In difesa di Babbo Natale

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di Emanuele Fant

Ho letto su un giornale che apprezzo (La Nuova Bussola Quotidiana del 15/12/2013) un invito a riproporre alle nuove generazioni di cattolici la figura di Gesù Bambino come portatore di regali, e mi sono sentito in dovere di ribattere.

Sono un padre credente, dunque cerco spesso di capire cosa avvicinerà di più i miei bambini (2 e 4 anni) a Gesù, salvatore del mondo, e pure loro. Io ho scelto Babbo Natale, non per arrendermi al marketing, ma perché mi sembra il personaggio più indicato ad entrare dal camino che non ho. Mi spiego.   

Innanzi tutto Babbo Natale è più attrezzato. C’è una ricca tradizione di risposte da dare ai bambini quando dubitano, c’è addirittura una applicazione per mostrare agli scettici un video in cui il vecchietto posa i doni proprio sotto al nostro albero di casa. Gesù bambino non ha niente del genere perché, come tutti sanno, è molto povero e non può certo permettersi un programmatore. Figuriamoci una culla supersonica capiente abbastanza per tutti i regali che il mondo si aspetta. Scherzo fino a un certo punto, dico questo perché mi sembra importante mettere ognuno al proprio posto, quando si ha a che fare con bambini veri.

Ho scelto Babbo Natale perché me lo immagino con più facilità a fare le code all’Auchan, a controllare i codici dei Lego sulle letterine, a lottare per avere  l’ultimo Gormito in vetrina.  E poi come la mettiamo con gli elicotteri da guerra, le navi pirata coi cannoni, le armi letali delle Tartarughe Ninja? Per me Gesù Bambino non li regala. E non mi si venga a dire che dovrei far giocare i miei figli in giardino, disegnando la campana col gessetto, perché, ripeto, io parlo di bambini veri. E poi è inverno.

L’unico punto di contatto che io noto tra Babbo Natale e Gesù Bambino è la gioia che i regali rappresentano. Per il resto, vite separate. In questo modo andremo a messa, metteremo il bambinello nel presepe, diremo la preghierina ricordando che ora stiamo facendo le cose essenziali. Se mescoliamo gli ingredienti (Gesù con i pacchetti), ho paura di perdere qualche sapore.

Nella fantasia dei più piccoli vivono un sacco di creature e persone che non esistono affatto, ma non sono nocive, anzi sono importanti. Scompariranno, c’è tempo, adesso è presto per catalogare la realtà in cose vere e cose finte. Allora dovrei sacrificare pure Hansel e Gretel, Peppa Pig, Mike Wazowski; o la strega cattiva e tutti i crudeli delle favole,  spiegando che se vogliamo un malvagio vero dovremo usare sempre la figura del demonio, di cui è certificata l’esistenza? Dio non mi chiede di comprimere la libreria dei bambini, e di esporre solo le Sacre Scritture, perché Lui adesso ha bisogno di mostrare loro la realtà tutta intera, con migliaia di parole differenti. La Bibbia sta nel ripiano superiore, quello delle istruzioni.

Lo so, arriverà il giorno doloroso nel quale i crudeli compagni di scuola sveleranno ai miei innocenti piccolini che, in verità, sono i genitori a mettere i pacchetti sotto all’albero. Io soffrirò, ma avrà ancora più problemi chi tifava Gesù Bambino, perché non potrà certo dire che non era vero. Avrà scomodato Dio in fasce rendendolo complice di una delusione? Non mi piace.

Nel mio caso, Babbo Natale esploderà come una bolla di shampoo, ci diremo che siamo diventati un po’ più grandi, che i regali non sono più così essenziali,  che non esiste affatto un personaggio che incentra la sua vita ritirata solo sulla costruzione  di oggetti materiali desiderati dai più piccoli. Il panzone rosso resterà un piacevole ricordo, e toccherà ai bambini, crescendo, riordinare la realtà incasellando verità e finzione nel progetto di Dio, che metteranno a fuoco sempre meglio.

Dei due binari paralleli (Babbo Natale/regali concreti/soddisfazione dei piaceri materiali – Gesù/senso vero del Natale/ salvezza spirituale) ne sopravviverà solo uno, quello vero, l’unico che merita di convivere con i miei intelligentissimi bambini, da grandi.

64 pensieri su “In difesa di Babbo Natale

  1. 61Angeloextralarge

    A quest’ora scrivo solo… Abbiamo creduto da piccoli a Babbo Natale? Io sì! E questo non mi ha tolto nulla.

  2. Lucia

    mah… io “avevo” Gesù Bambino e devo dire che mi é sempre sembrato che abbia più senso perché almeno é legato al vero significato del Natale.
    Che glie ne frega a Babbo Natale di portare i regali in fondo? Ho sempre visto il fatto che Gesù Bambino porta i regali come un simbolo del fatto che Lui é il regalo più importante… Mediterò sulla frase finale così che se avrò dei figli sarò preparata su quale scegliere!

  3. marianna

    I miei bambini scrivono a Gesù Bambino che, a sua volta, delega Babbo Natale per le consegne. Poi ho raccontato loro la storia di San Nicola e quindi, da allora, sono ancora più affascinati da Babbo Natale, che considerano il suo diretto discendente. Per le vacanze abbiamo guadato, tutti assieme, il cartoon “Il figlio di Babbo Natale” e, in una scena, il figlio in questione, ammirava i quadri di tutti i Babbo Natale della storia. Beh, indovinate chi era il primo? Si, proprio San Nicola! Ora loro sono grandini, ma hanno spifferato tutto agli amici più piccoli suggerendo di non aver paura di Babbo Natale perchè è un amico di San Nicola!

    1. Giusi

      Si è vero, Babbo Natale deriva da San Nicola quindi ha pure origini cristiane:

      Tutte le versioni del Babbo Natale moderno, chiamato Santa Claus nei paesi anglofoni, derivano principalmente dallo stesso personaggio storico: san Nicola, vescovo di Myra (oggi Demre, città situata nell’odierna Turchia), di cui si racconta che ritrovò e riportò in vita cinque fanciulli, rapiti e uccisi da un oste, e che per questo era considerato il protettore dei bimbi. Da notare che l’appellativo Santa Claus deriva da Sinterklaas, nome olandese di san Nicola.

  4. Mi sono riproposto di scrivere qualcosa anch’io sull’ argomento, ma lontano dalla festa mi sembrava fuori tema: il punto è la verità di Babbo Natale, che è mitica. Chissà, fra qualche giorno magari…se fate i buoni… 🙂

  5. Giusi

    Quoto anch’io Babbo Natale, non mi è sembrato mai così pericoloso, bellissimo il post, molto divertente!

  6. Giusi

    Fuori tema ma merita: per la serie “quando si hanno gli attributi”. Pure scusa gli hanno chiesto! Grande! Altro che Barilla! Aveva proprio ragione Sciascia: “… ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, chè mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, chè la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre…”. Peraltro atrocemente profetico per quanto riguarda una delle categorie……. Indovinate dove metterei Barilla?

    http://lanuovabq.it/it/articoli-phil-lomofobo-tiene-duro-e-gli-chiedono-scusa-8257.htm#.Ut9jLTGmaAU.twitter

    1. Roberto

      Splendido, Giusi. Conferma un’evidenza naturale, del tutto attinente con l’argomento: gli attributi esistono affinché vengano usati lecitamente. In fondo, come noi sappiamo è l’uso illecito dei medesimi a configurarsi come peccato 😉

    2. 61Angeloextralarge

      Giusi: sai anche se qualcuno ha l’indirizzo postale di Barilla? Vorrei inviargli questo link! 😀

      1. Giusi

        No però l’ho postato sulla pagina facebook di Barilla con questo commento: Sig, Guido Barilla guardi cosa significa avere gli attributi!

        1. Tremenda Giusi!! 😉 😀
          Beh anche Angela… (le mancava solo l’indirizzo), ma si sa, le donne sono così!
          E se c’è un cosa che non perdonano agli uomini… e di non avere gli attributi (gli uomini intendo)!! 😀 😀 😀
          ( Questa me la dovete passare… 😉 )

          1. Cmq battute a parte la vicenda Robertson è spassosissima 😉 😀
            Poi non solo omofobo, pure anatrofobo!!
            Nessun animalista disposto a sparargli in faccia? Perché lo fanno se si tratta di difendere qualche povero pennuto 😉

          2. 61Angeloextralarge

            Giusi: SMACK! 😀

            Mario: per quel che mi riguarda li perdono tutti… anche se sono convinta che senza attributi in realtà non siano uomini… e li accolgo a braccia aperte lo stesso… 😉

            1. 61Angeloextralarge

              Per quel che riguarda Guido Barilla.. non ho ancora scelto tra due opzioni: o non ha gli atrributi o gli interessano troppo i soldi (ma poi non sa valutare bene come farli… visto l’esperienza dell’anatrofobo americano).

              1. JoeTurner

                @61 Angeloextralarge: io nel mio piccolo non compro più niente con il marchio Barilla (ed ero un gran consumatore dei loro prodotti).

                @Giusi: se ti interessa “Voglio la mamma” non uscirà il 19 marzo ma il 14 febbraio

  7. Annalisa

    Troppa dietrologia per una faccenda del tutto semplice. Gesù bambino esiste davvero. Babbo Natale no. Che altro c’è da dire a un cristiano? Si possono anche citare entrambi, ma il casino aumenta e non aiuta…

  8. Babbo chi? Io quoto per Gesù Bambino e i Re Magi (vedi Befana) 😉
    ( Anche se ormai, grazie a Dio, i miei figli li fanno loro a me i regali – quando me li merito… 😉 😀 )

    1. Giusi

      Befana pure! Gesù Bambino è povero….. Regali ai bambini da Babbo Natale e Befana, ai grandi niente, da anni beneficenza perchè Natale è la festa di Gesù (e quindi dei poveri) non la nostra….. Se fai il bravo del compleanno…. 😀

      1. Gesù è nato nella “povertà”, ma è il Re dei Re!
        I regali tangibili sono un segno della Sua Regalità e Magnificenza, rimando ai Dono Spirituali che la Sua Nascita porta con sé e che vanno sottolineati ai nostri figli perché anche questa diventi un Festa che è anche pedagogia. 😉

        Cmq spero nel compleanno… per me, che non sono buono, questo Natale, “nisba” 😐

  9. io

    noi abbiamo cinque figli, quattro ormai grandi e una che ancora aspetta i regali… ma non il 25 dicembre, piuttosto il 6 gennaio; a tutti abbiamo sempre detto che chi porta i regali sono i Re Magi, che li hanno portati innanzitutto a Gesù Bambino e poi li portano a tutti i bambini perché ogni bambino – e ogni uomo, da grande – ha in sé la stessa regalità, la stessa divinità e la stessa umanità.
    E però, i Re Magi si dedicano solo ai bambini… i grandi, se vogliono farsi un regalo tra loro, se lo fanno a Natale, perché il 6 gennaio, la festa è dei bambini!
    questo ci ha permesso, quando erano piccoli i primi quattro, di aprire i nostri regali (io e mio marito) di nascosto, per conto nostro (:-)), concentrando la loro attenzione sulla nascita di Gesù e il significato cristiano di questo evento; poi, senza trascurare il senso anche dell’Epifania, i bambini scrivevano una lettera che consegnavano ai Re Magi in persona qualche giorno prima dell’Epifania, quando passano (passano ancora!) in parrocchia per rispondere alle domande dei bambini e raccogliere le lettere appunto (andiamo cercando – e scambiando – “Re Magi” in altre parrocchie, che non siano riconoscibili… qualche anno fa si è prestato pure mio marito, che insieme ad altri due mascherati, andò a raccogliere le lettere dei bambini di un ospedale).
    ora che ne abbiamo una sola piccola, …le dice proprio bene, perché riceve regali anche a Natale (da genitori e fratelli, che se li scambiano tra loro, ma non vogliono farla sentire esclusa!)

  10. maria elena

    Non mi sembra che le mie figlie di 20/17/13 anni abbiamo avuto traumi quando hanno scoperto che Gesù bambino non portava più doni, ma anzi l’ultima volta mia figlia ha ribadito, grazie a Gesù se i nostri genitori possono mettere dei regali sotto l’albero, perché ha permesso che quest’anno lavorassimo da poter permetterci dei ragli e guarda caso, neanche troppo importanti, non si possono fare regali come fanno i loro amici figli unici o con al massimo due figli, con 5 figli bisogna essere molto oculati, anche per scelta però. (accetto critiche per crescere, premetto però Giobbe dice, se da Dio accettiamo il bene….) Non si parla di babbo Natale a casa nostra, avendo in famiglia vari Nicola e una figlia Nicoletta, la sua storia è praticamente una storia conosciuta, e vederlo arrivare nei vari asili, scuole materne e elementari li ha un po’ disillusi. Noi abbiamo i re magi e scoprire che non sono veri non ha creato traumi, ma ognuno l’ha affrontato secondo la sua indole e non mi dilungo.

  11. maria elena

    comunque l’articolo è bello e educativo per noi genitori, per quello che vale il mio giudizio!

  12. vale

    ma non sarebbe il caso di ricordare-magari anche ai bambini- il “vero” babbonatale o santa claus, San Niklaus( o Nikolaus).
    insomma San Nicola vescovo di Mira( o Myra) dal quale inizia la faccenda?
    ( non quello che è originato ,l’attuale babbonatale, dalla poesia dello statunitense Moore della prima metà dell’1800)

  13. Beatrice

    questa lettura di Babbo Natale di Gilbert Keith Chesterton mi sembra che unifichi tutto:

    , da Lettera a The Tablet of London di Gilbert Keith Chesterton

    “Quello che mi è successo è l’opposto di quello che sembra essere l’esperienza della maggior parte dei miei amici. Invece di rimpicciolire fino ad un puntino, Babbo Natale è divenuto sempre più grande nella mia vita fino a riempire la quasi totalità di essa. È successo in questo modo. Da bambino mi trovai di fronte ad un fenomeno che richiedeva una spiegazione. Avevo appeso alla sponda del mio letto una calza vuota, che al mattino si trasformò in una calza piena. Non avevo fatto nulla per produrre le cose che la riempivano. Non avevo lavorato per loro, né le avevo fatte o aiutato a farle. Non ero nemmeno stato buono – lungi da me!

    E la spiegazione era che un certo essere che tutti chiamavano ‘Santa Claus’ era benevolmente disposto verso di me… Ciò che credevamo era che una determinata agenzia benevola … ci avesse davvero dato quei giocattoli per niente.

    E, come affermo, io ci credo ancora. Ho semplicemente esteso l’idea. Allora chiedevo solo chi metteva i giocattoli nella calza, ora mi chiedo Chi mette la calza accanto al letto, e il letto nella stanza, e la stanza della casa, e la casa nel pianeta, e il grande pianeta nel vuoto.

    Una volta mi limitavo a ringraziare Babbo Natale per pochi dollari e qualche biscotto. Ora, lo ringrazio per le stelle e le facce in strada, e il vino e il grande mare.

    Una volta pensavo fosse piacevole e sorprendente trovare un regalo così grande da entrare solo per metà nella calza. Ora sono felice e stupito ogni mattina di trovare un regalo così grande che ci vogliono due calze per tenerlo, e poi buona parte ne rimane fuori; è il grande e assurdo regalo di me stesso, perché all’origine di esso io non posso offrire alcun suggerimento tranne che Babbo Natale me l’ha dato in un particolare fantastico momento di buona volontà.”

  14. M.Cristina

    C’è una piccolissima differenza tra la favola di Babbo Natale e tutte le altre…che Babbo Natale salta dentro a Natale, appunto, che non è la festa sua…e il Natale è sempre stato il regalo di Gesù stesso che tiene dentro tutti glia altri regali…e che Gesù Bambino questii regali li porti lui stesso o tramite i genitori, che sono Il primo Regalo di Gesù ai bambini, poco importa e l’ho sempre trovato irrilevante e i miei figli non se lo sono mai chiesto passando con disinvoltura da Lui a noi e da noi a Lui…
    Detto questo va bene comunque anche Babbo natale o qualunque altra cosa…dentro una famiglia sana, è un dettaglio veramente piccolo….

  15. M.Cristina

    ..e comunque anch’io sono passata dalla parte di quella che i regali li riceve dai figli, ormai…bellissimo…

  16. 61Angeloextralarge

    Tornando alla frase finale: è bello scoprire che nella mia vita, alla fine, è rimasto il binario più importante, quello fondamentale.
    Ed è bello credere che questo succederà anche nella vita di altri. Opto, ovviamente, per la scelta di raccontare la vera storia di Babbo Natale. E, sempre ovviamente, guardo ancora i film su Babbo Natale, anche se non ho più la scusa dei nipoti e pronipoti e se alcuni ormai li conosco a memoria. Ma guardo ancora tutti i film Walt Disney ed i cartoons (non i moderni che a mio gusto hanno disegni inguardabili…).
    N.B.: W Dumbo! 😀

    1. Davide

      Ciao a tutti,
      io penso che qui la questione sia abbastanza opinabile, ma la mia personale esperienza mi induce a essere in disaccordo con la posizione dell’autore del post.

      Non è che io abbia qualcosa contro il personaggio di Babbo Natale in se, forse potrei avere da ridire su alcuni aspetti che lo hanno legato al mondo della pubblicità (tra l’altro non certo per colpa sua), ma a me piace comunque e non mi vergogno a dirvi che fino a questo Natale ho guardato con piacere “Polar Express” di Robert Zemeckis, che è un cartone animato davvero carino che racconta di un bimbo che stava per non credere più in Babbo Natale.

      Io da piccolino ricevevo i regali il 25 da Gesù bambino e il 6 dai Re magi. Questi per me questi sono stati SEGNI molto importanti, come anche il momento in cui facevamo il Presepe, perché la Fede passa al cuore di un bimbo anche attraverso queste piccole cose.

      Quando facevo domande del tipo: “come mai tutti credono a Babbo Natale e alla Befana (ero un bimbo quindi figuratevi se queste due figure non mi affascinavano) mentre noi crediamo a Gesù Bambino e ai Re Magi?” – offrivo ai miei genitori l’occasione per dirmi due paroline su Gesù, quando sei piccolo è difficile ascoltare grandi catechesi, ma le piccole cose condite con un po’ di fantasia è più facile che ti attirino e interroghino.

      Ed anche quando ho scoperto che erano papà e mamma che poggiavano i regali a fianco del Presepe (a non sotto l’albero) non mi sono turbato più di tanto, anzi in me è scattata la domanda ma perchè i miei genitori hanno fanno tutto questo? E gliel’ho anche chiesto! Offrendogli ancora una volta un buon motivo per parlarmi della loro FEDE del perchè mi facevano doni … parlarmi di chi era il DONO più grande!

      E’ chiaro che ognuno fa come vuole, non ci troviamo di fronte ad una Verità di fede, tuttavia io come hanno detto altri più su, penso che sia un peccato sprecare l’occasione che ci viene offerta dal Natale (soprattutto in questi tempi in qui ciò è sempre più raro) per TRASMETTERE LA FEDE ai nostri figli, anche con questi piccoli gesti che vivamente consiglio. 🙂 😉

  17. Babbo Natale è cosa dei protestanti. Semmai San Nicola. E perchè separare la vita religiosa dalla vita privata o pubblica? Gesù e i pacchetti vá benissimo. E deve andarci perchè Dio deve stare in tutte le parti della nostra vita, soprattutto negli angoletti bui. Tra un Gesu che porta regali a tutti i bambini del mondo (possibilissimo perchè DIO può farlo!!!) e un vecchietto che da solo non ce la farebbe mai… a chi credere? Babbo Natale fa parte di quelle cose che aprono la via alla superstizione. Non è cristiano, non è cattolico. Per il bene dei bambini, lasciate che sia il Bambinello a portare i regali. É sempre Lui quello che sempre più ci dá. Noi pecchiamo, ed è Lui che nella croce e per la croce ci salva. É il Suo compleanno, ma è Lui a darci i regali. Cos’è più logico di questo?

    Giulia d’Amore di Ugento (in Brasile)

  18. francesca rossi

    mia figlia di 4anni,sentendo parlare di babbo natale e Gesù bambino,ha così sintetizzato la sua soluzione: “ma no mamma !Gesù bambino è troppo piccolo!non può portare i regali!è babbo natale che porta i regali a Gesù,come fanno i pastorelli e i re magi!poi babbo natale porta anche i regali a tutti i bambini come Gesù!”

    1. Davide

      Troppo dolce. I bambini sono meravigliosi e trovano sempre soluzioni che a noi adulti sfuggono del tutto. Nonostante ciò ti invito a leggere quanto ho scritto sopra forse potrai trarne un’ulteriore spunto! 😉

    2. Hythien

      Non ho tanto tempo e per ora non ho letto tutti i commenti ma quando ero piccolina io mi avevano spiegato che babbo natale è la persona incaricata da Gesù bambino di portare i regali a tutti i bambini nella notte di Natale perchè in quel momento lì Gesù deve stare con la Madonna e San Giuseppe per poterci incontrare tutti, alla Messa di mezzanotte e dal presepe. La scoperta che in realtà il tramite erano i miei genitori non è stata una delusione.

      Invece all’Epifania da me non arrivavano i Magi coi doni, loro son venuti per adorare Gesù bambino; ma arrivava la befana che è la capa di tutte le mamme e per questo è un po’ arcigna, sa che i bambini fanno i capricci quindi viene alla fine delle feste per portare gli ultimi dolcetti e, se necessario, un avviso di fare i bravi per coccolare un po’ la mamma che è stanca invece di farla stancare ancora di più…

  19. Sarebbe bello non ci ostinassimo con questa dicotomia: e se Babbo Natale fosse Gesù bambino? Se Gesù fosse anche “regali concreti/soddisfazione dei piaceri materiali”? E perché ridurre la magia commercializzata del Natale col simpatico vecchietto come cosa per bambini o per adulti ignorantelli?
    Forse la sfida, da padre e da credente, sta tutta nello spiegare che Gesù è uno tosto, che, se può, non esita a farti felice, anche fisicamente.
    Altrimenti questo Gesù è decisamente meno credibile e meno reale di Babbo Natale.
    Potrebbe essere il suo datore di lavoro!

  20. Angiblu

    Io ho cinque figli, dai 12 anni in giù, fino a 2. Non senza dubbi, anch’io ho optato per Babbo Natale, con ragioni molto simili a quelle ben espresse nel post. Alla vigilia, però, niente festa con Babbo Natale che arriva in costume, ecc., ma vespri davanti al presepe, con i canti, il Vangelo, il più piccolo della casa che mette Gesù nella greppia, i padri che benedicono i loro figli (facciamo insieme a nonni e zii…). Poi la cena, la Messa, e infine a letto, nell’attesa di svegliarsi per vedere se “è passato Babbo Natale”. Si poteva parlare di Gesù Bambino? Forse sì.Se ci penso adesso, mi hanno guidato soprattutto i ricordi dei miei Natali di bambina. E poi, iniziato col primo, mica si può cambiare versione al secondo figlio, essendo così vicini! Non so se abbiamo sbagliato, spero di riuscire a trasmette re la fede ai miei figli come hanno saputo fare i miei genitori: alla vigilia siamo ancora tutti e quattro lì, a ricevere la benedizione da nostro padre!

    1. Davide

      @Angiblu,
      come dicevo non è che che ci sia una legge in merito. In genere non mi piace far polemica, tanto più su un tema come questo, mentre trovo bello questo scambio di esperienze, perchè può essere utile per migliorarsi nel fare la cosa più importante che é passare la Fede ai nostri figli!
      È bella la tua testimonianza! E da ciò che hai detto, credo che sei sulla strada giusta, anche se io propendo per ciò che ho scritto su per i motivi che ho giá esposto.

  21. Plaudo anch’io a Chesterton: vorrei anticipare qualche spunto per una riflessione che spero di poter sviluppare fra una settimana.
    Babbo Natale ha a che fare con la “Fides qua”, coi modi della fede, piuttosto che con i suoi contenuti.
    La “Fides qua” è compito soprattutto della famiglia, comunque in comunione con la Chiesa.
    Babbo Natale è un simbolo paterno (forse anche materno) recante un dono gratuito,
    così come Gesù bambino è rivelazione e presenza dell’amore del Padre.
    Tutti i santi, in quanto tali (e S. Nicola non fa eccezione) sono anche segno di questa presenza, gratuità, mistero: a questo sempre rimandano.
    Siccome i santi sono aiuto, non prescrizione, il buon Babbo Natale si offre ad aiutare all’introduzione del mistero e dell’attesa, introduce all’avvento. Al nostro personale modo di vivere l’avvento.
    In quanto simbolo, la sua tradizione schietta o adulterata è affar nostro, comunitario: opportunità e minaccia insieme.

  22. Gianfranco

    Mah non capisco questa urgenza di mentire ai bambini. Le tradizioni sono importanti, e ogni famiglia fa bene a creare le sue, e queste sono per lo più innocue, quindi non voglio farne una critica troppo aspra. Però a casa mia ad un certo punto quand’ero piccolo hanno deciso che avevamo una verità più bella da raccontare della favola degli altri. Quindi la risposta è diventata la stessa da zero a cento anni: “mamma, chi è Babbo Natale?” “È lo sponsor della Coca Cola, tesoro, mirabile industria che si è appropriata delle tradizioni cristiane e della autorevole figura di San Nicola, grande baluardo contro gli eretici e persona generosa con i bisognosi”. “E a Natale chi porta i regali?” “Gesù bambino, dando un lavoro al papà e rendendo i nostri cuori buoni”. “E perché quest’anno ho avuto dei calzini e non una moto da cross che spara raggi laser come avevo chiesto?” “Perché tra i regali di Gesù per te c’è anche una famiglia numerosa, quindi facciamo regali più piccoli ma per tutti!”. Non so, Natale è sempre stata la mia festa preferita, e non ho mai dovuto perderne la “Magia” crescendo. Attenzione a collegare l’evento più importante della loro vita (il Natale) allo sponsor della Coca Cola.

  23. Fraser

    Secondo me il punto ancora più importante è un altro, accennato dal commento di Gianfranco. Quali e quanti sono i regali che Babbo o Gesù o i genitori portano?
    Mi fermo alla quantità: pur quando non si navighi certo nell’oro (co sti tempi…) capita che il figlio spesso unico sia coperto di regali a Natale e alla Befana (senza contare che ormai tutte le occasioni sono buone per fare regalini ai bambini). Magari perché vengono sia dai genitori che dai nonni che dagli zii ecc.. Mia moglie quest’anno ha fatto trovare 4 (quattro) calze a nostra figlia! Altre 5 sono arrivate da altri! E ho come il sentore che non sia una situazione soltanto mia. In questo modo si vuol rendere ancora più felice l’amato figlio, ma paradossalmente si ottiene l’opposto. E’ sperimentato da tutti che più si ha (oltretutto senza sforzo) e meno ci si gode quello che si ha.
    Ritornando all’esempio delle calze: guardando mia figlia mi è venuto da pensare che impiegavo molto più tempo io a svuotare con trepidazione la mia unica calza che lei a rovesciare le sue 4, il cui contenuto il giorno dopo era già dimenticato.

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