La vera violenza sulle donne

di Costanza Miriano

Il senso di questo proliferare di giornate mondiali per, contro, del, è di far palare di qualcosa di cui si tace, far emergere un aspetto in ombra, ricordare una verità dimenticata. Il senso della giornata contro la violenza sulle donne qual è? Esiste forse qualcuno al mondo, in questo mondo occidentale in cui si celebra, che non la condanni? Che la giustifichi? Esiste qualcuno che passando davanti al Campidoglio illuminato di rosa venga alfine fulminato da una sorta di agnizione e decida di non essere più violento?

Per me è evidente che l’obiettivo vero di questa martellante, iperbolica campagna contro la violenza sulle donne – fenomeno non in aumento ma in flessione – sia la messa all’indice dell’uomo, del maschio bianco, occidentale, eterosessuale. Perché se è sacrosanto e indiscutibile condannare senza appello la violenza (e magari agire nelle sedi consone, prima di tutto quella penale, non sui social), se, forse, è necessario ampliare lo sguardo (c’è un’altra Asia, che è donna anche lei, e che sta in carcere da sette anni perché cristiana), allora forse sarebbe utile guardare alla vera condizione delle donne da queste parti.

Alle donne che conosco io, per dire, a procurare la vera sofferenza nella stragrande maggioranza dei casi non è stata una violenza o un abuso. Se guardo alla mia storia e a quelle reali di cui so, l’unica vera violenza che ho subito io, per esempio, è stata quella di dover lasciare i figli a  quattro mesi di età per non perdere il giro dei contratti da precaria. E già io sono una privilegiata, perché era per fare la giornalista. Ci sono milioni di donne nel mondo che invece che crescere i propri figli devono per necessità stare otto ore al giorno alla cassa di un negozio, anche quando i bambini hanno disperato bisogno di loro perché la legge non considera un diritto della donna obbedire alla propria carne. E’ un diritto uccidere il figlio, non è un diritto allattarlo: a tre mesi il bambino si nutre solo così, e costringere una donna a lavorare – prendere o lasciare – vuol dire interrompere un processo naturale. Anche questa è violenza sulle donne.

E’ violenta la mentalità aggressivamente emancipatoria di cui è imbevuta l’industria dell’intrattenimento, pensata affinché da quando vedi i cartoni a tre anni tu venga convinta che devi liberarti di chissà quali retaggi, che i figli e  gli affetti sono un peso, e che prima devi affermarti nel mondo, poi casomai pensare al resto. Le ragazze oggi la ciucciano col biberon questa mentalità. Poi magari a 45 anni sono infelici perché per la maggior parte di loro la vita non è stata una scelta consapevole, ma molto, molto condizionata.

E’ violenta la disapplicazione della 194, che dovrebbe prevedere l’aborto come extrema ratio dopo che si è tentato in ogni modo di salvare il bambino. È violento lasciare una donna sola col suo “problema”, e non fare una cordata intorno a lei che le dica che salvare quella vita è la cosa più importante che una comunità possa fare. E’ violenza sulle donne aver tolto l’obbligo di prescrizione per la contraccezione di emergenza: così oggi si vendono 600mila confezioni all’anno di pillole del giorno dopo, o dei tre giorni, senza ricetta (ma per l’Aulin serve): è violenza lasciare le donne a sbrigarsela da sole, senza assistenza, senza nessuno con cui parlare.

E’ violenza usare l’indignazione contro la violenza per incentivare una mentalità che è contro la profonda natura e quindi contro la felicità delle donne, che poi è esattamente la stessa tecnica che si usa per silenziare i sostenitori dell’antropologia maschio femmina accusandoli di bullismo omofobico.

IL FOGLIO 25 novembre 2017

66 pensieri su “La vera violenza sulle donne

  1. Luigina

    Grazie per dare voce alle donne. In questo mare di chiacchiere e grida il cui unico scopo è allontanare dalla verità e darci in pasto a falsi profeti, non posso che ringraziarti. Sono autorizzata a dirlo perché ne ho fatto esperienza: solo l’incontro con Cristo guarisce e dà senso a qualsiasi sofferenza, solo il perdono ricevuto dà occhi di misericordia per qualsiasi nemico. Per me questo annuncio ricevuto nella Chiesa non è stato un discorso edificante ma vita. Per questo concordo con te e con chi ha il coraggio di denunciare la menzogna in cui siamo immersi.

  2. Fabio

    Pienamente daccordo. Articolo che smaschera le vere violenze quotidiane sistematiche taciute sulla donna. E riconosco come intelligente analisi il fatto che non si dedichi attenzione e rispetto al meraviglioso agire della donna nell’ambito della famiglia, dell’educazione dei figli che saranno gli uomini e donne del domani a causa delle ideologie imperanti. Viene sminuita e sottaciuta questo insostituibile agire delle donne per far posto alle ideologie del gender e del modernismo. Questa e’ la vera violenza sul mondo femminile. E i maschi, in un mondo che non rispetta la donna, non possono che sentirsi irrealizzati e infelici.

  3. 61angeloextralarge

    Grazie! Come sempre dici concretamente la verità.
    Ci si è domandato perché l’uomo è rimasto etraneo a questa giornata. Cosa ci si aspettava di diverso?
    Per quel che mi riguarda , ieri e nei giorni precedenti, ho cambiato sempre canale della tv ad ogni apparire delle donne “politichesse” in riunione e di qualsiasi notizia sulla giornata: mi sentivo notevolmente presa in giro.
    Come mi sento presa in giro dalla festa della donna.

  4. nat

    Un noto ginecologo in questi giorni ha epresso tutto il suo orgoglio per il personale contributo dato alla liberazione della donna: 10.000 aborti eseguiti di sua mano e non non so quante decine di migliaia dalla struttura che dirige.

  5. Jenas

    Le giornate mondiali dedicate a problemi complessi e che riguardano tutta la collettivita’, di per se stesse, sono come la neve di marzo: destano quell’attenzione destinata a svanire nell’arco di una giornata e chi fuma, chi violenta, chi abortisce, manco ne e’ toccato. Servirebbero, piu’ che iniziative di questo genere, che comunque hanno il pregio di destare l’attenzione circa problemi perniciosi quanto atavici , provvedimenti che possono emanare solo dalla volonta’ del legislatore proprio perche’ con i buoni propositi non si e mai costruito alcunche’ di positivo. Va bene dunque stimolare le coscienze, interrogare e favorire dibattiti ma se manca poi una volonta’ politica ad operare nel concreto con interventi a livello di legislazione, tutto si risolve come l’abbaiare del cane contro la luna che serve solo a destare dal sonno qualche anima assopita ma non smuove di un solo millimetro la luna.

  6. RAFFAELE PONTICELLI

    Cara Costanza
    purtroppo mi sembra che sei sola forse unica a ragionare in questo modo ,che io condivido pienamente,sono un ginecologo antiabortista,obiettore.Purtoppo ho dovuto pagare sulla mia pelle quella scelta di essere obiettore ,che non mi ha permesso di far carriera.Attualmente sono pensionato e non mi pento tutt’oggi di averla fatta .Mi auguro che i nostri governanti che purtoppo sono l’espressione del decadimento in cui siamo arrivati non facciano quest’ulteriore passo avanti ,cioè abolire l’obiezione di coscienza.Distinti saluti.
    Dottor Raffaele Ponticelli

  7. domenico

    Grazie di queste verità… Quanta violenza dei media, e la donna continua ad essere in vetrina, esposta e in balia di menti che continuano a strumentalizzare …

  8. Davide Scarano

    Cara Costanza, grazie per il tuo coraggio e la tua Fede. PS Se poi anzichè di considerare l’umanità artificiosamente divisa a pezzi si riflettesse sul fatto che quella che questa violenza sulle donne coinvolge anche altri esseri umani, in particolare mariti e figli, il cerchio si chiude.

    1. C’e’ un libro che ogni tanto riapro. Il suo titolo e’ “Gli intellettuali” di Paul Johnson. Oltre alle idee, vi e’ descritta la vita dei più importanti maîtres a penser dell’occidente: tra di essi Rousseau, Sartre e De Beauvoir, Brecht, e altri. In quelli che ho indicato ( ma non solo in essi) li accomuna una condotta sessista e crudele verso le donne. Sarte aveva una sorta di arem cui appartenne anche una quattordicenne e cui sopraintendeva la Debeauvoir (colei che, come risulta nella sua autobiografia, aveva abbandonato il cattolicesimo perché il suo confessore le aveva fatto abbassare la testa con la mano, episodio che il card. Ravasi racconta con enfasi, guardandosi bene di accennare agli esiti successive della di lei vita). Brecht non aveva fatto curare una delle tante sue donne (una fedele e sottomessa segretaria) malata di tbc e morta poi per tale malattia, dicendo al medico che ormai era troppo tardi ( anticipazione della legge sul fine-vita). Di Rousseau e’ fin troppo nota di non occuparsi dei suoi figli, abbandonati nei brefotrofi.
      Quello che non ho mai capito e’ perché tanti cattolici “aperti” accettino la denigrazione della loro fede, basata sull’incoerenza dei cristiani, quando il divario tra tra idee e vita dei loro maggiori accusatori sia, quai sempre, scandalosamente più ampio.

  9. sia la messa all’indice dell’uomo, del maschio bianco, occidentale, eterosessuale

    … tranne quello progressista, s’intende. Ho letto ora i vostri commenti su un articolo di qualche giorno fa, nei quali avete parlato di Picasso. Indubbiamente bianco, occidentale, decisamente eterosessuale, ma progressista. Ecco, proprio pochi giorni fa, casualmente a ridosso della bolsa giornata dedicata alla violenza contro le donne, la RAI ha trasmesso un documentario sul pittore, documentario ovviamente dai toni quasi totalmente agiografici: pur trovandoci in mezzo alla sindrome Weinstein, per cui tutti hanno dovuto dare addosso al maschio e alla tradizione, con contributi di spicco in particolare da parte di Ravasi e Bollani, per quanto riguarda Picasso invece nessuna menzione delle violenze fisiche contro le sue concubine (che una si sia suicidata è stato riportato in modo molto distaccato), giusto qualche accenno a quelle morali (limitate alla sofferenza delle concubine passate di moda), ma ampiamente compensata dalle entusiastiche dichiarazioni di tutti i figli a proposito del genitore; figli che semmai hanno sofferto per quel cattivone di stato retrogrado che, all’epoca delle discussioni sull’eredità, penalizzava le famiglie allargate rispetto quelle legittime (aggettivo sempre affiancato alla parola “cosiddette”). In sintesi, se qualcosa di negativo ci fu nell’uomo nei confronti dei suoi familiari, donne in primis, è stato comunque giusto e doveroso sacrificio sull’altare dell’arte.

    1. Gabriella Redolfi

      Bravo Fabrizio . Concordo con te.
      Tutto a tacere in nome dell’ arte.
      E purtroppo non è l unico caso ma moltissimi.
      Qui da noi si festeggia Joyce ….che affamava la famiglia per correr dietro
      a se stesso.

  10. Luigi

    Un’altra donna che – grazie al Cielo! – esplicita osservazioni simili:
    http://www.lefondamenta.it/2017/11/25/donne-odiano-gli-uomini-limiti-lipocrisia-delle-battaglie-diritti-delle-donne/

    e il piano d’azione del femminismo 2.0, vero e proprio “Mein Kampf” delle neo-streghe:
    https://drive.google.com/file/d/1r_YsRopDAqxCCvyKd4icBqbMhHVNEcNI/view

    Non è inutile notare come tutto si vada saldando, l’odio antivirile e antimuliebre con il genderismo, la censura con la Grande Sostituzione… ma come avvertiva la saggezza dei padri, tutti i nodi vengono al pettine…

    Ciao.
    Luigi

    1. Il documento 2.0 non me lo sono letto, non ho lo stomaco, ma l’ho solo sottoposto a una rapida occhiata. Bello: LGBT*QIA+, vedo che non bastano più neanche le lettere e i numeri, ma ora servono anche i caratteri non alfanumerici (più avanti ci vorranno anche quelli Klingon, probabilmente). L’acronimo assomiglia sempre più alla forma grafica che nei fumetti si usa per riferirsi alle parolacce.

      1. Luigi

        Una volta fatta la tara al linguaggio da “ciclostilato in proprio” degli anni Settanta, moltiplicato ahimè per cento e spruzzato di rosa schocking, penso che sia importante leggerlo e farlo leggere.

        Per capire, appunto, cosa ci sia davvero dietro l’orgia retorica di questi giorni, che non è poi altro che la cara, vecchia маскировка aggiornata ai tempi.
        Basti dire che, dopo le baruffe lessicali, la prima richiesta che viene avanzata è la messa fuori legge dell’obiezione di coscienza nell’applicazione della legge 194/78. Così, senza nemmeno passare dal via, vogliono ancora più violenza femminile, più omicidi, più mani insanguinate.

        Non ultimo, il “collettivo” che sta dietro tutto questo viene spesso citato, dai media mainstream, come neutrale, terzo, indipendente, buono a prescindere (come del resto avviene per tutte le ONG che si situino in un ben preciso filone).
        Ma non è così. L’innervatura ideologica e partigiana è evidente e pesantissima.

        Ciao.
        Luigi

  11. Ho letto solo ora il commento del dott. Ponticelli. È un esempio di grande coraggio e di sacrificio, e la mia stima va a tutta la categoria. Resistete… Da questo autunno mi sono aggregato ad un piccolo gruppo di persone che recitano il Rosario davanti alle cliniche ospedaliere (quelli dagli “occhi inespressivi” secondo Galantino) e preghiamo sempre anche per chi ha il coraggio della testimonianza nelle circostanze più difficili. La nostra Madre Santissima vi sosterrà sempre, in tutti i momenti di difficoltà.

  12. Benedetta Merla

    È evidente che parli di un tema che non conosci e che non ti è appartenuto. Il messaggio motore e il senso di questa campagna credo che sia dalle donne rivolto alle donne e si inserisca nello spazio dilaniante e spesso sanguinario che c’è tra il subire e il prendere coscienza, tra il prendere coscienza e il decidere se ‘agire nelle sedi consone’. Il fatto che tratti questo tema, che è un dramma enorme che riguarda la persona e il suo modo di essere cristiana, con superficialità e come pretesto per dire altro, la trovo una grave mancanza di rispetto. Ci sono di mezzo temi importantissimi e altissimi come la dignità della persona, come la responsabilità genitoriale nella sua essenzialità proprio in vista della possibilità e volontà di vivere un cristianesimo vero (e non la religiosità naturale). Parli a un livello escatologico, parli a persone come te che hanno vissuto esperienze simili alle tue. Scusami se spero che mia figlia non ti legga. Per poter fare da paladina della fede ovvero prima di preservare la cristianità bisogna preservare la persona nella sua integrità, perché l’incontro con Cristo è lì che avviene.
    Che poi di lì all’estremizzazione femminista il passo sia breve sono d’accordo, come sono d’accordo sul fatto che questa campagna possa venire usata e manipolata per raggiungere anche altri scopi.
    Ringrazia il cielo se ‘l’unica violenza che hai subito tu è stata quella di dover lasciare i figli per non perdere il giro di contratti da precaria’. Comprendo perfettamente la tua sofferenza, mentre tu sei lontana anni luce dalla mia come da quella di tantissime donne. Anche se ‘il fenomeno è in flessione’.
    E questo ‘maschio bianco, occidentale, eterosessuale’ che nei secoli ce ne ha fatte subire di cotte e di crude legittimato dai governi e anche dalla chiesa, capisco che si senta oggi privato di un suo diritto, di un ruolo. Se ne farà una ragione dico io, come per secoli hanno dovuto fare le donne e imparerà ad amare questa ‘nuova’ donna più consapevole di se stessa invece che massacrarla con ogni mezzo a sua disposizione. Del resto non credo si possa ambire a un equilibrio in questa vita.
    Ho sentito poco rispetto e tanta approssimazione su un tema che non merita nè l’uno nè l’altro.

    1. Luigi

      Il tuo discorso d’odio – che ti è concesso solo perché rivolto contro gli uomini – è proprio la conferma che Costanza ha ragione.
      Come affermi infatti esplicitamente, è proprio il maschio bianco eterosessuale (magari ancora cattolico!) l’obiettivo di questa virulenta campagna razzista.
      Le donne vittime di violenze, che sia da parte di altre donne o di uomini, sono solo un pretesto.

      Per il resto, poi, risponderà Costanza; se vorrà.
      Ma da maschio bianco etc., ti dico che nessun uomo degno del nome si abbasserà mai ad amare alcuna parodia di donna; tanto meno a massacrarla (ma quando? ma dove?).

      Ciao.
      Luigi

      P.S.: anche da parte mia, tutta la stima possibile al dottor Ponticelli.

    2. Luigina

      Capisco la tua sofferenza, la tua rabbia e paura. Ho vissuto per tutta la mia adolescenza il dolore e l’isolamento che causa l’abuso. Però concordo in pieno con Costanza e con gli altri. Ti auguro di incontrare Cristo nella Chiesa, di accogliere l’unico uomo che può farti rialzare, veramente integra e nuova, capace di vedere senza scandalo il peccato tuo e di tutti gli uomini. Bianchi, neri, letterati e incolti. Non c’è differenza. E’ possibile. Lo è stato per me, che ho provato tante alternative. E ti consiglio di informarti, sulla storia della Chiesa, da persone serie, perfino da non cattolici come la direttrice dell’archivio storico di Francia Régine Pernoud, una dei tanti che hanno avuto amore per la verità (ce ne sono tanti altri!). Con l’augurio sincero di accogliere la tua vita, soprattutto la tua croce, come un dono.

    3. @Benedetta Merla,

      mi sono spiaciuti i toni del tuo commento (spero tua figlia non li leggerà),
      come è sempre spiacevole sentire qualcuno alludere alla vita altrui – che non si conosce – per di più quasi rinfacciando il non aver sofferto abbastanza o perché “io ho sofferto più di te, allora io so di cosa parlo e tu no!”.
      Che è poi un modo come un altro di mettersi su di un piedistallo, con tutto ciò che ne consegue (e che abbiamo potuto leggere).

      Mi è spiaciuto lo j’accuse rivolto al “maschio bianco, occidentale, eterosessuale, che nei secoli ce ne ha fatte subire di cotte e di crude legittimato dai governi e anche dalla chiesa (??)…” assolutamente generico e generalizzato che a sentire te pesa sul tuo capo come portassi tu i mali del mondo…
      Certo me ne dispiace, ma portarti questo astio dentro non ti aiuta, ne fa di te un grande esempio di cristiana… e mi permetto di dirlo visto che sempre tu tiri in ballo il “dramma” che riguarderebbe l’essere cristiani e il viverlo con superficialità (cioè essere anche cristiani superficiali).

      Qui secondo il tuo metro verrebbe da dire: “ma di che stai parlando?? Che ne sia tu del dolore di migliaia, milioni di donne nei secoli?!”.

      Semmai Cristo Nostro Signore ne può sapere qualcosa (anche più di “qualcosa”).

      Infine, ammesso che qualcuno qui ed in particolare Costanza, voglia ergersi o si sia proclamata “paladina/o della Fede”, non sarei tanto sicuro che si debba partire dalla “integrità della persona” (comprendendo prima cosa si intendere per “integrità”).

      Cristo è venuto per tutti i NON-integri, è venuto per tutti i malati, gli storpi, le vittime, ma persino (udite, udite) per gli aguzzini, che hanno anch’essi, forse più di altri perduto la loro integrità – e rischiano di perderla per sempre!
      Quindi si annunci Cristo (Cristo Re visto che siamo nel Tempo giusto) e la Fede come UNICA strada di guarigione e integrità ritrovata.

      Ognuno lo farà con i mezzi e l’esperienza che il Signore gli dona.

      Spiace quindi leggere che chi dovrebbe essere Sorella nella Fede, disprezzi (o giù di lì) altri, che condividono la stessa Fede e combattano la Buona Battaglia.
      Le esperienze diverse poi si confrontano e si condividono, ma nel tuo commento, spiace dirlo, non vedo traccia né di confronto (in senso fraterno), né di condivisione.

      Ti auguro ogni bene.

      1. “ma di che stai parlando?

        Ecco, esatto, vediamo di andare un po’ più in profondità. Come è stato detto sopra, non è il caso di andare sul piano personale, primo perché non si può generalizzare, secondo perché non tutti hanno voglia di esternarlo (oltretutto, il “piano pesonale” non è detto che sia il proprio, ma potrebbe essere quello di terzi, che si potrebbe anche conoscere bene, ma che va tenuto assolutamente riservato).

        Semmai è il tuo intervento un concentrato di approssimazione: quali sarebbero i fondamenti oggettivi del tuo contributo? Vediamo due punti.

        1. Uno sull’analisi del passato. Quali sarebbero i fondamenti di “E questo ‘maschio bianco, occidentale, eterosessuale’ che nei secoli ce ne ha fatte subire di cotte e di crude legittimato dai governi e anche dalla chiesa, “. Perché una cosa è dire che esistono violenze, altra cosa è generalizzare. Se non erro, oggi in Italia ci sono circa 19 milioni di nuclei familiari. Ammesso che gli episodi di cronaca siano una punta d’iceberg, quanti pensiamo che siano in realtà? Esagero: facciamo 190mila? È un’esagerazione secondo ogni possibile stima, mi pare; ma ammonterebbe all’1 per cento del totale.

        2. L’altro sulla previsione del futuro. Quale sarebbe il motivo per cui ritieni, a prescindere da quale sia lo stato attuale, che le cose dovrebbero migliorare? Tu scrivi Il messaggio motore e il senso di questa campagna credo che sia dalle donne rivolto alle donne e si inserisca nello spazio dilaniante e spesso sanguinario […]: tante parole che sembrano copincollate da un proclama di partito, ma quale sarebbe la concretezza? Iniziamo dalla coerenza (tu stessa l’hai citata): ma quella parte politica che si è intestata “il senso di questa campagna” è la stessa che la usa in modo del tutto incoerente, per i propri vantaggi politici. È pronta a costruire intere campagne stampa se lo scandalo maschilista proviene da destra (sia Berlusconi o Trump, per esempio, ma la lista è lunga), magari pure con qualche ragione fondata, ma si trincera dietro un muro di sguardi imbarazzati quando il “macho” è de sinistra (Clinton, per esempio, ma anche qui la lista è lunga), oppure appartiene ad intere classi sociali “protette” (i “non occidentali e bianchi”, ovvero gli immigrati da Medio Oriente ed Africa), che a guardare a quello che è successo negli ultimi quarant’anni nei maggici paesi nordici hanno peggiorato e grandemente la situazione delle violenze (perché forse non è chiaro a molti, e il concetto va ripetuto, che le violenze contro le donne nei paesi mediterranei – per ora – non sono a quei livelli). Eppure è la stessa classe politica progressista che da quelle parti “ha dato l’esempio”, che ora viene seguito qui: vorrei capire quindi su cosa basi il tuo ottimismo e la difesa di quella classe.

        È la stessa classe politica, per esempio, che negli anni ’50 e ’60 derideva la censura, “retaggio medievale del potere della Chiesa”, per esempio quando imponeva i calzettoni neri alle Kessler. Solo che all’epoca le due signorine (che non erano due educande, per niente) alla fine davano origine a spettacoli televisivi decenti; oggi invece, con i progressisti al potere, ce ci hanno “liberato” dalla censura, sostituita da organismi praticamente inutili come il Gran Giurì della Pubblicità, non c’è quasi settore merceologico dove la pubblicità non sia a base di tette e culi (per non parlare poi degli spettacoli). Fenomeni contro cui quelle “donne rivolte alle donne” non fanno altro che strepitare (giustamente), ma con risultati nulli, perché l’evidenza dice che è sempre peggio.

        Tutto ciò si chiama “eterogenesi dei fini”; ovvero ottenere esatto l’opposto per cui si è predicato. Non è una novità: il progressismo è finito in questo vicolo cieco praticamente per ogni “conquista sociale” che ha avuto l’opportunità di implementare. A una persona concreta, dunque, una a cui non bastano le chiacchiere, ma che vuole vedere la sostanza, tutto questo dovrebbe insospettire. Io, quando vedo uno che parte in quarta con le soluzioni, e dopo un po’ di tempo che le applica fa andare tutto peggio, concludo che è uno che non ha capito niente; che non è sano appoggiare perché continui a far danno, anche se continua a suonare la stessa tromba; semmai bisognerebbe impedirgli di nuocere ancora.

        Invece, tu quella gente l’hai difesa (senza citare argomenti concreti) e hai attaccato chi sta puntando il dito sulla loro incapacità (di nuovo, senza citare argomenti concreti).

        Facci capire.

        1. E dimenticavo un punto importantissimo: quella classe politica è la stessa che ha sdoganato la pornografia, in ogni modo possibile (liberalizzandola, trasformandone i protagonisti in “persone di cultura” e affidando loro anche responsabilità politiche). Ormai si possono leggere da molte parti analisi documentate su quanto la pornografia stia penetrando nella fascia pre-adolescenziale; + noto che questo fenomeno instilla sempre di più la concezione che l’altro è un oggetto, di cui si può disporre liberamente, e le evidenti differenze biologiche tra maschio e femmina mettono le donne nella parte più debole. Altro motivo per essere pessimista sul futuro, non ottimista.

          1. Luigina

            Grazie a Bariom e a Fabrizio, condivido in pieno. Seguo il blog da anni e sono intervenuta raramente perché ho famiglia e lavoro fuori casa, con conseguente mancanza di tempo. Però non posso sopportare chi pretende di parlare a nome delle donne e ancora di più a nome di quelle che hanno sofferto ingiustizie, chi ha cominciato a differenziare il peso della sofferenza creando gruppi privilegiati, chi pontifica dal suo piedistallo di vittima. Ho risposto a Benedetta perché ho visto in lei quella che sono stata per anni, giudice degli altri e di Dio, amareggiata e sola a reggere il peso della vita. E sinceramente le auguro di vivere questo tempo di avvento scoprendo che Dio si è incarnato anche nella sua carne così ferita.

  13. Francesco Paolo Vatti

    Grazie per questo raggio di sole in una giornata di nebbia (metaforica, intendo: anche se sto a Milano è un giorno bellissimo)! Sta diventando pesante tutto questo tipo di propaganda, spesso basata su falsità. Un problema è che mi fa crescere una sorta di ostilità, che non fa parte della mia vita reale (ho la massima stima di moltissime donne e trovo che le mie due nonne valessero ancora di più di due figure eccezionali di nonni).
    Aggiungo che la cultura di oggi trascura completamente alcune forme di violenza delle donne sugli uomini: a mia figlia spiego che, se si veste in un certo modo, scatena certe forze sugli uomini: se questi le seguono, sono violenti, se non le seguono, la violenta è lei…. Spero che capisca.

  14. exdemocristianononpentito

    Opportuno e preciso l’articolo della sig.ra Costanza, e, al fine di replicare preventivamente ad eventuali critiche, vorrei fare 2 precisazioni:

    1) è ben vero che tutto il sistema di prevenzione (che faceva perno sui consultori) previsto dalla stessa 194 non è stato attuato, però io non credo che ci sia stato un piano preordinato per disapplicare la parte
    “di prevenzione” della legge sullIVG, ma più semplicemente, considerato che porre in opera consultori ed eventuali misure adiuvanti, era una seccatura, un grosso impegno e soprattutto COSTAVA QUATTRINI, SI è rimandato, prorogato, soprasseduto ecc.
    Del resto la storia e la comune esperienza dimostrano che l’italiano, di regola, non è preventore e quando può evitare “grane” e gravose incombenze non si tira certo indietro.

    2) è vero che i femminicidi sono diminuiti di numero in Italia, nel corso dell’ultimo anno e pare che siano anche diminuite le denunce per stalking, però (secondo fonti delle forze dell’ordine) quest’ultima flessione potrebbe essere stata causata dalla consapevolezza che spesso le denunce per stalking non servono a niente.

    1. exdemocristianononpentito

      Ed anche questa inutilità delle denunce_ questa incapacità dello stato di prevenire i reati è, in generale, un fatto gravissimo, inquantoche’ dimostra che lo stato ha abdicato da uno dei suoi compiti fondamentali.

    2. Che in Italia molte cose non funzionino per mancanza di fondi e/o incapacità, è vero. Che questa sia l’unica spiegazione per la mancata applicazione della prevenzione nella 194, ho i miei dubbi. In pochi decenni siamo passati dal “raro e sicuro” all’aborto come diritto umano, per cui è evidente in tutto e per tutto l’ideologia della sua promozione attiva.

      1. exdemocristianononpentito

        Tutto può essere, Fabrizio. Ma mettere in atto un piano idelogico tortuoso, da svolgersi in una durata pluridecennale e con l’apporto di moltissime persone è cosa che importa impegno, attenzione, un’informativa costante, e la predispozione sistematica di scuse e ostacoli ad ogni evenienza…….mmmmm…..sarà………mi convincono di più l’indolenza, la sciatteria e la volontà di evitare cose noiose come gli stanziamenti dai vari capitoli dei bilanci pubblici.
        Anche fare il male è un lavoro spesso faticoso e che esige professionalità.

        1. Francesco Paolo Vatti

          In realtà, la 194, a parte qualche manifestazione di buone intenzioni gratuite, è fatta in modo da essere applicata come viene applicata….

          1. In realtà, la 194, a parte qualche manifestazione di buone intenzioni gratuite, è fatta in modo da essere applicata come viene applicata….

            Eh, appunto. Tra gli “a parte” ci possiamo mettere l’ipocrisia di chi la propose, per abbindolare l’opinione pubblica dell’epoca nel senso dell’eccezionalità, come scrivevo sopra.

            1. Francesco Paolo Vatti

              Proprio quello che intendevo dire. Si dà una pittata di bianco per non far vedere il marchio sotto. Ma se si legge attentamente, nessuna norma positiva è violata dall’applicazione odierna della 194.

    3. Luigi

      Sul punto due: intanto il femminicidio non esiste.
      Esiste, fino a prova contraria, il reato di omicidio, declinato secondo varie possibilità: colposo, preterintenzionale, volontario… eventualmente aggravato da particolari comportamenti accessorii.
      I fomentatori d’odio – ancorché istituzionalizzati – possono dire ciò che vogliono, ma almeno in teoria il Codice penale non discrima ancora fra essere umani superiori (le donne) e inferiori (gli uomini).

      Quanto al fatto che spesso le denunce non servano, è affermazione purtroppo vera per molte tipologie di reato.
      Con l’aggiunta che le accuse vanno comunque provate, in tribunale; e non è raro il caso che quelle delle violenze maschili si rivelino inventate (purtroppo questo è un effetto del clima d’odio instauratosi, altrimenti detto “dagli all’untore”).

      Ciao.
      Luigi

      1. exdemocristianononpentito

        Vabbe’ io volevo riferirsi all’omicidio della donna moglie o convivente o ex moglie o ex convivente: vogliamo chiamarlo semplicemente omicidio perché il termine è improprio? Chiamiamolo pure inquesto o altro modo (tanto “la rosa, con. Un altro nome, lo stesso profumo avrebbe” come dice lo Shakespeare).

        1. Non si capisce perché non si deve chiamare “omicidio”, visto che il codice penale poi – correggetemi se sbaglio – prevede varianti con aggravanti dove necessario. Shakespeare aveva ragione ai suoi tempi, ma non aveva ancora visto le dittature moderne cavalcare il ronzino semantico (ronzino, ma pur sempre pericoloso).

  15. roberto

    solo la riscoperta del pudore può salvare le donne.La donna col pudore acquista valore e personalità e nessuno si sogna di aggredirla o violentarla.L’ostentazione provocante del proprio corpo porta a desideri e bramosie incontrollate di possesso.

  16. Luigi

    Un’altra donna che osa difendere la verità:
    https://www.maurizioblondet.it/esaltazione-del-femminicidio-violenza-le-donne

    Mi permetto di riportare questo passo, di logica stringente:

    “[…] dobbiamo avere il coraggio di andare alla radice di questi fatti “di casa nostra” con obiettività per porvi rimedio, avendo l’onestà di vedere anche quanta violenza si nasconde dietro un sorriso femminile che molte volte ha come scopo quello di corrompere l’uomo, magari portandolo via alla moglie rovinandogli la famiglia. Perché se è vero che gravissima è la colpa dell’uomo che abbandona la moglie e i figli, è altrettanto vero che dietro a quest’uomo traditore c’è sempre una donna perfida e ingannatrice che, dopo averne adocchiato il portafoglio, lo insidia e lo plagia a tal punto da portarlo via dalla legittima moglie e farlo finire sul lastrico, lui e tutta la sua famiglia. E questi casi sono ormai a migliaia. Svegliati uomo!
    E quando la donna, adolescente ma anche matura, va in giro d’estate in mutande e canottiera provocando la sensibilità dell’uomo e anche la sua morbosità, forse che non gli fa violenza? E quando picchia i bambini all’asilo, o li ammazza nel suo grembo prima che vedano la luce, non fa forse violenza agli innocenti che ormai sono a milioni ammazzati dalle loro madri col consenso di medici e di chi ha firmato quella legge criminale sull’aborto?”

    Ciao.
    Luigi

      1. Il passo che riporti è per me pienamente condivisibile.

        Anche per me. Diciamo che la priorità della violenza dovrebbe essere inversa (prima l’aborto, poi il resto) e che le sfasciafamiglie non agiscono esclusivamente per motivi economici; possono esserci molti altri interessi, e a volte sono a loro volta vittime (delle proprie passioni, che non sanno dominare).

        1. Ma come si dice: “occhio non vede, cuore non duole”.

          Salvo che per molte donne il cuore poi duole e anche parecchio e a lungo.

    1. Guendalina D'Alba

      Mi permetto di riportare questo aneddoto, di logica stringente:
      Si racconta che nel 1950, nel neonato stato di Israele, si verificò una recrudescenza di stupri. Un membro del partito di Golda Meir (che penso nessuno possa ricordare come carrierista grazie alle sue… grazie!) le chiese, a gran voce, una legge per introdurre il coprifuoco (per le donne, ovviamente), così da togliere qualsivoglia tentazione allo stupro. La Meir si disse favorevole a tale provvedimento di coprifuoco…PER GLI UOMINI!!! Saluti. Guendalina.

  17. vale

    Per me è evidente che l’obiettivo vero di questa martellante, iperbolica campagna contro la violenza sulle donne – fenomeno non in aumento ma in flessione – sia la messa all’indice dell’uomo, del maschio bianco, occidentale, eterosessuale.

    ecco. adesso immaginiamo il futuro dell’informazione in base a queste due notizie. sperando che non siano false ( il prossimo che usa fake news metto mano alla scimitarra ).

    Qual è il vostro piano per arginare il fenomeno?
    «Stiamo lavorando con uno scienziato di fama internazionale alla creazione di un “algoritmo verità”, che tramite artificial intelligence riesca a capire se una notizia è falsa
    ( intervista del corsera a marco carrai del 26 11, ripresa dal sito di blondet)

    Ora, spero che il lettore cominci a capire a cosa mira strategicamente la attuale campagna sulle “fake news”: a ricostituire quella che Marco Carrai ha chiamato”l’informazione di un tempo”, che era “verticale , garantita da una auctoritas e divulgata solo dai quotidiani. Ad esempio, per le informazioni sull’economia l’Istat e la Banca centrale erano il riferimento autorevole”.

    Adesso si sa che il progetto esplicito è di mettere fine alla “neutralità” del web, in questo modo: la maggior parte degli utenti saranno relegati ad un internet gratuito, che sarà lento e censurato;

    mentre la capacità di scambiare informazioni rapide e libere sarà riservata ai servizi a pagamento “premium”) e alle imprese e privati che possono pagarseli.

    E’ un progetto annunciato da Ajit Pai, l’uomo (di origine indiana) che Donald Trump ha messo a capo della Federal Commissione of Communications (FCC),
    (Internet sarà libero. Per i capitalisti. sito di blondet)

    per una suprematista bianca epperdipiù cattolica apostolica romana – che ci crede pure- come la Miriano ed il suo sito, spero non vi sia vita breve….

  18. Mi permetto di autocitarmi riportando una mio scritto apparso su altro blog già due anni orsnono, ma che credo non sia passato di attualità se cerchiamo di andare al “cuore” di tanta e tante violenze.

    FEMMINICI-DIO (che c’entra Dio?)

    Si fa una gran parlare di “femminicidio” e ormai, grazie anche ai media, questo neologismo è entrato nel lessico comune…

    “Uccisione di femmina”, di femmina in quanto tale si potrebbe dire, e in verità sembrerebbe termine calzante, come esiste l’ “infanticidio”, uccisione per l’appunto, di un infante.
    Ma l’idea che passa (se si voglia far passare scientemente non saprei) e che queste donne sono state uccise solo in quanto donne, in quanto femmine.

    Il passo successivo è che essendo gli autori di questi efferati delitti, sono uomini o meglio maschi, l’odio quindi e la violenza a volte inaudita che mettono in atto, ha a che fare con la differenza di genere (strano in un periodo dove si dice questa differenza NON esiste) dove il rapporto uomo-donna è vissuto solo come contrapposizione, come “lotta” per un predominio dove la donna è sempre destinata fisicamente a soccombere. Si scrivono fiumi di parole per l’analisi psico-sociale che ci descrivono un uomo traballante nel suo atavico predominio, la cui stessa virilità viene minata dalle raggiunte “conquiste” della donna.

    Ma di questo veramente si tratta? Di dove nasce o viene, questo “nuovo fenomeno” (o “antico fenomeno”?) che oggi non può essere, giustamente, tollerato e che identifichiamo come “femminicidio”?

    Non ho l’ardire di lanciarmi io in contro-analisi storico-sociologiche, ma vorrei soffermarmi su quello che appare, quanto meno esteriormente, su quello che accomuna tanti sciagurati episodi, almeno stando a quello che giornali e telegiornali riportano nel loro svolgersi (con beneficio d’inventario…) e mi riferisco in particolare alla violenza “nell’ambito delle mura domestiche” (altro identificativo mediatico che necesserebbe di mille distinguo).

    In buona sostanza a cosa assistiamo nella maggioranza dei casi? Un uomo – non hanno importanza età, condizione sociale, cultura – che ritiene di subire un torto, un affronto, un tradimento, un’ingiustizia, metteteci quel che volete e che decide (decide, non decide, pianifica, non pianifica, padrone di sé o non padrone di sé), di “farsi giustizia, di “annientare” colei che è divenuta “il nemico”, di vendicarsi forse, reagire al sino al punto di coinvolgere anche coloro che sono il bene più amato… i figli di lei, che spesso sono i figli dello stesso omicida.

    Tutto ciò mi parla di un uomo che ha appoggiato tutta la sua vita, su quel rapporto, su quella donna, su un rapporto se vogliamo anche distorto, un rapporto basato su un sentimento che si è trasformato (o è sempre stato) in un sentimento di possesso che muta in una vera e propria ossessione. Un sentimento che si mostra in tutto il suo limite umano, nel momento in cui il “bene”, che quest’uomo crede di possedere e di cui è l’unico beneficiario, gli viene “sottratto” o, essendo il “bene” dotato di volontà propria, decide autonomamente di sottrarsi al di lui possesso.

    Ecco che quest’uomo perde (più o meno improvvisamente) il barlume di ogni ragione e ragionevolezza: deve a tutti i costi tornare in possesso di questo “bene” o distruggerlo piuttosto che accertare che non sia più “suo” ma peggio divenga un “bene altrui”.

    E’ un uomo che non ha alcun “bene superiore” nella vita, un uomo che ha fatto un idolo di questa donna o di questo rapporto o un uomo che credendosi in realtà dio egli stesso, non può ammettere che qualcuno rechi un tale offesa al suo essere dio o voglia sottrarre a lui l’idolo (il “bene”) in cui ha poggiato tutta la sua vita!
    Questo “bene” non lo ricambia più del suo “amore”, non colma più quella “sete di vita” che alberga in ognuno di noi e nemmeno lo potrebbe perché questa sete è “sete di infinito”, che come dice Sant’Agostino trova ristoro solo in Dio.

    La ferita è talmente profonda, talmente dolorosa che porta quest’uomo alla pazzia.

    E’ un uomo che perde il senno, ma il senno di ciò che è, di ciò che è la vita e di ciò che gli altri rappresentano nella propria vita (spesso al “femminicidio” si affiancano vere stragi familiari).

    E’ un uomo in una profonda crisi di identità, ma non di identità di genere o “identità sociale”, ma l’identità di creatura, l’identità spirituale… una fragilità estrema che la sua inaudita violenza rende evidente, la fragilità di chi ha perduto l’ “Axis Mundi”, l’Asse dell’Universo, l’Axis di sostegno e di direzione del proprio mondo, per cui, spostato l’ “asse” su di una persona, su di una donna, su di un (supposto e/o distorto) amore, non può permettere e concepire che questo venga meno, perché questo significa la sua stessa morte. La morte dell’Essere. La “morte ontologica” dell’essere!

    Dio è scomparso dal cuore di questi uomini, dal cuore di questa generazione e così si compie la parola: “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, che pone nella carne il suo sostegno e dal Signore si allontana il suo cuore.” (Ger 17,5)

    Maledetto sì, anche perché spesso all’omicidio – della donna, dei suoi figli, a volte di chi si trova semplicemente “in mezzo”, segue il suicidio, perché l’Accusatore che da sempre è anche omicida, dopo aver soffiato sulle braci d’odio e di violenza che albergano in questi miseri cuori, viene e accusa, accusa, accusa, sino a che, dopo ave sparso il sangue altrui, l’omicida diviene giudici e carnefice di sé stesso, negandosi ogni possibilità di redenzione.

    Il mondo difficilmente si dà e cerca ragioni “spirituali” dell’agire e del male che lo pervade, cerca in altri campi i motivi e le spiegazioni, quando non cerca semplicemente colpevoli e punizioni o leggi che non lo salveranno. Ma il Male, come Cristo ci ha insegnato, viene dal Cuore dell’Uomo… e maggior male viene da un cuore malato e cieco, un cuore in cui si insinua e cresce l’odio..

    Viene da chiedersi: “perché solo nell’uomo-maschio” questo sembra accada? Forse che questa aridità oggi non serpeggia anche nel cuore delle donne?
    Le donne ritengo, hanno altre risorse e altri sentimenti, le donne hanno una spiritualità più profonda, sono fondamentalmente più “forti” (e sanno fare violenza in mille altri modi quando lo fanno).
    Per contro l’uomo è più “fisico”, incline spesso alla fisica violenza e, lasciato senza Dio, al fine è lui il più fragile.
    Ma qui si aprirebbe tutt’altro discorso…

    A conclusione vorrei sottolineare come, a mio avviso, questo “tragico meccanismo”, è il medesimo, esattamente lo stesso, che porta l’Uomo (e intendo maschi e femmine) a sopprimere coloro che divengono “nemici”, coloro che si ritiengono “causa di tutti i propri mali” o della propria “rovina”.
    Così sarà per il “capo che ti ha licenziato”, il – del tutto innocente – esattore delle tasse che dici, ti ha messo sul lastrico… e potremmo arrivare al banalissimo (assurdo tanto appare banale) litigio condominiale!

    Perché se il tuo “axis mundi” sei tu, se TU sei DIO, non puoi ammettere che qualcosa ti sia tolto, che qualcuno tocchi ciò che ti appartiene!

    Se tornassimo tutti a Cristo… Vero Centro dell’Universo, Axis Mundi, Colui che pur essendo Dio spogliò se stesso e si fece umile e obbediente sino alla morte e alla morte di Croce!
    Se gareggiassimo gli uni gli altri per considerare l’Altro superiore a noi…

    Ma per il Mondo questa è una STOLTEZZA! Non ne vuole sentir parlare, né vuole riconoscere dove sta il suo vero Male.

    https://pellegrininellaverita.com/2015/06/26/femminici-dio-che-centra-dio/

      1. exdemocristianononpentito

        Beh……però devi ammettere che non mancano di chiarezza e di senso dell’umorismo…….(prendiamola a ridere che è meglio…)

        1. Umorismo a parte (non tutti si trova da ridere sulle stesse cose), direi che la “chiarezza” proprio manca 😛

          Forse però intendevi quella di “comunicazione”…

          1. “Chiarezza” per come la intendo io è che il messaggio è esplicito. Effettivamente questo lo apprezzo, perché la conseguenza è quel che ha scritto Luigi sopra: non si possono fare tanti giri e si sa da che parte sono schierati. È molto peggio quando ti ritrovi davanti uno pseudo-cattolico che ti dice che lo fa nel nome di Cristo: in realtà non sarebbe molto difficile arrivare a capire cosa c’è dietro, ma evidentemente per molti lo è.

            Così come da un certo punto di vista apprezzo la chiarezza degli islamici con i cartelli “L’Islam conquisterà il mondo” perché almeno so che dicono la verità, invece di stare a cincischiare con il multiculturalismo, eccetera.

      2. Si Luigi, è un’immagine decisamente emblematica, che dimostra (se ce ne fosse stato bisogno) come la mentalità del mondo – che moltissimi fanno propria anche solo perché non hanno e non conoscono altro – è antiteista e anticristica.

  19. Gi

    è confortante sapere di non essere l’unica a pensare che la violenza vera sia il distacco dalla famiglia e, in particolare nel mondo del lavoro, la totale assenza di un’attenzione umana per le donne con desiderio di famiglia. Mi scontro tutti i giorni con questi temi, portati avanti con vigore, paradossalmente, da donne che negano la loro stessa natura. Siamo arrivati a un punto tale per cui la scelta di “accasarsi” e la volontà di non togliere tempo agli affetti è considerata un limite, un ostacolo a perseguire la via del carrierismo. Prendersi cura della famiglia, degli anziani e dei bambini non dev’essere socialmente considerato un ostacolo, ma un valore aggiunto.
    Grazie!

  20. domenica 26 us il rumoroso corteo antifemminicidio e antiviolenza è passato sotto le finestre di casa mia:nell’osservarlo ed ascoltarlo mi chiedevo quante di quelle persone si rendevano conto che anche l’aborto è omicidio e violenza; anzi ancora più grave perchè fatto legalmente contro un essere umano che non può affatto difendersi. I soliti due pesi e due misure contro la regola aurea: non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te. Ma guai a parlarne.Grazie delle tue preziose considerazioni che condivido in pieno.

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