di Emanuele Fant
1. Mentre mangiamo suona il citofono. Qui nella cumunità di fratel Ettore siamo inflessibili riguardo agli orari: all’una e un quarto non si disturba, perchè anche se siamo sessanta poveri sciancati, siamo una famiglia, e questa è una casa. La voce di una ragazza agitata mi impietosisce: “La prego, ho letto che non è l’ora giusta, ma io devo entrare in chiesa, devo entrare…” Va bene il regolamento, ma come posso io oppormi a una tale sete di Dio? E se poi interrompo una conversione, che pene mi aspettano?
Finito il pranzo vado a controllare. La ragazza è ancora lì sulla panca, con i grossi occhiali scuri inondati di lacrime. Non ha l’aspetto di una devota, più di una praticante avvocato con il sogno dei reality. “A me mi viene da piangere… Non è possibile… Pensi che ho sbagliato strada… Non dovevo nemmeno passare di qui”. Da dietro le lenti osserva con ammirazione le statue, l’altare e poi me, come fossi san Pietro. Per non deluderla, le mostro le chiavi: “Non volevo interromperla, continui pure a piangere fino all’ora che vuole, solo che se poi desidera uscire non trova nessuno fino alle tre”.
La ragazza modera la commozione: “No, beh, allora esco adesso”.
Sul cancello mi chiede da quanto tempo c’è questo posto che lei non aveva mai visto (30 anni), e continua a ripetere che la coincidenza è eccezionale. Io non capisco precisamente di che coincidenza si tratta, ma lei insiste a guardarmi come se io avessi una qualche soluzione ai suoi (ignoti) problemi. Provo a concepire una frase memorabile e mi esce un: “Se vuole saperne di più visiti il nostro sito http://www.fratelettore.it”. Forse il profeta non è la mia vocazione.
2. Prendo il cellulare e richiamo il benefattore che si è messo in mente di ristampare decine di migliaia di libretti sulle apparizioni di Fatima e cerca aiuto per la distribuzione. Intende raggiungere più o meno ogni parrocchia del mondo, e si lamenta con me perchè nè il cardinale, nè un suo vice, nè un prevosto, nè le carmelitane gli hanno dato troppa retta: “Questa Chiesa ha le porte chiuse! E anche voi… Non è che mi avete accolto troppo bene!” (“Provate a non venire all’ora di pranzo”, penso e non dico).
3. Due famosi non credenti che a volte ho sentito in tv fornire tutte le risposte meno incoraggianti sulle sacre istituzioni ricevono missive di risposta da un Papa in carica e uno emerito. Da provocatori si scoprono fans lusingati degli eredi di Pietro, e ringraziano come non avessero mai desiderato nient’altro. Fanno una cosa simile gli ex senzatetto che vivono qui: ti insultano come fossi la causa di qualsiasi loro male, ma si sciolgono se tu non ti spaventi e li ami, coi fatti, più forte.
Cosa hanno in comune i brevi episodi 1, 2 e 3? Trattano tutti il tema delle aspettative. Ognuno dalla Chiesa pretende, come fosse la madre di tutti. Pure gli orfani per convinzione si aspettano in segreto le attenzioni riservate al figlio unico. Allora è verità che la Chiesa è cattolica, è davvero universale, se anche gli intolleranti al lattosio non possono esimersi dall’aspirare al suo seno.
Dunque quando vedo i vaticanisti improvvisati, le tifoserie per i candidati pontefici, le folle immense spuntate all’ultima ora in mezzo al colonnato, altro che avere paura, io applaudo e salto di gioia. Sono la dimostrazione che il centro sta proprio dove ho sempre creduto. Chi lo sa e non lo ammette, chi lo rimuove, chi ci sta lavorando, ma a me pare che tutti, almeno in un angolo, almeno una volta, almeno un minuto, hanno l’atroce sospetto di essere Chiesa.
“Ognuno dalla Chiesa pretende, come fosse la madre di tutti…”
Pretende (sui modi e sui perché di 1. 2 .3. si può discutere ma la sostanza non cambia) a giusta ragione perché la Chiesa – deve – essere madre di tutti. Chi altro li può “partorire a Dio”?
Sull’ 1. azzardo… magari un po’ più di tempo speso a scoprire il motivo di quel pianto, di quel turbamento. Magari il dialogare poteva evolversi in una bella confessione, magari di chi non gustava il Perdono di Dio da una vita… magari…
Ho pensato la stessa cosa Bariom: forse aveva bisogno di parlare.
Per questo, per il fatto che la chiesa è la madre di tutti, non mi piace una “chiesa per i poveri”.
Credo Giancarlo la Chiesa sia sempre stata “per i poveri”, materiali ma sopprattutto spirituali. Nelle sue concrete azioni di carità verso i poveri “materiali”, in quelle di misericordia e di annuncio verso tutti, con la difficoltà ben conosciuta del “ricco” a sentirsi povero…
Tu come intendi la cosa?
Il bello dell’et-et: due ricchi che si riconoscono poveri ognuno a suo modo
http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=431&id_n=15853
http://www.santiebeati.it/dettaglio/95052
Giancarlo: siamo tutti poveri. Ad ognuno di non manca qualcosa, anche di necessario. Altrimenti, credo, saremmo perfetti. 😉
Concordo su “Ognuno dalla Chiesa pretende”: pretende il massimo, pretende l’accoglienza, pretende… anzi pretendiamo la disponibilità 24 ore su 24, pretendiamo la perfezione, la sapienza e quanto di più ci sembra logico.
Nessuno di noi si pone il problema che la Chiesa è fatta da uomini e donne, non da robot che non hanno a loro volta esigenze fisiche, spirituali e psicologiche… che non hanno i loro momenti di crisi, di lotta, di miserie… che non hanno bisogno a volte di uno stacco, di silenzio e di deserto. Ma che vogliamo? Una Chiesa juke-box? Butto giù la monetina della mia necessità e subito il disco gira e gira bene? No, la Chiesa è santa… e peccatrice, compresi quindi i peccati di omissione, di distrazione, di fretta.
Perfettamente d’accordo Angela, ma dobbiamo avere anche bene presente che come il buon padre (o madre) di famiglia deve trovare il tempo – soprattutto in determinati momenti – per i propri figli e “spendere” la propria vita per loro, così il buon pastore…
Poi se i figli fanno soli i capricci, ci sta anche un scappellotto (oddio cosa ho detto!!) 😉
(naturalmente il figlio ti resterà attaccato comunque, il parrocchiano… dubito mooolto 🙂 :-|)
Mario: credo che questo sia la teoria. La pratica è che non tutti riescono ad essere padri e madri a quel livello, quindi nemmeno i patori. Nel concreto: meglio un pastore che in alcune occasioni non c’è… di uno che c’è, ma stressato o esautio, quindi rischia di far danni. Ne ho conosciuti, putroppo… ;.)
Comunque quando parlo di Chiesa intendo Chiesa e non pastori, preti, suore, etc.
N,B: perché l’accoglienza e tutto il resto è anche compito dei cristiani tutti. 😀
ACCOGLIENZA! la prima impronta dell’amore!
E’ nato FRANCESCO il figlio di SUSANNA BO.
Susanna desidera ringraziare tutti gli amici del blog.
A U G U R I !
Evviva! Benvenuto Francesco! Congratulazioni Susanna a papà! Smack! 😀
AUGURI!
http://www.jacquielawson.com/preview.asp?cont=1&hdn=0&pv=3111918&path=83549
AUGURI!!!
Auguri di cuore a Susanna e alla sua famiglia! Al piccolo Francesco un benvenuto speciale e una preghiera al suo Angelo custode!
Tanti auguri a tutta la famiglia. 🙂
Emanuele mi ha fatto notare che mancava il finale (per mio errore). Ora l’articolo è completo, chiedo scusa a tutti e in particolare a Emanuele.
Bel finale in effetti… 🙂
auguri alla famiglia di Susanna!
“anche gli intolleranti al lattosio non possono esimersi dall’aspirare al suo seno”: questa frase mi è entrata in testa e mi sta facendo rimurginare sul fatto che, comunque, il latte c’è ed il seno materno non rifiuta di farsi succhiare da nessuno, senza timore di rimanere senza latte o di farselo inacidire. A volte succhiamo e a volte siamo seno… a volte siamo entrambi.
Finale: smack! 😀