di Costanza Miriano
Ieri è stato il compleanno del mio amico Gabriele Brustenghi e io, puntuale come un orologio slavo, gli faccio gli auguri oggi.
Gabriele è un avvocato che lavora nel mondo dello sport. Ha l’età di mio padre e infatti io, nonostante lo conosca da un quarto di secolo, continuo a dargli del lei, anche se abbiamo condiviso sudore, corse, fatica, maratone, viaggi: mi ha generosamente ospitata, in quanto amica dei suoi figli, in molti posti meravigliosi, compresi New York e Los Angeles.
Il suo esempio mi ha fatto apparire normale correre all’alba, di notte, in aeroporto in attesa di un aereo, con quaranta o meno due gradi, quando pur di non abbandonare il divano mi sarei fatta estrarre un incisivo senza anestesia.
L’avvocato Brustenghi ha fatto molte cose grandiose nel suo lavoro, tipo trascinare il Perugia a un punto dallo scudetto e portare Paolo Rossi in una squadretta di provincia, inventare le sponsorizzazioni nel calcio, portare a una – allora – aziendina di provincia, l’Ellesse, Boris Becker, il vincitore di Wimbledon (ma prima che lo fosse). Ha sponsorizzato la maratona di New York, e anche in questo caso, prima che la conoscessero tutti. Ha inventato il festival del fitness quando in Italia non esistevano le palestre. Insomma, ha sempre avuto la capacità del visionario, di intuire le cose prima che succedessero.
Anche con me ha fatto così. Ha creduto in me prima di me. Mi ha convinta, tanto per dirne una, a provare il concorso per entrare alla scuola di giornalismo della Rai quando io per prima non mi davo un soldo di fiducia (e infatti, dopo molte sue insistenze, sono andata a provare con l’assoluta certezza di non farcela). Ora, non so se l’azienda vorrà intentargli causa per questo, ma insomma, ormai la selezione l’ho superata quasi venti anni fa, e mi devono tenere.
Grazie a Gabriele ho incontrato dei grandissimi dello sport: sci, tennis, maratona, boxe, body building, nuoto, calcio, ciclismo, alpinismo (Tomba, Girardelli, Nastase, Tiriac, Noah e tantissimi altri). A tutti loro – conversando a cena o semplicemente guardandoli – ho provato a rubare qualche segreto. In tutti loro ho riconosciuto la scintilla di uomini e donne che hanno fatto cose grandissime delle carte che avevano ricevute dalla vita.
Lo so, ci sono molte persone oscure e ignote che decidono di giocarsi le loro carte in altro modo, salvando vite umane, permettendo alle persone di vivere meglio, amando, spendendosi totalmente, anche solo pregando nel nascondimento e senza avere né soldi né fama in cambio. La graduatoria tra le grandezze non spetta a me, penso sempre a sant’Antonio abate, al quale, dopo che aveva fatto penitenze e pratiche dell’ascesi più rigorosa, Dio disse che il santo più grande di tutti era il garzone del macellaio del mercato di Alessandria.
Eppure credo che tutte le persone che fanno cose grandi, in qualche modo, abbiano qualcosa in comune.
E’ la capacità di spendersi, di sacrificarsi, di scegliere gli obiettivi e di attenercisi, di dedicare sforzi e fatiche ed energie a un impegno. Di spostare la soglia della sofferenza, di abituare al sacrificio. Di impiegare tutta la propria intelligenza (per fare sport non basta certo il corpo, è chiaro), volontà, concentrazione verso un obiettivo.
Credo che queste siano armi, innegabilmente, che Dio ha consegnato all’uomo. Ognuno di noi le può usare per il bene o per il male, di per sé sono neutre. Però oggettivamente sono armi, e affilarle è nostro dovere.
Inoltre lo sport è uno dei pochi settori in cui – doping a parte – emerge chi davvero vale. Nel lavoro, nella politica, nella letteratura, nella musica spesso non è così: raccomandazioni, marketing, capacità di vendersi, capacità di interpretare lo spirito del tempo, immagine valgono più della qualità (non ci son più le mezze stagioni, cara mia). Nello sport invece parla il cronometro, il punto, il metro, il risultato, e non si bara.
Anche san Paolo parla di terminare la corsa, di combattere la buona battaglia. Io non so quanto avesse lui sulla maratona, ma so che per quanto mi riguarda lo sport mi ha insegnato la disciplina, e continuare a praticarlo – quando, come e quanto è possibile (in questi giorni vado a correre col figlio più grande) – mi aiuta a fare meglio tutte le altre cose, a trovare sempre un residuo di energia quando sembra finita. So bene che lo sport può diventare un idolo, un valore assoluto, può assumere un’importanza esorbitante, o spropositata rispetto alle proprie condizioni di vita, ai doveri familiari. Io però me ne sono innamorata in terza media, e ancora gli voglio tanto bene.
Ah, dimenticavo. Auguri, Gabriele!
Buon compleanno dott. Brustenghi!
Incredibile! una foto di Ion Tiriac e Guillermo Vilas…altro che pizzaballa.
Auguri avvocato!
Mi associo agli auguri! Sono al lavoro e mi temgo le palpebre aperte con gli stecchini solo perchè stamattina sono andata in palestra a fare quattro salti..in padella!Il mio collega notturno poco fa mi diceva che lui si alza alle h 4:30 (si quattro e mezzooo) per correre e poi venire al lavoro. Comprendo tutto ciò non solo per ognunismo ma pensando alle endorfine stimolate dalla corsa ecc. ecc.Le mie endorfine devono essere sotto sotto sotto dosate . Il sonno è una delle mie occupazioni preferite: ho imparato a dormire ovunque , col rumore, con la luce, alla tv, al cinema con la testa che mi cade sulla spalla dello sconosciuto a fianco. Il mio record è stato dormire mentre parlo (con interlocutore da noia mortale).Ammirazione sconfinata per il maratoneta (anche film).
Bello ! Una degnissima appendice, o apposizione, al post sulla Pellegrini di Laura qualche giorno fa.
E poi ottimo! Andare a correre coi figli! Anche Massimo lo fa coi nostri, anche se lui, in confronto a voi, è uno spazzolatore di strade!
Buona settimana a tutti! 🙂 Bacionzi a Francesca 😉 e a Filippo : vogliamo notizie!
Siamo già ad agosto….
Grazie prima di tutto, Costanza, per gli auguri; e grazie per le tue gentili annotazioni sulle mie performance professionali, tutte generate da una passione per lo sport ai limiti, a volte, dell’irrazionale. Aggiungo solo un aneddoto ed una riflessione. L’aneddoto: a 16 anni arrivo da Spoleto a Perugia per seguire mio padre, ufficiale dellìEsercito. A Spoleto avevo iniziato a giocare a tennis nel cortile della caserma con una corda per rete, una racchetta di legno tipo tennis da tavolo, un avversario del mio stesso livello, zero assoluto.
A Perugia riesco a convincere a pagarmi la quota di iscrizione al Tennis Club dove la gente, tutti i ricchi della città, giocava ancora con i pantaloni bianchi lunghi e non scendevano in campo senza almeno due raccattapalle. Ecco io, che mi dovevo pagare la quota mensile, inizio la mia “carriera” tennistica, facendo il raccattapalle e giocando quando i campi erano liberi. Al primo torneo sociale, li batto tutti, Mi “promuovono” segretario e mi retribuiscono non facendomi pagare la quota mensile. Continuo a batterli tutti e sempre, giocando in modo inguardabile ma correndo, correndo come un disperato ( erano i primi sintomi della “malattia”, la dipendenza dalla corsa, che poi avrebbe deflagrato. Arriva la seconda “promozione” e mi fanno entrare nel Consiglio Direttivo, Iniziano le mie performance professionali, organizzo eventi tutto l’anno, inclusa la Coppa Davis ed il Campionati Italiani ( con Finale Pietrangeli e Panatta) il Circolo diventa il quarto d’Italia; qualche anno dopo due ragazzi di Perugia nati tennisticamente al Circolo Tennis Perugia e “cresciuti” da Roberto Lombardi, Cancellotti e Fioroni, si giocavano il titolo di Campione d’Italia; poi Cancellotti scalò le classifiche mondiali ed arrivò fra i primi trenta al mondo.
Come vedi, Costanza, il mio innamoramento per lo sport ha radici lontane ma profondissime: questa mia storia personale, semplice e dai toni, me ne rendo conto, infantili, si è sviluppata senza raccomandazioni, senza “padrini”, senza iscrizioni a loggie massoniche, senza mai alcun compromesso, ma correndo…correndo…oh quanto correvo!
La riflessione, anzi una riflessione che vale per altre mille, identiche, che lo sport genera ogni giorno: se nel lontano 1985, Gianno Poli, un piastrellista di Lumezzane, vinceva la Maratona di New York, la più prestigiosa al mondo, si conquistava i titoli ad otto colonne del New York Time o del Washington Post è perchè , di sicuro, era il più forte di tutti gli altri venticinquemila che si erano allineati con lui alla partenza: senza “padrini”, senza iscrizioni a loggie massoniche, senza mai alcun compromesso, ma correndo…correndo…oh quanto correva!
“..senza iscrizioni a loggie massoniche”
E lo so che sono un filino di parte ma….
a me questo dettaglio (mi) sbrilluccica agli occhi….
“Insomma, ha sempre avuto la capacità del visionario, di intuire le cose prima che succedessero.]
Ohi, sior Gabrielechegiàmistatesimpatico, dico a voi, ma:
dite che ce la farò a trovar marito? 😀
-…Veramente? Voi avete un figlio che mi aspettava da anni…?
Come dite…? Non è nemmeno berlusconiano? E mangia la pizza con le maaani…pure lui? Non è un karateca ma anche lui chiude gli occhi tutto il tempo ai concerti di musica classica e almeno ‘na vorta a settimana..? Ma ma ma…
SIOR GABRIELE MA NON VI SEMBRA IL CASO DI FARLO USCIRE DALLA TORRE ‘STO RAGASSUOLO…?
Dunque organizziamoci: io odio i cellulari ma un citofono ce l’ho, e…abiterei in via…
(…auguri, figo papà che certo siete!
…ma no che non vi chiamo GIA’ “papà”….Ah…noi meridionali ci prendiamo subito troppa confidenza….)
Uh santo cielo, che sbadata, sior Gabriele!
Vostro figlio sarà sì un tipo ortodosso, ma prima di sollevarmi dal viso il velo nuziale, sull’altare, dovrà pure avere il cansio di poter dire
-Toh, è lei, menomale.
Una mia fotovideopresentazione è qui, tanto per non confondersi con la tipa tutta sciccosa in fondo alla chiesa -quella Pellegrini oggi è proprio dappertutto: no che non l’ho invitata io al matrimonio, occheeei? Vabbè, torniamo a noi. Dunque dicevamo la mia fotovideopresentazione da recapitare al figliolo PRIMA del nostro matrimonio, thanks :
Daniela, intelligente come tu sicuramente sei , creativa senza alcun dubbio, simpatica e diretta, insomma saresti una nuora perfetta anche se ..impegnativa! Ma non sarà facile che tu trovi marito! Forse perchè troppo intelligente, troppo creativa, troppo simpatica, troppo diretta……..Leggo il tuo commento a mio figlio, chissà……
daniè ce l’abbiamo fatta???
Danielaquellavecchiadellatorre in Brustenghi… beh, se po’ ffa’ 😉
Gloria sia allo sport e a tutti gli sportivi praticanti di ogni genere e grado fino al più infimo
(se sia giusto definirlo cotale essendo parimenti lodevole l’impegno di tutti)!!!!
E fino a qui, credo, non ci sia più nulla da aggiungere, solo i soliti discorsi di chi se ne frega e è libero di fregarsene e chi invece partecipa e approva è libero eccetra.
Io invece volevo introdurre un nuovo argomento, considerato questo dello sport digià bell’e esaurito dal momento della constatazione della sua utilità igienico sanitaria sociale pedagogica e tutto quello che uno vuole.
Voglio parlare della Sacra Sindone. Leggo un articolo a firma Sergio Luzzatto sul Il Sole 24 ore: “Ponendosi da un punto di vista strettamente documentale , alla Sindone di Torino non si può certo attribuire una storia precedente la metà del XIV secolo” questo il parere non già di -ista più o meno sospetto ai devoti(a scelta .un relativista o un revisionista un laicista o un medievista) ma di Gian Maria Zaccone , il direttore del Museo della Sindone di Torino. Dallo smascheramentodel “falso” una lezione esemplare di metodologia delle scienze sociali e sull’uso delle fonti , valida anche per i media che confondono la realtà con Dan Brown”
Sergio Luzzatto è un incompetente di studi sindonologici (è solo un polemista anticattolico di basso livello, basta leggere i suoi articoli per accorgersene).
Ha scritto un libro in cui presumeva di aver mostrato l’inganno dietro le stigmate di Padre Pio.
A. Tornielli e S. Gaeta gli hanno fatto pelo e contropelo, mostrando in “Padre Pio. L’ultimo sospetto” 1) l’imbarazzante inconsistenza degli argomenti di Luzzatto 2) il fatto che i “formidabili” documenti che Luzzatto avrebbe scoperto erano già noti e stranoti, esaminati e controesaminati… questo la dice lunga sull’attendibilità di questo “storico”. Luzzatto non ha saputo ribattere alcunché alle contestazioni di Tornielli e Gaeta, anzi si è sottratto a un confronto pubblico. Una figura barbina.
Gian Maria Zaccone, il direttore del Museo della Sindone di Torino, è personalmente convinto che il telo custodito a Torino abbia avvolto il corpo di Gesù. Solo che, essendo uno storico serio e non un polemista in caccia di notorietà, fa un rilievo storico incontestabile: rimontando nel tempo, le informazioni documentali certe sul telo di Torino si arrestano al XIV secolo. Il che ovviamente non esclude che il medesimo telo esistesse ben prima di quel secolo.
Per informazioni scientificamente serie sulla Sindone (cioè: non scemenze tipo “l’ha disegnata Leonardo”) occorre rivolgersi a sindonologi di professione, che da una vita studiano il telo, come il prof. Bruno Barberis.
Si veda ad es. qua:
http://video.google.it/videoplay?docid=7639967666912212704&hl=it
Per un approccio divulgativo e insieme rigoroso al tema Sindone consiglio: “Il caso Sindone non è chiuso” di Bruno Barberis e Massimo Boccaletti (2010)
Puoi sempre fare gli auguri a me, visto che oggi è il mio compleanno invece! 🙂
BUON COMPLEANNO!!!!!!!
Auguri!!!
OOOOKKEI, torno al lavoooro…
ma primaaaa….dan dara daaaaaaan:
( Quando un certo francesino la cantò a me, la mia prima volta -(e) a Lourdes (!)- IN FRANCESE…..oh, mon Dieu!!! , a mezzanotte spaccata del mio ultimo compleanno io nel suo appartamento sono schiantata a terra naufragando nelle lacrime.
Babè: sai la novità.
Da daaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaan non in francese ma…. –>)
Bava Turris, una canzone bella semplice, efficace, …io voglio morire di felicitàààààà!!!!!!!!
Brava Turris, sei forte, te l’ho già detto, anche se a volte ci vorrebbe altro che Freud
per leggere nella tua rumoreggiante testolina!!! Mi viene in mente la illustrazione di un libro di Thomas Berhard tradotto in italiano “Perturbamento” !!! Ecco, su quella copertina, c’è il ritratto del didentro del tuo cervello impetuoso!!!!!
THOMAS BERNHARD
ALESSANDRO: gli esami (diversi esami) al carbonio 14 datano il tessuto della sindone dal 1270 al 1380.
questo per quanto ne so io, poi ho guardato un po’ questo video che mi hai mandato dove c’è un pediatra(!) che per dire quattro parole ci mette mezz’ora e allora ho spento!!!!!
hai fatto male a spegnere. Fretta cattiva consigliera. Ascolta Barberis che parla dopo il pediatra, e che parla anche del famoso esame al carbonio 14 effettuato nel 1988.
Leggiti il libro che ho indicato, se ti va. Così vedrai che l’esame del 1988 non chiude il caso, anzi…
Luzzatto, in particolare, parla del libro di Andrea Nicolotti “I Templari e la Sindone. Storia di un falso” Salerno editrice, Roma dove non si parla di dimostrare la inautenticità del reperto, ma della teoria che vuole la sindone passata dalle mani dei crociati ai templari e via di seguito.
Io ti voglio credre, e voglio anche credere che la sindone sia proprio il lenzuolo dove fu avvolto Gesù e che questo lemzuolo ora sia a Torino e sia la forma del corpo di Gesù che si è impressa in quel tessuto e che quindi ci sia stata mala fede nel cercare in tutti i modi di post-datarlo e ammetto anche le Padre Pio avesse delle stigmate “vere” cioè sovrannaturali, io ammetto tutto quello che voi volete, ma non mi riesce da tutto questo concludere l’esistenza di Dio, avrò un blocco cerebrale, sarò un anti-cristo per natura mia diabolica, sarò corto di mente, etc., ma voi dite: tutte queste cose, collegate ai vangeli, collegate alle testimonianze storiche ai reperti ai miracoli è impossibile che tutte queste “concordanze insieme si verifino casualmente” ergo…ergo io sarei una testa di cazzo?
“ergo io sarei una testa di cazzo?”
-bellissima però.
😉
[Scherzo, ma solo sul primo concetto, quello tra virgolette, della testa di … hai scritto proprio “violette”? Oh…j’adoreeeeeeeeee…… :-)]
“ci sia stata mala fede nel cercare in tutti i modi di post-datarlo”: no, io non arrivo a dire che ci sia stata malafede (non lo escludo, ma voglio pensare il meglio meglio del prossimo), dico che, pur condotto in buona fede, l’esame al C14 è fallibile (il che non significa che sia un esame da buttar via: è uno degli esami da tener presenti, tra gli altri). Il telo sindonico è stato sottoposto a inquinamenti ambientali pesanti (addirittura un incendio), e gli studiosi sanno che questi inquinamenti ambientali possono causare alterazioni del manufatto tali da renderne inattendibile la datazione col C14.
“non mi riesce da tutto questo concludere l’esistenza di Dio, avrò un blocco cerebrale, sarò un anti-cristo per natura mia diabolica, sarò corto di mente”
ma no, non sei un anticristo e non hai blocchi cerebrali, non sei corto di mente ecc.
ragioni bene, e dico che ragioni bene perché ragioni come me (mi credi così umile da pensare che posso ragionare male, io?), perché anch’io ragiono così: “tutte queste cose, collegate ai vangeli, collegate alle testimonianze storiche ai reperti ai miracoli è impossibile che tutte queste “concordanze insieme si verifino casualmente””, quindi Dio (quello cattolico) esiste.
Sì, ragioni bene, devi solo sforzarti di concludere il ragionamento che hai condotto a dovere. Ho detto “devi”, e mi sono sbagliato; dovevo dire: spero sinceramente, fraternamente che tu giunga a concludere il ragionamento che hai condotto a dovere.
Considerando il tuo ragionamento, ritengo che sia più corretto dire: “tutte queste cose, collegate ai vangeli, collegate alle testimonianze storiche ai reperti ai miracoli è MOLTO IMPROBABILE che tutte queste “concordanze insieme si verifino casualmente””
Io credo (fede cattolica) non perché è assurdo, ma perché nella mia vita mi pare di aver trovato elementi a sostegno della fede cattolica tali che professare questa fede a me sembra la cosa di gran lunga più ragionevole; cioè penso che sia altissimamente probabile che le cose stiano come le dice il catechismo. Ma non ho la prova incontrovertibile dell’impossibilità che le cose non stiano così. Solo, aderisco a ciò che mi pare essere altissimamente probabile piuttosto che a ciò che mi pare altissimamente improbabile.
Detto questo, non ho la pretesa che tutti considerino altissimamente probabile quello che io considero tale. Dico solo che nella vita io presto credito a ciò che a me (e a chi altri? ognuno può sentire tutte le campane, ma alla fine la convinzione che si fa è solo sua, personalissima, e nessuno può inculcarla a chicchessia) pare altissimamente probabile
(in questa parentesi, e quotato, c’è dentro TUTTO il commento di Ale, e dico TUTTO, cui replico, io, poi)
Posso svenire?
Di piacere?
Oh Ale…. sublime homme….M E R A V I G L I O S O.
I sali, di grazia.
No alvì, non sei una testa di cazzo. Prima o poi Lo conoscerai anche tu, e delle prove storiche non avrai più bisogno.
adesso basta parlare di cose serie… arrivano i Simpson, prima di pranzo
Carissimi TUTTI,
sono sul monte dove Dio provvederà, ma al momento i miei occhi guardano solo questo Isacco che là sto portando e a denti stretti.
Vi chiedo intense preghiere. INTENSE, non molte. Intense è perfetto.
Specie a te, Alvise: perdonami se adesso sul serio profitto del tuo potere d’acquisto che tu godi presso Dio; certo te ascolterà, tu così ancor più di noi da Lui tanto amabilmente corteggiato.
Ci conto.
Sul serio ve ne prego. Pregate per la mia famiglia: questa è una settimana sul serio decisiva.
A presto, spero.
contaci
partecipo anch’io
Alessandro: ragionamento (secondo me, ovviamente, direbbe Luigi, è lui che usa “ovviamente” riferito, specialmente, a cose sue positive, ovviamente) perfetto, non potevi dire meglio!!!!
Alvise, le tue difficoltà sono comprensibili. Anzi, fanno parte di un percorso. Ma con tutte le questioni a rischio, quello dei miracoli è un sassolino anziché uno scoglio. A mio parere procedi all’inverso. Dai miracoli non si perviene così logicamente a Dio. E’ da Dio che si perviene ai miracoli. Di cose strane e sospette a questo mondo ne avvengono tante, e se dovessimo usare il raziocinio per ognuna di esse rischieremmo di perderci.
La SIndone, le stimmate di san Pio da Pietrelcina, sono tutte cose che chiunque può benissimo avvertire come perfettamente distanti. Di solito i miracoli che toccano sono quelli “personali”, o ai quali si assiste di persona, per l’appunto. Ma se non si matura il fatto che noi stessi ed il mondo entro cui ci muoviamo è un miracolo, tutto il resto si appiattisce in un mistero incomprensibile e, soprattutto, al quale è impossibile partecipare.
Potrai forse farmi osservare che i primi cristiani arrivarono alla Fede anzitutto per “sentito dire”, né per miracoli o per chissà quale apparentemente inequivocabile ispirazione. Ed avresti ragione, perché quello che andò ad instaurarsi poco a poco era un fatto che veniva raccontato da popolazione in popolazione. La Chiesa è Apostolica soprattutto per questo, perché noi ci fidiamo anzitutto di quanto gli apostoli andarono narrando. “Guai a chi confida nell’uomo!” dice il Vangelo, eppure i primi tempi fu così – difatti il senso di quell’ammonizione è un altro.
Ed è talmente vero tutto ciò, che quelli stessi apostoli imposero un solo criterio ai fini di quanto trasmettevano: così come ve lo stiamo raccontando noi, riportatelo alle genti. Nessuna modifica, nessuna aggiunta, nemmeno alle parti a prima vista più “scomode”.
E forse loro non erano uomini, per quanto santi?
Ma la presa, quella strana presa, come la si spiega se non con un miracolo? Non c’è approfondimento filosofico, teologico o scientifico che possa rivelare abbastanza riguardo a ciò che le persone dell’epoca meditavano nel proprio cuore. Cosa cresceva e quali lotte interne si combattevano. No, nemmeno la psicoanalisi o la più intraprendente delle psicologie riescono ad arrivare a tanto.
Il “miracolo romano” alberga nella storia, per chi vuole e sa leggerlo. Quella storia, anch’essa tradotta (nel senso latino di “tradere”, ossia “tramandare”), che vuole Roma culla del Diritto e Patria dell’integrazione più assurda e fruttuosa che si sia mai vista. Civiltà inclusiva e votata al “crescere insieme” partecipativamente (da cui “comunione”), vero segreto di uno splendore che a molti ancora sfugge.
Così è per te, caro Alvise. Sei persona nuova senza mai essere cambiato. La tua storia personale comincia nel momento in cui sei stato concepito, eppure non sei più lo stesso di prima. Sei romano pur non essendo di Roma. L’Impero ha esteso anche a te la sua cittadinanza e non per chissà quale merito, ma per il semplice fatto di farne parte. Il più grande dono che ti si potesse fare è già in mano tua, nonostante tu avverta la tua dimora come la più dimenticata delle colonie. E’ lì che Nostro Signore ha deciso di insediarsi, non per chiudersi in sé stesso ma per aprirsi al mondo. In un dato momento, in un dato posto e a determinate condizioni, ha deciso che sì, Roma era all’altezza. Roma ti ha “assoggettato”, ma non per disporre di te come fa un padre padrone, bensì tendendoti una mano e domandando anche te quale posto intendi ritagliarti in tutto ciò.
La magnificenza di quell’Impero, lungi dall’essere cessata in quel lontano IV secolo, ha vissuto per molto tempo ancora e, per certi versi, continua a splendere ancora oggi. Anche questo è un miracolo, ma sono sempre meno quelli che ne accorgono. E noi stiamo ancora qui a discutere sulla valenza dei miracoli…
Queste due cose del permanere ancora della cultura dell’antica Roma e dei valori del pensiero cristiano mi sembrano reltà molto importanti.
Io non li ritengo fenomeni miracolosi, come non ritengo miracoloso il permanere nel nostro pensiero di alcune impostazioni della precedente cultura greca. Non vedo perché dovrei pensare al miracolo, Ma forse sono uno di quelli che non se ne accorgono….
Vai avanti, Alvise. Non sono miracolosi… quindi?
Senza bisogno di scomodare studi sociologici ed antropologici – senz’altro utili, ci mancherebbe. Ma qui vorrei che tu ti spremessi le meningi come si deve. Te lo puoi permettere.
Non credo sia questione di meningi….
non è questione di meningi, è questione di cuore
Lungi da me fare il paraculo, ma a mio umile avviso sei già a buon punto. A buon punto per partire e metterti in viaggio, intendo.
allora
Velenia al mare, Giuliana pure, Danicor in campeggio, DanielaY sulla torre di controllo pronta a impallinare il satanasso se s’arrischia a sporgere le corna, ma SORELLASTRA dov’è?
Ciao Jenny! Ti pensiamo (anche Alvise)
Certo, anche Alvise!!!!
per dire il livello: (non c’azzecca un tubo con l’argomento del post ma dovevo proprio raccontarvela questa!) ieri sera ho sognato di stare con Alvise, Fefral e Daniela Trullalla’ in un casale di campagna (casa di Alvise) con 4 Peroni gelate e Giuliano Palma in sottofondo.
Alvise stravaccato su un divano, Fefral con una birra in mano e Daniela che muoveva qualche passetto di danza in mezzo alla stanza. Poi panche in legno sotto il pergolato e un gatto grigio accoccolato fuori.
Si stava un sacco bene…
Devo farmi vedere, lo so…
🙂
E Luigi non c’era?
Domandalo a Turris, chiedigli: -Turris, è vero, dice Freud, che la interpretazione dei sogni è la VIA REGIA entrare nell’inconscio? – Me l’ha detto Alvise – gli devi dire. Sentiamo cosa risponde!!!!
🙂 è vero, e gli altri dove erano finiti??
Danie’, è vero, dice Freud, che la interpretazione dei sogni è la VIA REGIA entrare nell’inconscio? – Me l’ha detto Alvise…
(mmm… vediamo se risponde Alvi’!)
Fefral mi piace pensare che gli altri fossero tutti fuori a preparare l’arrosto.
Però mi gusterebbe una seratina così. Chissà, magari, forse, un giorno…
Alvi’ possiamo autoinvitarci a casa tua? E dai, ja…
cara Daniela sappi che stamattina presto presto ho pregato per te, per Costanza e per gli altri amici del Blog alla Porziuncola essendo oggi, oltre alla festa del Perdono, la festa proprio di Santa Maria degli Angeli, che pare frequentassero questo luogo già prima del nostro Padre san Francesco. Secondo la tradizione orale (vecchia madre) oggi il perdono è per le genti del luogo, mentre domani è per i forestieri. Pace a voi!
SEMPER VOBISCUM!!!!
e anche a te. Grazie per le preghiere!
Eccomi, vi ho letto a più riprese ma non mi veniva in mente niente da scrivere anche perché io più che il “lancio del coriandolo” non ho mai fatto nessuno sport, quindi non so cosa significhi l’abnegazione di cui parla Costanza, anche se condivido il concetto che la fatica rende più forti.
Passo intere giornate a pulire pozzette di pipì che il piccolo mi lascia per casa, sono due mesi che cerco di insegnargli a usare il vasino, o il water, o qualunque altra cosa, va bene pure un bicchierino tipo per le analisi… mi sto cominciando a preoccupare, qualcuno ha dei suggerimenti?
FEFRAL!!!!
Giuliana, che era in allenamento come me, si è data alla spiaggia, come devo fare???
quanto ha il piccolo?
Io col mio avevo iniziato a poco più di due anni. Ho visto che non ne voleva sapere, gli ho rimesso il pannolino e ho lasciato perdere. Aveva quasi tre anni quando ci ho riprovato e in due giorni ho risolto: aveva deciso che non poteva più portare il pannolino visto che la sua “ragazza” (ha detto proprio così, e io vi assicuro che non sono di quelle mamme che parla di fidanzatini e cose così neppure con le grandi) l’aveva già tolto. Comunque almeno ce l’abbiamo fatta. E’ che deve averne voglia, altrimenti è inutile, quindi devi trovargli una motivazione per farla nel vasino
Quasi tre anni… sigh…
beh, buonanotte a tutti, e scusate l’argomento poco edificante, ma sò problemi!
😀
ah, ecco sorellastra!
non mi intendo di passaggi dal pannolino al vasino, non posso esserti d’aiuto, sorry!
buonanotte anche a te!
il tonto (;-)) di mio figlio è andato ben olte i 3 anni e nottetempo dobbiamo ancora usare il pannolino (i 3 anni li ha compiuti a fine aprile) per cui non ti preoccupare e un po’ di pazienza e tanta ferma dolcezza (è un ossimoro lo so) perchè penso che anche lui ne abbia passate, indirettamente, tante e, a detta di esperti, a quell’età (e prima)percepiscono tutto quello che accade attorno a loro.
Che ne dici di un libro ?
Io non mi smentisco mai :
TUTTI SUL VASINO , G.VAN GENECHTEN, ED. APE JUNIOR
CHI LA FA NEL POSTO GIUSTO , A.W. VON KONIGSLOW, ED. IL CASTORO
CORSO DI PIPI’ PER PRINCIPIANTI, M.WILLEMS, MONDADORI
Buon lavoro e bacioni 🙂
oggi ho portato la famiglia al mare (che raggiungerò poi a fine settimana) e leggo solo ora: bellissimo post che condivido in toto (penso che ce ne sia resi conto già con il post di Laura).
Mi unisco agli auguri al signor Brustenghi e a Manufablife 😀
Correndo correndo
E’ il titolo della mia vita…
L’agonismo però facevano i miei fratelli, confermo tutto che dice la Costy per averlo vissuto in seconda persona, roba seria, impegnativa. A casa mia abbiamo un campione sudamericano di canottaggio, una maratoneta e un triatleta… poi io e la mia sorella Adriana che siamo le schiappe di casa.
Ho abbandonato il blog a causa di forza maggiore, c’è una cospirazione contro di me!!! Dopo l’Africa, l’esilio dolomitico (che era causato dal fatto che li ero sempre in rooming perché ho un operatore telefonico di serie b), adesso siamo in pieno trasloco in ufficio, quindi il pc oggi non l’ho toccato neanche di striscio…
E alla sera stiamo tentando disperatamente di trovare un last minute per le vacanze…