di Andrea Piccolo
Sul lato destro della stazione Porta Nuova di Torino, il lato destro guardando i binari, dissimulata tra la lunga fila di accessi che si aprono tutti uguali nella parete di marmo dallo stile austero, c’è una piccola cappella. Un gruppo che si occupava di assistenza ai barboni organizzava ogni mese la S. Messa in quella cappella e a me, da ragazzo, capitava di andarci.
C’erano due o tre barboni in particolare che erano vere e proprie icone storiche della stazione: qualunque treno uno dovesse prendere, di giorno o di notte, li incontrava sul cammino, carichi dei loro ingombranti fagotti dove tenevano stipato ogni avere. La sera della messa però, non li si sarebbe incontrati, perché erano tutti in cappella rigorosamente al primo banco (dopotutto si trattava della loro messa), a meno che avessero litigato, che in quel caso si piazzavano agli angoli opposti dell’assemblea.
Una sera che venne a celebrare il prete degli zingari, chiamato amichevolmente così perché viveva in missione nei campi nomadi (aveva anche un nome ovviamente, ma quello proprio non lo ricordo), al Vangelo c’era il brano dell’amministratore infedele (LC 16) e per spiegare il versetto 9, fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne, ci raccontò della sua esperienza di frontiera tra i gitani:
– Quando il circo si ferma in città, se gli zingari vogliono vedere lo spettacolo basta che si presentino all’ingresso e li fanno entrare senza che debbano pagare il biglietto. I nomadi sono come una grande famiglia, e tra gli artisti del circo e gli zingari esiste questa familiarità per cui si riconoscono e si accolgono. Io, invece, se voglio andare vedere il circo devo pagare il biglietto, ma se mi presento assieme agli zingari coi quali vivo da tanti anni e che ora mi considerano un amico, loro dicono all’inserviente all’ingresso: “lui è con noi” e lasciano entrare anche me senza biglietto.
Così, spiegava il prete degli zingari, bisogna sfruttare i mezzi e le opportunità che ci offre il mondo, la ricchezza del mondo, per farsi amici gli amici di Dio, i poveri, i piccoli, gli emarginati, i Santi, così che quando ci presenteremo di là, nel giorno del giudizio, dalla fila incolonnata per entrare in Paradiso ci additeranno dicendo “lui è con noi” e ci faranno avvicinare per entrare.
Ripensando all’anno trascorso, mi torna in mente con insistenza questo ricordo di trent’anni fa, e ti lodo, Dio, per come hai trasformato tanti contatti virtuali della rete in persone di carne e sangue. Ti lodo perché hai aggiunto agli amici tanti amici, in modo sorprendente e come non avrei mai creduto possibile attraverso un mezzo disonesto come il social network.
Non vi sono tra loro molti sapienti, dal punto di vista umano, né molti potenti o nobili ma, in questo anno di Grazia, il Signore ha trasformato per me la rete virtuale in una fioritura di incontri, disseminando sul mio cammino i suoi Santi in terra: persone umili, piccole e povere, non tanto della povertà materiale, che pure è un comune denominatore di questi tempi, quanto della povertà di mezzi umani coi quali affrontano il compito cui sono chiamati: annunciare la Verità. E sono testimoni eroici!
Non so per quale predilezione mi sia stato concesso ciò, ma nel giorno grande e terribile del Signore ho speranza anch’io che gli amici, vedendo me e la mia famiglia, dicano: “Loro sono con noi”.
Sono di Torino e non ho mai visto questa Cappella…. Andrò a vederla!
Ringrazio anche io di tante care amicizie presenti nella vita, nate grazie anche all’uso di social network.
Tanti cari auguri a tutti, soprattutto a Costanza che ci ospita.
Vorrei ringraziarti Andrea ,con questa mia piccola nota dire quanta fede c’è in un’amicizia virtuale e di spirito .
Affidarsi al bene comune e alla convinzione di un un’unico popolo è la forza della fede Cristiana e aggiungo della Chiesa cattolica .
Tutto quello che accadrà nel Suo nome è Grazia ricevuta in dono.
Abbracciandoti solo virtualmente preghiamo di farlo fisicamente presto!!
più che altro siamo noi ad essere con voi….
Che bello Andrea! Hai descritto quello che provo da qualche anno, da quando da questo mezzo “mondano” si sono spalancate tante nuove amicizie vere!!!
E’ proprio vero che il Signore scrive dritto su righe storte.
Come dice Paolo: quando arriverà l’ora ricordate di dire “loro sono con noi”, vi prego!
Bellissimo, mi fa emozionare. Nella mia battaglia quotidiana della fede, fatta di alti e di molti bassi, questa riflessione mi riempie di speranza. Perché anche io ho ricevuto un regalo grandissimo da Dio, quello di incontrare nel mio percorso tante persone, che nella loro “povertà ” costellano il mio quotidiano e lo “arricchiscono” meravigliosamente. Spero che anche loro diranno al Padre un giorno: “Lei sta con noi!”
Eh caro Andrea non sai quanto sia grata anche io di aver conosciuto te e la tua famiglia e poi tanti altri attraverso un social network… E chi se lo aspettava?! Cmq vedersi e abbracciarsi e’ conseguenza inevitabile di una amicizia nata così. Vien proprio voglia di sentire la voce e guardare negli occhi tutti questi amici. E me ne mancano ancora tanti….
Dal profondo nord-est, estremo lembo d’Italia, sono lontana fisicamente da voi ma vicina nella preghiera. Ognuno di voi ha un posto bel mio cuore, in alcuni casi una faccia. Con la forza dell’immaginazione spirituale vi vedo nelle vostre vite lontane, ma la preghiera annulla le distanze. Qualche nickname mi fa sospettare lotte con la bilancia (angeloexlarge, sono sicura che vincerai tu!)…con altri amici vivo la comune esperienza professionale e vorrei averli come colleghi. Condividiamo molto, in questo blog. Credo che il senso non sia far cambiare idea a nessuno. Molto semplicemente, è bello sentirsi comunità alla ricerca di Dio; anche se siamo dispersi nella rete, il Padre ci riacchiappa perfino qui.
Elena. lotte con la bilancia? Solo ora, anzi neanche ora… avrei preferito di no ma mi tocca e l’accetto con la tigna dovuta per andare avanti e arrivare alla meta dei tantissimi kg ordinati dall’ortopedico… Se no menefreghismo assoluto… infatti ora mi devo “interessare”. Grazie per l’incoraggiamento che fa proprio bene. Smack! 😀
Caro Andrea,
Non ti conosco ma conosco quello che descrivi. 10 anni fa lasciai torino dopo aver dedicato ai barboni 10 anni prima di volontariato e poi di lavoro. Li andavo a prendere per strada con la Boa, la conosci? Li portavo nei dormitori di via carrera, via marsigli, corso Tazzoli, via strada delle caccie per le donne, via traves. E in molti di questi dormitori facevo anche l’operatore, di notte. Quanti 118 chiamati, una volta il 118 non arrivò in tempo. E un’altra volta non riuscimmo a convincerne uno a venire al caldo, mori proprio quella notte davanti alla stazione lingotto. Che tempi. Ora un’altra avventura mi travolge: un matrimonio e tre bambine che non mi danno tregua, che conoscono tutti gli espedienti che conoscevano gli amici che frequentavo 10 anni fa. 😉
Quante cose mi hai fatto tornare alla mente, quante cose che mi bruciano dentro facendo male.
Grazie lo stesso.
Max
noi continuiamo a celebrare al binario 20 alla Cappella di Porta Nuova con i senza fissa dimora. (ogni primo martedì ore 20.45, il prossimo è il 13 gennaio)… chissà a che periodo si riferisce Piccolo
Apprendo con piacere che si celebri ancora nella cappella della stazione, e se qualche primo martedì mi capiterà di essere a Torino non mancherò di partecipare.
Grazie
Bellissime parole, ma sventuramente il numero degli homeless aumenta e aumentano anche le diseguaglianze sociali. La dissoluzione dello stato sociale è una triste realtà. Questo è il bel risultato dell’applicazione delle teorie economiche neoliberiste e monetariste; e, fino a quando l’Europa applicherà quelle teorie, anteponendo il risanamento dei bilanci alla tutela delle più elementari necessità dei cittadini (casa, lavoro, cure mediche), di barboni alle stazioni ne vedremo sempre di più. Mi domando come facesse a definirsi cattolico, uno dei maggiori ecomisti neoliberisti: Von Hayek. A69
@Anonimo69..Buongiorno: concordo con te circa l’affermazione che, le disuguaglianze sociali, creatrici di diffusi stati di disagio e di povertà nel mondo sviluppato occidentale,siano rapidamente cresciute e si sono ampliate negli ultimi anni. Sono spie rivelatrici di una crisi profonda, di sistema che, ancora, non riusciamo/vogliamo comprendere in pieno,perchè, forse, ci costringerebbe ad avviare quel percorso verso un netto cambiamento di prospettiva del modo di vivere attuale (al di sopra delle nostre possibilità/capacità), che è la sola autentica possibilità che abbiamo di salvarci dalla decadenza e dal sottosviluppo.Anche il mondo antagonista al cosiddetto liberismo economico ed ipermonetarista, comunque,e mi riferisco all’idea di uno statalismo senza freni, al socialismo autoritario, alla socialdemocrazia deresponsabilizzante ed assistenzialista, hanno saputo far di meglio..anzi.. la storia si è già preoccupata di cerificare il loro fallimento.Ecco perchè,se si continua ad avere una visione ideologizzata della politica e dell’economia, con i paraocchi novecenteschi del mondo, non si approda a nulla e non si possono risolvere i problemi.Ciao..Buon anno! Jean Paul.
@ Jean Paul
In primis, buongiorno e buon anno. Poi vorrei dire che il liberismo economico è un sistema che conosciamo bene e che ha avuto prove su prove, di estrinsecarsi, e, oltre che sviluppo e progresso, ha, alla fine, provocato miseria, prevaricazioni, colonialismo più o meno mascherato, diseguaglianze sociale a non finire. Certo il socialismo autoritario e statalista è stato un fallimento (ma sarebbe interessante capire “come” e “perchè” è stato un fallimento…..) , ma sulla socialdemocrazia che ha promosso lo stato sociale, attenuato di molto le diseguaglianze sociali e la disoccupazione, NO, non sono d’accordo. Andava corretta, nel senso di una maggiore responsabilizzazione, di un assistenzialismo più oculato, MA NON ANDAVA ABBANDONATA. Dalla decadenza e dal sottosviluppo col liberismo NON ci salveremo MAI. Questa crisi durerà ancora per molto, almeno fin quando non si capirà, che il mercato non in grado di autoregolamentarsi e non è la panacea di mali che sono la caratteristica della sua storia. A69
“Recentemente ho visto un rapporto affidabile secondo il quale 350 persone guadagnano, da sole, quanto guadagna il 65% degli appartenenti ai ceti più deboli. Ora, non è questo che soprattutto mi preoccupa. Sono molto più preoccupato del fatto che il 65% degli appartenenti ai ceti più deboli, che guadagnano, tutti insieme, meno di quanto guadagnano le 350 persone più ricche del mondo, trent’anni fa sarebbero stati capaci di vivere senza far ricorso al denaro. Molte cose, allora, non erano ancora monetizzate. L’economia di sussistenza funzionava ancora. Oggi, invece, non possono spostarsi senza pagare il biglietto dell’autobus. Non possono accendere il fuoco in cucina raccogliendo la legna, ma debbono comprare elettricità. Come spiegare questo male straordinario che non si è visto in altre società, ma solo là dove è stata importata la società occidentale? ”
[Ivan Illich]
…per non parlare del insigne economista Gotti Tedeschi, cui piacerebbe molto l’applicazione della flat-tax, come anche gli piacerebbe a Berlusconi (la flat-tax)!
…dell’insigne economista (volevo scrivere)
“Chi può dire che cosa di noi resterà in questo affannoso incalzare di instabili guise, in questa altalena dannata, in questa gara di oblio, quando saremo gettati nel profondissimo buio, oltre il muro di cinta della Città Terrena, come nel Labirinto del mondo di Comenio? Ci si può solo sforzare di sopravvivere, non cedendo alle formule e al balbettio delle mode, restando se stessi, anche se con apparenza di anacronismi. Ma niente illusioni…”
@ filosofiazzero
non a caso, Ettore Gotti Tedeschi è un seguace di F. Von Hayek e, nei suoi, scritti si è chiaramente ispirato a lui. A69
Sono felicissima di aver incontrato “voi” (in questo caso mi piace…)… qualcuno un po’ meno (sono umana…). mi piacerebbe incontravi e smackarvi dalla punta dei capelli alle unghie dei piedi (se lavati è meglio, se no pazienza… per voi questo e altro).
…ma come mai si sente sempre raccontare che sia successo che dei non credenti siano diventati credenti
e mai l’incontrario?
Già chissà… (?)
…appunto!
….quest’anno, come è ormai tradizione, nella discoteca della Casa del Popolo di Antella, si terrà
il veglione gay di fine anno. Tutti sono invitati (ovviamente). Un’altra “diavoleria”?
Dalla Casa del Popolo ai Village People: la sintesi della parabola della sinistra!
Più che una “diavoleria”, l’è che ognuno si diverte come vuole… e come può 😐
…gli infiniti “travestimenti” del diavolo?
Oppure, se preferisci, uno dei travestimenti del capitale
http://www.barbadillo.it/24838-diego-fusaro-sto-con-putin-perche-ho-letto-kant/
Per Admin: un mazzo di fiori non basta

…di capitale a Antella ce n’è dimolto poco!!!
Ma te al veglione ci vai? (E comunque all’Antella c’è parecchia gente che sta proprio benino)
…sono una persona anziana (a letto presto)!
…cosa vuole dire benino? Il contrario di benone?
(a ogni modo, a volere essere rigorosi, tutto è “capitale travestito” come ben dice admin)
Ha fatto la scelta migliore. E “proprio benino”, come ben sai, vuol dire “molto bene”
Ed è anche un classico esempio di litote. Diamine, ho aspettato il 2 gennaio per ricominciare a fare la femme savante! E’ un progresso mica da poco!!! 😀
Però hai iniziato bene l’anno… 😉
Daltronde ci sono “femen” ben peggiori!! 😀
…a Antella mai sentita la litote (e anche a Grassina, a Baccaiano, a Ristonchi, a Diacceto, al Bargino, a Mercatale, a Marcialla, e di seguito)!
Parla per te.
vanni:
…forse ti sbagli con Beverly Hills!!! (però anche a Antella c’è le colline, è vero)
Poi si dice “all’Antella”.
vanni:
…sì.hai ragione, mi fa piacere che lo sai come si dice, però, sendo webmrs sempre in agguato, e essendo il nome del posto Antella, e no n L’Antella, allora avevo scritto a Antella per scansare cazziatoni. Ma però è vero, qui tutti dicono all’Antella. Stesso discorso, ad esempio, per Rufina (Valdisieve). Tutti dicono alla Rufina e non a Rufina!
Alvise “Benino” dormiente

Ciao ho nominato il tuo blog per il liebster award perchè penso che il tuo blog sia molto interessante. Passa da me e leggi il post se ti va di partecipare
Gentile Andrea,
Questo articolo era aperto ormai da giorni fra i tab delle cose da leggere quando ne avrei avuto tempo. Finalmente questo tempo l’ho avuto e ne ringrazio, perché questa lettura mi ha veramente commosso e rasserenato. Mi ha fatto ringraziare Dio per l’ennesima volta per tutti i nuovi amici che il Signore mi ha donato quest’anno , tramite Facebook, che mi hanno arricchito enormemente. Io, che di amici (cristiani e non) ne ho già tantissimi, ho avuto la Grazia di incontrare dei fratelli che mi stanno accompagnando con semplicità e chiarezza di giudizio in questo cammino terreno. E anche con tanta simpatia, gioia, piacere di vivere! Sono felice di sapere di non essere la sola a fare questa esperienza. Grazie