Giovannino docet

di Jane

Dobbiamo prendere atto di una cosa. Oggi, di modelli umani da seguire come esempi non se ne vedono tanti. A parte casi eccezionali che tutti abbiamo in mente, si fa fatica (molta fatica) a pensare ad un personaggio pubblico vivente che lascerà qualcosa alla memoria dei posteri, qualcuno di “immortale” che lascerà traccia di sé, che non sia solo la stella col nome sulla Walk of Fame di Hollywood. Ormai di gente che parla dicendo qualcosa se ne vede e se ne sente troppo poca. Eppure le cose da dire sarebbero tante, specie in questo momento storico. Per fortuna però i grandi problemi e le grandi questioni, alla fine, sono sempre le stesse, quindi citare certi mostri del pensiero del passato non potrà risultare anacronistico.

In questo momento ho in mente un grandissimo personaggio, un grandissimo scrittore, un grandissimo pensatore: Giovanni, detto Giovannino, Guareschi. E non lo cito solo perché è cattolico (so bene che, in un modo o in un altro, ciò che si crede influenza ciò che si pensa, e viceversa). Essere cattolici, infatti, non credo sia un merito, e nemmeno un criterio sufficiente per essere stimati. Cito Guareschi perché rappresenta davvero qualcuno che rimarrà nella storia per la sua intelligenza, sagacia, simpatia, profondità, lungimiranza, ironia e autoironia. Guareschi è la dimostrazione che la ragione, se bene indirizzata, porta alla Verità, dopodiché non smette di ragionare e interrogarsi. Insomma, siamo di fronte ad un personaggio che ha lasciato traccia di sé, oltre che di Don Camillo e Peppone.

Per dimostrare come questo personaggio sia anche uno scrittore straordinariamente attuale, anche per il tema di questo blog, riporto degli stralci di un dialogo tratto da uno dei suoi capolavori, Vita in famiglia, pubblicato nel 1968. Qui Guareschi in prima persona si trova a discutere con la sua collaboratrice domestica Gio’, una giovinetta che rappresenta la ragazza moderna che con le sue domande impertinenti e le sue provocazioni, lo stimola nella riflessione. Il dialogo parte da una notizia letta sul giornale, secondo la quale la donna casalinga guadagnerebbe non poco se venisse retribuita per tutto il lavoro che svolge in casa.

Guareschi: «[…]una donna, assai spesso, giova di più all’azienda familiare lavorando in casa che lavorando fuori casa».

Giò: «Ci risiamo con la solita storia della donna che dovrebbe rimanere in casa a fare la calzetta e compagnia bella!».

Guareschi: «No, Gio’. Sarebbe come se io dicessi che donne […]tipo Madame Curie farebbero meglio a studiare le ricette di cucina anziché i fenomeni di fisica e chimica. Esistono donne con un cervello assai più efficiente di quello degli uomini, donne tagliate, meglio degli uomini, per determinati mestieri e professioni: sarebbe un grave danno per l’intera umanità se queste donne non potessero occuparsi delle attività per le quali appunto sono particolarmente tagliate. Io mi permetto soltanto di non approvare il fatto che oggi tutte indistintamente le donne sentano come loro primo dovere quello di abbandonare la famiglia per lavorare fuori casa anche quando a ciò non siano costrette da reale bisogno».

Gio’: «E la dignità dove la lascia? Quando una donna non deve più dipendere dall’uomo perché sa guadagnarsi da sola la vita, può trattare su un piede di parità suo marito».

Guareschi: «[…]Qualunque attività svolga la donna sarà sempre in uno stato di disparità nei riguardi dell’uomo».

Gio’: «Allora […], la donna è inferiore all’uomo!»

Guareschi: «Non ho parlato di inferiorità ma di disparità. […]La parità di diritti esiste solo quando c’è la parità di doveri. […]con la scusa di concederle parità di diritti, l’uomo tende ad imporre alla donna una falsa parità di doveri: falsa, ripeto, perché nessuno al mondo potrà mai imporre all’uomo di mettere al mondo dei figli e di allattarli. […]troppe volte, il famoso benessere, inventato dagli uomini, viene pagato dalle donne. Troppe volte la donna è vittima di quel progresso che, creando artificiosamente dei bisogni nuovi, delle nuove necessità, impone maggiori spese alla famiglia. Problema che, troppo spesso viene risolto dai mariti mandando la moglie a lavorare in fabbrica o in ufficio».

Gio’: «Come si fa in una casa ad avere la macchina, il televisore, il giradischi, la lavatrice, il frigo […] il week end, un guardaroba […] se la moglie non aiuta il marito? […]Se c’è la parità di diritti c’è anche la parità di doveri ed è giusto che ognuno paghi la sua parte».

Guareschi: «Giustissimo. Peccato che alla fine chi ci rimette sia la famiglia, che oggi è in crisi soprattutto perché la donna non può più curarsene, occupata com’è dal lavoro fuori casa. Comunque, nei paesi dove maggiormente la donna è diventata importante e autosufficiente, maggiori sono lo sgretolamento della famiglia, la delinquenza minorile e l’infelicità della donna.»

Null’altro da aggiungere. Giovannino docet.

110 pensieri su “Giovannino docet

    1. Alessandro

      Grazie Laura C., di vero cuore, sette minuti dopo la mezzanotte e già mi fai gli auguri, sei un tesoro! Grazie grazie grazie (rispondo solo adesso perché per qualche giorno non ho letto nulla).

      Vale ancora la proposta di matrimonio?

      http://costanzamiriano.wordpress.com/2011/07/18/ognuno-ha-i-suoi-piedi/#comment-9627

      Mannaggia, ‘sta storia della bigamia! 😀

      E grazie mille anche a Fefral e a Cyrano e chi altri m’avesse fatto auguri che non ho “intercettato” (sono in arretrato con post e commenti)!

    2. Laura C.

      Certo che vale ancora!!!
      … Come valgono pure ancora i punti a) e b)….!!!
      Saluti da Jesolo con figliola e nipote!

  1. Fefral

    Mi piacerebbe sapere se LGT rinuncerà a fare la giornalista per dedicarsi alle faccende domestiche…pura curiosità.
    Guareschi mi piace moltissimo, ma considerarlo un modello mi pare eccessivo…
    Continuare a considerare il lavoro femminile come la causa di tutti i mali della società lo trovo alquanto limitante (per non dire stupido) e decisamente poco cattolico.
    La condizione della donna rispetto all’uomo è da sempre difficile. Oggi le donne non stanno peggio di 100 anni fa (e non credo neppure stiano meglio). Causa e soluzione della condizione femminile viene ricercata sempre in elementi transitori, una volta la donna non lavorava e veniva sfruttata, oggi lavora ed è sfruttata lo stesso….
    Mi pare di ricordare vagamente delle parole “verso tuo marito sarà il tuo istinto ma egli ti dominerà”
    Quella è la causa e da là si deve partire per cercare la soluzione.
    Altrimenti rischiamo di cascare nella classica lotta alle streghe.
    Auguri anche da me, Alessandro!!!!

    1. Grozino

      Mi chiedo se la sopra denominata Fefral, tanto acclamata ed apprezzata da alcuni tifosi di questo blog, abbia il cervello oltre che l’utero. Mi chiedo se abbia mai letto Guareschi, oltre ai post di LGT, e soprattutto il libro di Costanza Miriano, la quale esprime i medesimi contenuti di Guareschi. Mi chiedo se la stessa Fefral concepisca la differenza tra leggere e sfogliare pagine di un libro. Mi rallegro altresì per l’umiltà che la medesima Fefral dimostra platealmente ogniqualvolta interviene sul blog, senza faziosità, con una eccellente curiosità intellettuale, con grande serenità, equilibrio, rispetto, e soprattutto assenza di pregiudizio. I miei migliori saluti.

    2. Barbara Favi

      Mi dicono che anche il libro di Costanza Miriano sia stato scritto da una madre che lavora. E’ vero?

    3. fefral

      ciao grozzi’, prima di tutto un caffè, che stavo facendo la pennica….

      Eccomi a te
      volevo risponderti, ma prima ti faccio una domanda: perchè sfotti?

      Poi, giusto per soddisfare la tua curiosità: l’utero ce l’ho sicuro, ho sfornato 3 figli, il cervello non saprei;
      ho letto e amo tutto guareschi, ciò non significa nè condividerne tutte le idee nè tantomeno considerarlo un modello.
      Ho letto la miriano due volte, ci ho trovato molti spunti interessanti purchè non vengano assolutizzati. La trovo un po’ rigidina nel difendere alcune posizioni opinabili, geniale in alcune sue uscite. Ne ho consigliato la lettura a diverse amiche. Credo che non debba scrivere il seguito del libro, e (mia opinione personale, admin non menarmi) penso che non sia molto in grado di mettersi in discussione di fronte a chi ha idee diverse dalle sue (ma questo è un limite di parecchi, me compresa)
      Leggo anche i post di Laura, che generalmente mi irritano, a volte ne condivido i contenuti a volte no. De gustibus…. ad altri lettori LGT piace molto.
      Detto ciò, conosco la differenza tra sfogliare e leggere, a volte sfoglio e a volte leggo, a volte neppure perdo tempo a sfogliare. Perchè ti fai questa domanda?
      Umiltà… no, non sono umile, magari lo fossi: riuscirei a starmene zitta e buona e non risponderti 🙂

      Un’ultima cosa: credo che una buona metà di chi legge e commenta questo blog non mi sopporti, ma hanno la delicatezza di non dirmelo. Poi c’è alvise…. ma quella è un’altra storia.
      Mi sa che in questi giorni sono intervenuta troppo, ciao a tutti, mi eclisso

    4. Barbara Favi

      Mha secondo me qui c’e’ anche un sostanzioso comitato pro-Fefral. Alvise, Daniela-quella-nuova (che non chiede email e numero di telefono solo perche’ ti teme), Paola, la sottoscritta… Poi ovviamente le personalita’ carismatiche attirano detrattori, c’est la vie 😉
      Quindi, ci auguriamo che l’eclisse non duri troppo a lungo…

    5. Elisa

      Tempo fa intervenni su questo blog e tu sola dimostrasti di apprezzare il confronto con chi ha idee diverse dalle tue. Per quel che può valere il parere di una sconosciuta quale è la sottoscritta credo che questa sia una grande qualità, decisamente rara in questo mondo e pressoché inesistente in questo blog.
      Quindi complimenti e …non ti eclissare.
      Credo tu abbia da insegnare la vera umiltà di cui credi di essere priva a molti in questo blog.

      Cordialmente

      Elisa

  2. nonpuoiessereserio

    D’accordissimo con Laura e Guareschi. Io penso a Goldoni e alle sue commedie, in particolare una in cui ho recitato “I Rusteghi”. In questo periodo, per mie vicende personali, non ho grande stima delle donne in generale.

    “Chi dise donna dise danno e malanno per tutto l’anno.”

  3. giovanni dm

    Onore a Guareschi, probabilmente il massimo scrittore italiano degli ultimi 100 anni. Però il Guareschi di Vita con Giò a me è sempre parso un po’ “acido”, incattivito con il mondo, con la tecnologia, con il progresso, ecc., e non è tra i miei preferiti.

    1. nonpuoiessereserio

      Educare deriva da “Ex-Ducere”, tirare fuori, condurre fuori. Da un lato significa tirare fuori da una persona tutto ciò che c’è di buono. Dall’altro vuol dire condurre fuori la persona stessa dal negativo, da ciò che può fare del male.
      Quindi dipende cosa uno intende sia buono o negativo, bene o male. Si educa secondo le proprie logiche o filosofie. Ovviamente l’esempio è la prima educazione.

    2. Ciao Luigi! La definizione e l’interpretazione sono quelle giusta, ma l’educazione è anche guida e contenimento. sicuramente si educa secondo principi : ma se i principi sono troppo alti, in tutta la prima fascia della vita (quando sono improponibili perchè incomprensibili per il bambino). Tutto va adattato al linguaggio e alla capacità di comprensione dei più piccoli, creando i presupposti per una educazione più “alta”.
      Invece accade spesso che i bambini vengano lasciati a se stessi, e poi si comincia a pretendere (nelle migliori delle ipotesi) da loro ad un’età imprecisata.
      🙁

    3. nonpuoiessereserio

      Non sono d’accordo Paola, i principi alti sono comprensibilissimi dai bambini.
      I principi alti sono i più semplici, sono gli adulti che non li comprendono.

    4. Mmmmmh : posso anche essere d’accordo con te…però ti faccio degli esempi (e sono solo degli esempi!).
      Voglio che mio figlio abbia sempre rispetto di tutti…ma se da piccolo gli ho permesso di distruggere la casa o di picchiare il fratello, questo sarà difficile che accadrà.
      Voglio che mio figlio abbia un bel dialogo con me : ma se da piccolo non l’ho fatto mai piangere o gli ho dato il ciuccio ad ogni frigno o capriccio anche in età “avanzata”, non gli ho mai permesso di esprimersi completamente…anche urlando…

    5. nonpuoiessereserio

      Su questo non ci piove. Ma io intendo dire che se tu oltre a non viziarli, a farli dialogare, a farli comportare bene e tutte le regole che si vedono su quel programma SOS TATA gli spieghi anche con l’esempio che la vita è bella, che devono amare i nonni anche se hanno il morbo di Parkinson o sono scontrosi, da grandi capiranno che l’eutanasia è una cosa orribile.

    6. D’accordissimo ma correggo : insegnare ad amare i nonni malati PUO’ essere utile per quanto tu dici, anzi, è l’unica cosa da farsi per perseguire l’obiettivo altissimo (no alto).Però poi bisogna fare i conti con l’indole del figlio e le altre influenze a cui sarà esposto…
      Comunque gli insegnamenti delle tate non vanno sottovalutati : molte persone lo fanno e…ci ritroviamo come ci ritroviamo !!!
      Anni fa mi hanno proposto di essere una delle Tate e ho rifiutato…me ne sono pentita!

    7. nonpuoiessereserio

      Appunto, tu dici che bisogna fare i conti con le influenze cui sono esposti. L’importante è che il rispetto delle idee altrui non prevalga sui propri valori e sul desiderio di costruire una società migliore secondo i nostri principi.

    8. 🙁 purtroppo quando aderiscono alle idee altrui non è sempre per rispetto, ma per mero bisogno di consensi o per senso di appartenenza. Perchè spesso non si sentono parte di una famiglia e sentono il peso delle cose che propiniamo noi…

  4. Maxwell

    @ Fefral

    è la prima volta che non sono d’accordo con te….strano.

    Ora, considera che il dialogo avviene nel ’68 e dice :
    “non dico che donne […]tipo Madame Curie farebbero meglio a studiare le ricette di cucina anziché i fenomeni di fisica e chimica. Esistono donne con un cervello assai più efficiente di quello degli uomini, donne tagliate, meglio degli uomini, per determinati mestieri e professioni: sarebbe un grave danno per l’intera umanità se queste donne non potessero occuparsi delle attività per le quali appunto sono particolarmente tagliate. Io mi permetto soltanto di non approvare il fatto che oggi tutte indistintamente le donne sentano come loro primo dovere quello di abbandonare la famiglia per lavorare fuori casa anche quando a ciò non siano costrette da reale bisogno».

    Tu ad esempio hai un REALE BISOGNO di lavorare…..e non sto parlando economicamente. Tu a stare in casa saresti un uccellino in gabbia.
    E non ha certo detto che il male di tutto il mondo sia il lavoro femminile. Ha fatto una constatazione verificando delle statistiche in altri paesi europei. Capisco che non ti possa piacere,ma purtroppo è stata la realtà.La famiglia è stata disgregata perchè la società ha avuto dei cambiamenti troppo repentini. Cosa sono 20 o 30 anni nei confronti di 5.000 anni di storia?
    “………..La parità di diritti esiste solo quando c’è la parità di doveri………….”
    Ti ricordi il mio discorso di ieri quando dicevo che ci hanno LIBERATO da quelle pochissime regolette cattoliche per metterci un GIOGO MOLTO PIU’ PESANTE?
    Oggi la maggior parte degli uomini che doveri ha?
    Sindrome da Peter Pan, sesso a go go, divertimenti , discoteche……e voi donne LIBERATE avete tutto quello che per 5.000 anni vi era stato negato, sessualità come quella dei maschi, pillole, pillole del giorno prima o dopo, aborto etc etc……
    Siete davvero felici?
    E tu sei DAVVERO convinta che le donne oggi stiano meglio che nel 1800 ?
    2000 anni fa c’erano delle donne, mamme zie ma anche giovani donne ex puttane che seguivano degli uomini………che scandalo! Poi arriva il medio evo cristiano, epoca nella quale regine e re fanciulli abbondano. Di S. Brigida regina di Svezia non ti ricordi il cognome obbligata a prendere dal marito……..perchè non esiste!!!!
    Dimmi quante donne trovi nei libri di storia dal 1789 al ’68. Se togli le Sante non so se arrivi a 10
    Queste regole arrivano dopo l’illuminismo…..e le lotte fatte per 200 anni contro la Chiesa che cercava di cambiare l’uomo.
    Dal ’68 invece c’è una frase che ho imparato qua dentro : “perchè comprare la mucca quando posso avere il latte gratis?”

    Nello studio della mi avvocatessa c’è un cartello con scritto :
    NON PUOI PRETENDERE DI CAMBIARE UN UOMO……A MENO CHE NON ABBIA UN PANNOLINO!

    Ma l’uomo cambia solo col Cristianesimo. Io ne sono solo una fra le miliardi di prove.

    1. Ma l’hai girato te il mondo? Sei stao in India, in Africa, in Bolivia, in Amazzonia, in Cina, in Cambogia, in Birmania?
      Che l’hai visto come si vive in questi posti’ Che l’hai visto come ci vivono gli omini e le donne?
      Allora noi che si vive più comodi che si tenga almeno le donne a casa?
      Ma chi lo dice che deve stare fuori casa solo Fefral e le altre invece siano mosse da falsi bisogni? Ma quali sono i “falsi” bisogni? E quelli veri?Certo, dicevano i comunisti, se si diventasse tutti comunisti si sarebbe tutti comunisti!!! Se si fosse diventatti tutti boni cristiani si sarebbe tutti boni cristiani!!! E si terrebbe, allora, le donne a casa, ne discenderebbe, automatica, questa conseguenza?

    2. Fefral

      Bello che non siamo d’accordo Maxwell :-). Il mondo è bello perché vario e questo è molto più che un semplice modo di dire: Dio ci ha fatti diversi, ognuno unico e irripetibile. L’uniformità di opinioni sull’opinabile è impoverimento del creato.
      Tuttavia penso che tu non abbia capito del tutto il mio commento.
      Io ho detto che oggi le donne non stanno peggio di 100 anni fa ma neppure meglio.
      Io penso semplicemente che è altrove che vadano cercate le cause della difficile situazione della donna, situazione che si ripete nei secoli e nelle diverse culture, da sempre, anche se con modalità diverse. La soggezione della donna all’uomo, conseguenza del peccato (conseguenza non punizione) che impoverisce sia la donna che l’uomo, non dipende dal fatto che la donna lavori o che stia a casa, che abbia il diritto di voto oppure no, che prenda la pillola oppure no. Ottenuto un diritto (o presunto tale) ne perde 10 altri. È giusto lottare per affermare diritti equivalenti a quelli dell’uomo ma non è quella la soluzione.
      Nello stesso tempo la soluzione non è neppure nel condannare i cambiamenti culturali. La soluzione ce la indica una madre, quella sì che vale la pena prenderla come modello, che ha sfidato le convenzioni del suo tempo in più occasioni, senza tuttavia smettere un attimo di obbedire e di essere sottomessa.

  5. Ma quale grande scrittore Guareschi? Quale grande pensatore?
    Una mezzasega, dal punto di vista artistico, ricordato più come Fernandel che altro!!!!
    Personaggio sì, anticonformista, controcorrente e controtutti, sempre stato!!!!

    1. giovanni dm

      Ulla peppa, che virulenza!
      Scrittore grandissimo, senza dubbio. Basta leggerlo senza pregiudizi ideologici (cosa non facile, per gran parte dell’intellighenzia italiana).
      La cosa più sorprendente è la trasversalitá di Guareschi, che piace dagli 8 ai 100 anni, a conferma che la grande poesia è universale. L’ho provato coi miei figli, cui leggevo alcuni racconti di Don Camillo già a 9 anni, quando ancora non potevano capire il contesto politico. Ma apprezzavano moltissimo ugualmente!

  6. Erika

    Credo che ci sia un fraintendimento: il modello di famiglia con la donna che sta a casa ad accudire i figli e l’uomo che lavora fuori è stato per l’appunto più un modello che la realtà.
    Una breve parentesi otto/novecentesca che peraltro ha riguardato una fetta molto piccola della società.
    La realtà è che le donne hanno sempre lavorato: nei campi,nelle botteghe, nelle fabbriche E ANCHE in casa.
    La sola differenza che vedo è che oggi alle donne viene riconosciuta la possibilità di acquisire competenze, di crescere anche professionalmente.
    L’evidentissima perdita di valori come lo spirito di sacrificio, il senso di responsabilità, non credo siano imputabili al sovvertimento di questo PRESUNTO modello di famiglia, che probabilmente si è concretizzato davvero solo nelle pubblicità americane degli anni Cinquanta.

    1. Barbara Favi

      Sottoscrivo, nella storia delle donne della mia famiglia di casalinghe non v’e’ memoria, nemmeno durante il Ventennio. Semplicemente un tempo si lavorava nella azienda di famiglia (ovvero si faceva le mamme e le contadine, se si apparteneva a una famiglia di mezzadri o le mamme e le commesse/segretarie/tuttofare nelle piccole attivita’ commerciali a gestione familiare, o per le meno fortunate si lavorava stagionalmente come operaie, modine, domestiche eccetera eccetera). E mica per femminismo ne’ per guadagnarsi il superfluo, ma perche’ non c’era altra maniera di sbarcare il lunario. E non credo che questa generazione di padri e madri che lavoravano abbia tirato su solo delinquenti e figli disadattati (non era queste persone umili che hanno tirato su i massacratori del Circeo o quelli della Brigata XXVIII marzo, che nonostante la retorica operaia erano figli della buona borghesia milanese, giusto per citare due casi di cronaca noti a tutti)

  7. “Il desiderio arde nelle fibre più intime di questi ragazzi arrivati a Madrid esattamente come nella carne dei loro coetanei di Ibiza.” (citato da LUI)
    Ho infatti letto, su qualche giornale sicuramente di sinistra, che essi, giovani cattolici madrileni, abbiano copulato insino allo sfinimento tra loro nonostante la vampa estiva!!!
    Sarà vero?

  8. Maxwell

    @ Alvì

    ho conosciuto donne che andavano a lavorare per fare le civette coi maschi.
    ho conosciuto tante donne che vanno a lavorare solo per il lato economico ma che starebbero volentieri a casa se potessero.
    ho conosciuto qualche donna che sta a casa coi figli e altre donne ( invidiose forse?) che le davano delle mantenute.
    Ho conosciuto delle prime mogli veramente SIGNORE e tradite dal marito con qualche diciottenne dell’Europa dell’est ( negli ultimi anni……mica 40 anni fa)
    ho conosciuto una 24enne italiana fuori da un bar che parlava con conoscenti in comune che il compagno era al compleanno del figlio. Pensavo fosse un 30enne col bambino di 2 o 3 ………. mi sono visto arrivare uno più sui 60 che sui 50, pesava circa 140 Kg ma se si levava il portafoglio arrivava a non più di 115………………

    Devo continuare?

  9. FEFRAL: ecco cosa mi frullonava per la testa prima, quando parlavi del lievito, quello buono, vero, la bianca madre del pane:
    Con la ricetta della nonnina
    Zucchero latte e fior di farina
    Son fabbricati i biscotti Doria
    Un nome da imparare a memoria….
    Nella notte dei tempi!!!! Currunt, currunt , eccome!!!!!

  10. “QUESTO Papa, poi, è forse più geniale del nostro Genio Cosmico, ha una ‘capoccia tanta’, come dicono a Roma, è una delle maggiori menti al mondo. ”
    Da : Il Calendario di Padre Indovino”

  11. Pierluigi Scabini

    Voglio portare il mio contributo come persona che non si riferisce e
    non pratica alcuna religione; seguo una mia crescita spirituale
    fatta di evoluzione di consapevolezza, pensieri,
    sentimenti, esperienze che mi fanno andare verso l’ignoto, e verso l’ignoto
    non è facile andarci perche bisogna essere liberi da tutte le proprie idee
    per andarci veramente, cosa che ho visto su me stesso non è facile a farsi……

    La donna e l’uomo sono innanzi tutto per me un grande mistero e fino ad ora,
    per quanto riguarda la civilizzazione umana che riteniamo di conoscere,
    abbiamo vissuto in quello che diverse filosofie orientali ritengono essere
    i primi tre centri mentali-emozionali-fisici:

    1) sessualità e riproduzione (pene o vagina)

    2) soppravvivenza, sofferenza e riproduzione (pancia)

    3) potere (plesso solare piu o meno vicino allo stomaco)

    Questi sono i tre centri vitali che hanno caratterizzato il dramma umano e
    il cosiddetto Amore Incondizionato, quarto centro mentale-emozionale-fisico
    (all’altezza del cuore sopra lo stomaco, ghiandola del timo), non è stato molto vissuto
    a parte uomini come Gesu Cristo, altri come Budda, penso anche Giordano Bruno
    (morto sul rogo per le sue idee), etc., e diverse donne (non tutte)
    nella loro maternità e amore auetentico
    verso i figli e alcuni padri (molto meno rispetto alle donne-madri), etc. E’ solo
    nell’amore incondizionato che si inizia a vedere l’UNITA DONNA-UOMO,
    unita che è scritta essenzialmente in noi (ogni essere umano) nel nostro SE’ SPIRITUALE E
    DELL’ANIMA. Sto parlando di cose che bisogna farne esperienza per poterle
    comprendere a fondo, io ne ho fatte in parte esperienza ma ritengo di avere
    di fronte a me molto ancora da imparare, lo sconosciuto mai raggiunto, di fronte
    a sè, è sempre infinito………
    Ogni essere umano uomo ha in sè un sè interiore maschio e femmina cosi come ogni
    essere umano donna ha in sè un sè interiore femmina e maschio…
    E’ una questione di INCONSAPEVOLEZZA DEI NOSTRI SE’ INTERIORI SUBCONSCI CHE
    NON CONOSCIAMO E DI CUI SAIMO INCONSAPEVOLI………
    Se tutti avessimo riconosciuto nell’ambito delle nostre esperienze che siamo
    in sostanza entità spirituali “vestite” da uomini o donne e avessimo riconosciuto
    il nostro essere uomo ma anche “donna” oppure il nostro essere donna ma anche “uomo”,
    ci sarebbe molta piu armonia tra uomini e donne…..
    Attenzione non sto dicendo che il modo “giusto” è essere bisessuali o cose del genere,
    sto dicendo che in noi stessi, nel nostro SE’ SPIRITUALE C’E’ L’ALTRA PARTE DI NOI STESSI
    DONNA SE SIAMO UOMINI, UOMO SE SIAMO DONNE, E RICONOSCERLA GENERA ARMONIA TRA UOMINI E DONNE……
    MA VA RICONOSCIUTA ATTRAVERSO L’AMORE PER NOI STESSI E PER L’ALTRO NOI STESSI CHE E’ SEMPRE
    NOI STESSI e questo si ottiene attraverso esperienze che coinvolgono il corpo, la mente, l’anima,
    lo spirito e va riconosciuto il corpo, la mente, l’anima e lo spirito…..
    Cose come una vita “meditativa” e orientata all’evoluzione della mia consapevolezza mi hanno
    aiutato molto; lo si può fare nella vita proprio la dove si è, ma BISOGNA AFFORNTARE SE STESSI
    E TUTTI I PROPRI LIMITI INTERIORI, RICONOSCERLI E POI SCEGLIERE
    DI TRASFORMARE SE STESSI IN UN NUOVO SE STESSI
    CON PIU AMORE, PIU CONSAPEVOLEZZA, PIU ENERGIA PER SE STESSI, PER L’ALTRA PARTE DI NOI STESSI,
    PER TUTTO, PER TUTTI……….
    Tuttavia penso che per amare l’altra parte di se stessi, tutto, tutti, bisogna innanzi tutto
    amare se stessi, se non si ama se stessi non si ama nessuno, l’amore può essere un idea ma
    se non si ama se stessi difficilmente diventa sentimento…..

    Un caro saluto
    Pierluigi Scabini
    ,

    1. Maxwell

      Paragonare Gesù a Budda o a Giordano Bruno mi sembra una ……………corazzata Kotiomkim. Ovviamente è solo una mia personale opinione.
      Personalmente non ho mai sentito l’esigenza di andare sulle varie filosofie orientali, se poi la conclusione è :

      ……….Tuttavia penso che per amare l’altra parte di se stessi, tutto, tutti, bisogna innanzi tutto
      amare se stessi, se non si ama se stessi non si ama nessuno, l’amore può essere un idea ma
      se non si ama se stessi difficilmente diventa sentimento………

      Vado direttamente al Vangelo……”qual’è il comandamento più importante? Ama Dio con tutto il tuo cuore,con tutto il tuo corpo e tutta la tua anima. Poi ama il prossimo tuo come te stesso.”

    2. Mi sembra che amare se stessi sia la cosa più importante.
      Io, per esempio, lo so bene questo perchè non amandomi per nulla,
      non trovando in me nulla che non sia grottesco e ridicolo e meschino
      non riesco a esprimermi in nulla, solo fare ironia da tre soldi, sarcasmo, messa in ridicolo, quando invece lo so bene che sono io quello che sarei da eliminare, ma io sono ,credo un caso limite, patologico, e nella reltà normale credo che tutti si accettino e abbiano stima di se stessi, perlomeno allostato minimo, di non essere sempre senza respiro.
      Detto questo detto nulla uguale a prima coi problemi gli stessi i crdenti i non credenti gli”ermafroditi” di cui tu parli, che non importa come siano strutturati, ma come essi vanno strutturando le cose, ammesso che le strutturino, loro, io non strutturo nulla, di buono.

    3. paulbratter

      ragazzi pierluigi è eccezionale!!!
      anche perchè Scabini non ci è diventato ma c’è nato.

    4. Pierluigi Scabini

      Gesu, Budda, Giordano Bruno e altri, per me sono individui diversi che hanno fatto la loro strada di evoluzione spirituale e hanno realizzato nella consapevolezza Dio in sè, ognuno l’ha fatto a suo modo, è ovvio che sono diversi…… Non credo in un Dio che mi “guarda da lassu”, penso che tutti e tutto siamo Dio e come umanita ne siamo inconsapevoli soprattutto a livello di esperienza……
      Quanto a Scabini è solo il mio cognome e Pierluigi il mio nome.
      Finche guarderemo all’esterno di noi stessi senza prima guardare in noi stessi possiamo anche leggere tutti i libri del mondo ma non servirà a molto e questo vale anche per l’armonia uomo e donna.

    5. paulbratter

      oddio pierluigi scusa ero sinceramente convinto che ci stessi prendendo tutti per il cXXX con i tuoi interventi … pensavo che scabini fosse un nome inventato e che stesse per “scabinato”
      Se mi assicuri che parli sul serio mi fai risparmiare un mucchio di tempo.

    1. Proprio così, ho letto e vedo la praticità, conquistata dall’inizio del secolo, da una nazione che è davvero una nazione e non una associazione a scopo di lucro (di pochi). Paragonare la Svezia con l’Italia, sul terreno della solidarietà sociale è, come dicono qui a S. Donato in Poggio (Chianti) è come paragonare Iddio co’ i’ puzzo di piedi!!!!

    2. Barbara Favi

      “Paragonare la Svezia con l’Italia, sul terreno della solidarietà sociale è, come dicono qui a S. Donato in Poggio (Chianti) è come paragonare Iddio co’ i’ puzzo di piedi!!!!”. Alvise mito 🙂 Grandissimo, mi sono messa a ridere ad alta voce e ora il mio coinquilino pensa che io sia pazza!

  12. DANICOOOOOOOOOR!!!!!!
    LUIGIIIIIIIIIII!!!!!!!
    GIULIANAAAAAAAAAA!
    TURIIIIIIIIIS!!!!!!!!
    FEFRAAAAAAAAAAAAAL!!!!!!!!!
    Siate felici almeno voi, e anche gli altri!!!!!!!! Tutti!!!!!
    Perfino a arrivare a CYRANOOOOOOOOO!!!!!!!!!

  13. GIOVANNI DM: qui a Firenze abbiamo avuto Vasco Pratolini, che non è un “grande”
    scrittore, è uno scrittore bravo come tanti, come anche Guareschi. Quanto al suo punto di vista politico a me questo non interessa, mi è piaciuta, invece, ho letto, la sua coerenza per la quale è stato mi sembra anche in prigione!!!!!

  14. giuliana z.

    Ciao Alvise, ciao a tutti!
    sono tornata poco fa dal Meeting di Rimini.
    Donne al lavoro o a casa? secondo me l’importante è stabilire una scala di “urgenze”. Anzi, una scala di priorità, di cose importanti. Non tutte le cose urgenti sono importanti. Ma la famiglia e i figli vengono al primo posto per chi ce li ha. Sono le prime cose a cui dobbiamo rispondere, primo perchè ce le siamo scelte, secondo perchè sono le circostanze vive che ci chiedono ragione del nostro muoverci. Poi ogni donna gestisca come meglio crede gli orari di lavoro, le faccende pratiche come lo stiro e il rassetto.
    In questo meeting ho incontrato un mare di persone. Tutti erano lì per la ricerca di qualcosa, per la certezza di incontrare qualcuno. Dire che sono dei babbei mi pare riduttivo della loro umanità.
    Ultima cosa: sono felice. Non ho paura del futuro e di tutte le più brutte e pessimistiche visioni del futuro perchè ho una compagnia di amici che mi sostiene nella speranza. Sempre in movimento, sempre inquieti, e lieti!
    Passo e chiudo!
    ps: Pratolini mi piace moltissimo, ho letto tutti i suoi romanzi.

    1. Barbara Favi

      Giuliana, sprizza ottimismo 🙂 Spero che a Rimini si sia riuscita a trovare un po’ di tempo per fare turismo oltre che per il meeting (ci sono un sacco di belle iniziative e concerti in questo periodo). Bentornata!
      Vasco Pratolini, secondo me, e’ geniale – non sara’ forse noto come altri, ma la sua penna ironica e intelligente ha creato fra i migliori romanzi neoralisti del dopoguerra italiano

  15. Volevo lasciare un commento battuta, prima di leggere la sfilza di 50+ post, ma non posso più. Finirei per essere diversamente intelligente. E la mia vanità non me lo permette.
    E anche perché non avrei nessuna speranza di vincere.
    Mi chiedo solo dove trovate il tempo, dico gli uomini perché le donne so che mentre scrivono qui, fanno da mangiar/elaborano una presentazione, parlano al telefono con clienti/amiche, guardano la tv/le quotazioni di borsa (dipende dall’ora).

  16. Volevo solo farvi sapere,sperando che a qualcuno possa interessare, che sono qua che leggo tutto : anche se oggi non ho preso nessuno a morsi, almeno mi sembra, comunque non sono mancati quelli che esprimono il loro dissenso, a modo loro. Perchè si vede che un dissenso da esprimere esiste, che è legittimo, che “viene da pensarla diversamente”. Scappa, come ve lo devo dì?
    Su tutto regna Guido gnampone che gode per la Roma : amico mio, se ti adoro da tempo un motivo ci sarà.
    Oggi mi sono trovata molto in linea con Fefral in risposta a Grozino e tantissimo con Alvì.
    E ho fatto anche qualche risatina, molto satanica, specialmente su Frate Indovino. 😀
    Qui dalle mie parti si dice : mettere il cul nelle pedate…

  17. matrigna di cenerentola

    Grazie alla mia veneranda (?) età, ho avuto modo di conoscere l’evoluzione del ruolo delle donne nel lavoro e nella famiglia lungo tutto un secolo. Per lo meno, l’evoluzione che ho visto e vissuto personalmente, non mediata sulle situazioni, ma comunque legata a tempi e mentalità diverse.
    Mia madre (nata nel 1911) ha avuto una vita segnata da classica casalinga. Penso che fosse contenta di occuparsi di casa, marito e figli, ma non di non avere un ruolo decisionale in famiglia: tutte le decisioni (anche sbagliate) le prendeva mio padre, e lei borbottava ma non riusciva (quasi) mai ad averla vinta. Peccato, perché lei ragionava molto bene. Il patriarcato dominava, eccome.
    Ciò nonostante, il mio padre patriarca non si è mai sognato di impormi niente dal punto di vista delle decisioni di vita. Magari ha condizionato di più la vita di mio fratello (perché era il maschio? Non saprei). A me ha sempre detto che avrei potuto fare nella vita qualunque cosa scegliessi. Certo, si aspettava che studiassi, e magari mi avrebbe voluto vedere “dottoressa” o insegnante, ma quando ho deciso di studiare fisica all’Università (ancora una scelta abbastanza da maschi) sia lui che mia madre mi hanno solo e sempre incoraggiata. Al confronto, io non credo di aver fatto sentire i miei figli liberi tanto quanto mi hanno consentito loro. Così è venuta fuori la professione di ricercatore, e, contemporaneamente, il matrimonio e i figli. Era l’epoca (anni 70) in cui le donne erano convinte di dover eccellere nel doppio ruolo: realizzare quello che avevano visto fare alla madre casalinga: sfornare e allevare figli, preparare pranzi e cene, occuparsi della spesa e della pulizia della casa (o almeno dirigerla, nei casi fortunati), e contemporaneamente fare il mestiere del padre, lavorare fuori casa e avere successo nella professione. E si poteva fare, a patto di aver molte energie, anche perché si poteva contare sull’aiuto indefesso delle nonne casalinghe… molto meglio di qualunque asilo nido. Comunque sia, è stato un periodo di transizione, che forniva numerosi vantaggi: niente frustrazione da casalinga obbligata, niente rinunce all’avere figli e allevarli. Ovviamente i compromessi (una botta da una parte, una dall’altra) bisognava farli, eccome.
    Al confronto, comunque, oggi la vita delle donne giovani è molto più difficile, e sembra riportarle indietro nel tempo, a quando bisognava per forza scegliere tra lavoro e famiglia, o almeno bisogna scegliere ‘prioritariamente’ l’uno o l’altra. (Tra l’altro, non possono più contare molto sull’aiuto delle nonne casalinghe, chiedete l’opinione di Genoveffa). L’ho visto molto bene nel caso delle mie figlie, che hanno scelto entrambe il lavoro di insegnante, ancora compatibile -anche se non come vent’anni fa- con una ragionevole programmazione familiare. La nostra società procrastina così a lungo la possibilità di aver un lavoro stabile che le scelte di vita sono molto più difficili, e il binomio famiglia e lavoro richiede sempre più fantasia per essere realizzabile. In questo senso, il raggiungimento della ‘parità’ di diritti è di sicuro una fregatura per moltissime donne, è diventato solo ‘parità di doveri’, senza tener conto dell’indispensabile riguardo alla diversità dei ruoli. Quando io facevo le mie scelte, c’era parità di diritti (almeno quelli basilari, fare carriera era ed è tuttora più difficile per una donna, a parità di lavoro) ma nessuno si sognava che un problema familiare (che so, malattia del bambino piccolo) dovesse essere posposto al lavoro.

  18. Avete visto ieri sera su La7 il dibattito tra la Haack e una parlamentare cattolica di cui non ricordo neanche il nome. Diceva, tra le altre cose, questa parlamentare, che se c’è sempre stata questa idea di Dio vuole dire che Dio ci deve essere per forza, penso djunque quello che penso è reale esistente, non solo nel pensiero, ma anche fori, esterno e eterno da sempre, anche da prima che ci fosse il pensiero che ci fosse!!!! Poi ha anche detto che della vita non siamo padroni noi ma un articolo non ricordo quale della costituzione e quanto al testamento biologico così come è ora è stato votato a maggioranza dal parlamento (come l’aricolo, in pratica, 140?) e quindi è ormai legge dello stato,

    1. “Avete visto ieri sera su La7 il dibattito tra la Haack..”

      No, mio amour, niente, proprio me lo so’ perso.

      Vabbè ma tanto se io dico che gradisco la Haack
      quanto una locusta nell’occhio,
      io, per la febbre che c’ho, sono + che scusata.

    2. – Paura di cosa?
      Ma quant’è figa la Hack.
      Ma paura di cosa?

      Lei è al di sopra della morte stessa.
      ( Che uno non ci si può far capace di quanto si possa essere falsi con se stessi e senza destare il minimo dubbio di fifa a nessuno)
      Ma quant’è figa la Hack.
      – E Babè.

    3. giuliana z.

      Che ce devo fà… a me la Hack mi sta proprio simpatica! lei è davvero una grande appassionata del suo lavoro… vorrei vedere! dico, che c’è di più bello che stare col naso in su a guardare le stelle e cercare di capire che c’è lassù, la fuori, che cosa muove l’universo…?
      e poi ha detto una cosa bellissima: che siamo fatti della stessa materia di cui sono fatte le stelle. Secondo me lei non lo sa, non ce l’ha chiaro, ma un senso religioso ce l’ha per forza, sennò da dove le viene tutta ‘sta passione???

  19. Maxweel e Alviseee!!! Sono qui!!!!

    Parentesi internos
    (vi leggo solo oggi dopo il miointervento di ieri perché sono off line… fino a ieri nella mia corsetta riuscivo a prendere campo, leggerevi e fare qualche commento, poi l’eclisse totale…
    Adesso ho rubato la chiavetta dei marito sottomesso che sta giocando a carte pokemon con il pargolo…
    In primo luogo devo dire una cosa a Fefral che è da ieri, da quando ho dato invio al mio commento che volevo aggiungere: per me sei FEFRALINDA, oppure MARAVILHOSA FEFRAL…)

    Sul lavoro femminile oggi cercherò di spiegare quello che penso.
    Quando avevo circa 10 anni avevo deciso che avrei studiato per fare un mestiere che mi piaceva e che avrei pagato qualcuno per fare quello che non mi piaceva (cioè, i mestieri di casa). A 12 avevo deciso che volevo vivere in Italia (mi sono trasferita qui quando avevo 14 ed ero economicamente autonoma, quella era la condizione per ogni scelta a casa mia, se lo puoi fare vai, saremo qui ad accoglierti se avrai problemi, ma se vai là, arrangiati da sola).
    Premesso che a casa mia madre a 16 anni già lavorava fuori per pagre i propri sfizi, visto che era di famiglia umile. Quando si sono sposati, mio padre le ha chiesto cosa voleva fare, ha detto che per lui andava benissimo che lei continuasse a lavorare. Lei ha detto che voleva 6 figli e che non avrebe avuto senso lavorare e lasciarli agli altri. Ha avuto 5 figli, non senza difficoltà economiche estreme pervenute dopo, ma è la persona più realizzata che io conosca.

    Io mi sono laureata, ho sempre lavorato nel mio mestiere, che non è proprio compatibilissimo con una famiglia. In Italia (ma neanche nel Brasile di oggi) non è proprio così scontato che se tu fai il mestiere che vuoi riesci a pagare qualcuno per fare quello que non ti piace. Alla fine salta fuori che devo essere wonderwoman, il ché mi riesce abbastanza bene, perché quando mi ci metto rieco a tirare per mesi dormendo 4 ore al giorno…
    Il mio lavoro mi piace tantissimo e uno stipendio solo non credo ci basterebbe. Ma qual è il prezzo di averlo???? Praticamente costringo mio marito ad essere pure lui Superman, cosa che invece non è facile per lui. Se voglio lavorare, lui mi deve aiutare, e quando torna a casa il venerdì dovrei riversare su di lui una miriade di compiti (perché abitiamo nel milanese e lui ha come zona il nordest).
    Allora scatta la necessità di contare anche sua madre, che si fa un mazzo tanto, ha tre tumori importanti alle spalle, l’altra figlia separata che conta solo su di lei, che oltretutto ha il bimbo con problemi di salute.
    Credo che i “compiti” di ognuno non devono essere sono divisi “equamente”, ma devono essere suddivisi anche a seconda di quanto ognuno riesca a dare. Una volta il mio direttore spirituale mi disse una cosa: che la soglia della sopportazione, così come quella del dolore, è diversa per ognuno di noi, e che non è giusto pensare “se io posso, anche lui/lei” ma è giusto domandare fino a che punto l’altro può dare. Insomma, è come quando diciamo ai bambini “tu non devi essere il migliore, ma devi fare il meglio che puoi”.
    Come stabilirlo??? Difficilissimo, bisogna riflettere, parlare, imparare a conoscersi e conoscere l’altro. Dare delle priorità, come dice Giuliana. (io sto pensando molto a tutto ciò, non so che cosa deciderò)
    Una volta c’erano le famiglie allargate (non nel senso dei miei, i tuoi, i nostri, ma nel senso di nonne, zie, fratelli maggiori), oggi si è sempre più soli… Quante donne scherano quando sono a casa in maternità??? Si, perché poi a casa si sentono sole. E’ necessario tornare al lavoro per poter avere contatto umano con un essere capace di parlare… se ci fossero più rapporti umani validi questo succederebbe?
    Le donne per farsi valere sono andate fuori a lavorare, oggi si rende necessario ricordare ai più che se una donna sta a casa, non è una nulla facente, non è una mantenuta. E’ questa la battaglia. Ma è ovvio che è sempre una modalità, un mezzo umano, e che, in quanto tale, transitorio e limitato. Non dobbiamo innamorarci dei mezzi, ma amare il fine ultimo di tutti noi, che non è di questo mondo, ma lo supera.
    Una volta non si poteva scegliere di andare a lavorare fuori, oggi è necessario ricordare che una può aver scelto così e che per questo non vale meno dalle altre. Questo tasto va battuto una non vale perché fa questo o quello, vale in sé.

    “Uomo e donna lo creò”
    LO CREO’
    Dio ci ha creati diversi ed ha messo in noi il desiderio del diverso da noi. Solo in Dio esiste la pienezza, ma noi, imparando ad amare il diverso da noi, ad accoglierlo formiamo qualcosa di più grande di noi, più vicina alla perfezione di DIO. Io punto a questo, e non ad un autoreferenziale conoscere me stessa, che, data la piccolezza del mio essere, sarebbe riduttivo. Piccolezza sì, in rapporto con assoluto ognuno di noi è piccolo, infimo, migliorabile, perfezionabile, inutile, ma AMATO INFINITAMENTE DALL’ASSOLUTO E VOLUTO DA ESSO. Solo quasto dovrebbe bastarci (capito Alviiiiiiiiiiiii???)

    Mi eclisso, fino al prossimo collegamento…

    1. Fefral

      Dani, ho proprio voglia di conoscerti!
      Bello quello che ti ha detto il tuo direttore spirituale… Molto bello!

    2. giuliana z.

      sottoscrivo parola per parola! soprattutto quello che hai detto sulla solitudine delle neo-madri e sui rapporti sempre più sfilacciati delle famiglie e delle relazioni.

  20. Maxwell

    @danicor

    dopo quello che hai raccontato ti revoco il biglietto omaggio per la marcia notturna del 2 Settembre !!!!! 🙂 🙂 8)

    @DanielaY

    Ma gli Hillsong sono evangelici, luterani o cattolici?

  21. Fefral

    Raga’ lo sapete che non chiedo preghiere di solito qua dentro. L’ho fatto un paio di volte credo, per cose molto particolari. Per il resto do per scontato che chi è abituato a pregare lo faccia anche per gli amici del blog e le loro preoccupazioni.
    Ma ho appena ricevuto una mail di un amico e stavolta una preghiera ve la chiedo per lui perché sta affrontando un po’ di casini davvero seri.
    Quest’amico ci legge, penso che gli farà bene sapere che c’è chi lo supporta come può.
    Elisa mi sono chiesta spesso se ci leggevi ancora. Bello vederti! Mi eclisso sempre per poco, come puoi vedere…è che poi ci si affeziona 🙂

    1. Per te, fratello carissimo del blog che al momento ci leggi soltanto.
      Che tu abbia le nostre porelle preghiere eccome se lo sai.
      Ora riposati un poco poco soltanto qua dentro.
      Chiudi gli occhi, distendi la schiena, respira profondamente.
      Tienilo forte e proprio adesso bene a mente
      che nessuna croce è per sempre.
      Nessuna croce è per sempre.
      Ma la gloria, e l’amore che stai donando, quelli si.
      – Coraggio.

      http://www.youtube.com/user/DanieladiYeshua#p/c/2690C6CA35918D9F/13/2WdOPfao4KI

  22. FEFRAL: la preghiera…Tante situazioni drammatiche di amici familiari che voi cercate (anche, spero non solo) di affrontare con l’aiuto della preghiera: Ma cos’è in fondo la preghiera (al dofuori di credenza di potere chiedre l’aiuto di Dio)? un modo di concentrarsi, magari tutti insieme, sui problemi dei nostri amici e di fare sentire a loro in questo modo come una forza ulteriore di tante persone che vogliono avere fiducia e sperano di trasmetterla non fiducia in fondo che tutto finisca bene ma fiducia che gli altri dentro che esiste anche questo stare assieme e ne traggano aiuto vero.
    Solo in questa maniera si possono aiutare gli altri, credo, tresmettendo più forza, più coraggio più energia più resistenza più riuscire a essere uomini forti davvero in questo mondo pieno di contrarietà. Lo so . sembra un discorso da prete, ma non me ne importa, io è così che la vedo!!!!

    1. “un modo di concentrarsi, magari tutti insieme, sui problemi dei nostri amici e di fare sentire a loro in questo modo come una forza…” (sussurrava esclamosissimo Alvise)

      Tu parli dell’amore! Si, si, l’amore è! E’ l’amore, ogni qual volta siamo presso qualcuno per sostenerlo nel cammino, si! E’ l’amore!
      Solo che alcuni ne attribuiscono la fonte e l’intima capacità di questo darsi unicamente a se stessi,
      altri tutto a Dio attribuiscono.
      (I) Alcuni si persuadono di averne da sè così in abbondanza da poterne dare da soli anche ad altri,
      (II) ed altri attribuiscono ogni minimissima personale capacità di bene a Dio.

      (Ed è meraviglioso, poi, quando a un certo punto del personalissimo cammino anche colui che cruentemente e provvidenzialmente cadendo scopre di non avere in sè LA PIU’ PICCOLA CAPACITA’ D’AMORE, oh, allora costui proprio allora è il più grande nell’amore: costui se ne lecca proprio avido le labbra, della liquida verità che “quando sono debole, è ALLORA che io sono forte” perchè dell’enorme sua debolezza egli se n’è fatto vassoio per servire tutti, di un amore straripante da farci leccare tutti.
      – Chi mai avrà colmato il vassoio di costui così vuoto di sè?

      Ogni forma d’amore non è nostra.
      E’ l’attribuzione di causalità la nostra.
      Ma l’amore, oh, dell’amore non ne siamo che i depositari.
      Capaci di darlo, quest’amore, nell’attimo stesso che non ne avevamo un briciolo, anche. Ditelo alla Hack, questo. Che si può amare anche se stai scassato di dolore tu per primo. Datemi un ateo bravo ad amare quando tutto il mondo e tutti gli ufi del mondo sono in guerra contro di lui. Trovatemi quest’ateo massacrato da ogni parte che ancora è capace di amore in pienezza, del dono totale di sè alla Hack, quando magari la Hack stessa lo massacrava.
      Si sbranerebbero a vicenda per molto meno di una polpetta.

      Ogni forma d’amore non è nostra.
      Perchè è un amore che ci viene dato dall’alto.
      Noi si distribuisce, al massimo. Ma la Fonte una è.
      Più o meno consapevolmente. Di qua dal cielo.

  23. “DanielaY, Ma gli Hillsong sono evangelici, luterani o cattolici?”

    Max carissimissimus! Scopro ora e per te che gli Hillsong siano
    “la famosa band musicale evangelica Hillsong (Pentecostali di origine Australiana)” etc, e per amor di fonte: io lo scoprirei giustappunto da qui
    http://giacintobutindaro.org/2011/05/14/darlene-zschech-e-gli-hillsong-con-i-cattolici-romani-alla-giornata-mondiale-della-gioventu/

    Ti spolpetto di abbracci, Max.

    E poi vorrei proprio sapere perchè ancora non s’è organizzato uno straccetto di raduno – o similia – per spolpettarsi di persona, ecco.

    @Danycor… ma come me lo dici te “Danielinha”….nessuno mai…
    (ardo di spolpiettamientos, come ci si regola?)

    1. [ Ahhahah!!, che spettacolo! Leggo solo ora che all’autore del blog appena linkatovi non garbano affatto gli Hillsong, se non per redarguirci e tenercene alla larga ( redarguisce “NOI” ALTISONANTISSIMI CATTOLICI).
      Interessante sarebbe averceli, il tempo e la voglia di ricordargli che
      – Chi non è contro di “noi” è per “noi”.
      Ma sarà poco credibile per lui il saperlo, dando immagino per scontato che tali parole sono certamente le mie. Mica quelle di Cristo stesso.

      – Ah, pazienza. ]

  24. Maxwell

    @ DanielaY

    Ma l’ecumenismo non è il calarsi le brache!!!!

    Io ho un mio personalissimo modo x approcciarmi ai cristiani non cattolici :
    1) nomino il nome della Santissima Vergine Maria ed i rispettivi dogmi.
    Se incominciano a parlarmi che Maria era Vergine prima ma poi parlano del Vangelo dove sono nominati i fratelli e sorelle di Gesù………cominciano a girarmi vorticosamente i maroni. Se poi mi dicono la famosa frase di S.Paolo che Gesù è l’unico mediatore (VERISSIMO) fra noi e Dio ma fanno orecchi da mercante alla Mamma che è mediatrice fra noi è Gesù………stanno incominciando a triturarmeli…!!!
    2) provo a dar loro un’altra possibilità con la Comunione dei Santi……..se iniziano a parlarmi male o a sbeffeggiarmi con “i vostri Padri Pii ……………” comincia a prendermi pure l’ittero…………
    3) Parlo della Chiesa, la Santa meretrice, quella su cui c’è il primato di Pietro nonostante tutti gli errori che gli uomini possano aver commesso.
    Se mi rispondono che il Papa è un teologo come tanti altri, o accennano alla pedofilia, o alla libera interpretazione delle Scritture, o a Giordano Bruno……..

    ebbene, con moderazione ma con fermezza…….con ecumenismo e pacatezza li mando AFFANCULO.
    Poi gli racconto quel brano del Vangelo con la mia interpretazione ” SIGNORE ABBIAMO PROFETATO NEL TUO NOME…….ANDATE VIA GENERATORI DI INIQUITA’, LURIDE SERPI!!!!!!!!!!”
    e col grido dei CRISTEROS messicani TRUCIDATI dal governo massone scuoto la polvere dalle mie scarpe ( gesto durissimo per chi conosce le usanze ebraiche del tempo) e grido

    VIVA CRISTO RE .VIVA GESU’ E MARIA!!!!!!!!!!!!

    1. Te sei uno sciocchino, Alvi’, ad essere geloso che Marx mi fa domande e PER QUESTO MOTIVO E NESSUN ALTRO tu così esplodi con le sciocchine battute sui frutti non di mare ( tanto mo viene Admin e ti spumpampera)
      Te, Alvise lo sai che io amo solo te.
      Non c’è bisogno miha che mi tratti male il Max.
      Max, non ci provare a dargli spago. 🙂
      (Sfida a ping pong al massimo. MASSIMO, HO DETTO MASSIMO)

    2. Maxwell

      sono discorsi fra cristiani……….

      con gli atei ho altri approcci.

      con chi ha voglia di giocare a chi ce l’ha più duro ne altri.

      con chi ha solo voglia di prendere per il c……. ne ho altri ancora

    3. Max,
      come mi dice sempre mio fratello, quando dico strasburgicissime cose, e parlandomi naso a naso, e fingendo di essere il FORRESTER RIDGE:

      – Tu sei tutta matta, Logan.

      Anche perchè mandare tutti i diversamenti credenti “AFFANC….” mi pare proprio ‘n’ ideuzza biblicamente centrata. 😉

      Ma te questo lo sai bene bene beeeene 🙂
      Ergo:
      – Tu sei tutto matto, Max Logan.
      (Ma te lo saaaai. Ma soprattutto ti conosce bene e t’ama tanto il Re; quello stesso Re strasuperilluminantesumoltecose)
      Ti voglio bene, anguria.

    4. Maxwell

      @ Dany

      Leggi bene il Vangelo……con chi se la prendeva Gesù?

      Con i sadducei che non credevano alla Resurrezione?
      O con i peccatori?
      O con i pubblicani? ( sai che erano degli ebrei che raccoglievano le tasse x darle agli invasori romani……….espulsi dalle sinagoghe e da qualsiasi vita civile? )
      Se la prendeva (guarda caso) con gli scribi ed i farisei, coloro i quali sapevano BENISSIMO la Bibbia, e con la loro sicumera ingannavano il popolo e lo traviavano.

      ………”sepolcri imbiancati” “razza di vipere”…………

      P.S. giorni fa ti ho detto ” se passerò”……..Oggi ti dico “quando passerò posso venire a trovarti?”

  25. “… giorni fa ti ho detto ” se passerò”……..Oggi ti dico “quando passerò posso venire a trovarti?”” (Max)

    Il fantastico di essere ammalati – su comodo letto, che non è poi scontatissimo – è che QUASI non senti il minimo senso di colpa a passare tanto tempo al pc.
    Detto – futilmente – questo, Max, io quando dico “ti aspetto” vuol dire proprio “non vedo l’ora”. Ma guai a te se invece del bianco te mi porti il melone rosso.
    Lì scatterebbe l’inaudita punizione.
    Ci siamo capiti, uomo?

    ( ….circa i sepolcri imbiancati il tuo discorso non fa una piega. Ti parlo di me: me tutt’al più sospende la ‘mbranata (in)capacità di aver per certo che sto parlando a uno ateo vero (= ovvero “che non conosce ancora l’amore di Dio” ma veramente), a un sedicente “diversamente credente”, a un secredente essere troppo infame per dirsi cristiano o essere troppo poco “praticante” per dirsi ( a ragione) innamorato della validità dei Sacramenti etc etc etc eccì; sospendo il vaffa**** anche col sedicente umilissimo della Messa quotidiana che neanche della pausa di uno starnuto – il suo, mica il mio – profitta per ricordarti quanto sia umile , lui.
    Ma che questa mia sospensione di vaffa sia cosetta facilissima, io proprio una bischerata così grave da sobria non la posso dire.

    In poche paro’, io me ne astengo per empirico molteplicissimo personalissimo bias personale.
    Ed è -anche – stancante, a volte, toppare così di brutto con uno che – perchè poi?, in base a cche?? – presumevo di aver inquadrato.

    Poi se tu, dopo tutto questo, mi arrivi da me, che non sto a Paestum ma a Eboli, proprio, col melone rosso invece del bianco e dolcissimo da chifo, e allora vuol di’ che te ti piace proprio la sofferenza.
    Perchè io co’ sti sbagli eh no che non perdono.

  26. Adriano

    fefral
    26 agosto 2011 a 18:01

    “Ho letto la miriano due volte, ci ho trovato molti spunti interessanti purchè non vengano assolutizzati. La trovo un po’ rigidina nel difendere alcune posizioni opinabili, geniale in alcune sue uscite.”

    “Credo che non debba scrivere il seguito del libro, e (mia opinione personale, admin non menarmi) penso che non sia molto in grado di mettersi in discussione di fronte a chi ha idee diverse dalle sue”

    La penso in modo simile.

  27. fefral

    vorrei spiegare meglio cosa intendo con le parole che ho scritto e che Adriano ha in parte riportato qua sopra
    Io credo che la ricetta di Costanza funzioni, a patto che si utilizzino tutti gli ingredienti. E la parte più difficile della ricetta non riguarda la donna ma l’uomo “E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, ” e continua sullo stesso tono per un bel po’ di versetti.
    Mi sono sempre chiesta perché l’uomo venga esortato ad amare la moglie e non il contrario… forse che la moglie non debba amare il marito?
    Comunque non è questo il luogo per interpretare le parole dell’apostolo, piuttosto quello che volevo dire è che ho trovato alcuni suggerimenti di Costanza molto utili per quelle donne che hanno la fortuna di avere un compagno che le ama (me compresa). Magari un compagno pieno di difetti, che lascia i calzini ovunque, che non si ricorda del loro anniversario, ma che sinceramente ama la sua donna, vuole renderla felice (anche se goffamente e senza imbroccare neppure una volta il regalo giusto).
    Nelle coppie così, in cui entrambi vogliono rendere felice l’altro, in cui la relazione è un progetto di vita a lungo termine, in cui si è già intuito (magari non del tutto compreso) che l’unico modo di amare è il dono vero di sé, allora le parole di Costanza possono rivelarsi preziose.
    Ma non è sempre così. E questo la Miriano sembra ignorarlo, non sembra interessarle.
    Io conosco coppie in cui la sottomissione della moglie ad un marito egoista e possessivo ha portato all’annullamento della donna. Altre in cui l’amore assoluto del marito per la moglie viene ricambiato con infedeltà e bugie. E non sono casi isolati.
    Io per esempio non condivido quando Costanza consiglia come soluzione adatta a tutti “obbediscigli”, “sposatevi”, “fate un figlio”: consigli così vanno dati col contagocce, vanno pesati. Non perché siano sbagliati piuttosto perché sono troppo giusti. Sono la strada per la santità per le coppie sposate. Ma quante coppie sono davvero su quel cammino? quanti sono i matrimoni sbagliati, quanti ancora quelli che non sono neppure matrimoni?
    A me è capitato di dare consigli come quelli di Costanza alle mie amiche. Ma ho dato anche consigli contrari. Ho detto a qualcuna “ribellati”, “separati” “non fare figli adesso”. E so di aver fatto bene, e che s.Paolo dal cielo ha approvato, e so di essere stata una cattolica ortodossa, e di aver agito secondo coscienza e secondo gli insegnamenti della Chiesa. Perché la vita è molto più complicata di come a volte sembra leggendo questo blog (a volte no, perché un po’ di situazioni complicate si leggono anche qua dentro) e a volte se si propone di volare a qualcuno che ancora non ha imparato a camminare si rischia di schiantarlo.
    Per quanto riguarda il seguito del libro…. Non penso che sia una donna a poter dire a un uomo qual è la sua parte del segreto della felicità di un matrimonio… ci vorrebbe un uomo, uno che ha deciso (non è necessario che ci sia già riuscito) ad amare sua moglie come Cristo ama la Chiesa.
    Le parole di una donna rischierebbero di non andare a segno.
    Spero di aver chiarito quello che penso, altrimenti sono qua.
    Buonanotte!

    1. Adriano

      Mi trovo in linea con te fefral
      1- non ci sono soluzioni passe-partout.
      2- il libro racconta solo metà della storia.

      Buona notte!

    2. “Ho detto a qualcuna “ribellati”, “separati” “non fare figli adesso”. E so di aver fatto bene, e che s.Paolo dal cielo ha approvato, e so di essere stata una cattolica ortodossa, e di aver agito secondo coscienza e secondo gli insegnamenti della Chiesa.” (fefral)

      Io ti amo troppo per non desiderare di capire meglio questo pezzetto qua – quando te dici “sepàrati” soprattutto.
      Fammi capire, patane’.
      Fefrallosa mia, dolce notte, a domani, a te e a tutti.

    3. paulbratter

      @fefral
      anche un manuale di pesca non serve a niente se non hai la canna da pesca.

      PS mi sono perso il punto in cui Costanza dice di voler dare consigli agli uomini, tu dove lo hai letto?

  28. Ehm..ma…ma…MA SOLO IO ANCORA NON HO LETTO IL LIBRO???
    – Eccavolo.

    Una copietta autografata speditami a casa e GRATìììS, proprio proprio proprio sicuro no, Costa’ ?
    Vabbè scusa ma che c’entra che io ancora non sposata??
    – Ma anvedi questa.

  29. paulbratter

    “Credo che non debba scrivere il seguito del libro”
    legittimo dire “non comprerei e non leggerei un eventuale seguito del libro”, dire che non lo debba scrivere ho l’impressione che rientri nella categoria consigli non richiesti.

    1. Fefral

      Penso che sia legittimo dire quello che penso sull’opportunità di un seguito del libro allo stesso modo in cui è legittimo invitare costanza a scriverlo presto. Perché questa acredine, Paul?
      È ovvio che Costanza farà quello che riterrà più opportuno, in base alle sue idee e a quelle del suo editore, e anche in base a qualche opportuna ricerca di mercato: mi sembra una persona intelligente e credo sia interessata a sapere che tipo di riscontro potrebbe avere sul mercato un suo secondo libro. Naturalmente sono convinta di essere una minoranza molto minoritaria in questa opinione, ma credo che un secondo libro che fosse semplicemente il seguito del primo rischierebbe di essere solo un’operazione commerciale per cavalcare l’onda del successo del primo squalificando la genialità di alcune intuizioni che ci sono nel primo. E’ un rischio che si corre in situazioni del genere, ovviamente immagino che costanza e il suo editore lo valutino. Io mi sono limitata a dare un’opinione, peraltro convinta che non venga neppure presa in considerazione. Perché siede opinione non sarebbe legittima allo stesso modo di quella per es.
      di Claudia?
      Se il libro esce io comunque lo leggeró e sono pronta a ricredermi su quest’idea (già l’ho fatto con il primo, comprato con l’idea di trovarlo pessimo e che invece ho apprezzato e consigliato ad altri, pur non considerando, come fa qualcuno qua dentro, un pilastro del pensiero cattolico sul matrimonio).
      Penso che Costanza abbia le risorse per spaziare anche su altri argomenti.
      Sul dare consigli agli uomini ne ha parlato lei in questo blog, in risposta a qualcuno che le ha suggerito il titolo “sposala e sottomettila (anche il titolo non mi piace: è legittimo dirlo?)

    2. paulbratter

      hai presente quando qualcuno ti incontra e ti dice “ma che te sei ingrassato, ho sei solo un po’ invecchiato?” e poi aggiunge “mbè io so sincero le cose le dico in faccia!”. Ecco la tua ricerca di mercato mi ha ricordato questa situazione , e di solito queste genere di “critiche” non sono mosse esattamente dalla sincerità.

  30. claudia

    Giusto Paul, concordo!!!
    Al contrario di quanto detto dalla voce dissonante, io non vedo l’ora di leggere il prossimo libro di Costanza e non mi importa a chi si rivolgerà, quel che conta è che continui a scrivere….
    Nessuno verrà obbligato a leggere!!!!

  31. Adriano

    “dire che non lo debba scrivere ho l’impressione che rientri nella categoria consigli non richiesti.” Certo, ma proprio come il libro “Nessuno verrà obbligato a leggere!!!!”
    🙂

  32. Fefral

    @daniturris, è un discorso delicato e devo aspettare che il caffè vada in circolo per non scrivere troppe stronzate (già rischio di venire espulsa per aver detto che costanza farebbe meglio a non scrivere il secondo libro; voglio evitare un’accusa di eresia: ci tengo troppo a rimanere ortodossa anche se stonata). Prometto che ci ritorno.

  33. fefral

    @Paul: di solito queste genere di “critiche” non sono mosse esattamente dalla sincerità.
    Ti spieghi meglio paul?

  34. Scusate se mi intrometto, non intervengo molto ma cerco di seguire con una certa continuità post e commenti del blog.
    Vorrei spendere una parola e riallacciarmi al pensiero di fefral sul libro di Costanza. Secondo me la contrapposizione è solo apparente e poggia su un equivoco. Per dipanarlo vanno operate delle distinzioni.
    Voglio dire che le situazioni elencate da fefral non vanno confuse con le crisi passeggere, le crisi cioè precedenti al «second wind».
    Cosa intendo con «second wind»? (*)
    Chiunque si sia cimentato in un’attività sportiva che prevede uno sforzo prolungato nel tempo (che so, il ciclismo o la maratona) sa benissimo che nel corso della performance giunge un momento di crisi in cui tutte le energie sembrano essersi esaurite. Ebbene, quello è il momento in cui occorre stringere i denti in attesa del «second wind» ovvero il momento in cui, come d’incanto, le energie ritornano permettendo di proseguire la gara.
    Anche la vita matrimoniale (e io aggiungerei anche quella spirituale) sembra obbedire a questa legge. Non tutte le crisi sono necessariamente rotture irrimediabili. Quando il sentimento è in crisi, è l’istituzione che mantiene in piedi la coppia. Oggi per tanti motivi l’istituzione è venuta sempre meno, e le crisi passeggere, scambiate per rotture irreparabili, spezzano con più facilità la vita matrimoniale (senza contare che non di rado le unioni, fondate unicamente sul sentimento, sono viziate in partenza).
    Certo, non è sempre facile operare queste distinzioni ma il punto è che, a parer mio, Costanza non si è si prefissa questo scopo.
    La vera natura del libro di Costanza, sempre a mio modesto parere, sta nell’essere un ottimo ricostituente per queste crisi di passaggio. E può esserlo perché del matrimonio evoca il principio e il fondamento, i pilastri prima ancora delle direttive pratiche. Se l’istituzione del matrimonio è assimilabile a un organismo, “Sposati e sii sottomessa” ricorda a tutti noi quale sia l’anima del matrimonio (amore, sacrificio, spirito di servizio, ecc.), condizione indispensabile per salvarne il corpo.
    Per le rotture già consumate e per le situazioni disperate (penso fefral volesse accennare a questo) occorrono strumenti e ricette di altro genere. Ma è chiaro che le due situazioni sono legate l’una all’altra: più un’istituzione è sana, più è in grado di assorbire i colpi del destino, gli insuccessi e le tragedie della vita. Da non trascurare il fatto che delineare e circoscrivere la natura dell’unione coniugale può aiutare ad evitare unioni fondate su un’idea sbagliata del matrimonio e dunque future tragedie.
    Da qui si capisce anche che il libro non va preso per quello che non è, ovvero un prontuario di ricette valide erga omnes. Sarebbe un grosso errore considerarlo come tale perché si pone a un livello più basilare e fondamentale. Non contiene ricette pratiche ma fornisce a ognuno gli ingredienti di base per poterle elaborare.
    Fefral in ogni caso ha fatto bene ad esprimere il suo giudizio, un giudizio coraggioso perché in controtendenza, poiché così facendo ha permesso la riflessione e una comprensione più profonda del libro di Costanza.
    Come dice il mio amato Thibon, si tradisce un maestro a restare sempre allievi: sovente una critica ragionata e intelligente, che sembra segnare un allontanamento, contribuisce invece più della lode adorante a comprenderne meglio l’insegnamento.

    (*) Il concetto, applicato al matrimonio, è sviscerato assai meglio dall’immenso G.K Chesterton nel suo “Che cos’è che non va nel mondo?” (Lindau, 2011), cui rimando (qui se ne può leggere un estratto: http://www.forumfamiglie.org/allegati/rassegna_20674.pdf).

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