#HumanaeVitae vissuta. Parte quinta

Siamo arrivati alla quinta parte delle lettere arrivate anche al blog .

Continuate a scrivere a  pav@pav.va, al professore che organizza il corso alla Gregoriana, Humberto Miguel Yanez (unigre.it) e al relatore cui abbiamo fatto riferimento chiodimaurizio@ gmail.com

Sono figlia e nipote d’arte. Mia nonna materna conosceva il metodo Ogino Knauss. Ebbene sì, il famoso metodo Ogino Knauss. Ebbe 6 figli come moltissime donne della sua generazione. Non le ho mai chiesto quanti “voluti”, quanti “capitati” ma so che negli anni ’30 e ’40 una maestra e un magazziniere conoscevano il Magistero ed erano “moderni” nel cercarne un’applicazione coerente e scientifica (per quanto sappiamo non sempre efficace).

I miei genitori si sono sposati nel ’63, durante il Concilio Vaticano II e prima della Humanae Vitae ma utilizzarono sempre i metodi naturali, direi il Sinto-Termico e poi il Billings ma non ho mai chiesto i dettagli. Ebbero 4 figli, tutti “cercati”, dicevano. Alla notizia della quarta gravidanza il loro parroco chiese a mio padre “Ingegnere, ma come è successo??”, la risposta provate ad indovinarla.

Io sono cresciuta con la convinzione che sul sesso la Chiesa avesse idee retrograde, naturalmente. Finché non sono arrivata all’età in cui avrei dovuto cominciare a fare sesso come ogni brava ragazza degli anni ’80. Arrivata ai 18 anni finalmente ebbi anche un fidanzato. E capii che le idee retrograde della Chiesa erano in realtà una bellissima sfida a conoscerci, a valutare la nostra forza di volontà, a capire cosa volevamo davvero, ad essere in qualche modo allenati al sacrificio e alleati nel farlo.

Essendo figlia e nipote di certe donne piuttosto decise, intorno ai 22 anni volli fare un corso per conoscere il metodo Billings. Mia madre, ovviamente, si preoccupò perché la cosa le sembrava sospetta visto che prospettive matrimoniali ancora non se ne vedevano…e anche l’insegnante era perplessa. Ma tant’è io da allora ho saputo con una certa precisione quando nel mio sgangherato sistema ormanale (mai avuto un ciclo regolare…) ero fertile e quando no.

Finalmente a 24 anni, una laurea breve e un lavoro “a partita iva” io e una tesi iniziata lui, ci siamo sposati.

Dopo i primi due figli, arrivati su loro decisione senza troppi riguardi per il Metodo Billings, decidemmo di averne un terzo ma, dopo oltre un anno di “tentativi mirati”, la gravidanza non arrivava. Andai a fare una visita e dissi al ginecologo che non avevo ovulazione da parecchi mesi suscitando la sua ilarità: “Ma come fai a saperlo??”. Fatta l’ecografia mi guardò con aria seria e mi disse che effettivamente avevo una cisti ovarica che probabilmente interferiva sull’ovulazione. Presi la pillola per 6 mesi e finalmente, dopo la cura, rimasi incinta. La cronaca narra di altri due figli, successivamente.

Insomma, i “metodi naturali” sono un patrimonio della mia famiglia da almeno 90 anni, usati anche per cercare una gravidanza: la nostra terza figlia è nata proprio grazie alla conoscenza che avevo del mio corpo che mi ha permesso di accorgermi di un problema che altrimenti mi sarebbe sfuggito.

L’idea di usare metodi contraccettivi ci ha talvota sfiorati: sembrava la cosa normale da fare, per molti. Ma la forma mentis di chi pensa che il corpo sia una macchina meravigliosa con una sua ecologia da preservare, il disgusto per l’idea di prendere ormoni che interferissero con la mia natura e la mia salute, il fastidio nel pensare ad aggeggi da intromettere nei nostri rapporti ce ne hanno sempre tenuto lontani. Anche un po’ l’avarizia e la certezza che mi sarei dimenticata di prendere la pillolina quotidiana, credo…e la convinzione che la saggezza della Chiesa non ci richiedesse una cosa insensata e che quindi la fatica che la fedeltà al suo Magistero ci costava valesse la pena.

Possiamo testimoniare che gli anni di fidanzamento, tanti…, sono stati una palestra per imparare che l’amore si esprime in tanti modi, che ci sono momenti nella vita di una coppia in cui non può essere espresso attraverso un rapporto sessuale (penso anche ai lunghi mesi delle mie gravidanze, tutte “a rischio”) e hanno consolidato la capacità di sacrificio reciproco. Perché “dare la vita” ad un figlio è un sacrificio come lo è l’amore coniugale. Sacrificio perché “rende sacro” l’altro per me e la mia vita per lui.

Questo, per me, è l’insegnamento della Humanae Vitae. Grazie a Costanza Miriano per avermi dato la possibilità di rifletterci e di raccontarlo e grazie alla Chiesa che sono certa non rinuncerà a rendere consapevole le prossime generazioni di tanta ricchezza. A. e R.

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Mai avremmo pensato di scrivere questa e-mail a sostegno di un’enciclica così importante per la nostra vita, perché membri stessi della Chiesa potessero ritenerla superata dai tempi: è stato un gran dolore saperlo e vi preghiamo di non privare del suo vero significato e del suo valore un documento così chiaro.

Circa venticinque anni fa, quando fissammo la data del nostro matrimonio, non sapevamo nemmeno che esistesse l’enciclica “Humanae Vitae”, né che si potesse provare a vivere la sessualità matrimoniale senza far ricorso a nessuna forma di contraccezione. Ne venimmo a conoscenza, partecipando agli incontri prematrimoniali, e ne fummo colpiti. Pur essendo scettici sulla sua fattibilità di attuazione, la testimonianza felice delle coppie di catechisti presenti ci spinse a documentarci meglio.

Stavamo allora riscoprendo la bellezza della Fede, la bellezza di sentirsi profondamente amati dal Signore e sentivamo la forte esigenza interiore di mettere Dio al primo posto, desiderando di fare la Sua Volontà.

L’HV non lasciava dubbi che la via della NON CONTRACCEZIONE fosse la sola che Dio indicava agli sposi per vivere felicemente la loro intimità, donandosi in pienezza l’un l’altro, con responsabilità ma senza riserve.

S.Giovanni Paolo II confermava con argomentazioni limpidissime la bontà di questa scelta. Il nostro padre spirituale ci incoraggiava in tal senso e si impegnò concretamente, regalandoci un libro sul metodo Billings e indicandoci una ginecologa, che avrebbe potuto darci informazioni pratiche sull’uso dei metodi naturali.

“Volete accogliere con amore i figli che Dio vorrà donarvi?”

Il celebrante ci avrebbe posto questa domanda il giorno delle nostre nozze. Ci sembrò chiaro che la contraccezione è semplicemente quanto l’uomo può innaturalmente mettere in campo per evitare di ricevere quel dono.

Per la celebrazione delle nostre nozze non potevamo aver scelto il brano evangelico della casa sulla roccia, con l’incipit “Non chiunque mi dice: ‘Signore, Signore’ entre rà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” e poi accettare subito il compromesso.

Così, due giorni prima delle nozze, dicemmo il nostro SI, accogliendo il Suo progetto per la nostra vita matrimoniale.

Scegliere di seguire i metodi naturali è stata una delle scelte più importanti e più difficili della nostra vita matrimoniale: un reale affidamento nelle mani del Signore.

Ci sentivamo un po’ folli, temevamo di mettere al mondo decine di figli. Sappiamo di essere ancora folli agli occhi del mondo, ma di figli ne abbiamo poi avuti solo due: sono bellissimi e ormai maggiorenni.

Abbiamo dovuto sacrificarci un po’, fare un po’ di fatica e abbiamo avuto inizialmente qualche cedimento, ma poi il nostro amore è cresciuto e maturato di pari passo con la nostra fede.

La nostra unione è solida e ci amiamo. Negli anni abbiamo dovuto a volte limitare la componente passionale del nostro amore, ma, così facendo, non si è mai spenta e abbiamo continuato a desiderarci reciprocamente.

Siamo consapevoli che non abbiamo fatto nulla di straordinario. Siamo una coppia piena di difetti, ma siamo ricchi dell’Amore che Dio ci ha donato e della certezza che quella decisione sia stata la nostra forza, il nostro segreto, e che ci abbia unito tanto. Ancora fatichiamo ma siamo ormai certi che ne vale la pena.

Ringraziamo Dio che ci ha sostenuto con la sua Grazia, ma ringraziamo anche l’HV e i bravi sacerdoti che ci hanno sempre fermamente incoraggiato a continuare a non accettare i compromessi e a seguire la via che ci ha reso due sposi felici. Da soli, non facendo parte di nessuna comunità, gruppo o movimento religioso, non ce l’avremmo mai fatta.

Grati dell’annuncio ricevuto, da ormai sette anni testimoniamo con gioia questo alle decine di coppie di futuri sposi che incontriamo in parrocchia nell’ambito degli incontri prematrimoniali. Una rilettura snaturante dell’HV da parte della Chiesa, renderebbe questa testimonianza completamente inutile, anacronistica. Di fatto impedirebbe loro di prendere anche solo in considerazione di vivere la pienezza dell’amore: un modo meraviglioso per sperimentare che il Signore non delude mai chi si affida a lui, che il Signore mantiene sempre le sue promesse di felicità!

Guido e Silvia

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Ho 75 anni e 50 anni di matrimonio, esattamente quanti sono quelli dell’Enciclica di Paolo VI.

Si può ben dire che siamo “nati” sotto questa enciclica, anche se eravamo alquant ingenui e sprovveduti in materia. Ma abbiamo incominciato ad informarci e per noi è sempre stato un punto di riferimento sul quale confrontarci. Non abbiamo mai usato nessun tipo di contraccettivo e all’inizio qualche timido tentativo con i metodi naturali che conoscevamo abbastanza.

Poiché però mia moglie aveva un ciclo talmente sfasato che più di così non si poteva, si è deciso di lasciarlo e abbiamo continuato con tanta astinenza e poco altro.
Come abbiamo vissuto l’HV? Come potuto, ci siamo “arrangiati” e sono nati due figli. Per noi era forte e chiaro il messaggio, con il quale ci siamo sempre confrontati, che “ogni rapporto d’amore deve essere aperto alla vita” come richiesto dall’enciclica.
Ma poi era presente anche il significato di una “paternità e maternità” responsabile, e qui abbiamo navigato a vista, non potendoci permettere una famiglia numerosa (cosa che avremmo anche desiderato).
Ma ogni volta che ci siamo “arrangiati” c’era sempre il confessionale ad aspettarci, e si ripartiva, si ricadeva, altro confessionale e si andava avanti, ed eravamo in pace con  noi stessi e con Dio.

Ma se non ci fosse stata l’HV non avremmo certamente cercato il confessionale e vissuto una vita piena e feconda di amore e rispetto reciproco. Voglio dire che se non c’è legge non c’è neppure il peccato. E questo vale per tutti i cristiani in qualunque latitudine vivano, se pur in certe circostanze non sia facile vivere rispettando la dottrina della chiesa.

Ma il punto di riferimento di HV rimane sempre lì a pungolarci e a invitarci a puntare in alto. Toglietelo, cosa rimane?  Un impianto si regge se c’è una norma che la tiene in piedi, tolta la norma tutto crolla.
Non toccate l’HV e non annacquatela per accontentare  i desideri del mondo.
Un cordiale saluto.

ATG

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Ho conosciuto la bellezza delle parole di HV da pochi anni…eppure sono cattolica praticante dalla nascita…
Non ricordo catechesi importanti su queste scelte così importanti…né al corso fidanzati né al prematrimoniale….poi un sacerdote ci ha parlato di cosa vuol dire l’HV…di come la Chiesa non dà un’imposizione….ma ci aiuta ad amare…e così da due anni io e mio marito da 14 anni sposati, con due figli, ci mettiamo nelle mani di Dio… e da quando lasciamo a Lui l’ultima parola…siamo molto più felici!

Claudia 

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FORSE ANDREBBE SENTITA ANCHE LA NOSTRA VOCE

Eh si! con tutto il parlar di laici che si fa.

Perché e purché poveri cristi, la Provvidenza ha voluto indicarci la via scomoda, ma vera di un insegnamento senza tentennamenti. Comunque semplice e popolare.

Che fatica doversi mortificare, ma ci è stato detto da subito che era per un di più. E l’abbiamo scoperto obbedendo, con la sorpresa da subito che tutto quagliava meglio.

L’affettività espressa anche in altri modi ci ha reso più nitidi nel volere il bene, marcando la differenza con il ridursi a cercare meramente soddisfazione  nel rapporto fisico.

Ci ha obbligato a chiederci il senso del gesto e a scoprirne sorprendentemente  l’orizzonte grande col riconoscerlo dono, perché segno di un amore più grande con l”a”  maiuscola.

A noi, come a moltissimi amici che han praticato i metodi naturali, ha dato una spallata di generosità quando è arrivato quel “figlio in più” non cercato, anzi di indisponente sorpresa, che se oggi non ci fosse …. non riesco a immaginare oltre lo spaesamento che questa ipotesi mi genera.

Senza forse abbiamo sperimentato la provvidenza qui,  in predica ne avevamo sentito solo parlare.

Eminentissimi pastori, uomini di Chiesa, studiosi di teologia, bisogna che sappiate queste cose per evitare di  ridurre l’ideale cristiano ad una pratica insipida che non riempie né mente né cuore. Tutto ciò che è solo a nostra misura è pari agli oggetti della concezione consumistica della vita: li consumi e finiscono. Esattamente il  contrario dello sviluppo e della crescita.

Caduti mai ?

Si. Confessandoci abbiamo ritrovato la via. E la strada dell’incremento di umanità.

Tentazioni ?

Su questa strada sempre di meno. Quando hai di più, non vuoi assolutamente perderlo, è logico. Certo che se avessimo dovuto scegliere noi, con la logica buonsensaia dominante del nostro tempo, avremmo saputo solo consumare il rapporto, consumare il tempo e la vita senza una vera scoperta di quel che la rende degna dì essere attraversata.

Ci è servito un giudizio autorevole e diverso.

Marco e Antonella Zappa, sposi dal 1983.

Abbiategrasso (MI)

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Egregi Proff. Humberto Miguel Yanez  e Maurizio Chiodi,

Vi scriviamo per testimoniare che per la nostra famiglia l’ Humanae vitae non è soltanto un “pilastro” della dottrina morale sessuale cattolica, ma sia un faro che illumina e riempie di senso la nostra vita matrimoniale.

Siamo sposati da 12 anni e mezzo  e abbiamo cinque figli (11, 9 , 6 , 3 e sette mesi) e quattro figli in cielo (per aborti spontanei). In questi anni di gioie ma anche di fatiche e ansie abbiamo potuto sperimentare nella nostra carne l’immenso valore dell’enciclica suddetta.

Per questo siamo immensamente grati alla Chiesa, che attraverso il Suo magistero, trasmesso con amore e fedeltà da tanti suoi pastori, ma anche da catechisti laici e dal cammino di fede che frequentiamo, fin dall’adolescenza ci ha costantemente formato e guidato alla verità e al significato autentico della sessualità umana.

Non abbiamo mai considerato l’Humanae Vitae come una norma morale, a cui sottostare volontaristicamente, ma come una chiamata a vivere pienamente la nostra vocazione di sposi in Cristo: casti e fecondi!
E’ Lui che ci dà gratuitamente la forza per sostenere i combattimenti quotidiani della donazione reciproca, del morire a noi stessi, della fedeltà e dell’apertura alla vita in un contesto sociale per nulla favorevole se non ostile alla famiglia così concepita.

Guardando i figli che Dio ci ha immeritatamente donato possiamo affermare che l’Humanae Vitae e l’insegnamento di Giovanni Paolo II salvano costantemente il nostro matrimonio dalla tentazione dell’egoismo e dell’edonismo e ci permettono di custodire e realizzare la duplice finalità unitiva e procreativa della nostra unione.

Nel ringraziarvi dell’attenzione e nella speranza che la nostra testimonianza vi incoraggi nella salvaguardia e nella diffusione del prezioso documento in oggetto,
Vi salutiamo cordialmente

Giansalvo e Debora

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Alla Pontificia Accademia per la Vita

Gent.mi Prof,

la scelta di vivere i metodi naturali è nata per grazia durante il tempo del fidanzamento. Ho preso parte ad un incontro promozionale sul metodo Billings e,  colta dall’entusiasmo di conoscere meglio me stessa, mi sono messa a registrare le mie osservazioni inerenti il muco cervicale  … Come un’inaspettata scoperta ho finalmente capito me stessa, il mio corpo, la bellezza della fertilità, la bellezza dell’essere donna. Avevo diciott’anni.

E’ stato come dare significato vero ad un aspetto della mia corporeità che fino ad allora avevo sempre vissuto senza una consapevolezza piena. Da quel momento non ho più smesso di osservare il mio ciclo e di registrare le mie schede.

La scelta di vivere la castità durante gli anni di fidanzamento mi ha permesso di osservare il mio corpo in tutta tranquillità e arrivare così al matrimonio forte di una conoscenza che siamo certi abbia favorito enormemente il nostro progetto procreativo di famiglia.

Il metodo naturale scelto che, dal Metodo Billings era successivamente approdato al Metodo Sintotermico grazie ad ulteriori approfondimenti, ci ha permesso innanzitutto di vivere una sessualità coniugale piena e profonda e ci ha guidati nell’aprirci responsabilmente al concepimento dei nostri tre figli (Matteo 2002, Chiara 2004, Luca 2007), nei tempi da noi desiderati e dal Buon Dio voluti e benedetti.

Il metodo naturale ha accompagnato con estrema efficacia tutte le fasi della vita matrimoniale, comprese quelle più critiche relative all’allattamento e alla ripresa della fertilità. Nel 2011 abbiamo concepito Giovanni Maria, un piccolo angelo che il Signore ha voluto da subito con sé e che ora siamo certi vegli come “attenta sentinella impastata di noi” su tutta la nostra famiglia.

Ora che, ormai quarantenne, la fase fertile della mia vita di donna inizia a declinare, il metodo continua ad accompagnarci con estrema eloquenza e sicurezza.

Desideriamo ringraziare il Signore della vita che ha messo sul nostro cammino delle guide preziose e insostituibili quali sono gli insegnanti dei metodi naturali e tutte le coppie che hanno condiviso con noi la scelta di vivere i metodi naturali nel loro cammino di sposi.

Come medico, ho scelto a mia volta di diventare insegnante dei Metodi Naturali di regolazione della fertilità per accompagnare le ragazze nella scoperta della bellezza della fertilità femminile (preservandole o liberandole dalla contraccezione e dalla mentalità contraccettiva) e per offrire ai fidanzati che si preparano al matrimonio cristiano la possibilità di vivere una sessualità onesta e appassionante, in ascolto del proprio corpo. Questo cammino ci ha permesso come coppia di approfondire tutta la visione antropologica di Humanae Vitae offrendoci anche uno spazio per una coraggiosa riflessione sulla verità dell’amore umano a fondamento di ogni scelta libera e adeguata, tale da rendere l’immagine dell’uomo sempre più somigliante a quella del suo Creatore.

La nostra vera felicità consiste nel partecipare alla felicità di Dio, alla perfezione della Sua libertà illimitata, alla perfezione del Suo amore.

Ciò che in noi deve essere risanato è la nostra vera natura, fatta a somiglianza di Dio. In definitiva ciò che dobbiamo realmente apprendere è l’Amore.

Ai nostri figli che si affacciano all’adolescenza in un mondo sempre più disordinato e ambiguo, ci sentiamo forti di offrire con coraggio tutta la sapienza di HV, certi “Chi trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.”

La Chiesa nostra madre e maestra non si stanchi mai di offrirci mete alte per raggiungere e contemplare la meraviglia dell’umano nella verità e nella pienezza.

Siamo consapevoli che l’umanità ha sete oggi come non mai di verità annunciate: HV va riannunciata alla luce della teologia del corpo di San Giovanni Paolo II. Preghiamo affinché tutta la Chiesa si mantenga unita in questo annuncio.

Andrea e Sarah

6 pensieri su “#HumanaeVitae vissuta. Parte quinta

  1. Giuseppe

    Le sorti di Humanae Vitae sono le stesse e le medesime della Chiesa ma intendo della Santa Chiesa. Il profondo messaggio contenuto in essa non è un’orpello o un corredo secondario di quello che costituisce il fondamento della dottrina cristiana, non ci può essere vero cristianesimo vissuto, se non quando si compie quel salutare giro di boa, determinato dal fatto che ogni battezzato che si impegna a vivere con fedeltà il suo battesimo si rende conto che per mezzo dell’aiuto della grazia, oltre a potersi fare quel giro di boa viene a corrispondere ad una sorta di ripristino di quell’ordine che governava l’interiorità umana prima che il peccato l’inclinasse al male. Pertanto criticheranno sempre un documento del genere, proprio a causa della pregnante verità che contiene, non i veri cristiani, che ben sanno che non c’è vera conversione senza passaggio per la porta stretta, ma i sempre più opinionisti della dottrina; per dirla con termine popolare, tutti quelli che ne vogliono sapere una pagina più del libro. Fino alla fine dei tempi la chiesa sarà ora in un modo ora in un’altro, sempre criticata quando non addirittura perseguitata. Ma questo non cambia la promessa che Gesù fondandola gli fece, le forze della menzogna sull’uomo e le tenebre d’esse non prevarranno mai nei cuori di chi chiesa e alla Chiesa (cuore di Gesù e di Maria) rimane per sempre fedele fino all’ultimo sospiro. viva Paolo VI che tanto ha sofferto per rimanere fedele al Vangelo di nostro Signore. Giuseppe

  2. Io ho tre figli, mai usato un profilattico. Credo che Humanae Vitae e’ il messaggio di Dio per il nostro tempo. Al mio terzo figlio, una bambina, feci salti di gioia. Se facevo imbrogli con la contraccezione oggi non avrei la mia terza gioia della mia vita. Grazie Dio per averci dato un papa intelligente e santo: il Beato Paolo VI presto santo.

  3. Ancora per esperienza di vita voglio dire che i periodi di astinenza rafforzano l’amore. Per motivo di lavoro ero a Derby presso Rolls Royce e vedevo mia moglie solo 3 volte all’anno per piu’ di due anni. Facevo astinenza obbligata per piu’ di tre mes,i intervallati da Pasqua, Natale e periodo estivo che mia moglie veniva su a Derby. Quando io ritornavo a Derby dopo il Natale che trascorrevo a casa; quando dopo la Pasqua e il mesetto estivo che mia moglie veniva su, mi bastavano 15 giorni per superare la crisi di astinenza, dopo potevo tranquillamente stare, Questo mi spiega come mai i sacerdoti riescono a stare casti. Basta superare i primi 15 0 20 giorni. Ho potuto sperimentare, che dopo l’astinenza sei piu’ innamorato di tua moglie, come fosse la prima volta. Imparare per credere. Per questo credo che mai utilizzare pillole e schifezze varie, sempre usare il medoto del periodo fecondo per facilitare o impedire con il consenso di Dio una nascita.

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