di Emanuele Fant per Credere
Il presidente che ascolta gli scampati e stringe le loro spalle nelle mani, annuisce senza dire niente. Il vescovo ai funerali che formula per tutti un interrogativo, lascia spazio tra le parole. Non è facile superare con i discorsi il frastuono di un terremoto. Io vi voglio raccontare il mio silenzio.
Prendo il battello per San Giulio, l’isola del lago d’Orta dove c’è un monastero. Tutto intorno, le increspature rispondono con il movimento ai colpi d’aria. Per contrasto, il cerchio di terra, sembra così certo nella sua posizione, ancorato al fondale. Ettolitri di acqua portati a spalla dai fiumi per affogare le parole di troppo: turisti in pantaloncini e oblati accorsi per la messa sono invitati per qualche ora a fare il gioco del silenzio, che è una prova molto seria. Qui questo tipo di digiuno è praticato tutto l’anno, non solo dopo le tragedie, perché la vita è una domanda vertiginosa in continuazione. Continua a leggere “Il tempo di tacere”