Lasciati portare oltre dal silenzio

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di Costanza Miriano

Una sera sono partita da Roma con l’ultimo volo, e sono arrivata in albergo a Milano a notte fonda. Poche ore di sonno, e poi, ancora di notte, mi sono rimessa in viaggio verso il Lago d’Orta. Lungo l’autostrada immersa nel buio l’attesa della luce (e del calore: erano meno sette gradi!), cresceva. Dovevo fare delle riprese del Monastero delle Benedettine sull’Isola San Giulio, il Mater Ecclesiae, un luogo che da tempo sognavo di vedere, e sognavo il sole sorgere sul lago, illuminare le vetrate, circondare di riflessi le mura circondate da acque scure. Per raccontare il volto femminile della misericordia, come mi aveva chiesto il mio direttore, non c’era niente di meglio che scrutare il volto di una super donna, madre Anna Maria Canopi, la badessa del monastero. Per raccontare il bisogno che la nostra civiltà immersa nel buio ha della luce della fede non c’era niente di meglio che tornare in un luogo custodito dalle figlie di San Benedetto, cioè di colui che Dio scelse quando una civiltà stava finendo, per difenderne e conservarne e trasmetterne il meglio con la preghiera e il lavoro.

Quel viaggio di qualche settimana fa mi torna in mente oggi, mentre cerco qualcosa da dire sulla festa della donna. Le donne più belle che ho incontrato ultimamente le ho viste lì. Credo che una donna sia bella quando le sue contraddizioni sono ricomposte, riportate a unità, e la monaca è proprio questo: una donna unitaria. Una donna che non si fa trascinare dal desiderio di piacere, dall’ansia di essere dappertutto, dal bisogno di essere la prima della classe (anche quando la classe ha una sola allieva, noi comunque abbiamo l’ansia da prestazione). Una donna le cui azioni sono tutte ricondotte all’unità da un cuore immerso nella preghiera, e che di questa preghiera trabocca.

La monache sono donne così profondamente realizzate, e così specialmente belle, e così potenti! Non esiste niente di più potente al mondo di una donna che prega, perché unisce al potere della preghiera, il potere di commuovere il cuore di Dio, la forza di un cuore che chiede, e ci sono certi cuori di madre (tutte le donne sono madri, ha detto Madre Canopi) a cui davvero nessuno, neppure Dio lo vuole, può resistere, come alle nozze di Cana.

La prima cosa che ho visto in portineria è stata l’icona della Madonna del silenzio: ne avevo un santino un po’ stropicciato regalato da amiche perugine, e desideravo tanto averne altri, con la preghiera di Fra Emiliano Antenucci. E così ho scoperto che quell’icona che guardavo tutti i giorni è legata alle Benedettine dell’Isola di San Giulio: sono state loro a scriverla su richiesta di Fra Emiliano, partendo da un’immagine di un affresco (la storia è raccontata in La Vergine del Silenzio). Una meravigliosa copia (di quelle da due soldi, per me preziosissima) adesso sta in camera mia.

Maria ha la mano destra alle labbra: “si manifesta così – scrivono le monache – che lo stupore per il mistero dell’incarnazione deve diventare un atteggiamento permanente del cuore, ascolto ininterrotto del Verbo che incessantemente risuona nell’intimo, silente canto di lode che prorompe da tutte le fibre dell’essere”. Sarà difficile crederlo, soprattutto per chi mi conosce meglio, ma l’augurio che mi faccio per questa festa della donna è di imparare il silenzio, un silenzio fecondo e carico dell’incontro con l‘unica Parola che vale davvero la pena di dire, di ascoltare. A volte il silenzio, e l’osservazione e la custodia nel cuore di quello che ci ferisce, che ci fa fatica accettare, è l’unica via di uscita. Nell’icona il nastro che orla il mantello di Maria è in oro bianco, e sembra una strada. Noi sappiamo quale, anzi Chi è la Via, ma abbiamo bisogno di vigilare per non perderci, e Maria, scrivono le monache, si fa compagna in questo cammino. Il nastro nell’icona sale. Scende, a un certo punto scompare poi ricompare: “questo significa che la strada buona non è tutta lineare, agevole, scontata; perciò serve fidarsi”. Bisogna salire e quindi meglio non sprecare il fiato a parlare, come si fa in montagna. Ma il silenzio non è solo un mezzo ascetico. Quando nel punto più alto del braccio destro il nastro si interrompe, quando la strada sembra bloccata, chiusa, persa… Quando sembra sia arrivata la morte di tutto quello che in questa vita ci faceva gioire, allora serve fare un salto di livello. Maria porta la mano alla bocca e sembra dire:

“Poni un sigillo alle tue labbra, custodisci la Parola nelle profondità del cuore, lasciati sorprendere dallo Spirito. E quando non vedi più come proseguire nel cammino, quando ogni opportunità pare perduta, quando le fatiche affrontate sembrano essere state vane, taci. Lasciati portare oltre dal silenzio, lasciati sollevare dall’amore, senza opporre resistenza, senza frapporre il tumulto dei tuoi pensieri. Allora ritroverai la Via da seguire e, seguendola, intravvederai il mio volto, irradierai la pace”.

Auguro alle mie amiche, e prima di tutto a me stessa, di imparare a somigliare un po’ alle donne meravigliose che nel segreto dei monasteri di tutto il mondo lo mandano avanti misteriosamente, continuando a chiedere la grazia per noi. Auguro a quelle donne meravigliose di essere sempre consapevoli del regalo che ci fanno per il loro solo esserci. Anche noi che siamo nel mondo, nei nostri monasteri interiori, spesso collegati fra di loro via telefono o social o anche molto molto più in alto, con il cloud  cosmico della comunione dei santi, custodiamo nel silenzio e nelle nostre preghiere – valgono anche quelle distratte, spezzettate, al semaforo o dal dentista – le vite di coloro che ci sono affidati, i nostri mariti, i figli, i genitori, le amiche e gli amici, anche noi nel nostro piccolo custodiamo dolori e chiediamo grazie, e ricominciamo ogni giorno a dire sì alla vita.

www.verginedelsilenzio.org

 

38 pensieri su “Lasciati portare oltre dal silenzio

  1. Carmelo e Chiara Henke

    No la perdi occasion per andar, positivamente, contro corrente….

  2. Sr. Cristiana

    Come non dirti grazie, carissima, e ricordare a tutti che quello che tu hai visto, le persone unificate, è la meta non il punto di partenza della vita monastica e la si raggiunge abitando tante tensioni (che ci fanno vicine a tutti in umanità) come ha ricordato sapientemente il papa rispondendo a una domanda il maggio scorso quando incontrò i religiosi di Roma: “La vocazione monastica è questa tensione, tensione nel senso vitale, tensione di fedeltà. L’equilibrio si può intendere come “bilanciamo, tanto di qua, tanto di là…”. Invece la tensione è la chiamata di Dio verso la vita nascosta e la chiamata di Dio a farsi visibili in un certo modo. Ma come deve essere questa visibilità e come deve essere questa vita nascosta? E’ questa tensione che voi vivete nella vostra anima. E’ questa la vostra vocazione: siete donne “in tensione”: in tensione fra questo atteggiamento di cercare il Signore e nascondersi nel Signore, e questa chiamata a dare un segno. Le mura del monastero non sono sufficienti per dare il segno”. In questa tensione si va verso l’unificazione del cuore.

  3. Giusi

    Bellissima quell’isola e quel posto. Ci sono stata un po’ di anni fa…. Ci andava in vacanza Scalfaro pace all’anima sua! (Il Presidente “non ci sto”!)

  4. Luigi

    Grazie, Costanza, per questo contributo.
    Ma faccio una domanda provocatoria (semplicemente per stimolare una riflessione, si badi): la riforma della liturgia operata dal Vaticano II non è che forse ci ha fatto perdere il senso del silenzio? Il silenzio del Canone romano recitato a bassa voce dal Sacerdote è stato sotituito con un “chiacchericcio” continuo da parte del “presidente dell’assemblea”… Dov’è il silenzio?

    1. Giusi

      Quanto hai ragione! E questo chiacchiericcio prosegue a fine messa. Di solito sto zitta e sopporto tutto ma ieri non ce l’ho fatta. Sono andata a messa in una cappellina di una chiesa grande (spesso le messe feriali in periodo invernale si dicono in queste cappelline anche per risparmio costi). La cappellina era gremita e c’era tanto di Santissimo. Rosario e poi messa. Alla fine rompete le righe! Tutti a parlare in chiesa a voce alta di qualsiasi cosa. Sarà che l’ambiente era piccolo, sarà che ancora stavo facendo il ringraziamento dopo la Comunione non ce l’ho fatta più mi sono alzata e ho detto: scusate ma che rispetto è? Abbiamo appena fatto la Comunione, lì c’è il Santissimo non potete andare a parlare in piazza? Silenzio di tomba! E che cavolo!

  5. Giusi

    Sabato pomeriggio invece sono andata a messa in una parrocchia dove alla fine il prete ha annunciato che per l’8 marzo Festa della Donna in patronato verrà trasmesso il film: speriamo che sia femmina di Monicelli. Non capisco perché un prete debba ricordare dal pulpito una festa non religiosa nata da un falso storico e che allo stato attuale consiste in un stock di fulminate che vanno a vedere gli spogliarelli maschili! Inoltre il film è di un ateo morto suicida nel quale gli uomini fanno tutti schifo e le donne sono tutte figure valide tanto che si ipotizza un mondo tutto al femminile sai che palle! Tutt’al più avrei potuto capire che avesse detto: poiché è entrato nell’uso comune che l’8 marzo si festeggi la donna mandiamo un film sulla Madonna, su Ildegarda di Bingen, su Santa Teresina del Bambino Gesù, su Santa Caterina da Siena, su Santa Giovanna D’Arco, su Santa Faustina Kowalska… E poi ci meravigliamo se i preti e le suore votano PD?

  6. Enrico

    Nella S.Messa, anche dopo la riforma liturgica, sono previsti momenti di silenzio (a volte non pienamente valorizzati dal celebrante, ma anche dai fedeli con la testa altrove). Quando ero piccolo pensavo che la frase ‘la Messa è finita, andate in pace’ significasse più o meno: evviva, abbiamo finito quel che c’era da fare, per una settimana siamo a posto. Temo che molti lo pensino tuttora. A volte chi più si impegna in parrocchia è quello che fa più rumore, quasi si sentisse un po’ padrone di casa. Hai fatto bene, Giusi, a intervenire, a volte sono stato tentato di farlo anch’io, mi ha trattenuto il timore di essere frainteso, che si pensasse che volevo fare il protagonista, probabilmente ho sbagliato.
    Giusi, apprezzi Scalfaro? Allora qualcosina in comune ce l’abbiamo.
    Riguardo alla festa di oggi, penso che quello che ha scritto Costanza Miriano sia perfetto.

          1. Enrico

            Non mi ricordavo più la faccenda del non ci sto, sono andato a cercare ora: discorso mitico.

            1. Piero

              Mitico il discorso in cui in pratica ripeteva quello che disse il Marchese del Grillo? Io certi non li capisco… D’altronde per ammirare Scalfaro ce ne vuole di DigerSelz…

              1. Giusi

                Alla figlia (intima di Salabè quello dei fondi neri del Sisde) paghiamo ancora la scorta….

                  1. Giusi

                    Ma perché non si può fare niente? Perché lo Stato è Cosa Loro? Per questo temo la politica. Troppi privilegi. Quando uno arriva lì tira fuori il Razzi che è in lui…….

              1. Enrico

                Un po’ di rispetto per il blog, lasciamo perdere le nostalgie per la R.S.I.

                1. Giusi

                  Di cos’hai nostalgia tu? Dei crimini dei partigiani? Degli assassini del Beato Rolando Rivi ucciso adolescente solo perché portava la talare? Delle bestie che prelevarono Rosaria Beltracchi Paltrinieri e Jolanda Pignati dalle rispettive abitazioni, le violentarono di fronte ai rispettivi mariti e figli e poi le seppellirono vive nel vicino cimitero? Dei criminali che prelevarono Ines Gozzi, 24 anni insieme al padre, la violentarono sotto gli occhi del genitore poi finirono entrambi con un colpo alla nuca e li gettarono in un pozzo nero? Degli aguzzini che prelevarono Pierina Donadelli di 15 anni e dopo 20 giorni di violenze inaudite, quando ella non dava ormai alcun segno di reazione e non si nutriva più, la giustiziarono insieme a Dina Parenti, una maestra elementare, impiccandole all’interno della chiesetta di Santa Giulia e fracassando loro in seguito il cranio a colpi di vanga? Potrei andare avanti per chilometri e chilometri: fare l’elenco di tutti i sacerdoti uccisi e altre centinaia e centinaia di uomini, donne e bambini. Lascia stare il rispetto per il blog che non sei tu che ne stabilisci la linea, pensa al rispetto per te stesso.

                  1. Rosanna

                    E tu hai nostalgia del regime fascista? Delle leggi razziali che mandarono a morire gli ebrei italiani nei campi di concentramento ?

                    1. Giusi

                      Non rispondo a questa domanda stupida e tendenziosa. I crimini dei partigiani sono stati perpetrati a guerra finita nei confronti di donne inermi. E per quanto riguarda Scalfaro lui stesso ebbe a dire successivamente di non esser certo della colpevolezza di quelli per i quali aveva chiesto e ottenuto la condanna a morte. Ma chi se ne frega del cattolicesimo quando c’è in ballo la carriera politica?

                    2. Enrico

                      Pare, dico pare perché documentazione un minimo affidabile non è facile trovarla su due piedi, l’abbia detto alla figlia di UNO dei condannati riferendosi a suo padre, non a tutti. La pena non la decide il PM, per i reati in questione (tribunale militare) c’era la pena di morte. Il PM non è il giudice, quindi ci sta che non sappia se l’imputato è colpevole od innocente. E comunque anche dopo anni, se ti fossi fatto l’idea che una persona ha compiuto gravi delitti, lo diresti alla figlia?
                      Riguardo ai crimini, sono tali da chiunque siano commessi, brutto fare classifiche.

                    3. Rosanna

                      @giusi stupida è’ la tua provocazione ad Enrico. Io non difendo Scalfaro e nessuno che abbia a che fare con morti innocenti . Ti è’ chiaro?

                    4. Giusi

                      Ah si? Mi pare evidente che Enrico abbia espresso il concetto che fosse giusto che tutti quelli che avevano fatto parte della RSI dovessero essere uccisi…. tranne naturalmente quelli che si riciclarono a partigiani…..

                    5. Giusi

                      Conosco bene il ruolo del PM. Se chiede la condanna vuol dire che è convinto della colpevolezza. Se chiede l’assoluzione il peso è diverso sul giudizio definitivo.

                2. vale

                  eccone un altro che invece di contestare la fonte o la quaestio ( “il giornale”, per la cronaca)eccepisce sul il sito al quale rimanda il link.
                  ( tra l’altro è stata una scelta casuale ).

                  chapeau

  7. Lalla

    Mi hai fatta piangere…Grazie!
    Quando è più difficile essere donna ci vuole un’altra donna che ti ricordi quanto sia bello. Grazie…

  8. L’ha ribloggato su Seme di salutee ha commentato:
    “Auguro alle mie amiche, e prima di tutto a me stessa, di imparare a somigliare un po’ alle donne meravigliose che nel segreto dei monasteri di tutto il mondo lo mandano avanti misteriosamente, continuando a chiedere la grazia per noi. Auguro a quelle donne meravigliose di essere sempre consapevoli del regalo che ci fanno per il loro solo esserci. Anche noi che siamo nel mondo, nei nostri monasteri interiori, spesso collegati fra di loro via telefono o social o anche molto molto più in alto, con il cloud cosmico della comunione dei santi, custodiamo nel silenzio e nelle nostre preghiere – valgono anche quelle distratte, spezzettate, al semaforo o dal dentista – le vite di coloro che ci sono affidati, i nostri mariti, i figli, i genitori, le amiche e gli amici, anche noi nel nostro piccolo custodiamo dolori e chiediamo grazie, e ricominciamo ogni giorno a dire sì alla vita”.

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  10. annina61

    Buon giorno Costanza, da oggi cercherò anch’io di commentare i suoi articoli. Mi piace come scrive, lei è proprio simpatica e se non è troppo impegnata provi a guardare il canale della Paramount 27 stanno trasmettendo un film che tratta i temi che si discutono in questi giorni

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