Se hai anche solo il minimo, minimo dubbio, che nel tuo cuore non ci sia altro che il desiderio che quel difetto, quell’errore, fosse anche quel peccato, tu lo prenderesti su di te perché il tuo fratello non abbia a viverlo su di sè, se hai questo dubbio, lascia perdere. Piuttosto prega per quel tuo fratello, ‘O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave?”
E la tua trave è la mancanza di Carità (leggesi Amore).
Buon Giorno Ragazzi! L’Amore umano non è mai perfetto, cercavo di farlo capire ieri ai miei fratelli, sarò anche la rompiscatole che insiste per fargli fare i compiti, gli dice di no quando esagerano e cerca di insegnargli il senso di una promessa, ma sono anche la prima che si mettebtra loro e quello che può ferirli perchè con tutti i difetti possibili da ambo i lati sono loro il mio Primo Amore. Se domani mattina morissi e il Padre mi chiedesse cosa ho fatto di bello in vita gli direi : sono stata loro, non giustifica tutto me è così.
Sono d’accordo.
Nell’innamoramento e in una buona consonanza d’animo sembra tutto più a portata di mano..Salvo poi chiedersi di fronte a grandi difficoltà quanto e se si sia sbagliato.Passaggi che qualificano anche i più grandi amori, non solo quelli adolescenziali.
Io lo vivo sulla mia pelle questi giorni e si sa che in certi periodi ci sono più vicine parole che parlano di noi.
A 23 anni ho deciso coraggiosamente di sposarmi senza cause di forza maggiore, anzi quasi contrariando parenti e amici.
Ho scelto l’amore,quello di tutti i giorni, ho scelto il rischio e la responsabilità di una vita a due..di due con tempi e ritrmi diversi..ove oltre la simbiosi si scorge la differenza e la difficoltà di conciliarsi su tante questioni.
Eppure amo e attraverso scontri e fatiche imparo ad amare costruendo pian piano un amore più forte, più radicato, più saldo. E capisco il meraviglioso ma non sempre appunto facile percorso intrapreso.
Amare. Amore. Dove. Quando. Aiuto.
filosoffiazero..prima di dire fregnacce su Medjugorje,vacci !