di Fabio Bartoli lafontanadelvillaggio2
Non amo parlare dell’aborto, un po’ perché per natura e formazione cerco sempre di vincere il male con il bene invece di combatterlo direttamente e quindi mi sforzo piuttosto di inventare soluzioni e risposte alternative per le mamme in difficoltà che quotidianamente incontriamo (in media, attraverso il nostro centro di ascolto, cento ogni anno) e un po’ perché effettivamente il tema è così doloroso e spinoso che qualcosa nel cuore mi spinge ad agire piuttosto che parlare.
Ci sono però momenti, e questo è uno di quelli, in cui semplicemente non si può tacere. Ci sono momenti in cui ci si sente chiamati ad insorgere contro la follia e “sguainare le spade per le foglie verdi”. Di fronte ad un mondo folle capace di mobilitarsi per salvare dei cani e incapace di commuoversi per la sorte dei propri stessi figli c’è una ribellione istintiva del buon gusto ancor prima che della razionalità, che sta lì a testimoniare che siamo ancora uomini.
Essendo parroco, non potrò partecipare alla marcia, sarò ovviamente in prima linea da un’altra parte, cioè sull’altare ad offrire il Sacrificio per tutti i bimbi non nati e per tutti i partecipanti, però mi preme lasciare almeno qui sul mio blog una traccia del mio pensiero.
Non ne faccio una questione di leggi, 194 sì, 194 no… chi se ne frega! Qui è una questione culturale innanzitutto. Ammettiamo pure che l’aborto sia il male minore a volte (non lo penso, lo dico solo per amore di dialogo), e con questo? Può un popolo ancor prima che uno stato pianificare la sua vita nella logica del male minore? Ma se un male è un male non andrà sempre combattuto e respinto?
Ripeto, a scanso di equivoci, della legge non me ne frega niente, ciò che vorrei è un popolo e uno stato che finalmente prendessero coscienza del fatto che la maternità è un valore. Il problema della liceità dell’aborto è un non problema che nemmeno si porrebbe se le donne fossero messe veramente in condizione di poter vivere la loro maternità, l’esperienza infatti mi insegna che sono rari i casi di donne così egoiste da voler comunque abortire una volta che i problemi derivanti dalla maternità sono stati risolti.
Ciò che vorrei è che consultori come il nostro fossero messi in condizione di operare pienamente e non in una sorta di competizione con i consultori delle ASL, ciò che vorrei è che fosse lo stato a stanziare dei fondi per aiutare le mamme in difficoltà senza dover attingere alle risorse messe a disposizione da generosi privati (il progetto Gemma), che sono ovviamente clamorosamente insufficienti, ciò che vorrei sono agevolazioni fiscali e professionali che rendano conveniente una maternità, invece di costringere le coppie a posticiparla sempre di più. Ciò che vorrei è che avere un figlio fosse finalmente più conveniente che abortire!
Ciò che vorrei insomma è che venisse finalmente accolto e recepito il primo articolo della legge 194 in cui si dice che lo stato considera la maternità un valore e si adopera a sostenerla.
Si chiama sussidiarietà, e troppo spesso è disattesa, seppur (a parole) riconosciuta e valorizzata.
Grazie don Fabio.
Sono d’accordo con fabio bartoli. L’ho già detto ieri, Se fossi un intellettuale o un giornalista di carriera lo scriverei su qualche giornale. Ma non sono nessuno, come tutti, per fortuna.
..correggo , con le maiuscole: Fabio Bartoli
La cosa mi preoccupa un po’, chissà se io sono d’accordo con me 😉
…e se io con me.
“Se fossi un intellettuale o un giornalista di carriera lo scriverei su qualche giornale”
Per vedersi pubblicare qualcosa su un giornale si può anche inviare una lettera da semplice lettore. Ogni tanto io lo faccio. Perché non ci provi anche tu?
Alessandro:
Non ci penso nemmeno!!!
Volevo solo enfatizzare il fatto che fossi d’accordo.
Non scriverei MAI lettere ai giornali, bastano e avanzano amenità che scrivo qui sul blog.
Manco da qualche giorno nel blog e scopro che Alvise è d’accordo su qualcosa con un prete cattolico!
Adesso leggo l’articolo però 🙂
Buona domenica a tutti
Il buona domenica è ricambiato! 😀
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
http://www.piuvoce.net/newsite/articolo_opinionista.php?id=30
Bellissimo articolo, don Fabio.
Questo e’ proprio l’atteggiamento giusto, secondo me.
Fare in modo che quella sull’ aborto non sia più una battaglia ideologica, ma si traduca in azioni concrete.
Sono certa che, laddove si provvedesse davvero a eliminare le difficoltà pratiche che spingono le donne a considerare l’aborto, ne resterebbero pochissime a desiderarlo ( e quelle che lo desiderassero, francamente penso abbiano qualcosa che non va…).
In questo paese la maternità non e’ un valore, e’ un problema. Ci sono situazioni in cui, per mettere al mondo dei figli, bisogna essere eroi.
E l’eroismo non e’ giusto pretenderlo.
“Il problema della liceità dell’aborto è un non problema che nemmeno si porrebbe se le donne fossero messe veramente in condizione di poter vivere la loro maternità, l’esperienza infatti mi insegna che sono rari i casi di donne così egoiste da voler comunque abortire una volta che i problemi derivanti dalla maternità sono stati risolti.”
eh appunto. Ma queste belle parole dovrebbero essere pronunciate anche nei confronti di chi invece usa toni deliranti nei confronti delle donne che abortiscono. Come ci dice Don Fabio nella sua saggezza se i problemi che derivano dalla maternità vengono risolti le donne non abortiscono. Dimostra anche che non e’ egoismo o come fossero tutte donne lussuriose e menefreghiste. Bravo Don Fabio.
vero Giulio e hai ragione quando dici che chi usa toni deliranti dovrebbe capire meglio che cosa sia la carità.
Ciò detto è anche vero che donFa ha contatti con una categoria speciale di donne, appunto quelle che sono esposte a problemi derivanti dalla maternità, e che cercano in tutti i modi di superarli.
Quelle che abortiscono per egoismo, per moda, per non rovinarsi l’estate, queste lui non le vede neanche.
E se con tutte le persone si deve vivere la carità, è altrettanto vero che questo non deve essere fatto rinunciando ad affermare la verità.
Problema complesso, equilibrio difficile: concordo.
Ma da trovare.
Vero Paolo, però ancora una volta il problema è innanzitutto culturale, finché la maternità è vista come un fastidio, un problema, un qualcosa di cui liberarsi alla svelta non se ne esce, legge sì o legge no.
E’ proprio un cambio strutturale quello di cui abbiamo bisogno, o non saremmo il paese europeo con il più basso tasso di natalità. Perfino la laicissima Francia (no, dico, la Francia!) ci batte!
E a proposito di crisi avete mai riflettuto che alla fine dei conti il meccanismo perverso che rende insolubile la crisi economica è proprio quello della denatalità? Sempre più sono a carico di sempre meno e questa tensione non può durare a lungo.
Finché abortire sarà più conveniente che avere figli non vedo vie di uscita. Abbiamo costruito una società in cui essere madri è un’impresa eroica (l’altro giorno ragionavo con un neopapà, che mi diceva che fare un figlio è come acquistare una macchina di media cilindrata ogni anno) e poiché l’eroismo non si può pretendere agevoliamo al massimo la denatalità… non è la negazione di ogni logica e di ogni buonsenso?
Grazie don Fabio! 🙂
Nel tempo che fu si viveva per la strada, i bambini potevano uscire quando volevano a giocare a correre a fare le prime esplorazioni del mondo senza che ci fosse paura né di automobili nè di nulla, si viveva, si può ben dirlo, in un altro mondo, poi le città sono diventate un caos rombante di milioni di veicoli, le strade invivibili, la massa della gente incontenibile, dappertutto, anche i paesi di campagna non sono più i paesi di campagna, ma zone suburbane di transito
e di solitudine. Non è un mondo né per vecchi né per bambini, anche per questo, credo, non ci si mette più spensieratamente a fare figlioli come una volta, l’ambiente esterno è ostile ai bambini e in un ambiente ostile ci si riproduce meno. (senza parlare della solidarietà che c’era tra famiglie parenti conoscenti etc.che vivevano tutti insieme)
Ma guarda, erano gli anni in cui “non si poteva non dirsi cristiani” perché quel senso della vita era dominante…. Sarà mica che aver sostituito Dio con io sia la radice di tutti i problemi?
Paolo Pugni:
Non lo so.Io credo piuttosto a quel cambiamento di cui parla Pasolini (morte delle lucciole) senza necessariamente metterci Dio nel mezzo. Il mondo è cambiato, era (ma forse ci sembra a noi che fosse così) più accogliente più umano più familiare, più, per usare questo brutto modo di dire, ” a misura d’uomo”, ora tutti si vive più rattrappiti, ristrettiti, in questo senso, mancando lo stare insieme di prima, più egoisti, più soli.
sono d’accordo con te Alvise ma questo processo perverso che già Pasolini criticava e che non fa altro che procedere con progressione esponenziale come lo fermi, come lo inverti? non c’è possibilità è come pensare di fermare gli uragani e i terremoti; per questo chi ha fede in Dio confida in Dio.
Sono anche io d’accordo. Ma penso che la fede in Dio voglia dire fondamentalmente fede in un altra vita (l’anima immortale) o nella venuta di un’altra vita (parousìa) come del resto anche credevano ai tempi del vangelo.
Domanda retorica.
Eravamo ben che avvisati.
“…senza di Me non potete far nulla.”
Qualcuno è di ritorno dalla marcia di stamattina?
Si, io c’ero.
E’ stato un grande successo. Ignorate per favore tutte le polemiche inutili che ho trovato sui giornali (Alemanno, etc…).
E’ stata una bellissima festa del popolo cristiano che, pur appartenendo a diversi gruppi, associazioni, movimenti, si è unito per testimoniare la cultura della vita.
PS: cmq, a parte Alemanno, c’era Costanza. Io l’ho vista….
Sembrerebbe di no. Ma la domenica non è ancora terminata.
In questo eccezionale clima di ecumenismo proviamo a fare un passo avanti. Poiché siamo tutti d’accordo, o così pare, che la cosa da fare davvero sia ritrovare una cultura della vita, quale sarà il primo passo in questa direzione? Proviamo a buttar giù una bozza programmatica, almeno per non rischiare di prenderci a vicenda per il naso chiamando cose diversissime con i medesimi nomi.
“Poiché siamo tutti d’accordo, o così pare, che la cosa da fare davvero sia ritrovare una cultura della vita, quale sarà il primo passo in questa direzione?”
C’è poco da illudersi. La cultura della vita è avversata da poteri politici transnazionali molto influenti, agganciati a non meno influenti potentati economico-finanziari, che propagandano la “salute riproduttiva”.
A difendere la cultura della vita è rimasta la Chiesa Cattolica e qualche non credente di buona volontà. Forse è necessario ripensare la presenza della Chiesa a fianco dei giovani: dopo i sacramenti dell’iniziazione cristiana (per chi li riceve: nel mio paesello ancora quasi tutti, a Roma quanti?), cioè dopo la cresima, si assiste al massiccio abbandono della Chiesa e della chiesa. Gli aborti si consumano più in là degli anni, quando si sono persi i contatti con il parroco, con la Chiesa, con la cultura cristiana (che in Italia è in qualche modo ancora presente). Che fare?
Solo l’Apocalisse ci salverà
ci andava una faccetta… è rimasta nella tastiera 🙁
Qui c’è una iniziativa a livello europeo.
UNO DI NOI: REGISTRATA L’INIZIATIVA DEI CITTADINI UE PER LA DIFESA DELLA VITA
(Sir Europa – Bruxelles) – “Protezione giuridica della dignità, del diritto alla vita e dell’integrità di ogni essere umano fin dal concepimento nelle aree di competenza Ue nelle quali tale protezione risulti rilevante”. È l’obiettivo della Iniziativa dei cittadini intitolata “Uno di noi” da oggi ufficialmente depositata presso la Commissione europea. Gli “obiettivi principali” dichiarati dai promotori, una serie di associazioni pro life di area cattolica, sono: “L’embrione umano merita il rispetto della sua dignità e integrità. Ciò è affermato nella sentenza Ceg nel caso Brustle, che definisce l’embrione umano come l’inizio dello sviluppo dell’essere umano”. Per “garantire la coerenza nei settori di sua competenza dove la vita dell’embrione umano è in gioco, l’Ue deve introdurre un divieto e porre fine al finanziamento di attività presupponenti la distruzione di embrioni umani in particolare in tema di ricerca, aiuto allo sviluppo e sanità pubblica”. L’Iniziativa, che ora dovrà essere appoggiata da almeno un milione di firme per poter costituire una proposta di legislazione comunitaria alla Commissione, fa riferimento a varie disposizioni dei trattati ritenute pertinenti dagli organizzatori.
http://www.zenit.org/article-30624?l=italian
http://www.mpv.org/mpv/allegati/10202/Iniziativacittadina.pdf
😀
Fabio Bartoli:
Quanto a me: non mi sento all’altezza di un tentativo di questo genere per due principali ragioni;
1) potrei solo rifarmi a) a idee molto generali nelle quali non credo b) a casi particolari e personali di cui non ho conoscenza.
2) non me la sento di suggerire nulla a nessuno se non in caso di un rapporto diretto con gente della quale allora potessi conoscere la personalità la situazione le aspettative.Persone che si rivolgessero proprio a me perchè mi considerassero degno di fiducia cercherei di aiutarle il meglio che posso.Non so come a-priori.
Per quanto riguarda l’ironicamente e simpaticamente definito ecumenismo eccezionale, credo che da parte mia l’ecumenismo (umano) ci sia quando non appaiono casi che a me appaiono vicini alla superstizione. E questo non perchè io non capisca che anche la superstizione esiste, ma perché non la vorrei vedere mescolata a cose serie. Ma forse questo è impossibile. Anche io ho (ovviamente!)le mie superstizioni in qualsiasi momento che penso e che parlo.
D ‘accordissima con don Fabio, ma perché nessuno parla mai del aborto spontaneo e del dolore che questo comporta? Della difficile ripresa da questo? Del non sapere dove questi bimbi portati in grembo x alcuni mesi e poi partoriti prematuramente dove sono, cosa fanno?
Pensieri fissi che non mi abbandoneranno mai…
Catechismo della Chiesa Cattolica, 1261: “Quanto ai bambini morti senza Battesimo, la Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio, come appunto fa nel rito dei funerali per loro. Infatti, la grande misericordia di Dio, « il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati » (1 Tm 2,4), e la tenerezza di Gesù verso i bambini, che gli ha fatto dire: « Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite » (Mc 10,14), ci consentono di sperare che vi sia una via di salvezza per i bambini morti senza Battesimo.”
Vedere anche lo studio della Commissione Teologica Internazionale:
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_con_cfaith_doc_20070419_un-baptised-infants_it.html
“La conclusione dello studio [quello del link] è che vi sono ragioni teologiche e liturgiche per motivare la speranza che i bambini morti senza Battesimo possano essere salvati e introdotti nella beatitudine eterna, sebbene su questo problema non ci sia un insegnamento esplicito della Rivelazione. Nessuna delle considerazioni che il testo propone per motivare un nuovo approccio alla questione, può essere addotta per negare la necessità del Battesimo né per ritardare il rito della sua amministrazione. Piuttosto vi sono ragioni per sperare che Dio salverà questi bambini, poiché non si è potuto fare ciò che si sarebbe desiderato fare per loro, cioè battezzarli nella fede della Chiesa e inserirli visibilmente nel Corpo di Cristo.”
Non mi riesce nemmeno di immaginarmi perchè mai Iddio (chi ci crede) non dovrebbe salvarli.
Ecco questa è una di quelle cose che fanno venire il disprezzo per le persone che fanno questi discorsi:
“vi sono ragioni per sperare che Dio salverà questi bambini, poiché non si è potuto fare ciò che si sarebbe desiderato fare per loro, cioè battezzarli nella fede della Chiesa e inserirli visibilmente nel Corpo di Cristo.”
Non si dovrebbero nemmero usare queste espressioni “inserire visibilmente nel Corpo di Cristo”.
E’ imbarazzante.
Avevo 21 anni (oggi 57). Il primo figlio in arrivo. Stavo per essere assunta, ma proprio in quei giorni è arrivata a cercare lavoro un’amica del Direttore… Non sapevo come mantenerlo. Prima di abortire, grazie ad un’amica – credente – ho telefonato al “Focolare” di Firenze (Movimento dei Focolarini) per verificare di altre possibilità di lavoro:la risposta è stata no. I giorni precedenti l’intervento, ho dormito in posizioni tali da “non schiacciare il bambino”. Poi l’ho ucciso.
Spero che gli stessi cattolici presenti alla manifestazione odierna, siano pronti a mobilitarsi per il diritto al lavoro.
Non è utopia, ma una necessità per ogni adulto dignitoso. Anche e soprattutto in periodo di crisi.
Mi aspetto anche che I cattolici che lavorano nelle fabbriche di armi si licenziano, in nome della vita?
Alessandra Nigrelli – Grosseto
Come dicevo, le risorse a nostra disposizione, provenendo da privati, sono drammaticamente limitate, dover selezionare tra i casi è una delle cose più dolorose che dobbiamo fare. Per di più a quel tempo, se non sbaglio, ancora nemmeno esisteva il “Progetto Gemma” che è una rete di solidarietà nazionale per poter distribuire le risorse su tutto il territorio nazionale.
Evidentemente il tema del diritto ad un lavoro dignitoso è legato a quello del diritto alla vita ed infatti occorre muoversi anche in questo campo, non per nulla nell’articolo parlavo di agevolazioni fiscali e professionali alla maternità.
Per quanto riguarda invece la fabbricazione delle armi mi sembra totalmente off-topic, visto che le armi possono essere usate anche a difesa della vita (o immagini una polizia disarmata?)
Non replico nulla, pur avendo tante riflessioni da condividere.
Troppo facile giocare con le parole. Ne abusiamo E’ tempo di vita coerente..
Buone cose a ciascuno di voi!
Alessandra
scusa Alessandra ma non ho capito bene la tua storia; eri una ragazza madre? Il “Focolare” di Firenze non ti ha offerto nessun altro tipo di sostegno ? (magari si può capire che non era facile neanche per loro trovare qualcuno che assumesse una ragazza incinta in pochi giorni nel 1965)
La mia testimonianza non vuole puntare il dito contro nessuno.
Non ha quindi nessuna importanza se oro ragazza madre o .. altri particolari della storia personale.
La questione è di offrire possibilità di vita dignitosa a ciascun essere umano, senza lasciarlo nella condizione di dover essere mantenuto dalla carità privata o pubblica. Un sorriso, per te.
Alessandra
La tua testimonianza è preziosissima per tutti e – ti assicuro – soprattutto da chi è stato ed è duramente colpito dalla sofferenza, ma il tuo dolore non ti dà (come non lo dà a me e a nessun altro) il diritto di accusare di incoerenza chi, lungi dal giocare con le parole, cerca umilmente e profondamente di mostrare la verità. Don Fabio, prlando della produzione delle armi, ha replicato affermando una verità che il buon senso comune non permette a chi ne sia dotato di negare. Ciò significa non incoerenza, ma semmai che la verità non è semplicistica (i cristiani difendono la vita, ergo via dalle fabbriche che producono armi) e che serve tanta umiltà non solo nel proporla, ma anche nel disporsi ad indagarla, capirla e nel lascirsi formare da essa.
Un sorriso anche per te,
Sara
La tua testimonianza è preziosissima per tutti e – ti assicuro – apprezzata, soprattutto da chi è stato ed è duramente colpito dalla sofferenza, ma il tuo dolore non ti dà (come non lo dà a me e a nessun altro) il diritto di accusare di incoerenza chi, lungi dal giocare con le parole, cerca umilmente e profondamente di mostrare la verità. Don Fabio, parlando della produzione delle armi, ha replicato affermando una verità che il buon senso comune non permette a chi ne sia dotato di negare. Ciò significa non incoerenza, ma semmai che la verità non è semplicistica (i cristiani difendono la vita, ergo via dalle fabbriche che producono armi) e che serve tanta umiltà non solo nel proporla, ma anche nel disporsi ad indagarla, capirla e nel lasciarsi formare da essa.
Un sorriso anche per te,
Sara
Scusate, c’erano vari errori…
Hai scritto cose profondamente vere, carissimo Don Fabio. Grazie per questo prezioso post.
Del resto, come ha scritto una volta Costanza Miriano: “La donna – lo dicono ricerche come al solito non diffuse – sarà soggetta a problemi fisici e psicologici, mentre nessuna di quelle che sceglie di portare avanti la gravidanza si è mai detta pentita, dopo avere visto il suo bambino, nonostante tutte le difficoltà.”
Buona giornata a tutti!
Replica Mario Puiatti, presidente nazionale dell’Associazione Italiana per l’Educazione Demografica (Aied): “La vera lotta contro l’aborto è l’informazione sui metodi contraccettivi. Ancora una volta assistiamo a una manifestazione ambivalente dei movimenti antiabortisti religiosi, perché‚ a sostegno del loro appello alla vita contro l’aborto non consegue una proposta politica liberale ed efficace, bensì, come sempre, un imperativo dogmatico, ovvero l’astinenza sessuale o l’accettazione di una gravidanza anche quando non è desiderata. Essere contrari alla contraccezione significa di fatto promuovere l’aborto, visto che l’appello all’astinenza non funziona nemmeno per chi ha fatto sacro voto di castità”. In Italia, denuncia l’Aied, ”l’informazione sui metodi contraccettivi è ancora carente, i consultori pubblici e privati sono ancora scarsamente sostenuti e, secondo le ricerche più recenti, una adolescente su due non ricorre a sistemi contraccettivi sicuri per prevenire una gravidanza indesiderata”. Di questo, rileva Puiatti, ”dovrebbe occuparsi il ministro della Salute, di attuare cioè una seria politica di informazione e prevenzione senza moralismi sulla sessualità”. Inoltre, a 34 anni dall’entrata in vigore della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, nonostante dal 1982 a oggi gli aborti in Italia si siano ridotti di più del 50%, la legge, conclude il presidente Aied, ”fatica a trovare la sua piena applicazione a causa del sempre più esteso ricorso all’obiezione di coscienza da parte dei medici”.
Dal sito di Repubblica, dall’articolo che commenta la Marcia Per La Vita. Che ne pensate? Ma è davvero così? Gli aborti sono diminuiti da quando la legge apposita è in vigore?
Claudia, siamo intorno ai 120mila aborti annui. Nel 1982 furono 234593.
Dati 2009:
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1585_ulterioriallegati_ulterioreallegato_0_alleg.pdf
Tabella riassuntiva:
http://www.mpv-cav.veneto.it/mpv/a_93_IT_938_1.html
Quindi il 50% circa in meno rispetto al 1982 non è un dato inventato, ma… ci sono almeno 2 “MA” grossi come una casa
1) I morti si sommano. Vi paiono pochi 118.000 aborti ogni anno?
2) I dati non computano gli aborti causati dalla pillola del giorno dopo.
Si consideri che nel 2009 sono state vendute circa 370 mila confezioni della “pillola del giorno dopo” (il 50% a giovani sotto i 20 anni), che può essere un abortivo (un anti-implantatorio). Quindi il computo degli aborti procurati si complica molto. Quante migliaia di “pillole del giorno dopo” hanno causato un aborto?
Tommaso Scandroglio ipotizza 70.000 circa
(http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-diminuiscono-gli-abortino-aumenta-lignoranza-2678.htm).
Quindi le cifre del Ministero vanno ormai riviste, a causa dell’incidenza della pillola del giorno dopo e, tra poco, della pillola dei cinque giorni dopo (altro potenziale abortivo).
“La vera lotta contro l’aborto è l’informazione sui metodi contraccettivi”
Falso.
“in USA il condom, ritenuto il metodo contraccettivo più efficace per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse, si associa ad un maggior ricorso all’aborto.
Ma non si tratta solamente di una particolarità americana, è ben conosciuto ad esempio quello che è definito il “paradosso francese”. Nel 2000 meno del 5% delle donne francesi sessualmente attive che non desideravano una gravidanza non facevano uso della contraccezione; i metodi usati sono peraltro altamente efficaci, dal 1978 al 2000 la percentuale di donne che usa la pillola o la spirale (non si deve peraltro dimenticare che quest’ultima è una metodica con sicura azione post-fertilizzativa e quindi, nella prospettiva del concepito, una tecnica abortiva) è passata dal 52 all’83%. Questa enorme diffusione della contraccezione non ha però prodotto i risultati attesi: l’aborto è praticamente agli stessi livelli della metà degli anni ’70.
Per il nostro paese alcuni autori parlano invece di “paradosso italiano”. L’uso di metodiche contraccettive moderne rimane in Italia a livelli assai più bassi di altri paesi. Le indagini mostrano l’ampio ricorso a metodi cosiddetti “tradizionali”, eppure il tasso di abortività, seppure dolorosamente significativo, si colloca nella fascia più bassa e sembra in diminuzione. La teoria dunque che l’aborto si sconfigge con la contraccezione ha un po’ troppi paradossi per essere convincente, ritengo anzi che il migliore antidoto nei confronti dell’aborto sia il sostegno alle famiglie e l’espansione della cultura di apertura alla vita, misure che avrebbero anche il pregio di contrastare il pauroso calo di natività che affligge ormai in maniera sempre più preoccupante le società occidentali.”
http://www.documentazione.info/la-cultura-contraccettiva-fa-crescere-il-numero-degli-aborti-0
http://www.uccronline.it/2011/04/06/studio-clinico-raddoppiano-aborti-nonostante-labuso-di-contraccettivi/
http://www.bios.bologna.it/piu-contraccezione-meno-aborto-ma-e-realmente-cosi/
Scusa Alessandro: più che il numero assoluto, è il tasso di abortività (numero delle IVG per 1.000 donne in età feconda tra 15-49 anni) l’indicatore usato per una corretta valutazione della tendenza al ricorso all’IVG.
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1585_allegato.pdf
Certo. Dal link indicato si desume il seguente dato:
“Il tasso di abortività (numero delle IVG per 1˙000 donne in età feconda tra 15-49 anni), l’indicatore più accurato per una corretta valutazione della tendenza al ricorso all’IVG, nel 2010 è risultato pari a 8.2 per 1˙000, con un decremento del 2.5% rispetto al 2009 (8.5 per 1˙000) e un decremento del 52.3% rispetto al 1982 (17.2 per 1˙000).”
IGV:
donne italiane: (1982) 234.801 (2009)118.579
aborti clandestini italiane: (2008)15.000 (1983) 100.000
il mefistrone (pillola del giorno dopo) è in commercio in Italia dal Dic. 2009
Il fatto che negli altri paesi dell’Europa occidentale, dove più diffusi sono i metodi anticoncezionali,
ci siano più interruzioni di gravidanza volontaria che in Italia che cosa potrebbe suggerire.
Che è PERCHE’ c’è più contraccezione che c’è più aborti?
O vanno considerati anche costumi sessuali, stili di vita, l’età dei rapporti, la cultura, la religione, il lavoro, l’uso dell’alcool (per esempio)? Altrimenti andrebbe fatta la controprova:cercare di aumentare le pratiche anticoncezionali in Italia e vedere se aumetassero conseguentemente gli aborti.
“i dati scientifici dimostrano ormai molto bene che la disponibilità di anticoncezionali non favorisce la diminuzione dei concepimenti e degli aborti. Al contrario. Sappiamo che ormai la contraccezione è sempre più diffusa in molti paesi “moderni”, dalla Francia, all’Italia, a Cuba, per citare un paese non europeo. Eppure ciò non toglie che specie in Francia e a Cuba, il numero degli aborti di minorenni sia sempre in costante crescita, oppure, in certi periodi, costante.
Questo per un principio banale: mettere a disposizione dei giovani metodi per non avere figli, in una cultura pansessualista come la nostra, non fa altro che incoraggiarli ad avere un maggioro numero di rapporti: “tanto, non c’è il pericolo di rimanere incinte”. Si crea così un circolo vizioso: l’idea che si possa fare “sesso sicuro” determina una crescita del sesso tra minori, e, inevitabilmente, per la fallacia degli anticoncezionali, per incuria, e per mille altri motivi, questo facilita gravidanze indesiderate e premature.”
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-te-la-do-io-la-contraccezione-1714.htm
“si può dimostrare che la conseguente riduzione della percezione del rischio porta a un incremento dei comportamenti a rischio, e combinati con il fallimento contraccettivo, non fanno altro che aumentare il tasso di gravidanze adolescenziali”
http://www.uccronline.it/2012/04/02/il-prof-paton-i-contraccettivi-aumentano-i-comportamenti-a-rischio/
“Innanzitutto i dati inglesi mostrano che la diffusione massiccia dei contraccettivi, anche con l’educazione sessuale nelle prime classi scolastiche, è una politica fallita: chi ripete l’aborto, specie se giovane, vi ricorre come a un contraccettivo, anche quando altri mezzi sono facilmente accessibili. In Italia la diffusione della pillola anticoncezionale è fra le più basse in Europa: intorno al 16%, circa la metà rispetto a quella delle donne inglesi. E anche per la cosiddetta contraccezione di emergenza – la “pillola del giorno dopo”, per la quale comunque non si può escludere un effetto antinidatorio – i numeri dicono altro: nel 2008 in Gran Bretagna, dove per l’acquisto la ricetta non serve, ne sono state vendute 1.428.000 confezioni, contro le 381mila italiane, con la vendita subordinata a prescrizione medica. Inoltre, a differenza del Regno Unito, gli aborti in Italia sono in costante diminuzione, e lo erano anche prima dell’avvento della “contraccezione di emergenza”. Qual è il motivo, al di fuori della solita propaganda? È la solidità della famiglia a fare la differenza, è questa nostra straordinaria risorsa, ancora vitale anche se indebolita, la più efficace prevenzione dell’aborto: se i legami familiari sono stabili, se c’è il calore degli affetti solidi dei genitori, di quelli su cui sai di poter sempre contare, un figlio inaspettato non diventa un ostacolo da eliminare.”
http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/adolescenti-dall%27aborto-facile.aspx
Ciao a tutti, leggo tutti i giorni questo meraviglioso forum, pur non partecipando.
Oggi pero’ mi sento di scrivere una cosa: ho lavorato per molti anni come insegnante in un isituto tecnico in Germania, e ho saputo di diverse studentesse che hanno abortito. Ora, in Germania ce’ un sistema statale fantastico, chiunque puo’ ricevere i soldi per un affitto e un assegno mensile piu’ che dignitoso (se e’ disoccupato). Le ragazze madri, e ne ho viste molte sempre tra le mie studentesse, avevano a disposizione ogni tipo di aiuto, venivano anche privilegiate nelle graduatorie del nido (grautito) per finire la scuola. Anche la Caritas aiutava con assegni di circa 400 euro, che comunque non erano necessari.
Eppure…molte ragazze abortiscono lo stesso. Credo che lo Stato tedesco non portebbe fare nulla di piu’ dal punto di vista pratico, e non esiste uno stigma sociale contro le madri single, anzi vengono viste come “coraggiose”. Eppure, come dicevo, molte ragazze abortiscono; non lo fanno perche’ non hanno mezzi, ma proprio perche’ “non han voglia di un bambino”, testuali parole.
L’anno scorso abbiamo avuto una discussione sul valore della castita’ e dell’astinenza fino al matrimonio; nella mia classe ci credevano solo in 4: due ragazze musulmane, una testimone di Geova, e una ragazza non religiosa che pero’ usava la testa. Gli altri lo vedevano come “cosa da Medio Evo”. A queste condizioni, come si puo’ fare?
Non c’è nulla da fare. E’ sempre stato così. E’ un fatto. Se cambierà sarà un altro fatto.
…si può anche dimostrare tra tutti i paesi dell’Europa occidentale l’Italia è quello dove su copula meno.
Italia: meno contraccettivi meno nascite meno aborti uguale meno rapporti sessuali.
Perché?
“il vero risultato dell’azione eclatante di Chen Guangcheng è aver messo in luce l’ipocrisia dell’Occidente che, per appiattimento sull’ideologia del family planning e amore del business, si limita a una blanda critica del genocidio perpetrato dal governo cinese. Quando non arriva a dare consigli, e concludere affari anche in questo campo.”
http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/elogi-chen.aspx