Cosa c’è veramente in gioco?

di Mario Barbieri

Con le ultime esternazioni di Don Chiodi alla Gregoriana in relazione alla Humanae Vitae, con le ben note aperture di questo o quel sacerdote o addirittura Vescovo ai rapporti sessuali omoerotici (vedi la recente proposta di “Lezioni di fedeltà per coppie gay”), con la concessione dell’Eucarestia a coppie irregolari dal punto di vista Cristiano (lasciate a norme e normative dalla “libera interpretazione”), e altri temi vari apparentemente minori (es. il Matrimonio dei Consacrati), cioè in buona sostanza tutto ciò che gira attorno la sessualità dell’Uomo, cosa si sta mettendo in discussione e a cosa si sta dando una “nuova supremazia” che finisce per scardinare ciò che da secoli la Chiesa propone e invita a vivere, come vera strada per la felicità dell’uomo, la sua piena maturazione fisica, psicologica e non ultima spirituale?


Si sta dando la priorità agli aspetti collegati alla sessualità dell’uomo piuttosto che alle componenti della sua spiritualità che sappiamo “può giudicare ogni cosa” e che dovrebbero dare equilibrio e compimento ad ogni altro aspetto del vivere.

Al contempo si sta dicendo che lo spirito non ha la supremazia sulla carne e che la carne – e si badi bene per carne intendo anche il “cuore”, le “ragioni del cuore”, i sentimenti – ha le sue esigenze, imprescindibili, ineludibili, insuperabili.

Si sta dando alla sfera sessuale del vivere dell’Uomo né più né meno il “valore” che la mentalità del mondo ha sempre dato al “sesso”, per quanto da relativamente meno tempo rispetto gli insegnamenti della Chiesa.
Il mondo lo ha fatto nelle analisi psicologiche di alcune di quelle che sono considerate pietre miliari della psicologia, lo ha fatto proponendo una sessualità “libera e senza vincoli”, autogestita e autonoma, come il paradigma di ogni libertà dell’Uomo, lo fa da tempo nelle teorie della vulgata, secondo le quali “se non lo fai sei un impotente”; “se non lo fai spesso e possibilmente in modo promiscuo, sei uno sfigato”; “se sei un/una vergine, sei malato; “ se il sesso non funziona, nessun matrimonio regge”; “se non lo fai prima del Matrimonio – visto l’assunto precedente – hai ben poche garanzie”. (E in verità potremmo continuale con le più bislacche teorie).

Può darsi che alcune delle odierne analisi condite di alta(?) teologia o di circonvoluzioni spiritual-sociologiche, paiano porsi decisamente ad un livello molto più “alto” dalle ultime asserzioni “da bar” che ho riportato, ma è proprio così?

Il concentrarsi su ogni singolo aspetto, ma soprattutto su tutta la miriade di situazioni particolari o particolarissime (che sarebbero da relegare al vaglio attento, prudente e sapiente di una preparatissima guida spirituale) spinge a trarne poi nei fatti delle regole che pare debbano divenire regole generali… cosa assolutamente insensata.

Le “uscite” più o meno contraddittorie, quando non assolutamente instabili sulla base della Sana Dottrina e dell’insegnamento plurisecolare della Chiesa sulla sessualità, paiono volerci dire che è lì che si gioca la vita dell’Uomo, che è lì che la Chiesa deve concentrare i suoi sforzi per una rinnovata proposta del Vangelo (!), che è lì che si gioca la vera, credibile e fruttuosa nuova pastorale o pastorale per i tempi moderni.
Perché? Perché diversamente l’Uomo (tapino) non può farcela, non ha speranza alcuna… la “famosa asticella”, posta troppo in alto (come per secoli è stata posta, secondo alcuni), lascia troppi esclusi dal “salto” verso la Vita Eterna, verso il “consolante Amore di Dio” (come fosse il negare una caramella ad un bambino).

Insomma la proposta secolare di castità, verginità, continenza, fedeltà, integrità e mettiamoci anche di dominio di sé (che si badi bene è stata sempre la stessa per TUTTI, non per i soli asceti), è inadeguata, superata, anzi, a ben guardare, è stata una eccessiva pretesa, figlia di anni bui e bigotti, produttrice di malesseri fisici, psicologici e di irrisolti sensi di colpa che ci hanno reso impossibile la vita…

E stupidi coloro che per la loro verginità hanno combattuto (ci sono dei Martiri che ci hanno rimesso la vita), per la loro castità hanno sofferto, rinunciato, di nuovo combattuto.
Per tutti quei padri e madri (oggi paiono veramente pochi in verità) che, senza dover arrivare allo spargimento del sangue, si sono a volte inimicati i figli, impedendo loro la promiscuità, il loro permesso alle vacanze con il/la “moroso/a”, spendendosi in parole ed esempio per rendere testimonianza alla bellezza della purezza, della castità, che possono essere queste sì più facilmente garanzia per la futura buona riuscita di un Matrimonio, piuttosto che fare un bel po’ di “giri di prova”. E figli che facendo proprio questo santo insegnamento, si sono offerti allo scherno pubblico o a scelte dolorose, non sottoponendosi al ricatto dei sentimenti di questo o quella “pretendente”.

Checché ne pensi il mondo, qui non si tratta di “castrare nessuno”, ma al contrario di liberare TUTTI, dal giogo della schiavitù delle passioni, dal fardello della carne, dalla zavorra che appesantisce lo Spirito.
E si badi bene, non nella visone eretica che vede una contrapposizione della carne allo spirito come se la carne fosse il “male”, perché Cristo si è fatto carne! Dio si è rivestito di un corpo mortale in suo Figlio Gesù Cristo, proprio perché la nostra carne possa partecipare dei doni dello Spirito, perché questa carne con le sue Opere, possa decretare la vittoria dello spirito, partecipando anch’essa all’immortalità dell’anima. Infatti noi crediamo alla resurrezione della carne, alla sua partecipazione al Giudizio Finale, per la vita o per la dannazione eterna.

L’assurdo poi, è che nelle storture della Retta Dottrina i loro propagatori sono talmente accecati sulla Verità, che neppure più distinguono la realtà!
La realtà di un mondo che ormai è sotto overdose, assoggettato al volere della “carne”, delle sue esigenze. Di tutto le sue esigenze, del cosiddetto “benessere”, del denaro che il benessere assicura, della medicina che dalla morte ci preserva (?), del culto del corpo e della personalità, della visibilità sui “social”, del sesso fine a se stesso (meglio se estremo e promiscuo), che porta alle peggiori aberrazioni dell’Uomo e della sua psiche. Dell’overdose dei “diritti”, perché oggi TUTTO è un diritto… se credo che la tal cosa mi dia la felicità, anche un momentaneo “star meglio”, è mio diritto!

Così cosa proponiamo a questo mondo satollo e disperato? Non più la mirabile, gioiosa (anche nella prova), liberatoria, consolatoria, affascinante, esaltante, esigente, amorevole via di Cristo, che è il Cristo stesso, ma saldi e doppi saldi, dilazioni e sconti di pena (della pena del vivere intento), la svendita della bellezza del Vangelo, il “mi piace” (quando mi piace) sotto la vita dei Santi purché restino lì come “santini” e intervengano solo a mo’ di amuleti.

Se non ce la fai, non preoccuparti, ti capisco e ti comprendo, non ti dico che NESSUNO di coloro che “ce la fanno” o ce l’hanno fatta, ci riescono e ci sono riusciti, solo in virtù della Grazia di Dio, perché si sono messi in conversione (che è un completo cambio di rotta), hanno accettato di chiamare il loro peccato per nome, hanno rimesso il loro peccato nelle mani di Cristo che li ha portati con Sé sulla Croce per annullarli attraverso il Sacramento della Riconciliazione, per iniziare a sperimentare quella forza che viene da Lui che tutto può, che può sconfiggere ogni nostro nemico, che può sconfiggere la morte e la paura della morte che domina il nostro cuore.
Certo ci vorrà tempo e cadute e combattimento e altre cadute e altro combattimento, e ribellioni e ritorni, ma in gioco c’è la tua vita, la tua felicità e quella di chi ti sta vicino e una pienezza di vita che non si può neppure immaginare.

No! Mentendoti ti dirò che c’è una via più breve, più comoda, che non ti chiederà grandi sacrifici, basta che prometti di essere un po’ “più buono”, che ti migliori un po’, che metti una pezza nuova sul tuo otre vecchio (e la Scrittura dice che fine fanno quegli otri), che se il tuo demone è l’omosessualità, basta almeno tu sia fedele ad un solo partner.
Che se sei un adultero, tu sia fedele e “voglia bene” (qualunque cosa significhi), almeno alla tua amante!

Direi che questa “regola aurea” si possa poi applicare a qualunque dei peccati capitali…

Se questa è la china, ci attendono anni bui (questi sì, altro che il Medioevo), non solo più bui per il mondo, ma più bui per tutto il genere umano, perché se la lanterna che deve illuminare la “casa” si mette sotto al moggio, sarà arduo per tutti continuare a vivere in quella casa immersa nelle tenebre.
Se anche solo il Male si inizia a definirlo “maluccio”, forse anche “benino”, se nessuno ci inviterà ad alzare lo sguardo oltre il piano orizzontale, oltre il nostro stesso ombelico, sopra il fango dei nostri peccati, per guardare a quella Croce innalzata per la nostra Salvezza, quale speranza per l’Uomo?!

Naturalmente non credo nel modo più assoluto che Dio permetterà che il Principe del Mondo abbia la meglio, anzi, da SEMPRE il serpente antico è già sconfitto, ma ciò non significa che la situazione di oggi non possa peggiorare.
Ciò significa la Chiesa Fedele avrà da soffrire a combattere forse come non ha mai fatto, che ancora il Sangue dei Martiri non è stato tutto sparso a irrorare la tremenda aridità di questo pianeta, ma le Tenebre non avranno la meglio perché anche tutta la casa vi fosse immersa, è sufficiente una piccola candela, la luce del Cero Pasquale, perché si tornino a vedere volti e mani e porte e finestre da spalancare alla Luce.

20 pensieri su “Cosa c’è veramente in gioco?

  1. Michele

    Ottime riflessioni. Aggiungerei due elementi:
    1. Nella gerarchia ecclesiastica cattolico romana oggi esiste un problema così grande da non poter essere nemmeno nominato: l’omosessualità. Non la pedofilia, che pur essendo abominevole può essere circoscritta ad un numero limitato di chierici e che anzi paradossalmente offre una specie di “paravento” al problema principale di tanti, troppi ecclesiastici con mansioni importanti: la sodomia. “Tolleranza zero” contro la pedofilia si può affermare e fa diventare pure degli eroi. Non vedo alcun prelato in grado di gridare: “tolleranza zero” contro la sodomia. Non solo sarebbe travolto dagli strali del pensiero dominante, ma pure i suoi confratelli non sarebbero d’accordo.
    2. Oggi la cultura dominante vuole la distruzione della differenza sessuale tra maschio e femmina non per renderci uguali, ma per distruggere sia il maschio sia la femmina. Distrutte le due polarità principali in cui si divide il genere umano, si distrugge la possibilità di relazione tra i soggetti. Si distrugge la vita e l’umanità in una mossa sola: scacco al re.

  2. Francesco Paolo Vatti

    Che se sei un adultero, tu sia fedele e “voglia bene” (qualunque cosa significhi), almeno alla tua amante!

    Ecco: non ci si rende conto che, oltre al proprio e a quello del proprio coniuge, con l’adulterio si fa anche il male dell’amante….

      1. Valeria

        Tutti e due. Ma qui direi che ci sono due adulti che scelgono il loro inferno (letteralmente), ma i figli che non possono scegliere e che subiscono il più grave e fondamentale tradimento ?

  3. giovi

    L’obiezione principale che mi viene fatta a questo tipo di discorso, è che siano discorsi inutili, che tanto già tutti sanno che l’adulterio o la pratica omosessuale sono un male, che dobbiamo vivere annunciare Gesù, la bellezza di Gesù e il resto viene da sé.
    In un certo senso è vero, spesso penso all’episodio del biliardino, accantonato ,negli anni sessanta, dai ragazzi di don Giussani, perché erano mille volte più affascinati da Gesù.
    E anche nella mia esperienza di Gs, ormai di tanti anni fa, non ho mai sentito discorsi mirati alla morale sessuale cattolica ( al contrario di tanti ambiti dell’epoca, che oggi sono, per semplificare, di “cattolici adulti ” ), ma si faceva semplicemente un cammino cristiano e tutto si metteva al posto giusto.
    Oggi , credo che invece, in mezzo a tanta confusione, dovuta sia al cambiamento d’epoca di cui parla il Papa, ma anche fomentata da tanti pastori, come abbiamo visto a proposito del ritiro di Torino, qualcosa la si debba dire e non dare per scontata.
    Ieri parlavo con mia figlia di 12 anni : anni e anni di catechismo e di vita in una famiglia cristiana, frequenza regolare dei sacramenti compresa ed è rimasta stupita mentre le dicevo che il matrimonio cristiano è indissolubile , collegandomi a un cantante in tv, sposato in chiesa, che era tranquillamente divorziato e riaccompagnato.
    Ecco, sicuramente non avevamo mai affrontato il tema in maniera diretta con lei, come non lo avevano fatto i miei genitori con me e devo dire che la questione non è nel suo interesse immediato, ma , insomma, la cosa mi ha fatto pensare.
    Un ragazzino in crescita, coi problemi di identità dell’età, che ascoltasse un Carrega, che parla di fedeltà ad atti immorali o un Leonardi, i cui stessi nipoti si sposano in comune, nel pieno gaudio e vanto del prete, che idea si farebbe ?

    1. @Giovi
      Domanda diretta. Ma secondo te nel caos attuale ci siamo finiti per caso, per via del destino cinico e baro, oppure anche perché quell’idea “non c’è da insegnare, tanto lo sanno già tutti, … il resto viene da sé” era un’utopia, che come molte utopie sulle prime sembra funzionare, ma poi mostra alla lunga il suo fallimento?

      1. giovi

        @Fabrizio
        No, non era un’utopia per i miei tempi: noi conoscevamo la morale sessuale cattolica per l’educazione ricevuta in famiglia, a catechismo, a scuola ( io ricordo che pregavamo ogni mattina in classe, in una normalissima scuola elementare statale e che nella piccola educazione sessuale che ci impartì la maestra, non c’era spazio per alcun volo pindarico ) e anche nella società .
        Negli incontri e nei grandi raduni di Gs , la morale sessuale cattolica non era mai a tema, come invece era a tema, anche in modo assillante, nelle parrocchie e nei gruppi parrocchiali dell’epoca, quelli da dove sono venuti proprio i devastatori della morale cattolica.
        A tema c’era il fascino di Gesù, che dava il motivo per aderire alla proposta morale cristiana, che comunque era conosciuta , ma si approfondiva e arricchiva di significato in un cammino di fede totalizzante.
        Oggi, non vedo una strada sicura come la vedevo da ragazza, in quel contesto di fine anni settanta .
        Di sicuro, non mi basta rimpiangere il passato.

        1. Io ho scritto “un’utopia, che come molte utopie sulle prime sembra funzionare, ma poi mostra alla lunga il suo fallimento”. Quindi non è una risposta soddisfacente che “all’epoca” i fatti non dimostrassero l’essere un’utopia.

          In realtà, la risposta la vedo già nel tuo primo post, quando parli dell’episodio di tua figlia. Mentre i cattolici si sono lasciati ingannare dall’idea che non bisognava insegnare (dico ingannare, perché era un’idea del tutto estranea alla nostra tradizione e francamente è un’idea del tutto estranea al buon senso, ma imposta dallo spirito del tempo), il mondo, ben contento di averci convinto a sloggiare dalle cattedre, ha subito installato i suoi insegnanti a rimpiazzo dei nostri (ecco perché ho scritto ingannare): proprio attori, cantanti, scrittori, eccetera; e si è prodigato in un’operazione di indottrinamento che non ha paragoni nella storia dell’umanità. Non solo per decenni non li abbiamo contrastati, ma li abbiamo pure “battezzati” cercando spasmodicamente qualcosa di “cattolico” nei loro messaggi, come un “Gesù” detto da John Lennon o simili, e facendo finta di niente se compariva come uno tra tanti in una lista di persone che iniziava da Buddha e finiva a Che Guevara. Quello che vediamo oggi è semplicemente la conseguenza a lungo termine dell’aver rinunciato ad insegnare, seguendo chissà quale miraggio.

          1. giovi

            Forse non mi sono spiegata : quando ero adolescente, non c’era bisogno di spiegare la morale sessuale, almeno nell’esperienza di CL, mentre era spiegatissima in altri ambiti i cui partecipanti, da adulti, l’hanno sbeffeggiata e tradita, anche se vescovi o responsabili diocesani in carica, come il don Carrega.
            Quindi non si era affatto rinunciato a proporre la morale sessuale, forse si era rinunciato a proporre Gesù , dandolo per scontato.

            Ma oggi, in questa situazione, che fare ?
            Il semplice ribadire la morale che fascino può avere?
            Non parliamo nemmeno di quanti , in ambito cattolico, ne ribadiscono il rovesciamento.

            Non so, credo che al fondo ci sia un problema di fede, come aveva detto Costanza, seppur rudemente, al Carrega, ma la strada da intraprendere non è affatto chiara, perlomeno in senso missionario, in senso lato, perché personalmente ce l’ho ben chiara.

            1. La Morale, non solo quella sessuale, trova il suo fondamento e quindi la sua esplicitazione SOLO in Cristo. Fuori da Cristo diviene puro moralismo (per certi versi persino impraticabile). E ciò che l’articolo in estrema sintesi sottolinea.

  4. Alessandro

    “Se non ce la fai, non preoccuparti, ti capisco e ti comprendo… Mentendoti ti dirò che c’è una via più breve, più comoda, che non ti chiederà grandi sacrifici, basta che prometti di essere un po’ “più buono”, che ti migliori un po’, che metti una pezza nuova sul tuo otre vecchio (e la Scrittura dice che fine fanno quegli otri), che, se sei un adultero, tu sia fedele e “voglia bene” (qualunque cosa significhi), almeno alla tua amante!”

    Mai sentito esplicitare con tanta chiarezza e nettezza, senza giri di parole, quello che TANTI NOSTRI VESCOVI dicono CON I LORO STESSI DOCUMENTI al loro gregge.

    Che cosa scrivono infatti i Vescovi dell’Emilia Romagna (ma ti assicuro che quelli piemontesi e valdostani hanno detto pochi giorni fa la stessissima cosa nella sostanza) a chi è in adulterio, ai divorziati risposati conviventi more uxorio?
    Raccomandano proprio che, se non riescono a vivere in piena continenza fra di loro come vuole Familiaris Consortio 84, continuino pure a rimanere in adulterio, cioè ad avere atti “coniugali” (sic!) tra di loro, non sia mai che se vi rinunciano abbia a incrinarsi la fedeltà del loro rapporto adulterino e/o ne scapitino i figli nati in tale unione:

    “La possibilità di vivere da “fratello e sorella” per potere accedere alla confessione e alla comunione eucaristica è contemplata dall’Amoris Laetitia alla nota 329. Questo insegnamento, che la Chiesa da sempre ha indicato e che è stato confermato nel magistero da Familiaris Consortio 84, deve essere presentata con prudenza, nel contesto di un cammino educativo finalizzato al riconoscimento della vocazione del corpo e del valore della castità nei diversi stati di vita. Questa scelta NON è considerata l’unica possibile, in quanto la nuova unione [adulterina! ndr] e quindi anche il bene dei figli potrebbero essere messi a rischio in mancanza degli atti coniugali [ma come è possibile che dei Vescovi – Vescovi! – abbiano la sfrontatezza di chiamare “atti coniugali” quelli tra conviventi more uxorio?! E da quando i Pastori si preoccupano che non sia “messa a rischio” la “nuova unione”, cioè nientemeno che un’unione adulterina?!]” (n. 9)
    http://www.imola.chiesacattolica.it/home_diocesi/news/00000474_Indicazioni_sul_capitolo_VIII_dell_Amoris_Laetitia.html

    Ma la dico tutta: i Vescovi summenzionati osano impartire queste indicazioni e raccomandazioni perché si fanno forti in particolare (e lo dicono anche) della nota 329 di Amoris laetitia (di cui è noto l’Autore), la quale – ahimé – tratta anch’essa da rapporti coniugali quelli che coniugali non sono affatto:

    “In queste situazioni, molti, conoscendo e accettando la possibilità di convivere “come fratello e sorella” che la Chiesa offre loro, rilevano che, se mancano alcune espressioni di intimità, «non è raro che la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli» (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 51) [ma la Gaudium et spes al n. 51 sta ovviamente parlando della fedeltà dei CONIUGI, degli atti coniugali tra CONIUGI! Non si può applicare quel passo del documento conciliare a divorziati risposati conviventi more uxorio! La Gaudium et Spes NON difende la stabilità, la fedeltà delle unioni adulterine! Non consiglia di continuare ad intrattenere rapporti sessuali pur di preservare la stabilità, la fedeltà di tali unioni!]”

    Ciò rimarco non per scaricare sui nostri Vescovi tutte le colpe (lungi da me), ma, caro Bariom, per ricordare da quanto in alto provenga, a livello di gerarchia ecclesistica, l’errore che tu tanto appassionatamente e lucidamente evidenzi! Quanto altolocati sono i Pastori promotori e fautori di questo errore! E quanta terribile confusione ne viene al Gregge…

  5. LisoLiso

    Ho un amico TDG, in 5 minuti mi ha spiegato, in modo chiaro e senza possibilità di fraintendimenti, tutto ciò che ben due Sinodi hanno cercato di esplicitare, senza peraltro riuscirci.
    La confusione è una delle armi più potenti del demonio, e questi sono tempi di grande confusione.

  6. nat

    “Bestiali come sempre, carnali, egoisti come sempre, interessati e ottusi come sempre lo furono prima, eppure sempre in lotta, sempre a riaffernare, sempre a riprendere la loro strada sulla via illuminata dalla luce ; spesso sostando, perdendo tempo, sviandosi, attartandosi, tornando eppure mai seguendo un’altra via.” Eliot
    Non è forse di uomini così come li descrive Eliot che nella Chiesa si dovrebbe avere stima?

  7. Ogni atto, ogni pensiero, e fatti deve essere chiamato con il suo nome, se siamo sincero con noi stesso, e credo che non è poco….solo la verità rende liberi,…il resto può diventare una schiavitù, anche senza rendersi conto ….conoscere prima di sapere e tutto cambia… è una grazia…
    Non so se mi spiego bene, ma si trova tra le righe.
    Buona notte a tutti.

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