di Raffaella Frullone
Cause e vertenze al passo coi tempi. Tutelare i propri diritti è ormai un imperativo, anche quando il diritto in questione può non sembrare così inviolabile.
Nel 2004 l’astrologa russa Marina Bai ha citato in giudizio la Nasa, chiedendo un risarcimento milionario per aver “scombussolato l’ordine dell’universo”: nel mirino il progetto “Deep Impact” e la sonda spaziale progettata per studiare l’interno di una cometa e portare alla luce i detriti provenienti dall’interno del nucleo. Secondo l’astrologa il progetto era “un atto terroristico”.
Nel 2005 un detenuto rumeno che sconta 20 anni di carcere nel penitenziario di Timisoara, ha denunciato per truffa l’Altissimo poiché il battesimo contratto in tenera età non lo avrebbe tenuto lontano dai guai.
Nel 2006 a un papà di Zhengzhou, in Cina, è stato negato il permesso di chiamare il figlio “@”, ‘chiocciola’, perché intraducibile in mandarino.
Oggi dall’Illinois arriva l’ultimo baluardo del diritto di famiglia, o meglio del diritto dei famigliari, in questo caso dei figli. Pare infatti che Steven ne Kathyn Miner, due fratelli di 23 e 20 anni, abbiano deciso di rivolgersi a un giudice per i danni subiti negli anni dalla madre Kimberly Garrity, colpevole di non aver concesso loro un’adeguata paghetta, di non aver fatto regali e – pensate la perfidia di una mamma dove può arrivare – di aver imposto il coprifuoco.
I due fratelli lamentano di non aver mai avuto soldi per andare in discoteca, di essere stati privati di vestiti firmati e accusano la madre di non essere stata generosa nemmeno con i regali di Natale. Non è tutto, secondo il racconto di Steven la donna una volta lo avrebbe addirittura obbligato ad allacciare le cinture di sicurezza in auto, una vera violenza insomma.
Fatto sta che oggi la donna deve rispondere di “abuso emotivo” e se perderà la causa sarà costretta a risarcire i figli con 50 mila dollari per danni morali così come richiesto dall’avvocato dei due fratelli che altro non è che … il padre e l’ex marito della donna.
A qualcuno potrà sembrare l’ennesima americanata, una puntata di Beautiful o tutte e due le cose insieme, ma vi ahimè non lo è. Tutto questo non è che la deriva presa dalla famiglia americana dopo il divorzio, avvenuto nel 1995, dei genitori, separazione che evidentemente ha ferito così profondamente i figli da portarli, ormai adulti, a rivendicare in forma economica l’affetto mancato.
Segni dei tempi, dicevamo, e a pagare sono sempre i figli. In effetti se la vicenda dell’Illinois può sembrare delirante, la Child Support Agency, agenzia inglese che si occupa per conto del governo di verificare il sostentamento dei figli di persone separate, ci regala notizie ancor meno confortanti.
Sembra infatti che la lista delle scuse più utilizzate dai padri separati per non pagare gli alimenti ai figli, possa concorrere con quella che utilizzavo al liceo per saltare le interrogazioni (che vi assicuro era strategicamente infallibile). Alcuni esempi? «Non posso pagare gli alimenti perché non esisto più. Sono stato inserito in un programma di protezione testimoni e quindi sparisco», «Non posso mantenere mio figlio perché devo far riparare la Ferrari», «Ho portato lo struzzo dal veterinario e al momento non posso più pagare». Poi c’è il padre che ha addotto come motivazione per i mancati alimenti il fatto di «aver pagato alla sua ex moglie l’operazione al seno, di cui sta godendo il nuovo compagno» e chi ha dichiarato di aver cambiato sesso e quindi di non aver più l’obbligo di pagare nulla. Non si tratta di barzellette, ma di motivazioni messe nero su bianco da avvocati e prese in considerazione da giudici in carne ed ossa che decidono la sorte di figli più o meno ignari della situazione.
A questo punto penso di dovermi tutelare anche io, la giustizia va perseguita senza se e senza ma. Devo solo decidere se sia per me più conveniente citare in giudizio mia madre, che nel 1999 mi ha punito perché mi ha scoperto mentre saltavo un giorno di scuola, il Kinder Bueno perché mi sento ingannata dalla pubblicità “bontà a cuor leggero”, o i produttori di Kiss me Licia, a causa dei quali sono stata convinta per anni che avrei sposato un cantante.
Come avvocato non ho dubbi, mi rivolgo alla mia catechista delle medie. Diceva “la giustizia umana non è quella divina, ma come uomini abbiamo il dovere di perseguire una giustizia che vada oltre il nostro ego.Morire a sé stessi per donarsi agli altri – ripeteva in continuazione – non c’è giustizia che non passi da qui. Rinunciate e riceverete cento volte tanto”.
Lo avessimo capito, ci avessimo creduto, lo avesse compreso il mondo, forse saremmo meno assetati di vendette, e ci risparmieremmo qualche noia legale.
“Fatto sta che oggi la donna deve rispondere di “abuso emotivo” e se perderà la causa…”
Non corre questo pericolo: il caso è stato archiviato già da diversi giorni.
http://www.ibtimes.com/articles/205996/20110830/judge-dismisses-bad-mom-lawsuit-kimberly-garrity.htm
La notizia è quindi vecchia.
Stupidità = diritto? Visto che un tempo sono state considerate così rivendicazioni oggi ritenute sacrosante, come il voto alle donne o l’obbligo all’istruzione, direi che è meglio avere una causa inutile in più rispetto a non dar voce a interessi potenzialmente legittimi…
Un dettaglio: la madre accusata ha dichiarato di voler ancora bene ai propri figli. E questa secondo me è la vera notizia…
@Adriano,mi sembra che tu confonda la rivendicazione di diritti civili con il diritto civile.Un giretto in un tribunale civile non ti farebbe male,
Adriano. Quello sollevato da Raffaella è un problema un pochino più profondo, e suggerisce l’esistenza di un legame tra l’ultrasensibilità epidermica in tema di “cultura dei diritti” e la “dittatura del desiderio”, Da un po’ di tempo nasciamo immersi in un mondo che continua a poggiare sul diritto alla felicità, qui, ora e per tutti. Ma come si vede è un serpente che si morde la corda perché crea solo individui assetatti di rivendicazioni, nuovi Shylock divorati dall’ansia di lucrare la loro libbra di carne (e come lui, destinati a veder frustrate le proprie brame). Un mondo fondato su una simile idea di “giustizia” è semplicemente disumano. La sola giustizia, senza la capacità di sapersi donare agli altri, di sapersi sacrificare e rinunciare (in una parola: senza amore), si tramuta in un idolo. E gli idoli, si sa, vogliono sangue.
Da notare che allo stesso tempo, mentre si persegue il diritto alla stupidità e si accampano rivendicazioni fondate unicamente sul capriccio e il risentimento, vengono bellamente calpestati i diritti essenziali della persona umana.
Mi piacISSIMO!
anche a me
Mi associo anch’io!
A me pure
@ Adriano: l’errore nel tuo ragionamento sta nel ritenere che la storia proceda verso magnifiche sorti progressive (verso il Paradiso in terra o il Gran Sol dell’Avvenire, chiamalo come vuoi), che un passo avanti, un diritto, una conquista, siano sempre e solo le premesse per nuovi passi avanti, nuovi diritti, nuove conquiste. Dopo il voto alle donne o l’istruzione diffusa abbiamo avuto il divorzio e l’aborto. Poi la procreazione assistita, i figli in provetta. Ora qualcuno chiede il riconoscimento delle famiglie omosessuali, il riconoscimento al loro “diritto” ad avere dei figli (adottati o assistiti medicalmente)… Il diritto a morire come e quando ci piace.
I diritti si stano espandendo in modo slegato a ogni riferimento morale, fino a coincidere con le voglie. Il punto è che ogni diritto ha rovesci di medaglia, diritti di altre persone che vengono calpestati (solitamente, i diritti dei più deboli, che sono i bambini, i malati, gli anziani…). Si tratta solo di una discussione “democratica” su chi può essere sacrificato oppure i comportamenti morali vanno collegati a un punto di riferimento esterno a qualsiasi maggioranza si possa formare provvisoriamente?
Solo il diritto naturale (il decalogo, per riassumere) può essere questo punto di riferimento comune, in caso contrario si finisce nell’orrore della legge del più forte. E questo non è un discorso (solo) cattolico: è una meditazione, che può anche essere laicissima, sul senso vero dell’agire morale.
mi piace
Credo che basare un’intera riflessione su “casi limite”, individua sì la stupidità e anche la degenerazione umana; ma tende a farne un assoluto. Il che non penso corrisponda alla realtà tutta intera e neppure faccia bene al nostro morale che sarebbe completamente a terra se non avessimo fiducia nelle promesse del Signore.
Il caso sarà anche limite, ma purtroppo lo è sempre meno…
“L’intelligenza ognuno se la deve conquistare. Soltanto la stupidità si espande gratuitamente” (Erich Kästner)
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…Benedetto XVI riassume in poche frasi è che usare bene la ragione significa guardare il reale: si tratta di una «theoría, come la chiama la tradizione greca», letteralmente un «vedere e comprendere». E se si guarda la realtà senza farsi condizionare dalle proprie passioni ci si accorge che ci sono davvero nel reale delle leggi intrinseche che valgono per tutti, che si sia credenti o non credenti, cattolici, musulmani o atei. Queste regole del gioco, questa grammatica della vita sociale sono l’unica alternativa a un caos in cui prevale chi grida più forte o chi è meglio in grado di esercitare la violenza, dunque prevale la tecnocrazia, che è maestra nella manipolazione delle masse.( quanto avrà contato la manipolazione del babbo avvocato sulla “testa” dei figlioli nel prendere tale iniziativa?)
(citata in”la bussolaqiotidiana” da introvigne in memoriam di Goytisolo)
o come diceva un vecchio prete amico di famiglia: la stupidità umana è la prova ontologica dell’infinito.
ahimé la battaglia buona contro tutto ciò sarà senza fine ma nonc’è altra possibilità che continuare a combatterla,pena il caos totale ed il trionfo della stupidità
vale
Purtroppo il caso famiglia è una piaga aperta nella società odierna.
Il cornutazzo sa bene che minando la famiglia mina innanzitutto la società, i rapporti, le vocazioni, il mondo intero.
I casi limite come quelli su citati tendono a farci vedere l’uomo così com’è quando è preda totale del nemico.
Vendetta, rabbia, infelicità sono solamente risultati di uno stesso piano tattico.
Cosa suggerisci di fare?
Io, qui, vicino a casa mia, conosco una donna che guadagna
millecinquecento euro il mese con le notti e (essendo separata)
paga cinquecento euro il mese per il figlio che vive con il padre.
Questo è un fatto reale comune a tante ex-famiglie che cercano di andare avanti in questa maniera. L’importante è che restino buoni rapporti tra genitori e figli, A volte succede. Altro non so che dire.
Inutile stare a miagolare!!!
fare ne più ne meno che quello che dice il papa da Roma e la Madonna da Medjugorje: penitenza e preghiera.
…questo lo puoi fare te, ma noi impelagati nella realtà effettuale, che ci abbiamo sempre questioni da risolvere. decisioni da pigliare, e da pigliare, a volte, anche subito, cosa cazzo c’entra la penitenza!!!!
Tanti saluti al CORNUTAZZO da parte mia!!!
E’ tutto nel titolo: la stupidità è un diritto.
Certo.
E meno male.
Fare dono di se stessi è anche accettare che nella società siano protetti e tutelati anche quelli che ci sono antipatici, che puzzano, che dicono scemenze etc.
oggi tuteliamo la stupidità
domani la stupidità avrà cittadinanza
dopodomani la stupidità sarà monarca assoluto
Erika, se ho capito bene il tuo pensiero, non sono d’accordo. Forse non si è afferrata bene una cosa: la “stupidità” di cui si sta parlando non è la debolezza dei “vinti” dalla brutalità della forza e del potere, degli “sconfitti” della storia, dei “dannati della terra”. È la stupidità arrogante del “signorino soddisfatto”, del bambino viziato che vede sé stesso solo come “erede” e piagnucola per vedere soddisfatto ogni proprio capriccio. Si tratta cioè della creatura più conformista in assoluto, incapace di sacrificare una briciola del proprio essere a qualcosa di superiore al proprio “io”. E pensare che darla sempre vinta ai capricci di un bambino viziato sia far dono di sé stessi è un equivoco a dir poco madornale. È vero esattamente il contrario. Di “protezione” il “signorino soddisfatto” ne ha avuta in eccesso, talmente tanta da averlo ridotto a un invertebrato astioso e risentito. È il suo bene stesso a richiedere la presenza di qualcuno che, finalmente, funga da argine ai suoi desideri illimitati.
ma guarda che il titolo è “La stupidità è un diritto” non “La stupidità del diritto”
Sottoscrivo Andreas.
In buona logica:
1) Fare dono di sé stessi in modo autentico equivale a non commettere sopruso alcuno
2) se le recriminazioni livorose e stolte dei due tirannelli fossero state assecondate dalla corte si sarebbe consumato un sopruso
3) quindi assecondare le recriminazioni dei due tirannelli non equivale affatto a fare dono di sé stessi, anzi snatura il senso del donare sé stessi.
Poiché fare dono di sé stessi è condizione indispensabile per essere buoni cristiani, si conclude (da 3) che assecondare le recriminazioni dei due tirannelli non sarebbe operato da buon cristiano.
Una logica che non fa una grinza, caro Alessandro! 😉
Si però anche la stupidità del diritto…una volta ho avuto fra le mani l’atto di citazione di una tizia che citava il venditore di un paio di stiletto perchè le si era rotto un tacco e questo le aveva prodotto un danno esistenziale trovandosi la suddetta tizia niente poco di meno che al Ballo della Rosa,capirai Caroline l’avrà presa in giro per tutta la serata!!!
Ah, beh; si`, beh
Non voglio dire che la stupidità vada incoraggiata, ma che i diritti civili devono necessariamente essere inderogabili.
Se due cretini (mi spiace, ma non so come altro chiamarli) vogliono fare causa alla madre perché non ha speso abbastanza in regali di Natale, facciano pure….sta al giudice, che si suppone abbia più sale in zucca di loro, rimandarli a casa dopo avergli fatto pagare per intero le spese processuali…
ecco, allora sei anche tu come me per la punizione della stupidità. Hai voluto scomodare il tribunale per investirlo delle tue rivendicazioni cretine? Allora paga, così un’altra volta ci pensi due volte.
Tecnicamente si chiama lite temeraria.
Grazie per il contributo tecnico, Velenia 🙂
@ Erika: Sarò un bastian contrario ma io penso invece che la stupidità non abbia proprio alcun diritto e non reputo affatto una conquista civile – né, tantomeno, inderogabile – l’averglieli conferiti. Aggiungerei anche che la progressiva giuridicizzazione di ogni rapporto familiare è un segnale assai inquietante. In casi come questi – madre imputata per “abuso emotivo” causa insufficienza di donazioni natalizie – non credo molto nel valore pedagogico delle sentenze dei tribunali. In primo luogo perché a forza di concedere diritti alla stupidità li si leva al buon senso, che in questi casi è sempre bastato e avanzato (e, poco alla volta, non è detto che gli stupidi non finiscano a promulgare leggi e ad applicarle in tribunale); in secondo luogo perché la forza pubblica deve intervenire quando la famiglia è luogo di in intollerabili violenze, ma non certo per insegnare ai genitori come educare i figli, tanto meno può imporre loro d’essere affettuosi nei confronti dei pargoli spedendo i carabinieri a controllare se la fatina dei denti abbia lasciato o meno un regalino al bimbo sdentato. Per non parlare dello scenario kafkiano evocato da Adriano, con corti costituzionali e financo il Tribunale dell’Aja chiamate a giudicare la mamma di Raffaella per averla sgamata quando bigiava la scuola (beh, capitò anche a me una simile sventura, e mal me ne incolse, dato che in casa mia vigeva ancora il famoso “metodo Pestalozzi!).
Semplicemente non è loro compito farlo, a ciascuno il suo.
Ecco perché la retorica dei diritti civili è, in fondo, solo la premessa del totalitarismo: «La liberazione crescente, da un lato, e la regolamentazione crescente, dall’altro, collaborano in maniera perfetta alla de-moralizzazione della società» (Nicolás Gómez Dávila). Qui si vede la differenza abissale tra chi crede nell’esistenza di una verità indipendente dalle voglie dell’uomo e chi, invece, crede che sia il Cesare di turno (si chiami esso Stato, Corte Costituzionale, Onu o il “Grosso Animale” platonico) a doverla stabilire. Lo slogan, dopo duemila anni, in fondo è sempre lo stesso: “Non abbiamo altro re che Cesare!”.
@ Erika: Sarò un bastian contrario ma io penso invece che la stupidità non abbia proprio alcun diritto e non reputo affatto una conquista civile – né, tantomeno, inderogabile – l’averglieli conferiti. Aggiungerei anche che la progressiva giuridicizzazione di ogni rapporto familiare è un segnale assai inquietante. In casi come questi – madre imputata per “abuso emotivo” causa insufficienza di donazioni natalizie – non credo molto nel valore pedagogico delle sentenze dei tribunali. In primo luogo perché a forza di concedere diritti alla stupidità li si leva al buon senso, che in questi casi è sempre bastato e avanzato (e, poco alla volta, non è detto che gli stupidi non finiscano a promulgare leggi e ad applicarle in tribunale); in secondo luogo perché la forza pubblica deve intervenire quando la famiglia è luogo di in intollerabili violenze, ma non certo per insegnare ai genitori come educare i figli, tanto meno può imporre loro d’essere affettuosi nei confronti dei pargoli spedendo i carabinieri a controllare se la fatina dei denti abbia lasciato o meno un regalino al bimbo sdentato. Per non parlare dello scenario kafkiano evocato da Adriano, con corti costituzionali e financo il Tribunale dell’Aja chiamate a giudicare la mamma di Raffaella per averla sgamata quando bigiava la scuola (beh, capitò anche a me una simile sventura, e mal me ne incolse, dato che in casa mia vigeva ancora il famoso “metodo Pestalozzi!).
Semplicemente non è loro compito farlo, a ciascuno il suo.
Ecco perché la retorica dei diritti civili è, in fondo, solo la premessa del totalitarismo: «La liberazione crescente, da un lato, e la regolamentazione crescente, dall’altro, collaborano in maniera perfetta alla de-moralizzazione della società» (Nicolás Gómez Dávila). Qui si vede la differenza abissale tra chi crede nell’esistenza di una verità indipendente dalle voglie dell’uomo e chi, invece, crede che sia il Cesare di turno (si chiami Stato, Corte Costituzionale, Onu o il “Grosso Animale” platonico) a doverla stabilire. Lo slogan, dopo duemila anni, in fondo è sempre lo stesso: “Non abbiamo altro re che Cesare!”.
Ma a me non pare che queste denunce aprano la via all’applicazione della stupidità come sistema giuridico, né alla “dittatura del desiderio” così come profetizzato da Andreas Hofer. Anzi, ci sono giustamente dei giudici che, con tutti i limiti umani, decidono se una qualsiasi rivendicazione è giusta o no. Ci sono tre gradi di giudizio. C’è una Corte Costituzionale. Ci sono anche corti sovranazionali. Certo, questo non significa che non ci possano essere assolutamente errori, ma questo rischio dovrebbe essere ridotto al minimo.
Nei casi citati nel post, tutti casi limite, mi pare che non uno sia stato accolto da una corte. Quindi possiamo essere abbastanza tranquilli… Non pensate?
perfetiovonversationis
“@ Adriano: l’errore nel tuo ragionamento sta nel ritenere che la storia proceda verso magnifiche sorti progressive (verso il Paradiso in terra o il Gran Sol dell’Avvenire, chiamalo come vuoi), che un passo avanti, un diritto, una conquista, siano sempre e solo le premesse per nuovi passi avanti, nuovi diritti, nuove conquiste”
Mai detto questo. Ho solo sottolineato che alcune rivendicazioni oggi considerate legittime erano state etichettate all’inizio come stupide, per cui, nel dubbio, penso sia meglio avere/dare il diritto alla stupidità, con qualche causa inutile in più, piuttosto che correre il rischio di non dare ascolto a richieste invece utili. Fossero state archiviate con questa scusa il diritto di voto alle donne (o la legge contro lo stupro), oggi staremmo peggio, non credi?
Quanto agli altri esempi di una possibile deriva dei diritti da te citati, personalmente considero il divorzio e il possibile riconoscimento delle coppie omosessuali (con la possibilità di valutare anche la possibilità di adottare, chiaramente tenendo sempre e comunque come riferimento i diritti dei minori) come passi avanti e una conquista. Ma questa è un’opinione che so non essere condivisa (e sulla quale si è già scritto tanto alcuni post fa).
In poche parole, mi associo a quello che scrive Erika: “Non voglio dire che la stupidità vada incoraggiata, ma che i diritti civili devono necessariamente essere inderogabili.”
non ricordo chi l’ha scritta( montaigne?) ma preferisco i malvagi agli stupidi. i primi ,ogni tanto ,si riposano….
vale
le “cose” stupide non hanno tempo. l’errore resta errore.sia esso morale,giuridico,etico.
se no è solo relativismo.
“…Ci fu un tempo in cui la ragione umana, compiacendosi di folli speculazioni, si mostrava soddisfatta di sé quando era riuscita ad opporre una negazione ad una affermazione nelle sfere intellettuali, un errore ad una verità nelle idee metafisiche, una eresia ad un dogma nelle sfere religiose. Oggi questa stessa ragione non rimane soddisfatta se non scende alle sfere politiche e sociali, per turbare tutto, facendo sbocciare, come per incanto, da ogni errore un conflitto, da ogni eresia una rivoluzione e da ognuna delle sue superbe negazioni una catastrofe gigantesca.”
(da Donoso Cortés-lettera al card Fornari,1852)
vale
@Adriano. La si chiami “dittatura del desiderio” o “metafisica della soggettività”, dal ’68 in avanti l’idea che essere realisti consista nel chiedere l’impossibile è uno stato di cose esistente, non una semplice possibilità. E che l’unica ancora di salvataggio, quella che dovrebbe farci stare “abbastanza tranquilli”, stia nella saggezza dei giudici e nella lungimiranza degli architetti dell’ordinamento giuridico, beh, è davvero chiedere troppo alla nostra intelligenza.
Non ha senso dal punto di vista logico sdoganare la stupidità argomentando che, a tuo parere, ogni rivendicazioni di diritti è stata inizialmente tacciata di stupidità. Altrimenti arriveremmo all’assurdo anche lo studente asino che ha consegnato una versione di latino infarcita di errori potrebbe rivendicare il “diritto” alla promozione (e perché non al massimo dei voti?) con la scusa che il professore l’ha ritenuta un capolavoro di stupidità e non un’opera dell’ingegno. Cosa che peraltro succede già oggi, dunque c’è poco da fare i pompieri.
Non c’è niente da fare: non bastano le procedure, serve un criterio (pre-politico e pre-giuridico) del vero e del falso, del bene e del male. Il relativismo porta solo al totalitarismo.
@ Andreas
No, se rileggi i miei commenti non sdogano la stupidità tout court. Semplicemente penso che sia pericoloso scartare ciò che viene etichettato come stupido solo per questo motivo.
No, non credo nel diritto alla promozione e, allo stesso modo non credo nel 6 politico né nell’intervento della Corte Europea dei diritti
dell’Uomo per un mancato dentino che si trasforma in soldino.
Sono cose che non ho mai detto né evocato. Mentre, a differenza di quello che pensano altre persone qui dentro, sono convinto che la famiglia non debba essere una “zona franca”.
@ Adriano
Personalmente non ho alcun problema a confrontarmi con chi la pensa diversamente da me, ma non mi trovo molto a mio agio con chi aggiusta il tiro e modifica la traiettoria dei propri pensieri solo per tirare sempre la ragione dalla propria parte, accusando gli oppositori d’aver interpretato male il proprio pensiero. Questo è un sintomo di pensiero ideologico (ovvero impermeabile ad ogni smentita). Per dialogare occorre un terreno comune, occorre che gli interlocutori riconoscano almeno l’autorità superiore della ragione. In caso contrario stiamo solo perdendo tempo. In ogni caso, tirem innanz.
Il tuo argomento è: la stupidità di ieri è il diritto civile di domani, ergo occorre garantire il “diritto alla stupidità” (parole tue). Questo argomento logicamente vale zero perché sembra sfuggirti che qualche rivendicazione potrebbe essere effettivamente stupida e, dunque, legittimamente rigettata. Questa eventualità non la prendi in considerazione, e un motivo c’è: tu parti da un presupposto relativistico, quindi implicitamente identifichi la “stupidità” con “ciò che è oggetto di riprovazione sociale”. Il problema è che non ammettendo un bene oggettivo e una verità oggettiva non sei nemmeno in grado di distinguere quali siano le rivendicazioni legittime e quelle illegittime (perché a questo si riduce in fondo la “stupidità”: rivendicare un diritto inesistente perché non conforme alla natura umana e al bene della persona).Per cui alla fine l’unico criterio “vincente” è quello della forza: la rivendicazione che ha avuto la forza di imporsi deriva da questo fatto la propria legittimità. Confermi quindi che nel relativismo si annida l’adoratore della forza, il devoto del potere.
Non a caso George Orwell ha evidenziato che «l’aspetto più terrificante del totalitarismo non sono le sue “atrocità”, ma il fatto che esso attacca il concetto di verità oggettiva: pretende di controllare il passato oltre che il futuro» (Romanzi e saggi, a cura e con nota introduttiva di Guido Bulla, Meridiani Mondadori, Milano 2000, p. 1550).
Nel saggio The Prevention of Literature Orwell aggiunge che il totalitarismo «a lungo termine richiede probabilmente un discredito dell’esistenza stessa della verità oggettiva» (in the long run probably demands a disbelief in the very existence of objective truth). Tutti i totalitarismi sono null’altro che culto della forza bruta, smisurata e senza confini. E questo perché non riconoscono una verità oggettiva, non creata cioè dalla propria volontà. Non possiedono il senso del limite.
Ti faccio notare poi che sei stato tu, e non io o qualcun altro, ad aver evocato la corte costituzionale e le corti sovranazionali come “garanzia” e fonte di “sicurezza”. E questo a seguito di un post che menzionava la citazione in giudizio di una madre per “abuso emotivo” e per i pochi doni natalizi… Importa poco che tu non creda al “diritto alla promozione”. Le conseguenze logiche del “diritto alla stupidità” portano al “diritto alla promozione”.
Quanto alla famiglia, se rileggerai anche tu i miei commenti vedrai che non ho affatto detto che la famiglia sia una “zona franca”. Ho affermato che lo Stato non ha alcun diritto di ingerirsi in ambito educativo. Non sto dicendo che lo Stato non abbia autorità sulla famiglia, ma che essa vada invocata solo in situazioni di anormalità (violenze, ad esempio). Quando si tratta di casi normalissimi di gioie e dolori tipici della quotidianità familiare lo Stato non ha alcun diritto di interferire per plasmarla a sua immagine e somiglianza (ovvero secondo l’ideologia in voga).Chi ha cullato un simile progetto, guarda caso, sono solo i fautori dello “Stato criminale” delle ideologie totalitarie, che non è affatto andato in pensione, visto che molti lo auspicano.
Andreas
“Personalmente non ho alcun problema a confrontarmi con chi la pensa diversamente da me”
Neanch’io. Anzi cerco solo questo. Trovo poco interessante scambiare (???) opinioni con chi la pensa come me.
“ma non mi trovo molto a mio agio con chi aggiusta il tiro e modifica la traiettoria dei propri pensieri solo per tirare sempre la ragione dalla propria parte, accusando gli oppositori d’aver interpretato male il proprio pensiero”
E quando l’avrei fatto? Tra l’altro, non considero chi la pensa in modo diverso come “oppositore”…
“Il tuo argomento è: la stupidità di ieri è il diritto civile di domani”
No. No. No. E’ bruttissimo autocitarsi, ma penso che in questo caso sia necessario farlo per evitare ulteriori incomprensioni. Il mio argomento è questo: “è meglio avere una causa inutile in più rispetto a non dar voce a interessi potenzialmente legittimi…” (v mio primo commento delle 00:59). Un’idea che ho ribadito anche nel commento delle 13:24 quando ho scritto ” Ho solo sottolineato che alcune rivendicazioni oggi considerate legittime erano state etichettate all’inizio come stupide, per cui, nel dubbio, penso sia meglio avere/dare il diritto alla stupidità, con qualche causa inutile in più, piuttosto che correre il rischio di non dare ascolto a richieste invece utili”. E mi pare di aver detto lo stesso nel commento delle 19:30 quando ho scritto “non sdogano la stupidità tout court. Semplicemente penso che sia pericoloso scartare ciò che viene etichettato come stupido solo per questo motivo.”
Ora, penso che questi commenti siano abbastanza chiari e univoci, senza “aggiustamenti di tiro”… Se non è così, per cortesia, indicami dove avrei detto che ciò che è stupido diventi immancabilmente giusto col tempo. Grazie.
“qualche rivendicazione potrebbe essere effettivamente stupida”
Certo, mi trovi d’accordo, come già detto qui sopra e mi pare di averlo espresso più volte. Se non è così, di nuovo, per cortesia indicami dove avrei scritto quello che tu dici.
Interessante la tua definizione di “stupidità”, cioè rivendicare un diritto inesistente. E chi decide se esso esiste o no, o se invece è un diritto legittimo “oggetto di riprovazione sociale”? Il buon senso, si potrebbe dire. Ma i casi già citati che dimostrano che non sempre ce n’è. La morale comune… Di nuovo, le denunce riportate nel post dimostrano che non è poi così comune. Si potrebbe dire che un tribunale (con tutte le limitazioni umane che ho già citato) nel contesto di un paese democratico (cioè non totalitario e con un buon livello di tutela delle minoranze) che si basa su un sistema legislativo condiviso sia il luogo deputato proprio a questo. La prova è che, nei casi citati dal post, la cosa pare aver funzionato (per lo meno, ho potuto verificare che è sicuramente stato così per i casi dei due figli e dell’astrologa, anche se la Russia non è proprio così democratica…). Sia chiaro, non ho la certezza dell’infallibilità del sistema giudiziario (anzi) ma, grazie anche ai vari gradi di giudizio, direi che possiamo dormire sonni relativamente tranquilli sul fatto che, fino a prova contraria, la stupidità non vincerà.
In ogni caso per chi non è d’accordo con una sentenza, esiste sempre l’obiezione di coscienza non-violenta (con le conseguenze del caso), applicata per esempio dai farmacisti contrari all’aborto, ma anche da giudici e professori che tolgono da un’aula il crocefisso.
Interessante la citazione di Orwell sul totalitarismo e sulle riletture/riscritture che subisce la storia. Questo però è successo anche in paesi e istituzioni democratiche…
“Ti faccio notare poi che sei stato tu, e non io o qualcun altro, ad aver evocato la corte costituzionale e le corti sovranazionali come “garanzia” e fonte di “sicurezza”. E questo a seguito di un post che menzionava la citazione in giudizio di una madre per “abuso emotivo” e per i pochi doni natalizi…”
In effetti mi riferivo a un pericolo più generale di una deriva del diritto causata da queste cause (il post ne cita più d’una), le quali, come gà detto, non mi sembra abbiano avuto successo. Nello specifico, poi, l’ “abuso emotivo” è stato rigettato da due gradi di giudizio (e non mi sembra che delle corti sovranazionali abbiano giurisprudenza su ciò che succede negli USA, il paese dove si sarebbe perpretato questo crimine).
“Le conseguenze logiche del “diritto alla stupidità” portano al “diritto alla promozione”.”
Scusa, ma mi sfugge la relazione “logica” tra i due elementi. Anche se qualcuno stupidamente può credere di avere sempre e comunque il diritto di essere promosso, questo non implica automaticamente il dovere di promuoverlo. Non tutte le rivendicazioni etichettate stupide devono essere accettate (ribadisco). Il diritto alla stupidità, come lo concepisco io, non implica che tutte le cause intentate in base allo stesso debbano essere utili. Semplicemente, ripeto, preferisco che ci sia una causa in più del tipo inutle come quelle citate nel post rispetto a una causa legittima (ma etichettata come stupida) in meno.
“Quanto alla famiglia, se rileggerai anche tu i miei commenti vedrai che non ho affatto detto che la famiglia sia una “zona franca”.”
In realtà non mi riferivo a te ma, tra gli altri, a questo commento:
http://costanzamiriano.wordpress.com/2011/07/15/l%e2%80%99impari-opportunita/#comment-9099
Ce ne sono tanti altri con idee simili, nei vari post. Al momento ho trovato solo questo.
” Non sto dicendo che lo Stato non abbia autorità sulla famiglia, ma che essa vada invocata solo in situazioni di anormalità (violenze, ad esempio).”
E’ proprio quello che intendevo quando dicevo che la famiglia non deve essere una zona franca. Credo che si debba intervenire anche quando in una famiglia si insegna a odiare il prossimo, o a ritenerlo inferiore, anche se questi insegnamenti sono dati senza violenza.
Spero di essere stato abbastanza chiaro.
Buona serata.
@ Adriano.
Risponderò con calma alle tue obiezioni. Purtroppo anche io ho il difetto di dover mangiare e di dovermi guadagnare il pane, il che mi porta via un po’ di tempo…
Per ora noto solo che hai un concetto di verità “ipotetico”. E in base a un simile criterio non sei in grado di stabilire se una rivendicazione sia illegittima o meno, dunque volens nolens devi accettarle tutte. L’unico tuo criterio alla fine si riduce, ribadisco, alla forza di una rivendicazione, alla sua forza d’imporsi socialmente. La verità come manifestazione di forza e potenza, una sorta di cratofania.
Se hai studiato un po’ di statistica ti rendi subito conto che il tuo “diritto alla stupidità” (“preferisco che ci sia una causa in più del tipo inutile come quelle citate nel post rispetto a una causa legittima (ma etichettata come stupida) in meno”) somiglia in maniera impressionante a quello che in statistica è noto come “test di verifica di ipotesi”: c’è una probabilità x1 di rifiutare la rivendicazione y quando è legittima e una probabilità x2 di accettare una rivendicazione z quando è illegittima. In statistica si “risolve” il problema con una distribuzione matematica delle due percentuali d’errore. Il problema nel nostro caso è che anche prendendo per buono un procedimento del genere, nessuno di noi è in grado di calcolare quante volte nella storia sono state rifiutate rivendicazioni legittime e quante volte ne son state accettate di illegittime. In primo luogo perché è un esperimento che non si può replicare, diciamo così (appartiene alla storia, per definizione, un evento passato e irripetibile, a meno che tu non conosca come riavvolgere il nastro). Inoltre, altro rebus di non facile soluzione, come stabilisci le due probabilità x1 e x2 (falso positivo – vero negativo)? Come stabilisci che è più elevata la prima e non la seconda?
In altre parole, è chiaro che la verità non può scaturire da un esperimento perché non è un’ipotesi da verificare, ma semmai un’unità di misura. È un criterio qualitativo, non quantitativo. Non è l’esito dell’esperimento ma è pre-sperimentale. E qual è?
È sintomatico che tu ti sia chiesto “chi” deve decidere di qualificare come illegittima una rivendicazione e non piuttosto “cosa” la qualifichi come tale. È come se ti chiedessi chi ha il potere, la forza di farlo… Per questo, ripeto, il relativismo conduce SEMPRE all’homo homini lupus, alla legge della giungla. Non essendoci un ordine dell’essere da rispettare conta solo la volontà, dunque la forza per imporre la propria sulle volontà altrui.
Il problema è, ripeto: qual è il criterio che definisce “legittima” una rivendicazione? Io ti rispondo: la “morale naturale”, o comune, cui si riferiscono i saggi dell’antichità, ma anche della Cina, India e Africa. Nel mondo plasmato dalla Bibbia, coincide con quelle “regole per l’uso dell’uomo” riassunte nel Decalogo. Tu mi rispondi: le “regole per l’uso del cittadino” contenute nella Costituzione. E qui si capisce perché siamo su fronti opposti.
P.s. Sono il primo a rendersi conto di quanto siano surreali queste discussioni. Una volta, quando ancora esisteva il buon senso (*), nemmeno sarebbero cominciate (d’altro canto se non c’è ossequio alla verità la discussione degenera nel discorso sofistico). D’altro canto, nel caso ce ne fosse stato bisogno, è un’ulteriore dimostrazione che ormai sono giunti i tempi profetizzati da Chesterton: « La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto» (G.K. Chesterton, “Eretici”, tr. it., Paoline, 1960, p. 238)
(*) Il senso comune, che presuppone una “verità delle cose”, è stato azzerato o quasi dal ’68. Adriano non è in grado di stabilire che sia la morale comune proprio per questo motivo: l’idea di una morale comune condivisa tramonta proprio col ’68, anno di nascita della “dittatura del desiderio”: http://www.totustuustools.net/pvalori/DelNoce_moralecomune.htm
Andreas, posso chiamarti “Professore”?! (“Maestro” è già occupato…)
Che pagina… anche questa doveva essere un post!
Concordo, gran bella pagina, Andreas.
Per parte mia segnalo che ritenere legittima una rivendicazione per il solo fatto che in un determinato frangente storico un determinato gruppo sociale le ha tributato tale riconoscimento equivale a involgersi in miriadi di contraddizioni e a inzuccare in aporie a frotte. E’ del tutto patente infatti che nel corso della vicenda umana un gruppo sociale numericamente imponente ha assegnato legittimità alla rivendicazione A e che un altro gruppo sociale numericamente non meno imponente ha ricusato legittimità alla medesima rivendicazione. A chi dare ragione? Non lo so, se ritengo legittimo solo ciò che un ampio gruppo sociale ritiene tale: infatti, un ampio gruppo sociale ha approvato A e un altro parimenti ampio l’ha disapprovata.
Se non si vuole a giorni alterni approvare e disapprovare tutto e il contrario di tutto bisognerà rifarsi a una unità di misura oggettiva che vagli la legittimità delle rivendicazioni e che non coincida con il mero nudo dato fattuale del contingente favore accordato da un gruppo sociale a una rivendicazione o alla sua antagonista. Certamente questa unità di misura oggettiva, questa “legge naturale” (non saprei come altrimenti appellarla), è variamente operante negli orientamenti e nelle decisioni dei gruppi sociali ma non si risolve in tali orientamenti e decisioni e non ne è un prodotto, tanto che può in ogni momento insorgere a giudicare e a riprovare decisioni e comportamenti di qualsivoglia gruppo sociale e/o individuo.
In effetti, Alessandro, messa così sembra che la pensiamo allo stesso modo…(e qui metterei una faccina sorridente se avessi idea di come si fa…), dico solo che, tranne pochi casi manifesti, come quello di cui si discuteva ora, non è facile decidere quali siano rivendicazioni cretine e quali no.
Cara Erika,
non è squalificante pensarla come me 😀
Sto soltanto sostenendo (e in questo mi pari concordare con me) che nei casi in oggetto le rivendicazioni sono manifestamente cretine.
I giudici provvederanno a stabilire nei diversi casi quali rivendicazioni siano cretine e quali no (talvolta invero può capitare che qualche giudice non abbia abbastanza sale in zucca – per usare le tue parole – per accorgersi del conio delle rivendicazioni che si trova a esaminare… ma nessuno è infallibile, siamo uomini)
@ Cyrano
Anche tu sei troppo buono con me. 🙂 Mi accontento d’essere un buon allievo del prof. Chesterton. E, penso si sia capito ormai, anche del prof. Thibon e del prof. Gomez Davile, tutti e tre senza laurea peraltro… 😉
Pensa che il mio padre spirituale, una volta, guardandomi con aria di commiserazione e ripensando ai suoi anni d’oro, mi disse: «Bah, noi abbiamo ancora avuto dei maestri, tra quelli che c’insegnavano… voi dovete accontentarvi, quando vi va bene, di professori…» 🙂 (varia la portata semantica dei lemmi, ma resta in piedi il concetto)
evvai! senza laurea?! allora posso aspirare anch’io a qualche titolo….
grazie Andreas! grazie davvero… tu riesci a dare dignità anche ai miei criceti in corsa!
Giuliana, sta’ tranquilla, di imbecilli laureati è pieno il mondo. Non faccio un discorso qualunquista, dico solo che una laurea non è garanzia di intelligenza. La stupidità non guarda in faccia a nessuno, non fa distinzione di censo né di titolo di studio (vedi il contributo di Francesca)
@ Cyrano
Il tuo padre spirituale la sapeva lunga… 😉 Mi è venuto quasi un colpo a vedere il commento “postizzato”, che bello scherzetto mi avete fatto, eheheh. È un grande onore! 🙂
@ Giuliana.
Gómez Dávila frequentò il liceo a Parigi, dove si era trasferito con la famiglia a sei anni, presso un collegio benedettino. Tornato in patria si “rinchiuse” nella sua biblioteca-chiostro, in compagnia dei suoi 40.000 volumi e della moglie. Chesterton si iscrisse all’ l’University College di Londra ma non conseguì mai la laurea.
Thibon invece, last but not least, completò unicamente gli studi… elementari! Sai com’è, il lavoro nei campi talvolta esige una dedizione assoluta…
Avete già giocato risiko con una pessima srtrategicamente incapace? Impossibile!
Non riesci a prevedere la minima mossa, giocano a vanvera e senza un senso logico!
In questo sono d’accordissimo con Montaigne (?): meglio i malvagi che gli stupidi.
Sará per questo che malva caccio per eccellenza oggi punta sulla nostra stupiditá…
C’era una canzone rock anni ’80 in Brasile che diceva:
“A televisão me deixou burro,
Muito burro demais
E agora vivo dentro desta jaula
Junto com os animais”
( La televisione mi ha reso stupido
Molto stupido, troppo
E adesso vivo dentro a questa gabbia
Insieme alle bestie)
Io la canto sempre a mio figlio quando si impalla davanti allo schermo…
bellina….
ricorda molto la macchina finale dellle sturmtruppen( fumetto di bonvi) dove le sturmtruppen venivano “indottrinate-rinc…te”davanti alla tv…
ma basterebbe rileggersi bene la lectio magistralis di Bagnasco su ragione e libertà.
la stupidità concepisce solo la propria di libertà-assoluta- senza curarsi di altro.
è il trionfo dei diritti senza doveri. cornutazzo docet….
vale
Tutti state guardando al titolo e ai 2 figli dementi.
Sicuramente oggi sto sbagliando io , ma il punto ……………
……….”come richiesto dall’avvocato dei due fratelli che altro non è che … il padre e l’ex marito della donna.”………………
cioè le piaghe e le conseguenze della separazione, non le considera nessuno?
Fefral, ………….il bimbo ha bisogno del latte 8)
ahò,stiamo parlando di ultra ventenni.se non sanno” elaborare il lutto” come direbbe qualche psic.alla loro età sono dei ritardati( detto da un orfano a 10 anni.io)
vale
io mi riferivo al padre che ha sobillato e forse raccontato stupidate ai figli
ritardato e vendicativo pure lui ad usare i figli per siffatte bassezze…( ed ovviamente s’intendeva ritardati affettivi…)
vale
fatto Max, grazie 🙂
Salvatore: abbi pazienza, non gli puoi rispondere alla gente (a me, per esempio, in questo caso)invocando il papa e la Madonna!!!
Sarebbe come se io ti dicessi: bisogna applicare il libretto rosso di Mao, o invece
seguitare Mussolini come purgatore di costumi!!!!
Cerchiamo di lasciare da parte i santi le madonne e altri idoli !!!
Non lo so nemmeno dov’ è Medjugorie, figuriamoci la Madonna!!!
Non c’è madonne che tengano, ci siamo noi e i nostri problemi da affrontare, nessuno
ci può aiutare, né preghiere, né digiuni né credenze nè miti, nulla, o non l’avete ancora capito?!?!
“ci siamo noi e i nostri problemi da affrontare, nessuno
ci può aiutare, né preghiere, né digiuni né credenze nè miti, nulla, o non l’avete ancora capito?!?!”
questa è la tua opinione di ateo, non pretenderai mica che un credente ti risponda prendendo per buona la tua opinione che considera sbagliata?
Se poi non ti piacciono le risposte di un credente, allora tanto vale che non gliele fai nemmeno le domande, tanto sai già che un credente non può e non deve, rispondendoti, far finta di non credere…
…non sarai mica un’ateo devoto?(p.s. le preghiere funzionano di più, direi sempre, quando preghi, per altri. spera che ci sia chi prega per te)
se nonon ci sono santi,madonne ed altri idoli restano solo i pol pot,gli stalin, gli hitler o i tamerlano.pensa che bello….
vale
mi spiace per te :-\
così, solo per informazione, senza riferirsi (per ora) a nessuno in particolare e prima che intervengano i caschi blu:
“pedante” è da considerarsi offesa personale?
Paul, mi stupisci! come, non lo sai che i pedanti sono protetti da apposita legge anti-discriminazione, varata da apposita commissione pari opportunità (un po’ di pedanteria non si nega a nessuno)?
come sei pedante, Giuliana! 😀 😀
guarda che ti faccio causa! ma ti avverto, è pieno di giudici pedanti che per solidarietà e senso di non contraddizione mi daranno ragione e tu sarai costretto ad un risarcimento record!
no, il risarcimento record non me lo posso permettere, ritiro il pedante, sei leggiadra e soave e brillante e dolce… okkkkkei? 😀
così va meglio! (la minaccia della causa funziona sempre…)
😀
…oppure la magia, chi ci crede!!!!
…e i puffi?valgono?
vale
Non c’entra niente ma devo pubblicare questa lettera che mi ha inviato Giuliana, dopo che ieri avevo cercato di organizzare un complicato incontro/incastro, con esiti disastrosi che, per esaltare le mie qualità diplomatiche, mi hanno valso il soprannome di Kochi Annan (Cochi è il mio soprannome da bambina):
Organizzazione Nazioni Unite
Palazzo di vetro
New York (usa)
5 settembre 2011
Gentile sig.ra Miriano,
la Nostra organizzazione è compiaciuta nell’aver trovato in Lei un desiderio autentico di compiere opera di mediazione tra persone in conflitto o anche di dirimere incomprensioni. Siamo al corrente anche del fatto che Lei si prodiga ampiamente per promuovere l’istituto matrimoniale, e che a tal fine ha scritto un libro, nel quale sono simpaticamente esposte le Sue teorie sui vantaggi di codesto legame per la vita sociale e per lo sviluppo e la crescita del consesso umano.
Tuttavia, abbiamo scoperto, da nostre approfondite indagini, che Lei è solita frequentare ambienti e persone sospetti: chiese, santuari, laici cattolici e seminaristi, nonchè, cosa ancor più grave, confessionali, rosari, novene, frati e ciellini, e altri brutti ceffi della malavita cristiana. Il Consiglio di vigilanza dell’organizzazione avrebbe anche potuto sorvolare su tutti questi problemi, valutando la Sua buona volontà come moderatrice nei dibattiti.
Ma è sopraggiunto al Capo Supremo un criptico messaggio: un tal Cristo, vissuto circa 2000 anni fa, si aggirerebbe ancora vivo, addirittura risorto da morte (!!!!) tra i suoi discepoli. Con nostra grande delusione apprendiamo che anche Lei, cara signora, sarebbe tra questi oscuri personaggi, che proclamano la vita eterna e la resurrezione dei corpi.
Ora Lei capirà il nostro disappunto. Qui ai piani alti da decenni si cerca di debellare l’umana convinzione di una vita ultraterrena, di limitare le nascite con ogni mezzo, di salvaguardare il pianeta Terra dal pericolo dell’effetto serra, di promuovere l’umana solidarietà a prescindere da ogni credo religioso, specie se questo credo religioso pretende di essere vero. Sono cose intollerabili! andrebbe bene se il suo dio fosse al pari di tutti gli altri, invece no! il vostro dio si proclama via, verità e vita.
Alla luce di tutto questo, mai cara sig.ra Miriano, siamo spiacenti di comunicarle che la sua domanda di partecipazione al corso di formazione per nuovi diplomatici è stata respinta. Le sue doti sono notevoli, ma male indirizzate. I nostri corsi avrebbero potuto anche orientare ai nostri fini le sue grandi capacità, ma scoprire che lei milita ormai nelle file nemiche ci riempie di cordoglio.
A risentirci a mai più!
ps: questo messaggio si autodistruggerà tra 30 secondi.
Grandissima Giuliana! Meritava di essere un post!
Meritava, davvero! 🙂
brava bella e divertente. esistono dei cloni della Costanza?????
Quando un poeta come Gabriele d’Annunzio scrive che, invitato da un amico morente a ritornare alla fede, “serrò i denti ” e rispose che ciò non sarebbe mai stato perché, una delle due, o viveva in lui Gabriele d’Annunzio o viveva Cristo, egli, senza accorgersene, scriveva una parola terribile e verissima. In realtà la questione è proprio questa: se ciascuno vuoi essere a se stesso il proprio Dio, non potrà mai riconoscerne e adorarne un altro.
Ieri ho imparato una grande verità: Costanza è molto meglio come cuoca che come organizzatrice di eventi.
Giuliana for president!
eccezionale, grande Giuliana. Il mittente poi….
Bellissima la lettera! Giuliana, potresti scrivere una versione ammodernata delle Lettere di Berlicche! 😉
@Andreas Hofer:
Ti chiedo scusa ma, non so per quale motivo, quattro tuoi commenti sono andati a finire nello spam e li ho recuperati solo ora.
Mi dispiace molto ma sono anche un po’ sollevato per il fatto che, essendo successo a te, mi verrà risparmiata la denuncia alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia.
@ Admin. In effetti in futuro la violazione del “diritto inalienabile al commento” potrebbe essere oggetto di un ricorso presso le sedi internazionali competenti… 😀
Scherzi a parte, nessun problema, ci mancherebbe! Mi scuso anzi d’aver mandato due commenti in fotocopia! 😉
Alessandro: sì, certo, ho capito, la credenza dei credenti, ma , supponiamo, in ipotesi, che si fosse tutti partecipanti a una riunione di cittadini qualunque (o non lo siamo?)
dove fosse in discussione il tema della crisi degli asili nido, dei problemi delle famiglie, dell’alcool tra i giovani, del traffico infernale, delle coppie separate e dei loro problemi coi figlioli, della mancanza di aiuti alle famiglie, delle scuole, delle mense, eccetra….avrebbe senso che uno proponesse penitenza e preghiera?
MA se a un credente gli chiedo dove è la stazione lui mi risponde che una sola è la vera stazione, quella lassù?!!?
No Alvì, dipende cosa cerchi? La stazione del treno o la metro? Per la prima continua dritto fino in fondo, trovi la piazza della stazione (occhio ai borseggiatori). Per l’altra non ti so aiutare, l’ultima volta mi so’ persa. Domani occhio che c’è sciopero generale.
🙂 🙂
“di promuovere l’umana solidarietà a prescindere da ogni credo religioso,”
e questo non va bene?
Ultimamente mi viene spesso la frase “La potenza non è nulla senza il controllo” utilizzata in una pubblicità della Pirelli qualche anno fa…
Penso che stia proprio la nostra incapacità di controllo de tutte le potenzialità dell’anima il grosso problema della nostra società.
Il ’68 ci ha insegnato che “è vietato vietare”, ha detto no a tutto ciò che è ordine, gerarchia e autorità.
Nell’ambito sessuale si insegue il desiderio, con il risultato che non si riesce mai fino in fondo a colmare la nostra sete di assoluto, perché nessun rapporto è più ASSOLUTO, TOTALE, INTEGRALE, ma sono tutti effimeri…
Nell’ambito intellettuale non ci sono più verità valide per tutti, ma sono tutte relative, tutto è liquido, si dissolve, si perde…
Nell’ambito educativo vale il detto “è vietato vietare” e abbiamo creato dei Monarchi assoluti del desiderio che in fondo sono fatti di spugna… E la generazione che precede la mia si è vista schiacciare da genitori severi ed oggi si fa schiacciare da figli pretensiosi.
E dove non c’è autorità, prima o poi viene l’autoritarismo.
E dalla dittatura del relativismo nasce Il Grande Tecnocrate, per decidere per noi, povere amebe senza spina dorsale…
E allora io aggiungerei a “La potenza non è nulla senza il controllo”, che “le regole non sono nulla senza la morale”.
La Regola di Cipolla: la pericolosità degli stupidi
Carlo Maria Cipolla (1922-2000) è stato un brillante storico italiano, specializzato in storia economica.
Famosa è la sua “teoria della stupidità”, anche detta “La Regola di Cipolla”, una teoria che lo storico aveva illustrato in un suo libro del 1976 “Allegro ma non troppo: le leggi fondamentali della stupidità umana”.
Nel suo libro Cipolla considerava i seguenti fattori:
1. gli stupidi danneggiano l’intera società
2. gli stupidi al potere fanno più danni degli altri
3. gli stupidi democratici usano le elezioni per mantenere alta la percentuale di stupidi al potere
4. gli stupidi sono più pericolosi dei banditi perché le persone ragionevoli possono capire la logica dei banditi
5. i ragionevoli sono vulnerabili dagli stupidi perché generalmente vengono sorpresi dall’attacco; perchè non riescono ad organizzare una difesa razionale perché l’attacco non ha alcuna struttura razionale.
e le seguenti leggi:
LEGGE 1
Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero degli individui stupidi in circolazione:
a) persone che reputiamo razionali ed intelligenti all’improvviso risultano essere stupide senza ombra di dubbio
b) giorno dopo giorno siamo condizionati in qualunque cosa che facciamo da gente stupida che invariabilmente compare nei luoghi meno opportuni.
LEGGE 2
La probabilità che una certa persona sia stupida é indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona, spesso ha l’aspetto innocuo/ingenuo e ciò fa abbassare la guardia.
Se studiamo la percentuale di stupidi fra i bidelli che puliscono le classi dopo che se ne sono andati alunni e maestri, scopriremo che è molto più alta di quello che pensavamo.
Potremmo supporre che è in relazione con il basso livello culturale o col fatto che le persone non stupide hanno maggiori opportunità di avere buoni lavori. Però se analizziamo gli studenti ed i professori universitari (o i programmatori di software) la percentuale è esattamente la stessa.
Le femministe militanti potranno arrabbiarsi, ma la percentuale di stupidi è la stessa in ambo i sessI.
LEGGE 3
Una persona stupida è chi causa un danno ad un altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.
LEGGE 4
Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. Dimenticano costantemente che in qualsiasi momento, e in qualsiasi circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.
LEGGE 5
La persona stupida é il tipo di persona più pericolosa che esista.
Questa è probabilmente la più comprensibile delle leggi per la conoscenza comune che la gente intelligente, per quanto possano essere ostili, sono prevedibili mentre gli stupidi non lo sono.
L’asserzione di Cipolla “Una persona stupida è più pericolosa di un bandito” conduce a dividere in quattro le tipologie delle persone:
1. Disgraziato (Sfortunato): chi con la sua azione tende a causare danno a sé stesso, ma crea anche vantaggio a qualcun altro
2. Intelligente: chi con la sua azione tende a creare vantaggio per sé stesso, ma crea anche vantaggio a qualcun altro
3. Bandito: chi con la sua azione tende a creare vantaggio per sé stesso, ma allo stesso tempo danneggia qualcun altro
4. Stupido: chi causa un danno ad un altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita
Questo esempio che ci ha proposto Raffaella è indice di un male reale e profondo del nostro tempo. Viviamo il tempo dei “diritti”. Tutti pensavo di reclamare diritti ma non conoscono più i doveri. Se ci sono dei diritti è perchè precedentemente ci si è assunti dei doveri. Ecco: questo non è più tanto chiaro nel nostro tempo. Esempio: alle coppie di fatto non possono essere riconosciuti gli stessi diritti delle coppie sposate, semplicemente perchè non si assumono gli stessi doveri delle coppie che si sposano. La questione è semplice ed evidente, ed è già conclusa. Basta recuperare il legame di diritti e doveri, di libertà e responsabilità, come facce di una stessa medaglia per risolvere gran parte dei problemi del nostro tempo.
Francesca!!!
È stupenda questa cosa che hai postato!!!
Davvero! 🙂
@ Alvise
Ma dopo tanto tempo ancora non capisci?
Ci sono milioni di credenti a cui le cose vanno male e milioni a cui le cose vanno bene.
Ci sono milioni di non credenti a cui le cose funzionano e milioni a cui non funziona una mazza.
Gesù davanti a Pilato veniva interrogato e gli rispondeva : IL MIO REGNO NON E’ DI QUESTO MONDO.
Tu sei re? TU LO DICI.IO SONO RE.PER QUESTO SONO NATO E SONO VENUTO NEL MONDO:PER RENDERE TESTIMONIANZA ALLA VERITA’
Pilato : cos’è la verità?
E GESU’ STA ZITTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!
” quid est veritas?”
cerca questa risposta…….
e smettila ( nel senso buono……. 🙂 ) di spaccarti la testa con tante domande
……………“di promuovere l’umana solidarietà a prescindere da ogni credo religioso,”
e questo non va bene?…………………..
L’umana solidarietà è quella del presidente della FAO che guadagna 500.000 euro all’anno o MADRE TERESA?
E’ l’UNICEF che spende il 77% di quello che guadagna per stipendi e party o I SALESIANI CHE PORTANO DAL 93 AL 97% DI QUELLO CHE INCASSANO? ( praticamente tutto meno i biglietti aerei)
Allora ho capito male io!!!
Pensavo alla solidarietà umana in astratto, come principio animatore
dei solidarietà, appunto!!!
Te ti riferisci alle organizzazioni che “ce marciano”?
O no? Bastava dirlo subito!!!!
Maxwell
Per curiosità: qual è la fonte dei dati che citi a proposito dei compensi e delle spese Unicef?
Grazie.
Oscar Wilde per Luigi, al quale penso e sono vicina:
Si vive in un’epoca in cui solo gli ottusi sono presi sul serio, e io vivo nel terrore di non essere frainteso.
Jenny
Però, ammettilo, che può anche stancare questo gioco inglese di
essere sempre i più intelligenti, i più arguti, paradossali eccetra.
Non è vero?
Grazie, mi rassereni.
UN altra inglesità: non c’è persona più stupida di chi crede di non essere stupido
(o di chi non crede di essere stupido)
6 o7 Natali fa il Card. Dionigi Tettamanzi nuovo arcivescovo di MIlano fece un discorso in cui nominò 77 volte la parola solidarietà e solo 1 il nome di GESU’ CRISTO. Da quel momento quella parola mi sta proprio su…………………………………….
Mi chi se ne frega di Tettamanzi!!!!!
lo sai quante volte compare la parola solidarietà nella Bibbia?
la parola “solidarietà” 0, qualche sinonimo può darsi 8)
E vvvai Alvise!!! Colpisci duro te che tu’ poi!
eppure è così riposante sapersi un po’ scemi!
Io sono già a letto!!!
Io ho deciso di andare in letargo 🙂
🙂
Che pizza peró!!!
Hanno inventato l’agorà Virtuale, ci si incontra, ci si conosce, ma poi il teletrasporto quando lo inventeranno?
Perché quando uno è a Trento, a Roma, a Napoli, in mezzo ai boschi a spaccare pietra, in veneto, insomma, poi come se può fare!??
Io vedo nell’Onu, nell’Oms, nei tribunali, nel Parlamento Europeo e in tutti quei posti lì, vedo l’occhio di Sauron che vuole dominare il mondo, vuole interferire nel privato, non vuole vedere l’uomo felice vuole invadere la sfera privata, la famiglia, vuole sciogliere ogni legame per avvolgere tutto con il proprio fango, tutto vuole assoggettare a se. E io dico vaffanculo e rimango nella contea e la difenderò sempre, per me e per le prossime generazioni. Oggigiorno c’è un totalitarismo globale, più sottile perché non usa strumenti bellici ma usa strumenti che paiono politically correct, si presentano sottoforma di diritti, di azioni antidiscriminatorie, di politiche antirazziste, di tutela della salute, in realtà è tutto marcio e crollerà sotto le proprie fondamenta come la città di Saruman. A esortarci ancora e sempre le parole di Giovanni Paolo II “Non Abbiate Paura”.
Non posso portare l’Anello per voi, ma posso pregare per voi!
tu vedi giusto!
@ Adriano
articolo corsera 2001
http://archiviostorico.corriere.it/2001/agosto/30/Bilancio_Fao_oltre_meta_stipendi_co_0_0108304816.shtml
e 2009 su biennio 2004-05 che certifica che non gliene frega un c. a nessuno della fame del mondo ma solo al proprio posticino di lavoro. L’ultimo degli assunti guadagna 40.000,00 euro.
http://www.osservatorioflegreo.it/?p=2914
http://www.ilgiornale.it/interni/e_dipendenti_stipendi_doro/03-06-2008/articolo-id=266118-page=0-comments=1
http://www.soc1000.net/?p=372
Assolutamente O.T.,ieri sono stata a pranzo,insieme a mio marito e ad un gruppo di amici, con un nostro carissimo amico sacerdote di Roma,alla fine del pranzo lui ha lasciato un regalo all’ intero gruppo,ha consegnato il pacchettino di una libreria alla padrona di casa,raccomandando a tutti di leggere e di passarci il libro,ha sottolineato:lettura raccomandata soprattutto agli uomini,indovinate di che libro si trattava? Si,era proprio lui,li libro del Genio Cosmico,incredibile! Ha aggiunto che risulta essere il libro di questi genere più venduto nell’ ultimo anno.Brava Costy!
@perfectioconversationis,assomigli in maniera impressionante ad una mia compagna delle elementari e medie,non è che sei siciliana anche tu,per caso?
“Come avvocato non ho dubbi, mi rivolgo alla mia catechista delle medie. Diceva “la giustizia umana non è quella divina, ma come uomini abbiamo il dovere di perseguire una giustizia che vada oltre il nostro ego.Morire a sé stessi per donarsi agli altri – ripeteva in continuazione – non c’è giustizia che non passi da qui. Rinunciate e riceverete cento volte tanto”.
E penitenza, tanta penitenza ci vorrebbe nel mondo, altro che che dicorsi!!!
E sottolineo, morire a se stessi!!!
…gli altri a loro volta morire a se stessi, per fare pari….tutti morti alla fine!!!!
insomma, ci toccherà fare di questo blog una bella “Antologia di Spoon River”…
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…ma dopo tanto tempo ancora non capisco….che io sia un vero demente?
Non capisci cosa?
Sapessi quante persone io vorrei citare, per danni piu o meno medi . Anche i miei genitori (mio padre non c’è piu e mia madre è demente) per avermi fatto promesse, in caso di una certa mia condotta, premeditando di non mantenerle o comunque sapendo di non mantenerle. Vorrei citare molti guru del volontariato di ambito cattolico, sacerdoti e non , per avermi riso in faccia dei miei problemi o per avermi assicurato che mi avrebbero indirizzato e invece si sono volatilizzati. Vorrei citare un mio insegnante di religione (oggi credo abate, se non è cambiato niente) perchè demonizzava , e non si capisce il perchè , l’autostop (il che è diverso dall’avvisare sui rischi: era proprio fissato, ce l’aveva sempre in bocca), e poi permetteva che ai campi scuola venissero tenute le redini da un cretinotto di trenta anni che usava termini e metodologie militari (le flessioni e perfino il delirante cubo) ma vi rendete conto ? . Vorrei citare il mio vescovo (mio non in senso affettivo, ma in senso geografico) perchè nonostante la mia e-mail non si è rifiutato di benedire i nuovi locali di un datore di lavoro che è il mio, e che dirige un servizio pubblico coi piedi, non fa riposare i dipendenti , e che non viene perseguito penalmente perchè un dirigente ha un fratello magistrato . Vorrei citare , pur condividendo la mediocrità del talento del vate di Zocca, e il fatto chesia stato sopravvalutato, chi si permette di denigrare chi , per motivi suoi, e in quanto tale, fa uso di psicofarmaci (a parte il fatto che spesso chi ne ha così paura sono coloro che ne avrebbero piu bisogno di tutti) : ma forse vi piace quando qualcuno usa toni demonizzanti verso le persone down, o verso chi fa uso di carrozzine elettriche, o sopravvive grazie all’insulina , o ha bisogno del cane da guida per ciechi?
Si potrebbe andare avanti all’infinito.
Cara Raffaella, è noto che in democrazia il primo diritto di ogni cittadino è la stupidità, allo stesso modo il bambino identifica la sua libertà (il suo diritto) col gioco, con la “bigiata”, col “cazzeggio”. Il problema non è che il principio democratico garantisce implicitamente la stupidità come diritto individuale variamente declinabile, ma che la impone surrettiziamente come costume sociale. Se siamo per principio tutti uguali allora non è concesso deviare dalla norma dell’uguaglianza, ovvero dell’eguale stupidità di tutti, chi per natura non si attesta al livello della maggioranza viene cooptato per contagio morale o intellettuale, ma se persiste nella sua devianza diventa capro espiatorio dell’invidia endemica, diventa “l’eccentrico”, lo “stravagante”, il “folle”. Questa dinamica non è una falla nel sistema democratico, appartiene invece alla coerenza delle sue premesse in quanto ammettere (e ammirare!) una qualsivoglia eccellenza implicherebbe la negazione dell’universale uguaglianza che sta alla base della logica democratica pura. Per cui ogni provvedimento politico o economico che favorisca le eccellenze e gli ingegni a discapito della massa degli stupidi e degli stolti è un atto aristocratico (antidemocratico) anche se eseguito in un contesto democratico.