Storia di un’avventura che non finirà mai: come conobbi Costanza Miriano.

Per festeggiare i cinque anni dall’uscita di “Sposati e sii sottomessa” ci concediamo un post che è un vero distillato d’affetto. Grazie, Francesco Natale, vero amico.

2016-02-05_180246

 

di Francesco Natale

Come taluni di voi sanno, io mi porto fieramente dentro un quartino di Sangue Napoletano: mio Nonno Paterno, Pasqualino Natale (chi ride scioccamente per la festosità onomastica aspetti di sapere che sua Moglie si chiamava Natalia. Ecco), nacque a Capua.
Quindi da buon “guaglione”, più spesso “mariuolo”, indulgo ogni tanto nella millanteria di credito spavalda e nel dar sfoggio curriculare di conoscenze altolocate, famose, vip e vippissime.
Il punto è che io Costanza la conosco veramente. E ora vi racconto come è accaduto.
Bazzicavo estenuato per quella fucina di disagio mentale che si chiama Facebook.
In mezzo a pagine di gruppi Heavy Metal, sedicenni sfoggianti il taglio stile Viennetta Algida in testa, qualunquismi vari scritti rigorosamente col CAPS-LOCK in overdrive, “opinionisti” i cui “secondo me…” risultavano entusiasmanti quanto la vernice che asciuga su una panchina, FB si permette di suggerirmi l’amicizia con una tal Costanza Miriano. Gran bella Donna, per altro. Scorro il mouse sul suo profilo e, strabuzzando gli occhi, leggo il titolo del suo blog: “Sposati e sii sottomessa”. Inorridisco. E mi sale la ferocia.
Eccoci qua, ho pensato subito, essendo piuttosto a digiuno di letture bibliche, di patristica, di teologia e conoscendo poco o punto San Paolo.
Eccoci qua, mi sono detto allora: la solita femminista di ritorno acre, inacidità e “moralmente discutibile” (il termine che pensai è un altro, ma qui non lo diciamo…) che stralabierà le sue argute deiezioni contro il Matrimonio, contro la Chiesa, contro il Papa, contro Dio. Ecco la solita “spostata” che biascicherà invelenita di autogestione dell’utero, di “sessualità consapevole&liberata”, di maschi bastardi da evirare (moralmente e non solo), di diritto alla promiscuità, di diritto ai diritti dei diritti e via così, di ramo in ramo, pronta a snocciolare con sicumera tutto il carrozzone ributtante del femminismo post-moderno.
Trassi dieci profondi respiri, mi accesi una sigaretta, mi versai una robusta dose di Caol Ila e mi predisposi a dar battaglia: ora, mi dissi, vado sul suo ***** di blog e la stermino. La riporto all’età della pietra. La vetrifico come Nagasaki.
Quanto mi stavo sbagliando…
Cominciai a leggere la prima pagina del suo bellissimo blog in cerca di appigli e argomentazioni cui attaccarmi come una zecca per demolirla…e quattro ore dopo, alle cinque del mattino fatte, stavo ancora leggendo.
Sconvolto dalla Bellezza assoluta che vi trovai.
Scritto dopo scritto scoprii un Universo intero.
Un Universo che non sarebbe corretto dire: “non conoscevo”. Ma del quale, avendone sentore a bordo d’Anima, come un qualcosa di nebuloso, diafano, intangibile, non avevo diretta cognizione.
Mi ritrovai ad alternare le risate al pianto, la riflessione alla inquietudine, il Desiderio alla necessità lustrale di darmi, e subito, una ripulita allo Spirito e al Cuore.
Lessi fino a consumarmi la vista, meravigliandomi, scritto dopo scritto, di quanto questa Donna incredibile avesse il Dono della levità coniugata alla densità concettuale, della frivolezza coniugata alla serietà, dell’umorismo scrosciante così come delle lacrime mai appiccicaticce, stucchevoli, ameboidi, informi, mucillagginose.
Di quanto, in una parola, fosse Femmina. Indiscutibilmente Femmina.
Dormii tre ore: alle nove del mattino ero in libreria per ordinare dieci copie di “Sposati e sii sottomessa”, da pochissimo dato alle stampe.
Arrivatomi il malloppo, lo lessi in un pomeriggio mentre in stile neroniano me ne stavo beatamente alle terme, in piena fase decadentista, sorseggiando freschi cordiali circondato da ancelle in bikini.
Non so quante volte scoppiai a ridere mentre seguivo le evoluzioni letterarie di Costanza che coniugava con nonchalance Star Wars al Vangelo, insisteva tetragona sulla profondissima Cattolicità del Reggicalze e del tacco 12, specie se indossato in casa, perché è al Marito che si riserva il meglio (e per un feticista di caviglie quale io sono fu un invito a nozze…), non al primo deficiente di passaggio incocciato in ascensore, che si lanciava in dottissime dissertazioni archeologiche sulla sua borsa, i cui strati sovrapposti di mentine fossili, banane imbalsamate, agende calcinate, rossetti da lungo passati a miglior vita celavano probabilmente al fondo le rovine di Atlantide.
Lessi delle sue corse in ufficio con una buccia di banana (non imbalsamata, stavolta) attaccata al tailleur, dei quarti d’ora di sonno rubati ai suoi doveri di Madre e di Moglie, magari appoggiata assai poco soavemente ad un muro, allo schermo del computer, ad un inginocchiatoio in Chiesa.
Lessi dei suoi parti, dei suoi bellissimi Figli e dei loro malanni, puntualmente opportuni e gestibili quanto un attacco di febbre quartana il giorno del ballo di gala al Liceo, di quell’ Uomo incredibile, solido come un blocco di granito, dotato di intelletto straordinario e di un senso dell’umorismo ultra-umano che è suo Marito Guido.
Lessi e rilessi. E…qualcosa cominciò a cambiare dentro di me. Qualcosa che non è arrivato ancora oggi a “compimento” (se mai ci arriverà…), ma che innescò una inarrestabile reazione a catena, destinata a crescere giorno dopo giorno.
Allora non compresi immediatamente i “perché” e i “come”: oggi, guardando in retrospettiva, credo di capire un pò meglio: intuii la “pericolosità” incredibile di questa Donna.
Una Donna che in quattro parole smantellava, colpendo sia di clava che di fioretto, tutto il ripugnante armamentario della cosiddetta “modernità”. Senza fare prigionieri. Senza salvare nulla che non fosse Buono, Bello e Giusto. Senza mai cedere terreno per dimostrare molliccia indulgenza e farsi bella agli occhi del mondo.
Questa qui, mi dicevo, farà tremare i pilastri del mondo.
La odieranno, si accaniranno a morte contro di Lei, contro la sua Famiglia, contro la sua semplice esistenza.
Tenteranno di imbavagliarla, di relegarla in una catacomba (no problem: noi ci siamo abituati…), di spezzarle le ali.
Per una semplice ragione: perché è realmente Donna. E giammai “donna” come vorrebbero “loro”.Stormwolf
Roba da pena capitale, a certune latitudini popolate da sederi alto-borghesi assisi in poltrone-bene, in salotti-bene, in sedie Ikea-bene.
Capii inoltre un’altra cosa, della quale da allora ho avuto dimostrazioni sempre più evidenti, ineludibili, incontrovertibili, culminate di recente in quell’esperienza ai limiti dell’ultraterreno che è stata il Family Day di Sabato 30 Gennaio 2016: non ero più, o, meglio, non eravamo più isole.
Isole assediate da mille nemici soverchianti, nelle quali il fatalismo coniugato alla nostra imperfezione, alla nostra Natura di Peccatori, alla nostra colpevole e colpevolizzante autoindulgenza, allo sconfittismo proprio di quanti pur “sapendo” disperano. Perché pur non avendo perso la Fede la relegano in soffitta, attendendo senza Speranza “tempi migliori” che, in assenza di un atto di Volontà specifico, non arriveranno mai.
Non eravamo più isole destinate ad essere sommerse dall’uragano della “modernità”: cominciavamo ad essere arcipelago.
Ci guardavamo negli occhi: uno con l’altro. E trovavamo sostegno, forza, supporto.
Trovavamo finalmente identità, energia, volontà.
In pochissime settimane cominciai ad intrecciare relazioni con gli amici di Costanza, oggi davvero troppo, troppo numerosi per esser qui menzionati uno per uno, come meriterebbero.
E ciascuno di noi, nel proprio piccolo, magari infinitesimo cominciò a contribuire alla Buona Battaglia.
Scrivendo, cantando, pregando, trollando, ridendo, soprattutto ridendo un sacco, in barba a chi ancora crede e pretende di far credere che i Cattolici (pessimi, magari, come il sottoscritto) siano stinti scampoli di tappezzeria asessuati, orribili moralisti, ipocriti bastardi, baciapile lecchini, servi di Oltre-Tevere, collusi profittatori di Parrocchie e parrocchiani, quelli che “il-sesso-serve-solo-per-riprodursi”.
Presi una decisione: a costo di dover fare carte false avrei trascinato Costanza qui, nella mia Rapallo, per farle presentare “Sposati e sii sottomessa”.
La contattai e le proposi di raggiungermi in Riviera: accettò subito con entusiasmo. Definimmo a spanne i dettagli logistici e…VIA! Partimmo in quarta.
Ricordo ancora con estrema nitidezza il momento in cui ci incontrammo io, Lei e Guido in stazione.
Li vidi arrivare, belli come il Sole, con indosso dei Ray-Ban da far nascondere Tom Cruise: il mio primo pensiero fu “Accidenti! Quanto è alta!”. Poi ci stringemmo la mano: e vi assicuro che stringere la mano a Guido richiede una certa prontezza muscolare (stiano quindi in gamba gli haters di professione: Costanza ha certamente in noi il suo esercito pronto a sbranare chi la vuole aggredire. Ma basta già Guido da solo: uno che se solo flette un pettorale “te pettina” con lo spostamento d’aria).
Me li portai in giro (come ho detto sono Napoletano: quindi sfoggiare gli amici famosi fa parte del mio DNA) e Costanza, quando vide la mia cabrio-coupé disse subito: “Si vede che non sei sposato: hai una macchina da single predatore…”.
Caffé, spremuta, gin tonic nel mio caso, e di corsa al Bristol per la presentazione.
Fu un successo totale ed una esperienza tra le più belle ed appaganti che io abbia mai vissuto.
Dopo la presentazione chiacchierammo per tutta la cena fin quasi all’una del mattino. Cinema, politica, storia, calcio, giocattoli, Religione. E vi assicuro, per quanti non hanno ancora avuto la fortuna di incontrarli di persona, che in “live” sono qualcosa di incredibile. Trovai, se mai ne avessi avuto bisogno, tutte le conferme che mi aspettavo. E molto, molto di più.
A margine di ciò, siccome la Provvidenza dona smisuratamente, basta chiedere (ma chiedere davvero!), fu in quella occasione che incontrai Elena, la cantante che stavo cercando da più di due anni e che ormai disperavo di trovare, con la quale stiamo portando avanti un entusiasmante progetto musicale, oltre ad essere eccellentissima amica.
Senza voler ascrivere poteri taumaturgici o capacità miracolari, non posso non riconoscere che senza Costanza e Guido non sarebbero mai nati gli Stormwolf, la mia band.
Ed è stato bellissimo e commovente sapere che svariati amici sparsi per tutta Italia hanno usato il nostro CD come colonna sonora per il viaggio in auto verso il Circo Massimo, là dove, per parafrasare Chesterton, “Tante Verità si sono date appuntamento”, con lo straordinario risultato che conosciamo.
In definitiva…si: io ti conosco davvero Costanza.
E non passa giorno senza che io non ringrazi “chi sai tu” per questo Dono straordinario, i cui frutti non cessano di arricchire le mie giornate.
Grazie, Costanza: sei la nostra Bandiera!

Ad maiora!

14 pensieri su “Storia di un’avventura che non finirà mai: come conobbi Costanza Miriano.

  1. Filippo Maria

    Beh, cos’altro aggiungere… è tutto vero!!!! L’ “effetto Costanza” è quello!
    Mi unisco ai ringraziamenti di Francesco Natale a Costanza e a Guido; per tutto quello che siete, per tutto quello che fate. Non stiamo qui a canonizzarvi, ci mancherebbe… ma quello che è vero è vero!

  2. Paolo da Genova

    Se dopo tutto ‘sto articolo, la cantante Elena non diventa almeno la fidanzata dell’articolista, significa che costui dei libri non Costanza non ha capito davvero un *****.

  3. @ Paolo e Giacinta: errrr…siamo entrambi felicemente fidanzati. A scanso di equivoci, visti i tempi correnti, lei con un Uomo, io con una Donna. Ma…grazie, comunque 😉

    @ 61angeloextralarge: se mi scrivi un recapito postale fisico te lo spedisco molto volentieri: scrivi a stormwolf@libero.it o contattami pure su chat Facebook. Grazie!

  4. "Franca 35"

    grazie a Francesco, con tutto il cuore, la descrizione di Costanza è perfetta, mi ha fatto un enorme piacere leggere questo post. Grazie a Guido e a Costanza, con voi è bello perfino avere 80 anni!

  5. giuseppe

    Concordo su tutto, ma la foto?
    Io non la capisco qualcuno me la spiega?
    Che cosa vuol dire la scritta -431 addett(i?)

  6. Valeria Frezzotti

    Questa dichiarazione di amicizia incondizionata di Francesco Natale, che edifica il mio spirito, mi fa tornare alla mente le parole del mio prof.Perez Soba della Lateranense :” ci perseguitano(noi cristiani) perché ci invidiano una vita che loro non riescono a vivere!”Quanto è vero! Vedere una famiglia cristiana è davvero l’immagine di una pienezza indicibile in comunione con Dio.
    Grazie Costanza.

  7. rosa

    FB si permette di suggerirmi l’amicizia con una tal Costanza Miriano….
    A me no!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Me la son dovuta trovare da sola!
    Mi sembra una grave violazione dei miei diritti costituzionali!
    Lancio una campagna sui social (appena capisco come si fa)

    Ps. non ho FB ma non mi sembra un a scusa credibile

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