Il cardinale Walter Brandmüller all’agenzia cattolica Kath.net:
“né la natura umana né i Comandamenti né il Vangelo hanno una data di scadenza…
Serve il coraggio di enunciare la verità, anche contro il costume corrente. Un coraggio che chiunque parli in nome della Chiesa deve possedere, se non vuole venir meno alla sua vocazione…
Il desiderio di ottenere approvazione e plauso è una tentazione sempre presente nella diffusione dell’insegnamento religioso…
Ma ogni volta che la chiesa si trova in contraddizione con l’opinione pubblica”, a dirimere la contesa deve essere “l’esempio di Cristo, che è vincolante.
Quando lui chiese ai discepoli di mangiare la sua carne e di bere il suo sangue in modo da raggiungere la vita eterna, dovette confrontarsi con una forte resistenza e con l’abbandono di numerosi discepoli. E lui, per tutta risposta, chiese agli apostoli se anche loro volessero andarsene”.
15 febbraio 2014
L’ha ribloggato su Luca Zacchi, energie rinnovate e rinnovabilie ha commentato:
Serve il coraggio di enunciare la verità, anche contro il costume corrente. Un coraggio che chiunque parli in nome della Chiesa deve possedere, se non vuole venir meno alla sua vocazione…
Eh, caro cardinale Walter Brandmüller, musica per le mie orecchie:
http://costanzamiriano.com/2014/03/07/mia-madre-chiesa-risolvera-tutto/#comment-75860 .
Purtroppo però sono ancora in tanti, anche su questo blog, che continuano con la solfa del dialogo.
Mah… speriamo la capiscano, prima o poi…
Speriamo che capisca tu cosa significa dialogo – non significa dire “negoziare” ma rispettare l’altro. Mi pare che a volte tu confonda i due concetti. Del resto, il maggior fautore del dialogo è il Papa (mica don Peppino da Sgurgola), direi che possiamo fidarci che in questo 2014 Dio vuole da noi dialogo, no? Altrimenti non ci avrebbe mandato un Papa così, e Dio sa cosa fa. E su Giancarlo per una volta abbandona cappa e spada, guarda che le anime si conquistano con la chiarezza sacrosanta ma non con l’aggressività, con il muro contro muro…sai come si dice che una ditata di miele ecc. Sii miele – chiaro, ma dolce – per coloro che ti stanno accanto e non cactus! 😉
(PS: la solfa del dialogo la continua il Papa, la continuano i migliori sacerdoti che abbia mai conosciuto….siamo in buona compagnia, aggiungiti anche tu alla compagnia e staremo meglio! 😉 )
Notate bene come risponde Gesù. Lui non dialoga con Satana, come aveva fatto Eva nel paradiso terrestre. Gesù sa bene che con Satana non si può dialogare, perché è tanto astuto. Per questo Gesù, invece di dialogare come aveva fatto Eva, sceglie di rifugiarsi nella Parola di Dio e risponde con la forza di questa Parola. Ricordiamoci di questo: nel momento della tentazione, delle nostre tentazioni, niente argomenti con Satana, ma sempre difesi dalla Parola di Dio! E questo ci salverà
ANGELUS
Piazza San Pietro
I Domenica di Quaresima, 9 marzo 2014
http://www.vatican.va/holy_father/francesco/angelus/2014/documents/papa-francesco_angelus_20140309_it.html
@vale, preziosissimo “memorandum” il tuo, che ci ricorda la più sana delle strategie ( si potrebbe fare “il paio” con: “se la tua mano ti è di scandalo… 😉 ) da adottare nella specifica situazione, la tentazione.
Ma ci insegna anche altre cose… il discernimento, per sapere chi hai realmente di fronte, e il non cedere al dubbio.
Di fatto, se riandiamo al dialogo Eva-serpente, alla prima domanda subdola del serpente: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?» eva in un primo momento risponde correttamente con la Parola di Dio, non quella scritturale, ma riportando il comando ricevuto: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete».
E’ al “secondo attacco” che Eva cede, cede al dubbio, accetta e fa sua la visione del demonio: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò…
E fu messa nel sacco ( assieme al gonzo marito 😉 )
appunto.il dialogo come mezzo. non come fine. e solo con chi si può dialogare. è anche vero che finché non s’inizia non si sa se il dialogo sarà “costruttivo” o meno. è anche vero che:
Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi”. (Mt 10, 5, 12-14)
@vale, sottoscrivo 😉
Va da sé che noi dobbiamo spenderci per non essere noi stessi d’impedimento a che le “nostre” parole vengano accettate… perché spesso questo succede. Eh se succede…
A voi no?
Per me è terribile, quando mi rendo conto che il mio pormi di fronte all’altro, magari perché l’altro sente (perché si sente) il mio giudizio nei suoi confronti, impedisce a che apra il cuore alle (non) mie parole…. 😐
Giancarlo: il dialogo è fondamentale. Gesù non ha mai allontanato nessuno né condannato. Anzi! Perché la Chiesa, quindi anche “noi”, non dovrebbe cercare il dialogo? Giovanni Paolo II cosa ha fatto se non dialogare? “Cerchiamo ciò che ci unisce e non ciò che ci divide”… più o meno così, ma sono parole sue. Chiaro che le posizioni fondamentali non vanno cambiate, che i comandamenti non si cambiano, etc. Ma, senza necessariamente usare cappa e spada, romantiche pure se vogliamo pensare ai 4 moschettieri. Anzi, con le parole o meglio ancora con i fatti, e questi fatti, fatti con amore.
Scusa Angela: ma quando mai? E’ fondamentale annunciare, non dialogare. Si può, in certi casi è necessario, dialogare con tutti, ma su temi che non toccano la nostra fede. Quando si parla di natura umana, di comandamenti e di vangelo, dialogare sarebbe tradire. Questo ha detto il cardinale e su questo concordo in pieno. Se poi si parla di arredo urbano o di inquinamento, si dialoghi pure; magari facendo ricorso alla ragione.
Su Gesù: mi spiace ma, se c’è Uno che non ha MAI dialogato, è proprio Gesù. Trovatemi un passo in cui Gesù dialoga. Non esiste. Per quanto riguarda il perdono, poi, Gesù è chiarissimo: “Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma SE SI PENTE, perdonagli.” (lc 17 3). Dunque Gesù non ha mai detto di accogliere chi fa il male a secchiate di perdono; Gesù ha detto DI RIMPROVERARE chi fa il male. Se poi si pente, ALLORA bisogna perdonargli.
Ragazzi, ma possibile che non riusciamo ad intenderci su queste cose?
Quello tra Gesù e Nicodemo è stato un dialogo, se non sbaglio.
Si. Gesù dialoga con Nicodemo… esattamente come un maestro dialoga con l’alunno: cioè insegna. In questo senso è vero: Gesù dialoga con tutti.
In questo stesso senso, anche la chiesa deve dialogare con tutti: cioè deve insegnare a tutti cosa è bene e cosa è male.
Naturalmente dipende da cosa intendiamo con la parola dialogo. Generalmente oggi, con la parola dialogo, si intende altre cose: sedersi intorno ad un tavolo e cercare soluzioni condivise. Ma su cose di fede la chiesa non deve cercare soluzioni condivise: deve offrire l’unica soluzione possibile, che solo lei conosce.
@Stefano aiutami… mi pare ce ne sia uno anche con la Samaritana…
Poi direi con i discepoli di Emmaus… (anche se ovviamente il “dfialogo” con Gesù è sempre anche un ammaestramento).
Ma certo c’è anche il “vangelo secondo Giancarlo” 😉
…e agli altri resta “la solfa”, finché (anche i tanti in questo blog) non si convertiranno al “Giancarlo pensiero”
Giancarlo: ma che significa “dialogare” per te? Vedo che il tuo “dialogare” è molto diverso dal mio. Dialogare è anche evangelizzare, ci mancherebbe. Ma se per evangelizzare tu intendi “imporre” o “farsi imporre”, non credo proprio che sia una cosa possibile. Cristo dice: “Se vuoi”… perché io, cristiana, devo imporre o farmi imporre? Non capisco questa tua ostinazione a vedere il male dove non c’è. Ripeto: Giovanni Paolo II… non ha imposto e non si è fatto imporre, eppure è stato un grandissimo dialogatore. Non dimenticarlo.
Poi, comincio a stancarmi di certi evangelizzatori che “rompono letteralmente le p… (quando ci vuole ci vuole!) a chi, secondo loro, è “peccatore e infedele”. Si vedono i frutti! Meno parole e più fatti. I veri evangelizzatori sono quelli che compiono la volontà di Dio, non quelli che ne parlano.
Angela, ho già spiegato cosa intendo con la parola dialogo: sedersi intorno ad un tavolo e cercare soluzioni condivise. Questo, la chiesa, NON PUO’ FARLO sui temi della fede. Chiaro? Non si tratta di imporre, questo lo fanno i musulmani; si tratta di non mettersi a trattare su questioni di fede. Non ho mai imposto niente a nessuno; mia figlia quindicenne non viene alla messa con noi perché, dice, è atea. La lascio libera di non venire. Come vedi, non impongo niente a nessuno. Però NON DIALOGO, se si tratta di questioni di fede. Non mi sembra difficile da capire. D’altronde ho già spiegato: Gesù NON HA DIALOGATO; Gesù HA INSEGNATO. Questo deve fare la chiesa ed i cattolici: insegnare. I cattolici possono dialogare su temi come l’inquinamento o l’agricoltura, non sui temi della fede.
Angela, ma tu sei d’accordo con quello che ha detto il cardinale Walter Brandmüller?
Attenta Angela alla risposta… perché ogni cosa dici, potrà essere usata contro di te 😉
Poi sai come funziona: sei d’accordo con il Card. Brandmüller? Si… allora sei d’accordo con me (me-lui, il Giancarlo) che pare essere quello il metro-discriminante.
Cmq io sono d’accordo con il Card. Brandmüller, ma non necessariamente con Giancarlo 😉
Poi, scusami Angela, ma quando mai Gesù Cristo ha detto: “Se vuoi…”?
Ehmmm
Egli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti».
Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi».
Vedi caro Giancarlo “se vuoi” insegnare agli altri senza dialogare, devi essere ben consapevole di ciò che dici…
Oppure dialoga un pochino di più, che magari qualcosa impari. 😉
Naturalmente, in questo senso hai ragione. Sono io che ho frainteso, chiedo scusa sul “se vuoi”.
Per il resto ritengo di non doverri rispondere, per lo stesso motivo per cui non ho risposto ad altri: non intendo rispondere a commenti provocatori nel tono e nella sostanza.
Preferisco invitare chi legge a mostrarmi dove sbaglio, se sbaglio.
Ottima politica… sottoscrivo.
Insomma non rispondi a commenti del tipo:
“Purtroppo però sono ancora in tanti, anche su questo blog, che continuano con la solfa del dialogo.
Mah… speriamo la capiscano, prima o poi…”
(ma probabilmente anche qui probabilmente subentra la prassi di cui sopra)
Mi sono accorto di aver sbagliato sul “se vuoi”; ho sinceramente chiesto scusa. Penso che meriterei un po’ più di rispetto.
Commenti del tipo “Purtroppo però sono ancora in tanti, anche su questo blog, che continuano con la solfa del dialogo. Mah… speriamo la capiscano, prima o poi…” li ho scritti io; che cosa dovrei rispondere a questi commenti?
Appunto…
Non hai colto il senso?
Naturalmente essendo tuo, lo leggi come un commento “carico di rispetto” 😉 (ed è uno dei tuoi più “soft”).
Mario: smack! 😉
Giancarlo la mia migliore amica l’ho conosciuta atea, non andava a messa nemmeno il giorno di Natale. Io mi comportavo, con i miei limiti, secondo il mio Credo, lei secondo il suo non credo sempre nel rispetto reciproco. Abbiamo sempre dialogato su tutto. Non l’ho convertita io ma il Signore per intercessione di Padre Pio. A distanza di tempo mi ha chiesto: come facevi a sopportarmi? Io le ho risposto: guarda che eri sempre tu intelligente, altruista e disponibile. L’ho sempre visto Dio dentro di te forse più che dentro di me. E’ chiaro che Gesù è la Via, la Verità e la Vita ma non possiamo porgerlo come fosse una zappa. Preoccupiamoci di viverlo noi per primi, di essere di esempio e poi il resto lo fa il Signore. Certo la mia amica non ha mai detto bestialità, mai ha denigrato la religione ma non per rispetto a me perchè è una donna intelligente, è diverso se qualcuno manca di rispetto, se sento bestemmiare mi sale il sangue alla testa e, forse sbagliando, divento una furia. Gesù era Gesù ed è chiaro che, se dialogava, automaticamente insegnava e convertiva eppure persino a Lui non è riuscito sempre perchè comunque deve trovare il cuore aperto (la maniglia è solo dall’interno), Noi non siamo Gesù non possiamo fare altro che portare le nostre misere persone, certo affermare la nostra fede, cercare soprattutto di viverla e stare tranquilli.
Giancarlo:
…impossibile cavare sangue dalle rape vuoi dire? (o rape o disonesti)?
…e le rape (o disonesti) sono quelli che non pensano uguale-uguale-preciso a te (o ai “veri” Cardinali ovviamente)?
Ragazzi devo dirvi una cosa, perché sennò mi scoppia il cuore:
MI SONO INNAMORATO!
Si, di papa Francesco: http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-vero-problema-sta-sparendola-confessione-8755.htm
Nell’articolo di Introvigne indicato da Giancarlo, trovo interessante questa valutazione:
“si capisce meglio la strategia pastorale di Papa Francesco. Conosco le opinioni diverse esposte nel dibattito sulla crisi nella Chiesa promosso dal nostro giornale [La Nuova Bussola quotidiana], ma a me sembra che il Papa – riprendendo del resto spunti di Benedetto XVI – abbia centrato esattamente il problema.
Non è vero che non ci si confessa per senso della privacy, per non raccontare i fatti propri a un sacerdote. La maggioranza degli americani che vive al di sopra della soglia della povertà e ha qualche dollaro da spendere va almeno una volta all’anno da uno psicoterapeuta, cui racconta i fatti suoi a pagamento mentre la confessione è gratis…
No: non ci si confessa non per malinteso senso della privacy ma perché non si crede più nella misericordia di Dio. E non si presta più attenzione alla misericordia perché non si ha più coscienza del peccato…
Se si segue il Magistero di Papa Francesco com’è davvero si scopre che i fiumi di misericordia che sgorgano dal costato di Cristo di cui parla tanto spesso il Pontefice non girano in tondo come, secondo la Scrittura, fanno gli empi, ma vanno sempre a sfociare in un luogo preciso: nei confessionali.
Sarà una grande novità per chi legge il Pontefice tramite gli occhiali – dotati di lenti rosa o nere che siano – della stampa laica, ma quando si farà la storia del suo Magistero emergerà come Papa Francesco sia stato il Papa della Confessione. Ne parla tutte le settimane. Nel suo discorso finora più lungo, quello ai parroci romani per la Quaresima, ha parlato quasi solo di questo.”
Interessante al riguardo un’intervista al card. Mauro Piacenza, penitenziere maggiore:
“Credo che il sacramento della Penitenza per molti purtroppo fosse un po’ caduto nel dimenticatoio anche a causa di una certa perdita del senso del peccato, una dimenticanza che ha creato delle anemie spirituali in molte persone.
Direi che un momento di ripresa su questo punto c’è stato con l’Anno sacerdotale, che è stato provvido per molte questioni, da una migliore focalizzazione sulla figura e l’identità del sacerdote e sul suo ministero di carità pastorale all’Eucarestia, dal legame del sacerdozio con l’Eucarestia a quello del sacerdozio ministeriale proprio con il sacramento del perdono, della confessione. Di sicuro è stato un momento felice.
Certamente, l’aver parlato in modo così convincente, così motivato e così reiterato da parte di papa Francesco sulla misericordia è stato importante: questo è un discorso che è intimamente legato alla Confessione, perché è lì che si va a bere la misericordia a grandi sorsi, è lì che si rigenera la persona, spiritualmente parlando…
La parola del Santo Padre, l’esempio del Santo Padre, la sua catechesi sminuzzata, anche con frasi simpatiche, tutto questo, che dimostra un grande senso pastorale, indubbiamente è un balsamo per il sacramento della Penitenza.
È un dono anche per noi sacerdoti, che più chiamati ad esercitare questo ministero, abbiamo le nostre mancanze da farci rimettere. Quindi siamo confessori e penitenti nel contempo, e la gioia di perdonare, e la gioia di essere perdonati vanno insieme. Per questo mi sento di fare un augurio ai confessori e ai penitenti di poter sperimentare questa gioia cristallina. È un po’ un augurio pasquale, che faccio cordialmente a me stesso e a tutti gli altri.”
http://www.aleteia.org/it/religione/interviste/il-card-mauro-piacenza-nella-penitenza-ci-guida-la-nostalgia-di-dio-5019999282397184?utm_campaign=NL_It&utm_source=daily_newsletter&utm_medium=mail&utm_content=NL_It-23/03/2014
“No: non ci si confessa non per malinteso senso della privacy ma perché non si crede più nella misericordia di Dio. E non si presta più attenzione alla misericordia perché non si ha più coscienza del peccato…”
O, forse, semplicemente, non si crede che la misericordia di Dio abbia bisogno di passare attraverso la procedura della Confessione (anche quando il peccatore abbia coscienza del suo peccato)…
Alvise, certo.
Ma poiché è peccato ritenere che la misericordia di Dio esoneri dalla confessione sacramentale, è vero che non si confessa perché ha carente coscienza di che sia peccato anche chi non si confessa perché non ritiene necessario il sacramento relativo per beneficiare del perdono misericordioso di Dio.
…è “peccato” ritenere?
…in mano vs. il Cristianesimo diventa un complicato lavoro di ricamo lavoro di ricamo!
“Trama e ordito” caro Alvise… “trama e ordito” (cosa ben diversa) 😉
Nella sostanza e per l’esperienza che ho, più che “…ma perché non si crede più nella misericordia di Dio. E non si presta più attenzione alla misericordia perché non si ha più coscienza del peccato…”
direi nella realtà i fattori sino perfettamente invertiti:
Non avendo più alcuna coscienza del peccato (più che non credere), non si sente alcuna necessità della Misericordia di Dio…
Diversamente si può dire che non si crede più nella Misericordia di Dio, quando si identifica questa come una sorta di superstiziosa protezione che sembra non intervenire quando gli eventi non vanno come noi vorremmo andassero.
Di fatto la gioia (a cui non voglio aggiungere alcun aggettivo se non “indescrivibile”) del Perdono Sacramentale è una delle esperienze umane che più dà il senso e il segno dell’Amore che Dio ha per la Sua Creatura.
Esperienza che da sola, ha la capacità di cambiare radicalmente la vita di un Uomo.
Luca 22, 19 Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me».
Non parla dei divorziati eccetra…
Alvise: aveva già detto precedentemente qualcosa?
.
…non parla, intendevo dire, dei divorziati in riferimento all’eucarestia. Fate questo in memoria di me:rivolto a tutti i credenti.
Io non credo al valore dell’eucarestia, ma chi ci crede, proprio perché ci crede, non può credere che qualcuno possa non permettere a qualcun’ altro di “fare questo in memoria di Lui”!
“fate questo in memoria di me” è riferito agli apostoli, quindi alla Chiesa, nell’ultima cena infatti Egli istituisce il sacerdozio, contestualmente, perché Cristo affida il Suo Corpo nell’Eucarestia proprio alla Chiesa.
Quando si cita il Vangelo si pensa solo a quello che dice Gesù ma è fondamentale sapere dove si trova e chi è l’interlocutore.
…e quindi èptrebbe essere questa (che dici sopra) un’autorizzazione implicita data alla Chiesa di escludere dall’eucarestia i divorziati (per esempio)?
http://www.sanpaolostore.it/gesu-incontra-paolo-curtaz-9788821578090.aspx
perche’ la fede inizia sempre da un incontro! io questo libro ve lo consiglio. incontri e dialoghi con la Samaritana, Nicodemo, il giovane ricco, Zaccheo ….
Sono d’accordo pienamente con il cardinale e per nulla con te, Giancarlo. Tanto meno con i tono che stai usando, che oggi è particolarmente alvisiano. Va bbe! Ma a te chi ha detto che la Chiesa per dialogare si mette a tavolino e pur di “dialogare” svende sé stessa? Sarò ‘mbranata ma non l’ho visto questo atteggiamento ogni volta che ho partecipato ad incontri con persone di altri credo. Ho visto il rispetto, questo sì.
N.B.: ho visto il rispetto, questo sì… ma a volte non lo vedo qui nel blog. Anche questo della serie “ogni riferimento è puramente casuale”… Non voglio fare polemiche con nessuno… esaminiamoci. Pace e bene!
@ Bariom e 61Angeloextralarge
A me pare di parlare italiano: del dialogo, su cose di fede, penso ogni male possibile. Il cardinale Walter Brandmüller è stato chiaro ed io concordo con lui: “….ogni volta che la chiesa si trova in contraddizione con l’opinione pubblica”, a dirimere la contesa deve essere “l’esempio di Cristo, che è vincolante.
Quando lui chiese ai discepoli di mangiare la sua carne e di bere il suo sangue in modo da raggiungere la vita eterna, dovette confrontarsi con una forte resistenza e con l’abbandono di numerosi discepoli. E lui, per tutta risposta, chiese agli apostoli se anche loro volessero andarsene”.
Ecco, quando c’è una contesa con “il mondo”, noi cattolici dobbiamo, semplicemente, proporre la verità; anche a costo di vederci girare le spalle. Se proporre la verità, secondo voi, significa dialogare, allora anch’io sono pronto a dialogare. Ma non credo che dialogare significhi proporre la verità. Ho già detto: dialogare significa mettersi su un piano di parità e cercare insieme una soluzione comune. Ma questo atteggiamento, da parte di un cristiano che vuole annunciare il vangelo, sarebbe ridicolo, falso, non credibile.
Angela, onestamente: dov’è la contraddizione tra le mie parole e quelle del cardinale Walter Brandmüller? Molto semplicemente, dimmi dove sono in contraddizione. Trova qualche parola, tra i miei interventi, che puoi mettere in contraddizione con quelle del cardinale.
Enunciare la verità (parole del cardinale Walter Brandmüller) NON SIGNIFICA DIALOGARE.
Giancarlo: non mi piaciono i toni polemici, anche se a volte sono passati attraverso dei miei commenti.
Non ho detto che c’è contraddizione tra le tue parole e quelle del cardinale. Leggi bene i miei commenti e anche quelli di altri, grazie. Ma soprattutto rileggi i tuoi ed esaminati. L’esaminarsi vale sempre per tutti, me per prima.
Lasciamo perdere, vuoi? Tanto non arriviamo mai a nulla se non a una serie di commenti arzigogolati e spesso inutili.
@ 61Angeloextralarge
Nel mio primo commento ho detto che anche su questo blog ci sono tanti fans del dialogo. Posso averlo detto in maniera sgradevole, però non ho offeso nessuno. Nel tuo primo commento, rispondendo a me, mi hai contestato nel merito, non nei modi. Adesso, invece, mi contesti nei modi.
Per quanto riguarda i modi, lo so, spesso mi sfugge il controllo. Però, quando sbaglio, nei modi o nella sostanza, non faccio fatica a chiedere scusa. Adesso però vai a rileggere anche i commenti di Bariom: a lui non hai niente da dire sui modi? Solo i miei sono sgradevoli?
Per quanto riguarda la sostanza e per arrivare ad una parola conclusiva e condivisa, basterebbe ricordare che Gesù Cristo ha mandato i suoi apostoli ad annunciare, non a dialogare, men che meno a fare incontri con rappresentanti di altri credo.
Io di qui non mi sposto. Non fino a quando qualcuno non mi fa vedere dove sbaglio.
A te sembra di parlare italiano, ma DIALOGO, non significa “compromesso” o rinunzia alle proprie idee o peggio abiura delle stesse (e nel caso di molti di noi ovviamente della Fede)
Il termine dialogo (dal greco dià, “attraverso” e logos, “discorso”) indica il confronto verbale tra due o più persone, mezzo utile per esprimere sentimenti diversi e discutere idee non necessariamente contrapposte.
Ergo se vuoi esprimere le tue idee o i concetti, le basi, le verità della Fede, devi farlo – anche – con il DIALOGO, che non necessariamente è solo quello verbale.
Quindi correttamente “(se) proporre la verità (secondo voi) significa dialogare, allora anch’io sono pronto a dialogare.”
Il “ma non credo che dialogare significhi proporre la verità” è una tua idea o ancor meglio interpretazione di ciò che è “dialogo”.
Quindi, seppure a te pare di parlare italiano (e certo non parli altra lingua), ovviamente nascono dei fraintendimenti, ma non perché alcuni non interpretano correttamente il tuo concetto di dialogo, ma perché tu travisi il REALE significato della parola dialogo e accusi coloro che ne fanno uso, di chissà quali colpe di sincretismo religioso o debolezza di fronte alla mentalità mondana.
Per di più hai una sin troppo facile propensione per toni e modi accusatori, che paiono avere una sola reale discriminante: chi non la pensa come te. Seppure ami spesso identificare il tuo pensiero con quello della Verità Rivelata di cui sembri essere unico paladino e difensore.
Ciò rende complicato, se non impossibile il (famoso) dialogo.
Una serena notte a tutti.
Bariom, condivido il significato che dai alla parola dialogo: confronto verbale tra due o più persone atto ad esprimere sentimenti diversi e discutere idee non necessariamente contrapposte. Bene. Quando però si parla in nome della chiesa, come ha detto il cardinale Walter Brandmüller, serve il coraggio di ENUNCIARE LA VERITA’, non serve il dialogo. Mi spiace per te, ma il cardinale ha detto proprio così: enunciare la verità. E non ha parlato di dialogo. Né si vede come potrebbe essere utilizzato il dialogo al posto dell’annuncio. Ed è Gesù che parla di annuncio e non di dialogo.
Sulle accuse: non ho accusato nessuno, sei tu che accusi me… è il contrario di quello che dici…
Bene Giancarlo allora è come dici tu.: sono io che accuso te.
E ti accuso di un parlare (o se vuoi di uno scrivere) spocchioso, pretestuoso, presuntuoso e di un’antipatia assoluta!
Vuoi un esempio? Cosa mi significa nella tua risposta sopra “Mi spiace per te, ma il cardinale ha detto proprio così: enunciare la verità”?
Mi dispiace per te (me) significa che in qualche modo dovrebbe dispiacermi l’affermazione del Cardinale o che io abbia una tesi contraria… perché vedi, tu ti esprimerai pure in italiano, ma in italiano le parole hanno un senso e se non ne sei pienamente consapevole o se poi salta fuori che non è quello che intendevi dire, sarà meglio che ti trovi un correttore di bozze o un “ghostwriter” per i tuoi interventi. Quindi tornando la senso del “mi dispiace per te”, a me dovrebbe forse dovrebbe dispiacere che si annunci la Verità del Vangelo in modo chiaro, netto e misericordioso?
Ho mai affermato simile bestialità?! Che ne sai tu di quanto della mia vita è spesa in questo annuncio (e non parlo di scrivere cose di vaghissimo spessore su un blog). Tu li leggi tutti (o quasi) gli interventi e i commenti che servono a delineare qui il pensiero complessivo di un commentatore o spari a zero come sempre fai ad ogni singolo intervento su ogni singola frase?
E’ così sai che si spiega perché non comprendi il supposto “due pesi e due misure” (e dico supposto) di Angela nei tuoi confronti piuttosto che nei miei.
Tu poi chiedi rispetto. Rispetto? Io sto ancora aspettando il tuo quando mi scrivi “impara questo a memoria se vuoi essere cattolico” e potrei allungare la lista, ma siccome ho di meglio da fare che ricordare le tue scempiaggini di simil stampo, né la cosa mi toglie il sonno, evito la lista.
Ho contrapposto io l’Annuncio della Verità al dialogo (che tu stesso hai dovuto riconoscere essere cosa diversa)? Quindi è del tutto inutile il tuo “mi spiace per te” il Cardinale l’ha detto…A te piace portare al sostegno dei tuo contraddittori sofismi questa o quella parola di figure di spessore o dello stesso Vangelo – salvo fare magre figure come quella del “se vuoi” di cui sopra – magre figure che ti dovrebbero insegnare la prudenza nel dialogo, perché qui si sta anche per dialogare, condividere e magari anche imparare qualcosa.
Il che non vuol dire solo “se sbaglio (se) mi direte dove”, perché sebbene tu ti applichi molto in questo esercizio verso gli altrui commenti (presupponendo di essere sempre tu nel giusto), potrebbe anche non interessare a nessuno stare a far dimostrazione matematica dei tuoi errori, salvo nel dialogo questi finiscano per venire “auto-corretti” in una consapevole crescita anche intellettuale.
Non ti è sorto alcun dubbio per il fatto che io non sia l’unico a fare commenti negativi sul tuo modo di esprimerti? E no… come potrebbe sorgerti un dubbio? E’ un esercizio di umiltà piuttosto complesso.
Solitamente tu risolvi la cosa trovando conforto in chi spalleggia, più che il tuo “modo”, l’idea che si sta esponendo e quindi i primi vanno ad accrescere la lista di !quelli che, qui in questo blog, ancora la devono capire.. speriamo…”
Con ciò ti lascio ribadendo senza timore alcuno: Spocchioso (saprai cos’è la “spocchia”… nei modi e nei termini); pretestuoso, perché prendi a pretesto argomentazioni altrui travisandole per ribadire unicamente il tuo pensiero; presuntuoso, perché degli altri presumi troppo e il tuo presume presume sempre siano gli altri in difetto. Ne deriva – serve dirlo – una assoluta antipatia – certamente problema solo mio.
Anzi certamente tutto ciò solo problema mio, mio giudizio, mia presunzione, mie gratuite accuse… perciò non darti pena a rifletterci neppure un momento e archiviale. Problema risolto.
Leggo spesso quanto viene scritto, non sempre condivido. In realtà non condivido ” mai” quando qualcuno ( giancarlo in particolare) si mette in cattedra e dall’alto delle sue certezza parla, parla, parla……..
Grazie Bariom hai centrato il problema
@ Bariom
Al di là delle questioni di merito, da me sollevate in relazione alle parole del cardinale Walter Brandmüller, che tutti possono contestare o discutere naturalmente, noto che, invariabilmente, quando tu rispondi ad un mio commento, sposti la critica dal merito della questione alla mia persona. Per favore, in futuro, preoccupati di rispondere nel merito delle questioni da me sollevate ed evita di allestire processi, con tanto di accuse e condanne, verso la mia persona.
Fino a prova contraria, nel commentare questo articolo, non ho offeso nessuno, non ho accusato nessuno e nessuno può lamentarsi del mio comportamento. Ho espresso con chiarezza come la penso e, se qualcuno vuole correggermi nel merito, gliene sarò grato. Ma, ripeto, non accetto da nessuno processi, accuse e condanne rivolte alla mia persona che non siano documentate.
Grazie.
No, ti sbagli, non è INVARIABILMENTE e sulle questioni di merito, in più di un’occasione a mia domanda non ha risposto alcunché…
Tu usi due pesi e due misure, dato che non accetti processi e condanne (io non ne ho fatti comunque, semmai ho espresso giudizi, non piacevoli, non condivisibili, ma semplici giudizi), ma nel tuo scrivere lo fai continuamente e soprattutto processi alla supposte intenzioni di chi commenta, ma capisco che la difficoltà è sempre quella: leggersi da fuori, avere un occhio critico prima di tutto rivolto a se stessi. Applicare (ogni tanto, almeno ogni tanto) la massima evangelica di considerare gli altri superiori a sé.
Perciò non credo di aver nulla da “documentare” (cmq mi sfugge il senso e il valore di tal “documentazione”)
Per favore, astieniti da commenti sulla mia persona. Io non ho mai espresso giudizzi sulla tua persona; fai altrettanto con me. Grazie.
Cercherò… ma fai attenzione anche tu ti prego, perché la linea di demarcazione a volte è piuttosto sottile e credimi (se mi vuoi credere senza prove documentate), in più di un’occasione anche tu sei scivolato oltre…
Comunque, come volevasi dimostrare, evinco dalla tua risposta, che hai velocemente archiviato la questione 😉
Bariom ti ho mai detto che il meglio di te lo dai quando t’inc…….?
Lo dici perché non mi hai mai visto veramente inc….. 😉 😐
Non è per nulla uno spettacolo edificante 🙁
Non capisco cosa vuoi dire. se ti riferisci a me parla più chiaro.
O.T.: Angela, Sara, Viviana e chi vuole aggiungersi vi chiedo una preghiera per Don Carlo che martedì mattina, giorno dell’Annunciazione alle 10 ha un incontro dal quale dipende qualcosa di molto importante. Sarebbe troppo lungo da spiegare. Che sia fatta la volontà di Dio per intercessione di Maria.
Guisi: contaci.
N.B.: e lo porto da Santa Rita con me, domani. E’ la Santa dei casi disperati e impossibili, se non ci pensa lei?
Grande! Sto facendo i 15 giovedì! Sono stata due volte a Cascia e a Roccaporena. Sono salita pure sullo Scoglio. Grazie! Hai una grande sensibilità: hai capito che è un caso disperato. Proprio così.
Leggo tardi ma non troppo: presente.
Grazie!
Scusa, Giusi, sono un po’ di giorni che non leggo… Vedo solo ora e mi associo volentieri se non è troppo tardi. Spero di aver comunque contribuito in tempo pur senza saperlo, dal momento che nel nostro rosario quotidiano preghiamo sempre anche per tutti i sacerdoti.
Cara Sara grazie. Non è tardi. Occorrono tante preghiere perchè il male imperversa ma quando tutto sembra perduto la Stella del Mare indica la rotta. Speriamo di approdare!
…secondo me ci sono cose essenziali e non essenziali nel fatto che uno creda o no.
Essenziale è credere in Dio, nell’amore di dio, nella Resurrezione eccetra….
Non essenziali sono la eucarestia ai divorziati sì o no (per esempioi) e alambicchi del genere…
Nelle cose essenziali non credo che ci possa essere la possibilità di convincere nessun altro altro a credere o meno.
Alla domanda se uno crede che esista Dio, Cristo eccetra bignerebbe sempre rispondere: no, secondo me non esiste,
o invece: sì, secondo me esiste. ed è tutto. Alle alle innumerevoli minuzio teologico-episcopali, invece, non occorre dargli peso, o dargli il giusto peso: cioè nulla!
Alvise se stessi zitto faresti più bella figura. Si dà il caso che Gesù Cristo si sia espresso chiaramente sul matrimonio e sull’adulterio, ogni volta che ha usato misericordia ha sempre aggiunto: va’ e non peccare più, ha detto che non è venuto a cambiare nemmeno uno iota della Legge (la parola comandamenti ti dice qualcosa?), ha dato agli apostoli il potere di rimettere o no i peccati etc. etc. Di conseguenza i giochini che fai della serie: “ha detto prendete e mangiatene tutti e quindi intendeva pure i divorziati risposati” risparmiateli. Non è che ogni volta può ridire tutto. La Bibbia sta là, prendila, studiala, metti insieme le cose e ragiona. Ovvio intendesse tutti quelli in grazia di Dio: basta fare due più due…. Il tutti indica che la salvezza non è preclusa a nessuno sempre che la vogliamo…
“Un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: «Maestro, che devo fare di buono per avere la vita eterna?» 17 Gesù gli rispose: «Perché m’interroghi intorno a ciò che è buono? Uno solo è il buono. Ma se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». 18 «Quali?» gli chiese. E Gesù rispose: «Questi: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso. 19 Onora tuo padre e tua madre, e ama il tuo prossimo come te stesso». 20 E il giovane a lui: «Tutte queste cose le ho osservate; che mi manca ancora?» 21 Gesù gli disse: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai e dàllo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi». 22 Ma il giovane, udita questa parola, se ne andò rattristato, perché aveva molti beni.”
( (Mr 10:17-27; Lu 18:18-27) Lu 10:25-37; 1Ti 6:9-10, 17-19 16 )
…beato chi a lui (o a lei9 è tutto chiaro, e non si perita di propinarlo sempre in ogni caso immaginabile agli altri!
(sempre colla garanzia scritta e timbrata della Chiesa, ovviamente!)
Scola: basta la parola!
A me non è chiaro niente: la mia chiarezza viene dal Signore, sono chiare le Sue parole. Scola non l’ho neanche nominato.
…il che starebbe a significare che voi non avendo molti beni già siete a posto (in quanto già non consentendo la comunione e quant’altro)?
Ma che stai addì? Nessuno è a posto. Siamo tutti dei poveri peccatori e non abbiamo il potere di consentire niente. Sarà il Papa a pronunciarsi credo e spero in conformità alla Legge.
Scusa Alvise ma questa è proprio una emerita str…ta!
Intanto se in “non essenziale” (ammesso e non concesso che di cose non essenziali si tratti) tradisce di fatto la premessa di ciò che è “essenziale”, siamo di fronte ad una completa contraddizione.
Poi quand’anche uno risponda si o no alla domanda “credi in Dio” e la cosa finisse lì, a che vale la domanda stressa e ancor più la risposta? A far statistica?!
Che poi stabilisca tu, per i credenti nel Dio di Gesù Cristo, cosa ne dovrebbe derivare nella prassi, è una pretesa di un’imbecillità (da imbecillis – senza bastone > quindi senza appoggio) cosmica… se mi permetti l’iperbole 😉
Riferito a commento delle 08:55
…o uno crede che dio c’è o non ci crede (sulla qualcosa c’è ben poco da dialogare)!
Tutto il resto (di questi discorsi) è (o non è) di secondaria importanza.
Nella prassi (lo dico io essendo io che lo dico in questo momento) ne dovrebbe derivare più essenzialità e serietà
e umiltà e carità. Chi non resta felicemente dentro questo limiti non ha capito il Vangelo (che Voi dite di averee capito)
(ma non l’avete capito, e/o nemmeno lo conoscete, dai discorsi che fate).
Se non si convertiranno le Giusy e i Bariom e i vale e gli Alessandri e i Giancarli eccetra che ci sono tra di voi vi toccherà rimanere degli stolidi parrocchiani pettegoli.
Amen
Bella l’aggiunta di essenzialità e serietà (cosa poi sarà la – serietà – alvisiana?) dal vangelo secondo Alvise… al quale o ci convertiremo o… vedi seguito.
Certo Alvise che stai facendo dei passi da gigante 😉
Perché gli Alessandro e i Giancarlo al plurale? Mi sento sminuito…
Verremo a passare l’esame da te.
gli è che non ho capito bene il : lo dico io essendo io che lo dico in questo momento……
vorresti sottintendere che in altro momento o blog non saresti te a dire quel che dici? naturalmente, essendo….
….non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume (e nemmeno una)? (ovviamente)
…ma non volevo suggerire questo, ma solo che ero io che lo dicevo perché ero io che lo dicevo, non perché mi considerassi che ero io che lo dicevo in quanto speciale….
Alvise, sì, spiegami tu il vangelo, l’umiltà, la carità, i “limiti entro i quali devo restare felicemente”.
Sono pronto a convertirmi (che è pure quaresima).
Quando tieni i corsi?
Toccherà chiamarlo “maestro” (?!)
Meglio guru…..
Marco Tosatti ricostruisce il Concistoro di febbraio. Consuntivo degli interventi dei cardinali sulla relazione-Kasper: la relazione ha riscosso scarsissimo gradimento. Un flop.
Duri contro la proposte Kasper sono stati il cardinal Caffarra, così come il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede Mueller. Altrettanto esplicito il card. Walter Brandmuller.
Anche il presidente dei vescovi italiani Bagnasco si è espresso in maniera critica verso il “teorema Kasper”; così come il cardinale africano Robert Sarah, responsabile di “Cor Unum” che ha ricordato, in chiusura dei suo intervento come nel corso dei secoli anche su questioni drammatiche ci siano state divergenze e controversie all’interno della Chiesa, ma che il ruolo del Papato è sempre stato quello di difendere la dottrina.
Il cardinale Re, uno dei grandi elettori di Bergoglio, ha fatto un intervento brevissimo, che si può riassumere così: prendo la parola un attimo, perché qui ci sono i futuri nuovi cardinali, e magari qualcuno di loro non ha il coraggio di dirlo, allora lo dico io: sono del tutto contrario alla relazione.
Anche il Prefetto della Penitenzieria, il card. Piacenza si è detto contrario.
il cardinale di Milano, Scola, ha elevato perplessità teologiche e dottrinali.
Molto critico anche il card. Camillo Ruini. Che ha aggiunto: non so se ho preso bene nota, ma fino a questo momento circa l’85 per cento dei cardinali che si sono espressi paiono contrari all’impostazione della relazione. Aggiungendo che fra quelli che non hanno detto niente e non si possono classificare coglieva dei silenzi “che credo che siano imbarazzati”.
Il cardinale Ruini ha poi citato il Papa Buono. Dicendo, in buona sostanza: quando Giovanni XXIII fece il discorso di apertura del Concilio Vaticano II disse che si poteva fare un Concilio pastorale perché fortunatamente la dottrina era pacificamente accettata da tutti e non c’erano controversie; quindi si poteva dare un taglio pastorale senza timore di essere fraintesi, poiché la dottrina rimane molto chiara.
Se avesse avuto ragione in quel momento Giovanni XXIII, ha chiosato il porporato, lo sa solo Dio, ma apparentemente in buona parte forse era vero. Oggi questo non si potrebbe più dire nel modo più assoluto, perché la dottrina non solo non è condivisa ma è combattuta.
“Sarebbe un errore fatale” voler percorrere la strada della pastoralità senza fare riferimento alla dottrina.
http://www.lastampa.it/2014/03/24/blogs/san-pietro-e-dintorni/concistoro-segreto-cosa-accadde-wqBSURdD6alrU98fuLF5iP/pagina.html
Grazie Alessandro. Questo mi conforta molto.
😉
L’intervento del cardinal Caffarra in dissenso dal cardinal Kasper
http://costanzamiriano.com/2014/03/16/lindissolubilita-del-matrimonio-e-un-dono-non-una-norma/
è ora disponibile anche in inglese:
http://www.zenit.org/en/articles/cardinal-caffarra-expresses-serious-concerns-about-family-synod-debates?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+zenit%2Fenglish+%28ZENIT+English%29
A proposito di cardinali in disaccordo da Kasper.
Il Prefetto della Segnatura apostolica card. Burke, intervistato dalla EWTN TV, ha affermato che
“ci sono molte criticità nel testo del cardinale Kasper. Confido che nei giorni a venire l’errore di questo approccio diventerà sempre più chiaro… Corre l’obbligo di precisare che il fatto che [Kasper] abbia svolto la relazione davanti al collegio dei cardinali non significa in alcun modo che la relazione sia stata accolta favorevolmente da tutti i cardinali”
http://ncronline.org/news/faith-parish/burke-warns-against-simplifying-annulments-false-mercy
@Alessandro grazie per i continui aggiornamenti sull’argomento… mi pare si possa dire che la relazione del Cardinal Kasper ha quantomeno avuto il pregio di smuovere non poco le acque, così da suscitare un dialogo anche ad-intra, con posizioni ben più nette e chiare di quanto non fossero le stesse premesse. 😉
Sì, a quanto pare la discussione ad-intra è parecchio vivace (diciamo così 😉 ), la relazione Kasper non ha mietuto molto successo tra gli eminentissimi cardinali, ma il relatore è porporato sufficientemente sperimentato e gioviale per non aversela a male 😉
L’ultima di giornata sulla “vivace” discussione tra porporati quanto alla relazione Kasper.
Si sa che recentemente il cardinale Müller ha pubblicamente criticato il connazionale sulla questione della comunione eucaristica ai divorziati risposati.
Radio Vaticana gli ha chiesto in che modo prende parte al dibattito sollecitato dal Papa:
“Al dibattito sulla famiglia e il matrimonio e sollecitato dal Papa anche Lei prende parte. Ci sono ambienti, in particolare nei media italiani, come il giornale Il Foglio, ad esempio, che da alcuni giorni realizza quasi una campagna contro il Card. Kasper. In che modo Lei partecipa al al dibattito? Quali sono le Sue richieste nel presente dibattito, che oltrepassa ampiamente le congregazioni vaticane?”
E Müller ha tenuto a precisare che:
“Non partecipo come teologo privato, ma proprio in veste di prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede. Questa è l’unica delle congregazioni romane che partecipa in maniera immediata al magistero del Papa, mentre altri che prendono la parola – anche se sono cardinali – parlano semplicemente per se stessi e non possono fare affermazioni ufficiali”.
Tradotto: Kasper parla per sé, io parlo come prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede!
http://www.ilfoglio.it/soloqui/22470
http://de.radiovaticana.va/news/2014/03/24/kardinal_m%C3%BCller:_%E2%80%9Edem_papst_dienen,_sich_nicht_des_papstes_bedienen%E2%80%9C/ted-784277
😉 a buon intenditor…
😉
1 Corinzi 4,1-51
Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. 2 Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti fedele. 3 A me però, poco importa di venir giudicato da voi o da un consesso umano; anzi, io neppure giudico me stesso, 4 perché anche se non sono consapevole di colpa alcuna non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!
5 Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.
@filosofiazzero
San Paolo, 1 Cor 11, 27-29 Perciò chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna.
dal Vangelo di Marco, Mc 10,11-12 E disse loro: “Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio”.
Il divorziato risposato, si trova in pubblico stato di peccato grave; essendo il matrimonio indissolubile, è sempre sposato con la prima persona dalla quale per la legge dello stato ha divorziato. Risposandosi commette adulterio.
Non può ricevere l’assoluzione permanendo in questo stato, perché se fosse pentito con il proposito di non peccare più, dovrebbe togliersi dalla condizione di pubblico peccatore, separandosi dal nuovo partner, ma può riceverla qualora decidesse di cambiar vita e lasciare il nuovo partner, magari tentando di riavvicinarsi alla persona che è davvero sua moglie/marito.
Il catechismo di San Pio X, al 276 reca la domanda “Chi riceve un sacramento dei vivi (l’Eucaristia è tra questi) sapendo di non essere in grazia di Dio, commette peccato?” – Chi riceve un sacramento dei vivi sapendo di non essere in grazia di Dio, commette peccato gravissimo di sacrilegio, perché riceve indegnamente una cosa sacra.
Questo dovrebbe essere sufficiente; non ho un riferimento preciso, ma un libretto devozionale facilmente reperibile sul web sulla pia pratica dei primi nove venerdì del mese, per quanto riguarda le comunioni sacrileghe, riporta che Gesù disse a Santa Brigida che «non esiste sulla terra supplizio che basti a punirlo!».
Da quanto detto, chi ne fa una questione di diritti è completamente fuori strada, pure chi ne fa una questione di inclusione/esclusione, e pure chi ne fa questione di misericordia; dove sarebbe la misericordia nel far commettere a qualcuno un sacrilegio? Misericordia è piuttosto ammonire i peccatori e fare il possibile perché cambino vita, non già confermarli nell’errore.
“Coloro che fanno una comunione sacrilega”, scrive San Cirillo, “ricevono Satana e Gesù Cristo nei loro cuori: Satana, cui essi lasciano il potere, e Gesù Cristo, da offrire a Satana come vittima sacrificale”.
(senza commento)
Appunto: statti muto!
Quagliò
LIRReverendo
Il presidente della CEI cardinal Bagnasco ha parlato chiaro e duro questo pomeriggio contro la dittatura del gender nelle scuole:
“Colpisce che la famiglia sia non di rado rappresentata come un capro espiatorio, quasi l’origine dei mali del nostro tempo, anziché il presidio universale di un’umanità migliore e la garanzia di continuità sociale. Non sono le buone leggi che garantiscono la buona convivenza – esse sono necessarie – ma è la famiglia, vivaio naturale di buona umanità e di società giusta.
In questa logica distorta e ideologica, si innesta la recente iniziativa – variamente attribuita – di tre volumetti dal titolo “Educare alla diversità a scuola”, che sono approdati nelle scuole italiane, destinati alle scuole primarie e alle secondarie di primo e secondo grado.
In teoria le tre guide hanno lo scopo di sconfiggere bullismo e discriminazione – cosa giusta –, in realtà mirano a “istillare” (è questo il termine usato) nei bambini preconcetti contro la famiglia, la genitorialità, la fede religiosa, la differenza tra padre e madre… parole dolcissime che sembrano oggi non solo fuori corso, ma persino imbarazzanti, tanto che si tende a eliminarle anche dalle carte.
È la lettura ideologica del “genere” – una vera dittatura – che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l’identità di uomo e donna come pure astrazioni. Viene da chiederci con amarezza se si vuol fare della scuola dei “campi di rieducazione”, di “indottrinamento”.
Ma i genitori hanno ancora il diritto di educare i propri figli oppure sono stati esautorati? Si è chiesto a loro non solo il parere ma anche l’esplicita autorizzazione? I figli non sono materiale da esperimento in mano di nessuno, neppure di tecnici o di cosiddetti esperti.
I genitori non si facciano intimidire, hanno il diritto di reagire con determinazione e chiarezza: non c’è autorità che tenga.”
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/03/24/bagnasco-si-ribella-ai-campi-di-rieducazione/
Ed ecco un commento, che titola “Cardinale italiano: se insegnate ai bambini a non molestare i gay, li corromperete”
http://www.gaystarnews.com/article/italian-cardinal-if-you-teach-kids-not-bully-gays-youll-corrupt-them270314
La notizia è quello che è, una cronaca falsa e tendenziosa. Ma mi ha colpito che tra i 238 commenti si trova da “ecco uno a cui Francesco dovrebbe dire due parole” a “idiota” “dov’è la mia mazza da baseball” “pedofilo” etc. e non ce n’è neanche uno che ponga in dubbio l’autenticità e la correttezza delle parole virgolettate.
But this solution to ‘homophobic bullying’, Bagnasco says, is in fact designed to brainwash children to have ‘preconceptions against the family, parenthood, religious faith and the difference between fathers and mothers.’”
Ma non sono le stesse parole che sono riportate un commento sopra?
Non provarci Alvise, è inutile. Se hai letto tutto l’articolo dovresti aver capito di cosa si tratta. Se poi insisti a voler buttarla in caciara come sempre, lascia stare. Hai già riempito la pagina di quadratini neri, basta così.
An Italian cardinal wants parents to fight schools’ efforts to prevent anti-gay bullying, saying they are ‘brainwashing’ kids into being LGBTI friendly.
Archbishop of Genoa Angelo Bagnasco likened anti-homophobia state education in Italy to a totalitarian dictatorship.
He also said the efforts were turning schools into ‘indoctrination and re-education camps’.
In a speech this week published by the Italian bishops’ newspaper Avvenire, Bagnasco slammed the recently announced government pamphlets in schools aiming to teach children about love and diversity.
But this solution to ‘homophobic bullying’, Bagnasco says, is in fact designed to brainwash children to have ‘preconceptions against the family, parenthood, religious faith and the difference between fathers and mothers.’
The cardinal has urged parents to take a stand and not be ‘intimidated’.
‘Parents must defend their children against gender ideology,’ he insisted. ‘It is a grave duty of society – at all levels and forms – not to corrupt the youth with ideas and examples that no father and mother would want for their children.’
On 20 March, the government announced a planned day of diversity training for teachers would be postponed to a later date following outrage from church officials.
The anti-homophobia campaign follows a series of high profile murders and suicides among young people in Italy.
It is believed the Italian government has budgeted €10 million ($13.8m) for its fight against homophobia in schools.
http://www.ilfoglio.it/soloqui/22567
….credo che la nostra scuola sia un disastro totale, altro che teoria gender!!!
Che andessero, dunque, nelle scuole reclamizzate da Paolo Pugni, i ragazzi (non ricordo il nome di quelle scuole, mi scuso di avere usato il nome di Paolo Pugni)…
“Quindi se c’è persone che possono aiutare ai malati, è la più bella cosa che uno può fare nella vita: se sapessimo, ò pensassimo quando si è ammalati trovare persone che ti qura, ti copre, ti dà da bere, è un gran piacere: ne ò fatte tante d’inniezioni, e per niente, ancora li farei: ma alla mia età, cosa mi aspetta… se non la morte?! Poi che serve essere sempre in ansia; l’ansia impedise di vedere la more, non sono mai stata felice ò poco e anche sono anziana non posso sperare più niente dalla vita, sono sempre in ansia perchè??? Perchè ne ò passato di tutti i colori, di ogni erbe un fascino: essere felici non è facile, mi sento molto vecchia, ò vissuto sempre in campagna, là mia vita è stata tanto faticosa; e dura; con mio marito ci siamo tanto amati, sono rimasta vedova quasi all’improvviso, mi sento vuota, finita, inutile passo le mie giornate à piangere, non l’avrei mai pensato, che dopo 50 anni di matrimonio separarci così; tute le mie tristezze le scrivo di notte, che poco dormo; come un essere umano quando à dei dispiaceri…”
[Clelia Marchi, Il tuo nome sulla neve (Gnanca na busia), Milano, ilSaggiatore 2012, pp. 69-70]
Eppure, in un certo senso, capisco Giancarlo (mannaggia Giancarlo, guarda che compagno di viaggio ti sei trovato! Ma non vacillare, durerà poco, non più di un rigo).
La Chiesa non è chiamata al dialogo per annacquare i propri principi.
E’ chiamata al dialogo perché non è l’unica portatrice di principi. Ed in un paese democratico le regole si scrivono partendo dai valori condivisi.
E’ per questo che si dialoga: per trovare un campo comune in prima battuta. Quindi, dei compromessi.
Che non sono da demonizzare per forza, i compromessi: sono a tutela della maggior parte delle persone.
Anche perché, a chi veramente conviene il “muro contro muro”? Domanda che dovrebbe portarne(almeno) un’altra: siamo sicuri di essere maggioranza? E da minoranza, siamo sicuri di voler essere intransigenti? Da intransigenti, tuteleremo anche i più deboli?
Ricordiamoci sempre che la cornice all’interno della quale ci muoviamo (quando parliamo di leggi) è lo stato italiano.
@fortebraccio: “La Chiesa non è chiamata al dialogo per annacquare i propri principi.”
Se la questione è tutta qui (o se stringi-stringi questo è il nocciolo dell’argomento – ma mi pare ci fosse anche altro…),non si puo che essere d’accordo con Giancarlo, o meglio con questa affermazione che non è certo “idea” di Giancarlo, né mo pare su questo esistano (almeno qui) fronti contrapposti.
Semmai potremmo essere chiamati a trasformare l’acqua in vino… non certo il “vino buono” in acqua!! 😉
A proposito del card. Brandmuller…
intervistato sul Foglio del 27 marzo il porporato, presidente emerito del Pontificio comitato di Scienze storiche, ha detto:
” E’ evidente che la mancanza o la mancante chiarezza circa il genuino insegnamento cattolico da parte di vescovi, predicatori, catechisti e soprattutto dei professori di teologia morale, è la principale causa del caos attuale.”
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201403/140327brandm%fcllermatzuzzi.pdf
Ma non, ma no, ma cosa dice il cardinale? Chiarezza?……….
…………………Dialogo ci vuole!
@Giancarlo, sei un po’ ripetitivo… monocorde direi 😐
…chi può dire di se stesso di essere un vero cristiano, un vero cattolico etc.?
Direi “buon” cattolico… e questo non sarebbe difficile.
Ci sono precisi parametri se uno li vuol trovare/vedere. Se ti ci attieni, sei un “buon” cattolico o un cattolico fedele se preferisci.
Per l’essere “vero” cristiano e già i “parametri” a volte sfuggono o rientrano nel deleterio “per me è così o cosà”, penso sia meglio lasciare giudicare agli altri.
Se lo sei… si vede! ( lo vedono anche in non-cristiani 😉 )
…perché allora, a me, per esempio, non mi sembrate cristiani per nulla? (né veri nè buoni né altro)
Ci vedo io male, ovviamente?
Perché hai una idea di “cristiano” che è completamente sballata. Tutto qui.
Alessandro: smack! 😉
😉
Che devo dirti Alvise? Certo che un blog non è il posto migliore dove possano apparire le doti (intese proprio come “in dote”) di un Cristiano.
Un Cristiano, oltre che dalla sua “professione di Fede” (e qui si potrebbero anche sprecare) lo vedi dalle opere, dal compiere le opere secondo lo Spirito di Cristo, le opere dei Figli di Dio: opere di Vita Eterna (per quello dicevo se uno lo è – dichiarato o non dichiarato lo si “vede”…).
Nel tuo caso poi bisogna vedere se riconosceresti lo stesso Cristo anche avendolo davanti… mi auguro di si. Certo è che non saresti il primo (né temo saresti l’ultimo) che per tutta una serie di cecità, mentali, spirituali, ecc, ecc., ha ricevuto la luce… ma la luce ha rifiutato! 🙁
Mi taglierò le vene dalla disperazione. Ma chi ti ha erto a giudice? Ma vai a giudicare le vacche sacre!
…appunto dicevo!
Comunque sarei curioso di sapere come dovrebbe essere il cristiano secondo te. Anzi: sarei curioso di sapere come secondo te Cristo vorrebbe che fosse un Suo discepolo dei nostri giorni. Ti sarei grato se me lo dicessi non in uno slogan, né affastellando citazioni bibliche, ma con le tue parole in 20-30 righe.
Così magari cominceremmo a capirci un po’ meglio.
Ma è solo una mia curiosità, fa’ come ti pare, ovviamente.
Si, sarebbe interessante…
Ma non è che non si evinca, anche se non è espresso a chiare lettere, dalla molteplicità di alcuni suoi interventi… potrebbe anche essere un gran delusione, del tipo di quelle affermazioni che taluni fanno: “credo il Gesù( (quale Gesù poi?), ma non nella Chiesa.
Ho sentito anche affermazioni del tipo “credo nel Santo Tale, ma non…” ( come se i Santi nascessero sotto i funghi 😉 )
Ci ho pensato. Il cristiano è colui che si riconosce un misero peccatore, ma confida nella Misericordia.
E’ un buona “base di partenza”…
Ma se adottiamo la definizxione “alter Christus”, che normalmente si adotta per il sacerdote, ma che di fatto è giustamente estendibile ad ogni battezzato (re, sacerdote e profeta), si comprende che c’è (e dovrebbe esserci) molto di più 😉
Se poi portiamo il “discorso” alla sua massima espressione, dovremmo arrivare a parlare della santià – non possiamo scindere la Figura di Cristo da ciò, né dimenticare che l’invito è: “siate santi perché IO sono Santo” (dice il Signore)
Mi associo ad Alessandro.
…il cristiano non sta sempre a questionare su chi sia o non sia cristiano dichiarando che lui sì citando gli articoli della dottrina. Così facevano gli scribi e i farisei (ipocriti) che credevano di essere solo loro nel giusto.
…anche la definizione di Giancarlo mi sembra buona!
Come ho scritto (facendo un semplice ragionamento, senza pretendere di essere arrivato all’unica definizione) è una buona “base di partenza”, ma non puo essere esaustiva…
Certo che se non si parte di lì… si fa poca strada 😉
Inquanto alla tu definizione di cosa “non dovrebbe essere” piuttosto che di cosa è, corretta anch’essa e come è evidente, ben si sposa a ciò che ha indicato Giancarlo.
Però temo tu confonda quando si fanno rilievi a ciò a cui dovrebbe attenersi un buon cattolico (o se vuoi un cristiano che si vuol dire cattolico).
Ad ogni modo anche per la definizione di “cristiano”, puo valere una di tipo giuridico (non credo sia quella a cui ti riferisci) ed una di tipo “esistenziale”, se così vogliamo chiamarla…
….sì, va bene tutto quello che dici, ma basta, per favore, mettere quelle faccione omologhe alle migliaia che vengono messe nei computer….
Mo’ te la prendi con le “faccine”… sei proprio una palla 🙂 😀 😐 🙁
ma fatti il mondo a modo tuo e… restaci (senza offesa)
basta con le faccione omologhe! Meglio le eterologhe 😛
E’ diventato un facciofobo!!… brrrrr
…e intanto, Alessandro, non risponde alla tua domanda semplice e diretta. Al solito.
svicolo svicolone 😉 (ops, un’altra facciona omologa, adesso chi lo sente quadratino nero!)
…un cristiano dovrebbe essere una persona buona e sincera e compassionevole e fuori del mondo.
20-30 righe avrei gradito, non un tweet… Che significa “buona”? E “compassionevole”? E “fuori dal mondo”?
“fuori del mondo” mi lascia perplesso… il cristiano è nel mondo anche se non è del mondo.
Poi persone “buone e “compassionevoli” e magari anche “sincere”, ce ne possono essere anche tante (grazie a Dio), ma non necessariamente sono cristiani o meglio ancora “immagine di Gesù Cristo”…
Direi… troppo generici come elementi distintivi.
…secondo me sono le qualità fondamentali di un cristiano quelle che ho detto, battezzato o non battezzato, cresimato o nemmeno, anche senza la comunione, la confessione la estrema unzione la preghiera o quant’altro. cristiano come era Cristo, senza la sua autorità, ovviemente, ma il cristiano se ne sbatte dell’autorità, Cristo nel racconto evangelico no, lui doveva essere anche quello con l’autorità di dire questo o quello, voi no, nessuna autorità, autoritàzzero, anche meno, avete voglia mettere insieme encicliche sermoni e omelie e apparizioni papali, zzero!!!
Infatti l’autorità (quella vera) non è quella che ci sia prende, ma quella che gli altri ti riconoscono e ti danno…
“Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi.”
La “onde per quindi”, poi anche agitarti di meno – faccina!! 😛
…quella che ci “si” prende…
…sì, Cristo sì (o almeno così sta scritto).
Queste parole del cardinale Brandmüller sono davvero musica! Anzi, sinfonia, anzi, coro angelico!
Perfetta sintonia anche con Giancarlo: mi sei piaciuto in diversi commenti e trovo che i tuoi toni non siano affatto sbagliati, tanto più che – come sempre – mi pare non siano motivati da astio verso nessuno (semmai verso il buonismo) ma da amor di verità e da amore verso la Chiesa.
Grazie Sara, sono parole che mi riscaldano il cuore.
…Sei sempre gentile con me.