Almeno vestisse Prada

di Raffaella Frullone

Almeno vestisse Prada, il diavolo, capirei come mai a volte mi ha completamente in pugno. Almeno si palesasse con un paio di Loubotin, si spiegherebbe la poca fatica che fa a farmi cascare così puntualmente e in modo così prevedibile nei tranelli che mi mette ogni giorno sulla strada.

Invece no, niente Prada, niente borse di Louis Vouitton, il nemico non ha nemmeno bisogno di arrivare alle grandi questioni di principio per farmi capitolare, gli basta un look decisamente più easy, uno stile casual e soprattutto l’accessorio chiave, il suo marchio di garanzia: conoscere perfettamente il suo pollo, ovvero la sottoscritta.

Lo immagino mentre mi aspetta la mattina in ufficio, se ne sta seduto beato alla scrivania mentre io, in ritardo, faccio il tragitto in macchina. Chiudo la porta di casa, con una mano tengo il telefono, con l’altra scarto la kinder colazione più, con l’occhio sbircio l’orologio, naturalmente è tardi. Mi impongo di far durare la telefonata il tempo della colazione, perché poi mi restano quegli otto minuti nei quali cerco di rivolgermi allo Spirito e di affidargli la mia giornata, ma la chiacchiera si prolunga, il tragitto si accorcia, non c’è più tempo, e il diavolo ha vinto la sua prima, piccola battaglia, mentre la mia giornata ancora non è iniziata.

Così arrivo in redazione, mi siedo, e matematicamente nei primi 45 minuti apro la famigerata pagina di facebook ed è qui che il maligno mi aspetta, con l’acquolina in bocca. Il fatto è che ho raggiunto quota 1186 “amici”. Amici tra virgolette, virgolette esageratamente grosse perché ci finiscono dentro un po’ tutti, ex colleghi, conoscenti, contatti di lavoro, personaggi conosciuti nei luoghi più strani, amici di amici di amici, cugini di ottavo grado e compagni di classe meteore.

Il nemico mi aspetta in un luogo virtuale all’apparenza innocuo, mi strizza l’occhiolino dal più gettonato dei social network, e tra il link di Eye in the Sky, la fotografia dei bimbi degli amici, post di varia natura sulla politica, l’economia, l’ecologia, articoli di vario colore e taglio c’è sempre, e dico sempre qualcosa che attira il mio occhio come una calamita. Può essere uno status, uno sfogo, una riflessione, un commento che accompagna un articolo, una dichiarazione di intenti, o di guerra, un motto, un’accusa, un virgolettato. Autoprodotto, copiato, liberamente tratto, non fa differenza. Firmato Odifreddi, Mancuso, Repubblica&co, o anche anonimo, purchè rigorosamente anticlericale, progressista, femminista, cattolicamente adulto, sempre e comunque politically correct.

Il livello, con alti e bassi, è quello del bar sport. Si parte dai classici: «Con un anello del Papa si sfama il Congo» (ma poi, perché proprio il Congo?), «I preti sono tutti pedofili»,«Credo in Dio ma non nella Chiesa», «Sono credente ma non praticante», per passare al filone politico: «Gesù era comunista», «la Chiesa sta con Berlusconi», «la Chiesa non paga l’Ici», quello storico: «Il cristianesimo ha fatto milioni di morti, dalle Crociate a con Pio XII che ha appoggiato i nazisti», anche quello biblico: «I Vangeli autentici sono quelli apocrifi», «Gesù era sposato», «Gesù aveva dei figli», «Gesù non è risorto», poi c’è il filone intellettuale: «la devozione è per il popolo bue», «assurdo nel 2012 credere alla Chiesa», «la scienza, la psicologia e la fisica ci hanno spiegato tutto», e infine il filone recente: bioetica, educazione, politiche famigliari «la Chiesa lascia che i bambini muoiano di Aids», «La Chiesa impedisce alle donne di abortire», «La Chiesa discrimina i gay e i trans». E chi più ne ha più ne metta.

Insomma mi tocca leggere proprio di tutto. Il punto è che più la castroneria è grande, più il delirio è grave, più il sangue mi schizza immediatamente al cervello, l’istinto animale si impossessa di me, la paladina della giustizia esce fuori e sguaina con orgoglio la spada luccicante. A dire il vero ho un momento di lucidità, dura meno di un secondo. Clicco commenta e mi dico: “No, non ne vale la pena, è inutile, è una posizione ideologica, quello che stai per scrivere non cambierà le sue convinzioni, lo hai già fatto un sacco di volte, lascia stare, non farlo”. Però, sulla mia spalla, il diavoletto H&M, sghignazzando furbescamente sussurra: “Su, dai, rispondi, non vorrai che rimangano scritte senza replica quelle brutte cose sulla tua amata Chiesa? Non puoi non dire proprio nulla, daaai, solo 140 caratteri, che sarà mai”. Ecco, in quell’istante, in quell’esatto istante, sono sua schiava.

Una parte di me si convince di stare facendo la cosa giusta e anzi, si persuade di fare del bene. Scrivo, argomento, spiego, prima seria, poi ironica, poi pungente, poi accogliente. Insisto, spiego, clicco, copio, incollo, accuso, difendo, alludo. Il tutto naturalmente partendo dall’assunto di base, e cioè che ovviamente io ho ragione.

Quando la paladina della giustizia, armata di penna e spada, si impadronisce di me, può succedere che non mi abbandoni per ore, che compulsivamente vada a verificare cosa mi hanno risposto a volte emeriti sconosciuti, e più ce l’hanno con la Chiesa, più io mio ostino a non mollare. Generalmente il livello, che ricordiamo partiva dal bar sport, tende inevitabilmente ad abbassarsi e la conversazione spesso rasenta una tristezza infinita. Soprattutto se siamo in presenza del tuttologo di turno, all’occorrenza teologo doc. Sì perché i tuttologi che prima invadevano i salotti televisivi e ci facevano rabbrividire per la loro poco o nulla conoscenza della materia sulla quale intervenivano, su facebook si moltiplicano a suon di click e si sentono autorizzati a pontificare su qualunque cosa. Così chiunque può venire a darci lezioni di storia del cristianesimo, liturgia, apologetica, diritto canonico, catechetica, pastorale, spiritualità, morale, sacra scrittura, educazione, bioetica, famiglia. A volte mi chiedo se abbiano frequentato tutti qualche facoltà teologica, ma poi mi accorgo che per intervenire sul tema basta dire: “Io credo ma a modo mio”, il passepartout per avere autorevolezza. Di fronte a un soggetto così ogni battaglia è persa, anzi, non si riesce nemmeno a combattere perché menare la spada è come sparare sulla croce rossa, si smentiscono con le loro stesse parole, si fanno conoscere dal calderone di banalità che riescono a mettere insieme in poche righe.

Di fronte a questo, dopo anni e mesi di muro contro muro, dovrei essermene fatta una ragione, dovrei aver imparato che commentare non porta a nulla se non a perdere del tempo prezioso, dovrei essere riuscita a controllare la smania di replica, e invece no, non ce la faccio, perché come tutte le donne devo sempre dire la mia, a maggior ragione quando mi toccano la fede, Cristo e la sua Chiesa. Soprattutto devo essere io a dire l’ultima parola.

Ecco siccome il diavoletto vestito a saldo non mi molla, questo post vuole essere un appello, aiutatemi, fermatemi. Se mi doveste trovare su qualche bacheca a sostenere idee che nessuno vuole ascoltare, fermatemi, è tempo perso. Se doveste scoprirmi argomentare animatamente un post che afferma che “Dio è un amico immaginario” portatemi fuori dalla bolgia della retorica e mettetemi in salvo.

Ricordatemi che è una tentazione che posso affrontare, che bisogna saper dosare parole ed energie anche su un social network, che c’è un modo per ogni cosa, oltre che un tempo. Ricordatemi che il nostro parlare deve essere “Sì” o “no”, fatemi presente se qualcuno critica acidamente il libro di Costanza Miriano è solo per invidia, e che se proprio non resisto e voglio cedere alla tentazione del diavolo, almeno che vesta Prada.

86 pensieri su “Almeno vestisse Prada

  1. angelina

    Sindrome dell’apologeta ad oltranza? L’ultima volta mi ci sono voluti due giorni a scrostare dalla pentola la zuppa di legumi bruciata…

  2. Accolgo volentieri questo tuo appello, Raffaella, e ti chiedo reciprocamente aiuto perché ciò che provi tu è esattamente ciò che provo anch’io. Ultimamente riesco a lasciar perdere un po’ più facilmente, ma il sangue che ribolle nelle vene lo sento ancora forte… Ciò che mi aiuta è pregare affinché coloro che hai citato nel post possano fare una vera esperienza di conversione e di incontro con Dio, sperimentando la bellezza di sentirsi amati da un Padre che null’altro vuole se non il bene e la salvezza dei suoi figli.

  3. Sini

    Un rimedio. Ripetere tre volte la seguente frase.

    L’ideologia è come il delirio: resiste ad ogni prova dei fatti e tentativo di convincimento.

  4. Quanto ti capisco… proprio oggi ho commentato un post che diceva che Ratzinger da giovane si è arruolato nell’esercito nazista. Ho linkato la pagina di wikipedia in cui si spiegava che l’arruolamento era obbligatorio, copiando anche nel post la citazione del fatto suddetto, ma quelli sono andati avanti come se niente fosse, tanto che mi è venuto il dubbio che l’avessero presa come una posizione a sostegno delle loro tesi. Allora ho cancellato il mio post e ho lasciato perdere. Perlomeno oggi ho risparmiato tempo ed energie. Però ti capsico!!!

  5. Sebastiano

    Hai proprio ragione, quanto ti capisco.
    Propongo un bel “pregherò per te, tu, se vuoi e puoi, prega per me, Dio ti benedica”
    per chiudere, da parte tua, la questione.
    Mi impegno a fare altrettanto quando mi trovo coinvolto in simili buchi neri di tempo.

    E sì, prometto una preghiera per la tua intenzione di resistere alla tentazione
    se puoi e vuoi, prega per le mie tentazioni perditempo.

  6. ……Caspita, mi suona familiare questo problema del commento compulsivo!!! Io perdo quarti d’ora interi a pensare alla frase ad effetto per stendere l’avversario, la combinazione giusta di parole mie, passi delle scritture, e ironia, che, sapientemente dosate, realizzerebbero di fatto la risposta perfetta. Con la mente momentaneamente occlusa dalla rabbia, uno si scorda la regola base, e cioè che in realtà le parole giuste non sono proprio farina del nostro sacco…. “io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere.” (Lc.21, 12 -19).

  7. Io non attribuisco a tentazioni maligne queste cose, ma a debolezze umane… A volte al lavoro ti senti sola e frustrata e dare un occhio a fb serve a riprenderti. Non è tentazione, ma scoramento. Dopo di che penso sia giusto cercare coscientemente di evitarlo perchè il tempo del lavoro va dedicato al lavoro. Per guarda, unì’amica ieri , ero molto in crisi, non mi ha consolato, mi ha detto di smettere di cercare di essere perfetta che chi mi ama mi accetta così ed è una grande verità. Non cercare di essere perfetta cerca di essere …te.

  8. Ricordo che ho avuto un vero choc quando ho scoperto che non sempre si vince.
    Una volta credevo che avendo tempo e pazienza si potesse spiegare qualcosa, anche le più impervie verità della fede (che tra parentesi tanto impervie non sono mai), a chiunque.
    E siccome sono figlio di un repubblichino anticlericale (fisico teorico, per di più) e temprato da mille manifestazioni ed assemblee scolastiche mi buttavo senza tremare un momento in imprese catechistiche che avrebbero fatto fuggire il maestro Manzi. Tipo ad esempio spiegare alla mia sorellina ed al suo fiancéé, entrambi in crisi da astinenza da eroina, i vantaggi della verginità prematrimoniale.

    Ho dovuto diventare prete per incontrare un monaco saggio che mi fece capire una verità fondamentale: non sono io a convincere il mondo, ma lo Spirito Santo!
    “Tu sei bravo,” mi diceva questo monaco “sai predicare bene, ma ricordati che potresti essere il miglior predicatore del mondo, spiegare le cose così bene e con tanta intelligenza da far capire proprio tutto a tutti, oppure saper essere così commovente da farli piangere di gioia o di dolore, ma senza lo Spirito Santo non vedranno. Capiranno, ma non si convertiranno, piangeranno, ma non si pentiranno, perché tu non sei Gesù e la fede inizia dall’incontro con Lui, non con te”
    Che liberazione! Che sollievo! Non sono io Gesù, non tocca a me salvare il mondo! Ma ci pensi? Oggi quei giorni sono lontani e fatico a ricordare l’inquietudine e l’ossessione che avevo, ma so che se pensassi che tocca a me salvare il 95% dei miei parrocchiani che non vengono in Chiesa (stando alle più recenti statistiche) semplicemente non dormirei e non mangerei più. Ho calcolato che dedicando mezz’ora a ciascuno, se ne incontrassi dieci al giorno escludendo le feste comandate e concedendomi quattro ore di sonno li incontrerei tutti almeno una volta in tre anni e mezzo…

    Il nostro compito non è convincere, quello è il lavoro di Dio. Il nostro compito è testimoniare e lasciar fare il resto alla Grazia, anche perché quando cerchiamo di convincere qualcuno inevitabilmente prendiamo un atteggiamento aggressivo che porta il nostro interlocutore a difendersi e quindi a chiudersi. Non cercare di convincere e lascia invece che la tua allegria traspaia dai tuoi occhi, lascia vedere con il tuo sorriso che il Vangelo dopotutto E’ la proposta di vita più umana che ci sia. Due occhi felici sono due pozzi nel deserto, rappresentano per il beduino stanco una tentazione irresistibile e ti porteranno a vincere molte più battaglie di quante ne vinceresti con la dialettica e la ragione, perché non sarai tu a vincerle.

    P.S.
    Bentrovati a tutti!
    E’ stata dura otto giorni senza internet e quindi senza di voi, anche se ero con la mia sposa (le amiche di mia madre la prendono in giro dicendole che è la suocera di Gerusalemme). Sposa per niente sottomessa, purtroppo.

  9. nonpuoiessereserio

    Hai perfettamente ragione sul fatto che il diavolo conosce benissimo le nostre debolezze e ci aspetta al varco. Io arrivo puntualmente, a volte arrivo anche prima che mi tenda il tranello, sono un pollo che andrebbe cucinato al Mc Donald subito. Penso che ormai non sia neppure più il diavolo ad occuparsi di me ma qualche suo assistente di grado inferiore.
    Una volta bazzicavo sui forum di libero, quante battaglie, solo contro tutti, pure il moderatore (si fa per dire) era contro Dio e la Chiesa. Scrivevo fino a notte fonda per difendere le mie idee, quelle della Chiesa. Ho provato tutti i tipi di approccio ma era come suonare un disco rotto. Un giorno li ho mandati tutti a fare il c. e dopo un po’ ho scoperto che il mondo era fuori e quella era solo una trappola.

  10. Ciao tutti, vi ho letti tutti, era tanto che non riuscivo a soffermarmi sui commenti! Passo velocemente per salutarvi!
    Sul post, ecco, è incredibilmente calzante!
    E quello che avere detto pure!
    Don Fabio, la miglior cosa che ci può capitare è proprio quella di capire che siamo servi inutili! A me è bastata una gamba rotta per ridimensionare miei deliri di onnipotenza… Per i deliri di ogniscienza ce ne vuole un po’ di più… Ma qualche martellata ho preso ed il dolore ti fa capire tante cose!

  11. giuse

    cara amica (non di facebook che non ho e detesto, ma sento di poterti definire così, o meglio sorella in Gesù Cristo): non ripeto quanto han detto bene tanti altri … anch’io la mattina mi sento ribollire di sacro sdegno le volte che leggo certe cose (spesso basta il titolo e lascio perdere, tanto so già dove si va a parare: la stoltezza è inversamente proporzionale alla fantasia). Poi, giornalista anch’io, faccio ancor più fatica a tener freno a “penna” e pensieri, e a stoppare la ia presunzione e l’autocmpiacimento che provo nello scrivere e argomentare con ironia tagliente…
    Però due cose faccio alla mattina (non perché son tanto “bravo” o santo, ma per puro istinto di sopravvivenza miscelato a anni di esperienze guerresche coi demoni mattinieri): cadesse il mondo mi alzo mezz’ora prima e faccio le Lodi. Chiuso il Libro, parto alla guerra, ma non sono più sprovveduto e diasrmato come sarei per mia natura: c’è Golia che mi aspetta? Sia: io povero Davide senza armatura umana ho la fionda con le 5 Pietre da scagliare (ovvio la battaglia è sempre ardua e ne esco spesso egualmente con qualcosa di rotto, però…).
    Poi ormai per me vale il detto: “Non date le vostre cose sante, le perle ai porci”… non è, tu lo sai benissimo, presunzione personale né giudizio contro altre persone . E solo difendere i doni di grazia che ci sono stati elargiti senza alcun merito: sono tanto belli quanto fragili, e vanno custoditi da chi questi doni non li ha mai conosciuti. Nascono da un Incontro: si argomentano idee, posizioni ideologiche non l’Amore che abbiamo sperimentato intimamente e dal quale discendono tutte le cose che vorremmo difendere… Se siamo di Cristo siamo destinati a incarnare il rifiuto e l’incomprensione: non è noi che rifiutano, ma Lui. Ed è un onore e un sigillo quello di portare su di noi un po’ di quel disprezzo.
    Con affetto.

  12. angelina

    L’uomo non può accontentarsi di un semplice e tollerante scambio di scettiche opinioni ed esperienze di vita: tutti siamo cercatori di verità e condividiamo questo profondo anelito, tanto più nel nostro tempo in cui
    “quando le persone si scambiano informazioni, stanno già condividendo se stesse, la loro visione del mondo, le loro speranze, i loro ideali” (Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2011). (dal Messaggio 46a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 24.01.2012)

  13. Cristina

    Raffaella, sei una delle mie. L’unica cosa che ti consiglio è di abassarti il numero di “amicizie” su FB, cancellale semplicemente. Quelle con le quali non hai un rapporto minimamente costante, non servono a nulla e ti immergono soltanto in un mondo che per niente si identifica con il tuo. Che senso c’è parlare con persone che non sono interessate alle tue parole?! Perdi solo tempo. Io faccio spesso “pulizia” nelle mie “amicizie”. Chissà se mi spiego. In ogni modo, è la maniera che ho trovato per non confrontarmi con persone che (pur avendomi inviato una richiesta di amicizia – probabilmente soltanto per aumentare a loro volta il loro numero di esse) non si interessano minimamente a ciò che penso.
    Sei grande comunque.

    Un saluto,

    Cristina

  14. Miriam

    Ragazzi. è vero che siamo servi inutili. E’ vero che corriamo il rischio del commento compulsivo; ma questo fa parte dell’equilibrio da trovare in ogni ambito del nostro ‘esserci’-col-Signore.
    E, allora, se qualcuno ti scrive ringraziando e condividendo principi di fede che oggi troviamo trascurati quando non addirittura oscurati, forse la nostra presenza in questa che – se ben usata – è una frontiera di libertà e di servizio, forse stiamo semplicemente facendo la nostra parte anche in questo spicchio di realtà molto meno virtuale di quanto non possa superficialmente apparire.
    Infatti -se si è autentici – il nostro messaggio ‘passa’ e i rapporti che si instaurano poi anche nel concreto sono vivi e vitali e niente affatto virtuali.

  15. Ciao, Raffaella!!! Non so se il suggerimento ti potrà “salvare”!!, ma una meditazione sul passo biblico che dice che “la nostra battaglia non è contro le creature di carne e di sangue ma contro gli spiriti immondi che abitano questo mondo di tenebra” forse può farti riflettere che spesso cerchiamo di convincere le persone, senza ricordare che sono dei burattini in mano a Satana. Ciao, un abbraccione! Sabrina

    1. Ciao !!!! Vengo molto spesso a visitare il sito della Quercia!!! Grazie per quello che fate e le testimonianze che ci regalate!!!

    2. Denise Cecilia S.

      senza ricordare che sono dei burattini in mano a Satana.

      Spero che l’esagerazione non sia voluta…

  16. Velenia

    Io ero velenosa già molto tempo prima di internet,che dire questo post sembra scritto per me,compreso la marca dei vestiti del diavolo,il mio oltre HM veste anche oviesse, ma siamo lì.Allora smetto subito di commentare e vado a lavorare.Un abbraccio amici.

  17. 61Angeloextralarge

    Bel post! Grazie!
    Parto da trentamenouno: “parole mie”. Forse il problema è questo? Vogliamo, pensiamo, crediamo che con le nostre parole e le nostre esperienze e “verità” gli altri capiscano e “cedano”, magari il prima possibile, come quando si cade da cavallo in stile San Paolo. La parola umana che valore ha? Tantissimo, d’accordo! Ci mancherebbe il contrario! Ma se la parola umana non è accompagnata, anzi “preceduta” dalla Parola di Dio (amata, vissuta, incarnata, ect.), gli unici effetti che può avere sono effetti molto umani. Non mi pemetto di pensare e di dire che tu non fai questo! Però il problema c’è ed è di tanti non solo nei post, ma anche nelle nostre famiglie, nei luoghi di lavoro e, fino a qualche tempo fa per me, anche nel campo dell’evangelizzazione (mssioni anche in strada).
    Ho imparato una cosa molto semplice ma incoraggiante: l’importante è seminare, con costanza (ed in questo blog anche con Costanza, grazie a Dio!). Non aspettiamoci di raccogliere o di vedere almeno i fiorellini che “forse… se tutto va bene….” diventeranno frutto! Dobbiamo essere “servi inutili”? E allora al lavoro! Con il santo orgoglio di essere solo strumenti: le mani, i piedi, gli occhi, la voce e quanto altro Dio ci ha dato per aiutarlo in questa terra. Che ne sappiamo noi di come viene accolto in realtà quello che diciamo (in questo caso scriviamo)? Nulla! Prima di tutto perché non conosciamo l’altro che legge: il cuore lo conosce Dio! Noi possiamo arrivare a capire gli altri, ma non nella totalità della loro persona. In secondo luogo perché i tempi ed i modi li conosce solo il Signore.
    Un esempio banalissimo: anni fa ero in missione (assieme ad altri, ovviamente) in un paese della bassa Marche. Quaranta giorni a visitare gli abitanti, casa per casa. Tempo dopo veniamo richiamati dal parroco in occasione della Festa del Patrono. Mi si avvicina una signora e mi dice: “Angela, ti ringrazio perché mi hai cambiato la vita!”. Li per li ho pensato: “Questa stamattina ha bevuto grappa al posto del cappuccino!”, ma la signora continuava a dire che per lei ero stata importante. Non capivo! La signora era tra quelle che avevo frequentato di meno durante la missione! I miei conti non tornavano. Beh, ad un certo punto lei ha aggiunto: “Se non mi dicevi quella frase, quella mattina, adesso sarei ancora fuori dalla Chiesa!” Grande curiosità! “Che ti ho detto di così toccante? Non capisco!”. Praticamente l’avevo inconrata una mattina presto, mentre stavo andando a fare un po’ di Adorazione, prima di iniziare il giro quotidiano nelle famiglie. Lei stava andando a comperare le sigarette. Scherzando le avevo detto: “Oppio?” e lei mi aveva risposto ridendo: “E già!”. Poi mi aveva chiesto dove stessi andando e le avevo risposto: “Vado a salutare Gesù e a parlargli di quelli che mi sta facendo incontrare in questi giorni, quindi anche te! Il mio oppio è questo!”. Beh, nei mesi successivi, lei ha ripensato spesso a questo incontro (alla fine del quale mi ero sentita molto stupida perché avevo paragonato Gesù alle sigarette). Risultato? Era rimasta colpita nel vedere una persona “normale” che la mattina presto va a parlare con Gesù (in una chiesa sempre vuota a quell’ora); nel sentire che questa persona non andava a parlare con Gesù per raccontargli dei suoi “gravissimi” problemi, ma di quelli degli altri; nel capire che per quella persona Gesù era importante come per lei le sigarette. Da li, solo per grazia di Dio, perché è Lui che fa tutto, è arrivata piano piano a pensare che se esiste una persona che “dipendeva” da Dio come lei “dipendeva” dalle sigarette, che se esistono persone (eravamo 14 missionari) che al posto di fare le ferie chissà dove, vanno a farle come le stavamo facendo noi, allora Gesù non era poi un’entità astratta ma era una realtà e, questa realtà era più vicina di quanto lei pensasse.

  18. Alessandro

    anni fa inviavo lettere sdegnate più o meno a tutti i giornali che mi propinavano una calunnia contro la Chiesa. Zelo del tutto inutile e sconsigliato.
    Oggi ho smesso di scrivere, non sono sui social network quindi fuggo le occasioni prossime 🙂 , visito blog e siti per informarmi (ormai col tempo mi sono fatto un “percorso” che funziona per me e mi fa risparmiare tempo) senza farmi risucchiare nel commentificio, commento solo su questo perché mi piace.

  19. Erika

    Quando ho letto il post ho subito pensato ad Angeloextralarge, che ieri, mi sembra, ha asserito di essere “‘gnurant com ‘na capra” (e non penso proprio che sia vero!)
    Bè, davanti a tanta becera idiozia che circola in rete, cara Angelo., non c’è risposta arguta, citazione colta, né logica aristotelica che tengano: conta invece l’intelligenza del cuore, l’accoglienza, la distribuzione massiccia di baci e sorrisi.
    Davanti a questo tipo di intelligenza, prima o poi si crolla.

    1. 61Angeloextralarge

      Ragazzi (come vi chiamerebbe Paperella)! Quasi quasi mi commuovo! Smack! 😀
      Erika: so ‘gnurant! Fidati! La mia “cultura” è a settori, anzi a paratie stagne e su tantissimi argomenti (magari fossero solo gli argomenti!) è cosa buona e giusta se faccio scendere il SILENZIO STAMPA… 😦

  20. Alessandro

    Angela, no problem, come dice BXVI nel Messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali segnalato da perfectioconversationis:

    “SILENZIO e parola sono entrambi elementi essenziali e integranti dell’agire comunicativo della Chiesa, per un rinnovato annuncio di Cristo nel mondo contemporaneo” 🙂

    1. 61Angeloextralarge

      Aleeeee! Sei uno dei miei miti! Come copi-incolli tu (e lidiafederica) COPIANO-INCOLLANO in pochi! Superriforniti, oh! Smack! 😀 Mi hai quasi consolato!

    2. angelina

      Il nostro caro BXVI! Una mente aperta alle novità
      Il rischio oggi è quello di opporre per banalizzazione la rete e il silenzio. Invece il Papa afferma che anche in rete si aprono vari spazi di silenzio, di riflessione, di meditazione. È un’intuizione notevole che scardina i luoghi comuni: l’ambiente digitale può essere anche un ambiente di preghiera e quindi di evangelizzazione. Benedetto XVI, inoltre, ricorda che la rete è il luogo delle domande e delle risposte, dimostrando così di comprendere bene la dinamica della comunicazione contemporanea. Il Papa, infatti, è consapevole che mentre un tempo l’uomo si poneva domande ed era alla ricerca di risposte, oggi mancano le domande appropriate. Su questo punto l’originalità del messaggio del Papa sta nell’affermare che il silenzio è il luogo dove non solo si trovano le risposte ma si impara a riconoscere le domande giuste.

      http://www.cyberteologia.it/ Intervista di A. Spadaro

    1. Alessandro

      burattini in mano a Satana sono tutti gli esseri umani (te incluso) quando decidono di cedere alle tentazioni di Satana sempre più frequentemente e docilmente, infine con complice arrendevolezza.

          1. Alessandro

            non lo so io, qualche peccatuccio penso (immagino, opino, stimo) tu l’abbia commesso, ma se sono peccati veniali e non mortali allora non sei un burattino nelle mani di Satana. Posso mica essere nella tua testa per saperlo, io

            1. Mortali? Il solo peccato mortale che potrebbe esistere è fare del male agli altri con premeditazione.
              Tutto i resto nessuno (o quasi) Non voialtri illuminati, ma nemmeno noialtri al buio!!!

  21. Questo post l’ho scritto io! e poi l’ho inviato alla Raffa in modalità telepatica…. lo confesso!
    Stamattina ho scoperto, come se non lo avessi saputo prima, che il mio angelo custode è mio marito. Oggi la città è bloccata dallo sciopero dei mezzi e lui ne ha approfittato per rimanere a casa e studiare per il prossimo esame (non contento dei già troppi impegni da un anno è iscritto all’università…). E che potevo fare io? per non stargli tra i piedi mi sono dedicata alla pulizia della cameretta dei bambini. Tra una carrozzina archiviata, un materasso sbattuto, navi fantasma dei pirati spolverate e circa 30 peluche rimessi in ordine, è trascorsa tutta la mattina. Alle 10 avevo una vaga crisi d’astinenza da FB, che è però retrocessa davanti ai vetri sporchi. Tutto qui. Il mondo non è crollato, la rete è ancora salda con e senza cavo, il pc non scotta, e soprattutto io non ho il solito mal di testa che mi piglia ad ogni link idiota che mi stimolerebbe una risposta con lanciafiamme incorporato. A dire la verità la fase della risposta, del commento compulsivo mi è passata, o almeno si è attenuata parecchio. Se pubblico qualcosa nella mia bacheca già perdo troppo tempo nel rispondere ai commenti molesti dei più o meno “amici”, ma i post degli sconosciuti li ignoro. Non che non mi si attorciglino le budella, ma se non mi giro alle frasi idiote che sento al Bar America non vedo perchè dovrei sprecare minuti, ore anzi, preziose per cadere in trappole messe lì dagli stolti per gli allocchi di turno.
    Quindi cara Raffa, la pietra che schiaccia il diavoletto non è altro che la realtà, quella delle finestre zozze, delle lenzuola da cambiare, dei moduli di iscrizione a scuola da riempire, del caffè fumante in cucina, o nel tuo caso della redazione e dei colleghi. Ogni azione ha un peso eterno, non le parole al vento che se le porta, leggere e slegate.
    (sempre su Faccialibro ho notato che c’è una pagina dal nome bislacco “La forza delle parole” … io personalmente la snobbo a favore della “forza dei fatti”!)

    1. che poi… a pensarci bene, certe volte la ragione ce l’abbiamo, vera, per rispondere. Ma la verità si afferma da sè, non ha bisogno di mille nostre parole. Chi non la vuole vedere non la vedrà mai anche se la affermiamo noi. La vedrà quando ci sbatterà il muso.

    2. 61Angeloextralarge

      Giuliana! Se non ci fossi bisognerebbe inventarti, anzi crearti! Non noi ovviamente! Smack! 😀

        1. 61Angeloextralarge

          Anche quando ha creato me! Veramente… non sarebbe proprio cooolpa sua, ma di QUANTO MI PIACE MANGIARE, che è diverso. Sigh! 😦 E’ vero che costituzionalmente sono di quelle che s’ingrassano anche con l’aria, ma aggiungo del mio! 😦

  22. Che dire, ti capisco: è una tentazione che viene a tutti di tanto in tanto, anche a me.
    Con la differenza che io sto dall’altra parte, a fare l’avvocato del diavolo.

  23. Non per darmi delle arie, ma per punire me terremoti non credo che ne verrebbero (punire di che, povero disgraziato?)
    facevo il verso a quello che è stato già detto p.es. sul terremoto in Giappone….

  24. “Fuori tema! Preghiamo per queste scosse di terremoto? Smack!”

    Una preghiera di ringraziamento ci sta tutta visti i 60 km di profondità del terremoto di oggi pomeriggio.

  25. citizenkane

    Citazione:
    «la scienza, la psicologia e la fisica ci hanno spiegato tutto»

    Questa è un’affermazione che uno scienziato, uno psicologo e un fisico non farebbero mai.

  26. caro Hal, devo proprio dirtelo…. questa nuova grafica non mi piace. Sì, è vero… sono una misoneista antipatica, ma ci ho provato a farmela piacere…. niente da fare! è roba già vista, e non riesco neppure bene a capire l’ordine delle repliche e a chi sono rivolte. Però siccome non decido io, mi rimetto al tuo insindacabile giudizio e gusto. Spero di abituarmici….(anche perchè è l’unico blog che seguo).

    @Angela: ti voglio tanto tanto bene, ma qui l’unica capra sono mi. E nell’ultimo mese il livello dei post e dei commenti è cresciuto tanto che mi sento sempre di più ignorante. Però attingo, nella speranza di assorbire per osmosi un po’ di cultura e di buona scrittura….

  27. Benedetta

    Capitata per caso su questo post interessante.
    Parti dall’idea di avere ragione. Se porti te stessa sbagli a pensare di avercela. Ma se porti Cristo… Bah, ho letto una frase interessante a riguardo: “Non ho la verità in tasca. Sono nella tasca della Verità”.
    Seconda cosa… Ti stavi lasciando prendere la mano anche ora. Quindi, su tua richiesta, ti fermo. Parli di “infinita tristezza”, di “banalità”. Tuttologi, bassezze… E’ tutto vero. Ma penseresti lo stesso avendo davanti quella persona? Io credo di no. Quando porti Cristo e vedi gli occhi dell’altro, le sue ferite e le sue giuste ribellioni… Avresti ancora il coraggio di giudicarlo tuttologo e banale? O guarderesti oltre? Si, credo che lo faresti. Noi abbiamo il dovere di fare quello che possiamo anche su Facebook che è una non realtà, una distorsione. Ma c’è modo e modo di farlo. Si può fare in modo Evangelico, e si può fare in modo del tutto personale. Optare per la prima scelta non fa perdere tempo, perchè non è necessario dire l’ultima parola. E’ necessario però dirne, anche solo una, che sia Sua e non nostra.
    Grazie di cuore per la riflessione.

  28. Boso

    Ciao a tutti.
    Scrivo per la prima volta su questo bellissimo blog, pieno di spunti per la preghiera e per la riflessione personale. Scrivo perchè questo post di Raffaella mi ha fatto immediatamente pensare alla “battaglia” in difesa della Chiesa che mi è capitato spesso di sostenere in ufficio con una schiera di colleghi anticlericali che spesso, forse perchè ossessionati, tirano fuori certi argomenti in pausa pranzo o alla macchinetta del caffè. L’ultimo episodio del genere risale a qualche giorno fa. Tesi sostenuti dai cari colleghi: la Chiesa è fondamentalmente un’associazione di pseudo-mafiosi, una cricca così come lo sono alcune realtà interne alla Chiesa (su tutte CL); lo testimoniano libri come “Vaticano SpA” di Nuzzi (guarda caso, la sera dopo, è andata in onda su La7 la trasmissione “Gli intoccabili”, condotta proprio da quest’ultimo). Qualcuno – per venire incontro al sottoscirtto – si azzarda ad affermare perentoriamente che “il messaggio è una cosa, l’istituzione è un’altra”. Spesso condivide questa sorte con me un collega ciellino: con lui l’argomento è presto servito.
    Tante volte mi sono detto: “Stai zitto. Lascia stare. Ti conoscono e sanno come la pensi. La tua testimonianza la dai già. Parla d’altro col vicino di sedia in mensa e pensa che se dici anche soltanto “Ma non è vera, questa cosa!!” il tutto degenera in: mal di fegato, sangue al cervello, discussione che sente tutta l’azienda e prosegue fino in ufficio, idee preconfezionate che usciranno a raffica dalle loro bocche, eccetera eccetera. Come diceva Sini più sopra tra i primi commenti: “L’ideologia è come il delirio: resiste ad ogni prova dei fatti e tentativo di convincimento.”
    Il problema è che non me lo ripeto mai abbastanza. Soprattutto, un conto è ripeterselo davanti al computer e di fronte ad una cosa scritta, un conto è avere 4 o più persone sedute vicino a te che affermano cose che ti feriscono ed esigono risposte immediate, pronte e sorrette dalla Grazia. Quando sono sbottato qualche giorno fa ho anche detto loro, visto che ero parecchio inca**ato: “La Chiesa per me è madre e maestra. Andate sul personale se ne parlate così. Lo volete capire?”. Che la Chiesa per me fosse madre, a loro risultava una cosa totalmente incomprensibile e folle. Certo, nella loro testa un’associazione di delinquenti come può essere considerata “madre e maestra”?
    Poi, per forza di cose, dopo che ci si è scaldati parecchio, bisogna abbassare i toni e rientrare nei ranghi. Annuendo ad alcune loro sparate in parte più lievi, ed evitando di controbattere, ci si deve per forza lasciare e rientrare in ufficio con quel pensiero che nel frattempo cresce nella testa e si accompagna ad una maligna dose di arrabbiatura: a cosa è servito tutto questo? A NULLA!!!

    1. Alessandro

      Caro Boso,
      mi viene in mente quale contegno la prima lettera di Pietro esorta a tenere chi compone la Chiesa (cioè “la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato”: 1Pt 2,9):

      capitolo 2

      “[12] La vostra condotta tra i pagani sia irreprensibile, perché mentre vi calunniano come malfattori, al vedere le vostre buone opere giungano a glorificare Dio nel giorno del giudizio.

      [15] Perché questa è la volontà di Dio: che, operando il bene, voi chiudiate la bocca all’ignoranza degli stolti.

      [19] È una grazia per chi conosce Dio subire afflizioni, soffrendo ingiustamente;

      [20] che gloria sarebbe infatti sopportare il castigo se avete mancato? Ma se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio.”

      E ancora, al capitolo 3

      “[15] ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto,

      [16] con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo.

      [17] È meglio infatti, se così vuole Dio, soffrire operando il bene che facendo il male.”

  29. A parte la piacevole ironia (che è sempre una dote simpatica), mi permetto di ricordare che EFFETTIVAMENTE la Chiesa sostiene antistoriche posizioni sull’uso del profilattico, peraltro spesso disattese anche dai cattolici (non voglio turbare alcuno, ma conosco una quantità di persone cattoliche dal tiepido al convinto, e la stragrande maggioranza consuma tranquillamente rapporti sessuali prima e fuori dal matrimonio, con tanto di uso di contraccettivi…) e che purtroppo nel novero dei pedofili si contano ANCHE ecclesiastici (non che la cosa m’importi: prete o medico, avvocato o capo indiano, un pedofilo è un pedofilo, punto), ecc….

    Piu che scomodare il diavolo, vestito Prada o vestito in tuta come me adesso, si potrebbero fare altre riflessioni.

    1. 61Angeloextralarge

      Ognuno è libero di definirsi “cattolico” e di professare in realtà la “religione del faccio a modo mio”, che, OVVIAMENTE, questo non è ESSERE VERI CATTOLICI. Poi, non sta a noi giudicare, perché c’è già chi lo farà e con molta più sapienza di noi.
      Esempio molto banale: se tifo Milan, non posso perdermi il derby Milan-Inter ed andare a vedere una partita di serie C. In realtà non sono un vero TIFOSO DEL MILAN.

    2. Alessandro

      1) la Chiesa non deve evitare di sostenere le posizioni che Faunita ritiene antistoriche, la Chiesa deve insegnare la Verità.

      2) che pochi o alcuni o moltissimi battezzati trasgrediscano la dottrina morale della Chiesa attesta solo che anche i battezzati peccano, come c’è scritto… nei Vangeli (pensa un po’ che notizia nuova nuova, fresca fresca)

      3) così come nuova nuova fresca fresca è la notizia sui preti pedofili: non ne avevamo mai sentito parlare negli ultimi tre anni…

  30. Faunita, mi permetto di consigliarle di fare un giro dalle parti del post di oggi, 28 gennaio. Tanto per fare l’esperienza del mettersi nei panni di qualcun altro, magari un qualcun altro che discorsi illuminanti come i suoi è abituato a sentirne spesso.

  31. Insomma, dubitare è sbagliato, pensare con la propria testa è erroneo e in caso di dubbio devo non riflettere e decidere da me (eventualmente anche a costo di sbagliare ed imparare dai miei errori) ma seguire “istruzioni scritte” (lo dico in senso ironico)….

    Sì, è vero che molti cattolici fanno sesso prima del matrimonio e – per quanto mi consta, conosco molte persone cattoliche – non lo ritengono un peccato così tremendo né ne sono traumatizzate o destabilizzate, magari con conseguenze sul loro futuro di coppia. Cosa c’è di così TERRIFICANTE nel fare sesso senza essere sposati, esattamente? Al di là di questioni squisitamente morali tipo che i due “non si appartengono” – che cosa orribile, davvero col matrimonio una persona “appartiene” all’altra? Mah…

    Non ho problemi ad ammettere che non sono cattolica e non penso che essere “sottomesse” ad un uomo sia particolarmente esaltante, forse sarà un problema mio. Ho avuto a che fare con una persona che cercava di “sottomettermi” (senza risultato, magari qualcuno penserà che sia un peccato non volermi “sottomettere” ad un uomo ed essere fiera d’essere autonoma e indipendente) e ciò, lo dico con franchezza, non mi ha fatto molto bene, anzi, è stata un’esperienza ben poco gradevole. Non penso di valere meno di un uomo né di dovergli chiedere come si cambia un fusibile (so farlo da sola) né che lui mi vorrà solo se so fare la crostata di crema (so fare anche questo, oltre a cambiare i fusibili).
    Non pretendo di fare discorsi illuminanti, ma semplicemente di dire la mia. Se poi sembra banale, che devo farci… personalmente posso dire di essere molto più felice (e amata) ora che ho detto: no, non mi sottometto se non alla mia coscienza (un giudice con cui peraltro si ha sempre a che fare prima o poi in vita).

    1. alla tua domanda diretta molti hanno già risposto molte volte e in molti modi, su queste pagine.
      Mi permetto invece una piccola nota: la “sottomissione” di cui qui si parla non è, e non può essere, una pratica “transitiva” (diciamo così, intendo che qualcuno la fa su qualcun altro) ma sempre e solo riflessiva. Per di più, si basa non sulla differenza di genere, ma sulla fede nel sacramento del matrimonio. Non c’entra niente valere meno degli uomini o saper cambiare i fusibili.
      Buonanotte, Faunita! 🙂

  32. Insomma, la sottomissione avrebbe una portata o una derivazione in qualche modo “trascendente” o sarebbe necessari a fini soprannaturali e/o ultraterreni. Prosaicamente: Dio lo vuole.

    Posso fare una domanda molto cattiva: e dell’evanescente (labile, labilissimo, quasi impalpabile) confine tra “sottomissione” e “violenza psicologica” che cosa mi dite?
    Spero non si arrivi qui a sostenere – come spesso si legge – che la donna “sottomessa” non corre rischi d’essere maltrattata o vessata ché l’uomo non avrebbe motivo di “maltrattare” (come se avesse ragione) chi gli ubbidisce o che la violenza psicologica (e quella fisica ecc.) non esiste o che bisogna sopportare…

    Lo dico perché ho assaggiato la violenza psicologica (che fa più male di quella fisica, che almeno ha il pregio di farti SUBITO aprire gli occhi su che razza di cialtrone tu abbia a fianco e ti spinge a troncare ISTANTANEAMENTE… e colgo qui l’occasione per dire che chi incassa botte sopportando senza fiatare sta letteralmente giocando col fuoco, ne abbiamo sentiti già troppi di questi casi) abilmente mascherata da “sano” desiderio di avere una donna “ubbidiente” e “da poter un po’ trattar male” e da considerare come “Inferiore” a puntello di “maschile” superiorità eccetera eccetera, col prevedibile copione (tentare di soffocare ambizioni intellettuali, lavorative, personali, ecc. ecc. e offerte di matrimonio “in zona cesarini” rispedite al mittente… confesso che lasciare quella persona è stata l’esperienza più gratificante della mia vita).

    A titolo personale aggiungo che il mio attuale compagno mi ama proprio perché apprezza la mia indipendenza. Mai stata tanto amata come da quando ho deciso d’essere libera.

    1. admin

      cara Faunita rispetto tantissimo la tua storia personale e sono sinceramente felice della felicità trovata con il tuo attuale compagno. Poni delle domande interessanti ma che trovano risposta principalmente nel libro (abbiamo dibattuto per mesi dibattuto su questro blog su facebook, su giornali etc). Capisco che ti possa essere insopportabile l’idea di acquistare un libro che istintivamente ti fa orrore ma se lo leggessi scopriresti il vero significato che Costanza dà alla sottomissione come atto di amore, di fiducia piena verso la persona amata, come dono, e perchè un dono sia tale deve essere gratuito e libero. Purtroppo il concetto paolino di sottomissione è sovrastato dal significato negativo che la parola assume in un contesto dove vince la logica della competizione, del conflitto, di una parità intesa come annullamento della propria natura . Sono sicuro che se vincessi il tuo naturale pregiudizio e leggessi il libro avresti delle sorprese.

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