#HumanaeVitae vissuta. Parte quarta

La quarta parte delle lettere arrivate anche al blog .

Grazie a tutti, continuate a scrivere a  pav@pav.va, al professore che organizza il corso alla Gregoriana, Humberto Miguel Yanez (unigre.it) e al relatore cui abbiamo fatto riferimento chiodimaurizio@ gmail.com

 

Stimati sacerdoti e fratelli nella fede, desideriamo rendervi la nostra umile testimonianza di sposi cristiani nella speranza che possa esservi utile nel percorso di rilettura che state effettuando circal’enciclica Humanae Vitae del beato Papa Paolo VI.

Siamo una coppia di Milano che festeggerà a maggio prossimo undici anni di matrimonio. Nel frattempo, siamo diventati genitori di cinque figli e attendiamo il sesto a breve. Abbiamo scoperto i metodi naturali (in particolare, il metodo Billings) non perché ce ne abbiano parlato al corso fidanzati (purtroppo!), ma perché abbiamo incontrato delle persone (medici e amici) che li hanno riconosciuti utili, in primo luogo per monitorare la salute dell’apparato riproduttore (io sono ginecologa e negli ultimi anni di università ho avuto dei cicli talmente bizzarri che ero preoccupata di non riuscire ad avere figli una volta sposata!) e, in secondo luogo, come possibilità per la coppia di vera accoglienza reciproca, nella comunione dei corpi (ma anche dello spirito!).

La bellezza che ci è stata indicata in questo metodo, ci ha poi incuriosito e invogliato ad approfondire la lettura dell’enciclica Humanae Vitae (purtroppo anche questa non abbastanza valorizzata nei corsi fidanzati, mentre è una sintesi mirabile della sapienza della Chiesa, madre e maestra, sul matrimonio cristiano) di cui ci siamo fatti a nostra volta promotori tra gli amici sposati.

Col passare degli anni, abbiamo notato un progressivo peggioramento delle sorti di questa enciclica tanto bella e ci siamo trovati a difenderla in confessionale davanti a sacerdoti che ne sminuivano la portata con argomentazioni di questo genere: “L’enciclica HV non è vincolante in quanto non è stata recepita dal popolo” oppure “Abbia compassione delle sue pazienti, mi raccomando, e prescriva loro la contraccezione ormonale che è il male minore rispetto all’aborto”. Naturalmente, non si sottolinea mai che la contraccezione ormonale è una vera e propria castrazione chimica che può diventare l’anticamera dell’interruzione volontaria della gravidanza, qualora fallisca.

Nel frattempo, con l’aumentare del numero dei figli, ci siamo ritrovati al centro di polemiche familiari sulla procreazione responsabile (in particolare, alla notizia dell’arrivo del sesto figlio, siamo stati definiti “irresponsabili” in modo più o meno esplicito dai nostri parenti). Non vogliamo sembrare perfetti o “santerellini”: anche noi siamo stati tentati dall’utilizzare la contraccezione per arginare un poco tanta fertilità ma abbiamo sperimentato (nella carne!) che il desiderio non si appagava, anzi: casomai si accentuava!

Rileggendola, ci siamo stupiti di quanto HV sia stata profetica! Si parla del timore dell’eccessivo incremento demografico, del rischio della sterilizzazione forzata da parte dei governi e del degrado morale conseguente la diffusione della contraccezione.

In tutta HV, si avverte una profonda stima per l’essere umano che sembra stia venendo meno in chi ritiene la contraccezione addirittura auspicabile in determinati contesti. C’è da sospettare che questa sfiducia nell’uomo sia in realtà una sfiducia nel suo Creatore … speriamo di sbagliarci!

Un’ultima riflessione. Oggi si discute di contraccezione nelle coppie sposate. Domani potrebbe essere la volta del celibato dei sacerdoti. Quello che rende affascinante e “martire” (nel senso di testimone) il sacerdote, è il suo essere vergine, cioè capace di un distacco dal possesso carnale per un amore più grande, a somiglianza di Gesù Cristo stesso. Allo stesso modo, ciò che rende “credibili” due sposi come testimoni dell’amore di Dio, è la loro capacità di accogliersi gratuitamente e totalmente. E’ a un amore come questo cui vogliamo aspirare e a cui desideriamo essere guidati dai nostri pastori

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Sono Francesca 60 anni compiuti quest’anno, ho incontrato l’Humanae Vitae quando avevo 21 anni e stavo per sposarmi, il mio primo pensiero è stato: lo facciano i vescovi visto che a loro piace tanto.

Poi il 20 maggio 1979 è arrivato il grande giorno e io 19 ho cominciato a prendere la pillola, così è cominciato il mio matrimonio cristiano! Dovevamo pur “divertirci” prima dell’arrivo dei figli! Dopo cinque anni e due figli non avevamo più niente da dirci e da condividere tanto meno avere altri figli l’argomento era proprio chiuso, la spirale fu il mezzo di chiusura.

Allora il Signore, del quale mi riempivo la bocca ma che non conoscevo ha mandato degli angeli per annunciarmi il kerigma a me che ero morta e pensavo che la mia vita non potesse avere più sorprese.

Da lì la vita è stata tutta una avventura impressionante, dopo circa un anno io e mio marito ci siamo  aperti alla vita e anche il matrimonio è rinato, abbiamo sperimentato che cosa vuol dire essere una sola carne, il Signore ci ha regalato altri dieci figli cinque con noi altri cinque in cielo con Lui.

A me donna, l’apertura alla vita, mi ha ridato dignità, la possibilità di sentirmi amata da mio marito, la pienezza della vita.

Attualmente sono anche la nonna di tredici nipoti, anche i miei figli hanno scelto l’apertura alla vita avendo vissuto in una casa dove l’arrivo di un nuovo fratello ha sempre portato una ventata di Vita Eterna.

Ho conosciuto molti matrimoni chiusi alla vita e anche molto infelici per questo mi sono decisa a dare la mia esperienza, se anche la Chiesa non si oppone a questa società edonistica chi mai dirà la verità alle nuove generazioni?

BUON COMBATTIMENTO A TUTTI

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Cara Costanza

Dopo il primo figlio, avuto sei anni fa, ho passato un periodo difficile sul lavoro, l’azienda è andata in crisi (sarebbe fallita di lì a poco), mia moglie stava cercando un’occupazione e non avrebbe potuto accedere ad alcun sostegno di maternità. Era certamente il momento più sbagliato per mettere in conto un’altra gravidanza. Cercando di essere fedeli, pur con i nostri limiti, al magistero della Chiesa espresso in Humane Vitae, abbiamo provato ad accostarci ai metodi naturali per aspettare un momento più propizio. Ma i metodi naturali richiedono un certo impegno e apprendimento, non si improvvisano. Risultato: secondo figlio in arrivo a 20 mesi dal primo.

Le difficoltà finanziarie sono molte, ma la Provvidenza guarda giù e sia io che mia moglie (dopo qualche mese dal parto) troviamo un lavoro, giusto in tempo per evitare la bancarotta famigliare. Passa qualche altro mese, finisce il periodo di allattamento e si ripresenta il dilemma: un terzo figlio ora proprio no, sarebbe un casino con il lavoro, come “ritardare” una gravidanza? Ci riproviamo, con i metodi naturali fai da te, e questa volta miglioriamo: il 3° figlio nasce a 24 mesi esatti dal 2°.

Passa altro tempo, i bambini crescono, è di nuovo ora di decidere che fare. Ci guardiamo negli occhi: questa volta non ci proviamo nemmeno, accoglieremo quello che Dio vorrà donarci. Anche perché in questi anni ci siamo resi conto di qualcosa che cercavamo di nascondere a noi stessi, forse per paura delle conseguenze: chiuderci alla vita, anche se attraverso i metodi naturali, non corrisponde al nostro cuore. Se non ci siamo impegnati fino in fondo per applicarli (possono davvero essere sicuri quasi al 100% se ben utilizzati), inconsciamente, è perché ritrovarci la sera a dire “no stasera no, non sia mai che ne nasca un altro adesso!”, ci sembra una risposta non adeguata alla bellezza che viviamo per il semplice fatto che i nostri figli ci sono, e alla gratitudine che dobbiamo a Dio che ce li ha donati. Quando uno riceve un dono, e ne sperimenta l’attrattiva, non è che poi risponde “grazie, adesso basta però!”.

Risultato inevitabile: 4° figlio in arrivo a 24 mesi dal 3°.

Se mi fossi fermato a pianificare, se avessi cercato di programmare io quando avere o non avere un bambino, non avrei messo al mondo uno dopo l’altro quattro figli, regolarmente in tutti gli anni pari, con preferenza per i mesi caldi di maggio e giugno (ottimo trucco per riciclare i vestiti dei fratelli maggiori, senza doversi preoccupare delle differenze di stagione).

E uno o più dei miei figli oggi non ci sarebbero.

Se a prevalere fosse stato il mio progetto, se avessimo seguito la logica del mondo, oggi almeno uno dei miei figli non ci sarebbe.

Tutte le fatiche, le preoccupazioni, non intaccano una semplice evidenza: sono felice e grato che i miei figli ci siano, tutti e quattro, e che i miei progetti di “pianificazione famigliare” (espressione terribile) siano andati a rotoli, sostituiti dal Disegno di un Altro.

Per questo mi auguro che l’insegnamento di Humane Vitae, scritta da Paolo VI contro il parere del” Mondo” intero, ma corrispondente al vero desiderio di felicità scritto nell’uomo, possa essere riaffermato in tutta la sua interezza, senza corse al ribasso.

Un abbraccio

Carlo

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Sono Alessandro e vi scrivo la mia personale esperienza dell’Humanae Vitae (e non potrebbe essere altrimenti visto che l’enciclica pone ognuno di fronte al mistero in modo intimo, individuale e.… personale).

Ho quasi 34 anni e da poco più di 7 sono sposato con Chiara, che ha un anno meno. Io ingegnere (i numeri li conosco bene) lei ostetrica (i metodi naturali li conosce bene). Con questa premessa ci si aspetterebbe una bella famiglia tranquilla, che pianifica i propri figli basandosi sui conti dell’uno e l’esperienza dell’altra… Bene, sono lieto di annunciarvi che siamo genitori di 6 figli: Giona e Raffaele che ci aspettano già in paradiso, Margherita nata nel 2012, Matilde nata nel 2013, Arianna nata nel 2015 e Matteo (già ribattezzato “il principe”) arrivato a rubare il mio harem femminile a luglio 2017.

Cospargendo la mia vita di gioie, paure, notti in bianco, litigi, abbracci, rigurgiti, baci e molto altro, sono loro i pioli della scala che Dio vuole costruire per me per farmi toccare il cielo.

In molti hanno già scritto su queste pagine, sicuramente meglio di quanto possa fare il sottoscritto, quanto bello sia vivere con fede e con coraggio la bellezza delle parole di Paolo VI. Io vorrei solo dire ai nostri cari pastori di continuare ad incoraggiare le loro pecore, di cercarle se smarrite e riportarle nel gregge e non spingerle nel burrone (un “burrone del brutto”, del semplice e del banale). E lo dice uno che la paura sa bene cos’è: fosse dipeso da me e dal mio coraggio forse quei sei figli non ci sarebbero. Lo dice una persona che al solo pensiero di essere ancora aperto alla vita se la fa nelle braghe! Ma è così che funziona: quando si intravede il bello (e Paolo VI, evidentemente, di bello se ne intendeva molto) non si può rimanere indifferenti perciò si cerca un aiuto per arrivarci e si tenta l’impresa. E il nostro aiuto siete voi!

Ma è chiaro che così è più difficile e più rischioso. A voi sacerdoti di Cristo perciò dico di avere coraggio, quel coraggio che viene dalla fede e che riesce a dire sempre la verità, ad indicarci la via del Cielo che, fortunatamente, è una sola. Vi invito a sporcarvi le mani ogni giorno e a non accontentarvi della via più facile. Se lo facessi io da genitore, se assecondassi le paure dei miei figli, cosa accadrebbe? Un disastro!

Aggiungo e concludo che a volte è proprio la paura che ci fa capire quanto importante sia quello che facciamo e quello che abbiamo. Ci fa capire quanto siamo disposti a rischiare pur di preservare quello che ci è stato donato e che ci santifica ogni giorno. Se togliamo la paura ci afflosciamo su noi stessi, ci “scamorziamo” (termine tecnico derivante da scamorza, noto latticino periforme un po’ ripiegato) e la vita è sempre uguale e monotona… la comprereste voi una Ferrari per andarci solo a 20 km/h? Non credo proprio!

Ringrazio Dio e tutti quei santi presbiteri che ho incontrato sul mio cammino finora e che hanno voluto sporcarsi di fango con me.

Amore: voce del verbo morire” (cit.)

P.S.

Vi lancio una proposta. Come le coppie, prima di sposarsi, vengono a seguire i corsi prematrimoniali, voi pastori, prima di consacrarvi, venite ad abitare un paio di mesi in una famiglia cristiana!

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E’ stato molto positivo l’effetto dell’uso del metodo naturale sulla mia vita di madre e di moglie. Non ho mai cercato di convincere mio marito  ad usarlo, non solo perché la teologia insegna che la prima coscienza da seguire è la propria, ma anche perché la Madonna fece la stessa cosa , dicendo di sì anche per suo marito.(come mi disse il mio direttore spirituale). Durante un corso di teologia, come iniziazione al cattolicesimo,  fui invitata ad approfondire il sesto comandamento. Scoprì che la questione di una eventuale colpevolezza della donna nel caso il marito non obbedisce al sesto comandamento, non era mai stata risolto definitivamente da parte del Magistero. Nel caso il marito ti chiede di abortire, devi dirgli di no, nel caso di un atto impuro, non puoi rifiutarti; questo é l’opinione della maggioranza dei sacerdoti (spero per ignoranza). Con l’uso del metodo naturale guarì all’improvviso da una infezione cronica che secondo il ginecologo sarebbe durata tutta la vita. I nostri quattro figli si ammalarono molto di meno e il nostro medico mi chiese se lo stavo abbandonando. Molto raramente davo un schiaffo ai miei figli e quando mio confessore disse che Don Bosco era contrario, decisi di non farlo mai più. Entrai in crisi perché non capivo come farmi obbedire, fino a quando scoprì che la non collaborazione come risposta alla disobbedienza , funzionava e sentì i miei figli dirsi che la mamma era diventata buona.In seguito scoprì che senza la collaborazione di mio marito era tutto inutile. Ho fatto molto più fatica convincere mio marito a non dare denaro ai nostri figli senza il mio consenso, che usare il metodo naturale. Secondo l’ISTAT , questa problematica appartiene a quasi tutte le mamme. Sono convinta che una educazione responsabile richiede una procreazione responsabile e quando vedo i giovani di oggi lo sono sempre di più. Sta scritto che la verità ci farà liberi, ma non possiamo esserlo senza conoscere tutta la verità.

Paulette.

 

5 pensieri su “#HumanaeVitae vissuta. Parte quarta

  1. Corrado

    Vorrei proporre la costituzione di una commissione per la revisione Delle Tavole della Legge in una versione più smart, piu’ moderna, basta con leggi scolpite sulla pietra passiamo al tablet…si perché purtroppo Mosè non era aggiornato sulle nuove tecnologie…

  2. Alejandra

    Hola Costanza,alguna vez podremos leer tu blog en español? La traducción de google ayuda un poco,pero se pierde la esencia y significado de algunos textos.
    Porfavor considéralo,que me interesa mucho lo que escribes, sería de una gran ayuda.
    Saludos desde Chile, al sur del mundo. La Paz del Señor esté contigo.

    Pd: te sigo desde hace años,leí tu primer libro (una amiga que vino de Italia me lo prestó) y te escribí al mail dos veces para pedirte lo mismo :porfavor, considera traducción al español en tu blog. Tus reflexiones sobre Humanae Vitae me interesan mucho.

    1. admin @CostanzaMBlog

      No tenemos los recursos para traducir cada artículo al español. La apelación de Humanae Vitae se publicará en español en los próximos días.

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