La Chiesa che dice la verità sull’uomo è maestra d’umanità

di Costanza Miriano

La lobby omosessuale che sta dentro la Chiesa, anche tra le sue gerarchie, come denunciato da Papa Francesco, deve avere lavorato alacremente negli ultimi tempi, se ormai anche la stampa cattolica usa parole impostaci da quella lobby, come gay – parola ideologicamente connotata, nata dopo il ’68 per convincerci del fatto che le persone con tendenza omosessuale che la vivano liberamente sono più gaie, cioè allegre di noi (sottinteso, noi bacchettoni, noi repressi, noi non liberati) – ma anche persone omosessuali, espressione che trovo offensiva, perché appiattisce la persona sulla sua tendenza sessuale, come se quello dicesse tutto di lui, o di lei. Mi riferisco alla pagina uscita domenica, ancora sul caso del capo scout della provincia di Gorizia che dopo essersi unito civilmente e pubblicamente con gran festeggiamenti a un uomo vorrebbe continuare a fare da guida scout, nonostante il parere contrario del parroco don Francesco Fragiacomo, che però pare sia stato abbandonato da tutti.

La paginata di Avvenire di domenica scorsa, per esempio, è tutta un invito all’accoglienza, ancora sulla scorta di Amoris Laetitia, che però, a meno che non mi sia persa qualche capitolo, parla solo di accogliere le famiglie che hanno al loro interno una persona con tendenze omosessuali, cosa che credo nessuno si sia mai sognato di mettere in discussione.

Io vorrei capire cosa intendiamo per accoglienza. Secondo me la questione è molto semplice. O il Catechismo è da cambiare (e nella nuova edizione non ci sono cambiamenti, ma magari chissà, l’hanno deciso sabato sera e lo hanno saputo solo alcuni colleghi che ne hanno scritto domenica), o non lo è. Se il Catechismo non è da cambiare gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati, e chi decide di vivere programmaticamente e pubblicamente il suo disordine (tutti ne abbiamo qualcuno, ma si presume che li combattiamo) non può fare da guida agli altri. Non è un concetto difficile.

E se gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati, è evidente che la condizione di chi li vive in pienezza non è voluta da Dio, altrimenti sarebbe un sadico che mette nel cuore desideri che fanno il nostro male. Come ipotizzano diversi psichiatri, queste tendenze nascono per riparare delle ferite – e qui nessuno colpevolizza nessuno, tutti abbiamo delle ferite, per il peccato originale e perché anche i nostri genitori ne sono feriti a loro volta, e noi come genitori inevitabilmente sbagliamo, sempre per quello stesso noiosissimo peccato originale. Se davvero è così – e non trovo altra spiegazione per qualcosa che il Catechismo definisce disordinato (che il Papa lo sottolinei o meno, è irrilevante, è la sua sensibilità che però non mette in discussione le basi, altrimenti lo direbbe apertamente, no?) – che vuol dire esattamente accogliere? Vuol dire aiutare a guarire le ferite, non incoraggiare le persone a starci sempre più dentro, la loro ferita. Vuol dire essere capaci di guardare una persona con tendenza omosessuale negli occhi e dirle “tu per me sei più grande della tua attrazione, ti voglio più bene di così, vedo oltre, vedo la tua bellezza e grandezza, e sei prezioso ai miei occhi”.

Trovo questa voglia della Chiesa di andare dietro al mondo davvero insana. Già nel mondo la lobby ha le leve del comando, non ha bisogno della nostra tardiva ininfluente approvazione (quando la Chiesa scimmiotta il mondo diventa insipida e non serve più): non solo in Occidente da tempo non ci sono discriminazioni, ma al contrario si tenta di imporre con una violenza e arroganza mai viste una visione del mondo e della sessualità attrraverso le scuole, i mezzi di comunicazione (anche a noi giornalisti fanno dei corsi di riprogrammazione mentale), i grandi organismi finanziari internazionali.

Perché la Chiesa che finora era stata maestra di umanità non continua a dire la verità all’uomo e alla donna? Di che ha paura? C’è una lobby, lo ha detto il Papa, ma ci saranno dentro tutti? O gli altri seguono per paura di essere fuori moda? Perché accanto a pastori che sanno fare i padri, accanto a quelli di Courage e tante altre brave guide, ci sono alcuni pastori che non hanno più il testosterone che serve a dire: “se hai un’attrazione verso persone del tuo stesso sesso questo non ti fa stare bene, e quindi io combatterò al tuo fianco, perché tu sei prezioso per me, ma non ti dirò mai che ti devi arrendere, né tanto meno che puoi insegnare ad altri a farlo”.

 

70 pensieri su “La Chiesa che dice la verità sull’uomo è maestra d’umanità

  1. Già di che ha paura?
    Però perché “la Chiesa”? Perché dobbiamo piegarci a dire che questa delle mollezze e della mentalità mondana é Chiesa?! Perché se é Chiesa allora io non mi ci riconosco e se non mi riconosco allora non sono più io, Chiesa (se questa è Chiesa).

    É lo stesso ragionamento (corretto) del non voler appiattire il valore profondo di un Uomo sui suoi stessi peccati…

    Per tornare alla paura di cosa, chiaro che chi nella Chiesa si è appiattito sulla mentalità del mondo, avendo, evidentemente mi verrebbe da dire, perso del tutto il suo indispensabile legame con lo Spirito Santo, ha paura del giudizio del mondo a cui vuole piacere.
    Ha paura di perdere la faccia, ha paura di essere tacciato di “omofobia” (altra fantasiosa nomenclatura del pensiero unico dominante), ha paura del combattimento, ha paura della persecuzione, ha paura della Verità (forse perché ha tante cose da nascondere).

    O forse ha paura che i suoi loschi piani (manovrati che se ne renda conto o no, dal principe di questo mondo), possano fallire, dimentico che sono profeticamente destinati al fallimento!

    Così tante e molteplici sono le paure… Peccato manchi la sola “paura” che potrebbe aiutare: quella di dispiacere a Dio più che agli uomini!

    Non so se veramente don Francesco Fragiacomo sia stato abbandonato da tutti… Certo non da Cristo, se sta agendo nel giusto (e io credo sia nel giusto nell’aver allontanato lo sventurato giovane “guida scout”).
    Non dalla Chiesa, la Chiesa di Cristo, dei Martiri e dei Santi, la Chiesa della Verità senza se e senza ma.

  2. Rosa

    Cara Costanza, giustamente ti preoccupi della lobby gay, ma permettimi, io ritengo molto più importante preoccuparmi per il pezzo di pane che mi danno la domenica a messa.
    Fino a poco tempo fa, ero CERTA che fosse il corpo ed il sangue di Cristo, ultimamente….boh! pare che sia lo stesso dei luterani
    http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/11/16/si-no-non-so-fate-voi-le-linee-guida-del-papa-allintercomunione-con-i-luterani/
    Mi pare che i gay siano solo una conseguenze: sono così sconfortata che mi aspetto che da un giorno all’altro qualcuno dall’altare annunci che dio non esiste…. una specie di Bolognina del caro compagno Occhetto.
    Vale la pena lottare?
    Direi di si, ma qui si sta a lottare con la Chiesa, non contro i nemici della Chiesa.
    Questo è il guaio!

  3. a meno che non mi sia persa qualche capitolo
    Non ti sei persa niente: è che il nuovo criterio ermeneutico, come dice lo stesso articolo di Avvenire, è che “Occorre tener presente quello che il Papa dice, ma ancora di più quello che non dice. Una volta tanto, sono d’accordo con Avvenire, anche se non con la stessa prospettiva. Ovviamente per Avvenire varrà che il Papa è infallibile anche per quello che non dice (!!!).

    @Rosa
    Hai ragione. Ma è tutto legato: non si può ribaltare la Chiesa senza togliere di mezzo il Santissimo. Ho solo il dubbio di quale sia la causa e quae l’effetto, ma allo stato delle cose, per noi fedeli, la cosa non fa molta differenza.

    Qui qualche suggerimento pratico:

    http://blog.messainlatino.it/2017/11/se-il-tuo-parroco-cambia-le-parole.html

    Su qualche passaggio avrei molte domande, ma in generale è valido il consiglio: se pensate che nella vostra parrocchia il prete sia balordo, cercatene un’altra. La Chiesa ha sempre insegnato che la consacrazione è valida anche se il prete ha dubbi, basta che voglia fare ciò che vuol fare la Chiesa e che la formula sia corretta… ma oggi dovremmo chiederci: vuole farlo? Quale Chiesa? Quella vera o la Neochiesa che gli hanno ficcato in testa? Anche i teologi dell’Isola di Patmos si sono posti il problema qualche settimana fa, con un articolo aperto indirizzato anche al card. Sarah in quanto prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

    1. Ma si, se il prete è “balordo” cerchiamoci un’altra parrocchia a nostra immagine e somiglianza!

      Andiamo a disgregare pian piano tutti l tessuto della Parrocchia (della Chiesa, perché ogni Parrocchia è di per sé Chiesa), perché quello è “balordo”, perché quello non mi piace, perché quello “mi puzza”, perché quello quella volta mi ha risposto male, perché…, perché…
      Tanto che importa?

      Che ha a che fare la Parrocchia con la mia vita? Che importa se è incardinata nel tessuto sociale, umano dove vivo? Che importa se io con gli altri, dovremmo essere segno di contraddizione e di Speranza in quel territorio?

      Tanto non lo siamo! Eggià, abbiamo il prete “balordo”…

      Che poi nel “balordo” ci sta tutto, e naturalmente l’ago della bilancia siamo noi che abbiamo tutto chiaro e la Verità tutta intera, noi che ci diciamo volentieri peccatori, ma di certo balordi non siamo.
      Lasciamo che i “balordi” affoghino nella loro balordaggine, perché un prete può essere solo santo, non può essere anche un Fratello come gli altri, con i suoi limiti i suoi errori e anche i suoi peccati (bisognoso anche del nostro aiuto)!

      Lasciamo il balordo al suo destino, non facciamocene carico, con azioni concrete o anche con il silenzioso sacrificio e con il sostegno delle preghiere …no, noi abbiamo da andare in luoghi più pii, più consoni, più adatti alla nostra spiritualità, dove magari qualcuno ai accorga anche dei nostri carismi e gli dia il giusto risalto.

      Anche perché non ci sfiora nemmeno il dubbio che ci sia la Volontà di Dio, nell’averci posto in quella casa (per nascita, lavoro o altro, poco importa), in quel quartiere, in quella Parrocchia, con quel prete (che oggi può esserci e domani no…), quindi “aggiustiamoci la storia”, che noi si sappiamo qual é la parrocchia giusta per noi… che siamo animati dal tanto fuoco di santo zelo.

      Bah!

      Che poi sulla validità della Consacrazione Eucariustica, vero, servono tre condizioni:
      – Materia (pane di frumento e vino d’uva)
      – Parole “ad validitatem” (Le parole della consacrazione)
      – L’intenzione del celebrante di fare ciò che fa la Chiesa

      Le prime due sono abbastanza verificabili, la terza la conosce solo Dio (tranne nel caso di una dichiarazione certa e di segno contrario del sacerdote e allora non si cambia parrocchia – si va subito dal Vescovo!) e se la conosce solo Dio e noi abbiamo solo il dubbio – sempre perché il prete ci pare un po’ “balordo” – allora quel dubbio a cui diamo seguito è semplicemente e null’altro che un giudizio.

      Ma si sa, noi abbiamo il discernimento degli spiriti… mica bruscolini.

      1. Francesco Paolo Vatti

        Bariom, capisco e sono d’accordo. Vorrei, però, ricordare qualcosa di un altro periodo di grande crisi. Sono nato negli anni ’60 e i miei genitori mi raccontavano di quando ero piccolo. A Milano era il caos più totale: preti che inneggiavano a Mao e al comunismo (ricordo mio padre che uscì di chiesa durante una messa perché il prete stava dicendo che il modo giusto di passare capodanno era di andare a manifestare coi cileni contro Pinochet) e simili piacevolezze. Mia madre mi mostrò un libriccino di matrice tradizionalista nel quale si davano istruzioni abbastanza simili… Penso anche che l’attaccamento alla parrocchia di nascita sia più comune nei piccoli centri. Nelle città grandi, è più comune girare e frequentare parrocchie diverse dalla propria, senza nessun intento di disgregare….

        1. @Francesco, attenzione, io non ho scritto che lo si fa con intento digregativo, ho scritto che quello puàò essere l’effetto ed è il rischio.

          Tutte le Parrocchie hanno un radicamento territorriale, anche nelle grandi città. Diversamente non sono parrocchie…
          Che poi si senta ancor meno il radicamento territorriale che nei piccoli centri, è un problema di noi credenti praticanti dal che deriva anche il “vado nella parrocchia che èoù mi piace”.

          Fermo restando che non è vietata da nessuno la “migrazione”, io parlavo della opportunità del “migrare” a fronte di certe possibili motivazioni.

          1. Francesco Paolo Vatti

            Bariom, certo, i termini “intento disgregativo” li ho usati io di mea sponte, per chiarire che non c’è una decisione di affossare qualcuno, ma ci sono altri criteri. Per esempio, nella mia parrocchia tra i 6 e i 22 anni, l’oratorio è comparso quando facevo le superiori. Per questo, all’inizio delle medie avevo iniziato a frequentare l’oratorio di dove giocavo a pallacanestro. Negli anni, mi è venuto naturale integrarmi sempre più in questo oratorio; dall’altra parte andavo ogni tanto, soprattutto la domenica a messa, ma mi sentivo un po’ estraneo. Le cose sono cambiate quando, sposandomi, sono andato a vivere in un paese.

            1. @Francesco, di criteri ce ne possono essere tanti quante le teste pensanti… come sempre se iniziamo ad entrare nella casistica non ne usciamo più.

              Il mio commento si riferiva ad un certo tipo di criterio e a quello solo mi riferivo (criterio a monte di una precisa decisione, non una serie di concause che ha portato a…)

      2. exdemocristianononpentito

        Bravo! Bravissimo, Bariom! Era questo il problema che io sottintedevo in un thread precedente: quando si comincia a dire: “quel prete non va bene, perché è un balordo”, ” quell’altro non va bene per il motivo x”, “quell’altro per il motivo y”, si finisce col svalutare in generale il ruolo del sacerdote.
        Non sappiamo più, a priori, se un qualsiasi presbitero può essere una valida guida spirituale oppure no.
        Dobbiamo valutare caso per caso. Ma la nostra valutazione non sarà inevitabilmente soggettiva?
        Ottima la tua risposta (preventiva): “…./la volontà di Dio nell’averci posto……..in quella Parrocchia…..”.

  4. nat

    A volte mi viene da pensare che la nostalgia di Dio, presente comunque in ogni cuore di uomo, porti anche i più accesi libertari spesso orgogliosamente non credenti a desiderare, pur volendo fare tutto ciò che vogliono, di poterlo fare con la benedizione e l’approvazione della Chiesa. Altrimenti non si spiegherebbero certe battaglie e certi discorsi.
    Sono purtroppo certi cattolici a non credere più a questa potente nostalgia che abita semore e comunque il cuore di tutti gli uomini.

  5. Mario

    Sono d’accordo con te Costanza, perdonare settanta volte sette a chi chiede perdono, come insegna Gesù, ma, pur salvando nel modo più assoluto la carità, tolleranza zero.

  6. fra' Centanni

    …chi decide di vivere programmaticamente e pubblicamente il suo disordine (tutti ne abbiamo qualcuno, ma si presume che li combattiamo) non può fare da guida agli altri.

    E perché non può essere guida per altri? Non perché è un misero peccatore (lo siamo tutti), ma perché è un infiltrato, uno che vuole cambiare la Chiesa (la sua dottrina) da dentro, un autentico nemico dell’uomo, della Chiesa, di Dio.

    Io le mie debolezze le combatto, i miei peccati li confesso. Questo fanno i figli di Dio: cercano di conformarsi alla volontà di Dio che la Chiesa insegna con la dottrina. Chi invece vuole cambiare la dottrina deve essere denunciato per quello che è: un traditore, un lupo travestito da agnello, un nemico che non deve essere tollerato dentro la Chiesa. Ognuno secondo le sue responsabilità, ma tutti dobbiamo prendere atto che ci sono nemici di Dio che si sono infiltrati nella Chiesa. Quanto prima li riconosciamo e li cacciamo, tanto meglio sarà.

  7. giovanna

    Bravissima ! E’ proprio così , hai perfettamente ragione e condivido in pieno. Ho scritto un messaggio di solidarietà al parroco.

  8. Francesco Paolo Vatti

    Ho scritto ieri ad Avvenire, spiegando perché non ho più rinnovato l’abbonamento, vista la sua deriva (per la verità già da almeno un anno) lontano dagli insegnamenti che mi aspetterei da un cattolico (che le leve di Avvenire siano mosse da un rappresentante della lobby LGBT nelle Gerarchie?). Moia, poi, sembra che voglia sempre qualcosa e il suo contrario….
    L’Agesci mi sembrava molle da un punto di vista educativo anche prima (ai miei tempi c’erano le tende miste e simili piacevolezze., che mi paiono anche imbarazzanti se non c’è un certo tipo di richiamo) e per questo non ho mai voluto mandarci i miei figli.
    La confusione continua ad aumentare e non si vede un’inversione di tendenza. Dobbiamo avere pazienza e fede, i tempi torneranno al bello (non è la prima volta che succede che si crei confusione nella Chiesa…). Ogni giorno prego per il Papa e per la Chiesa, cercando di mantenere la mia fedeltà a entrambi, ma venendo spesso colpito negativamente (mi ha sconvolto l’emissione delle Poste Vaticane di un francobollo commemorativo della Riforma Protestante…).
    Grazie per averci informato su questi fatti e per mantenere sempre la trebisonda!

  9. Claudia

    Grazie per la chiarezza e l’accorata esposizione del problema e dell’approccio che Un Cattolico divrebbe avere al problema. Io spero e prego. Per te che nessuno ti impedisca di parlare. Per i tuoi lettori, me compresa, che facciamo tesoro di queste parole e le portiamo con noi nelle nostre azioni in pubblico. Vivo in USA e ti posso dire che qui la situazione è molto peggiore. Spero e prego che non arrivi anche in Europa. La California ha ormai da anni una legge che permette ai bambini di 8 anni di cambiare sesso senza comunicarlo ai genitori. Forse e’ Un estremo che non uscirà dallo stato, ma temo che non sia così. Non è facile neppure parlare di questo argomento perché persino il linguaggio e censurati. Grazie davvero. Mi hai dato parole di cui meditare e sperare e anche strumento di evangelizzazione discreta. Già chiamare qualcuno “a person with homosexual tendencies” invece di “a homosexual” può aprire il dialogo a un discorso sulla identità personale. Credo fermamente che come Cattolica ho il dovere spirituale di partecipare, nel mio piccolo, con passettini da formica, a questo dialogo e al tentativo di arginare questo massacro dell’identità personale e della famiglia. Grazie.

  10. Alessandro

    Non è “la Chiesa” che va dietro al mondo. La Chiesa è la Sposa immacolata e impeccabile di Cristo e quindi non può macchiarsi di balordaggine o scempiaggine alcuna, tantomeno di questa.

    A inginocchiarsi sempre più alle logiche mondane sono numerosissimi membri della Chiesa (Vecovi, presbiteri, consacrati, laici…), che, in quanto fallibili e segnati dagli effetti del peccato originale, non è impossibile che si macchino di simili balordaggini e scempiaggini (e in questa stagione paiono proprio essersi applicati con singolare, impavida voluttà a macchiarsene e macchiare).
    Chi agisce così, pur essendo membro della Chiesa, La sta offendendo, si sta ponendo contro alla Chiesa: il suo cuore si sta svellendo sempre più dalla Madre sua amabilissima dalla quale sola può fondatamente sperare ogni bene per sé e per gli altri.

    A noi tutti il dovere di pregare e operare per non essere tra i membri della Chiesa che La offendono asservendosi al mondo (e – addirittura – zelando nell’impossibile eppure fattivo e perverso sforzo di asservirLa); per ricevere il perdono da Cristo, Capo e Sposo della Chiesa, se ci siamo prestati a offederLa; per ottenere, con spirito di amore fraterno e senza rancore, il salutare ravvedimento di quanti stanno così rovinosamente peccando in opere e omissioni.

  11. Andrea Musso

    Tempo fa sul mio blog scrissi questo articolo che mi pare possa contribuire anche oggi alla riflessione innescata dal bel post di Costanza Miriano:

    Accoglienza e Verità

    Fanno discutere e riflettere le parole del Papa pronunciate durante il viaggio apostolico in Georgia e sul volo di ritorno con il consueto incontro con i giornalisti. Parole che non voglio commentare, ma lasciare che decantino mostrando la loro essenza più pura e forse vi sarà l’occasione per parlarne.
    Desidero però prendere spunto da un termine che il Santo Padre ha più volte utilizzato. La parola accoglienza. Ho molto pensato al rapporto che intercorre tra accoglienza e verità e mi faccio aiutare da un’immagine molto efficace evocata più volte dal Pontefice: quella dell’ospedale da campo.
    Occorre per prima cosa fare una considerazione. Siamo in guerra, la vita stessa è una guerra che genera un numero impressionante di feriti (forse in qualche modo lo siamo tutti). Feriti che devono e vogliono essere soccorsi ed ogni volta che impariamo a curare certe ferite ecco una nuova guerra che ne crea di terribili e mai viste prima. Sono ferite che vanno in profondità nell’animo e poiché siamo un tutt’uno di anima e corpo hanno profondi riflessi anche su quest’ultimo.
    Quando sento parlare di verità che deve essere sempre detta e richiamata non posso che essere d’accordo e credo però si debba al contempo fare attenzione. Provo a spiegarmi ed utilizzo sempre l’ambientazione dell’ospedale da campo.
    Ad un ferito che giunge alle tende di soccorso nessun dottore si sogna di dire immediatamente la verità (tipo che sta per morire o che magari non camminerà più o anche solo quanto è grave la sua ferita). No, la cosa potrebbe avere effetti deleteri e addirittura controproducenti e comunque equivarrebbe semplicemente a gettare sale su di una ferita aperta…a provocare dolore, tanto dolore e probabilmente tanta rabbia. Un ferito che ha necessità immediata di cure non desidera la verità, almeno non subito, desidera che il dolore cessi e che qualcuno si prenda cura di lui. Qualunque ferito anche il più grave ha bisogno di essere rincuorato, confortato e sentirsi dire che se la caverà fosse anche in fin di vita. Lo abbiamo visto innumerevoli volte nei film e chiunque di noi si sia trovato suo malgrado a soccorrere qualcuno sa che è così.
    Il ferito va accolto, sostenuto e assistito perché possa tranquillizzarsi dopo lo shock e riacquisire le forze. L’accoglienza è indispensabile e nello stesso tempo è quanto basta per prendersi cura immediatamente di un ferito. Ma se, come scritto sino ad ora, è necessario accogliere, deve essere altrettanto necessario che al ferito venga prima o poi comunicata la verità. Infatti chi ha ricevuto una ferita dopo essere stato stabilizzato ha necessità di conoscere la verità sulla sua condizione. Deve conoscerla perché da quella dipende il suo futuro ed in definitiva la sua vita. Deve saperlo sia che la sua sia una ferita lieve sia che sia un vulnus mortale perché dire la verità significa comunque dare a quella persona una possibilità di giocarsela nel poco o tanto tempo che le rimane. L’ospedale da campo ha infatti connotazione provvisoria, nessun paziente potrà rimanere lì per sempre qualunque sia l’entità della sua ferita e dovrà prima o poi ritornare al fronte. La verità è un atto di profonda carità perché significa togliere la persona da quella mentalità che le fa credere che sia la ferita a dire tutto su di sé. Una ferita non esaurisce la persona, certo la può fiaccare, la può avvilire, ma non dice l’ultima parola su di lei. Per questo però è richiesto che a questa sia detta la verità, tutta la verità, con tempi e modi rispettosi della sua condizione e della sua sensibilità, ma va comunque fatto.
    L’accoglienza è il primo balsamo, ma la verità rappresenta il requisito imprescindibile affinché la persona possa essere libera.
    La Verità rende liberi diceva un Tale circa duemila anni fa.

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    1. exdemocristianononpentito

      Ma c’è qualcuno che si è domandato il perché gli omosessuali in occidente sono così all’offensiva? Io, il problema me lo sono posto ed ho anche cercato di saperne qualcosa di più, sondando, con discorsi “alla lontana”, un mio collega di lavoro, dichiaratamente omosessuale (per ora convive col suo “compagno” ma “ci sta” che prima o poi si sposi con lui).
      E e dalle mie riflessioni e dalle mie conversazioni col predetto signore, son giunto alla conclusione che i gay, in Europa occidentale e in America sono così intraprendenti, PER PAURA! Sissignori, è la paura la molla dell’agire degli omosessuali! Una frase del mio amico è stata rivelatrice:,”siamo stati nelle fogne per secoli, (e in molti paesi del mondo ci siamo ancora), non vogliamo assolutamente tornarci, e non vogliamo correre alcun rischio in questo senso”.
      Se ho ragione, amici cari, allora la faccenda è ancor più seria di quel che su crede, perché chi agisce mosso dalla paura, è pronto a tutto. Come l’esperienza ha più volte dimostrato.
      Mi si risponderà: “ma di cosa hanno paura?” ” questa paura non ha senso”. Rispondo: hanno paura del passato, hanno paura della situazione in essere in molti paesi del mondo. Si può aver paura anche di un pericolo ipotetico (l’ho visto accadere).

      1. exdemocristianononpentito

        Posso anche sbagliarmi..è una mia impressione. Però credo di saper riconoscere la gente che ha paura.

        1. Io credo che questa storia della “paura”… una atavica paura, andrebbe meglio definita o contestualizzata.

          Ammesso e non concesso sia in grado io di meglio specificare, se avrò tempo ci tornerò .

      2. Luigi

        Credo anch’io che abbiano paura.
        Alla fine, però, questa paura è la paura di se stessi. Sono loro i veri “omofobi”.
        Non lo dico per facile umorismo, ma perché possono “contarsela” finché vogliono, tanto il dato di natura non si può eradicare.
        E prima o poi torna a galla, come una colpa.
        Questo temono, per questo devono continuamente sbraitare per convincersi che davvero sono ciò che fingono di essere.

        Ciao.
        Luigi

  13. Infatti Alessandro NON è *La Chiesa*… ed è pericoloso ed errato pronunciarsi in questi termini.

    È importante, infatti, ricordare che la Chiesa è corpo mistico, e che la Chiesa visibile vi si sovrappone, ma a volte anche no. Ma proprio per questo…

    Ma si, se il prete è “balordo” cerchiamoci un’altra parrocchia a nostra immagine e somiglianza!

    … trovo del tutto assurda questa osservazione. Il termine “balordo” non è il termine più corretto: qui non parliamo solo di preti eccentrici o tollerati in qualche modo (*); qui parliamo di eretici conclamati perfettamente inseriti in gerarchia, con il vescovo che li promuove e li protegge (e quindi è inutile rivolgersi al vescovo). Questi non fanno parte del corpo mistico e quindi la parrocchia già non è più parrocchia.

    Andiamo a disgregare pian piano tutti l tessuto della Parrocchia …

    Per cui non disgreghiamo niente: agiamo in conseguenza ad un fatto evidente ed è opportuno che ne avvisiamo anche gli altri.

    Ma la nostra valutazione non sarà inevitabilmente soggettiva?

    “Inevitabilmente” neanche per sogno! Il rischio c’è, come per tutte le cose, ma siamo arrivati a punti talmente sovversivi che in tantissimi casi la valutazione è ovvia e oggettiva: se il prete “concelebra” con un pastore protestante, se “benedice” a vario titolo omosessuali conclamati, se dice che la Presenza Reale è solo un simbolo (o se non è esplicito: gli si può sempre andare a chiedere spiegazioni e non ci sono motivi per cui non chiarisca), o che si salvano tutti, o che non ha senso la preghiera di riparazione e l’espiazione per le colpe altrui, o che chi prega il Rosario sbaglia, eccetera. Sono tutti dati oggettivi (ed esempi presi dal mondo reale) per cui non solo uno, per la propria salute spirituale, è meglio che cambi aria; ma anche commetterebbe peccato proseguendo la sua partecipazione attiva, in quanto collaborerebbe all’eresia (per non parlare poi delle “messe” concelebrate con i protestanti, che sono sacrileghe, e ci si renderebbe compartecipi del sacrilegio).

    Ovviamente sarebbe sempre meglio prima andargli a parlare e tentare di fargli cambiare idea; ho testimonianze che a volte questo succede. Ma non è che ci si può illudere che succeda sempre.

    (*) Che poi già in passato uno doveva porsi il problema, anche se i casi erano più limitati. Io in chiesa da Don Gallo non ci sarei andato manco morto, anche se era chiaramente un corpo estraneo tollerato per motivi di buonismo. Ora i Don Gallo stanno diventando la norma, e vengono perseguitati gli altri.

    1. Oh, il termine “balordo” l’hai usato tu, mica io… e a quello mi riferivo.

      14 novembre 2017 alle 09:37
      “…ma in generale è valido il consiglio: se pensate che nella vostra parrocchia il prete sia balordo, cercatene un’altra.

      Nel mio discorso ti parevano contemplati preti eretici, scismatici o via discorrendo…
      Quindi la tua replica e del tutto fuori luogo.

      E la mia critica rimane in tal senso anche per i “consigli pratici” che avevi riportato (anche se scritti da un “don”).

    2. exdemocristianononpentito

      Tutto molto interessante, però si torna sempre al punto di partenza, alla base da cui si dipartono tutte le polemiche di questo blog: il contrasto fra una Chiesa modernista e una antimodernista, il contrasto fra chi ritiene che certi cambiamenti non abbiano violato il Magistero infallibile e immodibificabile e chi ritiene l’abbiano fatto.
      E deve dirsi che il dato per cui il Magistero infallibile non sia immediatamente e a priori RICONOSCIBILE, nell’ambito del Magistero complessivo, ma ci vuole un lavoro di interpretazione (e “a posteriori”) non rende la soluzione di quel contrasto, “una passeggiata” e, com’è noto, non da luogo a risposte univoche………………..
      Ad ogni modo sarebbe interessante poter discutere punto per punto (concelebrazioni, rosario, benedizioni, Presenza reale ecc.) alla luce della Scrittura e della Tradizione più antica. Sarebbe bello, inoltre che a tale dibattito partecipasse un presbitero di quellli incriminati.
      Ma ci vorrebbe uno o più thread apposta e la buona disposizione a far durare tali discussioni parecchi, e parecchi, post. Io non partecipo a questo blog da molto tempo e non so se, in passato, questo sia stato fatto………….

      Infine, anche escludendo i presbiteri ritenuti evidentemente eretici (sulla base del tuo ragionamento), resta sempre il fatto che una guida spirituale è sempre diversa dall’altra e può essere benissimo che su un comportamento ETICO da tenere ci vengano date indicazioni diverse da questo o quel sacerdote. Come avviene con la magistratura: le leggi da applicare sono le stesse, ma molto spesso, di fronte a casi analoghi vediamo sentenze diverse da giudice a giudice.

      1. Luigi

        “[…] il contrasto fra una Chiesa modernista e una antimodernista […]”

        Non c’è nessun contrasto, non esistono due “chiese”, risultando il Modernismo infallibilmente condannato da san Pio X.
        Ne consegue che non c’è una chiesa modernista, al più infiltrati (prima singoli, poi a gruppi, ora in massa) nella Chiesa Cattolica da parte dell’Inimica Vis.

        Mercé le promesse del Fondatore, è però noto che le porte degli Inferi non prevarranno. Ne consegue che l’insegnamento e la dottrina rimangono e rimarranno pienamente riconoscibili; eventualmente alla luce della Tradizione, caso mai altre luci dovessero offuscarsi.

        Tutto il resto – dallo scritturalismo all’archeologismo – semplicemente non è Cattolicesimo.

        Ciao.
        Luigi

        P.S.: io e il mio PC (vecchio e stanco come il padrone) ringraziamo sentitamente per il rinnovamento del blog. Oltre a essere decisamente più leggibile, risulta anche più “leggero” da caricare.
        Grazie e buon lavoro!

        1. Alessandro

          @Luigi

          perdonami, rispondendo all’exdc non avevo ancora letto la tua replica, altrimenti mi sarei risparmiato almeno una parte di ciò che ho scritto.

          “Tutto il resto – dallo scritturalismo all’archeologismo – semplicemente non è Cattolicesimo.”
          Proprio così, senza dubbio.

          1. Luigi

            Macché, scherzi? 😀

            Almeno ho avuto la conferma che non mi sono sognato lo “sfondone” delle due chiese.
            Coi tempi che viviamo, uno comincia a pensare che davvero – senza registratori – non si possa più essere certi di nulla!

            Ciao.
            Luigi

            1. exdemocristianononpentito

              Allora, si può sapere a priori e facilmente se una dichiarazione di Papa o di un Concilio appartenga o no al Magistero infallibile? Strano, mi era sembrato che ci fossero state molte controversie in merito e che il CV I dovette enucleare dei criteri distintivi (delle “spie”) per individuare tale Magistero.
              L’elenco degli iIndicatori, enunciato dal predetto Concilio, peraltro non è esaustivo perché se non si guarda anche allo sviluppo successivo (ossia alle determinazioni successive) agli enunciati pontifici e/o conciliari, si corre nuovamente il rischio di ascrivere al Magistero immodificabile ciò che non è tale. Con Fabrizio ne parlammo a suo tempo.
              Riguardo a quanto voi dite, evitiamo di polemizzare, però mi piacerebbe sentire anche un prete ” modernista” e chiedergli: “Ma te, hai violato le norme del Catechismo promulgato da s. GPaolo II?”. Voi (Alessandro, Luigi) avete avuto occasione di farlo? Perché (credetemi) loro negano di aver commesso la violazione di cui stiamo parlando.
              Ecco perché sarebbe opportuno un confronto fra chi dice: ” Te hai violato quanto prescritto dal Catechismo” e chi risponde “Io non ho violato”.
              Insomma quando si accusa un sacerdote di una grave violazione, bisognerebbe perlomeno dargli modo di difendersi.
              Naturalmente, io non pregiudicò nulla, potreste benissimo aver ragione voi (Ales. e Luigi), anche perche’, in effetti, le vostre accuse sono circostanziate, però vorrei sentire anche l’accusato.

              1. Alessandro

                Senti, il Catechismo è abbastanza chiaro da consentire di capire chi lo osserva e chi no, anche se ovviamente ci sarà sempre qualche trasgressore che negherà anche la sua più evidente trasgressione. Ma i negatori di evidenze non mi interessano, non mette conto perderci tempo.

                Aggiungo: non ho accusato di niente prete Tizio o Caio. E comunque, se prete Tizio ha trasgredito o di ciò è accusato, non deve difendersi davanti a me in un blog o sul giornale,ma dinnanzi alla competente autorità ecclesiastica…

              2. Luigi

                “Riguardo a quanto voi dite, evitiamo di polemizzare, però mi piacerebbe sentire anche un prete ”modernista” e chiedergli: […]”

                “Oste, com’è il vino?”
                “Buono!”
                😛

                Ciao.
                Luigi

      2. Alessandro

        1) “il contrasto fra una Chiesa modernista e una antimodernista”.

        Il modernismo è un’eresia, quindi “Chiesa modernista” significa “Chiesa eretica”, ed è del tutto evidente che la Chiesa, che è santa e immacolata, non può essere eretica. Al massimo si potrà parlare di membri della Chiesa che si sono fatti seguaci del modernismo, e con ciò stesso si sono fatti eretici, il modernismo essendo appunto eresia. La Chiesa è impeccabile, quindi non può essere eretica, quindi non può essere modernista; non solo: la Chiesa non può che contrastare il peccato e l’eresia, cioè non può che essere ANTImodernista.
        Pertanto: la “Chiesa modernista” è una contraddizione in termini, esiste solo la Chiesa antimodernista. Chi si qualifica come appartenente alla Chiesa modernista si qualifica (se ne avveda o no) come eretico.

        2) “il contrasto fra chi ritiene che certi cambiamenti non abbiano violato il Magistero infallibile e immodibificabile e chi ritiene l’abbiano fatto.
        E deve dirsi che il dato per cui il Magistero infallibile non sia immediatamente e a priori RICONOSCIBILE, nell’ambito del Magistero complessivo, ma ci vuole un lavoro di interpretazione (e “a posteriori”) non rende la soluzione di quel contrasto, “una passeggiata” e, com’è noto, non da luogo a risposte univoche… Ad ogni modo sarebbe interessante poter discutere punto per punto (concelebrazioni, rosario, benedizioni, Presenza reale ecc.) alla luce della Scrittura e della Tradizione più antica… ci vorrebbe uno o più thread apposta e la buona disposizione a far durare tali discussioni parecchi, e parecchi, post”.

        Chi ritiene che “certi cambiamenti non abbiano violato il Magistero infallibile” dovrebbe sapere che l’appartenenza di questo e quest’altro contenuto dottrinale al Magistero infallibile e irreformabile non è questione la cui soluzione sia rimessa al dibattito (magari su un blog) tra teologi e fedeli più o meno dotti. Altrimenti staremmo sempre in un cantiere aperto in cui ognuno dice la sua, si litiga all’infinito e non si sa mai dove sta la verità.
        Grazie a Dio, solo ed esclusivamente il Magistero autentico stesso è titolato a pronunciarsi, in caso di fondati dubbi, su ciò che è dottrina infallibile e irreformabile e ciò che non lo è.
        E il Magistero autentico, anche sulle questioni che sono state prese in considerazione recentemente su questo blog, si è autorevolmente espresso con il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II che ha promulgato il Catechismo della Chiesa Cattolica.

        Sulla contraccezione – ad esempio – il Catechismo notifica che è vincolante l’insegnamento di Humanae vitae. Quindi, chi opina che la Chiesa possa in qualche modo ammettere la contraccezione si pone contro il Magistero autentico, e chi ritiene che l’uso del periodi infecondi sia lecito solo in caso di grave infermità si pone contro il Magistero giacché Humanae vitae precisa a chiare lettere che “in rapporto alle condizioni fisiche, ECONOMICHE, PSICOLOGICHE e SOCIALI, la paternità responsabile si esercita, sia con la deliberazione ponderata e generosa di far crescere una famiglia numerosa, sia con la decisione, presa per gravi motivi e nel rispetto della legge morale, di evitare temporaneamente od anche a tempo indeterminato, una nuova nascita. Paternità responsabile comporta ancora e soprattutto un più profondo rapporto all’ordine morale chiamato oggettivo, stabilito da Dio e di cui la retta coscienza è vera interprete.” (n. 10)

        Ogni fedele è tenuto a osservare il Magistero della Chiesa quale è fedelmente enunciato nel Catechismo e (lungi dal farsi lui stesso giudice della cogenza del Catechismo o a fomentare discussioni al riguardo) a non revocarne in dubbio alcun contenuto, giacché, come afferma Giovanni Paolo II, “il « Catechismo della Chiesa Cattolica », che ho approvato lo scorso 25 giugno e di cui oggi ordino la pubblicazione in virtù dell’autorità apostolica, è un’esposizione della fede della Chiesa e della dottrina cattolica, attestate o illuminate dalla Sacra Scrittura, dalla Tradizione apostolica e dal Magistero della Chiesa. Io lo dichiaro NORMA SICURA per l’insegnamento della fede e quindi valido e legittimo strumento al servizio della comunione ecclesiale.” (Costituzione apostolica “Fidei depositum” per la promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, 11 ottobre 1992).

      3. “…resta sempre il fatto che una guida spirituale è sempre diversa dall’altra e può essere benissimo che su un comportamento ETICO da tenere ci vengano date indicazioni diverse da questo o quel sacerdote.”

        Come è normale che sia… anche perché le casistiche anche se sono apparentemente sovrapponibili, nella pratica non si applicano sempre immancabilmente a situazioni identiche nelle persone, nelle causali, nelle possibili conseguenze, nei gradi di maturità, di capacità, ecc. ecc.

        Ciò significa forse che non esiste Legge o Regola? Niente affatto, anzi tutte queste variabili esigono che una Regola precisa e corretta ci sia e che questa faccia da stella polare.
        Po,i dato che anche con una stella polare all’orizzonte, dobbiamo tenere conto delle difficoltà del terreno e delle nostre forze, ogni “cammino” avrà caratteristiche diverse, ma non così diverse le une dalle altre da risultare estranee da quella Stella a cui mi riferivo allegoricamente.

        Così se da una parte c’è chi vorrebbe una legge uguale per tutti, senza se e senza ma, applicata sempre con la soluzione del “nodo gordiano”, dall’altra c’è chi ondeggia possibilisticamente con le più ampie – e talvolta pericolose – aperture.

        O anche chi, come te exdc, è continuamente alla ricerca del manuale di istruzioni che contempli tutti i casi possibili ed immaginabili e le “giuste risposte”.
        Speranza molto utopica, anche perché ogni giorno ci troviamo difronte a nuove sfide e a nuove domande – sebbene il cuore dell’uomo resti profondamente lo stesso – alcune anche legittime, altre le più insidiose, dimenticando che sono ispirate dal principe di questo mondo che purtroppo non mance di fantasia (per quanto maligna) e di mezzi e se ci approcciamo con un mentalità puramente umana, siamo fottuti in partenza.

        Ricordiamo che alle insidiose proposte, che in parte citavano persino le Scritture, fatte da Satana a Cristo nelle tentazioni del deserto, Cristo rispose con fermezza e senza tanti giri di parole senza accettare un dialogo (questo si il dialogo deleterio) citando a sua volta la Scrittura.

        Ciò è dato come esempio ad ogni Uomo, non fu e non è prerogativa del solo Cristo in quanto Dio, purché quest’Uomo agisca conscio di chi ha difronte e che la Sapienza viene dalla sua (dell’Uomo) comunione con lo Spirito Santo.
        Per questo Sant’Agostino arriverà a dire “Ama e fa ciò che vuoi”.
        (forse che nel “fa ciò che vuoi” ipotizzava l’anarchia ribelle del peccato? O le distorte “libertà”? Non credo proprio…)

        1. Luigi

          “O anche chi, come te exdc, è continuamente alla ricerca del manuale di istruzioni che contempli tutti i casi possibili ed immaginabili e le “giuste risposte”.”

          Nostalgia del Cencelli?

          Ciao.
          Luigi

      4. exdemocristianononpentito

        PUò darsi: il cencelli funzionava, altro che storie. Ho letto che il Berlusca, incontrando il vecchio massimiliano Cencelli, lo ha elogiato!

  14. non credenti a desiderare, pur volendo fare tutto ciò che vogliono, di poterlo fare con la benedizione e l’approvazione della Chiesa

    Interessante osservazione, che si può complementare. In certi casi, gli ardenti libertari si interessano alla “benedizione ed approvazione” della Chiesa… perché poi sperano di non averla. Sentono di sbagliare e percepiscono la necessità di una Madre che in certi casi sa dire di no. Poi non è che quel “no” lo seguirebbero subito, ma gli resterebbe sempre piantato dentro. Conosco almeno un caso di persone che la pensano così; che mi dicono: prima sapevamo che la Chiesa ci diceva di no, proseguivamo imperterriti, ma come con la sensazione di essere fuori posto, e che c’era un posto dove tornare. Ora è come se ci avessero tolto quel posto, e siamo spaesati.

  15. Luigi e Alessandro hanno risposto in modo esauriente. Le domande di exdc non hanno senso nel nostro contesto. Qui non stiamo parlando di nuovi dogmi, per i quali la discussione è legittima, e dopo la cui proclamazione è ragionevole un certo lasso di tempo per comprenderne le implicazioni (quello di cui si parlava tempo fa). Tutto quello di cui stiamo discutendo, che ricade sotto l’ombrello del (neo)modernismo, è stato condannato da parecchio tempo (decenni e anche più di un secolo) e pertanto si è consolidato. Per esempio, Lutero è un eretico e le sue conclusioni sono state infallibilmente condannate da cinque secoli. Non esiste alcuna ragione di vederselo in chiesa, né di rivalutarlo. La Pascendi e il Sillabo, se fossero lette e non disprezzate come un documento fuori tempo (cosa che niente autorizza a fare, se non il “ma l’ha detto Tizio”, ma nessun Tizio può contraddire il Magistero consolidato) sarebbero più che sufficienti e se fossero state studiate e seguite dal popolo non saremmo arrivati dove siamo arrivati. Chi pretende che ci siano cose da chiarire lo fa per ignoranza o per furbizia. Se è ignorante, si informi, visto che il Magistero è disponibile alla luce del sole. Chi lo fa per furbizia, si renda conto prima che sia troppo tardi dove sta andando.

    L’apparente “discussione aperta” è frutto di lana caprina basata su trucchi semantici; tant’è che appena si chiedono precisazioni puntuali per rompere gli artifizi retorici si fa di tutto per non rispondere e attaccare e punire personalmente chi ha posto le domande. Questo dovrebbe bastare ad una persona di buon senso per mangiare la foglia. Oppure ci si nasconde dietro ad un dito: ma quel prete, quel vescovo, quel teologo dicono che certe cose non valgono più. Spiacenti, ma anche su questo siamo stati messi sull’avviso sin dall’inizio: il Vangelo è unico, e non cambia anche se un angelo ne portasse uno nuovo. Per quanto riguarda le sue interpretazioni, nei primi secoli si è chiarito che del Magistero infallibile fanno parte cose che valgono ovunque e per sempre, e non possono essere condraddette da nessuno. Queste stesse manipolazioni e interpretazioni “storicistiche” sono state descritte con sorprendente precisione e condannate da più di un secolo: per cui chi ci si fa intrappolare ne ha la totale responsabilità.

    Quindi, inutile nascondersi dietro un dito: essere cattolici non è stare agli ordini di Tizio o Caio, ma comprendere e seguire il Magistero. Senza dubbio, dal punto di vista formale – intendo dire il ricongiungimento tra Magistero reale e genuino e gerarchia – richiederà tempi lunghi; ma sostanzialmente ogni fedele ha tutti i mezzi per capire da che parte stare. E, purtroppo per i furbi, essere cattolici non è sentirsi dare ragione dall’autorità, ma semmai più frequentemente essere controcorrente, in certi casi anche contro pezzi di gerarchia. Questo è chiaro per un motivo semplice: che è già successo, è documentato, non c’era scritto che non potesse ripetersi. Anzi: il Catechismo stesso parla di grandi prove e tribolazioni che la Chiesa avrebbe affrontato.

    Se qualcuno si fa ingannare dal tono trionfalistico, tutte trombe e tromboni, che è stato suonato a partire dal post Concilio, be’, è propaganda, peggio per lui se è così ingenuo.

    Ci si renda conto che il segno di questi tempi è proprio la separazione tra chi si mantiene fedele e chi vuol correre dietro alle mode (vuoi perché così si autoassolve, vuoi perché così è più facile “stare in società”), che ad un certo punto si troverà sostanzialmente fuori dalla Chiesa con tutte le conseguenze del caso.

    1. vale

      e invece qui qual’è la verità?

      http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2017/11/16/fine-vita-papa-francesco-moralmente-lecito-sospendere-le-cure-non-proporzionali_248e6ef2-733d-4576-b9f8-0124204bed98.html

      Il Papa ricorda come sia “moralmente lecito rinunciare all’applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito “proporzionalità delle cure”. Francesco lo dice nel messaggio al convegno sul “fine vita” promosso dalla Pontificia Accademia invocando “un supplemento di saggezza, perché oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona”.

      http://www.lescienze.it/news/2017/09/28/news/stato_vegetativo_minima_coscienza-3680970/?refresh_ce

      Ha fatto il giro del mondo la notizia di un paziente in stato vegetativo da 15 anni riportato allo stato di minima coscienza – cioè di basilare consapevolezza di sé e dell’ambiente circostante – con una stimolazione del nervo vago. Il risultato apre il dibattito tra neurologi sulle possibili metodiche da applicare per modificare il decorso dei disordini della coscienza(red

      Nicholas Schiff della Weill Cornell Medicine in New York City è sulla stessa lunghezza d’onda, perché un singolo paziente non basta a trarre conclusioni sulla terapia, ma è ottimista sulle potenzialità del trattamento. “I ricercatori ora hanno bisogno di trattare molti pazienti con questa metodica con diverse intensità e durata della stimolazione”, ha spiegato Schiff a “Science”.

      “”“Il trattamento è INCREDIBILMENTE COSTOSO in termini di tempo e di denaro”, e sarebbe sicuramente un problema dover convincere delle assicurazioni private o i responsabili dei sistemi sanitari nazionali che un soggetto in stato vegetativo possa e debba essere riabilitato.”

      Biotestamento, il Ddl in 5 articoli fermo al Senato

      Le volontà sono revocabili ed ognuno potra’ disporre il rifiuto dei trattamenti sanitari. L’articolo 3, ‘cuore’ della legge, prevede che “ogni persona maggiorenne, capace di intendere e volere, in previsione di una eventuale futura incapacita’ di autodeterminarsi, può, attraverso le Dat, esprimere le proprie convinzioni nonche’ il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese la nutrizione e idratazione artificiali”.

      parafrasando il successivo post della Miriano:

      Si salvi chi paga.

      1. vale

        E MI ERO PERSO QUESTA:

        http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2017/11/16/papa-basta-negazionismi-sul-clima_e1da646b-c7af-4e53-b1ec-382a53f26f1b.html

        …facendo leva sui forti legami esistenti tra la lotta al cambiamento climatico e quella alla povertà. Tale transizione viene poi ulteriormente sollecitata dall’urgenza climatica che richiede maggiore impegno da parte dei Paesi”.

        certo se fra i varii figuri messi nelle varie commissioni pontificie avessero preso anche un paleoclimatologo forse due o tre cosine le avrebbe potute sapere….

        mala tempora…

    2. exdemocristianononpentito

      Magari, magari! Le cose fossero così semplici ed a contrastare il Magistero consolidato ci fossero solo tizio o Caio, ma il fatto è che ci sono motivi per ritenere che a rivedere la natura infallibile e immodificabile di questa o quella pronuncia magisteriale, sia proprio qualcuno munito (sia pure astrattamente) di autorità, appunto, “magisteriale” (Papa o Concilio)………
      Mah!? Speriamo di venirne a capo……..e speriamo di non aver abusato troppo della pazienza dell’admin.
      Certo, rifacendosi a quello che ha detto Fabrizio nel suo ultimo post delle 14:03, quello che succederà (pendolo nel campo giusto) è decisivo…..però se non arriva un Papa conservatore………mah?!

  16. Per quanto riguarda l’aggressività delle lobby LGBT, ma non solo, di tutto l’apparato anti-Chiesa, si deve portare un passo avanti la considerazione di exdc. Il motivo è la consapevolezza che lo scontro è finale e ne sopravviverà uno solo (come in highlander). Questo per vari motivi, tra cui il principale è che l’anti-Chiesa ha acquistato forza e consenso popolare basandosi su due illusioni, o meglio due falsità: una è quella della “libertà” (intesa malissimo), l’altra della “tolleranza”, ovvero che nella società “laica” potessero convivere pacificamente tendenze opposte, chiarite le regole di convivenza. Svelato l’inganno, invece si dimostra che l’intento era di costruire una nuova dittatura e di sopprimere una parte. Quindi, i “buoni” non si lasceranno più ingannare; e quando (“quando” e non “se”) il pendolo tornerà nel campo giusto e tutto questo crollerà, dal punto di vista progressista si tornerà indietro alla casella iniziale, come nel gioco dell’oca. Infatti, io suggerirei a questi signori di godersela, finché dura.

  17. Ex democristiano pentito.
    La paura? Può darsi. Vorrei pero’ prima ricordare alcune cose che oggi sembrano in pratica cancellate. Il mondo laico, fino trent’anni fa era molto più omofobo di quello cattolico. Ai miei tempi, ahime’ molto lontani, erano molti gli universitari dell’Unione Goliardica ( quella in cui militava Pannella) a manifestare disprezzo e sarcasmo verso gli omosessuali, a differenza di noi universitari cattolici che non facevamo discriminazioni. Ricordo alcuni goliardi che si vantavano di aver organizzato una specie di spedizione punitiva contro un’allora molto noto presentatore della radio. Qualche anno dopo, due miei colleghi di lavoro, persone peraltro di specchiata onesta, uno laico e l’altro di sinistra, mi descrissero l’ambiente della RAI dominato completamente da una lobby gay che vi faceva il buono e il cattivo tempo e mi considerarono ingenuo, avendo loro manifestato qualche riserva. E potrei continuare a lungo nel citare molte altre circostanze a sostegno di questa disparità di trattamento. Anche sul piano legislativo sono stati i codici degli Stati protestanti (basta ricordare la Gran Bretagna e Oscar Wilde) gli ultimi a cancellare il delitto di omosessualità. La Germania nazista mandava a morte gl omosessuali ma lo faceva in quanto profondamente anticattolica ( Giudici ha dimostrato come il voto al partito nazista fosse molto più alto nei lander protestanti). Si obietterà: ma tutto discende dal fatto che essa, se e’ praticata, e’ considerata peccato e quindi e’ sempre la Chiesa cattolica l’origine della discriminazione. Ma i protestanti non sono stati in passato molto più severi? E non e’ forse vero che l’omosessualità trova normalmente condanna morale in quasi tutte le culture e le religioni? In sintesi in una situazione di discriminazione generale e diffusa, gli ambienti cattolici sono stati molto più tolleranti. Allora forse si può dire che non e’ solo la paura a nutrire il sentimento violentemente anticattolico, ma la volontà di abbattere l’ ultimo ostacolo rimasto in occidente (
    per quanto tempo ancora?) a praticare, non la discriminazione delle persone, ma la valutazione morale di un comportamento.

  18. che essa, se e’ praticata, e’ considerata peccato e quindi e’ sempre la Chiesa cattolica l’origine della discriminazione.

    Traparentesi, il legame esiste solo se si abbandona il cattolicissimo “odia il peccato, ama il peccatore”. Non distinguere le due cose: altra roba protestante.

    però se non arriva un Papa conservatore………mah?
    Non praevalebunt. Come al solito, le tue osservazioni mettono in evidenza una visione tutta terrena e politica della Chiesa, come se non ci fosse la Provvidenza e gli uomini potessero disporre a piacimento delle cose. Te l’abbiamo detto: troppa DC, e sarebbe proprio il caso di pentirsene.

    1. exdemocristianononpentito

      Come ho già detto non sono pentito di essere stato democristiano 8anche se ora quel progetto politico non sarebbe più proponibile). infatti penso che siamo riusciti ad evitare frizioni, violenze di massa e danni maggiori anche per la Chiesa e a ritardare il più possibile leggi ad essa sfavorevoli. Potrei argomentare fino a domattina (anche con riferimento agli anni 50).

      Ma tornando a bomba: caro Fabrizio io non escludo niente: se arriverà il Papa conservatore, allora le tessere del mosaico andranno tutte a posto, nel senso da te indicato e io sarò il primo ad ammetterlo.

      Io ho 58 anni e mezzo, farò in tempo a vederlo?

        1. non lo sapremmo lo stesso

          Esatto. Potrebbe anche succedere la settimana prossima, ma non è detto che ci arriveremo.

          Ma interpreto il riferimento all’età di exdc come un modo indiretto per avere un’idea dei tempi. Non so neanche questo, ci vorrebbe una rivelazione dello Spirito Santo. Dico solo una cosa (che poi vedo non dico da solo, poco tempo fa l’ha espressa il card. Burke): la velocità con cui l’umanità si sta degradando è tale che non è possibile pensare che questo processo duri a lungo, sennò si arriverebbe all’auto-distruzione. Ma credo che neanche la fine del mondo sia nelle disponibilità umane, per cui questa crisi non può durare a lungo. Quindi, se consideriamo la durata attesa della vita in Italia, io dico di sì (io ho undici anni di meno), lo vedremo.

  19. Giudici.
    Non capisco la sua critica.Ho detto la stessa cosa (la distinzione tra peccato e peccatore). Quella era chiaramente l’obiezione degli avversari, cui rispondevo, prima notando che in passato i protestanti non erano stati da meno nel condannare il peccato ( e in più condannando anche il peccatore), e poi dicendo che i gay vogliono vietare che si possa dare una valutazione morale del loro comportamento.’Non era chiaro?

    1. exdemocristianononpentito

      Quella dei protestanti che erano anche più duri dei cattolici (specialmente quelli mediterranei) nel condannare i gay, è VERA.
      Comunque anche l’inquisizione ecclesiastica (in Italia e Iberia) e di stato (Francia, Germania del sud, Svizzera del sud, Austria, Polonia) condannò tanti omosessuali, però è vero i protestanti fecero di peggio ed p è pure vero che che gli stati cattolici nell’800 (sia pure dopo la temperie napoleonica) depenalizzarono l’omosessualità fra adulti, cosa che non fecerio gli stati protestanti.
      Il primo a farlo fu (sembra strano) il regno delle 2 sicilie.

  20. exdemocristianononpentito

    Meno male, qualche anno da campare ce l’ho ancora (sai io ho qualche dubbio perchè soffro di ipertensione……………)

    PS: dico il vero.

    1. Gli ultimi tempi? Nemmeno il Figlio (prima della Resurrezione) li conosceva). Ma senza la presunzione di fare previsioni in un campo che non e’ il nostro, non e ‘ vietato fare qualche considerazione in via puramente di ipotesi. Quando comincia a parlare della creazione, dell’uomo, che cosa ci dice il Genesi? Ci dice che Dio lo creo’ maschio e femmina. Il disegno divino parte da questa distinzione. La sua più radicale negazione e’ il gender. Più avanti nel male non si può andare.

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