La busta del latte

Oggi ho imparato ad aprire la busta del latte. E’ stata una delle cose più difficili che ho dovuto imparare da quando sono sposato, assieme al fatto che il rotolo di carta igienica ha un verso preciso e si tira solo da sopra, mai da sotto (chissà poi perché); che il pane si mette a tavola sempre con la gobba in alto, il dentifricio non si spreme dalla metà ma dal fondo, l’asciugamano delle mani è sempre dello stesso colore di quello del bidet, per tagliare le fragole, le zucchine, i cetrioli, i finocchi, le patate ed i pomodori non basta avere un coltello affilato. Ogni pietanza deve avere la sua misura precisa, seguire indicazioni geometriche ben determinate, che non posso capire, odiando la geometria e le inutili perdite di tempo.

In compenso ho appreso che i cassetti si possono lasciare aperti, specialmente quelli in basso, e che i vestiti si possono tirare tutte le sere sulle poltroncine rosa della camera da letto, ed è permesso lasciarli lì per giorni e giorni, finché non finiscono direttamente nel cesto dei panni sporchi. Forse ci vanno pure da soli, disciplinatamente.

Dicevo della busta del latte. Non è difficile imparare ad aprirla come si deve, basta applicarsi. Mettetevela davanti agli occhi, guardatela con il senso di sfida che ho avuto io stamattina, poi, usando pollice e indice sollevate l’angolo destro, ripiegato in basso, dove ci sono disegnate le forbici. Ma non fatevi fregare dal disegno tratteggiato. Ci sono cascato per anni.

Prima di tagliare ed aprire una voragine che farà penetrare all’interno tutti gli odori del frigo (il latte alla cipolla è cattivissimo), infatti, l’angolino che ora vedete sulla destra, parallelo al tetto della busta, va pigiato lateralmente con le due dita finché non si schiaccia e sale in alto, diventando la prua della busta stessa. A questo punto, ancora una volta, non guardate il tratteggio. Il taglio va fatto proprio in cima e deve essere piccolo, al massimo di un centimetro. Il mio è stato di 8,5 millimetri e la soddisfazione, quando mia moglie mi ha detto, canonicamente, “mi versi un po’ di latte?” è stata duplice. Non so se è stato più esaltante vedere quel filo bianco che partiva dal minuscolo foro e ricadeva con un getto preciso e misurato nella tazza del caffé o la faccia di lei, attonita e ammirata, quasi avessi rifatto la Gioconda con la bic.

36 pensieri su “La busta del latte

  1. Velenia

    Prima!fantastico! solo che a casa mia è mio marito che apre le buste del latte e con precisione millimetrica!

    1. 61Angeloextralarge

      Viviana: qualcuno però lo interpreta diversamente. Si pensa che mettere il pane a tavola rovesciato porti sfortuna, come incrociare la forchetta ed il coltello. 🙁

      1. Per citare il beato GPII “Lo studio di tali manifestazioni renderà possibile la riscoperta di autentici valori religiosi, molte volte nascosti e dimenticati” (Ai vescovi del Paraguay in visita ad limina, 1984…)
        Trovo questa e altre citazioni interessanti in un saggio su “Religiosità popolare e senso religioso” dal chilometrico link:

        http://books.google.it/books?id=Z4U49Xv39xIC&lpg=PA93&ots=Kp5yFfMv6d&dq=religiosit%C3%A0%20popolare%20e%20senso%20religioso&hl=it&pg=PA93#v=onepage&q=religiosit%C3%A0%20popolare%20e%20senso%20religioso&f=false

    2. Ma c’è anche un altro motivo: in Francia il pane messo sottosopra era quello del boia, lo si poneva al contrario per distinguerlo…

  2. Mario G.

    Simpaticissimo…. Chissà quanti altri esempi di aneddoti di vita familiare e/o di coppia ognuno di noi potrebbe raccontare, ma forse mai con lo stesso fine umorismo di questo anonimo (perché poi?) autore…

    Buona giornata a tutti! 😉

  3. alessandra

    Molto divertente!Meno male che da noi in Germania ci sono delle belle bottiglie di vetro da un litro con un semplice tappo di metallo!!!
    Dalla prima frase si capisce subito che e’ un uomo a scrivere e che e’ sposato da poco, forse pochissimo.Comunque anche io, come voi mariti per i panni sporchi, penso che la spazzatura esca da sola da casa per raggiungere i bidoni e farci un triplosalto mortale dentro 🙂

  4. 61Angeloextralarge

    Simpaticissimo post! Poi, esserci nella quotidianità, fa ridere di meno, ma per questa mattina va bene così.
    Smack! 😀

  5. quaerendoinvenietis

    Non è che il pane va messo con la gobba in alto semplicemente perché altrimenti quando lo affetti rischi di mutilarti?

  6. Erika

    Mio marito ha il divieto assoluto di preparare la colazione da quando (per la seconda volta), ha messo il cartone del latte sul fuoco al posto della caffettiera.

  7. Erika

    Dopo 10 anni resto ancora sconcertata dal fatto che un uomo che ha avuto esperienze in situazioni di guerra, (in cui certamente nessuno lo svegliava con un bacino) e appena sveglio doveva essere pronto a fare cose che richiedevano massima attenzione ed efficienza, nella vita “civile” trovi così arduo prepararsi un cappuccino…
    🙂

  8. 61Angeloextralarge

    il latte alla cipolla è cattivissimo: mettere la cipolla in un piccolo contenitore ermetico?

  9. vale

    è che per i masculi vale sempre il” de minimis non curat praetor”. dico: non si vorrà mica che ci si occupi-studiandole ,perdipiù- di siffatte piccolezze!per questo ci son le mogli,fidanzate ,mamme,nonne,zie,bar…(e quì mi taccio..)

    1. Roberto

      Altresì detta “la sindrome dell’assicella troppo bassa”: 🙂

      “Io ricordo di tutto.”

      “Ma non è vero! Ti sei dimenticato di questo e di quest’altro!!”

      “Donna! Ricordo tutto, da una certa linea in su! Il resto è sotto il radar: per questo ci sono le agede e le scuse.”

    1. Mario G.

      Ehi Susanna non si dice “voglio” ma “vorrei”….
      Chissà come ti relazioni con il tuo uomo…. (povero lui!) 🙁

      1. Orazio Pecci

        Eh sì, perché l’erba voglio non cresce neanche nel Giardin di Boboli (che è tutto dire…)

  10. Claudio

    …oltre ad imparare come si apre la busta del latte, in 30 anni di matrimonio (confesso, sono un seguace della Costy, un “mirianologo”)ho dovuto subire dettagliate spiegazioni su mille altre faccende per diventare un marito/papà alla pari. Però mi sono preso delle belle rivincite. Prendiamo i calzini. Dice (lei):li devi legare assieme quando sono sporchi perchè altrimenti si perdono e si spaiano tra lavaggio e stiraggio. Io ho risolto così: dato che uso solo quelli da corsa (sono anche uno che corre…) li compero tutti uguali, bianchi, numero 42. Funziona benissimo…

  11. perfectioconversationis

    In casa mia il cartone del latte ha un’apertura a vite: adatta all’autonomia della prole. Per il resto credo che mio marito non abbia mai avvertito in vita sua l’esigenza di un solo goccio di latte, pur avendo una vaga coscienza che qualcosa di simile si possa – forse – trovare nel nostro frigorifero, per ragioni a lui del tutto ignote.

  12. Alessandro

    “Benedetto XVI si è recato così più volte in queste settimane nella fattoria che ospita mucche, galline, animali liberi e d’allevamento, per vedere con i propri occhi da dove arrivano il latte, le uova, il miele, la frutta e la verdura che riforniscono la sua «dispensa» praticamente tutto l’anno, concedendogli il beneficio di una alimentazione genuina e «biologica». E tutta protesa a sfruttare le risorse “di casa”, in piena sobrietà.”

    http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/documenti/dettaglio-articolo/articolo/benedetto-xvi-benedict-xvi-benedicto-xvi-17064/

  13. infinitomeno1

    Com’è che a casa mia funziona al contrario, ossia sono io ad istruire mia moglie -quasi sempre in maniera pedante, lo riconosco- sulla casalinghità (o casalinghitudine)?
    Ma proprio cose base del tipo: come riporre i cibi in frigo, come fare una lavatrice, come sistemare gli abiti e la biancheria nel guardaroba, come pulire i vetri, come si usa l’aspirapolvere, come si fa la parmigiana (od altra ricetta a scelta) e via così…
    Eppure anche prima di sposarci mia moglie ha sempre avuto fama di essere un’ottima cuoca e donna di casa, del resto è sopravvissuta fino al nostro incontro.
    Oramai si è abituata a domandare a me per sapere dove sta il tal cappotto o dove teniamo le lenticchie, se abbiamo aspirina in casa o se c’è ancora quel barattolo di quella marmellata di arance amare tanto buona che ci hanno regalato l’inverno scorso: ha scoperto che è un sistema assai più prativo ed efficace che mettere a soqquadro l’alloggio.

    1. Velenia

      Non ti offendere, ma avendo avuto un papà come te e un marito come il mio preferisco la seconda versione,non tollererei che qualcuno mi dicesse che ammorbidente devo usare o come fare gli anelletti.Ok, mio marito ci prova a dire:-mia mamma mette anche l’uovo sodo-,ma riceve in cambio solo occhiate di fuoco!

      1. infinitomeno1

        Mi rendo conto di essere pesante, sono un po’ il Furio della situazione, ma ci sto lavorando sopra, soprattutto con la preghiera.
        Credo che il problema si ponga quando ci sono due personalità con forze uguali ed opposte che vogliono averla vinta e pretendono di possedere il metodo vincente, allora lo scontro è assicurato. Fortunatamente nelle coppie che funzionano c’è sempre uno dei due che ha più capacità di accogliere l’altro anche in questi frangenti.
        E poi penso che nel nostro caso mia moglie colga anche degli evidenti vantaggi, come trovare la cena pronta quando torna dal lavoro la sera tardi, per dirne uno.

  14. E’ proprio vero: quella del taglio della busta del latte è una cosa che ci ho messo anche io diversi anni a capire. Perchè per tagliare, tutti tagliano. Ma se tagli per così invece che per cosà è inevitabile che quando metti la busta in frigo poi le gocce di latte te le ritrovi anche sui pomodori che hai nel ripiano di sotto 🙁 Piuttosto… ho scoperto che riponendolo sdraiato con il beccuccio all’insù la sicurezza di non avere spargimenti di latte è assicurata. Certo che in quanto a complicarsi la vita, gli umani sono maestri :)) Buona giornata a tutti voi e un saluto da Francoforte 🙂

  15. per il pane rovesciato mia zia potrebbe accoltellare qualcuno! Per il cartone del latte… che dire? Non c’è una volta che, per aprirlo, non macchi il ripiano della cucina! 🙂

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