di Costanza Miriano
Verso la fine dell’estate un gruppo di cari amici è andato a Lourdes a fare servizio agli ammalati. Io, non potendo andare con loro, ho pensato di portare un po’ di Lourdes a casa mia, e così ho estratto dalla pila dei libri da leggere la biografia di Bernadette che era posizionata al numero centosessantuno della lista d’attesa (continuo a comprarli e a impilarli, nella speranza di rompermi una o due gambe: allora finalmente potrò dedicarmi alla lettura, stesa sul divano).
Così ho scoperto che subito dopo la prima apparizione, la pastorella, poverissima e ignorante, mostrò di avere capito alcune cose che solo la Madonna poteva averle spiegato, tanto più che Bernadette non poteva andare neppure a catechismo, era analfabeta.
Come prima cosa iniziò a farsi il segno della croce con un’attenzione e una solennità tutte diverse da prima. Quando dico nel nome del Padre e del Figlio – spiegava – con le mani vado dalla testa al cuore: l’amore, che noi collochiamo nel cuore, deve essere accompagnato dalla forza e dalla razionalità. Amare Dio con tutto il cuore e con tutta la mente. Invece il gesto di andare da una spalla all’altra significa – diceva la pastorella – avere la forza di prendere sulle nostre spalle la realtà. Sulle spalle, ma con la fiducia di chi sa che lo Spirito Santo farà per noi ciò che noi non riusciremo a portare a compimento.
In un gesto, dunque, si può esprimere il cuore della nostra fede: la misteriosa unità delle tre persone della Trinità, e la nostra partecipazione a questo mistero, che solo possiamo vagamente intuire; il nostro desiderio di essere docili alla realtà che ci viene consegnata; l’impegno di dire sì alla croce. Una fede, dunque, che esprime insieme il desiderio di farsi carico, ma anche la fiducia di sapere, come ha insegnato la Madonna a Bernadette, che a quello a cui non arriviamo noi penserà lo Spirito Santo.
Un gesto bellissimo che nasconde dunque un tesoro di fede, tramandatoci dai santi, dai martiri, dagli apostoli, dai fratelli maggiori; un gesto da insegnare ai figli. Pensiamoci la prossima volta che lo facciamo, magari distrattamente.
fonte: Credere
Meraviglioso.
Grazie.
Il segno di croce – Romano Guardini
Quando fai il segno di croce, fallo bene. Non così affrettato, rattrappito, tale che nessuno capisce cosa debba significare. No, un segno della croce giusto, cioè lento, ampio, dalla fronte al petto, da una spalla all’altra.
Senti come esso ti abbraccia tutto? Raccogliti dunque bene; raccogli in questo segno tutti i pensieri e tutto l’animo tuo, mentre esso si dispiega dalla fronte al petto, da una spalla all’altra. Allora tu lo senti: ti avvolge tutto, ti consacra, ti santifica. Perché? Perché è il segno della totalità ed il segno della redenzione.
Sulla croce nostro Signore ci ha redenti tutti. Mediante la croce egli santifica l’uomo nella sua totalità, fin nelle ultime fibre del suo essere. Perciò lo facciamo prima della preghiera, affinché esso ci raccolga e ci metta spiritualmente in ordine; concentri in Dio pensieri, cuore e volere; dopo la preghiera, affinché rimanga in noi quello che Dio ci ha donato. Nella tentazione, perché ci irrobustisca. Nel pericolo, perché ci protegga. Nell’atto di benedizione, perché la pienezza della vita divina penetri nell’anima e vi renda feconda e consacri ogni cosa. Pensa quanto spesso fai il segno della croce, il segno più santo che ci sia!
Fallo bene: lento, ampio, consapevole. Allora esso abbraccia tutto il tuo essere, corpo e anima, pensieri e volontà, senso e sentimento, agire e patire, tutto vi viene irrobustito, segnato, consacrato nella forza del Cristo, nel nome del Dio uno e Trino.
Serafino: smack! 😀
grazie Costanza! non le sapevo queste cose
“Amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.” Mc 12,30
E a Cristo il cuore è stato trafitto, la mente coronata di spine e le mani inchiodate al legno.
I nostri fratelli Ortodossi tengono uniti pollice, indice e medio della mano nel “segnarsi”, a ricordare la Trinità.
Grazie, mi hai ricordato quello che mi insegnava la mia cara mamma che ora non c’è più. Mi diceva sempre che la croce è fatta di un gesto orizzontale, quindi legato alle cose terrene (la realtà appunto) e uno verticale ( verso Dio). Faccio la catechista e quest’anno mi ero proprio riproposta di insegnare ai ragazzi il segno della Croce con questa visione tutta Mariana!
Così faceva catechismo il Servo di Dio Don Dolindo Ruotolo:
SECONDA ISTRUZIONE –
Il segno della Santa Croce
[…]
Perché ci facciamo il segno della Santa Croce
Facciamoci il segno della Croce, fanciulli miei cari, la mamma vostra ve lo avrà certamente insegnato: Nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo. Così sia. Perché abbiamo fatto il segno della Santa Croce? –Per dimostrare che siamo cristiani –Vedete, ogni persona ha un segno esteriore che serve a dimostrare l’arte che fa, ovvero ha un cognome che serve a distinguerla da altre persone.
Come vi accorgete voi, quando camminate per la strada, che con voi sta camminando anche lo spazzino? –Ve ne accorgete dal vestito, dal berretto, e dalla scopa che tiene in mano. Quando vedete il berretto di tela grigia, sul quale sta scritto: Spazzino, voi dite subito: ecco che sta passando uno spazzino municipale. –Lo potete scambiare con un ufficiale dell’esercito? –No. –E perché? –Perché l’ufficiale ha il berretto ed il vestito con altri segni speciali. –Quando andate alla scuola come vi accorgete del bidello? –Ve ne accorgete dal berretto che tiene.
Tra noi ci facciamo il santo segno della Croce per distinguerci da quelli che non sono cristiani, per professare apertamente di appartenere a Gesù Cristo e per mostrare che partecipiamo ai grandi tesori di grazia e di mise ricorda che Egli ci ha meritati, dando la sua vita per noi sopra della Croce. E se uno non si fa mai la Croce che cosa dimostra? –Dimostra che non è un cristiano, è come un animale.
Che cosa significa il segno della santa Croce
Come vi fate voi il segno della Croce? –Voi portate la mano destra dalla fronte al petto, e poi dalla spalla sinistra alla spalla destra e formate cosi un disegno di due aste che equivalgono ad una Croce. Voi lo sapete che Gesù Cristo morì proprio sopra di una dura Croce di legno, e morì per nostro amore e guardate questo Crocifisso: Dove si trova inchiodato il caro e buon Gesù? Si trova inchiodato sopra di una Croce. Quando volete dire a qualcuno che stia zitto voi che cosa fate? Mettete il dito sulla bocca o sulla punta del naso e così, senza parlare, con un semplice segno, voi dite agli altri: state zitti.
Similmente in tante circostanze si esprime il proprio pensiero con un semplice cenno della mano, che può equivalere ad un disegno e ad una parola; per es. Volete dire senza parlare che un oggetto è rotondo, e voi congiungete in circolo il pollice e l’indice delle due mani; volete dire ad uno che se ne vada, e gli fate cenno con la palma della mano distesa; volete dirgli che se non va via sarà percosso, e voi agitate la medesima mano verticalmente.
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La Croce che vi fate con la mano destra, esprime un disegno ed un’idea: Il disegno è un’immagine della Croce che si fa sul proprio corpo, portando la mano destra dalla fronte al petto, ed è la prima asta, e dalla spalla sinistra alla destra, ed è la seconda asta. L’idea è data dal significato stesso della Croce, e ci indica che il Figliolo di Dio discese dal cielo in terra, il che si esprime portando la mano dalla fronte al petto; ci indica che soffrì e morì per noi in Croce, il che si esprime completando il segno della Croce.
Quando vi fate la Croce voi dite delle parole: Nel Nome del Padre del Figliolo e dello Spirito Santo. Ora con queste parole si esprime anche un’altra verità della nostra santa Fede: Dicendo: NEL NOME, in singolare, noi diciamo che vi è sì un solo Dio; nel dire: DEL PADRE? DEL FIGLIOLO E DELLO SPIRITO SANTO noi diciamo che in Dio vi sono tre persone.
Bisogna far bene il segno della santa Croce
Avete mai visto un ufficiale? –Sì. –Egli tiene vicino al berretto delle strisce di argento o di oro che si chiamano frisi e che servono a mostrare il grado che ha nell’esercito. Il sottotenente per es. ne ha uno solo, il tenente ne ha due, il capitano ne ha tre, ecc. –Ora ditemi, se un ufficiale portasse il berretto o senza frisi, o con i frisi tutti laceri e sdruciti, come si farebbe a conoscere il suo grado? E quale brutta figura farebbe un ufficiale che andasse vestito tanto male da non far conoscere neppure il suo grado? I superiori lo metterebbero in castigo, come persona cattiva e negligente.
Se voi volete dire ad uno che se ne vada, e gli fate cenno con la mano, ma senza farlo bene, l’altro non capisce che cosa gli volete dire, e può venire invece di andarsene. Quando si parla a segni bisogna fare dei segni molto precisi, diversamente non se ne capisce niente. Ecco per es.: Io vi voglio dire di sedervi, ma senza parlare e se agito la mano per aria voi non potete capire che cosa voglio dire; tutto al più crederete che è venuto qualche moscone ad inquietarmi ed io l’ho scacciato; non è vero?
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Abbiamo detto che la Croce è il segno nostro di cristiani, ed è come un linguaggio col quale noi esprimiamo il mistero della Incarnazione del Figliuolo di Dio, ed il mistero della Unità e Trinità di Dio; ora se non si fa bene che cosa se ne capisce? Non se ne capisce più nulla. Se io vi dico: disegnatemi sulla carta un pupazzo, e voi col lapis mi fate invece la testa di un asino, ovvero fate solo degli sgorbi, che cosa ne capisco io di questo disegno ovvero di questo ammasso di sgorbi? Certamente non ne capisco nulla.
Voi mi volete parlare per domandarmi una figurina e dite delle parole sconnesse, senza significato e masticate fra i denti; che cosa ne capisco io di questo parlare? Crederò che volete bere, tutto al più, e dirò al nostro buon sagrestano: fatemi il piacere di accompagnare questo mio caro angioletto e fatelo bere. Ora se la Croce esprime un disegno ed una idea, bisogna farla bene, diversamente non si capisce nulla né del disegno né dell’idea ed allora quel segno per noi non significa nulla e per Dio non costituisce una preghiera ed un omaggio.
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Quando vi fate la Croce voi venite a parlare col Signore e gli dite indirettamente: O mio Dio, (guardami, io sono cristiano e sono redento dal Sangue preziosissimo di Gesù Cristo, sono segnato dalla sua Croce. O mio Dio, ascoltami, sono tuo figliuolo perché ti conosco; ti chiamo per nome, so quello che tu sei: Padre, Figliuolo e Spirito Santo. –Ora se io mi voglio far conoscere da voi ed ho addosso non già la sottana ma uno straccio tutto lacero, voi come potete sapere che io sono un Sacerdote? Se il Rettore invece di avere l’anello d’oro al dito, si lega un filo di spago, voi come potete sapere se e monsignore o no?
Dunque fatevi sempre bene il segno della croce, affinché si possa capire che siete veramente cristiani, ed affinché il Signore vi possa vedere veramente segnati col segno di Gesù Cristo. Come fanno i Socialisti per farsi distinguere? Si mettono un cravattone rosso e lo mettono in mostra. Disgraziatamente si mettono la cravatta e perdono la testa, e sono cattivi, perché non amano Gesù Cristo; ma con la cravatta si fanno conoscere. Fatevi conoscere col santo segno della Croce, ragazzini miei, e perciò fatelo sempre bene e fatelo devotamente, pensando che allora voi siete notati ed osservati da Gesù Cristo stesso.
Non bisogna vergognarsi di fare il segno della Santa Croce
Quando è che voi vi vergognate di comparire innanzi agli altri, quando avete il vestito nuovo o quando avete il vestito vecchio? –Quando avete il vestito vecchio e tutto lacero. –E se papà vostro vi comprasse un bel cappello nuovo, voi lo mettete sulla sedia e vi ci sedete sopra per non farlo vedere? –No, perché si rovinerebbe nascondendolo così voi invece dite ai vostri compagni: guarda papà che bel cappello mi ha comprato. Non e vero?
Se state mangiando un bel piatto di maccheroni e passa un compagno e vi burla, voi cosa fate? –Seguitate a mangiare. –E se vi fosse nn ragazzo il quale: dicesse alla mamma sua: io non posso mangiare più, perché potrebbe essere che qualche compagno passa, mi vede e mi burla; sarebbe un ragazzo intelligente o stupido? –Sarebbe un ragazzo stupido. –Ditemi un poco, il professore vostro si vergogna di essere chiamato professore? No, perché gli fa onore questo titolo. –E se dicesse agli altri: fatemi il piacere, chiamatemi immondezzaio, perché io non voglio essere burlato dagli spazzini; quando passo mi dicono sempre: ecco, passa il professore con la sciammeria da giacca). –Se si regolasse così, questo professore sarebbe un povero stupido, perché, per non farsi burlare dagli spazzini, rinunzierebbe ad un titolo di onore. Se poi si vestisse addirittura da spazzino e da immondezzaio, allora sarebbe scimunito, perché da una condizione più alta verrebbe a cadere in una posizione più bassa; non vi pare?
Ora chi si mostra cristiano col santo segno della Croce, si mostra segnato con un segno di onore, si mostra come rivestito della veste di Gesù Cristo. Questo gli fa onore o disonore? –Gli fa onore. E chi burla un uomo perché si mostra cristiano è buono od è cattivo? –E’ cattivo. –E’ dotto o è ignorante? E’ ignorante. Voi dunque non dovete mai vergognarvi di quel segno santissimo che vi fa onore, non dovete dar retta mai ai cattivi ed agli ignoranti che vi burlano, perché se faceste così vi dimostrereste stupidi voi, e l’altro riderebbe di voi. –Che cosa direste voi se vedeste il vostro maestro vestito da spazzino? –Voi gli fareste peggio la cucca da baia, e, sapendolo, il Direttore della scuola lo caccerebbe dal posto.
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Se un bambino si vergogna di stare con la mamma, essa lo caccia lontano da sé, e non gli dà più né regali, né abiti nuovi. Ora Gesù Cristo discaccia da sé quelli che si vergognano di segnarsi col segno della Croce, e nega loro qualunque grazia, anzi non li riconosce più per suoi figlioli. Come volete che io riconosca più un professore che si è vestito da spazzino? Vedendolo dirò: E’ lui o non è lui?… Rifletto un poco e poi dico: è impossibile, non è lui, perché veste da spazzino. Così quando uno si vergogna di farsi la Croce vale come se si mettesse addosso il vestito del diavolo, e Gesù Cristo come lo può riconoscere? Cioè, Gesù lo riconosce, ma ai vergogna di chiamare suo figliuolo uno che si e fatto così brutto? e che si è messo… il vestito del diavolo!
Dunque fatevi il segno della Croce senza vergognarvi mai e se qualcuno vi burla dite: Questo miserabile ha invidia che io sono con Gesù buono e me ne vorrebbe allontanare; io non gli do retta. –Una volta stavano a tavola molte persone, fra le quali vi era un uomo che aveva un appetito straordinario. Aveva finito di mangiare il suo piatto di maccheroni e non sapeva come fare per averne un altro. Allora ebbe un’idea: Si voltò serio ai compagni e disse: sentite io vi debbo dire una cosa per vostro bene; io non ci attacco idea, ma voi forse sì; nel piatto comune vi era uno scarafaggio e l’ho tolto proprio io, ora non vorrei farvi mangiare una cosa sporca. –In verità non era vero quello che egli diceva.
Alcuni fra i commensali capirono perché quell’uomo parlasse così e dissero: non te ne incaricare, io i maccheroni me li mangio così. –Ma uno fra di loro per non essere burlato da questo imbroglione, lasciò da parte il piatto. Naturalmente il mangione lo prese e lo divorò in pochi momenti. Chi fu il burlato? –Fu colui che lasciò i maccheroni per non essere burlato da un imbroglione qualunque. Ora se uno non si fa la Croce per non essere burlato, perde un tesoro celeste, si priva di una benedizione di Dio ed allora lui veramente è il burlato.
Ditemi un poco del resto: Chi è che burla un galantuomo: il ladro o l’uomo onesto? –Lo burla il ladro –Chi burla uno scienziato: il dotto o l’ignorante? Lo burla l’ignorante. –Chi burla un uomo religioso: il buono od il cattivo? –Il cattivo –Ed allora chi si fa vincere dalla stupida burla degli altri si associa egli pure al ladro, all’ignorante, al cattivo. State dunque attenti a non fare questa brutta figura dinanzi agli uomini e dinanzi a Dio! […]
La Croce è un’arma potente contro il demonio
Avete mai sentito parlare del diavolo, ragazzini miei? –Sì –Il diavolo è bello o è brutto?—E’ bruttissimo. Se voi per disgrazia lo vedeste, ne avreste piacere o dispiacere? Ne avreste terrore più che dispiacere e ne morireste di paura. E se voi diceste al diavolo: “Vattene, io te lo comando” se ne andrebbe egli? –No, perché di voi non si mette paura. –Se vi assalisse un cane in mezzo alla strada, come potreste farlo fuggire? –Voi dovreste pigliare un bastone od una pietra, perché il cane non si metterebbe paura della vostra voce, anzi diverrebbe, più furioso contro di voi.
Il demonio non può essere cacciato ne con le pietre né col bastone perché è uno spirito maligno. Se soffia il vento per la strada potete voi cacciarlo con la mano? –No, certamente, perché è vento, e la mano non Io può frenare. Orbene per cacciare il diavolo ci vuole una potenza che lo faccia tremare, e questa potenza è solo Gesù Cristo. Alcuni ladri sono penetrati in una bottega, di notte, e stanno rubando. Uno di essi sta fuori sulla strada e fa da palo, cioè sta attento se mai vengano le guardie. Passa un ragazzo di là, ed il palo che è uno stupido, va subito dai compagni e dice: chiudete tutto e fuggite, sta passando uno scugnizzo. I compagni, cominciano a ridere e gli dicono: tu come sei stupido, uno scugnizzo che cosa ci può fare? Va fuori e stai attento se passa una guardia. –Il palo va fuori; cammina avanti e indietro, si accende pure il sigaro perché fa freddo. Quando ecco spunta un carabiniere di lontano; non c’è tempo da perdere; il palo va dai compagni e fa loro un semplice cenno con la mano; quel cenno ricorda ai ladri o la spada o il cappello del carabiniere; capiscono di che si tratta e fuggono, lasciando non solo la roba che avevano rubata ma anche le loro giacche ed i loro cappelli.
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Il diavolo fa così precisamente: egli è come il ladro che viene di notte per rubarci l’anima; la Croce e il segno che gli fa capire che vicino al fedele che tenta od al quale vuol fare del male, c’è Gesù Cristo, c’è colui che lo ha vinto e lo ha arrestato altre volte; allora pieno di spavento se ne fugge. Il diavolo è un angelo decaduto e degradato; egli è come istupidito e spera che il fedele dorma quando va a rubargli l’anima con la tentazione.
Se il fedele si fa la Croce il diavolo si accorge che non dorme e che invece è vigilante con Gesù. –La Croce inoltre è il ricordo della sconfitta del diavolo, ed egli, che è superbo, se ne scappa, perché la riguarda come una ingiuria per lui, come uno scorno. Se voi fate un compito pieno di errori ed avete zero, non ne avete vergogna? –Sì. –E se in una conversazione uno di famiglia piglia il componimento e se lo mette a leggere ad alta voce avanti a persone estranee, voi che cosa fate? –Ve ne fuggite in un’altra stanza per non sentirvi rinfacciare gli errori ed il cattivo punto che avete avuto. –Così fa il demonio: Chi si fa la Croce gli ricorda indirettamente la vergogna sua, ed egli se ne fugge per non sentirsela ripetere e rinfare. […]
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Decisamente devo approfondire la conoscenza con Don Dolindo. Grazie 😀
Pensa che solo di esegesi alle scritture ha scritto 30 volumi! Per me è una miniera oltre che un santo ma non solo per me… Era poi dolcissimo (anche se rigoroso) chiamava le persone: angioletto mio….
http://www.dolindo.org/
Giusi: ammappate! Smack! 😀
Bello. Da studiare.
Stefano
“la misteriosa unità delle tre persone della Trinità, e la nostra partecipazione a questo mistero, che solo possiamo vagamente intuire”
Vagamente?
Sa, come quando si prova a svuotare il mare con un guscio d’ostrica?
http://lh6.ggpht.com/-rTEt3bzIcUA/ShiYA34KXNI/AAAAAAAFzm0/aBqW7fe6LFE/Garofalo%25252C%252520Vision%252520of%252520St%252520Augustine%252520c1518.jpg?imgmax=640
Che dipinto BRUTTO!!!
De gustibus…. A me piace. Sono sempre i bambini che capiscono tutto: Bernadette, il bimbo col cucchiaio…. Dovresti diventare come un bambino se no non entrerai nel Regno dei Cieli!
A me i cosiddetti minori piacciono. Di quello in particolare mi sono piaciuti i monti azzurri (evidentemente piacevano anche al pittore http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/9f/Benvenuto_Tisi-Garofalo-Baby_Jesus_Sleeping.jpg)
grazie! bellissimo
potresti dirmi il titolo del libro su Bernadette?
buona giornata a tutti
Forse quello di Messori?
http://www.papalepapale.com/develop/se-bernadette-non-ci-ha-ingannati-messori-non-ci-ha-delusi/
Avevo pensato anch’io a quello. Peraltro è pure nella mia lista d’attesa….
Grazie! Un sorso ricostituente di fede !
Quello che in realtà mi era venuto in mente di chiedere, visto che è stata tirata in ballo, ma se, ammettiamo, non esistesse la Trinità, ma solo Dio che prese corpo di uomo con la morte Resurrezione eccetra, e quindi, in definitiva solo Dio, cambierebbe qualcosa nella sostanza della vita di un cristiano, o anche, paradossalmente, di un cattolico?
Qualcosa di sostanziale, intendo.
Alvise scusa ma qual è il senso della domanda?
Potresti anche chiedere: “Cosa cambierebbe nella sostanza nella vita, ecc. se l’ “Immacolata concezione” non fosse stata “Immacolata concezione”?”
Cosa pretendi che qualcuno in due parole ti faccia il sunto di un trattato di teologia? Anzi se vuoi il sunto lo trovi nel ben noto Catechismo della Chiesa Cattolica.
Usa google, cerca il Catechismo, cerca Trinità e vedrai che trovi le definizioni, poi con l’intelligenza che Dio ti ha dato, prova a immaginare come queste definizioni (che sono verità di fede) possono riflettersi nella vita di un cristiano.
Poi guarda, concretamente, molto semplicemente per me, ti dico: Padre, Figlio e Spirito Santo sono figure e manifestazioni dell’Unico Dio, la Loro presenza e il Loro agire nella mia vita ha concreti, distinti risvolti (effetti, accadimenti, conseguenze, come ti pare) a cui mi rapporto con altrettanto distinto dialogo, ma al contempo so, che sempre all’Unico Dio mi sto rapportando e di un Unico Amore sono oggetto.
Grazie della cortese risposta!
Grazie a Te Alvise…
Come vedi sotto (in verità un po’ prevenuto sulla tua possibile risposta) ho fatto un’aggiunta, ma prevenuto o no, quanto scritto rimane credo una discriminante fondamentale.
La cosa più grande che ho capito io della Trinità è questa: è grazie al fatto che Dio è Trino che noi partecipiamo della natura divina, il Dio uno è un qualcosa in cui bisogna annullarsi, il Dio Trino è invece immanente e trascendente al tempo stesso, è dentro di noi e dà un valore unico a ciascun individuo. Padre Pietro dice sempre che in ogni essere umano dobbiamo adorare lo Spirito Santo che è in lui. Una volta un professore di Filosofia del Diritto mi spiegò che tra il considerare Dio uno e considerarlo trino passa la violenza politica. Ti dicono niente i Kamikaze?
Giusi, non saprei dire se l’opinione del tuo “prof” può essere presa totalmente per buona o essere la spiegazione “tot court” del fenomeno “kamikaze”, certo è che la Trinità ci insegna come Dio è in Sé Stesso un dio di “relazione”, una relazione creatrice e “comunicativa”, con tutto ciò che comporta per chi di questa “relazione” entra a far parte.
Non saprei neanche io. L’analisi era peraltro molto più articolata. Certo che i fondamentalisti mostrano di avere in grande spregio i singoli individui che si possono tranquillamente sacrificare in nome di un dio che addirittura darebbe un premio per questo. La cosa mi colpì tanto che ancora me la ricordo.
Su questo non posso che concordare e approfitto dell’aggancio per un link forse (forse..:) OT ma che invita a riflettere, non per “crearsi un nemico”, ma per aprire gli occhi su una realtà molto ben espressa da chi l’ha vissuta sulla pelle sostenuto da fede “semplice” come lo stesso protagonista la definisce:
Il racconto di Domenico Quirico “Io, tra bombe, fughe e umiliazioni”
La cronaca: http://lastampa.it/2013/09/10/esteri/il-racconto-di-domenico-quirico-io-tra-bombe-fughe-e-umiliazioni-zkKhtCQSKkvLZOxHfADAlO/pagina.html
Le considerazioni (ancor più stringenti della cronaca): http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201309/130928quirico.pdf
(Forse meritevoli di un articolo anche su questo blog… segnalazione che faccio nel rispetto della “linea editoriale” ;-))
Avevo letto: è terribile! Delle volte ho l’impressione che, forse per esorcizzare, ci rappresentiamo una realtà più rosea di quello che effettivamente è.
Poi (ovviamente) nel mio dire non trovi nulla di “sostanziale”? Non mi fa meraviglia, tu cosa trovi di “sostanziale” nella Eucaristia? Semplicemente ti mancano gli “strumenti di misurazione”, non che sia una colpa… forse è meglio che cerchi gli strumenti (che ti attrezzi…) per poi valutare “la sostanza”. 😉
Grazie, Costanza! Penso proprio che utilizzerò la spiegazione di Bernardette anche al catechismo: sempre più, negli anni, noto come si renda necessario tornare e insistere sui fondamentali, perché sempre meno i bambini che ci vengono affidati hanno già ricevuto questi insegnamenti dai genitori.
La Trinità è un mistero e come tale bisogna prenderlo; quello di meraviglioso che mi suggerisce è che al fondo di tutto c’è una relazione d’amore, tutto può esistere grazie a questo, niente e nessuno esiste in sé. Possiamo credere che Dio è amore proprio perchè è questa Trinità. Per quanto riguarda la difficoltà a capire come più persone possano far parte di un corpo, una sostanza, una volta mi sono imbattuto in un esempio che può (anche se vagamente) darcene un’idea: un quadrato in mondo a due dimensioni non potrebbe immaginare di rimanere se stesso in un corpo di tanti quadrati…ma in un mondo a tre dimensioni questo è possibile, esiste il cubo.
(continuo a comprarli e a impilarli, nella speranza di rompermi una o due gambe: allora finalmente potrò dedicarmi alla lettura, stesa sul divano).
Costanza, ti prego, no, non dirlo … sai, il Signore ci ascolta … trova altre immagini: a me è capitato e mi ha ascoltato … mamma un giorno per me tremendo, quando il dolore mi attraversava le ossa lanciando fitte al cuore e al cervello, guardandomi piangente diceva: magari il Signore mi si riprendesse a me … mamma, il mio angelo custode, era stata sempre bene non aveva mai preso medicine … di colpo … il cuore! … operazione sostituzione valvole sconpenso morte nel giro di tre anni … il 07/02/2004 … amen (io le ultime parole che ricordo prima del coma irreversibile dell’estate 1987 sono: Signore non ce la faccio più: fammi morire! … quando mamma due tre anni dopo diceva le parole che ho scritto sopra una fitta ha attraversato il mio cuore IO CREDO CHE … il Signore ci ascolta sempre … e … visita … visita tutti … accorgersene è un dono … il DONO … già ora non ancora
spero non ti turbi, questo scritto è solo l’occasione di affermare l’importanza di credere con fede…come la pastorella … la profezia invade l’animo di visioni … anticipazioni … già ora ma non ancora … nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Alleluja.
Ausonio mi dispiace per tua mamma ma non avere sensi di colpa, mi sentirei di escludere che Dio vada dietro a tutte le cretinate che diciamo…
Non vedevo l’ora che fosse pubblicato questo post… per sgraffignarlo. 😉
Smack a Bernardette e Costanza! 😀
sai Giusi i Suoi pensieri non sono i nostri e … chi sa … quello che a noi appare futile (cretinata?) … chi sa … certezze su come la pensi Dio non ne ho timori molti … ciao e scusa se continuo a essere cretino: perdonami…se vuoi
Non ho detto che sei cretino, nè volevo dire che Costanza è cretina, era un discorso generale che riguarda tutti. Ho usato il termine cretinate per evidenziare la nostra pochezza rispetto ai disegni di Dio. A tutti in un momento di sconforto può scappar detto: quanto vorrei morire (le gambe spezzate di Costanza poi sono un’iperbole scherzosa per dire che non avrà mai tempo di leggere i libri accumulati) ma vuoi che Dio stia a sentire noi? Tutt’al più sorriderà indulgente. “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le mie vie non sono le vostre vie”. Lui sa, non noi. Spero di aver chiarito il senso. Mi era parso di capire che tu invitassi Costanza a non augurarsi di spezzarsi le gambe (che poi non se lo augura per davvero mi sembra chiaro) perchè Dio potrebbe ascoltarla. Io non penso che sia così. Tutto qui.
l’Amore ci farà tutti Uno … è scritto … perché sarebbe cretino pensare che già siamo in Lui come è in noi? … perché non pensare che non cade foglia senza che Dio non voglia? perché? … a me guarderà come si guarda un povero demente? … a un altro lo guarderà diversamente … ma guarda tutti ascolta tutti … io Credo noi Crediamo … quando mi racconto e parlo di morte di vita di incidenti non cerco “compassione” non voglio che altri si dispiacciano … desidero narrare la gioia di come pian pianino riesco a vivere le vicissitudini anzi riviverle … tutto è provvido sotto il Cielo … tutto è abbraccio anche quello che apparentemente non sembra … o no? Giusi!
@ausonio, fuor di lirica concordo con il tuo pensiero…
Giusi parlava di “cretinate” (credo) preoccupata che tu dessi troppa importanza alle tue “richieste”, magari sussurrate o espresse in cuore e che ti sentissi in colpa (cosa che non credo nel tuo caso) perché Dio le avesse Ascoltate.
Poi, fortunatamente, non ci ascolta ogni volta che mormoriamo o gridiamo “fammi morire”, non perché la morte non sia un guadagno, ma perché ci fa la grazia di darci ancora un tempo per la nostra conversione 😉
Ausonio e Bariom credo che, fatta la tara su eventuali fraintendimenti dovuti alla limitatezza del mezzo, siamo tutti d’accordo. Ribadisco che con cretinate non volevo offendere nessuno (Bariom hai colto il senso): era per rimarcare la distanza siderale che esiste tra i nostri pensieri e i Suoi quando ci salta lo sghiribizzo di interpretarlo. Dovremmo invece solo abbandonarci fiduciosi cosa che tu Ausonio mi pare che peraltro abbia fatto.
Attenzione, “non cade foglia che Dio non voglia” sono parole tratte dalla terza sura del Corano. Lo ha spiegato Mancuso mentre correggeva Augias che farneticava sul Dio dei cristiani in tv.
grazie, grazie a te e a Giusy vi voglio bene … evvero Bariom e … credimi l’avevo intuito l’amore sotto sotto … ma così come faccio con gli altri socialnetwork m’inserisco di getto mi lascio andare seguendo a costo di apparire pazzo … ancora: : Fray Lluc TORCAL Monje del Monasterio de Sta. Mª de Poblet (Santa Maria de Poblet, Tarragona, Spagna)
Seguimi
Oggi,(domani) il Vangelo ci invita a riflettere, con molta chiarezza e con non meno insistenza, su un punto centrale della nostra fede: il seguimento radicale di Gesù. « Ti seguirò dovunque tu vada »(Lc 9,57). Con che semplicità si può proporre di cambiare totalmente la vita di una persona!: «Seguimi» (Lc 9,59). Parole del Signore che non ammettono scuse, ritardi, condizioni, tradimenti…
La vita cristiana è questo seguimento radicale di Gesù. Radicale, non solo perché per tutta la sua durata vuole stare sotto la guida del Vangelo (perché comprende, quindi, tutto il tempo della nostra vita), ma –soprattutto- perché tutti i suoi aspetti –dal più straordinario fino al più ordinario- vogliono essere e devono essere manifestazione dello Spirito di Gesù Cristo che ci motiva. Infatti, dal battesimo, la nostra non è più la vita di una persona qualsiasi: portiamo la vita di Cristo inserita in noi! Per lo Spirito Santo effuso nei nostri cuori, non siamo più noi che viviamo, ma è Cristo che vive in noi. Così è la vita cristiana, perché è vita piena di Cristo, perché Cristo trasuda dalle radici più profonde: è questa la vita che siamo chiamati a vivere.
Il Signore, quando venne nel mondo, anche se «tutto il genero umano aveva il suo posto, Lui non lo aveva : non trovò posto tra gli uomini (…), ma in una mangiatoia, tra il bestiame e gli animali, e tra le persone più semplici ed innocenti. Per questo dice «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» (Lc 9,58)» (San Girolamo). Il Signore troverà posto in mezzo a noi se, come Giovanni il Battista, lasciamo che Lui cresca in noi e noi diminuiamo, cioè, se lasciamo crescere a Colui che già vive in noi essendo duttili e docili al suo Spirito, fonte di tutta umiltà ed innocenza.
A me i “pazzi” piacciono. Mi sei simpatico Ausonio perchè sei singolare, non sei fatto con lo stampino!
Realisticamente dobbiamo anche sapere che Cristo disse: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» in risposta ad uno scriba.
“Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai»”
Come a dire: “sai veramente quello che dici, quello che chiedi? Attento perché…” e continuamente noi possiamo essere questo scriba, come siamo Pietro nel suo rinnegamento, come siamo gli apostoli chiusi nel timore nel cenacolo e nel loro cuore… o prima ancora nel Getsemani, vinti persino dal sonno.
Grave errore sarebbe presumere delle nostre misere forze.
Quindi se è pur vero che le “parole del Signore che non ammettono scuse, ritardi, condizioni, tradimenti…”, grazie alla Sua Misericordia, scuse, ritardi, condizioni e persino tradimenti, ci sono “concessi” e perdonati …o veramente saremmo perduti!
che bello nella sua apparente sempicità, grazie!
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Pochi sanno che il segno di croce gode della concessione dell’indulgenza parziale (alle solite condizioni) quando “devotamente si proferiscono le parole Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. N. 55 del Manuale delle indulgenze, Libreria Editrice Vaticana