Imparare insegnando ai propri bambini

Alleanza-parentale

di Samantha Fabiani, mamma e maestra

Guardo il calendario e scopro che è già passato un anno da quando mi sono resa conto che a Staggia Senese la scuola di Alleanza Parentale si sarebbe aperta davvero! C’erano finalmente quattro iscritti, quattro bambini per la prima elementare (poi sono diventati otto), per la MIA prima elementare e allora tutto quello che mi era sembrato fino a quel momento un bellissimo progetto, cominciava a prendere forma, ad avere un nome… anzi quattro nomi (e quattro cognomi).

C’erano quattro bambini, una maestra, una stanza… un bambino in più del minimo per partire, mi sentivo fortunata. Quattro creaturine affidate ad Alleanza Parentale, ma nello specifico alle mie mani, alle mie cure, alle cure della maestra Samantha. Avevo parlato personalmente con ognuno di quei genitori, e avevo letto nei loro occhi l’urgenza di una scuola come noi la stavamo sognando; parlavamo la stessa lingua, volevamo le stesse cose, e ci rendevamo conto che non eravamo compresi. Molte altre persone, a volte i nostri stessi familiari non ci comprendevano. Classi piccole (massimo dieci alunni), maestra unica, pochissimi compiti a casa, collaborazione costante con i genitori. Un nuovo modo di vedere la scuola, che in realtà è un modo antico, a misura di bambino. Per questo pochi lo hanno compreso.

 

ACCADEVA UNA COSA STRANA

Con tanta gente avevamo avuto colloqui, confronti, chiacchierate interminabili, dove ognuno di loro mi riportava l’urgenza di una scuola che non c’era, che non c’era ancora, ma che noi volevamo far esistere a qualunque costo, perché convinti del bene che poteva scaturire da essa, come l’unico punto fermo, l’unica certezza che accumunava tutti. Queste persone che alla fine non aderivano al progetto pur comprendendone la bellezza avevano una cosa in comune. Avevano un sentimento chiamato paura. La paura che limita, paralizza e non permette di seguire neanche quello che si sa essere la cosa giusta. E di paura ce n’era tanta; si respirava, si sentiva, era compagna di tanti discorsi. Ma oltre alla paura esiste anche il coraggio, anche se non tutti sono capaci di abbracciarlo. Molti non l’hanno avuto e si sono di nuovo accontentati di stare nelle mani della cosiddetta “normalità” nelle mani di una società, di una scuola, che promette educazione, ma non educa, che promette tranquillità, ma dona ansie, che promette ali, ma mette solo catene.

Alla fine dell’anno scorso però ecco finalmente uno spiraglio di quel coraggio, di quella fiducia della quale avevamo bisogno per partire. I genitori di quei quattro bambini iscritti che poi nei giorni, nei mesi, sono diventati cinque, sei, sette… in estate erano otto iscritti; i banchi, le seggioline, nella classe, erano pronti, stavano solo aspettando gli alunni e nella mia mente, vedevo ognuno di loro come presente, ogni volta che entravo in quella classe, ogni volta che leggevo un programma o che sceglievo un libro, pensavo a loro, a loro che ancora non conoscevo, a loro che già davano la spinta a quello spiraglio di coraggio per far sì che diventasse  ancora più forte.

 

CINQUE MESI SONO VOLATI

Oggi sono già cinque mesi che per cinque giorni alla settimana ogni mattina quella scuola fatta da genitori, non da istituzioni calate dall’alto, quella scuola parentale che era solo un sogno, quella scuola che non c’era, ora c’è e si anima di voci, canti, parole, sorrisi, preghiere… è viva, è vera, motivo di orgoglio, per tutti noi che ci abbiamo creduto per quei genitori che hanno dato un calcio alla paura, oppure l’hanno solo un po’ ignorata, per noi insegnanti che della paura facciamo un’amica per far sì che l’amore sia sempre l’unico motivo, l’unico progetto da seguire, perché quei quattro bambini iniziali, adesso, sono diventati venti in tre classi elementari e medie (mia figlia frequenta la seconda media ed è entusiasta dei professori e dei compagni che ha). E per la prima elementare dell’anno prossimo abbiamo già cinque bambini iscritti. Sono certa che questo progetto non sia nostro e che se continueremo ad affidarci e a farci guidare da Colui che tutto può, ci condurrà a cose grandi. La conferma di questo viene dal fatto che da tutta Italia ci giungono richieste di affiliazione ad Alleanza Parentale ed è così che abbiamo aperto ben quindici sedi, dal Veneto alla Sicilia. Chi vuole un insegnamento più umano e attento ai bisogni di suo figlio grazie alle classi piccole e la maestra unica, può cercare nel sito di Alleanza Parentale la sede più vicina a lui.

 

NOI CI ABBIAMO CREDUTO

Infine voglio dire che il coraggio non consiste nel non aver paura, ma nel far sì che questa paura non ti impedisca di andare avanti in quello in cui credi. Noi ci abbiamo creduto, io ci ho creduto e ci credo ancora… e ancora ringrazio Gesù ogni giorno per questa opportunità che mi è stata data, quella di dimostrare a me stessa che davvero può esistere un modo di mettere il bambino al centro di tutto. Questo è il vero insegnamento, quello che non mi era mai stato dato modo di praticare, quello che si è perso per strada da quando i bisogni di noi adulti e tutti quei meccanismi mentali che ci discostano dal mondo del bambino che ha tutto il diritto di vivere anche la scuola con spensieratezza, hanno preso il posto dei veri bisogni dei più piccoli.

I bambini hanno diritto di sentirsi amati, a scuola come in famiglia, hanno diritto di imparare senza dover per forza lasciare improvvisamente il mondo dell’infanzia che deve durare il più possibile e questa è nostra responsabilità. Ogni mattina io e i miei bambini impariamo tante cose, loro diventano sempre più autonomi sapendo che se allungano la mano io sono lì e io ritorno ogni giorno più bambina sapendo che se mi giro troverò sempre il loro sorriso. Voglio insegnare loro anche a costruire ricordi… possibilmente bei ricordi. Per me saranno sicuramente momenti indimenticabili.

 

11 pensieri su “Imparare insegnando ai propri bambini

  1. Valerio

    Grazie Samantha. Ti ho conosciuto a Colle Val d’ Elsa durante una catechesi di 3 giorni con Don Stefano Bimbi. Ho visto il tuo volto raggiante e mi è bastato. Shalom

  2. Maria Giovanna

    Mi piacerebbe avere più notizie io sono una zia non una mamma. ..ma conosco ugualmente le problematiche che affliggono le mamme ed i loro cuccioli.
    Risiedo a Pavia. ..
    Attendo nuove
    arc.M.Giovanna Prato

  3. Giusi

    Genderismo nelle scuole dell’infanzia cattoliche !
    I Vescovi, da cui la Fism dipende, non hanno nulla da dire? Inaudito e gravissimo!

    ecco un passaggio:
    Sessualità, amore, maschile e femminile: parole tabù per la scuola dell’infanzia? Roma, 27 febbraio 2016 Su questo tema si aprirà sabato 27 febbraio a Roma il Seminario di studio del Settore pedagogico della FISM nazionale; un appuntamento che quest’anno affronterà la complessa tematica dell’educazione affettiva, emotiva e sessuale all’interno della progettualità pedagogica della scuola dell’infanzia. Le ragioni di questa scelta vanno ricercate nel convincimento per cui l’educazione affettiva e sessuale è una risorsa di fondamentale importanza in età evolutiva, la via più corretta, più naturale per prevenire la “diseducazione sessuale” in cui spesso, invece, vivono bambini e ragazzi; perché attraverso una buona educazione affettiva e sessuale la scuola dell’infanzia realizza una buona educazione di genere e contribuisce a costruire una “cultura di genere”

    Ed è proprio grazie a questo approccio, a queste opportunità, a queste esperienze educative e formative che si mettono in grado le persone di fare scelte autonome per diventare gli uomini e le donne che desiderano essere.

    COMUNICATO STAMPA 23.2.2016

    http://www.fism.net/wp-content/uploads/2016/02/COMUNICATO-STAMPA-23.2.2016.pdf

    http://www.fism.net/

  4. Giuliana

    Bellissima l iniziativa ..anche a Sant Ilario d’Enza e a Reggio Emilia (da due anni)esiste una scuola cosi a livello familiare..portata avanti dai genitori..che oggi appartengono all Associazione Familiaris Consortio..

  5. giulia

    Per carità…pochissimi compiti!!! ecco l’urgenza
    L’idea di tutto a scuola e’ PURA ILLUSIONE! come si fa a non capir l’importanza del compito a casa, dell’importanza di reiterare a proprie parole ai genitori ciò che aveva spiegato la maestra, come aveva detto di fare e di non fare. L’importanza dello sforzo di memoria, della lettura a voce alta…
    La ormai pretesa dei no-compiti a casa non c ‘era tempo fa, quando il primo pensiero dei genitori non era certo quello di scegliere la meta di dove passare il fine settimana e di far fare ai figli minimo due sport perché devono avere la più ampia possibilità di scelta, ecc…ecc…ecc…
    Ho già fatto uno sfogo simile in passato e come allora mi scuso per i toni, ma è una cosa che mi preme molto e mi sembra impossibile che non ci si renda conto dell’importanza dell’autonomia del bambino al di fuori del contesto classe!
    Ricordo inoltre che si tratta di seguirli per i primi due anni di scuola in modo assiduo, se dopo il 3° anno hanno ancora bisogno di essere controllati in tutto e per tutto vuol dire che c’è qualche problema.

  6. Vince

    Scusa Giulia, non ho capito il tuo intervento. C’e’ un progetto in atto che sta portando i suoi frutti… e tu lo critichi? Sulla base di che? Della tua presunzione? Se fosse stato un fiasco, avrebbero gia’ chiuso… invece no! Grazie a Dio, i fatti danno loro ragione!!! Finalmente una scuola che mette al centro i bambini. Era ora che cio’ accadesse!

  7. Annarita

    Se qualcuno anche a Ferrara si lancia in questa cosa meravigliosa mi faccia un fischio. Non so un parroco, una maestra in pensione, qualcuno che comprernda che ormai anche le scuole cattoliche non sono più tali e servono solo a vuotare le tasche delle famiglie, ma non preservano i bambini dalle nuove minacce morali.

  8. Giusi

    A proposito di insegnanti ho letto questa notizia: Hanan al-Hroub, docente palestinese, ha vinto il Global Teacher Prize 2016 come insegnante migliore del mondo. Ha vinto un premio da un milione di dollari messo in palio dalla Varkey Foundation, una delle più grandi organizzazioni internazionali che si occupa di educazione e formazione degli insegnanti, per celebrare la professione degli insegnanti e selezionare il meglio. Chi l’ha premiata? Il Papa con un video messaggio proiettato a Dubai! Ma il Papa è portavoce di una fondazione laica? Non sapevo che a Petrus competesse anche questo!

    https://www.lastampa.it/2016/03/13/esteri/papa-francesco-premia-hanan-alhroub-la-maestra-che-insegna-la-non-violenza-N6P6IpDzwcy4s1dN3X7LbM/pagina.html

    https://youtu.be/BpgfUlhfQGg

    1. Giusi

      Da notare come nel video non ci sia niente di cattolico: nemmeno la Croce si vede! C’è quella specie di statuina “laica” che non ho capito cosa sia! Aiutatemi!

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