di Sara T.
Mi chiamo Sara e questo è un pezzo della mia storia.
Sebbene abbia superato i trent’anni, non sono ancora andata in moglie a nessuno, perché il demonio Asmodeo ha ucciso tutti i sette uomini a cui ero promessa sposa. Mi sono così rivolta al mio Signore, so che la mia preghiera è stata accolta dal mio Dio e ora sono in attesa di una Sua risposta.Il desiderio di incontrare mio marito e costruire la nostra famiglia l’ho avuto da sempre, ma, anche se non si è ancora realizzato, ho fiducia nel mio Signore, credo che questa Sua promessa ancora incompiuta faccia parte del progetto che ha su di me e Lo benedico perché in questi anni di attesa mi ha plasmata come un vaso e mi ha resa più forte, rendendo più forte il mio legame con Lui. Sto aspettando mio marito Tobia, ma in questi lunghi anni, il Signore mi ha permesso di incontrare un altro Sposo, il primo, Colui che è stato da sempre accanto a me e che resterà con me per sempre, anche quando Tobia arriverà. È Gesù lo Sposo che dà forza, gioia e speranza alla mia vita.
L’anno scorso una delle mie migliori amiche, Anna, che i quarant’anni li ha superati da un po’, resta incinta di Samuele, la sua storia non è delle più facili e suo figlio nascerà e crescerà senza un padre. Durante la gravidanza, Anna mi chiama e mi dice: “Sara, sono preoccupata per mio figlio, perché sono sola e mi chiedo cosa sarà di lui se mi dovesse succedere qualcosa. Ho bisogno di sapere che ci sarà qualcuno a occuparsi di lui se io non potessi più farlo e la prima persona a cui ho pensato sei stata tu, so che lo educheresti con i valori in cui credo anch’io e che lo ameresti come se fosse tuo”. Anna mi chiede di considerare la possibilità di essere tutore legale di Samuele, così che, se a lei dovesse accadere qualcosa, sarei io a crescere il bambino.
La mia reazione istintiva è stata di una grande commozione per questo suo gesto di fiducia e di amicizia, ma mi sono presa del tempo per pensarci e per pregarci su. Di quel periodo ricordo le mie lunghe camminate, i confronti con gli amici più fidati ed eletti miei consiglieri, le preghiere, il documentarmi su cosa prevedesse la legge italiana, chi è un tutore, cosa deve fare.
Non avevo dubbi sul mio volere accettare questo ruolo né sul sentirmi pronta a dire di sì nei confronti di Samuele a cui già volevo bene. I miei dubbi erano legati al fatto che Tobia non era ancora arrivato. Ricordo il mio pugno chiuso forte per la rabbia di non trovarmi in quella posizione ideale per poter dire già di sì. E se, malauguratamente, fosse stato necessario prendere in custodia il bambino, trovandomi ancora da sola? Di fronte a questa piccola vita già segnata dall’assenza di un padre e immaginandola senza una madre, che diritto avevo io di decidere per lui che gli bastavo? Che diritto avevo di stabilire che gli era sufficiente una “zia”, negandogli la possibilità di crescere in una famiglia completa, con un papà, una mamma e magari dei fratelli? Cos’era il coraggio, in questo caso? Accogliere con me Samuele o lasciarlo andare? Occuparmi personalmente di lui come desideravo e come desiderava sua madre o cercare per lui qualcosa di più bello di quello che potevo offrirgli io da sola? Cos’era l’amore?
E alla fine la scelta. Ho detto ad Anna che avrei accettato, ma ad una condizione. Se mai fosse stato necessario occuparmi un giorno di suo figlio, l’avrei preso con me solo se avessi potuto assicurargli anche un padre, solo se fossi stata sposata. In caso contrario, gli sarei stata sempre accanto, sempre, ma avrei esercitato la mia funzione di tutore legale, così come contemplato dalle legge, assicurandomi di persona che lo Stato lo affidasse a una famiglia che si prendesse cura di lui, amandolo senza fargli mancare niente. Io lo avrei seguito a distanza. È stata una scelta difficile, ma ho il cuore in pace perché credo di aver preso la decisione più giusta per lui. E Anna ha capito.
Perché ho voluto raccontare questa storia? Sto seguendo quello che sta accadendo in Italia sulla legge contro l’omofobia e la rivendicazione delle coppie gay del diritto al matrimonio e all’adozione. Comprendo profondamente chi desidera costruire una famiglia. Posso capire cosa significa avere questo desiderio e la frustrazione che si prova nel vederlo ostacolato, impedito. Ma credo che nessun desiderio possa e debba tradursi in una pretesa. Non esiste il diritto ad essere genitori, essere genitori è un dono gratuito. Esiste solo il diritto dei bambini a vivere in una famiglia che, nella differenza, nella ricchezza e nella complementarietà di quanto hanno da offrire una madre e un padre, possano crescere in maniera armonica, equilibrata, sicura, nell’abbraccio accogliente di lei e nello sguardo in avanti di lui. Servono entrambe le cose e gli uomini e le donne, per loro natura, sanno darle e dosarle in maniera diversa.
Una canzone di Fiorella Mannoia dice “non c’è figlio che non sia mio figlio”. Lo credo anch’io, nel senso che se ti senti chiamato ad essere padre o madre lo sei in qualche modo per tutti i figli, anche per quelli degli altri, vuoi il bene di tutti. Un bene che devi essere disposto a mettere prima dei tuoi desideri.
Anche un single, come un gay, potrebbe reclamare il diritto tout court all’adozione (la legge italiana attualmente la prevede per i single solo in casi particolari) ma, in quanto single, non rivendicherei mai niente di simile e non mi sento discriminata per questo, anzi. Credo che lo sforzo che la legge dovrebbe fare sia piuttosto quello di promuovere e agevolare la strada perché le coppie etero e sposate, disposte ad adottare dei bambini, possano avere degli iter burocratici più semplici. Questa è la mia opinione come cittadina italiana e come “madre di tutti i figli”.
Quanto a me, continuo ad aspettare Tobia, consapevole che la prova che ho vissuto in quest’ultimo anno mi ha aiutata a crescere nell’amore, un amore che a volte può essere sinonimo di rinuncia, ma che poi si trasforma in gioia. Un amore che, in quanto tale, è l’esatto contrario del possesso.
Bellissimo, Sara T. Io mi chiamo Vito, ma sarei felice se tu mi chiamassi Tobia.
vitoluigivalente@gmail.com
Leggi il mio blog: kairosterzomillennio.blogspot.com
Ciao.
Abbi fede cara Sara, trent’anni non son poi così tanti. Faccio il tifo per te e per la tua amica Anna ed il suo piccolo Samuele.
Un abbraccio!
io non sono morto
Cara Sara anch’io a trent’anni aspettavo il mio Tobia, si è materializzato a trentaquattro e poi ho dovuto aspettare i quaranta per il mio amatissiomo figlio …..non disperare ma, permettimi, guardati bene intorno perche’ il mio Tobia lo conoscevo dall’infanzia ed era gia’ li’ dietro l’angolo e aspettava solo che lo guardassi……
Abbi fede! Un abbraccio!
Cara Sara, anch’io il mio Tobia l’ho incontrato dopo i 30 anni. Ma all’epoca la mia fede era ben lontana da quello che leggo nelle tue parole, e anche la mia maturità…. diciamo che ero molto confusa! Tu continua a cercare Dio, a stare con Gesù…. tutto il resto ti verrà dato in aggiunta! Ti abbraccio con tanta stima.
San Raffaele guiderà il tuo Tobia. Speraci sempre e abbi tanta tanta fiducia in Lui che vuole solo la tua Felicità. Aprigli le porte del tuo cuore. “Poi, prima di unirti con essa, alzatevi tutti e due a pregare. Supplicate il Signore del cielo perché venga su di voi la sua grazia e la sua salvezza. Non temere: essa ti è stata destinata fin dall’eternità. Sarai tu a salvarla. Ti seguirà e penso che da lei avrai figli che saranno per te come fratelli. Non stare in pensiero” (Tb 6,18)
Riprendendo il messaggio a me rivolto ieri da Alessio
Sara T.”Lo so che non dovrei dirlo soprattutto in questa sede ma a Livorno qualcuno gli direbbe di “andassi a cerca un po di uccello perché secondo me un’ha mai trombato”.
Non contempli mai la possibilità di prenderti un giorno di silenzio chiarificatore? Hai una forma di coazione a scrivere su questo blog, sempre e comunque, fossero pure delle colossali scemenze come quella che hai appena scritto? Altrimenti ci staresti male?
Ma per battute così spassose ti affidi solamente al tuo senso dell’umorismo o ricorri ad un ghostwriter ?
un vero lord….
Cara Sara, anch’io ho conosciuto bene Asmodeo, e quella di Tobia e di Sara è precisamente la storia, il programma del mio matrimonio, che, come te, mi ha accompagnato anche prima che il Signore mi facesse incontrare la mia sposa. Questa singolare coincidenza di affetti e di Parola di Dio mi colpisce. Se vuoi, fatti viva sulla mia mail (puoi chiederla ad Admin), così ci conosciamo e scambiamo due parole. Un abbraccio.
Per dimenticare le battute volgari: il lieto fine della storia di Sara (visibile nello sfondo)
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/ef/Giovanni_Biliverti_-_The_Archangel_Raphael_Refusing_Tobias%27s_Gift_-_WGA2195.jpg
Pienamente d’accordo. Semmai una cosa che ritengo altrettanto aberrante che la “pretesa” delle coppie gay di adottare, ci aono certi giudici che tolgono i figli ai genitori veri perchè non corrispondenti a certi canoni (troppo poveri, troppo vecchi, troppo diversa l’età dei genitori, ecc) anzichè aiutarli ad essere comunque famiglia nonostante tutto.
Alessio
29 agosto 2013 alle 12:59
Scusate ma il soggetto che si firma folosofiazzero ci è o ci fa? Lo so che non dovrei dirlo soprattutto in questa sede ma a Livorno qualcuno gli direbbe di “andassi a cerca un po di topa perche secondo me un’ha mai trombato”. Scusate per l’intrusione ma quando ci vuole ci vuole! Se non viene pubblicato pazienza e lo capirei, però almeno mi sono un po sfogato. Complimenti seri a Costanza e grazie. Alessio.
La stupidità di un puerile sfogo che qui coinvolge e si dirige verso altra persona, è assolutamente evidente.
Io caro Alvise ti consiglieri 5 minuti nell’angolino della vergogna, ma visto quanto sopra penso anche questo richiederebbe un minimo di maturità e intelligenza di cui ti dimostri del tutto sprovvisto.
Giusto sarebbe stato rispondere a tono a chi per primo ti aveva rivolto l’originario commento, ma ha te piace mostrarti “superiore”, salvo poi rivelarti uguale a tutti gli altri (come diresti tu) :-|.
Altrettanto puerile poi riportare qui il commento di Alessio a te rivolto (che c’è ti rimorde un po’ la coscienza che ti devi giustificare?) che è come dire: “m’hanno sputato in faccia, allora adesso il primo che passa gli sputo anch’io…”
Meglio faresti a chiedere scusa a Sara, visto che come hai scritto ieri l’unico senso della tua vita è “cercare di fare il meglio che puoi…”
Ma abbiate pazienza: ieri al commento di Alessio su me nessuno ha avuto nulla da ridire e neanche io me la sono presa
Oggi io fo lo stesso discorso (facendo vedere che era copiato) a Sara e tutti mi saltano addosso.
O no?
Risposta più che prevedibile…
Povero Alvisuccio, nessuno ieri ti ha difeso? Non mi sembri uno che non sa difendersi da solo…
E anche fosse? la cosa ti giustifica? Ma sii serio!!
beh, se non ti rendi conto che certe battute da osteria si fan tra maschi e-perlappunto- in osteria o in privato, men che mai ad una donna e peggio ancora se in pubblico come è su un blog, vuol dire che sei messo male…
vale:
…ma ametterai che quella mia (da osteria) non poteva essere che rivolta a una donna in quanto Sara è una donna e il problema di cui lei parlava era in tema con la battuta che era molto meno in tema con il mio caso. E lo dico in modo serio!
Poverino io per niente. Troppe volte vi dimenticate di portare rispetto a TUTTE le persone.
Molto bella questa testimonianza e, per quello che può valere, personalmente condivido la scelta fatta da Sara T.
Solo una cosa mi preoccupa, in questo bel post come in altri molto meno belli. Il fatto che si debba sempre finire per parlare in termini negativi dei gay. Anche in questo post, che mi sembra scritto in perfetta buona fede, si cita la legge sull’omofobia associandola a sproposito all’adozione. Chi scrive su questo blog deve sapere che molti tra i lettori (uno su dieci, statisticamente) scopriranno un giorno o l’altro di avere un figlio gay. E’ importante non cercare di influenzare questi lettori convincendoli che i gay sono i responsabili di tutti i mali della società e in particolare i nemici della famiglia. Non vedo cosa ci sia di cristiano nel seminare ostilità tra le persone.
Questo blog è frequentato per lo più da cristiani ma cristiano non vuol dire cretino e quindi mi permetto di dubitare che qualcuno dei frequentatori venga sottoposto a “lavaggio del cervello” o corra il rischio di essere convinto che «i gay sono i responsabili di tutti i mali della società». 🙂
Il cristiano deve essere ostile al peccato, non al peccatore. A imitazione di Cristo, che ha perdonato l’adultera ma mica le ha dato una licenza per continuare a praticare l’adulterio indisturbata…
E poi ci sarebbe anche la questione delle prime tre opere di misericordia spirituale (1. Consigliare i dubbiosi; 2. Insegnare agli ignoranti e 3. Ammonire i peccatori). Penso che converrà che cercare di fare questo (educatamente, amichevolmente ma testimoniando comunque la verità) non dovrebbe essere definito «seminare ostilità tra le persone»?
Quanto alle statistiche, non sempre le statistiche dicono il vero ma a volte le statistiche che non dicono il vero possono essere usate per influenzare le persone (http://www.uccronline.it/2013/06/18/legge-194-la-grande-menzogna-degli-aborti-clandestini/)
“Uno su dieci statisticamente” e da dove viene questa statistica visto che la percentuale di omosessuali é stimata intorno all’1%, secondo alcuni dati citati dalle associazioni gay al massimo il 2,4%?
Quello che ho trovato su wikipedia (una ricerca accurata richiederebbe un lavoro enorme e forse inutile):
Per screditare l’attendibilità dei suoi studi, Kinsey fu attaccato a livello personale come pornografo, omosessuale e pedofilo[35].
Kinsey cercò di ribattere alle critiche con un ulteriore volume della sua ricerca, che avrebbe dovuto essere il terzo, dedicato esclusivamente al comportamento omosessuale, ma la Fondazione Rockefeller, che lo aveva sin lì finanziato, poco soddisfatta delle polemiche innescate dalla ricerca e soggetta a forti pressioni da più parti, gli negò ulteriori fondi. La ricerca di Kinsey subì pertanto un drastico ridimensionamento e da allora le ricerche sulla percentuale di omosessuali sono compiute con estrema cautela, su campioni limitati, spesso traendo conclusioni in base al modo in cui gli intervistati si definiscono anziché in base al loro comportamento effettivo.
Per questo motivo la stima dell'”uno su venti” (cioè del 5%) continua ad essere considerata come la più attendibile da un punto di vista scientifico, al punto da essere adottata ufficialmente dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per valutare l’incidenza dell’omosessualità esclusiva all’interno della popolazione umana.
continuando dalla tua fonte:
“Va sottolineato pertanto che una statistica sull’orientamento sessuale di una popolazione non è un dato scientifico, poiché i dati di partenza non hanno le caratteristiche del dato scientifico. Lo stesso Kinsey ha spesso sottolineato che i dati da lui rilevati non possono avere un valore oggettivo, ma che si tratta solo di uno squarcio su una realtà del tutto sconosciuta.”
Comunque l’Istat dice che in Italia si dichiara omosessuale o bisessuale un milione di persone, su un campione di popolazione dai 18 ai 74 anni quindi di circa 39 milioni. Fatti i conti.
http://attualissimo.it/istat-in-italia-si-dichiara-gay-un-milione-di-persone/#ixzz2dSm9ruje
…i miei calcoli danno il 2,5% circa della popolazione
tra i 18 e i 74 anni che “si dichiarano” omosessuali.
http://forum.prisonplanet.com/index.php?topic=129232.0
Alvise: è un po’ che non commento sotto i tuoi panegirici senza senso… ma oggi proprio non riesco a non farlo.
Quello che hai scritto è la cosa meno opportuna che potevi scrivere sotto un post così vero e bello. Ma la ciliegina sulla torta è il tuo riportare, come giustificazione, il commento di Alessio. Il troppo commentare di questi giorni ti ha “scaricato le pile” e non sai più cosa scrivere? Taci… e buon per chi entra nel blog.
Vale la pena qui sottolineare come nella richiesta di Anna alla sua amica Sara si potrebbe anche inserire il desiderio di avere chi si occuperà della crescita spirituale e dell’educazione alla Fede del figlio Samuele, qualora Anna venisse a mancare.
Sotto questo profilo credo sia bene ricordare che le figure del Padrino e della Madrina, soprattutto nel Sacramento del Battesimo, sono le persone chiamate ad affiancare i genitori in questa responsabilità. Responsabilità che si fa ancora più pregnante proprio nel caso di una prematura scomparsa dei genitori.
E’ quindi importante che Padrino e Madrina siano scelti con cura (e con l’aiuto dello S.S.) sia sotto il profilo umano che sotto quello di una provata fede e esperienza ecclesiale e non tanto per abitudini parentali, conoscenze amicali o, peggio ancora, per mere scelte di convenienza.
A cortese domanda dell’Amministratrice del blog rispondo: le statistiche oscillano di molto secondo le fonti, come quelle sui partecipanti alle manifestazioni di protesta. Tuttavia, suggerisco di non perderci sull’1, il 2 o il 10 per cento. La domanda che ponevo, non perché l’ho posta io ma perché ha un carattere etico e dal punto di vista di molti lettori anche religioso, andava al dilà della singola cifra.
Sono un amministratore e non una amministratrice, sa di questi tempi ci tengo a precisare….
Le cifre oscillano ma dal momento che vengono tirate fuori bisogna farlo con serietà. Quanto alle sue domande dopo aver trattato decine se non centinaia di volte l’argomento, se proprio vuole una risposta adotto come mia quella di senm_webmrs che trovo perfetta.
…intanto restando sempre nel campo dei numeri abbiamo appena varcato la soglia dei 3.0000.000 di contatti sul blog!
Io quella dei 30.000 ;-), ma il confronto è improponibile 🙂
C’ è sempre tempo per ogni cosa…
…la metà sono io (malauguratamente)!
Tranquillo so che ti piacerebbe pensarlo ma non è così: per provare a fare un calcolo possiamo prendere i commenti che hai all’attivo, cioè 7452; anche volendo esssere generosi e considerare un forfait di 10 click per ogni commento siamo molto, molto ma molto lontani dal milone e mezzo.
…pensi che mi piacerebbe pensarlo per sminuire la Miriano?
…sentito oggi dire, alla Casa del Popolo dell’Antella, queste stesse parole precise:
“Che i Catecumeni abbiano a stare coi Catecumeni”.
Che avranno voluto dire?
Sarà stato il chianti…
Ci siamo! Anche il più lungo viaggio inizia con un solo passo! http://corrieredelveneto.corriere.it/veneziamestre/notizie/cronaca/2013/30-agosto-2013/basta-mamma-papa-sui-moduli-secondo-genitore-2222823261787.shtml
E meno male che l’escogitatrice di questa fantastica trovata porta il cognome Seibezzi (sei soldi). Chissà che avrebbe fatto se si fosse chiamata Centoscudi o Millefiorini 😉
Spero sempre nella rivolta del buon senso. Bisogna sperarci, altrimenti prima o poi ci crollerà in testa la nuova Torre di Babele che si sta alacremente costruendo. E saranno dolori per tutti.
Ciao Sara, vivere è più difficile di morire xkè con la morte tutti gli affanni e le pene della vita scompaiuono come in un sogno quando ci svegliamo da una notte agitata il difficile e il coraggio lo dimostriamo su questa Terra da vivi ! Su! Sara fatti avanti e vivi la tua vita attimo per attimo..la vita vale la pena di essere vissuta