“Il primato di Dio e la purezza della nostra vita, quando crollano quelli, con il tempo vengono giù anche gli altri”

Sono onoratissima di ricevere e pubblicare in esclusiva il testo integrale del discorso con cui Flora Gualdani ha accolto il premio Cultura cattolica. Leggetelo tutto, magari un po’ per volta, e arrivate alla fine, perché in fondo trovate delle perle, come questa:

In conclusione, se dovessi riassumere il nostro compito nella società, direi così: davanti alla diffusa malattia delle “3S” cioè soldi, sesso e successo, cerchiamo di rispondere con la terapia delle “3P”, cioè povertà, purezza, piccolezza. Con dosi sempre abbondanti di preghiera. E’ una ricetta che porta frutto e dà futuro. Ve lo assicuro.
Mi permetto di dire che certe sofferenze della società derivano da una profonda crisi della Chiesa. Mi pare che siano stati decapitati il primo e sesto comandamento: il primato di Dio e la purezza della nostra vita. Quando crollano quelli, con il tempo vengono giù anche gli altri. Ma tutto parte da un problema di fede. Quando si ha paura ad annunciare verità impopolari, alla radice c’è un calo della nostra fede.

Ecco il testo integrale:

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Humanae Vitae, l’attacco finale?

Siccome alcune persone si sono scandalizzate di quello che ho scritto ieri, in merito a un vescovo che ha autorizzato una persona con una storia molto particolare a fare la comunione, pur essendo divorziata e risposata, vorrei tornarci sopra, ripubblicando un meraviglioso intervento che scrisse per noi Flora Gualdani, in risposta a delle sconcertanti affermazioni del professor Chiodi sulla contraccezione.

Se non sapete chi sia Flora cercate notizie su di lei, per me è una vera santa, ha più santità lei in un’unghia di quella che riuscirei a raggiungere io in una vita. È una donna rigorosa e dolcissima, semplice e intelligentissima, intraprendente ma totalmente consegnata al Signore.

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Flora Gualdani, alle sorgenti della vita

di Costanza Miriano

Sabato sera ho avuto un regalo. Ho incontrato una santa in azione; l’ho vista dal vivo (era a Chiesa Nuova con noi), ma anche raccontata in uno splendido documentario prodotto da Oratorium (presentato in anteprima agli amici e da oggi visibile a tutti).

Scritto e diretto da Francesco Teresi, che come molti di noi si è innamorato di questa piccola ostetrica aretina, 81 anni spesi per aiutare la vita, è davvero un capolavoro, nato da un incontro tenuto a Roma da Flora per le coppie. Francesco, che era a quell’incontro, ha avuto la reazione che hanno tutti quelli che la incrociano: il mondo deve conoscerla! Vedi Flora e ti viene da telefonare a tutti quelli che conosci, da scriverne, da fare volantinaggio. Solo che Francesco fa lo sceneggiatore, e allora quello che ne è venuto fuori è un film pieno di poesia, umorismo, energia, intelligenza, che ti tiene incollato, e ti fa venire voglia di prendere appunti, segnarti le cose, rimboccarti le maniche e cominciare a vivere come ha fatto lei.

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Una vita per la vita

Oggi, venerdì 9 novembre, l’ateneo pontificio Regina Apostolorum alle 17 conferisce attraverso padre Gonzalo Miranda un premio a Flora Gualdani per il suo impegno a favore della vita. Con Davide Zanelli e padre Maurizio Botta proveremo a raccontare questa straordinaria donna, che sarà presente. ecco quello che dirò.

Qui il link per seguire l’evento.

di Costanza Miriano

Prima di tutto devo chiedere scusa. Scusa perché non sono corsa prima a conoscere Flora, appena ne ho sentito parlare. Ci ho messo un bel po’ di tempo a farmi convincere ad andare di persona, e di questo devo ringraziare gli amici Laura e Filippo Fiani, che hanno insistito, e che da tempo mi dicevano “devi proprio incontrarla, devi venire ad Arezzo”; ma io, tra la famiglia, il lavoro e tutti i viaggi che faccio in giro per l’Italia non mi decidevo mai, non trovavo le forze. Avevo letto qualcosa di lei, mi sembrava una persona speciale, ma non avevo capito quanto. Anche perché c’è da dire che Flora non è una che fa un grande marketing di se stessa, come tutti i veri amici del Signore. Non è una che vende benissimo tutto il bene che fa.

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Lettera a una persona consacrata

Tratto da: Casa Betlemme, “I quaderni di spiritualità betlemita” (quaderno n. 8 – 8 dicembre 2015)

di Flora Gualdani

Amico/a che hai avuto il dono della chiamata ad una consacrazione verginale, ascoltiamo insieme: l’insegnamento della Chiesa circa la sessualità.

La Chiesa ci dice che la sessualità è dono di Dio ed è forza positiva e preziosa.

Ma che non va dimenticata la fragilità umana dovuta al peccato. Fragilità che risente anche di condizionamenti negativi vari. Inoltre la Chiesa ci insegna che la Grazia di Dio rende possibile vivere castamente. Castità che non equivale a repressione dell’amore, ma ne è la custodia, la difende dall’egoismo e dall’aggressività per farne dono. Dono che richiede autodisciplina, sacrificio, che fanno armonia tra volontà e Grazia.

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La testimonianza di “Casa Betlemme” a Brescia

Al convegno di sabato, tra i testimoni della sessione pomeridiana, avremo anche Davide Zanelli e Marina Bicchiega, due sposi che collaborano da venticinque anni con Flora Gualdani: l’ostetrica aretina la cui opera comincia ad essere sempre più conosciuta al grande pubblico.

Ci racconteranno come Flora, ai tempi del Concilio Vaticano II, ha concepito “Casa Betlemme” e come la conduce da mezzo secolo a servizio dell’Humanae vitae, in un voluto nascondimento e in povertà. Finita la lunga gestazione solitaria, questa ostetrica ha consegnato anni fa l’opera alla Chiesa cattolica nelle mani dell’allora vescovo Gualtiero Bassetti. Ma da quel momento l’ha consegnata anche alla stampa, nonostante la sua personale ritrosia davanti ai riflettori. Nel 2005 fu l’allora direttore di Avvenire che volle una paginata su Flora proprio il giorno del referendum sulla legge 40: e mandò Marina Corradi. Nel 2013 arrivò Ritanna Armeni per conto dell’Osservatore Romano, mandata da Lucetta Scaraffia. Qualche mese fa Costanza Miriano per conto della Rai.

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L’Humanae Vitae è il futuro, la contraccezione è vecchia. Intervista a Flora Gualdani

Lettera a una donna ferita.

dal trauma post aborto

di Flora Gualdani  – I quaderni di spiritualità betlemita, quaderno n. 11 – marzo 2018, Casa Betlemme (Arezzo)

 Introduzione

In questa lettera ho condensato una mia “ricetta” che utilizzo da decenni per aiutare le donne che soffrono del trauma post aborto. Tra le diverse migliaia di donne seguite durante la mia professione e quelle accolte qui a Casa Betlemme, mi sono presa cura infatti non soltanto delle maternità più difficili ma anche delle maternità negate. Cioè di quelle donne che all’inizio, sotto condizionamenti e pressioni di genere vario, hanno preferito fare una scelta diversa e poi le ho viste tornare, magari a distanza di decenni e con i capelli imbiancati, a portarmi il loro tormento che riemergeva e non passa.

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Un gruppo di laici e Flora Gualdani, preoccupati per le sorti di Humanae Vitae

alla Pontificia Accademia per la vita

alla Pontificia Università Gregoriana

al prof. Humberto Miguel Yanez
al prof. Maurizio Chiodi

p.c.

a S.E. Card. Gualtiero Bassetti

al Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia

al blog di Costanza Miriano

Oggetto: un gruppo di laici sposati, apostoli dell’Humanae vitae insieme a Flora Gualdani, preoccupati per le sorti dell’enciclica.

Con la presente ci associamo all’appello lanciato da Costanza Miriano che, in difesa dell’Humanae vitae, sostiene come questa enciclica non vada “reinterpretata” ma riscoperta. Sottoscriviamo totalmente il lungo intervento pubblicato nei giorni scorsi dalla nostra fondatrice, l’ostetrica Flora Gualdani.

Siamo un gruppo di giovani sposi cresciuti a questa scuola di vita dove, negli anni, abbiamo capito il significato autentico di quanto insegna l’enciclica di Paolo VI. Superando pregiudizi e disinformazione, qui siamo stati aiutati ad approfondire le ragioni di una norma morale che è il capitolo ancora più incompreso e distorto di tutta la dottrina cattolica. Una norma sicuramente impegnativa, ma con la quale la Chiesa ci insegna l’abbraccio totale e la «vera felicità» (Humanae vitae n. 31) all’interno di un cammino di crescita del rapporto coniugale. E’ un percorso di maturazione personale e relazionale dove la nostra fragilità, nel sacramento, incontra la Grazia. Perché Dio fa nuove tutte le cose, anche la vita sessuale.

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Siamo all’attacco finale su Humanae Vitae?

 Flora Gualdani è una signora di ottanta anni, una piccola ostetrica figlia di contadini. Dice che la sua pelle è così bella per tutto il liquido amniotico che le è arrivato in faccia in sala parto, mentre le sue donne partorivano. Le sue, perché ogni donna che Flora si è trovata ad accompagnare allo splendore di diventare madre, è diventata un po’ sua figlia. Alcune di loro, magari quella poverissima, la vittima di incesto incinta a undici anni o la donna stuprata, sono state anche tentate dall’aborto. Per poterle accogliere, loro e i loro bambini non cercati, ha costruito delle casette sulla terra ereditata dal padre. Una vita al servizio della vita, ben oltre l’orario di lavoro. E nelle ferie, andava a far partorire le donne dall’altra parte del mondo: nei paesi poveri, per aiutare; in quelli ricchi per imparare. Per poterle raggiungere tutte ha preso anche il brevetto da elicotterista, e si è iscritta a medicina.

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Due o tre cosette da ricordare a Gramellini sulla 194

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di Costanza Miriano

Capisco che, se sei una grande firma del Corrierone, non è che ti puoi mettere lì a perder tempo con gli articoli delle leggi, a cincischiare con queste puntigliosità, ma dopo aver letto il suo articolo, mi corre l’obbligo di ricordare due o tre cosette a Gramellini, visto che è lui a menarla con questa storia della legge, che poverina adesso quella donna, “costretta” a chiedere l’aborto in 23 ospedali, adesso alla legge non ci crede più.

Vediamo come stanno le cose. Continua a leggere “Due o tre cosette da ricordare a Gramellini sulla 194”

Bioetica, Miseria e Misericordia: l’opera di Casa Betlemme

Pubblichiamo la relazione dell’ostetrica aretina Flora Gualdani (fondatrice dell’opera Casa Betlemme), tenuta a Roma il 25 giugno 2016 al IV Incontro internazionale degli ex studenti della facoltà di bioetica, a margine del convegno “Bioetica, Miseria e Misericordia” presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. (da Libertà e Persona)

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Buonasera a tutti,

ringrazio gli organizzatori per questo bel convegno e di avermi dato l’opportunità di presentare la mia esperienza. Saluto in particolare il professor Miranda di cui sono stata allieva nel lontano 2003.

E la professoressa Rodriguez che mi invitò tre anni fa a parlare in questo Ateneo. Vorrei ringraziare anche la professoressa Giorgia Brambilla: perché mia collega ostetrica, che stamani abbiamo ascoltato, ma soprattutto perché l’ho vista in felice terza attesa. Io dico sempre che di fronte ad una donna gravida dobbiamo genufletterci perché è tabernacolo della vita, che dà vita alla storia. Finché un pesce guizza, un filo d’erba spunta e un bambino nasce, c’è speranza per la barca della vita. Alleluja!

Un piccolo ospedale da campo nato ai tempi del Concilio Vaticano II.

Per spiegarvi cosa è “Casa Betlemme” vi darò alcune coordinate per inquadrarla, aiutandomi con immagini. E’ un’opera che viene da lontano ed è nata dalla mia professione ostetrica, tra una intuizione forte ricevuta in Terra Santa nell’agosto del 1964 (mi trovavo dentro la grotta di Betlemme) ed una maternità difficile che mi interpellò al ritorno in ospedale: dove trovai una donna malata di cancro che non intendeva abortire. Il coraggio eroico di quella giovane madre (ancora vivente) aprì la mia casa all’accoglienza. Pensavo che la cosa sarebbe finita lì, invece Dio aveva un progetto. Quella bambina accolta fu la prima di una lunga serie.

Negli anni ’70, con l’arrivo della legge 194 iniziarono a bussare alla mia porta le “ragazze madri”, da ogni parte d’Italia e poi del mondo. La mia abitazione divenne stretta. Così mi rivolsi a mio padre, un contadino sopravvissuto al lager della prima Guerra mondiale e poi emigrato dieci anni negli Stati Uniti per riuscire a comprarsi in Toscana due ettari di terra dove vivere con la sua famiglia. Gli chiesi la mia parte di eredità e usai quell’ettaro di terra per costruirci, con tanti sacrifici, alcune casette dove ospitare le maternità difficili. Continua a leggere “Bioetica, Miseria e Misericordia: l’opera di Casa Betlemme”

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