Chi insegna ancora ai bambini le preghiere a memoria?

di Giovanni Lindo Ferretti    

Due volte l’anno cambia l’ora, lo so c’è molto di peggio ma il mio ritmo
vitale non gradisce e un diffuso malumore mi avvolge: divento intrattabile,
arrogante, sgradevole a me stesso. Poi alzo gli occhi ai monti tra squarci di
basse nuvole, la nebbia risale le valli, resto incantato dalla bellezza della
Creazione; recito le preghiere che ho imparato da bambino con la stessa
intenzione e ben altra consapevolezza; canto il Salve Regina con le Litanie, il
Te Deum e ritrovo, con fatica, il mio posto tra le Creature. Sono poche le
persone che conosco, a cui voglio bene, che insegnano, hanno insegnato, le
preghiere ai propri figli: non le conoscono proprio o hanno voluto dimenticarle come ingombranti residuali di secoli bui.

Si è interrotta una trasmissione che perpetuava una storia travalicante secoli e millenni: da Adamo all’ultimo nato. Tutt’al più si trasmettono buoni sentimenti fluttuanti nel vuoto, ombre di scimmie sullo sfondo. Si aspira a non si sa quale futuro ma si intende accogliente e garantito, dotato di ogni confort. Un Bengodi senza crapula che fa della farmacia per sani il suo tempio ed offre sacrifici alla Prevenzione, moderna deità a cui sono affidate le sorti dell’uomo; un paese dei balocchi, diventati gadget, per giovanotti eterni. Un enorme vuoto che non ha passato se non in ciò che si odia, esposto ad un pubblico disprezzo molto indignato.
Niente preghiere per i bimbi, niente storia, niente geografia, niente poesia,
niente da imparare a memoria perché indispensabile. Si comunica la
comunicazione e non si conosce la comunione. Giornatacce, ma poiché sia chiaro che sono Fede, Speranza e Carità, virtù teologali eterne ed immutabili, a
reggere il mondo e il suo destino tanto nel grande quando nel piccolo
quotidiano, il postino mi ha recapitato un libro succulento già in copertina:
“Bengodi”. Camillo Langone è scrittore misericordioso. Nella teologia morale
cattolica sono misericordiose le opere rivolte a sollievo delle pene fisiche e
spirituali del prossimo: sono 14, 7 corporali e 7 spirituali e dovrebbero
essere imparate a memoria. Camillo non le possiede tutte, qualcuna la ignora
completamente, ma nell’insegnare agli ignoranti e consigliare i dubbiosi è
encomiabile. – Misericordia! – è anche l’interiezione di stupore misto a
sgomento che mi scappa, a volte, leggendolo. Misericordia, per stare alla
lingua italiana che ambedue amiamo, è detto un pugnale in uso secoli addietro
per dare il colpo di grazia a un cavaliere ferito a morte. Rubando le ultime
due righe del testo lo consiglio a tutti i convinti che “tradizione anziché con
missione, perpetuazione, devozione, faccia rima con putrefazione”. E poiché le
cose belle viaggiano in compagnia rimetto sul tavolo due altri suoi libri,
scomodi e sconvenienti: “la vera religione spiegata alla ragazze” e “guida alle
Messe”. Due libri impagabili, veri segni dei tempi e il malessere che, alla
lettura, può derivarne va imputato ai tempi ben prima che all’autore. Leggerò
Camillo Langone per prepararmi, anno di grazia 2011, al Santo Natale. Non fiera dei buoni sentimenti ma Tradizione, da cronaca vera, avvenimento fondante assurto a divisione: prima/dopo; ancora in atto, ancora e sempre stragi di innocenti. La storia più bella del mondo, misura di ogni altra.

fonte: Avvenire 13 novembre 2011

87 pensieri su “Chi insegna ancora ai bambini le preghiere a memoria?

  1. Erika

    Camillo Langone e’ un uomo intelligente e scrive molto bene . La sua ironia e’ impagabile. La sua insofferenza per tutto cio’ che e’ nuovo e ignoto inspiegabile. La nascita di Cristo e’ stata il trionfo dell’ignoto, del nuovo, dello straniero, di tutto cio’ che ai suoi tempi era “eretico”. Per questo faccio fatica a immaginare i suoi scritti adatti al Natale. Pero’ poi mi ricordo che l’umiltà e’ una virtù suprema e la mia opinione non conta, davvero, nulla.

    1. Alberto Conti

      Erika sei matta???!!! non lo sai che su questo blog non si può neanche lontanamente ironizzare solo su 2 cose: Langone e la Roma 😉 😀

      1. Erika

        Ok. Non faro’ mai ironia sulla Roma… 🙂 ne’ su Langone, per il quale provo davvero una specie di inspiegabile affetto.

      2. sentite, io di Langone (povera me, ignorante e misera) non avevo mai sentito parlare prima di leggere il libro di Costanza. Ho cercato un po’ in rete e ho letto qualcosa. Non credo che comprerò mai un suo libro, a pelle mi sta sulle balle. E le poche cose che ho letto non mi piacciono.
        Cosa ha di così geniale che “vi” piace a tutti “voi”?

        1. a me sta simpatico a tratti. Molti articoli li condivido, ma a volte il suo atteggiamento un po’ dandy-cattolico che sta a metà tra D’Annunzio e Oscar Wilde mi dà i nervi…. è anche parecchio snob e alternatamente misogino e poi galante.
          Però ribadisco che se non fosse stato per lui, io a quest’ora non conoscerei nè la Coky, nè tutti voi. Ergo lo promuovo a pieni voti sulla fiducia!

          1. Alessandro

            Riferiti i miei dubbi su Langone, devo dire di due sue recensioni (stroncature) memorabili (certo con qualche… intemperanza, ma per me memorabili).

            Una su un libro del filosofo Maurizio Ferraris che sproloquia su Babbo Natale e Gesù Bambino:

            http://www.miradouro.it/node/8429

  2. Alberto Conti

    Ci sono mille spunti in questo brano poetico ma “ho poco tempo e troppo sonno” (parafrasando il Pescatore); la tradizione, tanto cara al mio don Giussani come punto di partenza per cercare la Verità, il cibo come aspetto carnalmente magnifico della vita che solo nel cristianesimo (tra le religioni) assume un valore quasi sacrale e la Preghiera, quella vera, popolare, quel caro “sgranare” rosari di mia nonna e la mia prozia che, ne sono convinto, ha garantito una Mano sulla testa della mia famiglia.

    Aggiungo solo che mi si sta ritorcendo contro l’insegnare le preghiere a mio figlio Jacopo (con il prezioso aiuto della santa suora della scuola materna) perchè il fetido, che ha una memoria di ferro, ne approfitta la sera per elencarle tutte e ritardare così l’andare a nanna 😉

    1. Le preghiere ai miei fratelli le ha insegnate mia madre. Il piccolo le sà proprio tutte, ma la sera ha detto che preferisce parlarci, nel senso che si fà il segno della croce e poi lo vedi tutto assorto che dice a Dio le sue cose.
      E devo ammettere che non vado mai a dormire senza farlo anch’io. Poi la mattina chiedo scusa se sono crollata nel mezzo di una preghiera, ma avevo un sacco di cose da Dirgli.

    2. Ogni tanto Gli parlo anche a voce alta durante il giorno, con il risultato che se mi lascio scappare un pensiero ad alta voce chi ho intorno mi guarda subito come se fossi matta.

  3. matrigna di cenerentola

    mi vengono alla mente due pensieri: il primo sull’imparare a memoria. La mia generazione ancora imparava a memoria. Io sono sempre stata una schiappa, ma nella mia testa girano pezzi di poesie, salmi, aforismi che la modernità (internet) mi permette di ritrovare se ne ho voglia, e questo è già un vantaggio e sembra cultura. Nel nostro quasi-qurantennio di viaggi da Roma alle Alpi tramite l’A1 arriva sempre il momento in cui mio marito mi fa recitare ‘i cipressi che a Bolgheri alti e schietti…’, penosamente col suo aiuto e le sue proteste per le parole approssimate arrivo fino in fondo. Ma lui sa parte di Gozzano (che io amo particolarmente), Belli, Trilussa, Dante a memoria, e ascoltare le poche volte che si esibisce -in privato- è per me gioia e invidia profondissima.
    A un certo punto si è smesso di far imparare a memoria a scuola, probabilmente come conseguenza di quel voler abolire il “nozionismo” che alla fine ha lasciato come cultura uno scheletro di contenitori vuoti… perfino in matematica (leggi Giorgio Israel, come raccomando sempre alle sorellastre). Ma io non solo conosco la gioia dei miei bambini nell’imparare a memoria l’ omin di pan pepato (versione Richard Scarry), ma anche la gioia di Filippo che impara a memoria qualunque cosa, e perfino quella di Francesco che comincia solo ora a sapere le filastrocche. La testa dei bambini può contenere qualunque cosa, bisogna tornare a lasciare che si riempia di belle parole, che un giorno riporteranno a galla i sentimenti di chi le ha scritte, invece che riempirla di “buoni sentimenti fluttuanti nel vuoto, ombre di scimmie sullo sfondo” (mi piace molto).

    secondo commento, sulla preghiera: Genny insegna le preghiere a memoria ai suoi figli; ci sono banali buoni motivi come per le poesie per farlo, ma in più c’è la consapevolezza che i bambini sono vicini al cuore di Dio e dar loro le parole per esserlo di più è uno strumento speciale. L’avemaria a pappagallo invece della preghiera spontanea? Qualche volta sarà a pappagallo, ma qualche volta nelle loro parole rinascerà l’eco delle voci dell’Angelo e di Elisabetta. E questa preghiera semplice permette di esorcizzare ogni volta la morte, non dimenticandola, ma affidandosi alla consapevolezza della vita vera che ci attende.

  4. sorellastragenoveffa

    Ci sono preghiere che io non so recitare in italiano, ma solo in latino. Questo per dire quanto, per mia nonna, fosse importante insegnare a noi sorellastre le preghiere.
    E una delle cose con cui “sfidavo” il Padreterno quando, dopo un tempo lunghissimo di tentativi, il primo figlio continuava a non arrivare, era proprio questa. “Signore – gli dicevo – mandami un figlio a cui possa insegnare il Padre Nostro”.
    Diamo loro cure fisiche, giocattoli, vestiti, li portiamo al parco, dal pediatra, a fare sport, alle feste di compleanno. Leggiamo loro libri e li riempiamo di nozioni, ognuno la sua specialità, i miei figli sono praticamente due zoologi in erba, i figli di un astronomo conoscono le costellazioni e sanno indicare i pianeti, e poi non diamo loro gli strumenti per rivolgersi al loro Padre? Per affidarsi tra le braccia della loro Mamma e lasciare a lei il compito di occuparsi delle questioni serie, l’avvocata nostra?
    Mi dà una grande gioia e soprattutto tanta fiducia nel futuro il fatto che la sera i bambini, quando si spegne la luce, non vogliano addormentarsi senza aver detto le preghiere. E non lo fanno, come dice Alberto, per tirar tardi, ma perchè l’ultimo pensiero della giornata sia rivolto a Dio, al quale affidano amici, parenti, il Papa (“che è importantissimo!”), conoscenti e sconosciuti, anche “tutti gli amici del blog di mamma”, facendoci morire dalle risate.

  5. Mi permettete di raccontarvi un piccolo episodio personale a testimonianza di cosa significa una preghiera detta a memoria?
    Quindici anni fa ebbi un terribile incidente stradale, in conseguenza del quale ho passato nove mesi in ospedale tra la vita e la morte. Mentre lentamente miglioravo, le mie facoltà cognitive (che in un primo momento se ne erano andate a spasso) gradualmente ritornavano. Sono stato a lungo dislessico, ma una cosa che sorprendentemente ricordavo benissimo erano i salmi dell’ufficio (molto meglio di quanto li ricordi ora tra l’altro), così la sola preghiera per me possibile (non riuscivo nemmeno a leggere) era se qualcuno si sedeva accanto a me e mi recitava lodi e vespri, cosa che quella santa donna di mia madre faceva spesso. Così lei recitava e io facevo il “secondo coro” senza nessuna incertezza.
    Forse mai nella mia vita ho sentito con tanta forza la presenza di Dio accanto a me.

    Sono le preghiere a memoria quelle che ci salvano la vita, quando siamo così soli e disperati da non sapere più a chi rivolgerci, da essere addirittura incapaci di pregare, il tesoro del nostro inconscio in cui abbiamo seppellito quelle memorie antiche ci restituisce ciò che i avevamo, previdentemente, sepolto prima.

    1. Minerva

      (premessa: visto che i commenti ultimamente mi sembrano un po’ “attorcigliati”, spero che questo mio arrivi nel punto dove volevo mandarlo…)
      all’inizio di quest’anno Pino, un mio collega di lavoro, si è ammalato tanto gravemente quanto improvvisamente (ischemia midollare) e si temeva che potesse rimanere paralizzato.
      io e mio marito, la mattina, quando andiamo insieme al lavoro, passiamo davanti alla chiesa dove ci siamo sposati: lui non ha molta dimestichezza con le preghiere a memoria (ogni volta che deve confessarsi è un problema…meno male che finora ha incontrato sacerdoti che non si scompongono quando tira fuori dalla tasca l’atto di dolore) ma vista la sofferenza in cui Pino (che anche lui conosce) versava, ero riuscita a convincerlo a recitare INSIEME una Ave Maria per la sua guarigione: breve, poco impegnativo -gli ho detto per convincerlo- ma non per questo (pensavo) meno incisivo.
      oggi Pino è molto migliorato, ha ripreso una vita pressochè normale, seppur con qualche inevitabile strascico, ed ha anche ripreso a lavorare…non ho dubbi che la nostra preghiera abbia raggiunto il cuore di Dio, ma, non so com’è, qualcosa mi dice che quella di mio marito è stata più efficace della mia…

  6. No, Camillo Langone non lo leggerò, l’idea che me ne sono fatto attraverso per esempio, i suoi articoli è di una persona boriosa e arrogante che in più ha scelto di esserlo (o di apparirlo) per fare scena , per fare l’originale.
    Due ce n’è persone boriose e arroganti.
    1)quelle che non hanno scritto libri che sono la maggior parte
    2)quelle hanno scritto, inoltre, in aggiunta, anche libri, e questi ultimi o sono di una classe
    sovrumana, come esiste alcuni scrittori che lo sono o, essendo solo arroganti eccetra,
    non sono da leggere.

      1. Alessandro

        Pur avendo letto poco di Langone, dico la mia: mi sembra che sia scrittore talentoso, con alcune felici intuizioni, ma spesso ostentatamente (e quindi banalmente) irriverente fino a rasentare l’insopportabilità, soprattutto quando indulge all’invettiva e s’aggira nei paraggi dell’islamofobia, della xenofobia, della misoginia (e il sottoscritto non è un cattolico irenista, sincretista, sia ben chiaro)

  7. Alessandro

    Preghiera dei bambini per la pace

    di PIO XII (1955)

    “Caro Gesù, anche tu fosti un giorno bambino come noi, e ci hanno detto che amavi di avere i piccoli vicino a Te. Così noi veniamo ora, fanciulli di tutte le nazioni del mondo, ad offrirti i nostri ringraziamenti e ad elevare a Te la nostra preghiera per la pace.

    Tu brami di essere con noi in ogni ora e in ogni luogo; fa dunque dei nostri cuori la tua dimora, il tuo altare e il tuo trono. Fa che tutti formiamo una sola famiglia, unita sotto la tua custodia e nel tuo amore. Tieni lontano da ogni uomo, giovane o adulto, i pensieri e le opere dell’egoismo, che separano i figli del Padre celeste gli uni dagli altri e da Te. Sia a tutti la tua grazia scudo contro i nemici del Padre tuo e tuoi; perdona loro, o Signore; essi non sanno quello che fanno. Se gli uomini col tuo aiuto si ameranno l’un l’altro, vi sarà vera pace nel mondo, e noi bambini potremo vivere senza il timore degli orrori di una nuova guerra.

    Noi chiediamo alla tua immacolata Madre Maria, che è anche la Madre nostra, di offrire a Te questa nostra preghiera di pace. Tu allora certamente la esaudirai.

    Grazie, o dolce Gesù!
    Così sia!”

  8. Alessandro

    dalla Lettera ai Bambini

    di Giovanni Paolo II (1994)

    http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/letters/documents/hf_jp-ii_let_13121994_children_it.html

    “Dio vi ama, cari ragazzi! Questo voglio dirvi al termine dell’Anno della Famiglia e in occasione di queste feste natalizie che sono in modo particolare le vostre feste.

    Vi auguro che esse siano gioiose e serene; vi auguro di fare in esse una più intensa esperienza dell’amore dei vostri genitori, dei fratelli, delle sorelle e degli altri membri della vostra famiglia. Quest’amore poi si estenda all’intera vostra comunità, anzi a tutto il mondo, grazie proprio a voi, cari ragazzi e bambini. L’amore allora raggiungerà quanti ne hanno particolare bisogno, specialmente i sofferenti e gli abbandonati. Quale gioia è più grande di quella portata dall’amore? Quale gioia è più grande di quella che tu, Gesù, porti a Natale nell’animo degli uomini, e particolarmente dei bambini?

    Alza la tua manina, divino Bambino,
    e benedici questi tuoi piccoli amici,
    benedici i bambini di tutta la terra!”

        1. Angela

          Sono devota delle preghiere spontanee ma spesso faccio miei anche i retrosantini anni cinquanta!

  9. Alessandro

    Giovanni Paolo I

    “Agli alunni delle elementari vorrei ricordare il loro amico Pinocchio: non quello che un giorno marinò la scuola per andare a vedere i burattini; ma quell’altro, il Pinocchio che prese il gusto alla scuola, tanto che durante l’intero anno scolastico, ogni giorno, in classe, fu il primo ad entrare e l’ultimo ad uscire.”

    (Angelus, 17 settembre 1978)

    “Mi dicono che qua ci sono i chierichetti di Malta. Venga uno, per favore… I chierichetti di Malta, che, per un mese, hanno fatto servizio in San Pietro. Allora, tu come ti chiami? – James! – James. E, senti, sei mai stato ammalato, tu? – No. – Ah, mai? – No. – Mai stato ammalato? – No. – Neanche una febbre? – No. – Oh, che fortunato! Ma, quando un bambino è ammalato, chi è che gli porta un po’ di brodo, un po’ di medicina? Non è la mamma? Ecco. Dopo tu diventi grande, e la mamma diventa vecchia, e tu diventi un gran signore, e la mamma poverina sarà a letto ammalata. Ecco. E allora chi è che porterà alla mamma un po’ di latte e la medicina? Chi è? – Io e i miei fratelli. – Bravo! Lui e i suoi fratelli, ha detto. E questo mi piace. Hai capito?

    Ma non succede sempre. Io, vescovo di Venezia, andavo qualche volta, nelle case di ricovero. Una volta ho trovato un’ammalata, un’ anziana: « Come va Signora? » – « Beh, da mangiare, bene! Caldo? Riscaldamento? Bene » – « Allora è contenta Signora? » – « No » – si è messa quasi a piangere. « Ma perché piange? » – « Mia nuora, mio figlio non vengono mai a trovarmi. Vorrei vedere i nipotini ». Non basta il caldo, il cibo, c’è un cuore; bisogna pensare anche al cuore dei nostri vecchi. Il Signore ha detto che i genitori devono essere rispettati e amati, anche quando sono vecchi.”

    (Udienza generale, 6 settembre 1978)

  10. DaniCor

    A casa nostra la preghiera è un fritto misto tra il portoghese, l’italiano ed il latino.
    Alcune io le conosco solo in latino, perché quando mi sono riavvicinata alla fede, per merito di mio marito, lui pregava in latino, era la lingua comune. Poi il pargolo è andato all’asilo, allora ci sembrava corretto insegnarle in italiano. Durante le visite in Brasile ci siamo accorti che per poter pregare con la nonna serviva anche il portoghese. Spesso succede che io dica la prima parte dell’Ave Maria in una lingua e che la seconda scapi in un altra!!! Il Salve Regina in latino cantato, perché il mio Alessandro lo ama così. Ho insegnato l’Alessandro a meditare il Rosario utilizzando la composizione di luogo del metodo Ignaziano, ai bambini riesce benissimo. Io dico la meditazione, ricordo l’evento come si era svolto e faccio a voce alta una composizione di luogo, immaginando i presenti, come erano vestiti, com’era il luogo, cosa avevano detto. Ho detto a lui di fissare quell’immagine mentre recitiamo le decine (ovviamente non sempre, altrimenti andiamo a letto troppo tardi!)
    Quando sono andata a Medjugorie, mentre pregavo ho visto tutta la mia vita oassare davanti ai miei occhi, ho visto esattamente i puntelli che sono rimasti in piedi nell’edificio della mia fede quando. Ho deciso di demolirlo. C’era sempre lei, la mia Mamma del Cielo: quella volta che non riuscivo a dormire per una terribile infezione al piede e ho passato la notte a recitare il Rosario imparato dalla nonna, tutte quelle volte che, prima di dormire, ereditavo la decina, quella volta che, disperata, mi sono rivolta a Lei… È stata una cosa strana, mi sono tornate in mente cose che non ricordavo, ma che Lei si. Dopo sicché, nono caduta letteralmente a terra in ginocchio, non sentivo più le preghiere del Rosario, sentivo solo il “prega per noi peccatori”, mi sono accorta che nel dire il Rosario pronunciamo 50 volte questa frase e che è questo che ci può salvare: riconoscerci peccatori e pregare!
    Un abbraccio amici del Blog!

    1. Perchè ci si dovrebbe riconoscere peccatori? Di che? Di qualcosa di preciso? O così in generale per questa idea del peccato che c’è nel cattolicesimo più retrogrado?.
      Salmodiare. : peccatoribus, peccatoribus…è una pratica poco sana, specialmente per la formazione della personalità dei bambini.

      1. Alessandro

        Ma quale “cattolicesimo retrogrado”? Che tutti gli uomini siano peccatori lo dice il Vangelo chiaro e tondo. E’ il “Padre Nostro” insegnato da Gesù

        “Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: “Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli”.
        Ed egli disse loro: “Quando pregate, dite:
        Padre, sia santificato il tuo nome,
        venga il tuo regno;
        dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
        e perdonaci i nostri PECCATI,
        perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore,
        e non ci indurre in tentazione”.
        (Lc 11, 1-4)

        “Voi dunque pregate così:
        Padre nostro che sei nei cieli,
        sia santificato il tuo nome;
        venga il tuo regno;
        sia fatta la tua volontà,
        come in cielo così in terra.
        Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
        e rimetti a noi i nostri DEBITI
        come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
        e non ci indurre in tentazione,
        ma liberaci dal male.
        Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro COLPE, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi”
        (Mt 6, 9-14)

        dove è chiaro che “debiti” e “colpe” significa: “peccati”.
        Quindi, è evidente che per Gesù gli uomini sono peccatori. Non è un’invenzione del cattolicesimo. Per Gesù gli uomini sono malvagi, cattivi:

        “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto;
        perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
        Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra?
        O se gli chiede un pesce, darà una serpe?
        Se voi dunque che siete CATTIVI sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!”
        (Mt 7, 7-11)

      2. Angela

        “Perchè ci si dovrebbe riconoscere peccatori? Di che? Di qualcosa di preciso?”
        Carisimo Alvise! Il problema non è “riconoscersi peccatori” ma NON RICONOSCERSI PECCATORI! La perfezione è solo di Dio: anche l’uomo più giusto pecca, volendo o non volendo.
        “Il giusto cade sette volte al giorno” (Proverbi 16, 2)…
        “Io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio” (S. Paolo – Lettera ai Romani 7, 19))…
        “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei” (Giovanni 8, 7): se ne sono andati tutti!!!!…
        Sei sicuro di poter mettere mano alla pietra da lanciare?

        C’è una storiella a questo proposito, anzi è il Vangelo dell’adultera revisionato:
        “Gli scribi e i farisei portano da Gesù la donna sorpresa in adulterio dicendo: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. La Legge, ci comanda di lapidarla. Tu che ne dici?”. Gesù, si china e si mette a scrivere col dito per terra. Gli scribi e i farisei insistono e allora Gesù alza la testa e dice: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. Poi, china di nuovo la testa e continua a scrivere per terra. In quel momento, da dietro le spalle di Gesù parte una pietra che colpisce l’adultera. Gesù vedendo questo dice: “Mamma, ti avevo chiesto di rimanere a casa!”

      3. nonpuoiessereserio

        Io Alvise sono un peccatore continuo e mi duole molto che il mio buon Signore debba sprecare per mer tutta la sua Misericordia che per fortuna è illimitata ma mi sento un vero scocciatore.

  11. Il problema delle cosa a memoria se mai, che a scuola è evitato oggi, è quello di ripetere le cose senza pensare davvero a quello che diciamo. Tanta gente finisce con il ripetere benissimo cose delle quali non capisce il senso. Poco fà ero in cucina ad insegnare storia dell’arte ad Andrea, e continuavo a ripetergli: ” Dillo a parole tue, dimostrami che hai capito “. Per chi insegna è più gratificante fare arrivare il concetto che risentire le parole del libro.

    1. non credo che il Creatore si aspetta che ricordiamo tutto a memoria. Spero ascolti di più le cose dette con il cuore che le preghiere ripetute senza convinzione.

      1. Alessandro

        io cercherei di tenere unite la memoria e il cuore: belle preghiere che sappiamo a memoria e recitiamo con il cuore, perché esprimono le nostre esigenze più profonde

        1. Sono d’accordo con te, il mio unico cruccio è che mio fratello, il più grande, di Dante proprio non ne vuole sapere, ma le preghiere sono sicura che le ricorda………….ci macherebbe: gli tiro un’orecchio

    2. Sara S

      Sai, è vero, forse è più gratificante, ma non si fa il bene del ragazzo – almeno all’età delle medie – quando gli si affida il fardello di “trovare parole sue” per esprimere concetti e fatti tanto spesso lontani. Finisce con l’infarcire il discorso con tanti “cioè” e “praticamente”, e soprattutto rischia seriamente di andar per rane. Invece occorre che impari bene le parole del testo. Pedissequamente, aridamente, se vuoi. Tante parole non le conosce, ma è così che entrano nella sua testa, allargherà il suo vocabolario e quindi il suo pensiero. Quando avrà gli strumenti in mano, allora sarà in grado di giostrarli con la sua creatività. Ma “personalizzare” senza averne in mano gli strumenti è una trappola, che solletica la nostra vanità e che ci attira indubbiamente di più che l’umile “copiare” e “ripetere”. Le quali azioni, certo, devono essere condotte in modo intelligente: nel ripetere le parole del testo, il ragazzo le deve capire nel senso letterale del termine, le deve prendere in sè, entrarci dentro, altrimenti non saranno mai sue. E’ ben diverso dal fare il pappagallo. E ciò penso che valga anche per le preghiere.

      1. non ti preoccupare Sara l’ho letto, scusami se solo ora, ma sono appena rincasata.
        Il piccino legge il testo e mi chiede quello che non sa. Noi professori siamo un pò fissati con la storia delle “parole tue ” anche per spronarli a fare un discorso coerente. Gli fanno tenere un quaderno con tutte le parole che non conoscono da cercare. A 11 anni, è bello sentirli parlare. Durante la spiegazione devi spiegargli il pensiero dell’epoca che studiano. Ad esempio oggi durante storia dell’arte, gli ho spiegato il pensiero di cretesi e micenei. Poi ho aggiunto anche cose in più riguardo la storia e i miti.
        Sono d’accordo con te, devono conoscere il contesto per legare le cose. Le nozioni sparse non aiutano.

  12. Ele86

    La prima che abbiamo “insegnato” e cantato a Gregorio è stata l’ave maria in gregoriano. Suo padre l’ha fatto appena nato, mentre aspettavano di tornare in sala parto dopo il bagno. Ha pianto tutto il tempo non so se per rifiuto o che altro.
    Cmq ho scoperto che al catechismo c’è la tendenza a non insegnare più l’atto di dolore perchè le prime tre righe sono ritenute eccessivamente pesanti e cattive da far dire a un bambino. Mio figlio le imparerà!!

    Atto di dolore

    Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati,
    perché peccando ho meritato i tuoi castighi
    e molto più perché ho offeso Te,
    infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa.
    Propongo col Tuo santo aiuto
    di non offenderTi mai più
    e di fuggire le occasioni di peccato.
    Signore, misericordia, perdonami.

    C’è una preghiera bellissima da dire la mattina che non viene più insegnata. Io la imparai in colonia.

    Ti adoro

    Ti adoro, mio Dio
    e ti amo con tutto il cuore.
    Ti ringrazio di avermi creato,
    fatto cristiano e conservato in questa notte.
    Ti offro le azioni della giornata
    fa che siano tutte secondo la Tua santa volontà e per la maggior Tua gloria.
    Preservami dal peccato e da ogni male.
    La Tua grazia sia sempre con me
    e con tutti i miei cari.
    Agli agonizzanti che in questo giorno morranno dona il Paradiso
    e ai fedeli defunti il Riposo Eterno.
    Amen

    ….ti ringrazio di avermi fatto cristiano…che saggezza!!!

    1. Alessandro

      “ti ringrazio di avermi fatto cristiano…che saggezza!!!”

      pensa che un prete di cui per carità non farò il nome detesta queste parole perché gli sembrano 1) parlare di un Dio che discrimina iniquamente: “perché ha fato cristiani alcuni sì e altri no?” 2) attestare l’arroganza del cristiano che ringrazia Dio di essere cristiano, quasi che l’essere cristiano sia titolo di superiorità di un esere umano sull’altro.

      A tanto arriva la fede di taluni preti!

    2. Alessandro

      E prima di coricarsi il Tiadoro della sera:

      Ti adoro, mio Dio,
      e ti amo con tutto il cuore.
      Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano
      e conservato in questo giorno.
      Perdonami il male oggi commesso,
      e se, qualche bene ho compiuto, accettalo.
      Custodiscimi nel riposo e liberami dai pericoli.
      La tua grazia sia sempre con me
      e con tutti i miei cari.
      Amen.

    3. Effettivamente le prime tre righe da molti catechisti sono ritenute alquanto…..medioevali, sopratutto per quanto riguarda la parte del castigo divino.

            1. Alessandro

              Capisco a apprezzo l’attenzione posta ad evitare che i piccoli maturino una visione distorta della giustizia divina, disgiunta dalla divina misericordia.

              Però che il peccato sia un’ “OFFESA” a Dio è vero, lo dice il Catechismo (“n.1850: “Il peccato è un’OFFESA a Dio: “Contro di te, contro te solo ho peccato. Quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto” ( Sal 51,6 )”)

              Ed è vero che Dio CASTIGA:

              “n 211 Il Nome divino “Io sono” o “Egli è” esprime la fedeltà di Dio il quale, malgrado l’infedeltà del peccato degli uomini e il CASTIGO che merita, “conserva il suo favore per mille generazioni” (Es 34,7)”

              “n. 1031 La Chiesa chiama Purgatorio questa purificazione finale degli eletti, che è tutt’altra cosa dal CASTIGO dei dannati.” Quindi: i dannati sono castigati

              “n. 2061 Poiché l’uomo, per CASTIGO del peccato, era venuto dal paradiso della libertà alla schiavitù di questo mondo, ecc.” Quindi l’uomo è castigato per il peccato

              “n. 2090 Quando Dio si rivela e chiama l’uomo, questi non può rispondere pienamente all’amore divino con le sue proprie forze. Deve sperare che Dio gli donerà la capacità di contraccambiare il suo amore e di agire conformemente ai comandamenti della carità. La speranza è l’attesa fiduciosa della benedizione divina e della beata visione di Dio; è anche il timore di OFFENDERE l’amore di Dio e di provocare il CASTIGO.” Quindi: Dio può castigare

              “2094 L’ odio di [a] Dio nasce dall’orgoglio. Si oppone all’amore di Dio, del quale nega la bontà e che ardisce maledire come colui che proibisce i peccati e infligge i CASTIGHI.” Quindi: Dio infligge castighi

          1. Angela

            Il timor di Dio (cioé uno dei doni dello Spirito Santo) non è inteso come PAURA DI DIO, ma PAURA DI OFFENDERE DIO.

  13. Angela

    Quando sono “tornata all’ovile” ero troppo grande per ricordarmi le preghiere imparate a memoria al catechismo. Premetto che avevo frequentato il catechismo in parrocchia solo perché lo frequentavano tutti i bambini, quindi mia madre mi ci “spediva” regolarmente (anche se proprio non ne avevo voglia), perché la gente non “mormorasse”. A casa mia non si pregava e nessuno mi aveva insegnato le preghiere (“A che servono? Tutte stupidagini!”).
    Ho dovuto reimpararle ma la cosa è stata molto facile.
    Penso che se valutassimo bene le parole che pronunciamo, una ad una lentamente, ci accorgeremmo di che tesori sono piene queste preghiere.
    Tra l’altro, se non conoscessimo a memoria il Pater, l’Ave, il Gloria e la Salve Regina, come potremmo recitare il Santo Rosario? E’ una preghiera molto forte, apparentemente noiosa e ne so qualcosa io, che regolarmente mi addormentavo all’inizio della seconda decina, in chiesa: il “ronzio delle vecchiette” era per me un sonnifero micidiale! A furia di insistere, il problema mi è passato e ho cominciato ad apprezzare il Rosario, anche se non sono (purtroppo) una che lo dice tutti i giorni. Credo che Giovanni Paolo II ci abbia fatto un grandissimo regalo: i Miseri della Luce e la Lettera “Rosarium Virginis Mariae”.
    Comunque, ripeto, sono devota alla preghiera spontane, preghiera del cuore! A volte, durante il giorno, è bello ed utile spiritualmente, rivolgersi a Dio con parole nostre!

    1. Alessandro

      Salve regina è MERAVIGLIOSA.

      “vita, dolcezza, speranza nostra… a te sospiriamo gementi e piangenti… Rivolgi a noi quegli occhi Tuoi misericordiosi… mostraci dopo questo esilio Gesù, il frutto benedetto del tuo seno”

      Mi commuove sempre

  14. DaniCor

    @Alviiiiiii!!
    Pensa che riconoscermi peccatrice e sapere che Lui mi ama lo stessi mi consola un mondo!!!
    Una volta io ero miss precisette, pensavo di essera superiore a certi sbagli o piccolezze… Non mi perdonavo nulla!
    Sai che stress!!!!

  15. Una volta mi capitò una cosa davvero curiosa. L’officiante della messa era in Italia da poco. Ad un certo punto, iniziò a perdersi le parole in italiano. Scena muta per 2 minuti, tutti che si agitavano sulla panca a disagio. Abbiamo fatto come a scuola, gli suggerivo le parole dal primo banco. Alla fine della messa, è uscito alquanto sollevato.

  16. nonpuoiessereserio

    Io ho molta simpatia per questi due vecchietti (Langone e Ferretti intendo) che si sostengono l’un l’altro. Possono non risultare simpaticissimi o talune volte snob ma di loro ci si può fidare alla grande.

  17. Io ho imparato al catechismo solo padre nostro e ave maria…grave?
    comunque Giovanni Lindo Ferretti (per chi non lo sa) e’ stato il leader del gruppo musicale CCCP (che poi ha cambiato nome in CSI). Mi piaceva la sua canzone “forma e sostanza ” dall’album Tabula Rasa Elettrificata (per chi non se la ricorda http://www.youtube.com/watch?v=8AQl4f7zW8U).

    1. nonpuoiessereserio

      “Specialmente” come rafforzativo di una cosa che non si farà mai non è logico però è simpatico.

  18. OT
    Oggi eravamo a Bellinzona per il secondo incontro sul tema
    Genitori e figli adolescenti: i cinque linguaggi dell’amore di Chapman
    e abbiamo fatto uno spottone per Costanza, il libro, il blog.
    Da oggi vietato scrivere porca quella federazione lì…
    potremmo sostituire con porca sierra leone o è politically uncorrect?

    1. paulbratter

      dài restiamo in Europa così almeno possiamo svillaneggiare qualcuno che ci ha svillaneggiato, potremmo adottare un “mannaggia ai crucchi” oppure “camembert fetente”

  19. Fefral

    A me non piacciono le preghiere, mi sono sempre annoiata col rosario, salto le parole, corro, lascio a metà, quando mi confesso e dico l’atto di dolore mi si inceppa la lingua…
    Eppure ci sono momenti in cui di fronte a Dio, nella solitudine del mio cuore riesco solo a ripetere le preghiere di sempre, magari tra le lacrime o quando sono finite anche quelle
    Ave Maria piena grazia….
    Memorare o piissima virgo Maria…
    Alterno italiano e latino e a volte li mescolo e spesso neppure ricordo che cosa sto dicendo ma pian piano mi rassereno
    Perché è bello parlare con Dio con le parole che ci vengono spontanee ma tante volte queste parole non ci sono, c’è solo un muro che mi separa da Lui
    E quelle preghiere (angelo di Dio che sei il mio custode….) pian piano sgretolano quel muro (padre nostro…) e allora non sono più parole vuote ripetute meccanicamente ma sono proprio quelle che cercavo e che non riuscivo a trovare.
    La salve regina non riesco a recitarla, finisco sempre per cantarla, in latino.
    Certo che insegno le preghiere a memoria ai miei bambini, e spero che un giorno saranno per loro il porto sicuro dove attraccare quando si sentiranno persi come succede a me.

  20. Fabio Bartoli
    19 novembre 2011 a 12:58 # …e seppure lo fossero?

    Replica
    filosofia zero
    19 novembre 2011 a 20:55 # Voglio dire che la nostra mente è fatta così, sembra che siano chissacchè e invece sono solo intontimenti mentali!!!

  21. Ragazzi vado a ninna, ho aspettato che il mio ragazzo tornasse a casa, ora posso crollare in pace. A domani!

    PS: mi pare di essere sempre la prima a correre sotto le coperte, diciamo che come avrete capito non sono una che fa le ore piccole. Un bacio!

  22. Anche il concetto di Prevenzione, come quello di Tradizione; va salvato e ri-significato.
    Comprendo l’avversione di Ferretti per il libertarismo mascherato da prevenzione, appunto, ma diamo alle cose il loro nome – e non spariamo sulla Croce Rossa.

  23. Alessandro

    Benedetto XVI, Incontro con i bambini nella Chiesa parrocchiale di Santa Rita – Cotonou, 19 novembre 2011

    “Dopo questo bel momento di adorazione, è con grande gioia che io vi saluto. Grazie di essere venuti così numerosi!
    Dio nostro Padre ci ha riunito attorno al suo Figlio e nostro Fratello, Gesù Cristo, presente nell’Ostia consacrata durante la Messa. È un grande mistero davanti al quale si adora e si crede.

    Gesù, che ci ama tanto, è veramente presente nei tabernacoli di tutte le chiese del mondo, nei tabernacoli delle chiese dei vostri quartieri e delle vostre parrocchie. Io vi invito a farGli visita spesso per dirGli il vostro amore.

    Alcuni tra voi hanno già fatto la prima Comunione, altri vi si preparano.

    Il giorno della mia prima Comunione è stato uno dei più bei giorni della mia vita. Non lo è stato forse anche per voi? Perché? Non è solo a causa dei bei vestiti o dei regali o anche del pranzo della festa!

    È soprattutto perché, quel giorno, riceviamo per la prima volta Gesù-Eucaristia.
    Quando io faccio la comunione, Gesù viene ad abitare in me. Devo accoglierlo con amore e ascoltarlo attentamente. Nel profondo del mio cuore, posso dirgli per esempio: «Gesù, io so che tu mi ami. Dammi il tuo amore così che io ti ami e ami gli altri con il tuo amore. Ti affido le mie gioie, le mie pene e il mio futuro».
    Non esitate, cari bambini, a parlare di Gesù agli altri. Egli è un tesoro che bisogna saper condividere con generosità. Nella storia della Chiesa, l’amore di Gesù ha riempito di coraggio e di forza tanti cristiani e anche dei bambini come voi!
    Così, san Kizito, un ragazzo ugandese, è stato messo a morte perché voleva vivere secondo il Battesimo che aveva ricevuto. Kizito pregava. Aveva capito che Dio è non solo importante, ma che è tutto.

    Che cos’è la preghiera? È un grido d’amore lanciato verso Dio nostro Padre con la volontà di imitare Gesù nostro fratello. Gesù si ritirava in disparte per pregare. Come Gesù, anch’io posso trovare ogni giorno un luogo calmo in cui mi raccolgo davanti a una croce o ad una immagine sacra per parlare a Gesù e ascoltarlo. Posso anche usare il Vangelo. Poi conservo nel mio cuore un passo che mi colpisce e mi può guidare durante la giornata.

    Restare così un po’ di tempo con Gesù, Gli permette di riempirmi del suo amore, della sua luce e della sua vita!

    Questo amore che ricevo nella preghiera, sono chiamato a donarlo a mia volta ai miei genitori, ai miei amici, a tutti quelli con cui vivo, anche a coloro che non mi amano, e anche a coloro che non apprezzo molto. Cari bambini, Gesù vi ama! CHIEDETE ANCHE AI VOSTRI GENITORI DI PREGARE CON VOI!

    A VOLTE, BISOGNA SPINGERLI UN PO’. Non esitate a farlo. Dio è così importante!
    La Vergine Maria, sua Madre, vi insegni ad amarLo sempre più attraverso la preghiera, il perdono e la carità. Vi affido tutti a Lei, come pure i vostri familiari e i vostri educatori.

    GUARDATE! TIRO FUORI UN ROSARIO DALLA MIA TASCA. Il rosario è come uno strumento che si può utilizzare per pregare. È semplice pregare il rosario. Forse lo conoscete già, altrimenti chiedete ai vostri genitori di insegnarvi.

    Del resto, alla fine del nostro incontro ciascuno di voi riceverà un rosario.
    Quando lo avrete in mano, potrete pregare per il Papa, per la Chiesa e per tutte le intenzioni importanti. E ora, prima che io vi benedica tutti con grande affetto, preghiamo insieme un’Ave Maria per i bambini del mondo intero, specialmente per quelli che soffrono la malattia, la fame e la guerra.

    Ora preghiamo: Ave Maria,…”

  24. I miei figli sanno molte preghiere a memoria, imparate naturalmente, dicendole ogni giorno tutti insieme. Al mattino diciamo il Ti adoro del mattino, Pater, Ave, Gloria, Angelo di Dio, Eterno riposo, Salve Regina. Ai pasti la benedizione dei pasti. La sera, Ti adoro della sera, Pater, Ave, Gloria, Angelo di Dio, Eterno riposo, Atto di dolore, Nella veglia salvaci.
    Talora diciamo insieme compieta, altre volte il Rosario. I più grandi sanno anche qualche preghiera in latino e a volte seguiamo anche la Messa in latino, secondo la forma straordinaria del Rito romano. Non importa se a volte le preghiere sono solo una ripetizione vocale: fanno parte della trama dei nostri giorni, diverranno poco alla volta parte di loro, daranno loro modo di pregare da soli o con gli altri, di partecipare alla liturgia della Chiesa, di far affiorare parole che potranno esprimere i sentimenti che verranno. Se insegno ai miei figli le parole per parlare con gli altri, a maggior ragione voglio dare loro le parole per parlare con Dio. È bellissimo, ad esempio, trovare delle espressioni dei Salmi per spiegare una situazione o un sentimento. Ritengo che anche il catechismo abbia alcune formuele e nozioni da imparare a memoria: da quando hanno iniziato a dirci che bisogna capire il senso profondo senza imparare a memoria, nessuno sa più il catechismo, né la lettera e neppure lo spirito.

    1. Alessandro

      “da quando hanno iniziato a dirci che bisogna capire il senso profondo senza imparare a memoria, nessuno sa più il catechismo, né la lettera e neppure lo spirito.”

      Concordo

  25. nonpuoiessereserio

    Paolo, condivido le tue perplessità e dico che gli stranieri, potendo dovrebbero poter vivere nel loro paese di origine. Purtroppo le politiche economiche hanno sbilanciato il mondo e ora ci ritroviamo masse di gente immigrata che avanza diritti e pretese. Qui nel mio Veneto ci sono un sacco di stranieri e per fortuna lavorano e sono ben integrati per la maggior parte salvo qualche situazione di eccessiva concentrazione nelle città (penso a Padova) dove io non vivrei mai. Molti stranieri che sono impiantati da tempo votano lega alla faccia dei sinistroidi che se li leccano nei loro discorsi. In passato anch’io ho votato lega e poi ho votato Ferrara nella sua lista contro l’aborto, devo essere stato uno dei pochissimi visti i risultati. Ora sarei propenso a votare un partito antieuropeista, non voglio andare in pensione a 70 anni e poi godermela solo un paio d’anni prima di fare la fila fuori e dentro gli ospedali. Vorrei vivere la mia vecchiaia facendo il nonno, facendo passeggiate, andando in osteria, facendo qualche viaggio, pellegrinaggio, passare un po’ di tempo con mia moglie io e lei, e soprattutto vorrei avere il tempo di prepararmi con calma all’incontro con Dio, devo fare un resentin come dicono qui.

  26. senza

    Si chiamava Provolina, veniva ogni sera da me e ci diceva le preghiere, soprattuto a me che ero nuovo. Mi faceva tenere le braccia fuori dalle coperte affinchè non mi masturbassi, si sedeva sulla sedia e io le guardavo quella sua bocca da topo muoversi e gli occhi semichiusi come in trance, e io a far finta di ripetere cose per me prive di senso. Era l’agosto dell’80, lo ricordo bene perchè scoppiò la bomba a bologna in quei giorni e mio fratello era là ad aoutare a mettere i cadaveri dentro ai bus riconvertiti in carri funebri, con grandi lenzuola ai finestrini per non farli vedere da fuori. Provolina si preoccupava di attirare l’attenzione di gesù sulla peste che secondo lei era mia cugina; ogni sera, dopo averci recitato a entrambi le preghiere, mia cugina al buio veniva nel mio letto a baciarmi come aveva visto fare nei film, mentre Provolina pregava ancora in camera sua. Provolina mi faceva tenere la matita sulla destra e non sulla sinistra perchè quella, diceva, era la parte del diavolo. Quando mia zia di secondo grado non veniva a trovarmi, cioè quasi mai, Provolina ne approfittava per farmi dire la preghiera anche di mezzogiorno, sia a me che a mia cugina, che quando rideva le si illuminavano gli occhi da dentro, aveva già seni da donna. Provolina è a causa di questi che non mi faceva stare da solo con lei a giocare, non per i suoi occhi. Ero solo di notte, quando ero lasciato ai miei incubi di allora, a cercare tra le luci deboli stese sul pavimento qualcosa che mi ricordasse mia madre, pisciavo a letto ogni notte e piangevo, e Provolina al mattino mi sgridava e mi faceva vergognare quando mostrava a mia cugina il casino che facevo. Di quell’estate mi ricordo i baci in terrazzo e la stazione rasa al suolo al mio ritorno in città e la vergogna. Delle tante preghiere sentite sono fiero di non ricordamene una, perchè di loro mi è rimasto solo la litania che precedeva la mia solitudine notturna. Provolina era stata a suo tempo senz’altro una bambina di quelle osannate qui, peccato che questa abilità non l’abbia salvata dall’essere una bigotta, una stupida donna. Vi assicuro che era un asso con il rosario e con quella catena dagli infiniti chicchi scuri; credo che fosse da questa dedizione che traeva la forza morale necessaria nel sentirsi nel giusto quando picchiava forte mia cugina tenendola ben stretta per il polso mentre io assistevo impotente. Grazie.

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