di Costanza Miriano
Ieri mattina, al mio turno di adorazione delle sette – al quale sia detto per amor di verità arrivo con un ritardo variabile da molto a moltissimo, in particolare ieri, quando non avevo proprio sentito la sveglia (lo preciso perché non vorrei dare l’idea ingannevole di essere una persona minimamente seria o affidabile, tanto meno una mistica che nel cuore della notte è presa dal trasporto amoroso per Dio: io ogni volta che suona la sveglia medito se convertirmi al buddismo o a qualche altra fede che abbia tra i suoi comandamenti quello di dormire fino a tardi la mattina) – insomma ieri, arrivata tardi e molto addormentata, cercavo di raccogliermi in preghiera meglio che potessi. Meglio che posso è l’unica postura a cui aspiro, davanti a Dio.
Insieme a me era entrata una signora che già mi stava antipatica perché stava entrando con me mentre io sarei dovuta arrivare trentacinque minuti prima – no, dico, se io sono in ritardo tutto il mondo per solidarietà dovrebbe rallentare, giusto? In più questa signora era rumorosissima. Tirava su col naso, se lo soffiava, tossiva, cercava cose metalliche nella borsa, smanettava buste di carta, sospirava e di nuovo tirava su col naso (una cosa che non sopporto). No, veramente, non resisteva più di quattro secondi senza emettere un rumore molesto (il fatto che la cronometrassi la dice lunga sul mio trasporto mistico).
Io guardavo l’ostia con la migliore faccia da santa Veronica Giuliani che potessi assumere e sognavo di essere sola davanti a lui. E siccome quando parte il film ovviamente parte in pompa magna, eccomi in un eremo tra i monti della Laga, alle prime luci dell’alba (non stare a guardare il capello, che sono quasi le otto e sono nel mezzo del traffico di san Giovanni a Roma), con una postura da padre della Chiesa, un saio e dei sandali al posto delle Glycerin Brooks e dei miei pantaloni leopardati estivi del mercatino di Perugia, quelli che metto quando vorrei stare in pigiama (ne ho anche una versione di seta, ma prima di mezzogiorno non ce la faccio a vestirmi dignitosamente).
Il punto è che non è questo che il Signore vuole da noi, da me almeno. Vuole che lo amiamo non nonostante la signora che tira su col naso, ma attraverso di lei, mentre siamo seduti vicino a lei. Nella metro vicino a quella che puzza di fritto, in fila alle poste con la signora molesta o al supermercato col pensionato che chiede di passarti avanti, che cavolo avrà mai da fare?, quando abbiamo a che fare col collega prepotente. E’ qui, in mezzo a questa umanità così evidentemente peccatrice e imperfetta che noi, evidentemente peccatori e imperfetti esattamente come loro (magari facciamo solo finta meglio), siamo chiamati a stare, a essere segno di un amore che abbiamo ricevuto e che proviamo a restituire. Ma proprio qui, in questa circostanza imperfetta, con la cartuccia della stampante che non entra, e tu che avevi altri sedicimila cose da fare, e invece sei ferma lì, oppure a cercare quel documento perso chissà dove, forse qualcuno ci avrà fatto dietro un problema di geometria e uscirà fuori al prossimo trasloco, in fondo a un cassetto. Proprio qui in questo pomeriggio che va tutto storto è il tuo eremo, lo adori qui, il Signore, davanti a questa figlia adolescente che un minuto la abbracceresti quello dopo le urleresti cose terribili, lo adori dal meccanico che ha triplicato il prezzo della riparazione, e in sovrappiù vuole anche spiegarti perché, lo adori dal signore delle pratiche auto che guarda la tua fototessera per il rinnovo della patente, scuote la testa e ti dice “recente, signora, mi serve una foto recente” come se avessi settanta anni e gliene stessi portando una da ventenne (guardi che non è tanto vecchia, è solo che quel giorno avevo dormito), lo adori davanti alla maleducazione e alla sciatteria, lo adori nelle cose che non funzionano, lo adori mentre sbrighi le pratiche dell’Inps e rivaluti la possibilità dell’eremo sui monti della Laga. Eppure il tuo eremo è qui.
Non sono contrattempi, sono il luogo dell’incontro. E’ per essere lievito che siamo qui, per avere un cuore in tensione verso lui, e per ricondurre tutto a lui.
Grazie! Però quanto è difficile!! Eppure un sacerdote che conosco dice: è semplice, basta lasciarsi afferrare!! Mah il Signore mi/ci illumini!!
Nulla è per caso.
Siamo servi inutile.
Ti basta la mia grazie….( San Paolo )
Grazie e buona continuazione in Cristo Gesù.
Buongiorno…. Il nostro eremo è qui specie con la registrazione delle riflessioni del sacerdote ai Santi Quattro di lunedì….. Grazie!!!
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Credetemi…..l’eremo esiste!! E’ anche la’, a San Pietro in Vigneto. Ed e’ un incontro speciale. Roberta
grazie….
Stupenda realtà…. eh SI ! Grazie Costanza !… dobbiamo essere “NEL. MONDO” senza appartenervi. Non è semplice con tutte le nostre imperfezioni, i nostri retroterra, le nostre zavorre, ma ricordo la frase di un santo sacerdote: la vocazione alla santità è di tutti i credenti, ma ognuno ha una sua peculiarità, senza dover fare cose eccezionali e strabilianti, perchè quelle le fa solo lo Spirito Santo !. Se la tua chiamata è “fare la minestra” , senza essere riduttivi, ebbene cerca di fare sempre meglio e con AMORE la tua minestra, cioè dobbiamo sforzarci di FARE bene ciò per cui siamo stati chiamati a fare nel nostro piccolo. Aggiungerei sempre con lo sguardo verso il Signore Gesù , perchè il nostro FARE è sempre per GESU’.!!! Non è semplice perchè è un percorso interiore da perfezionare GIORNO DOPO GIORNO, SENZA ARRIVARE MAI (work in progress), che si realizza con la vita quotidiana . Costanza, con la sua testimonianza vera e semplice ha testimoniato il cammino che dobbiamo percorrere nel nostro “eremo” ed affinarci alla Volontà del Nostro SIGNORE GESU’.
La mia preghiera mattutina a GESU’ in questo nuovo giorno è di illuminarci e di aiutarci a riscoprire il “SI” della nostra vita, anche se non ne comprendiamo subito il significato, ma perchè ci viene indicato nel Padre Nostro : SIA FATTA LA TUA VOLONTA’..
PACE
Verissimo Joseph! È questo che mi ha detto il mio parroco!
Il Signore “Vuole che lo amiamo non nonostante la signora che tira su col naso, ma attraverso di lei, mentre siamo seduti vicino a lei.”
Come non essere d’accordo? Ma è davvero difficile. Eppure io penso che il Signore da me voglia perfino di più. Non vuole essere amato solo attraverso di lei, ma addirittura in lei. Se non riesco ad amare la signora molesta, e devo ammettere che non riesco proprio ad amarla, come posso dire di amare realmente il Signore? L’amore per il prossimo, anche quello più molesto, e l’amore per Dio sono la stessa cosa. Chi non ama il prossimo, credo non ami realmente neppure il Signore. Dio è Padre e Figlio (oltre che Spirito Santo), Dio è relazione. E le relazioni sono a volte moleste.
Stamattina il Signore mi ha salutata con un sole magnifico e nuvole da quadro. E nonostante il traffico, la gente immusonita e il mio desiderio di essere in collina a passeggiare, nella quiete e nel silenzio, come te ho fatto lo stesso pensiero. Il mio posto è qui, qui sono, qui cerco di fare la mia parte, vivere la mia vita con la Grazia di Dio.
E’ qui che incontri il Signore, nella tua storia, non si butta davvero via nulla. Quanto mi consola questo messaggio e quanto mi chiede di tagliare di me stessa per sentirlo Vero nel profondo del mio cuore:eremo dove io sono io e Lui sta lì con me.
Grazie Costanza.
Questa mattina alla messa delle 8 c’era una signora (conosco di vista per via dei figli), non viene sempre, ma quando c’è non posso fare a meno di notare il suo viso sempre un po’ imbronciato… ed ecco che anche la mia altezzosità si sbizzarrisce formulando mille pensieri di antipatia…(e poi chissà con che motivo…). Sta di fatto che terminata la celebrazione, mentre riprendevo la mia borsa e mi rimbaccuccavo x uscire dalla chiesa, mi si accosta chiedendomi se poteva offrirmi un caffè, per stare ancora un po’ insieme… Mi sono sentita un verme…. ho ringraziato il Signore di avermi rimessa al mio posto nella graduatoria e mi sono goduta una piacevolissima chiacchierata con questa simpatica signora. Allora evviva i contrattempi mandatici dal Signore!!!
Non sono incidenti di percorso, sono esattamente il nostro percorso, tutto ciò che ci e mi aiuta ad alzare gli occhi e restare nella semplicità perché per chiedere aiuto bisogna mettersi un po’ da parte ,farsi piccoli altrimenti non c’è spazio per Dio in me..
Buon eremo quotidiano a tutti
Bellissima riflessione Constanza e verissima. Certo, ce ne metti del tempo per arrivare al dunque, ma ne vale la pena.
Le tue divagazioni sono irresistibili…. Cara Costanza, spero di vederti ad 🙏🙏
Arenzano… Non so perché non è comparso. Sono sicura di averlo scritto…
Sabato, durante una festicciola di compleanno di una delle tre bisnipotine, mio figlio ha improvvisamente perso i sensi, era con gli occhi aperti e vitrei e la bocca aperta, un nipote lo chiamava scuotendolo e per qualche terribile minuto abbiamo tutti pensato che fosse morto all’improvviso.
Si è ripreso prima che arrivasse l’ambulanza (una decina di minuti) e i successivi esami all’ospedale non hanno trovato nulla nè al cuore nè al cervello
Da quel momento non ho cessato di ringraziare Dio, con la preghiere e cercando di essere il più possibile paziente e tollerante verso i piccolissimi inconvenienti della vita quotidiana.
Un evento così fa capire veramente quanto sono poca cosa tutti i più o meno gravi malanni dell’età
Grazie’!”oppure a cercare quel documento perso chissà dove, forse qualcuno ci avrà fatto dietro un problema di geometria e uscirà fuori al prossimo trasloco, in fondo a un cassetto.“ ecco oggi l’ho dorato esattamente qui! Mentre cercavo il modulo del battesimo di domenica ,che mi avevano dato in parrocchia da far firmare al padrino … modulo che non trovavo più ,ovviamente , e lo cercavo affannosamente ,con la paura che qualche figlio l’avesse usato come foglio di brutta o per disegnarci qualche capolavoro … Lui era lì , ed è li , in ogni istante , in tutte le circostanze , basta solo che ci ricordiamo di alzare lo sguardo da noi …
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Ieri dalle 22 alle 23 al turno di adorazione perpetua, ho dormito spudoratamente, ma non prima di aver detto: “Gesù fai tu perché io non connetto più”
Proprio ieri durante il mio momento di adorazione,presa dallo sconforto e piangendo, ho detto al Signore:” io non amo la mia quotidianità, la vorrei diversa, faccio troppa fatica….”
Oggi leggo queste riflessioni(arrivate puntuali a confortarmi, grazie!) e penso che è questa la strada che il Signore ha scelto per me,devo smetterla di recriminare altrimenti mi blocco.
Ma che fatica ogni mattina dire Si !!
Che il Signore mi/ci illumini e accompagni!
TREMENDAMENTE VERO!
Grazie COSTANZA per questa preziosa meditazione,
il SIGNORE NOSTRO GESU’ CRISTO voglia ricolmare TE e i Tuoi cari di ulteriori mille grazie per questa Tua opera meritoria di spalancarci gli occhi e di obbligarci a fare i conti con la verità invece di trastullarci in tanti dannosi alibi e perniciosi giustificazionismi!
Grazie! Grazie! Grazie!
Francesco
Davvero simpatiche le tue divagazioni, Costanza! Non ti conosco personalmente, ma ti ho intravisto ad un incontro a S.Giovanni, l anno scorso.
Un ‘ amica mi ha segnalato il monastero wi di, conoscendo la mia ricerca e cammino di fede! Peró, leggo solo le
e mail che mi arrivano, e comunque partecipo alla preghiera!
Trovo incredibile che persone giá cosí impegnate in famiglia e altro riescano a trovare le forze e il tempo per presentarsi all’ Adorazione mattutina!
Anche io faccio molta fatica nel sopportare in quei momenti, quei rumori amplificati notevolmente.
Le donne in particolare, sembra che quando sono di fronte all’ Ostia, debbano sempre cercare qualcosa nelle borse, vitale per la preghiera.
Nel tempo, sto imparando a resistere alla tentazione di voltarmi e fulminare con lo sguardo!
Anche ad accettare le piccole infinite passioni quotidiane ( mi sembra che le chiami cosí M.Del Brèl in una bellissima poesia) comuni a tutti gli abitanti della Terra. Anche a chi vive in monasteri, eremi e affini…come ho potuto constatare abitandovi in diversi periodi della vita…forse, in modo diverso.
Ma nessuno è esente dalla spina nel fianco che lamentava S. Paolo, e nessuno è privato dalla grazia per sopportarla!
E tutto per il nostro vero bene- essere.
Chissá, se un giorno ci incontreremo.
Mi piacerebbe. Buone e belle cose!
Quanta bella umanità che esce in questi post.
Quanta gente normale, che fa cose normali in un mondo “normale” … ma col cuore e lo sguardo desideroso di andare oltre la quotidianità, oltre il grigio piattume che è il pericolo di ogni esistenza.
Piedi per terra e testa tra le nuvole. Chissà, forse nella sua intuizione originale il Grande Architetto ci voleva proprio così. Di sicuro ci ama proprio così, ed è questo l’esaltante.
@maccarini
il grande architetto è termine pericolosamente massonico……
A parte il termine massone “ grande architetto” mi sembra che qui si faccia un po’ troppo e in maniere sottilmente ambigua l’ elogio della mediocrita’ . Il Signore mi ama proprio cosi’ ? E allora perche’ fare qualche sforzo per migliorarmi, chevso qualche esercizio di ascetismo? Magari arrivare in orario, non tirar su col naso, concentrarmi sulla preghiera! Ma no quali sforzi.! Il Signore mi ama proprio cosi’ mediocre e cialtrone quale sono….ne sono sicuro!
Ma davvero ne siete cosi’ certi? O la vostra e’ una pericolosa auto-illusione?
Se fosse cosi’ semplice , quanto hanno sbagliato i santi, gli asceti e tutti quelli che con sforzo si sono preoccupati di non essere mediocri e cialtroni!
mi viene da dire: certo che il Signore mi ama così, ma è anche certo che come un buon padre (o una buona madre) desidera proprio che ascoltando le sue “indicazioni” noi facciamo di tutto per migliorarci… di tutto, ma con fiducia in noi, che lo ascoltiamo. non è così?è un po’ banale, ma solo perché è semplice.
Sono d’accordo! Dio ci ama e ce lo ripete diverse volte San Giovanni, ma la vera domanda e’quella che Lui pone a noi: mi ami tu? E se lo ami non solo a parole e’evidente che (non uso la locuzione “ti verra’spontaneo” perche’purtroppo non e’sempre cosi’, anche se sarebbe bello…) sentirai il bisogno di cercare di migliorarti per assomigliarli, anche a costo di qualche sacrificio.
Ciao Costanza,
sei un mito come sempre!!
Per quanto riguarda il “cercare quel documento perso chissà dove” posso umilmente consigliare di chiamare in ballo all’occorrenza un operatore di miracoli eccezionale: Sant’Antonio da Padova:
funziona!!!
Si Maria Cristina il Signore ci ama proprio così e tutti gli eposodi raccontati nei Vangeli ce ne danno la certezza. Certo che Lui vuole tirare fuori il meglio di noi, anche a costo di cambiamenti esigenti e dolorosi da parte nostra, ma prima ci dà il suo Amore al 100% gratuito. E solo portata dal suo Amore gratuito la nostra volontà può andare lontano, e soprattutto può andare lontano nella direzione giusta, e non verso una pseudo-perfezione piena di superbia, che era quella dei farisei. Non sono un biblista ma di esempi ce ne sono tanti, e in tutta la Scrittura. Zaccheo, Matteo Levi, Maria Maddalena, il giovane ricco (che poi non volle cambiare, ma Gesù lo aveva già amato lo stesso), l’adultera, il buon ladrone…e mille altri. Io non so perché ma chiedo spesso l’intercessione del buon ladrone (che santo lo è di sicuro perché canonizzato da Gesù medesimo-unico esempio riportato nei Vangeli) per ottenere un cuore abbastanza povero da poter accogliere questo Amore gratuito ed accettare tutte le mie miserie. Non per hé le mie miserie restino tali, ma perché solo accettate con questo Amore possono essere veramente superate. Preghiamo in comunione. Ciao
Cara Costanza, mi piace la tua schiettezza, trovo una certa somiglianza tra quello che dici e il pensiero di Anselm Grun, L’hai letto? In fondo nel centro del cuore c’è il silenzio, il nostro eremo personale, dove dobbiamo incontrare la nostra verità.
Ma come fai con 4 bambini, il lavoro e il marito trovare il tempo?
Un caro abbracciio
Elena
Non so se le occasionali occasioni di esercizio di virtù siano il nostro “eremo”…
Io direi piuttosto siano la cartina di tornasole, di quanto eremo ci ritagliato per stare soli, cuore a cuore col Signore, di quanto spazio temporale e spirituale rendiamo a Lui disponibile, perché anche Cristo continuamente si ritirava in solitudine a pregare, per poi affrontare ben altre prove e combattimenti.
Diversamente la signora molesta resterà tale per noi tutta la vita, per quanto noi ci si sforzi a vederla come occasione d’altro.
Ma la domanda è: chi ha scattato la foto di Costanza che si incipria in macchina??