Un gruppo di laici e Flora Gualdani, preoccupati per le sorti di Humanae Vitae

alla Pontificia Accademia per la vita

alla Pontificia Università Gregoriana

al prof. Humberto Miguel Yanez
al prof. Maurizio Chiodi

p.c.

a S.E. Card. Gualtiero Bassetti

al Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia

al blog di Costanza Miriano

Oggetto: un gruppo di laici sposati, apostoli dell’Humanae vitae insieme a Flora Gualdani, preoccupati per le sorti dell’enciclica.

Con la presente ci associamo all’appello lanciato da Costanza Miriano che, in difesa dell’Humanae vitae, sostiene come questa enciclica non vada “reinterpretata” ma riscoperta. Sottoscriviamo totalmente il lungo intervento pubblicato nei giorni scorsi dalla nostra fondatrice, l’ostetrica Flora Gualdani.

Siamo un gruppo di giovani sposi cresciuti a questa scuola di vita dove, negli anni, abbiamo capito il significato autentico di quanto insegna l’enciclica di Paolo VI. Superando pregiudizi e disinformazione, qui siamo stati aiutati ad approfondire le ragioni di una norma morale che è il capitolo ancora più incompreso e distorto di tutta la dottrina cattolica. Una norma sicuramente impegnativa, ma con la quale la Chiesa ci insegna l’abbraccio totale e la «vera felicità» (Humanae vitae n. 31) all’interno di un cammino di crescita del rapporto coniugale. E’ un percorso di maturazione personale e relazionale dove la nostra fragilità, nel sacramento, incontra la Grazia. Perché Dio fa nuove tutte le cose, anche la vita sessuale.

Ciascuno di noi, con la sua storia e i propri tempi, sta imparando la grandezza del matrimonio cristiano come dono totale di sé: nel segno della croce e della delizia. Alla scuola di Flora abbiamo capito che non è sacra soltanto la vita umana ma è sacro anche il gesto che la consente, da vivere secondo il modo pensato da Dio: nel Suo disegno grandioso che attraversa la scienza e ci interpella in profondità ponendoci davanti al mistero della Creazione.

Nella sapienza della Chiesa che qui ci è stata trasmessa, la “procreazione responsabile” ci chiama ad una ragionevole apertura alla vita, nell’esercizio della virtù e nel rispetto intero dell’opera del Creatore. Tra di noi a Casa Betlemme c’è chi non può avere figli, chi ne ha già quattro, chi ne ha accolto uno down.

Insieme a tutti coloro che vivono l’Humanae vitae, gradiremmo non essere catalogati come «i più arcigni difensori di una morale fuori dalla realtà», «fustigatori implacabili dei nostri giorni» (Avvenire, 20.10.2017). Né “fanatici moralisti” né duri “dottori della legge” né “tradizionalisti” né “ultracattolici” né “integralisti” ma semplicemente cattolici integrali: persone incamminate nella pienezza dell’amore umano, in quel sentiero faticoso e stupendo che passa dalla verità dell’uomo tutta intera.

Non vorremmo essere considerati neppure “coppie speciali”: ci sentiamo infatti famiglie normali, semplicemente fortunate ad aver incontrato nel nostro cammino questo luogo speciale di formazione.

Come sposi cristiani vogliamo testimoniare la nostra piena soddisfazione sessuale nel vivere il messaggio dell’Humanae vitae. Come spiegava il professor Billings, la vera misura della “efficacia” dei metodi naturali consiste «negli effetti positivi che essi producono sulla relazione coniugale, aiutando il marito e la moglie ad essere felici l’uno con l’altra e con i propri figli».

Dopo aver scoperto la bellezza e la praticabilità di questo insegnamento, ognuno di noi ha sentito il desiderio di trasmetterlo a tanti altri giovani e coppie. Così, dopo un periodo di preparazione e in un cammino di aggiornamento permanente, abbiamo deciso di affiancare Flora nel suo impegno culturale che viene da lontano e va nel futuro: è una capillare opera di divulgazione e sensibilizzazione che spazia dalle consulenze settimanali sulla gestione della fertilità agli interventi nei corsi prematrimoniali, dai laboratori di alfabetizzazione bioetica (per la formazione di formatori) fino alle serate di nuova evangelizzazione, usando da qualche anno anche il linguaggio artistico e spettacolare (in risposta all’Instrumentum Laboris n. 78 del Sinodo anno 2015). Tra azione e contemplazione, il nostro è un apostolato specifico, moderno e itinerante, che portiamo in giro per l’Italia. Per trasmettere un messaggio di profonda armonia tra fede, scienza e cultura in mezzo alla gente, «nelle pieghe più recondite dell’intera società» (Evangelium vitae n. 80).

In questa attività, a servizio della pastorale della famiglia e dei giovani, noi incontriamo continuamente giovani coppie molto interessate, ed è in costante crescita il numero di quelle che ci interpellano da ogni regione per approfondire le tematiche della procreatica alla luce della sana dottrina.

Alcune di noi sono volute diventare insegnanti dei moderni metodi naturali. Una scelta che a Casa Betlemme, dagli anni ’80, hanno maturato ben cinque generazioni di operatrici. Questo è un prezioso servizio alla persona che svolgiamo insieme ad altre centinaia di insegnanti qualificate presenti in ogni regione, all’interno di una Confederazione nazionale e in una rete mondiale: un servizio che ci pone come indispensabile anello di congiunzione tra la ricerca universitaria e il territorio, tra la scienza e la pastorale.

Tale premessa di presentazione è per dire che, sull’esempio di Flora, ci sono famiglie di sposi che hanno scelto di spendere seriamente la propria vita ad incarnare e diffondere l’insegnamento dell’Humanae vitae, attuando quella «nuova e notevolissima» forma di «apostolato tra i focolari» di cui parlava il beato Paolo VI al n. 26 dell’enciclica. Si tratta di un impegno faticoso che, secondo lo stile della fondatrice, conduciamo da anni in totale gratuità e in francescana povertà, sulla base del sacrificio personale, in letizia. Siamo cioè tutti laici, professionisti di vari settori, che vivono del proprio lavoro (1Ts 4, 11-12) mettendo tempo e competenze a disposizione dell’opera, senza retribuzione alcuna.

Il nostro impegno di battezzati non è più un semplice volontariato ma è divenuto un apostolato da quando Casa Betlemme è stata voluta e riconosciuta come espressione ecclesiale dall’allora nostro vescovo Gualtiero Bassetti, oggi principe della Chiesa italiana. Abbiamo quindi il compito e la responsabilità di una missionarietà specifica, specializzata nell’attuazione delle encicliche Humanae vitae, Evangelium vitae e Veritatis splendor.

Sulla base della nostra esperienza personale e del nostro servizio pastorale possiamo confermare che i metodi naturali, nel loro autentico insegnamento, non appartengono al moralismo, alla precettistica o ad una proposta “di nicchia”, ma rappresentano l’unica strada concreta in cui la creatura si riconcilia con il Creatore, l’uomo con la sua corporeità, la fede con la scienza e con la morale. Riflettendo su questo argomento, il cardinale Caffarra spiegava che «il miracolo dell’evangelizzazione è l’uomo che ritrova se stesso, incontrando Dio».

Osservando il dibattito sinodale e gli ultimi sviluppi con quello che è emerso a livello accademico, in particolare alla Pontificia Accademia per la vita e alla Pontificia Università Gregoriana nella lezione del professor Chiodi, sentiamo in coscienza il dovere di esprimere pubblicamente, come parte del popolo di Dio, alcune preoccupazioni sulle sorti dell’Humanae vitae.

Siamo preoccupati che l’operazione di “rilettura” e “reinterpretazione” dell’enciclica a cui stiamo assistendo, abbia come obiettivo ultimo, attraverso l’utilizzo di casi particolari, quello di sdoganare eticamente la contraccezione e normalizzare questo comportamento quale prassi della maggioranza dei cattolici. Ciò contraddirebbe l’insegnamento sull’intrinsece malum confermatoci dall’enciclica Veritatis splendor e dal Catechismo della Chiesa cattolica, in continuità con la bimillenaria Tradizione. Come battezzati avremmo forti perplessità davanti ad una simile operazione poiché sarebbe fondata su logiche puramente umane che appartengono a questo mondo ma non alla Chiesa di Cristo: «la verità non può essere misurata dall’opinione della maggioranza».1

Siamo preoccupati che la chiarezza e la definitività della norma dell’Humanae vitae venga rimessa in discussione generando le «conseguenze davvero gravi e disgregatrici» di cui parlava san Giovanni Paolo II.2

Abbiamo il timore che l’operazione di “rilettura” e “reinterpretazione” dell’enciclica produca, dall’altra parte, un declassamento dei metodi naturali ad una bella “opzione” consigliabile quale variante ecologica della contraccezione. Andando così ad alimentare uno degli equivoci che da decenni gravano su questo capitolo dell’etica cattolica. E ad annullare quella irriducibile «differenza antropologica» che distingue la contraccezione dai metodi naturali (Familiaris consortio n. 32). Una delle raccomandazioni su cui insisteva san Giovanni Paolo II era che nel lavoro pastorale con gli sposi sappiamo mostrare le ragioni più profonde di questo insegnamento, partendo dal far recuperare loro uno sguardo creaturale, cioè l’etica dello stupore davanti alla maestà della Creazione. Riteniamo che gli effetti della citata operazione finirebbero invece per confermare e incoraggiare molte coppie di sposi nella mentalità contraccettiva, privandole di un’opportunità essenziale nella loro vita coniugale, cioè vivere tutta la ricchezza del loro amore.

Lo scenario sarebbe, a nostro avviso, di una tale confusione da vanificare anzitutto l’enorme lavoro che a livello internazionale, da decenni, sta svolgendo una parte della comunità scientifica insieme agli operatori pastorali sul campo dei metodi naturali per la regolazione della fertilità, che rappresentano un’autentica avanguardia su vari fronti. Sono tante infatti, sparse in ogni angolo del mondo, le realtà come la nostra dove la “teoria” dell’Humanae vitae è diventata prassi tra la gente. Esperienze pastorali silenziose e magnifiche, con risultati sorprendenti ma ancora poco conosciuti. Siamo convinti che purtroppo molti teologi e pastori non sono ancora adeguatamente informati sui reali contenuti e sulla vastità di questo «misconosciuto» servizio (Evangelium vitae n. 97 e n. 88).

L’operazione di “rilettura” e “reinterpretazione” dell’enciclica rischia in definitiva di rendere inutile l’immenso magistero consegnatoci da san Giovanni Paolo II il quale, vivendo in mezzo alle coppie, si è dedicato per decenni alla norma dell’Humanae vitae, inquadrandola in una «antropologia adeguata» che ha voluto approfondire con una miniera di insegnamenti sul piano filosofico, teologico e pastorale. La nostra speranza è che tutto il suo imponente magistero sull’amore umano e sulla “teologia del corpo” non venga tradito.

Nel rinnovare ai nostri pastori e ai teologi l’impegno che offriamo in questo campo spinoso, assicuriamo loro le nostre incessanti preghiere per sostenerli in questo difficile momento storico della Chiesa, affinché trovino il coraggio – come fece il beato Paolo VI – di rimanere saldi davanti alle pressioni del mondo, per confermarci nella fede.

Ci confortano nel cammino alcune parole profetiche di san Giovanni Paolo II che ci invita tutti quanti al coraggio dell’impopolarità:

«voi ben sapete che spesso la fedeltà da parte dei sacerdoti – diciamo anzi della Chiesa – a questa verità e alle norme morali conseguenti, quelle insegnate dall’Humanae Vitae e dalla Familiaris Consortio, deve essere spesso pagata ad un prezzo alto. Si è spesso derisi, accusati di incomprensione e di durezza, e di altro ancora. E’ la sorte di ogni testimone della verità, come ben sappiamo. Con semplice ed umile fermezza siate fedeli al magistero della Chiesa in un punto di così decisiva importanza per i destini dell’uomo».3

Cordiali saluti

Arezzo, 7 febbraio 2018

per la fraternità di “Casa Betlemme”

coniugi Davide Zanelli e Marina Bicchiega

coniugi Simone Lapini e Sabrina Bernardini

coniugi Lorenzo Casprini e Greta Renacci

coniugi Daniele Sciacca e Roberta Falsetti

coniugi Alessandro Spadini e Paola Tanganelli

coniugi Massimo Mugnai e Serena Guerri

coniugi Andrea Artini e Marta Morandi

coniugi Alessandro Artini e Francesca Mecatti

coniugi Roberto Focardi e Maria Chiara Gennari

coniugi Matteo Cappetti e Francesca Gialli

coniugi Federico Neri e Federica Morsia

coniugi Francesco Francini e Maria Grazia Rosignoli

 

 

1 GIOVANNI PAOLO II, Discorso del 14 marzo 1988 ai partecipanti ad un convegno internazionale nel XX anniversario dell’enciclica di Paolo VI, «I coniugi sono chiamati a vivere l’intera verità della “Humanae vitae”, i pastori ad insegnarla senza metterla in discussione», L’Osservatore Romano 14-15 marzo 1988. Cfr. J. RATZINGER: «la verità non viene decisa a maggioranza; davanti alla questione della verità ha termine il principio democratico», in Paolo VI. Un credo per vivere. Professione di fede, enciclica Humanae vitae, ed. Rusconi, 1995.

2 GIOVANNI PAOLO II, Ibidem.

3 GIOVANNI PAOLO II, Discorso ad un centinaio di sacerdoti partecipanti ad un seminario su Humanae vitae e procreazione responsabile, L’Osservatore Romano, 2 marzo 1984.

62 pensieri su “Un gruppo di laici e Flora Gualdani, preoccupati per le sorti di Humanae Vitae

  1. Procopio

    “Quando percepisco resistenze, cerco di dialogare, quando il dialogo è possibile; ma alcune resistenze vengono da persone che credono di possedere la vera dottrina e ti accusano di essere eretico. Quando in queste persone, per quel che dicono o scrivono, non trovo bontà spirituale, io semplicemente prego per loro. Provo dispiacere, ma non mi soffermo su questo sentimento per igiene mentale”
    ed ancora:
    “Noi siamo abituati al “si può o non si può”. Ho ricevuto anch’io, nella mia formazione, la maniera del pensare “fin qui si può, fin qui non si può”.

    1. Karmell

      Ritieni che i promotori di questo appello (e dunque anche tutti coloro che sostengono la Verità contenuta nell’ HV, a partire dalla titolare di questo blog), siano degli integralisti in cui non si “trova bontà spirituale”?

        1. Karmell

          Lo so bene di chi sono e sono d’accordo (come sempre) col Santo Padre.
          Non sono d’accordo con chi usa le sue parole contro i cattolici, come ha fatto Procopio in questo caso.

          1. Procopio

            Quando Bergoglio si pone contro la Tradizione della Chiesa, si pone al di fuori della Chiesa stessa.
            Le parole che ha usato, oltre a non essere proprie di un pontefice, sono come al solito molto ambigue (e quindi anch’esse non proprie di un pontefice). Cosa sta affermando?, che non bisogna guardare ai limiti delle affermazioni contenute nella Tradizione?. A mio avviso, intento originario del mio commento, tali frasi sono il reale motivo per cui siamo “preoccupati per le sorti dell’HV”, che e’ e rimane un Santo Dono.

            1. Questo ha appena riportato Avvenire, citando Kasper, che – dice sempre Avvenire – non è soltanto uno dei teologi più ascoltati dal Papa, ma anche l’esperto a cui lo stesso Francesco ha affidato la relazione introduttiva al Concistoro del 21 febbraio 2014 sul ‘Vangelo della famiglia’.

              https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/su-amoris-laetitia-dibattito-fraterno

              Dunque:


              Il Papa spiega con chiarezza che matrimoni civili, unioni di fatto e unioni tra persone omosessuali «non corrispondono alla visione cristiana del matrimonio», ma anche in queste situazioni possono esserci elementi positivi quando presentano «relazioni durature, in presenza di mutuo affetto e di un vincolo di fedeltà, di responsabilità e cura reciproca come la cura e l’educazione dei figli».

              “Relazioni durature”, “vincolo di fedeltà” (proprio come la pastorale torinese che stiamo giustamente criticando), “cura ed educazione dei figli”: tutte attribuite indistintamente a “matrimoni civili e “unioni di fatto”, ma anche a “unioni tra persone omosessuali”.

              Ci sono due possibilità: o Kasper mente, e attribuisce al Papa cose che non pensa, e allora dovete spiegarci perché Francesco non solo non lo ammonisce (come ha pubblicamente ammonito Sarah e altri), ma addirittura lo tiene come uno dei teologi più ascoltati; oppure Kasper ha ragione, e allora… fatevene una ragione anche voi.

              1. Su matrimoni civili e unioni di fatto, non sarebbe una novità e la Chiesa se non erro già lo affermava… sulle unioni omosessuali, si resta a dir poco sbigottiti!

                1. fra' Centanni

                  Su matrimoni civili ed unioni di fatto ci può effettivamente essere del buono. Se un uomo ed una donna formano una famiglia, anche senza sposarsi, comunque questa è una cosa buona e che può contribuire al bene di tutta la comunità. Non però se questi matrimoni civili ed unioni di fatto succedono ad una precedente famiglia, ovviamente.
                  Le unioni omosessuali non meritano neanche un commento. C’è il rischio di rimanerne insozzati.

                  1. Anche qui esiste una discriminante:

                    Il credente che sceglie la convivenza o il solo matrimonio civile, di fatto entra in una situazione di peccato che dovrebbe ben conoscere e sempre di fatto, dà un testimonianza contraria alla fede che dice di avere.

                    1. @ Bariom …buona domenica….
                      .riguarda al matrimonio civile…fatte come volette ma cmq manca la Benedizione di Dio e protezione di questo Sacramento….pace e bene…

                    2. @marierose, credo sia imprudente affermare che manca la benedizione di Dio…

                      Già Pio XI nella Lettera Enciclica “Casti Connubii” affermava:

                      Per quanto riguarda la natura religiosa di qualsivoglia matrimonio, e molto più del matrimonio cristiano che è altresì sacramento, avendo Leone XIII largamente trattato e appoggiato con gravi argomenti ciò che in questa materia è da notare, rimandiamo all’Enciclica che Noi più volte abbiamo citata e apertamente dichiarata Nostra. Qui stimiamo dover ripetere soltanto alcuni pochi punti.

                      Anche col solo lume della ragione, massime chi voglia investigare gli antichi monumenti della storia e interrogare la costante coscienza dei popoli e consultare le istituzioni e i costumi di tutte le genti, si può dedurre chiaramente essere inerente allo stesso matrimonio naturale qualche cosa di sacro e di religioso, « non sopravvenuto ma congenito; non ricevuto dagli uomini, ma inserito dalla natura », avendo il matrimonio « Dio per autore, ed essendo stato, fin da principio, una tal quale figura della Incarnazione del Verbo di Dio ». La ragione sacra del coniugio, che va intimamente connessa con la religione e con l’ordine delle cose sacre, risulta sia dall’origine sua divina, che abbiamo ricordato, sia dal suo fine, che è generare ed educare a Dio la prole e condurre parimenti a Dio i coniugi mediante l’amore cristiano e il vicendevole aiuto; sia infine dall’ufficio stesso naturale del matrimonio, voluto dalla provvida mente di Dio Creatore, perché sia come un tramite onde si trasmette la vita, facendo in ciò i genitori quasi da ministri dell’onnipotenza divina. A tutto questo si aggiunge la nuova ragione di dignità, derivante dal Sacramento, in grazia del quale il matrimonio cristiano è divenuto di gran lunga più nobile ed è stato elevato a tanta eccellenza, da apparire all’Apostolo « un grande mistero, in tutto onorabile ».

                      Come vedi, pur ribadendo l’eccellenza del Matrimonio (Cristiano) Sacramento e sebbene il senso ultimo di questa Enciclica fosse quello di contrastare la già allora (1930) emergente idea di altre unioni diverse dal Matrimonio e/o di negarne la “natura divina”, vi è un che di sacro sempre in un matrimonio che muove dalla libertà, dalla volontà e dall’amore di un uomo di una donna, che difronte al mondo si assumono l’impegno di formare una Famiglia e generare dei Figli.

                      Può forse Dio non guardare con paterna benevolenza a questa unione?*

                      Ciò non nega e neppure diminuisce l’altissimo valore spirituale e anche umano del Matrimonio Sacramento, che solo può garantire all’uomo e alla donna il superamento dei reciproci egoismi e delle storture che vengono dal peccato originale (anche se ahinoi, oggi è sempre più difficile percepire come concreta questa reale differenza…) ed essere segno del “grande mistero” di cui parla l’Apostolo Paolo.

                      *(Diversa è la situazione di chi, come già dicevo, avendo le conoscenze della Fede, decide per un qualunque unione diversa dal Sacramento).

                    3. @ Bariom,
                      Grazie per il chiarimento,( non sapevo che il matrimonio civile era visto in questa maniere, ora lo so, e ti ringrazio, vedi non si finisce di sapere, parlo per me.)..

                      In fatti le vie del Signore sono infiniti.

              2. Procopio

                C’e’ anche una terza possibilita’: entrambi hanno una lettura conflittuale (e quindi errata) con la Dottrina della Chiesa e con la Tradizione (intesa come coscienza collettiva della Chiesa, attraverso la Storia umana) e con la ragione umana stessa, dono, anch’essa, di Cristo. Tuttavia sono sicuro che non si smuovera’ dalla sua gesuitica ambiguita’ e non parlera’ mai ex cathedra.
                Ovviamente me ne sono fatto una ragione di Bergoglio e dello stato della Chiesa.
                Attendo “il suo discernimento” metodologico sui contenuti dell’HV ed ancor peggio, se mai ci dovesse essere.

  2. “Si è spesso derisi, accusati di incomprensione e di durezza, e di altro ancora. E’ la sorte di ogni testimone della verità, come ben sappiamo.

    Ci ricorda San Giovanni Paolo II.

    Quindi superfluo dire:

    “…gradiremmo non essere catalogati come «i più arcigni difensori di una morale fuori dalla realtà», «fustigatori implacabili dei nostri giorni» (Avvenire, 20.10.2017). Né “fanatici moralisti” né duri “dottori della legge” né “tradizionalisti” né “ultracattolici” né “integralisti” ma semplicemente cattolici integrali”

    ma mirare direttamente al “cuore” della grave questione, così come viene fatto in questa missiva che (tolto quel “gradiremmo ecc.”), potrebbe essere utilizzato come testo unico da sottoscrivere anche telematicamente (via web in pratica) da chiunque volesse farlo.

  3. vale

    “Si è spesso derisi, accusati di incomprensione e di durezza, e di altro ancora. E’ la sorte di ogni testimone della verità, come ben sappiamo.
    “…gradiremmo non essere catalogati come «i più arcigni difensori di una morale fuori dalla realtà», «fustigatori implacabili dei nostri giorni» (Avvenire, 20.10.2017). Né “fanatici moralisti” né duri “dottori della legge” né “tradizionalisti” né “ultracattolici” né “integralisti” ma semplicemente cattolici integrali”

    http://www.campariedemaistre.com/2018/02/ritornare-allortodossia-occidentale4.html

    “…La cura Dreher a questo disastro è la fiducia e la fedeltà al Magistero di sempre. «”L’opzione Benedetto” chiede esplicitamente una collaborazione aperta tra i cristiani e gli altri che condividono la nostra posizione controculturale nei confronti del mondo, se non le nostre stesse convinzioni teologiche, ma non ho alcun interesse per le fallimentari idee assimilazioniste dei gesuiti d’oggi. Sarebbero potute sembrare ragionevoli nel 1968, ma sappiamo quali sono i frutti di quell’esperienza: un collasso».
    «Ho fiducia che i cattolici che vogliono che la loro fede sopravviva a questa particolare apocalisse e viva nei loro figli e nei figli dei loro figli, si uniranno a me e ad altri cristiani di buona volontà nel tentativo di creare un nuovo cammino, fuori dalle rovine del cristianesimo contemporaneo….”

  4. Bariom, purtroppo per “mirare al cuore” quel paragrafo non è superfluo.

    “Casualmente” ieri tu, angeloextralarge ed io abbiamo citato “l’irrisione”, e ora vediamo la bella citazione di GPII (che non conoscevo) e che risale al 1984. Concettuamente, niente di nuovo: è un’attualizzazione di un passaggio del Discorso della Montagna (“sarete perseguitati…”) a proposito di un tema specifico. L’irrisione, si diceva ieri, per essere cattolici coerenti l’abbiamo pagata tutti, io mi ricordo sin dalle elementari/medie. Nel 1984, se un Papa ne parlava, si poteva immaginare arrivasse sempre dall’esterno, o da frange marginali della Chiesa (*) e così fino a poco tempo fa.

    Ora arriva dai suoi canali ufficiali. Avvenire è l’organo ufficiale della CEI, quindi formalmente è come se ogni vescovo italiano ci avesse rivolto quegli epiteti (so benissimo che non tutti la pensano così, ma a questo punto chi non si “alza e parla” è complice). Non si può non vedere che il cuore del problema è lì. Il problema è anche proprio nel tipo di comunicazione: ormai la “narrazione” fatta di “misericordia” da una parte e “epiteti” per gli altri copre ogni discorso razionale/teologico/magisteriale in generale (e può permettersi di farlo proprio perché è veicolata da un megafono istituzionale), rifiuta ogni “dialogo” (cfr. mio commento di ieri), e capisci bene che il lodevole sforzo fatto dagli autori di questo bel documento praticamente diventa inutile (perlomeno sul piano dialogico e con certi interlocutori; ovviamente io non penso sia affatto inutile in generale, anzi, è un atto fondamentale); tant’è che c’è chi commenta qui e tira fuori cose strampalatissime, sovvertendo la realtà, condannando i peccatori a rimanere sulla via della perdizione, proprio usando la stessa retorica di Avvenire etc. E noi ribadiamo loro il Magistero, e quelli imperterriti proseguono, perché recepiscono il “cambiamento di paradigma” (parola usata dalla Santa Sede recentemente) che il discorso non è più sul piano magisteriale.

    Ora, so bene che l’unica cosa importante è stare con la Verità, tutto il resto è ridicola supponenza umana destinata a fallire. Però, se sappiamo che la battaglia è già vinta, quello che rimane variabile è il numero di morti e feriti che si conteranno alla fine. Avvenire, purtroppo, è sempre distribuito in quasi tutte le parrocchie e quindi è fonte di informazione per troppi fedeli, che vengono così ingannati. Vedi che c’è gente che, probabilmente del tutto in buona fede, pensa che quel giornale non si deve neanche criticare, quasi fosse sacro come i Vangeli.

    (*) Io non so se nel 1984 GPII prevedesse i dettagli di quello che stiamo vivendo. Da un lato penso di sì: un suo discorso da battaglia finale, Cristo contro Anticristo, Chiesa contro antichiesa, lo fece due anni prima di essere eletto Papa:

    “Ci troviamo oggi al cospetto del più grande scontro storico che l’umanità abbia mai dovuto attraversare. Non credo che le cerchie più ampie della società americana o le cerchie più ampie della comunità cristiana se ne rendano pienamente conto Stiamo per affrontare lo scontro finale fra la Chiesa e l’anti-Chiesa, del Vangelo contro l’anti-Vangelo.

    Dobbiamo prepararci a subire grandi prove in un futuro non molto remoto; prove che ci chiederanno di essere disposti anche a donare la vita, e un dono totale di sé a Cristo e per Cristo. Attraverso le vostre preghiere e le mie, è possibile alleviare questa tribolazione, ma non è più possibile evitarla…. Quante volte il rinnovamento della Chiesa è stato compiuto nel sangue! Non andrà diversamente neanche questa volta.”

    Ma non penso che molti l’abbiano capito allora (infatti GPII lo disse proprio esplicitamente: “non credo che … se ne rendano pienamente conto”), e ancora molti non lo capiscono ora. Ora è il momento che lo capiscano tutti.

    1. @Fabrizio, comprendo bene il tuo discorso e lo posso anche condividere…

      Ciò che intendevo, ma è mia personalissima opinione, è che suona quasi una difesa personale verso qualcosa a cui si doveva già essere preparati, adirittura profetizzata (già da Cristo prima ancora che da GPII).

      Certo tu dici, la grave differenza oggi è che la derisione non viene solo dal mondo, ma da certa parte che NON dovrebbe seguire la logica del mondo… ma siamo sicuri che ci sia tanta differenza?

      Non sto facendo la morale a chi ha scritto quanto ha splendidamente scritto, o che voglia dare lezioni di umiltà, dico solo che aprire con una “richiesta di rispetto”, veramente vale?
      Non è forse l’ultimo dei problemi l’invocare il rispetto su di sé da chiunque sia?

      Non rispettate me se volete, ma rispettate ciò che dico e in nome di Chi lo dico.
      Poi per carità, la notazione che ho fatto in questo contesto e frangente, può benissimo essere questo l’ultimo dei problemi.

      1. Non rispettate me se volete, ma rispettate ciò che dico e in nome di Chi lo dico.

        Capito il punto, ma il rispetto che viene chiesto è proprio quello che dici tu: “ciò che dico e in nome di Chi lo dico”. Ecco, forse si potrebbe scrivere meglio; ma il problema anche qui sta tutto in Avvenire, il quale per primo non ha rispettato la regola, attaccando non le tesi, ma le persone.

        PS A proposito… qui ci sta pure un riferimento concreto. Vi ho già detto che ho dedicato un’ora del mio tempo a cercare di aiutare i volontari del PDF a raccogliere firme per le candidature.

        A questo punto è doverosa una necessaria premessa, pur se un po’ verbosa. Quello che sto per scrivere lo dico a titolo personale, non essendo inquadrato nel PDF, né titolato a parlare per il partito o altri. Il PDF non può essere tirato in causa per quello che sto per scrivere. È semplicemente il resoconto di un’esperienza personale di volontariato. Chiusa la premessa.

        La postazione era la strada principale della città, di fronte ad una chiesa, domenica mattina. Città giacobina, dove ti puoi immaginare quanta ostilità ci sia per i cattolici integrali. Comunque, nessuna delle persone a cui mi sono rivolto, di quelle che passavano sul marciapiede, è stata sgarbata: quasi tutte variazioni del “no grazie, non m’interessa”, spesso con un sorriso di circostanza, più o meno tirato; o qualcuno che ha tirato dritto. Un ragazzo si è fermato per qualche secondo, poi capito che il PDF era contro l’aborto, ha detto che lui era favorevole (educatamente e sorridendo) e quindi se n’è andato. Qualche sguardo storto (prevedibilissimo), ma niente di particolare. Tutto bene.

        Il trattamento peggiore che ho notato era proprio da parte della grande maggioranza di quelli che uscivano dalla chiesa, finita la Messa. Tranne poche eccezioni (qualcuno ha pure firmato), non uno che abbia non dico risposto con cortesia, ma che abbia risposto: in gran parte facevano proprio finta di non vederti. Chi ti guardava, esibiva sguardi carichi di disprezzo, fastidio o commiserazione. Da quanto ho sentito da altri, qualche altro volontario s’è anche preso verbalmente la botta di “ultracattolico”.

        Capiamoci bene: s’è discusso del PDF ieri, non è una questione di PDF o non PDF. Comprendo benissimo che uno possa non votare per il PDF (potrei non farlo pure io). Lì si trattava di raccogliere firme per la presentazione delle liste. Ma ovviamente non pretendo neanche che tutti debbano essere d’accordo con il sostegno alle liste, ci mancherebbe.

        Il problema è che se uno cerca di catturare l’attenzione di cattolici appena usciti da Messa con frasi come “una firma contro l’aborto e l’eutanasia”, ti aspetteresti almeno di avere la loro attenzione, poi magari ti diranno “non sono d’accordo sul metodo/con il partito”, e pace. Ma invece di becchi il disprezzo e l’etichetta di “ultracattolico”, evidentemente non per via del PDF, ma delle idee che veicoli: avrebbero tenuto lo stesso atteggiamento anche se ci fosse stato uno che raccoglieva firme per i candidati del CNDF (dico per assurdo, perché è noto che le firme in questo caso non servivano) o una qualsiasi altra iniziativa culturale o politica sullo stesso piano.

        Ecco, questi evidentemente sono i frutti avvelenati anche di Avvenire (che poi arrivano da lontano).

        Non che mi sia sorpreso, beninteso: ma una cosa è aspettarsi certe cose, altra vederle di persona. D’altronde posso dire che l’esperienza di strada è molto utile: recitando i rosari davanti alle cliniche ginecologiche (e qui è evidente che non c’entra il PDF o non il PDF), mi è capitato di vedere suore passare per la strada, invitate ad aggregarsi a recitare almeno una decina, esattamente con lo stesso atteggiamento (nessuna risposta, manco ti guardano) e la stessa faccia feroce. Chi “batte” la strada da tempo mi ha confermato che sono fatti assolutamente normali.

        Ecco, sempre sul tema: chi sono quelli “chiusi”?

        1. Ecco, sempre sul tema: come può una “Chiesa così”, attirare il lontani?

          Chi sono i primi chiamati a conversione?

          Che frutti porterà questa Quaresima e questa Pasqua?

          Il problema è Avvenire (anche) o parte da più lontano e dal più profondo dei cuori?
          (perché Avvenire, è pur sempre cosa che proviene da fuori… ricordiamo le parole di Cristo sulla fonte di ogni male).

          Perché per ciò che racconti, il problema non è neppure l’essere concordi o meno su un tema per quanto importante, ma non sapere neppure cosa significhi uno sguardo, un sorriso, un gesto amabile, l’umana “cortesia”… non parliamo neppure di “accoglienza”.

          1. Bada bene, lungi da me difendere o sminuire le responsabilità di una giornale come Avvenire (che attualmente, avendo io goduto di un abbonamento gratuito, passa direttamente dalla buca delle lettere al cestino condominiale) 😐

            E’ che mi pongo delle domande diverse…

            1. E’ che mi pongo delle domande diverse…

              È questo il punto: ogni fenomeno rilevante ha cause puntuali, ma anche cause profonde e radicate nel tempo (le possiamo chiamare “cause seconde” e “cause prime”). Per esempio, a Caporetto (che ora cito più che altro per l’evidente situazione che il nome evoca, non per andare a trovare riferimenti storico-militari precisi) le buscammo per problemi tattici di quei giorni, ma anche per evidenti errori di strategia in un periodo precedente all’evento.

              Le domande vanno poste su entrambi i piani. Il problema è che le questioni strategiche sono più complesse e richiedono tempo. Per quanto mi riguarda, la questione strategica è ovvia: il fallimento clamoroso delle nuove pastorali. Cosa predica quel prete di quella chiesa i cui parrocchiani si comportano in quel modo? Ma capisci cosa succede ora: ci perdiamo in discussioni che tirano in ballo tutto e il problema non lo risolviamo subito. Le questioni tattiche invece, per quanto di portata limitata, si possono affrontare nell’immediato e permettono perlomeno di consolidare una Linea del Piave.

              Si devono fare entrambe le cose. Consolidata la Linea del Piave e studiati i problemi strategici, poi si vinse la guerra.

              Quindi, il danno di Avvenire (e non solo) va arginato subito. Così come i danni delle pastorali omoeretiche nelle varie diocesi (è ovvio che anche quelle arrivano dopo lunghi percorsi, e ce ne vorrà per rimettere tutto a posto) ma intanto bisogna stopparli subito.

  5. Personalmente gradirei che ogni sacerdoti ne parla apertamente H.V…anche nelle scuole nel ora di religione, ..( se ancora esiste questa ora, non lo so , ma spero di si )

    non solo ma anche organizzare nelle parrocchie una proposto di ascolto del H.V. per il bene del anima di ciascuno.
    La Creazione voluto e fatto da Dio, una vera felicità per l’uomo maschio e femmine…..
    Dio Disse ..è tutto buono…
    Oggi è urgente salvaguardare H.V e non cambiare questo valore di vita, che è il sommo bene, Dono grande se si vive, nella storia di ciascuno questa grande verità di Grazia.
    Buona continuazione e meditazione.

  6. @ Fabrizio Giudici e Bariom..

    Buongiorno a voi

    Mi sorge una domanda e mi spiego come posso…
    Sarebbe utili che nelle scuole l’ora di religione, un sacerdote o un altro ( meglio uno o una che sia credente possa spiegare il grande dono del H.V.) non so se l’ora di religione si fa ancora, oppure anche nelle parrocchie, per fare conoscere H.V. Tanto so che nelle parrocchie fanno dei incontri:…..
    Fa parte della creazione di Dio Creatore in tutto il suo contesto, per il bene delle anime, e per la nuova e futura generazione.
    Dio disse della Sua creazione ..tutto è buono.
    Ma ancora oggi molti non lo sano, la bellezza di U.V.Come io non lo sapevo tanti anni indietro…Ahime…….ciao e buona giornata a voi …..combattiamo per il bene e resistiamo al male.

    1. @ Bariom e Giudici Fabrizio……
      Ho visto ora che mi sono ripetuto……ma è anche vero che gli impegni famigliare come donna e sposa, non sempre riesco a finire di scrivere, ecco il motivo della ripetizione……ciao a voi tutti….pace e bene….

      1. @marierose
        Ti posso dire che conosco alcune persone sposate (cattoliche praticanti e osservanti, impegnate, ben edotte sulla dottrina e timorate di Dio, membri di famiglie anche numerose) che recentemente mi han detto cose tipo: “io l’HV l’ho scoperta dal dibattito delle ultime settimane; in pratica niente di nuovo, tutto quello che c’è scritto l’avevamo già dentro di noi… ma perché nessuno ce ne aveva mai parlato prima”?

        D’altronde, per quanto mi riguarda: dall’asilo alla quinta superiore da suore e frati, e chi mai mi ha parlato dell’HV durante l’ora di religione? Conoscevo l’esistenza dell’HV, i suoi contenuti principali e il contesto perché me ne parlarono i miei (ricordo “Le chiavi pesanti” tantissimi anni fa sul comodino di mia madre). Quando mai l’ho sentita nominare nelle prediche (escludiamo pure prima dei vent’anni, potrei essermene dimenticato; ma ho appena fatto une verifica con i miei, e i loro ricordi concordano)? Quando mai ho sentito la parola “castità” in una predica recente? E dire che, comunque, anche prima di alzare la mia personale asticella sulle prediche che ritengo sufficienti, frequentavo chiese dove il livello non era terribile, come leggo a destra e a manca. Molti discorsi complessi, da interpretare, che secondo me non tutti capiscono (o vogliono capire).
        Anche ricordando il giro degli amici e delle conoscenze, all’epoca p.es. dell’università, ricordo persone che erano ben disposte, ma non ne sapevano niente e credevano lecite un sacco di cose che non lo sono…

        Questa è la Chiesa che ha rinunciato alla cattedra e ad insegnare.

        1. @ Giudici Fabrizio,
          Grazie per la tua risposta….in fatti Questa è la Chiesa che ha rinunciato alla cattedra e ad insegnare….e il mondo va come lo vuole lui….ahimè ….buona serata.

    2. Cara marierose, a me risultano sempre iniziative molto sporadiche e molto a “macchia di leopardo” (un leopardo in verità ben poco maculato)…
      Insomma, iniziative qua e là, che finiscono per apparire come “cose per pochi iniziati” o “trekking per gli amanti dell’alta quota” 😛

      Questo purtroppo vale anche per gli incontri di vera formazione al Matrimonio, sia per l’aiuto alle Famiglie in crisi per ritrovare in Cristo la pietra angolare del proprio rapporto (dove peraltro gli insegnamenti di HV rientrerebbero a pieno diritto).

      Io poi non sono un “esperto”, ciò che ho imparato e poi vissuto, pur nel combattimento e non sempre con la dovuta fedeltà, l’ho imparato grazie a Dio nel mio cammino di conversione nella Chiesa.

      1. @ Bariom,

        Anch’io ho imparato a comprendere grazie ad un cammino di conversione, è una grande grazia per la mia vita …ho ricevuto molto e ricevo tutt’ora un scendere e salire.
        Grazie per la tua risposta, buona serata pace e bene…

  7. Sabino

    Aldo Maria Valli ha scritto sul suo blog una nota, “Giochi linguistici”, in cui dà atto di acrobazie lessicali (il matrimonio e’ indissolubile, ma non infrangibile e’ forse la perla ) su cui, se non ci fosse da piangere, ci sarebbe solo da ridere. Il fatto e’ che nella Chiesa c’era molta più gente di quanta noi pensassimo che non aspettava altro che liberarsi di quella che sentiva come una catena insopportabile (la vecchia dottrina), e che oggi e’ venuta allo scoperto, felice di potersi mostrare con un volto misericordioso e di essere accettata da un mondo ostile che pero‘ di questa tardiva resipiscenza della Chiesa non sa che farsene, perché si tratta di idee e giudizi che esso aveva formulato molto tempo prima. Ora, a meno che la Chiesa non avesse sbagliato fino ad oggi (lo dico per assurdo), penso che non tutto il male venga per nuocere, perché sarebbe stato molto peggio che questo fermento torbido fosse rimasto ancora sotto traccia come un fiume carsico che più tardi emerge e maggior quantità di acqua porta allo scoperto. Naturalmente ciò non comporta minori difficoltà e dolori a chi vuole rimanere fedele alla fede di sempre, ma almeno consente una chiarezza che alla fine, quando il Signore farà finire questa prova, non potrà che giovare ad una Chiesa minoritaria ma più credibile. Con questo penso che anche la mitezza del comportarsi e del dibattere sia necessaria, non perché possa essere utile a convincere gli irriducibili, ma perché e’ un valore evangelico che e’ bene custodire e seguire.

    1. Antonio Spinola

      Sabino
      si, è proprio come dici. Ma non sono affatto sicuro che sia meglio così.
      Perché c’è un problema che mi angoscia: che ne sarà dei confusi, degli incerti, dei piccoli e dei fragili che avrebbero incontrato la vera gioia ma cadranno e soffriranno pensando di stare dalla parte giusta? Quanti perderanno la fede perché gliel’hanno svuotata di ogni solido contenuto riempendola di instabili e fumosi contenuti emozionali?

      1. Sabino

        Antonio Spinola
        Non ho detto che e’ meglio, ho detto che Dio sa trarre il bene anche dal male. Sono consapevole delle conseguenze gravissime sui tanti che saranno sviati. Ma non era già così? Ormai su tante verità di fede e di morale era sceso il silenzio, quando già non si predicava il contrario di quello che si sarebbe dovuto insegnare. Almeno la situazione attuale ci costringe a svegliarci e a domandarci quanto di responsabilità di quello che accade grava su di noi per la nostra tiepidezza, per le nostre viltà e le nostre omissioni e ci spinge ad un processo di conversione continua. E poi noi sappiamo che il Signore che a noi appare dormire vuole solo mettere alla prova la nostra fede.

  8. ROSA

    Vado terra terra come al solito….c’è qualche risposta?
    Anche un semplice ricevuto grazie?
    Un saluto grillesco? Quello che … e ci siam capiti!

    Ps un paio di giorni fa uno propose un azione alla polacca: rosario in mano cingiamo d’ssedio l’università… non si potrebbe procedere così?

  9. Mario

    Si scrivono lettere, si tenta di organizzare i Rosari, ci sono decine e decine di commenti su quasi tutti i blog di matrice cattolica sull’argomento e poi …. e poi si scopre che in Austria nella Diocesi di Linz, in Austria, sono state benedette le coppie omosessuali.
    La motivazione: «San Valentino è conosciuto come il santo dell’amicizia e dell’amore. In molte parrocchie e istituzioni ecclesiali, è già tradizione offrire benedizioni alle coppie durante il giorno della sua festa. Le persone omosessuali sono benvenute alle cerimonie di benedizione nelle parrocchie di Wels-St. Franziskus e Ursulinenkirche».
    (hxxps://www.lifesitenews.com/news/austrian-diocese-blesses-gay-couples-on-valentines-day-makes-reference-to-a).
    E allora che si fa?

    1. fra' Centanni

      Purtroppo c’è poco da fare. Sicuramente pregare ed offrire sacrifici.

      Ma poi criticare, alzare la voce, tentennare la testa, puntare il dito. Non contro le persone perché quello è compito di Dio. Ma contro le scelte sbagliate, contro una Chiesa apostata che rinuncia ad insegnare, contro il papa che qualcuno, prima o poi, deve decidersi a correggere.

  10. Mario

    Aggiungo: è ovvio che non si possa rifiutare una benedizione ed è altrettanto ovvio che chi ha un’attrazione verso il proprio sesso non deve indossare o cucirsi addosso un simbolo ricamato, ci mancherebbe, ci si augura però che almeno in concomitanza della benedizione o degli eventuali “corsi di fedeltà” la Chiesa o chi la rappresenta dica apertamente in modo inequivocabile e senza tentennamenti che quel comportamento e non la persona è ritenuto sbagliato e fonte di peccato grave agli occhi del Magistero cattolico.

    1. fra' Centanni

      La benedizione può essere impartita alle singole persone, naturalmente, ma non deve essere assolutamente impartita alle coppie dello stesso sesso, altrimenti passa l’idea che la coppia omosessuale va bene. Non va bene per niente, invece. La coppia omosessuale è un insulto a Dio. Che sia maledetta piuttosto, altro che benedetta.

  11. exdemocristianononpentito

    Certamente, una volta, quando c’erano i comunisti e i mangiapreti, “veri”, le cose erano un po’ più chiare: c’era tanta gente che si definiva francamente atea e difendeva l’ateismo nel confronto con i credenti, ora invece abbiamo tanti atei di fatto (e sono la maggioranza della popolazione) che semplicmente ignorano il problema religioso e se ne fregano, e, magari fanno battezzare i figli e gli fanno fare pure la comunione ma solo per far contenta la madre o la suocera e per non negare ai bambini una cerimonia che li vede protagonisti.
    Non a caso la Scrittura dice “magari tu fossi freddo, invece sei solo tiepido”..(Apocalisse)……………
    Io, in passato ho conosciuto degli anarchici ateissimi che erano modelli di di coerenza logica, molto più di tanti sedicenti credenti. Ai primi, s. Giovanni avrebbe potuto dire: “Voi almeno siete freddi!”.
    Una mia notazione personale, in calce al racconto di Fabrizio sul suo sit in del PDF davanti alla chiesa: io non credo che un dialogo su questioni filosofiche o etiche quali l’aborto, il divorzio, l’eutanasia, la fecondazione assistita e le unioni gay, sia materialmente possibile fra un cattolico c.d. integrale o integralista o antimodernista (non mettiamoci a fare questioni terminologiche) e un ateo/agnostico materialista convinto; un cattolico più moderato, si, ci può provare, un cattolico come quello succitato, no. Troppo antipodici.
    Salvo eccezioni e ipotesi di conversione, naturalmente.
    Tanto è vero che Fabrizo non ha mica dialogato con costoro: ci sono stati solo scambi di parole di pura cortesia.
    Con gli atei di fatto poi, tutto è anche più difficile.

    1. @exdc
      Senza andare nel dettaglio, il dialogo tra l’ateo/modernista e il cattolico tradizionalista sarà pure molto difficile (*), ma quello tra il cattolico cosiddetto moderato e l’ateo/modernista alla fine porta il cattolico moderato sulle posizioni dell’ateo. Prova ne è l’apostasia di gran parte della gerarchia, prima istigatrice del “dialogo”. Per cui, se la tua soddisfazione è quella di portare a casa il dialogo, in realtà stai portando a casa il nulla.

      Volendo andare più nel dettaglio, ho parecchi amici atei, che mi conoscono benissimo, e dialoghiamo che è un piacere. Siamo persino concordi su molti più punti di quanto si possa immaginare. In realtà la divisione più profonda è proprio tra cattolici tiepidi e cattolici integrali. Due antropologie diverse e inconciliabili.

      (*) Qui comunque non è questione di dialogo: è questione che neanche si inizia una comunicazione.

      @mario E allora che si fa?
      Si mantiene la calma, e si continua a scrivere lettere, organizzare rosari, dare testimonianza ovunque, inclusi sui blog, eccetera. Hai presente le immagini “Keep calm and pray the rosary”?

      1. benedetta

        “In realtà la divisione più profonda è proprio tra cattolici tiepidi e cattolici integrali. Due antropologie diverse e inconciliabili”
        Ciao, Fabrizio, sono più che d’accordo con questa affermazione, che riscontro sia nella vita reale che in quella virtuale.

        Dopo l’articolo di Costanza “Come può la Chiesa chiedere fedeltà al peccato”, sul blog pieno di modestia “come Gesù”, sono usciti una mezza dozzina di articoli/bordate di fila che stigmatizzano la mancanza di carità tra cristiani, sparando massicciamente su Costanza, con una inaudita escalation di violenza, richiedendo le sue scuse con velate minacce, invero non poi così tanto velate.

        Ho provato a far presente che la violenza di don Mauro Leonardi ( di cui addirittura si dice che sia un buon samaritano che sparge olio di carità!!! ) contro don Negri era stata ben peggiore, che poi , tra l’altro, Costanza, non si presenta come misericordiosa in primis, ma dopo due interventi non mi è stata data più la possibilità di replica e sono stata bloccata per l’eternità.

        Ecco cosa avevo tentato di inviare come contributo:
        “Ho inviato qualche ora fa una risposta più articolata alla sua obiezione, ma non so se sarà pubblicata o meno , magari ci riprovo, estrapolando pari pari le parole di don Mauro dall’articolo di cui ho inviato il link sopra: simili , nel tono e nel contenuto, se non più forti, perché rivolte ad un vescovo, a quelle di Costanza nei confronti di don Carrega.
        ((Ci sono vescovi emeriti che non sanno stare zitti perché, malati di attivismo, si danno da fare per salvare la Chiesa come hanno fatto per tutta la vita. Dimenticando che chi salva la Chiesa è Cristo, e che chi salva i giovani e dà senso alla loro vita è Cristo))
        Non mi sembrano affatto parole piene di carità in una discussione tra cristiani e, ripeto, non mi risulta ci siano mai state delle scuse”

        Con un ateo , chissà, sarebbe stato possibile un dialogo,anche aspro, ma, evidentemente, con dei cattolici tiepidi, tiepidi come cattolici, ma agguerritissimi e violenti come “caritatevoli “, no.

        Un saluto e un incoraggiamento a Costanza e a tutti voi, che poi, fossero quelli i problemi, si tratta della punta dell’iceberg.
        ( se sono stata OT, scusate )

        1. benedetta

          Vedo ora sul blog “come Gesù”… dicono che mi hanno bloccato perché avrei usato altri nick : non mi possono accusare di niente, non riescono a dire mezza parola nel merito di ciò che dico….mi accusano di usare altri nick, ma, oltre al fatto che non sono quelli i nick che ho usato un paio di altre volte ( gli utenti bannati sono decine, anche sacerdoti e intellettuali ! ), aver usato altri nick non mi sembra questa gran tragedia, non potevo fare altrimenti.
          Infatti, si tratta di gente accanita, cui piace molto , molto, molto darle, ma non piace prenderle, per cui , con varie scuse, usando due pesi e due misure , bloccano chi non si accoda disciplinatamente al loro pensiero e alla loro voglia di “pulizia etnica ” sui cattolici non allineati, etichettati “seri” o ” cattolicamente corretti” , di cui, un giorno sì e uno no, chiedono rimozioni e minacciano
          denunce : grondano proprio misericordia e carità da tutti gli artigli.
          Soprattutto, mostrano una enorme propensione al dialogo !

          Ancora OT, non voglio essere maleducata, l’admin decida a suo giudizio.
          Grazie di tutto il lavoro faticoso e di poca gratificazione immediata che fate, sia Costanza, che l’admin , che i commentatori.

          1. admin @CostanzaMBlog

            @Benedetta
            per continuare a conservare una certa sanità mentale ci disinteressiamo dei siti che attaccano e diffamano Costanza (che poi sono di gran lunga preferibili ad esempio certi siti dichiaratamente LGBT piuttosto che altri di ambigui e melliflui personaggi), ti volevo chiedere se ci potevi segnalare (anche privatamente se preferisci), di che tipo di minacce si tratta, siamo veramente curiosi, in quanto non c’è la benché minima possibilità di intimidirci visto che, per grazia di Dio, non abbiamo né interessi personali, né carriere da difendere.
            Grazie

            1. benedetta

              Per esempio, qui si accusa Costanza di CALUNNIA e altra robetta che lei dovrebbe pubblicamente emendare , se no…che succede…io l’ho letta così…tutto molto velato, molto soft, molto opinabile…
              https://mauroleonardi.it/2018/02/17/langolo-del-teologo-le-frequenti-mancanze-carita-nelle-discussioni-fra-cristiani/

              Qui si allude alla sospensione del corso di fedeltà gay di Torino, e si dice che “dovrebbero essere gli ordinari locali e i superiori religiosi a decidere se un oratore è “in regola” per condurre un’iniziativa nella chiesa, poiché i gruppi tradizionalisti non hanno questa autorità” https://mauroleonardi.it/2018/02/07/progetto-gionata-padre-martin-cosa-stiamo-chiesa-cancelliamo-uniniziativa-caus

              Ma direi che tutti gli articoli del blog, in tema, sparano ad alzo zero su Costanza.
              La lettera di un certo Luciano Sesta, cui giustamente Costanza non ha perso tempo a rispondere, è un concentrato di insulti inauditi, per esempio.

              E va bé, non parliamo nemmeno della mole di cattiverie e illazioni contro Costanza che, sotto articoli del genere, fanno molti utenti…però loro non vengono bannati !

              Ma admin ha ragione, meglio disinteressarsene, solo che a me fa specie che chi si intesta la misericordia e la carità cristiane, si mostri così violento contro Costanza, mi dispiace umanamente.

                1. A mio parere si può tranquillamente passare oltre, rispetto la lettera-articolo riportata da @Benedetta… É una reprimenda generica non avulsa dal vero quando cita punti fermi della morale cristiana, discutibile se la si volesse applicare a questi o quelli. Nei commenti lo stesso autore dello scritto dice chiaramente che gli stessi principi sono da applicarsi a chi ha usato toni troppo duri verso Costanza. (Peraltro, sempre nei commenti anche don Leonardi che ospita lo scritto, ha da difendersi dalle stesse accuse di mancanza di carità se non di vere calunnie… Chi è senza peccato, scagli la prima pietra). É la lettera-articolo scritta “puntando il dito” certamente contro Costanza? Forse, anche… É pubblicato con lo stesso intento? Forse, anche… (penso siano state scritte cose peggiori). Il vero limite dello scritto é che fa la morale, ma non ci da di sapere cosa l’estensore pensi del “famoso – per ora sospeso – ritiro”… Insomma quale morale applicare a simile iniziativa oltre a quella eventualmente da applicarsi a chi si è schierato contro con toni magari duri? Il dito é puntato ma pare proprio abbia coperto la luna 😜

                2. Cmq si potrebbe girare la missiva anche a Nostro Signore, giacché usò termini quali “razza di vipere” e “sepolcri imbiancati”… Fu mancanza di carità, calunnia?? E non mi si venga a dire “eh, ma Lui era Cristo…” perché se relegassimo ogni Suo comportamento al “ma Lui era…” faremmo ben poca strada anche nel nostro cammino di conversione 😉

          1. Insomma proprio “come Gesù”… SIC!
            Già! Forse “hic!”, nel senso del singhiozzo: “toglietegli il fiaschetto di vino”!

            Benedetta, grazie per la tua testimonianza. Costanza e Guido useranno le informazioni che hai fornito come riterranno utile. Io personalmente ti ringrazio poiché percepire l’eco di altri combattenti che sono ingaggiati in campi di battaglia che non si vedono, oltre la collina, rincuora 🙂

            Non ti amareggiare troppo per quelle reazioni scomposte: anzi, rallegratene. Confermano che stanno perdendo, l’unica cosa che non sappiamo sono i tempi, ma siamo dotati di grande pazienza…

            1. benedetta

              Sì, mi sono amareggiata, ma anche divertita, come quando un utente del blog dice ” non siete chiari” e lo bacchettano sulle dita perché non risponde allo standard “misericordioso” del blog, quando poco dopo un’altra utente esordisce con offese personali a Costanza ( le augura pure di avere un figlio omosessuale ) e don Leonardi la saluta con un bel “benvenuta ” !!!
              Però credo che mi terrò lontana da gente così cattiva per un bel pezzo : la vita non va persa dietro alla cattiveria altrui, ma vissuta nel proprio ambito con letizia e con la certezza che Gesù risponde.

              1. Luigi

                “quando poco dopo un’altra utente esordisce con offese personali a Costanza ( le augura pure di avere un figlio omosessuale ) e don Leonardi la saluta con un bel “benvenuta ” !!!”

                Premesso che il livore verso Costanza e la sua opera, anche in ambito cattolico, mi era noto, osservo che le offese lasciano il tempo che trovano (e, come osservato da Fabrizio, sono in un certo senso un riconoscimento).

                Già un po’ meno trascurabili gli “auguri”, che possono essere opportunamente canalizzati dal principe di questo mondo; il quale di odio e malevolenza si ciba.
                Ma non vorrei che in qualche angolo putrido si decidesse di andare oltre. Mi permetto perciò di invitare tutti a pregare per lei e la sua famiglia.
                Immagino che molti già lo facciano, ma ora conviene si raddoppino le difese.

                Ciao.
                Luigi

  12. @Bariom Già Pio XI nella Lettera Enciclica “Casti Connubii” affermava:

    Infatti, in sintesi, come scrive Padre Bellon:

    https://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=2347

    3. La Chiesa riconosce come valido il matrimonio civile tra due non battezzati, perché il matrimonio è di diritto naturale, istituito da Dio creatore.

    Tant’è vero che, come spiega successivamente, una persona non battezzata, sposata con rito non cattolico e poi divorziata, non è detto possa risposarsi in Chiesa, perché il primo matrimonio, pur non cattolico, potrebbe essere valido (e quindi indissolubile):

    6. Rimane tuttavia un ultimo punto: la persona che frequenti è già sposata. E il matrimonio di sua natura è indissolubile.
    Qui possono sorgere delle difficoltà e bisognerà esaminare in quale maniera il suo matrimonio davanti a Dio possa considerarsi nullo.
    Sebbene questa questione te l’abbia presentata per ultima, è tuttavia previa a tutto il resto.

    1. Guendalina D'Alba

      Salve! Si, è vero… avevo promesso che non avrei più occupato spazio e tempo… ma, se la sig.ra Miriano me lo permette, il commento sopra… buongiorno sig. Giudici… e la successiva lettura di tutto il link suggerito, mi ha fatto sorgere una domanda… e voglio sottolineare: una domanda, che nasce dalla mia ignoranza e non è, ASSOLUTAMENTE, provocatoria:
      Dunque, io sapevo della possibilità che si accettassero, a certe condizioni, le nozze in chiesa anche di persone non cattoliche.
      Ero, altresì, convinta che qualsiasi persona, se non sposata in Chiesa potesse accedere al sacramento del matrimonio. Apprendo, ora, invece, che così non è… tanto che un pachistano musulmano di cui si tratta nel link forse, dice il padre domenicano, non potrà accedere al matrimonio sacramentale perché il matrimonio è, COMUNQUE, indissolubile.
      Ma io ho saputo, e in alcuni casi conosciuto personalmente, nubendi che – sposati solo civilmente per lo Stato italiano – e, poi, separati… ANCOR PRIMA di ottenere il divorzio erano passati a nozze, celebrate solo con il rito religioso, con altre persone…
      Insomma, sposate ancora solo per lo Stato italiano e già nuovi sposi per la Chiesa…
      Come è possibile ciò? Vi chiedo lumi… saluti, Guendalina.

      1. Buongiorno Guendalina.

        Ero, altresì, convinta che qualsiasi persona, se non sposata in Chiesa potesse accedere al sacramento del matrimonio.

        Non le nascondo che fino a pochi anni fa pensavo anch’io che fosse così. Poi, quando ho iniziato ad approfondire, ho capito che è più complicato. Però il punto è che può esserci un problema, ma non è detto che ci sia: Padre Bellon ha prospettato la questione, facendo presente alla ragazza che poneva la domanda che avrebbe dovuto approfondire. Quindi questo non contraddice necessariamente il caso da lei menzionato.

        Non so rispondere più in dettaglio, neanche su quali criteri vengano usati per l’indagine: diciamo che la questione diventa molto tecnica e ci vuole un esperto.

  13. exdemocristianononpentito

    Che la divisione profonda fra cattolici modernisti e antimodernisti, sia veramente profonda se non insanabile, comincio a pensarlo anch’io.
    La locuzione “atei modernisti” mi risulta un po’ peregrina, a meno che per “atei ANTImodernisti” non si intendano i c.d. “atei devoti”, di cui si fa gran parlare.
    Su questi ultimi, io ho maturato un’opinione (che, fra l’altro, ho letto da qualche parte a commento di alcuni video): gli atei devoti, politicamente e culturalmente sono dei cattolici, il loro ateismo è qualcosa di residuale e ornamentale (anche se importante da un punto di vista religioso).
    Per questo vorrei chiedere a Fabrizio se i suoi amici atei, per caso, appartengono alla categoria degli atei devoti? Il fatto che si trovi spesso d’accordo con loro sembrerebbe suffragare la mia ipotesi, anche perchè è vero quello che lui dice: spesso neanche si inizia una comunicazione su temi sensibili fra un cattolico antimodernista ed un ateo/agnostico antclericale e materialista.

    Ipotes interessante quella secondo cui il cattolico moderato viene portato sulle posizioni dell’ateo, a seguito del dialogo. Non credo si possa generalizzare, ma mi riservo di rifletterci.

    1. Luigi

      “La locuzione “atei modernisti” mi risulta un po’ peregrina, a meno che per “atei ANTImodernisti” non si intendano i c.d. “atei devoti”, di cui si fa gran parlare.”

      Veramente lo si faceva, una dozzina di anni or sono. Ora non vanno più di moda.

      Detto questo, io penso che non esista un ateo che sia uno.
      Era padre Amorth, se non sbaglio, a dire che nemmeno satana è ateo.
      Che sia inconsapevole, o non compresa, o mascherata – magari con malafede, anche – tutti alla fine facciamo una scelta.
      Non necessariamente in senso negativo; come sai, oltre a quello in acqua, esistono anche i battesimi di sangue e di desiderio.

      Ciao.
      Luigi

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