Charlie e la speranza

di Eleonora Barberio

Come si fa, mi chiedo, a volere e soprattutto ad imporre la morte di un bambino di 8 mesi affetto da una rarissima malattia genetica (sindrome di deperimento mitocondriale) che porta ad un progressivo indebolimento dei muscoli e a considerarlo “il miglior interesse del paziente”? Come si fa, mi domando, a non rimanere schifati, disgustati ed arrabbiati davanti ad un’ Alta Corte britannica e ad una Corte Suprema che per ben due volte sentenziano, contro la volontà dei genitori, che il bimbo “deve morire con dignità” solo perché ne risulta molto difficile la guarigione o la comparsa di miglioramenti? Come si può, continuo a martellarmi, ad essere un medico e a considerare “non etico tenere in vita il bambino”? Come si può impedire a due genitori di provarle tutte, di combattere fino alla fine, di portare loro figlio negli Stati Uniti per una terapia sperimentale che comunque presenta delle possibilitá di riuscita e che in passato ha visto la guarigione di bambini affetti da patologie simili? Un senso di orrore mi invade e mi pervade assieme ad un distillato di incredulità e di ripugnanza. Sta di fatto che Charlie Gard, questo piccolo bimbo, si ritrova sospeso tra la vita e la morte in attesa del pronunciamento della Corte Europea dei diritti dell’uomo, a cui i genitori si sono rivolti (risulta infatti l’ultima speranza per garantire la vita dell’indifeso ed innocente bambino). Tra i nevrotici e disumani deliri di onnipotenza degli uomini che si ergono a Dio e che si credono capaci, in diritto e in dovere di stabilire quale vita valga di più e quale meno, quale dignità sia da prendere in considerazione e quale no, io mi ritrovo inesorabilmente nauseata. Fino alla fine spero che Charlie possa sopravvivere e continuare a lottare, spero che la corte di Strasburgo si esprima contro questo circo degli orrori e spero che i genitori possano restare ancora accanto al loro bambino senza il timore o la paura quasi surreale che qualcuno lo possa strappare dalla loro e dalla sua vita. Perché oltre tutta questa follia non c’è più niente, il limite è stato sorpassato: rimane solo l’inferno. E la Speranza.

 

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