Riportare in vita il padre per difendere i figli

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di Silvana De Mari

Oggi ci fermiamo un attimo e parliamo di leonesse. E quindi di leoni.
Ho già accennato che sto per fondare la brigata “due più due fa quattro”, dove combatteremo fino alla morte per difendere l’ovvio. Il mio post dove spiegavo l’assoluta differenza e complementarità tra maschi e femmine, è rimbalzato sul web, raccogliendo numerosi commenti. Rispondo a uno dei più buffi:”le leonesse, che sono femmine, sono vere combattenti”.

Le leonesse non sono combattenti: le leonesse sono semplicemente carnivore. Una leonessa, in quanto femmina, ha la competitività e l’aggressività molto basse. Se voi vi trovate davanti a una leonessa, la leonessa vi sbrana, ma voi, come il vostro cagnolino che le ha fatto da aperitivo, come la gazzella tanto carina, come lo gnu neonato, non siete qualcuno con cui compete: voi siete pappa. Una dolcissima leonessa vi sbrana senza per questo essere aggressiva, esattamente come la mia dolcissima nonna andava a tirare il collo a una gallina tutte le volte che uno dei suoi figli aveva il raffreddore (o qualsiasi altra patologia nota) e bisognava fare il brodo di pollo per curarlo (il brodo di pollo cura tutto).

La dolcissima leonessa non sbrana la gazzella, lo gnu, il cagnetto, o voi con aggressività, esattamente come la foca non ci mette aggressività a mangiarsi le aringhe, la balena a mangiarsi il krill, e la vacca a mangiarsi l’erba (siete sicuri che gli steli non soffrano?) L’aggressività, che è potente solo dove c’è testosterone, è quella tra due tizi della stessa specie, non tra un rappresentante di una specie e la sua pappa. La pappa sta nella casella pappa, la competizione con individui della stessa specie sta nella casella aggressività, e qui ci va il testosterone. Sono due caselle diverse. La leonessa non è meno brava del leone a cacciare, ma non è capace di difendere il territorio dove cacciare. Un carnivoro è un carnivoro; quello che mangia e la capacità di procurarselo non hanno nulla a che fare con l’aggressività, che è intraspecifica ( all’interno della stessa specie) e la competitività, anche essa intraspecifica.

La leonessa può muoversi e cacciare e allevare i suoi cuccioli solo all’interno di un territorio, un territorio segnato e difeso da un maschio. I maschi difendono il territorio, come sanno i proprietari di cani maschi e i postini. Difendono il territorio gallo e toro, e smettono di farlo se si amputano le gonadi: bue e cappone non difendono il territorio. Mi sto ripetendo perché secondo me questo concetto non è chiaro nella mente di molti. La leonessa Marisa ha avuto i cuccioli dal leone Marco. Può cacciare con serenità nel territorio segnato e protetto da Marco. Quando arriva il branco di iene, Marco le allontana, quando arriva il bufalo, ci pensa Marco, non Marisa. Quando arriva un altro leone, Pippo, Marco deve cacciarlo. Se Pippo fosse più forte e uccidesse Marco, dopo di lui ucciderebbe i suoi cuccioli, li ucciderebbe davanti a Marisa, che non ha la potenza di fermarlo, così che senza cuccioli lei torni rapidamente all’estro, lui possa montarla e avere dei cuccioli suoi. Lo stesso avviene tra i leoni marini, le foche e un mucchio di altri. Se non c’è il padre a proteggerli, altri maschi uccidono i cuccioli per avere i loro discendenti con quella femmina. Esattamente quello che succede alla fine della guerra di Troia: il figlio di Ettore ucciso e sua madre che diventa schiava. Dove non c’è più il loro padre a proteggerli, i cuccioli aumentano il rischio di essere uccisi.

Ho raccontato questa storia per chiarire l’idea che madre natura è un’arcigna megera (che noi uomini siamo tanto cattivi, mentre gli animali sono angelici è una delle ennesime fesserie di questa epoca) e per spiegare che la violenza fa parte della vita. Ci vogliono i leoni maschi per proteggere i cuccioli. e questo vale anche per noi. Io ho sempre saputo che se qualcuno mi avesse toccato, mio padre lo avrebbe fatto a pezzi, anche a costo di morire nell’impresa, e questo era il suo compito. Ora immaginiamo che Marisa sia un’ottima cacciatrice, e dica “io sono mia, io non ho bisogno di nessuno, io sono stufa, io il territorio me lo difendo da sola”, e mandi via Marco: i suoi figli non hanno più difesa.
Quando non c’è più un uomo, quando il padre è morto, o se ne è andato, o è stato mandato via, in una di queste disastrose evenienze aumenta il livello di ansia dei figli, a volte cominciano gli attacchi di panico. Noi femmine il territorio non lo sappiamo difendere, non lo sappiamo difendere perché non è compito nostro, e quando il padre non c’è più i figli stanno svegli di notte, perché gli orchi esistono, non è vero che non esistono, non è vero che si fermano a parole.

I popoli dove il maschile ha travolto il femminile e lo ha azzittito, i popoli dove il femminile prevale sul maschile non hanno più la capacità di difendere il territorio e credono che la libertà e la vita siano possibili senza combattere. Perché se un uomo ha tutta la sua potenza, se la sua donna non gliela ha tolta col disprezzo, ma anzi l’ha aumentata, stando dalla sua parte, sempre, facendo il tifo per lui, quell’uomo è in grado di difendere il figlio. Un uomo è in grado di dare un pugno sul tavolo e dire no, al figlio che vuole farsi di spinelli, che vuole andare al rave party. Dove non c’è un uomo, un padre, è più facile a un sedicenne con gli attacchi di idiozia – che a 16 anni sono la norma – dire la fesseria del secolo, tipo “smetto di andare a scuola, che sono stufo” “smetto di lavarmi” “smetto di uscire dalla mia stanza”. Per favore non mi scrivete che a casa vostra è zia Carmela che la mette giù dura e Zio Ugo è un mollaccione. Stiamo parlando di statistica: il 90 % delle donne è più accogliente del 90% degli uomini. Il 90% degli uomini ha più coraggio e senso dell’autorità del 90% delle donne. Voi siete un’eccezione? Fate parte del 10%. Una minoranza.

Dove c’è un uomo e tutta la sua potenza, il compagno della madre dell’amichetta non entra nella casa dove c’è la bambina di sei anni e lei non volerà dalla finestra. I pedofili hanno la capacità incredibile di localizzare il bambino che non ha un padre che lo difenda con tutta la sua ferocia. In effetti i grandi paladini della pedofilia hanno avuto come primo scopo l’abbattimento dell’autorità paterna, perché prima bisogna levare di torno Marco. Chi sono i grandi paladini della pedofilia? Quelli che hanno scritto a suo favore? Jean-Jacques Rousseau, Simone de Beauvoir e ovviamente Jean-Paul Sartre, Daniel Marc Cohn-Bendit detto Daniel il Rosso perché il ‘68 lo ha cominciato lui. Jean-Jacques Rousseau (1712-1778), che può essere considerato il profeta dell’educazione relativista e illuminista, ha cinque figli dalla sua compagna e, poiché questi sono figli reali e non astratti come L’Emilio, egli se ne libera rapidamente depositandoli, dopo ogni nascita, nell’ospizio dei trovatelli. Quest’uomo che crede nella assoluta bontà delle sensazioni e ignora la tendenza umana al piacere disordinato ed egoistico, a Venezia si compra per pochi franchi una bambina di dieci anni per allietare sessualmente le sue serate (Cfr. R. GUIDUCCI, La Storia di un contestatore sconfitto, pagg. 1-68 (pag. 32); in J.-J. ROUSSEAU, Le Confessioni, Introduzione di Roberto Guiducci; traduzioni e note di Felice Filippini, Biblioteca Universale Rizzoli, aprile 2001, pag.28). Jean Paul Sartre, Simone de Beauvoir (1908-1986), Michel Foucault, Jack Lang, futuro ministro francese, firmarono una petizione in cui si reclamava la legalizzazione dei rapporti sessuali coi minori (gli articoli erano su Liberation). Simone de Beauvoir, ha lavorato due anni nella radio di Vichy, era una collaborazionista filonazista. Nel 1943 fu sospesa dall’insegnamento. In realtà aveva sedotto una giovanissima allieva, ma per metterla nel letto di Sartre, con cui ha avuto sempre dei rapporti servili, topo padrone e schiava. In realtà molta parte delle sinistra post sessantottina inneggia alla libertà sessuale del bambino, e al crollo del tabù borghese, come viene chiamato. Anche la Gran Bretagna non scherzò. Era il 26 gennaio 1977 quando, in nome della “liberazione sessuale dei bambini”, il quotidiano francese Monde, faro della gauche, pubblicò una petizione per abbassare la maggiore età sessuale ai dodicenni, una sorta di legittimazione ideologica alla pedofilia.

Ma se non abbatti il padre, alle pudenda del bambino non ci arrivi. Prima occorre trasformare le donne in vittime e i maschi in carnefici, poi hai mano libera non solo sui bambini, ma su tutti. Dove la famiglia sia annientata il potere dello Stato (maiuscolo, il nuovo Dio) è assoluto.
Le affermazioni di Vendola e Busi sul diritto alla sessualità dei bambini potete trovarle sul Web, è già che ci siete cercate le dichiarazioni di Mario Mieli, visto che il circolo Mario Mieli di Roma è considerato ente morale e finanziato con il denaro pubblico per entrare nelle scuole a insegnare l’etica. Mieli parla del potere salvifico di pedofilia, necrofilia e coprofagia. Peraltro la pedofilia, “il diritto del bambino alla sessualità, è una dei capisaldi del ‘68, non di tutto, certo, e molti lo ignorano, sia nella teoria che nella pratica. Daniel Cohn Bendit, attualmente deputato europeo, ha scritto pagine sul diritto alla sessualità del bambino, negata dalla società borghese e dal cristianesimo, che anzi raccomandava a chi scandalizzerà questi piccoli che meglio sarebbe per loro una macina al collo che li trascini sul fondo . Bendit faceva il maestro d’asilo in un asilo alternativo e spiegava come spesso i bambini andassero a chiedergli di potergli aprire la patta dei pantaloni e toccarlo. Se uno dei padri di uno di questi bambini fosse stato mio padre o mio marito, a Daniel Cohn Bendit avrebbe fracassato fisicamente tutte le ossa. Non è vero che la violenza è sempre sbagliata. C’è un tempo per la pace e un tempo per la guerra. La violenza del padre per proteggere il figlio è un punto essenziale della sua sicurezza e della sua educazione. Io ho sempre saputo se qualcuno mi avesse fatto del male, i carabinieri sarebbero stati l’ultimo dei suoi problemi: mio padre lo avrebbe massacrato. Se qualcuno avesse fatto del male a mio figlio, se si fosse fatto “toccare” da lui, mio marito lo avrebbe massacrato.

Comunque la pedofilia ha segnato due anni fa un punto importante. L’associazione psichiatri americani, APA, che da 60 anni regna sul mondo controllando e dirigendo tutti gli ordini di psicologi, ha dichiarato che la pedofilia non è una perversione sessuale, ma un normale orientamento sessuale. Il primo gradino, quindi, per affermare la pedofilia è stato l’uccisione del maschio occidentale. Sempre più filosofi e pensatori lo denunciano: Pasqal Bukner, Claudio Risè, sono stati i primi a essersi accorti che è stato assassinato il padre. Quindi cominciamo a darci da fare per riportarlo in vita, perché ci serve.

204 pensieri su “Riportare in vita il padre per difendere i figli

  1. La donna è tenerezza, almeno cosi intendo….il padre è difensore della donna e per i figli…..ogni uno al suo posto…dove non c’è il padre, c’è sempre pericolo…..grazie Costanza per quest’articolo.

  2. Francesco

    Da padre di 4 figli condivido ogni singola lettera. Pronto alla galera x chi tocca i miei figli. Che il Signore mi preservi sino a che cresca l’ultimo poi posso anche lasciare questa terra.

  3. fra' Centanni

    Silvana De Mari. Da wikipedia.

    “Ha apertamente espresso posizioni critiche verso l’omosessualità. … Mentre come psicoterapeuta, in aperto contrasto con APA e Ordine nazionale degli psicologi sostiene che l’omosessualità non esiste […] C’è una sola sessualità e persone biologicamente perdenti che la rifiutano”.

    Secondo me l’omosessualità esiste: è un comportamento, una scelta. Anche la capponeria è una scelta che moltissimi potenziali maschi fanno per essere accettati. Maschi veri, ormai sono una rarità. Del maschio alfa, probabilmente, resta solo il ricordo.

    1. Luigi

      Attenzione, Fra’: la dottoressa de Mari afferma che non esiste l’omosessualità.
      Ha ragione, perché i comportamenti omosessualisti non configurano una sessualità, ma altro.
      Bada bene, non dice che tali comportamenti non esistano; sostiene che non sono sessualità.

      È lo stesso motivo per cui io scrivo sempre “omosessualismo” e non “omosessualità”.
      Impiegando quest’ultimo termine, infatti, magari inconsapevolmente si dà per assodato che comunque esista un’altra sessualità, oltre a quella naturale.
      Invece non è così. L’unica sessualità esistente è quella tra uomo e donna, volta alla procreazione.
      Il resto – ivi compresi i rapporti “ludico-sportivi” tra persone di sesso differente – ne è solo una parodia.

      Quanto alla scomparsa dei maschi alfa, permettimi di osservare che anch’essi avevano i loro bei difetti.
      “La potenza è nulla senza controllo” 😀
      Chi è davvero uomo unisce l’azione al discernimento, in un insieme coeso e armonico.

      Forza e onore, insomma.

      Ciao.
      Luigi

        1. Luigi

          Forza e onore, Bariom 🙂

          Anche se, fra maschi alfa e matriarcato originario – stile Mad Max? – siamo proprio circondati…

          Ciao.
          Luigi

      1. fra' Centanni

        Hai perfettamente ragione Luigi, anch’io sono convinto che il comportamento omosessuale non abbia niente a che fare con la sessualità, cioè con la scissione naturale esistente tra maschio e femmina. Io però tengo a sottolineare in modo forte il fatto che l’omosessualità è solo un comportamento, quindi non ha nulla a che fare con l’identità della persona. Inoltre, essendo un comportamento, è una scelta (più o meno libera, più o meno consapevole, ma una scelta!). A questo si deve aggiungere che si tratta di una scelta sbagliata, ovviamente; sbagliata da un punto di vista biologico, ma anche da un punto di vista esistenziale, Disastrosa poi da un punto di vista morale.

        Sul maschio alfa, non era tanto al testosterone che mi riferivo (anche se è importante anche quello). Maschio alfa è il maschio capace di sacrificarsi per primo e per tutti.

  4. Come sempre chiara ed esaustiva. Grazie, anche per il coraggio di dire le cose con coraggio. Comunque alla brigata “due più due fa quattro” mi iscrivo anch’io nella locale sezione “l’acqua è bagnata”….

  5. Lina

    E’ la prima vola che scrivo. Salve a tutti i frequentatori del blog.

    Il discorso potrebbe anche essere condivisibile, ma per esperienza non diretta ma raccontata di parenti stretti, dico che il patriarcato vigente in italia fino ad un 40 anni fa in italia (e ancora vigente in altri continenti) non è la soluzione al problema dell’assenza della figura paterna. Il fatto che un maschio di animale abbia un “compito” preciso non si estende anche all’uomo, sono gli animali che vivono di solo istinto non certamente noi…
    Per una mia convinzione, costruita sulla mia passione per i tipi diversi di vita delle genti in vari paesi e in varie epoche storiche, dico che l’unico “eden” possibile e ritornare al matriarcato originario (che non significa per ribaltamento il dominio sul genere maschile come invece lo è il patriarcato) in cui la madre era sempre una, ma i padri erano di fatto padri di tutti i bambini della comunità in cui vivevano. Il “possesso” del figlio da parte del padre è in un certo senso una cosa “innaturale”, il sapere “qual’è” (e quale NON è) figlio proprio ha portato a quello che nei paesi mediorentali vediamo ancora oggi, dove la figura maschile e forte, come vorrebbe, e auspicherebbe l’articolo di cui sopra…

    1. Mah, Lina… non è che sia molto convinto.

      Per il poco che conosco Silvana De Mari, non credo l’auspicio sia per le attuali figure paterne medio-orientali, ma semmai per quelle Bibliche (seppure territorialmente molte si possono collocare nelle stesse zone geografiche), prima fra tutte la Famiglia di Nazareth.

      Se prendiamo Abramo ad esempio, certo Dio gli promette una discendenza tale da non poterla “contare”, ma ciò che muove Abramo ad uscire dalla sua terra è proprio la promessa di UN figlio, un figlio “suo”. Sarà la moglie a proporgli un figlio “per procura”, il figlio della schiava e sappiamo come andrà la storia.

      Poi nuovamente il signore interverrà quando Isacco, rischierà di divenire per Abramo l’unico figlio in senso assoluto. Ma l’episodio del sacrificio di Isacco ha appunto un ben più profondo significato.

      1. Lina

        Le figure paterne “medio-orientali” erano pari pari le figure paterne europee. I famiglia ne ho degli esempi.

    2. Thelonious

      @Lina: quindi lei auspica che un bambino non possa identificare un “proprio” padre ma piuttosto una figura maschile generica e condivisa dagli altri bambini? Mi perdoni, ma è proprio una sciocchezza, smentita da qualunque esperienza

      1. Il riconoscimento del proprio padre, in una figura che potremmo definire come “Dio comanda” (tanto per capirci), è proprio il primissimo passo di un bambino per quello che sarà il futuro riconoscimento di Dio come Padre.

    3. Luigi

      “ritornare al matriarcato originario”

      Che non è mai esistito…
      Per altro vale quanto già osservato: è bastato mezzo secolo di delirio femminista per precipitare l’Europa nell’abisso.

      Luigi

      1. E oggi duole dirlo, assistiamo ad un novello-femminismo che potrebbe definirsi talvolta trasversale (ma per lo più sempre da sinistra parte… guarda caso) che sta proponendo le peggio leggi, dinamiche e spinte socio-filosofiche che ci si possa inventare, che il famoso “é mia e me la gestisco io, sembra ben poca cosa 🙁

      2. Fabrizio Giudici

        “Per altro vale quanto già osservato: è bastato mezzo secolo di delirio femminista per precipitare l’Europa nell’abisso.”

        Non solo. Anche nella Chiesa, e parlo di ordinati, sempre più preti sempre più capponi sono sempre meno capaci di difendere i fedeli dagli eretici. Incredibile quel “sappiamo e possiamo combatterli” proferito con sicurezza, dopo decenni che dimostrano l’esatto contrario. Volontà di potenza, senza alcun fondamento; anzi, a dispetto dell’evidenza sperimentale.

        1. Luigi

          “Volontà di potenza, senza alcun fondamento; anzi, a dispetto dell’evidenza sperimentale.”

          Ma no, è che non hai considerato Pantasilea e le Amazzoni… 😀

          Ciao.
          Luigi

      3. Lina

        O si che è esistito, ed è pure ben documentato. Solo qualche nome quà e la per chi volesse approfondire l’argomento…Marja Gimbutaas, Bronislaw Malinosky…quest’ultimo negli anni 20 del 900 appurò come alle isole Trobriand fosse ancora sconosciuto il ruolo del maschio nella nascita di un bambino, e quindi un “solo” padre non era nemmeno concepito come tale…e questo è il sostrato (poi buttato giù dal patriarcato) che sottende all’umanità tutta dagli albori fino a pochissime migliaia di anni fa.
        Santorini e creta sono (in europa) gli ultimi avanposti dove forme di matriarcato si sono mantenute intatte per più tempo (fino a 3000 anni fa circa) e dove fino all’invasione degli Achei guerrieri, e con forme di società già strutturate sul patriarcato, non si sono ritrovate negli scavi ne armi ne mura difensive per proteggersi dall’esterno. E’ questo è abbastanza singolare se si pensa che sono due isole al centro di rotte marine millenarie.

        A cominciare dal patriarcato ebraico di 3300 anni fa (e anche prima a dir la verità) cosa c’è da salvare…le guerre perenni ?, lo sfruttamento dello schiavismo fino agli anni 50 del secolo scorso?

        Comunque, se ci pensate, per natura non è dato al maschio di sapere con certezza la propria prole genetica qual’è (nella “summa contro i gentili” San Tommaso D’Aquino espone la tesi del matrimonio monogamico e fedele a supporto del riconoscimento di paternità…all’epoca L’UNICO MODO per riconoscere con certezza la discendenza per linea maschile almeno…) ma questo cosa ha portato ? castità prematrimoniale (imposta di fatto solo alle donne e molto più “blanda” per l’uomo nella pratica) infibulazione, clitoridectomia (ancora oggi diffuse in africa e in oriente) e lapidazione/delitto d’onore in caso di adulterio (inutile ricordare che il delitto d’onore è stato depennato da pochissimo…e nel caso di vittima maschile il tradimento doveva essere conclamato, pubblico, e “dare scandalo”, per vittima femminile bastava l’adulterio “semplice”).

        Tutta questa sfilza di “pratiche” per cosa? per essere sicuri (prima che inventassero il test del DNA) che il figlio che stai crescendo è geneticamente tuo ??? perso che l’umanità tutta ne avrebbe fatto volentieri a meno…anche gli uomini.

        Poteri continuare, ma il post è già lunghissimo

        Un saluto

        1. Luigi

          Gimbutaas? Malinosky (quello che lavorava per la LSE)?
          Ma cos’è, uno scherzo?

          Perfino WP si trova costretta a ridimensionarne palesemente gli studi, demoliti senza appello… citarli è come citare Graf o Faurisson sulla Shoah: stesso livello di condivisione.
          Ma ammettiamo, per assurdo, che fosse tutto vero (e non lo è): parleremmo di eccezioni microscopiche.
          Che confermano la regola, come noto.

          E poi leggo:

          “A cominciare dal patriarcato ebraico di 3300 anni fa (e anche prima a dir la verità) cosa c’è da salvare…le guerre perenni ?, lo sfruttamento dello schiavismo fino agli anni 50 del secolo scorso?”

          Capisco, non è uno scherzo. È proprio partita la bussola. Se mai c’è stata, intendo.
          Cosa ci sarebbe da salvare?

          Gli acquedotti e le strade.
          La filosofia.
          Gli ospedali e le scuole.
          La letteratura.
          Raffaello e Giotto.
          Vivaldi e Pergolesi.
          I bambini e le donne.

          Infatti si vede come oggi, dominanti le femmine Alfa, tutto ciò stia scomparendo sotto l’urto della più satanica offensiva che la storia ricordi.
          Per altro è un fatto che, in questo tempo in cui comandano le Lagarde, le Kasner, le Rhodam, non solo guerra, schiavitù e genocidio sono ancora qui, ma sono assurti a un livello che mai la storia aveva visto.
          Dimostrazione evidente e reale che, anche se il matriarcato fosse possibile, collasserebbe su se stesso. Come le Vuvalini di “Mad Max fury road”, insomma (mettiamole insieme a Pentasilea, Wonder Woman e Xena la principessa omosessualista).

          Perché mentre gli uomini, consapevoli di sè e del mondo, ponevano argini ed erigevano muri, ora invece tutto è guerra, tutto è schiavitù.
          Come intellettuali ben più preparati di me hanno messo in rilievo, infatti ormai non esistono più “pace” e ” guerra”, ma solo violenza e violenza; continua, endemica, asfissiante e per altro priva del minimo scopo, del tutto fine a se stessa.

          Quello, infine, di continuare a elencare i difetti della società patriarcale morta e sepolta è semplicemente ridicolo.
          Perché non lanciarsi contro quella straordinaria conquista del potere femmineo ed effemminato che l’aborto legale – sei milioni e mezzo di morti nella sola Italia?
          O magari, semplicemente, ricordare almeno una volta che esistono anche le mutilazioni genitali maschili…

          Ma tutto il discorso è abbastanza stucchevole, in quanto ormai assomiglia al discettare degli angeli in Costantinopoli assediata.
          Come infatti ha scritto il maschio Perez-Reverte, romanziere ed ex corrispondente di guerra:

          “Sconfiggeranno i jihadisti in Iraq e Siria, ma alla fine vinceranno, perché sono giovani, hanno fame, hanno un rancore storico accumulato e assolutamente comprensibile, hanno conti da regolare, sono disperati, hanno i coglioni e sono demograficamente forti. Al contrario l’Europa e l’Occidente sono vecchi, codardi, deboli e non hanno il coraggio di difendersi. Quando ci sono lupi e pecore non c’è dubbio su chi vincerà. Questo è il risultato della nostra passività, della nostra abitudine alle comodità, della nostra demagogia. Loro non hanno ostacoli. Come ha detto uno dei loro imam, “useremo la vostra democrazia per distruggere la vostra democrazia”. E’ tutto molto chiaro, l’Europa è vecchia e indifesa

          Chissà, magari avete ragione voi.
          Di fronte alla forza delle vostre idee, al vostro sciorinare Gimbutaas e Malinosky, perfino i barbari accampati ormai dentro le mura scenderanno a più miti propositi (come direste nel vostro irreale universo parallelo al reale, #credici).

          Io preferisco stare col vecchio Eastwood.

          Ciao.
          Luigi

          P.S.: la citazione di Perez-Revert è tratta dal settimanale on-line “Barbadillo”.
          I grassetti, spero sufficientemente irriguardosi del politically correct, sono però miei.

          1. @ Luigi
            Citazione non troppo felice però: “Quando ci sono lupi e pecore non c’è dubbio su chi vincerà.”
            Un altro personaggio di una certa autorità diceva che vale anche la pena andare “come agnelli in mezzo ai lupi”.
            Ci sono diverse filosofie in lotta. C’è una filosofia pacifista-sinistrorsa-peaceandlove-loveislove che condannerebbe l’intero Cristianesimo per aver fatto le crociate e sostituirebbe la croce con l’eutanasia. C’è una filosofia liberal-guerresca-superomista-destrorsa-morstuavitamea (oggi meno di moda) che del Cristianesimo salverebbe solo le crociate e la croce l’userebbe solo per darla sulla testa ai nemici. Se no, che senso dai a quel particolare detto di Gesù?

            1. Tendenza la seconda, che oggi che ci si sente più minacciati di “ieri” e su più fronti, torna spesso a galla, come un rigurgito…

            2. Fabrizio Giudici

              “Quando ci sono lupi e pecore non c’è dubbio su chi vincerà.”
              Un altro personaggio di una certa autorità diceva che vale anche la pena andare “come agnelli in mezzo ai lupi”.”

              Non direi che le due cose sono in contraddizione: Cristo diceva di andare in mezzo ai lupi perché possiamo confidare nella Sua capacità di scacciarli. L’Europa oggi caccia Cristo perché pensa di non averne più bisogno, anzi è un impaccio, pertanto è senza protezione contro le belve.

            3. Luigi

              No, Zimisce, non vi è nessuna contraddizione (basta del resto conoscere qualcosa di Perez-Reverte per sapere che, fra i difetti della sua poetica, non c’è di sicuro quello di schierarsi nella destra liberal-guerresca etc., anzi).
              Non vi è contraddizione tra le due frasi come non vi è tra il famoso “porgere l’altra guancia” e il mestiere delle armi.

              O si vuole forse sostenere che i marinai e soldati di Lepanto erano meno cristiani di me o te, perché nella necessità prendevano le armi?
              Poi va da sè che non ci sono solo le Crociate! Ma da qui a farne l’abominio che l’odio anticattolico vi ha visto, ce ne passa.
              Del resto gli stessi ordini cavallereschi videro inscindibili la preghiera e la spada. Per il resto, c’è il “De laude novae militiae” a risolvere ogni dubbio.

              La frase dello scrittore spagnolo è inoltre ottima perché si può chiosare con il capolavoro di Eastwood, “American sniper”: dove ci sono solo lupi e pecore, mancano – inesorabilmente – i cani da pastore…
              E quando mancano i cani da pastore non si possono fare elucubrazioni sulle conseguenze, perché queste si estrinsecano in una sola cosa: le sofferenze dei deboli.

              In ultimo, non ci sono diverse filosofie in lotta.
              Aveva capito tutto Guareschi, nè si poteva dubitarne: alla fin fine solo due sono le idee che si affrontano in questo mondo, quella cristiana e quella anticristiana.
              Il razzismo femminista e antivirile – perché da lì, ricordo, si partiva – non è che anticristianesimo.

              Ciao.
              Luigi

              1. D’accordo, ma non completamente. Anche con la citazione di Guareschi. C’è una sola retta via e ci sono moli modi di deviare da essa.

                1. Luigi

                  No, mi dispiace Zimisce: anche la Didaché conferma Guareschi 😀

                  Le vie sono solo due, quella della vita e quella della morte… magari sono differenti i mezzi con cui si percorre quest’ultima – in bici, a piedi, con la DeLorean – ma sempre quella rimane.

                  Ciao.
                  Luigi

          2. Lina

            Lei pensa davvero che acquedotti e strade, e altre conquiste simili siano esclusive di un certo tipo di “civiltà” ???
            Io per onestà intellettuale non le “annovererei” per forza ad una categoria specifica (anche perché Santorini e Creta che cito più su avevano quartieri, strade, acquedotti 4000 anni fa che avrebbero fatto impallidire i romani).

            Ma perché le pensa davvero che per scalare il potere le donne non si siano dovute adeguare (o meglio sono cresciute fin da piccole) in un certo tipo di ambiente, di società ? utopia,utopia pura che 40 anno di timido cambiamento possano buttar giù come fosse un castello di carta millenni di condizionamenti.

            Quelli che lei chiama “difetti” morti e sepolti sono vivi e vegeti in mezzo mondo, il delitto d’onore è stato abolito nella civilissima Italia pochissimi decenni fa. Ma purtroppo la “pratica” non sembra attenuarsi di fatto.

            Non ho certo inventato io che quello che chiamiamo oggi matrimonio (almeno nelle delle forme più “moderne”) è stato il più antico metodo per accertare la paternità=trasmettere al figlio il patrimonio, è che questo, a cascata, ha portato con pesanti conseguenze.

            Se io non posso convincerla (e nemmeno voglio sinceramente…sarebbe impossibile citare tutte le fonti lette tra miti greco-romani che camuffano ma non nascondono del tutto quella che Esiodo chiama età dell’oro ecc…, antropologia e storia delle religioni) spero che le parole di un “ex” Papa, Benedetto XVI, possano di più:

            Non lo riporto in modo letterale ma quasi : “Solo tramite l’esclusione delle antiche divinità madri il vecchio testamento ha potuto compiersi pienamente”. E’ questo è tremendamente vero per tutte e tre le religioni monoteiste, dove le divinità femminili sono state bandite alla radice (la Madonna stessa è solo una “donna” appunto, che per più di 400 anni non era stata nemmeno considerata madre di Dio, ma solo della parte umana, quindi di Gesù).

            Nell’islam alla Mecca, Medina (e una terza località di cui mi sfugge il nome) si adoravano in epoca pre-islamica tre divinità solo femminili (la pietra nera della mecca era dedicata ad una di esse)…per chi fosse curioso scriva sul motore di ricerca “versetti satanici”, che non è solamente un libro, ma molto di più.

            Il sacerdozio maschile non ha più di 5000 anni, quello femminile tre volte tanto e forse di più.

            M io non posso nulla se non si ha la curiosità di andare a vedere nello specifico certi argomenti.

            Penso che questo sia il mio ultimo intervento. Spiacente di aver disturbato la vostra quiete.

            1. Luigi

              “E questo è tremendamente vero per tutte e tre le religioni monoteiste, dove le divinità femminili sono state bandite alla radice”

              Ecco, mi stavo domandando perché non fosse ancora saltato fuori il mito della “dea nell’ombra”; o, meglio, della “dea dell’ombra”, con corollario di esoteriche età dell’oro in salsa evolian-guenoniana.

              Per chi volesse approfondire cosa davvero si cela dietro una simile abiezione anticattolica, consiglio vivamente “Maria Maddalena e la dea dell’ombra. La spiritualità della dea, il femminile sacro e l’immaginario contemporaneo”, di Mario Arturo Iannaccone, dove ben si evidenzia da quali “pulpiti” siano originate tali idee.

              Non è poi che io pensi tutte le bellezze della civiltà, che comunque avevate negato, come ascrivibili a un solo tipo di civiltà. Mi limito a prendere atto che questo afferma la storia.
              Perché giova ricordare che il mito del matriarcato è ancora indimostrato.
              La Gimbutaas va bene per i circoli femministi, fuori di lì è coperta di ridicolo (come perfino WP ha dovuto scrivere!).

              Ma ammettiamo pure, per assurdo dell’assurdo, che il matriarcato sia esistito su qualcosa di più di un fazzoletto di terra isolato dal mare; e che abbia perfino conosciuto la civiltà.
              Chi avrebbe materialmente costruito queste mura e strade e acquedotti che farebbero invidia a quelle di Roma?
              Le donne?

              Perchè il dato significativo che accomuna tutte le facezie femministe, di ogni epoca e luogo, è questo: la rapidità nel rivendicare gli onori dell’essere uomini, ma la refrattarietà totale a sobbarcarsene anche gli oneri.

              Come accade oggi, sotto i nostri occhi, dove si è ratte a domandare quote rosa (ma il rosa come colore femminile non era sessista?) per parlamenti e consigli di amministrazione, ma si evita pudicamente di fare lo stesso per miniere, piattaforme petrolifere, boschi e foreste, cave di marmo. Lì continuino pure ad agire solo i maschietti.

              Vedo che altrettanto pudicamente è stato passato sotto silenzio il genocidio abortista, conquista di punta di ogni rivendicazione anti-patriarcale. Meglio continuare a prendersela col “delitto d’onore”, ecco.

              Per altro e in fine, posso assicurare che la mia quiete non è stata minimamente turbata; vale infatti sempre la citazione da “Il risveglio della signorina Prim”, inserita più sotto.
              E poi, come dice il poeta, “nella lotta c’è la vita”…

              I miei ossequi.
              Luigi

              P.S.: il sacerdozio femminile non esiste.

              P.P.S.: solo quarant’anni di “timido cambiamento”, e avete combinato tutto ‘sto casino?

              1. Lina

                Faccio l’ultima eccezione. Se lei non conosce, o fa finta di non rilevare un dato lampante (le religioni monoteiste non hanno divinità al femminile…e più che citarle le parole di Benedetto XVI io non saprei più che fare…). E il mio professore di archeologia avrebbe da obiettare molto su certe sue incrollabili certezze da archeologo orientalista qual’è…

                Io alzo le mani, non ci posso proprio niente.

                Rilevo però che non ha avuto l’ardire di obiettare esplicitamente al fatto che di divinità femminil non ce n’è nemmeno l’ombra in certe religioni. Eppure un episodio degli atti degli apostoli accaduto ad Efeso dovrebbe essere una fonte a lei conosciuta…

        2. @Lina prendere il peggio del peggio di ciò che possiamno trovare in una Umanità che ha distorto gli stessi conceti di mascolinità e femminilità, anche, ma non solo, a scapito una dell’altro/a, non mi pare stia a significare proprio un bel nulla, se non ricordarci quanto l’Uomo (maschio e femmina) possano stravolgere il bene e il buono del loro stesso essere.

          Tu vuoi accontentari del dare la colpa alle “strutture”, alle forme di società e/o quant’altro.. a ciò che sta fuori?
          O peggio addossare tutto ad una parte dell’Umanità (i maschi, e poi i ricchi, e poi i potenti, e poi i bianchi e poi i neri e poi chi?)?! Storia vecchia, che non porta né a mia portato a nulla, anzi a mali peggiori.

          Da dove vegono tutti i mali dell’Uomo? Lo impariamo dalle Scritture…

          Ma tu libera di seguire i tuoi “profeti”.

          1. Lina

            La ringrazio molto per la risposta sincera e pacata. Ma è anche una cosa abbastanza lampante che i millenni che ci hanno preceduto sino decisamente “virati” al maschile, visto che le donne peso nella società non ne avevano poi molto, e se lo hanno avuto/lo hanno, si adeguino agli schemi deviati che ci sono stati e ci sono perché ormai radicati.

            1. Luigi

              “Ma è anche una cosa abbastanza lampante che i millenni che ci hanno preceduto sino decisamente “virati” al maschile, visto che le donne peso nella società non ne avevano poi molto”

              È talmente evidente che non è vera.

              Basta leggersi “La donna al tempo delle cattedrali”, di Régine Pernoud – fra i massimi medievisti del Novecento – per scoprire quale straordinaria influenza ebbero le donne in quel lunghissimo torno di tempo.
              Per dirne solo una, fu all’azione femminile che primariamente si dovette la diffusione del Cristianesimo in Europa… si ha un bel dire che non avessero peso!

              Non che oggi manchino esempi di femmine compiutamente donne e che agiscono secondo la loro natura; un mero esempio:

              https://mienmiuaif.wordpress.com/2017/01/10/ecco-cosa-succede-quando-tre-giovani-donne-prendono-sul-serio-il-genio-femminile

              dove si legge:

              “Il genio femminile significa scoprire per cosa Dio ci abbia davvero creato, come donne: scoprire la profondità della nostra bellezza femminile, della nostra identità e dignità in quanto donne. Vogliamo scoprire e vivere tutti questi doni: la nostra grande capacità di amare e servire, di produrre vita, di “umanizzare” la società […] Così come noi stiamo lottando per riconquistare la femminilità autentica che ci ha dato Dio, allo stesso modo abbiamo bisogno di uomini che siano autenticamente mascolini, che si diano da fare per essere uomini secondo il piano di Dio!”

              Ciao.
              Luigi

    4. Vanni

      @Lina

      “E’ la prima vola che scrivo. Salve a tutti i frequentatori del blog”

      Salve anche a Lei, ma non poteva trattenersi un altro po’?

  6. Max

    Chapeau…. : e se posso vorrei aprire la sezione ” il sole sorge ad est e cala ad ovest ” , …. vivo all’estero , ma non sarà un gran problema suppongo;-)

  7. Le leonesse sono carnivore. Vero. E non hanno scelta.
    La nonna che fa il brodo si. E anche i nipoti possono scegliere di non berlo il brodo.
    La leonessa non è dolcissima, mai pensato. Aggressiva si, al di là del testosterone; aggressiva come chi rivendica il diritto di esistere a prescindere da te, che sei “pappa”. E la leonessa è ok, perchè non puó scegliere.
    Io scelgo, e non mangio il leone, la leonessa o altre carni. Quindi prendere esempio dai leoni su abitudini alimentari o di vita mi pare inopportuno.
    I maschi contano. Custodiscono, insegnano e guidano. Ok. Ma dire che senza è un gran casino è come dire che un palazzo non può andare avanti senza portiere. Dare in mano a un sesso la vocazione a proteggere e il diritto a esistere lo trovo ingiusto. Gli orchi esistono, vero, ma sappiamo e possiamo combatterli, tutti. Ognuno a suo modo.

    1. @logout2016 per favore…

      Tu puoi anche scegliere di dormire solo un’ora per notte, ma non per questo sarebbe inopportuno che il resto del mondo prendesse il sonno come esempio per qual si voglia metafora.

      Così anche la tua metafora dei palazzi senza “portieri” è piuttosto risibile… ti sei accorta che oggi i “palazzi”, ma anche le semplici “case”, neppure più si reggono in piedi e crollano?!

      Non sto parlando dei recenti terremoti, ma delle nostre FAMIGLIE!

      Certo non solo per mancanza di maschi Uomini, ma questa mancanza un bel colpo (ma bello grosso) glielo dà…

        1. vale

          che c’entra il non mangiare carne con un supposto paragone non opportuno, ammesso che lo sia?

    2. Luigi

      “Ma dire che senza è un gran casino è come dire che un palazzo non può andare avanti senza portiere”

      Beh, grazie!
      È bello sapere che il ruolo degli uomini è stile “portiere di condominio”; che, appunto, se c’è bene, se non c’è bene lo stesso.
      Mi chiedo cosa succederebbe a sostenere un paragone simile per le donne… vedo già lo sdegno del presidente Boldrini montare a neve…

      “Gli orchi esistono, vero, ma sappiamo e possiamo combatterli, tutti”

      Negativo, passo. Non tutti sono capaci di combattere gli orchi.
      Lo dimostra la realtà occidentale: dopo cinquant’anni di potere matriarcal-femminista, siamo alla loro piena mercé.
      Degli orchi, intendo.

      Ciao.
      Luigi

      1. Dello sdegno della Boldrini onestamente mi importerebbe poco. E se affermassi che il ruolo delle donne può essere marginale mi sforzerei di capire il tuo punto di vista, senza riportare virgolettati i tuoi pensieri che, a prescindere, dovresti conoscere bene. Chi lo dice chi deve combattere gli orchi? E chi dice che la colpa sia del matriarcato? Da dove vengono tutte queste certezze? Io non ne ho. Ho solo idee, a volte forse confuse ma non ho scritto certamente che il ruolo dell’uomo è quello del portiere di condominio così come una madre non è una leonessa.

        1. Luigi

          “Chi lo dice chi deve combattere gli orchi?”
          La realtà e l’esperienza di questa, lo dicono.

          “E chi dice che la colpa sia del matriarcato?”
          Lo dice la realtà.
          Da quando si è instaurato il delirio femmineo del politically correct, gli orchi non vengono quasi più combattuti.

          “Da dove vengono tutte queste certezze?”
          Dalla realtà.
          Se le femmine della specie umana fossero in grado di presidiare il territorio, non saremmo al punto in cui stiamo.
          Invece una parte di loro – solo una parte, grazie al Cielo! – ha voluto privare gli uomini del loro compito, pur essendo incapace di farvi fronte (aggiungo, per amor di verità, che una parte degli uomini ha accettato di buon grado di abdicare ai propri doveri. Solo una parte, di nuovo e sempre grazie al Cielo).

          “Ho solo idee,”
          E pensi di combattere gli orchi con le idee?
          A Sesto San Giovanni cosa ha fermato un terrorista, le idee o due proiettili 9×19?
          A quanto servono, dimmi un po’ se ti va, le bellissime idee di integrazione e multiculty di fronte a intere città europee dove non vigono più le leggi dello Stato, ma altre e ben differenti?

          “a volte forse confuse”
          E qui siamo d’accordo.
          Infatti lo hai proprio scritto, quanto valgano i maschi della specie umana:
          “Ma dire che senza è un gran casino è come dire che un palazzo non può andare avanti senza portiere”

          Ciao.
          Luigi

          1. Fabrizio Giudici

            “Da quando si è instaurato il delirio femmineo del politically correct, gli orchi non vengono quasi più combattuti.”

            Rafforzo la frase, perché uno potrebbe stare a discutere l’intensità del combattimento presente e passato. Uno potrebbe rispondere che l’Inghilterra di Dickens era piena di orchi, e poi andare a vedere se il delirio a quelle latitudini era già iniziato, o no…

            Tagliamo la testa al toro.

            Da quanto si è instaurato il delirio, _gli orchi vengono legalizzati_. Il salto all’indietro è qualitativo, non quantitativo.

            1. Luigi

              Le virgolette sono semplicemente un mezzo.
              Hai fatto delle domande, io ho risposto. Immagino non siano le risposte che avresti voluto, per cui ti butti sulle virgolette.

              Buona giornata anche a te.
              Luigi

  8. CP

    Queste cose mi fanno venire i brividi. Anni fa in USA intervistarono in carcere un pedofilo che aveva violentato e ammazzato diversi bambini. Alla domanda “C’era qualcosa che si sarebbe potuto fare per salvare questi bambini?” rispose: “Legalizzare il sesso coi minori”. Li aveva uccisi per evitare di finire in galera. I pedofili sostengono che le loro molestie non fanno alcun male ai bambini. Se non fossero reato, diceva, quei bambini sarebbero ancora vivi.
    Io ho una gran paura che un giorno useranno qualche orrendo fatto di cronaca per convincere la gente che davvero l’unico modo di salvare la vita di questi poveri bimbi è legalizzare la pedofilia. E se l’orrendo fatto di cronaca sarà stato sufficientemente sbandierato nei suoi orrendi particolari, la gente ci cascherà.
    È sempre la solita logica fallata: siccome tante donne muoiono negli aborti clandestini, legalizziamo l’aborto. Siccome tante prostitute sono maltrattate, legalizziamo e regolamentiamo la prostituzione. Chissà perchè nessuno suggerisce mai “siccome a volte nelle rapine ci scappa il morto, legalizziamo il furto.” Com’è che in questo caso non funziona?

  9. CP

    Piccola precisazione: l’APA è l’American Psychological Association, ma quella che pubblica il Manuale di Diagnostica e Statistica delle malattie mentali è l’American Psychiatric Association. Come nota l’autrice dell’articolo, sono gli psichiatri, non psicologi. Sono loro che hanno tolto l’omosessualità dal loro manuale delle malattie mentali (nel 1973) e scritto nella quinta edizione (2013) che la pedofilia è un orientamento sessuale. L’hanno fatto, pare, per distinguere quelli che provano attrazione sessuale per bambini ma poi non commettono atti di pedofilia, da quelli che invece hanno il Pedophilic Disorder e passano dalle fantasie ai fatti – pedopornografia, molestie, ecc.
    Ci sono state varie reazioni. L’APA, orripilata perchè ovviamente tutti hanno fatto confusione, è uscita con un comunicato stampa per chiarire che loro non c’entrano niente col manuale di diagnostica, che per loro la pedofilia è e rimane una malattia mentale, che il sesso tra adulti con minori è sempre sbagliato e chi agisce seguendo impulsi pedofili commette un crimine.
    http://www.apa.org/news/press/releases/2013/10/pedophilia-mental.aspx
    Un articolo sul Journal of the American Academy of Psychiatry and Law (di nuovo psichiatri, non psicologi) invece ha criticato il manuale di diagnostica perchè non ha fatto una distinzione sufficientemente chiara tra i malati di Pedophilic Disorder che lo vivono con grande disagio, ma non commettono alcun abuso, e quelli che invece commettono atti criminali. L’autore dice che per esempio il guardare siti pedo-pornografici non dovrebbe far scattare la diagnosi di pedophilic disorder, con tutte le sue implicazioni legali relative al rischio di abuso su minori, perchè certi studi suggeriscono che il rischio è molto basso – meno dell’1% degli utenti di siti pedo-pornografici finisce effettivamente per molestare bambini (non so voi, ma per me lo 0.5% è già troppo). E dice che chi vive con questo disordine non ha il coraggio di cercare aiuti psichiatrici perchè tutti lo tratterebbero da pedofilo, anche se non ha mai fatto nulla. Dice testualmente: “Può essere difficile resistere a comportamenti stimolati da potenti pulsioni biologiche (si tratti di desiderio di eroina, alcol, cocaina o qualche forma inaccettabile di attività sessuale), e a volte può essere necessario un aiuto psichiatrico.
    http://jaapl.org/content/42/4/404#ref-3

    Robe da pazzi (letteralmente). La pedofilia non è una malattia mentale, è solo un orientamento sessuale, ma chi agisce in base a questo orientamento sessuale soffre sì di un disordine mentale e deve essere curato (oltre che incarcerato). Alcuni non agiscono, e quindi non sono criminali, ma vivono il loro orientamento con disagio, quindi sono malati e vanno curati. Anche l’omosessualità non è una malattia mentale, ma chi agisce in base a questo orientamento sessuale non soffre di alcun disordine mentale, e se vive il suo orientamento con disagio peggio per lui perchè non è malato e quindi non si può curare.
    Chi sono i malati mentali qui dentro?

    1. exdemocristianononpentito

      Devo darvi una buona notizia: “pare” che l’apa abbia smentito ufficialmente la “derubricazione della pedofilia” e che, a differenza dell’omosessualità, continui a considerarla un disturbo. E’ possibile trovare la smentita su huffington post e su giornalettismo e, mi sembra, anche su notizie pro vita.

  10. Fabrizio Giudici

    Ottimo. D’altronde il primo padre ad essere stato assassinato dalla cultura moderna è Dio Padre. Il resto prosegue conseguentemente: demolire tutti i katechon, perché il caos prevalga.

  11. villadelforo

    La donna non sa difendere il territorio… Cosa mi dici di Pantasilea la Regina delle amazzoni che partecipò alla guerra di Troia e secondo una versione della leggenda uccise Achille che fu rimesso in vita per una preghiera di Teti. Le amazzoni fanno parte di quel 10%?

  12. Emanuela

    Grazie alla dottoressa per l’ottimo articolo. Vorrei aggiungere due osservazioni. La prima in merito alla percentuale di donne che affermano di essere loro in famiglia a “portare i pantaloni”: be’, credo che molte di loro non siano tanto le eccezioni, ma si mostrino così perchè ormai indotte a livello educativo/sociale a pensare (anche grazie alle ultime principesse Disney, come nell’articolo linkato da Berlicche!) che questo sia il solo modello di donna vincente e chi non è così sia una sfigata senza amor proprio (oppure oppressa).
    Seconda osservazione: proprio oggi ho appreso dell’esistenza nella mia città (Torino) di una scuola paritaria a orientamento “biocentrico, democratico e libertario”. Ora, biocentrico=fuffa, ma purtroppo il resto significa proprio che ai bambini non viene imposta nessuna regola, ma “partecipano delle decisioni in modo democratico in un piano di parità con l’adulto”.
    A me sono venuti i brividi.
    Emanuela (felicemente sfigata senza amor proprio)

  13. Enrico Turomar

    CP,
    ‘Un articolo sul Journal of the American Academy of Psychiatry and Law (di nuovo psichiatri, non psicologi) invece ha criticato il manuale di diagnostica perchè non ha fatto una distinzione sufficientemente chiara tra i malati di Pedophilic Disorder che lo vivono con grande disagio, ma non commettono alcun abuso, e quelli che invece commettono atti criminali’

    Perché non fare allora una distinzione tra quelli che fumano (ci sono anche i fumatori nel manuale degli psichiatri) in luoghi aperti e lontano da altre persone e coloro che non hanno nessun riguardo nel fumare in faccia al prossimo?
    Il manuale creato dagli psichiatri americani (la cui associazione ha la stessa sigla di quella degli psicologi, APA, per cui bisogna fare attenzione a non confonderle) è smontato dalla De Mari sempre nel suo blog. Ne cito un brano: ‘Il DSM nasce in origine da un banale complesso di inferiorità: un diabetologo misura la glicemia, un ortopedico guarda la radiografia. Per la psiche non c’è un esame, una standardizzazione, quindi ci si inventa un sistema dogmatico basato sul nulla’.

  14. Magnifico articolo di Silvana De Mari, che si sia arrivati a dovere fondare la brigata di “due più due fa quattro” la dice lunga sulla violenza e la diffusione del ”indottrinamento” progressista. Per certi versi sta cercando di controllare le menti e i cuori come fecero nazismo e comunismo. Del resto il “progressismo” è l’ emanazione camuffata di quest’ ultimo!

    1. vale

      la parte più inquietante: il vescovo che risponde al prete che chiede lumi :”io me ne vado in pensione. saranno fatti vostri.”

    2. Alessandro

      Meglio tardi che mai… dopo Aldo Maria Valli, anche Giovanni Marcotullio s’è accorto che qualcosa di decisamente grosso non va in Papa Francesco.

      E’ decisamente in ritardo, perché la sveglia gli è suonata solo a capodanno 2017 (“Mi è suonato un campanello d’allarme durante il veglione di Capodanno”), nonostante 1) l’incompatibilità con il Magistero autentico della Chiesa dell’articolo 8 di Amoris laetitia, così come esso giace e nel suo senso manifesto, si colga in tutta la sua dirompente gravità già a una prima lettura attenta del documento (che è stato pubblicato l’8 aprile 2016), e 2) se mai qualcuno dopo la prima lettura (e la seconda e terza) dubitasse ancora di quanto gravemente inconciliabile con l’ortodossia cattolica sia quanto il Papa intende affermare in quel capitolo, a fugare ogni ragionevole dubbio sopravvenne nel settembre 2016 la divulgazione della ormai rinomatissima lettera con la quale Francesco approvava le palesi, macroscopiche violazioni del Magistero autentico contenute nelle linee-guida interpretative di Amoris laetitia elaborate dai vescovi della regione Buenos Aires:

      http://blog.messainlatino.it/2016/09/amoris-laetitia-il-perpetuarsi-della.html
      a
      Comunque, questo ammettere pubblicamente di essersi sbagliati fa onore sia a Marcotullio sia a Valli.

      Poiché Marcotullio è anche meritoriamente impegnato in prima linea a fianco di Adinolfi nella lotta al gender, apprezzo particolarmente che, come nel mio piccolissimo auspicavo da tempo

      https://costanzamiriano.com/2016/10/20/perche-la-cei-alla-marcia-dei-radicali/#comment-118762

      ci sia finalmente chi, tra gli organizzatori del Family day, fa una buona volta trapelare il sospetto che Francesco non sia affatto un ardimentoso, irriducibile avversario dell’ideologia gender (“A proposito di messaggi contraddittorî tra l’azione e la parola del Papa, c’è un argomento su cui il Pontefice regnante è stato duro come nessuno dei suoi predecessori, e penso al gender. Mai Benedetto XVI avrebbe osato paragonare quell’ideologia nefasta alla Hitlerische Jugend: Francesco lo ha fatto, e in più di un’occasione. Viceversa, in occasione dei Family Day del 2015 e del 2016… silenzio. E un silenzio non compiaciuto. Tra gli organizzatori era corsa voce che il Papa temesse un flop, ma perché allora non ha parlato neanche dopo? Neanche una parola… alla Marcia per la Vita, che era un’altra cosa e a cui partecipavano tra gli altri un cardinale e un paio di vescovi, appena un fugace cenno dal Palazzo Apostolico.”)

      Quanto al futuro conclave, Valli e Marcotullio paventano che la confusione creata dal pontificato bergogliano possa generare un contraccolpo reazionario.
      Indipendentemente dal conclave, auspicherei che il pontificato di Bergoglio e di chi gli dovesse succedere sia all’insegna delle fedeltà al Catechismo della Chiesa Cattolica, ossia all’insegnamento di san Giovanni Paolo II (Familiaris consortio, Reconciliatio et poenitentia, Ecclesia de Eucharistia, Veritatis splendor, Fides et ratio, Dominus Iesus ecc.). Non so se questo mio auspicio possa considerarsi reazionario…

  15. vale

    ma alla fine, per gli eventuali maschi sopravvissuti: c’è ancora un territorio da difendere?

    1. @vale, dipende da cosa si intende per “territorio”…

      Di certo la propria Famiglia e il suo “habitat”, che vanno oltre quello della propria casa.
      Vorrei sottolineare un aspetto di quanto scrive Silvana De Mari:

      <em<"Io ho sempre saputo se qualcuno mi avesse fatto del male, i carabinieri sarebbero stati l’ultimo dei suoi problemi, mio padre… ecc."

      Che significa qualcosa di più e di diverso dal “ho sempre avuto mio padre un passo dietro me a vigilare su di me…”.
      E’ il senso di sicurezza e “appartenenza” che ti da coraggio e ti fa sentire protetto anche se ti trovi fisicamente lontano. Ed ecco che il “territorio” si espande.

      Non ricorda tutto ciò l’atteggiamento del cuore e dello spirito di chi sa di avere il Dio come Padre e che nulla teme? Non è forse l’atteggiamento del Cristiano (che una cosa sola ha da temere…)?

      1. vale

        @bariom

        l’unica cosa da temere è la morte secunda.

        eppoi anche il territorio – qualunque tipo di territorio – con la levità di chi è nel mondo ma non del mondo. ( però qualche legnata,ogni tanto, bisogna pur darla.poiché il mondo questo capisce.)

        1. Thelonious

          @vale: concordo in toto !

          Non solo sul fatto che l’unica cosa da evitare, nella vita è la morte secunda (oppure, vista dall’altro lato, l’unica cosa che nella vita conta è andare in Paradiso) ma anche con la “levità di chi è nel mondo ma non del mondo”.
          Preziosissima affermazione. Una certa “levità” (e, lasciami dire, una certa ironia e auto-ironia) è proprio il segno che il cuore appartiene a Cristo.

  16. Paolo da Genova

    Protesto con l’autrice dell’articolo a nome degli uomini piccoli, come me, che non possono contare sulla forza fisica! C’è posto nel mondo maschile di suo padre e di suo marito per noi, che, anche volendo, non possiamo vincere con la forza?

    1. @Paolo spero che la tua sia una protesta scherzosa e ironica…

      La forza di un Uomo non sta né nella sua statura fisica, né nella forza dei suoi muscoli.
      E credo che nessuna Moglie o Figlio/a degni di questo nome, vedano la forza del Marito o Padre nei centimetri di altezza o nella forza dei suo bicipiti.

      1. fra' Centanni

        In realtà la forza e la prestanza fisica è sempre stata molto importante per i maschi. Per me lo è. Un po’ come per le femmine è importante la bellezza fisica. Ancora più importante, per un maschio vero, è la capacità di guardare subito dritto negli occhi. Ma, naturalmente, oggi la forza fisica non è più importante come una volta, perché c’è molta meno violenza (fisica) e più sicurezza (sempre fisica) per tutti. Per proteggere la propria famiglia, oggi, sono più efficaci i soldi ed il potere. Ed infatti le donne guardano molto anche l’aspetto economico e sociale di un pretendente, è normale.

        1. Mah…!

          Una bella infarcitura (e c’è anche il ripieno) di visione mondana delle cose.

          La “onde per cui” ha ragione Paolo, che magari è doppiamente sfigato perché magari non ha manco un soldo 😛

          1. fra' Centanni

            Non è questione di mondanità, è questione di natura. Il maschio si caratterizza per la forza fisica e per la determinazione nel carattere, la femmina per la sua bellezza e per la gentilezza. Ma naturalmente, nella valutazione di un pretendente, rientrano legittimamente anche considerazioni di carattere economico e sociale.

              1. fra' Centanni

                Non lo dico io, sono cose naturali. Se sei un maschio vero, non hai nessun imbarazzo a mostrare la tua forza fisica, il tuo carattere deciso. E sei pronto a sacrificarti per le persone che ami. Non è così? Non ti piace mostrare la tua virilità? E che maschio sei allora? Non dirmi che sei un cappone pure tu…

                1. Miiinchia, masculo vero seiii! E ialtri tutti cappponiiii furono…

                  Ma va là fra’ che il tuo avatar la dice tutta di chi sei…

            1. Ribadisco: fuori gioco i nanetti, debolucci, poveracci, che nessuna donna che si rispetti – non ne parliamo se è carina – guarderà mai!

              Ovviamente vale anche in senso inverso per le donne.

              Mah!

              (e chi nasce un po’ “handicappato”, ha ben ragione di prendersela con il Padreterno… giusto?)

          2. Piero

            Per una volta sono d’accordo con Bariom…
            Anche se… trovassi mai una modella che si fidanza con un metalmeccanico della provincia, invece che con un calciatore… 😉

      2. Luigi

        “La forza di un Uomo non sta né nella sua statura fisica, né nella forza dei suoi muscoli”l

        Diciamo che la decisione di impiegare, eventualmente, la forza fisica discende e deriva da quella consapevolezza di sè e del mondo che in tempi più civili si chiamava “senso dell’onore”.
        Perciò uno può avere tutti i centimetri e i chili di questo mondo, ma se non porta con sè il fuoco – McCarthy docet – questi non servono a nulla.
        Anzi, magari sono pure controproducenti, perché male impiegati. Pensiamo agli atti di violenza sui più deboli.

        Precisato questo, va però anche riconosciuto che il sistematico promuovere, da parte di ben individuate e anticattoliche centrali di pensiero, di una figura maschile androgina, efebica, macerata dal dubbio fine a se stesso, aliena da ogni sana attività fisica, timorosa del sole e del vento e della pioggia, incapace di scelte e – quando eccezionalmente sceglie – di dar corpo alla decisione con l’azione, beh, non è certo un bene.

        Ancor più non è un bene quel continuo informare la propria esistenza alla visione micragnosa, sparagnina, usuraia oggi dominante in ogni ambito, dove conta solo il ritorno su ciò che si investe (e già la scelta di un lessico “finanziario” la dice lunga…).
        Un maschio che voglia essere uomo deve proiettare tutto se stesso verso l’esterno, senza nulla trattenere per sè.

        Aneddoto spicciolo: metà dicembre, serata di forte pioggia. Coppia sui 25/30, dembulante in una tipica cittadina della provincia italiana. Lei non avrebbe certo vinto il titolo di miss Helsinki, lui forse sì.
        Lei con le mani avvinghiate a un ombrello bastevole per il diluvio universale, cercando di riparare entrambi senza essere trascinata via dal vento. Lui elegantissimo e con le mani in tasca…

        Ciao.
        Luigi

    2. giulia

      RIDICOLO ciò che dici Paolo! Proprio un bell’esempio chi FA FINTA di non capire e soprattutto NON VUOLE MANCO PROVARCI…mi unisco a Bariom nella speranza che sia stata solo una battutaccia.

      1. Paolo da Genova

        @ GIULIA
        Chiedo scusa, ma perché è ridicolo quanto ho scritto? Quale battutaccia avrei scritto? Io intendo quello che leggo e l’autrice dell’articolo ha scritto espressamente che il suo senso di sicurezza, prima di figlia e poi di moglie, viene dalla capacità di “massacrare” prima di suo padre e poi di suo marito. Non l’ho scritto io, l’ha scritto l’autrice e ci ha tenuto anche a ripeterlo più volte. Si da il caso che io condivida la tesi di fondo dell’articolo, cioè che di fronte al male sia un diritto, anzi, un dovere usare la forza. Però contesto questo modo di scrivere dell’autrice, per cui pare che a essere uomini deboli, incapaci di “fracassare”, non si sia uomini. Ora, fosse questo un altro sito, pazienza. Ma che sul blog di Costanza Miriano si scrivano certe cose, mi offende. L’amor proprio è comune a tutti, non solo a voi donne, che giustamente vi offendereste se qualcuno dicesse o scrivesse che solo le donne belle sono degne di amore.

        1. Fabrizio Giudici

          @Paolo

          “Non l’ho scritto io, l’ha scritto l’autrice e ci ha tenuto anche a ripeterlo più volte. Si da il caso che io condivida la tesi di fondo dell’articolo, cioè che di fronte al male sia un diritto, anzi, un dovere usare la forza. Però contesto questo modo di scrivere dell’autrice, per cui pare che a essere uomini deboli, incapaci di “fracassare”, non si sia uomini”

          La cosa diventa interessante e a questo punto mi incuriosisce. Vorrei avere qualche risposta anche da Thelonius e Bariom perché non li ho capiti: avete apprezzato l’articolo, ma criticato i commenti di Fra’. Eppure a me pare che dicano le stesse cose, in modi diversi (e complementari); in sintesi:

          “è tipicamente mascolino usare la forza e tipicamente femminino essere belle.”

          Questo non vuol dire che un uomo che non sia Rambo non è un uomo, né che una donna che non sia Miss Universo non sia una donna. O che un uomo bello debba porsi problemi, così come una donna pratica in arti marziali. Semplicemente si discostano dall’archetipo del proprio sesso, senza che questa sia necessariamente una patologia o una cosa di cui vergognarsi.

          La frase però è talmente vera che basta provare a ribaltarla per mostrarlo: se scrivo che è tipico degli uomini essere belli e tipico delle donne usare la forza, vi torna tutto? Direi proprio di no.

          PS Sappi poi, Paolo, che io non ricado certamente nella categoria dei Rambo; anzi, sono proprio una pippa. Per cui non facciamone una questione personale.

          1. Thelonious

            “La frase però è talmente vera che basta provare a ribaltarla per mostrarlo: se scrivo che è tipico degli uomini essere belli e tipico delle donne usare la forza, vi torna tutto? Direi proprio di no.”

            Certo che non torna, ma è sbagliato il procedimento logico.

            Cioè se dico 01000110 (affermazione 1) non è che se non sono d’accordo necessariamente il suo negato bit-a-bit (10111001 – affermazione 2) ma magari una delle altre combinazioni.

            1. Fabrizio Giudici

              “Cioè se dico 01000110 (affermazione 1) non è che se non sono d’accordo necessariamente il suo negato bit-a-bit (10111001 – affermazione 2) ma magari una delle altre combinazioni.”

              Va bene. Però vuoi dire che non sei d’accordo su:

              ““è tipicamente mascolino usare la forza e tipicamente femminino essere belle.”

              In cosa?

          2. A me non paiono dire la stessa cosa (peraltro l’articolo dice molto di più e di diverso…).

            Come per altro la “forza” dell’Uomo – e già l’ho detto – non può intendersi come questione muscolare e alla bellezza della Donna personalmente preferisca di gran lunga la sua Femminilità (che fa da contraltare delle Mascolinitò o Vrilità).
            Dote di cui un donna bella può essere del tutto sprovvista, mentre può esserne ricca una donna non bella – se poi ci addentriamo nel cosa è “bello”, non ne usciamo più.

            1. Thelonious

              Per quello che ha scritto Bariom. L’articolo non dice “sostanzialmente” quello che ha scritto “fra Cent’anni”. Dice molto di più, di meglio e di diverso.

              Ridurre la complessità di un ragionamento ad una frase di tre parole dure come pietre, avendo anche l’ardire di domandare “sei un cappone anche tu?” ad uno che non è d’accordo (con la riduzione, non con il contenuto dell’articolo) è come descrivere il quadro della Gioconda dicendo “E’ una donna seduta che sorride”. Non è che non mi piace il quadro, non mi piace la sua caricaturale riduzione.

              E’ chiaro o no? Che me so’ stufato di giustificare ogni virgola detta !

          3. Paolo da Genova

            @ FABRIZIO GIUDICI
            Per carità, niente di personale neanche da parte mia. Convivo felicemente con mia moglie e con la mia debolezza fisica, anzi, proprio perché sono debole fin dall’infanzia ho imparato a farmi furbo. Dalle caverne in poi, la lingua e la penna sono più potenti del pugno e della spada. Il problema, se mai, è dell’autrice dell’articolo, che mi pare avere una visione come minimo incompleta di noi uomini. Fatti suoi, la cosa non mi tocca, se non fosse che mi dispiace leggere un articolo come questo sul blog di Costanza Miriano.

            1. Beatrice

              @Paolo da Genova
              Io penso che tu abbia frainteso le parole della dottoressa De Mari, la quale non ha minimamente sostenuto che gli uomini debbano essere per forza tutti dei palestrati ultra-forzuti alti dal metro e ottanta in su. Ha detto, per come ho capito io, che gli uomini devono tornare a fare gli uomini, qualsiasi sia il ruolo che hanno nella società e qualsiasi sia la loro condizione fisica. Che cosa intendo per “fare gli uomini”? Non certo usare violenza verso la donna o chicchessia in maniera del tutto ignobile e gratuita, ma lottare per difendere i più deboli e per difendere ciò in cui si crede senza lasciarsi intimorire da qualsivoglia minaccia. Per esempio uno può benissimo essere un soldo di cacio, ma avere un grande talento nello scrivere e col suo lavoro di giornalista può dimostrare di essere uomo difendendo le sue idee anche a costo di andare contro la cultura dominante e di venire linciato pubblicamente. Esistono invece tanti giornalisti cattolici che questo non lo fanno proprio per niente, perché immobilizzati dalla paura delle possibili ripercussioni. Come vedi la virilità non ha nulla a che fare con i muscoli che uno ha, perché uno può essere un cattolico dal physique du role smagliante che però alla prova del nove, quando si tratta di difendere i propri figli da ideologie mortifere contemporanee, se la dà a gambe in tutta fretta, mentre un altro può avere il fisico di paperino e mostrare al contrario un coraggio ammirevole nelle battaglie a difesa della famiglia e della vita (battaglie in cui in teoria dovrebbe essere impegnato ogni cattolico che si rispetti, ma così non è, non si sa bene per quale ragione). Mi è rimasta impressa una frase detta da Gianna Jessen (se non la conosci cerca un suo video perché ha una storia bellissima da raccontare), a un certo punto durante la sua testimonianza si rivolse agli uomini presenti per dire loro qualcosa del genere: “uomini, dovete tornare a difendere le vostre mogli e i vostri figli, l’aborto è un male sia per le une che per gli altri, smettetela di accettare per quieto vivere ogni obrobrio che la modernità propone, voi avete il grandissimo compito di difendere chi è più debole, non potete più tacere, non potete più accettare passivamente la strage di innocenti che ogni anno si perpetra contro i vostri figli, il sangue del vostro sangue, tornate ad essere uomini, perché noi donne sentiamo moltissimo la vostra mancanza.”
              Quindi, Paolo, traquillo, anche tu puoi dimostrare di essere uomo pur non avendo il fisico da superman, si tratta solo di avere coraggio e il coraggio, se uno non ce l’ha, mica se lo può dare, neanche se ha la forza fisica di Atlante.

              1. E se uno il coraggio non ce l’ha… non dimentichiamo che anch’esso può essere chiesto al Signore, che dona tutto ciò che copre le nostre infinite manchevolezze e tutto a maggior Gloria Sua.

                “Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo.”

                2Corinzi 12,9

        2. Luigi

          “L’amor proprio è comune a tutti, non solo a voi donne, che giustamente vi offendereste se qualcuno dicesse o scrivesse che solo le donne belle sono degne di amore.”

          Questa osservazione ha richiamato alla memoria una frase che l’autrice de “Il risveglio della signorina Prim” fa pronunciare a uno dei personaggi femminili del suo romanzo; frase che riporto come spunto di riflessione:

          “Ferire i suoi sentimenti? Per l’amor di Dio, che cosa succede agli uomini d’oggi? Ai tempi di mio marito, di mio padre, dei miei fratelli, l’idea che le chiacchere di una donna potessero ferire i sentimenti di un uomo sarebbe suonata ridicola. Un uomo che si sente ferito da una conversazione in una sala da tè è un invertebrato”

          E poi leggo, di Fabrizio:

          “Questo non vuol dire che un uomo che non sia Rambo non è un uomo”

          Anche perché Rambo era un berretto verde, medaglia d’onore del Congresso.
          Dopo il primo film, purtroppo, è diventato una macchietta…

          Ciao.
          Luigi

          1. @ Luigi 11 gennaio 2017 alle 17:07.
            Grazie per avermi fatto rammentare che “Il risveglio della signorina Prim” è uno dei libri che da tempo avevo in mente di procurarmi ma ancora non mi sono procurata. Mi sono fatta traviare dall’opera omnia di J.F Parot …

            1. Luigi

              Prego!
              Lo sto consigliando a dritta e a sinistra (absit iniuria verbis…).

              Ovviamente mi dovrò informare su questo (questa?) Parot, di cui nulla so.

              Ciao.
              Luigi

              1. E’ un lui, Parot.
                http://www.nicolaslefloch.fr/

                Lo consiglio. Per spregiudicatezza fa il paio con Ellis Peters. Lei, in uno dei romanzi su fratello Cadfael ha inserito un miracolo vero. Lui, in uno dei suoi ha messo un vero esorcismo.
                Nicolas Le Floch è un cattolico sincero e osservante (anche se tutt’altro che bacchettone) nella Parigi degli ultimi due Luigi.

  17. Enrico Turomar

    Intervista del card. Muller a Tgcom24

    “Una correzione fraterna al Papa mi sembra molto lontana, in questo momento non è possibile perché non c’è alcun pericolo per la fede”.

    Lo ha detto alla trasmissione “Stanze Vaticane” di Tgcom24, il Card. Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione della Dottrina della fede, in merito ai “dubia” sollevati da 4 cardinali (Burke, Meisner, Brandmüller e Caffarra) su alcuni paragrafi dell’esortazione apostolica “Amoris Laetitia” sull’accesso ai sacramenti per i divorziati risposati e sulla possibilità di fare una “correzione” a Papa Francesco.

    “Ognuno”, ha detto il porporato tedesco, “soprattutto i cardinali della Chiesa Romana, hanno il diritto di scrivere una lettera al Papa. Mi sono stupito perché questa però è diventata pubblica, costringendo quasi il Papa a dire sì o no. Questo non mi piace. Anche una possibile correzione fraterna del Papa”, ha continuato, “mi sembra molto lontana, non è possibile in questo momento perché non si tratta di un pericolo per la fede come San Tommaso ha detto”.

    Il Prefetto dell’ex Sant’Uffizio, ha poi continuato: “Siamo molto lontani da una correzione e dico che è un danno per la Chiesa discutere di queste cose pubblicamente. Amoris Laetitia è molto chiara nella sua dottrina e possiamo interpretare tutta la dottrina di Gesù sul matrimonio, tutta la dottrina della Chiesa in 2000 anni di storia. Papa Francesco”, ha concluso il cardinale, “chiede di discernere la situazione di queste persone che vivono un’unione non regolare, cioè non secondo la dottrina della Chiesa su matrimonio e chiede di aiutare queste persone a trovare un cammino per una nuova integrazione nella Chiesa secondo le condizioni dei sacramenti, del messaggio cristiano sul matrimonio. Ma io non vedo alcuna contrapposizione: da un lato abbiamo la dottrina chiara sul matrimonio, dall’altro l’obbligo della Chiesa di preoccuparsi di queste persone in difficoltà”.

    1. Alessandro

      L’intervento del prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede contiene molti elementi problematici.

      Müller afferma:

      “Amoris Laetitia è molto chiara nella sua dottrina e possiamo interpretare tutta la dottrina di Gesù sul matrimonio, tutta la dottrina della Chiesa in 2000 anni di storia. Papa Francesco chiede di discernere la situazione di queste persone che vivono un’unione non regolare, cioè non secondo la dottrina della Chiesa su matrimonio e chiede di aiutare queste persone a trovare un cammino per una nuova integrazione nella Chiesa secondo le condizioni dei sacramenti, del messaggio cristiano sul matrimonio. Ma io non vedo alcuna contrapposizione: da un lato abbiamo la dottrina chiara sul matrimonio, dall’altro l’obbligo della Chiesa di preoccuparsi di queste persone in difficoltà.”

      In sostanza Müller afferma che Amoris laetitia è perfettamente conforme al Magistero autentico della Chiesa.
      Orbene, senza dubbio (non ci piove) l’interpretazione che Müller dà di Amoris laetitia è perfettamente conforme al Magistero autentico della Chiesa:

      http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351294

      Il problema risiede nel fatto che l’interpretazione che Müller dà di Amoris laetitia (AL) NON è quella che ne dà l’Autore.

      1) Müller nega infatti categoricamente che AL autorizzi in certi casi l’ammissione all’Eucaristia di un divorziato risposato perseverante nella convivenza more uxorio:

      “Alcuni hanno affermato che la “Amoris laetitia” ha eliminato questa disciplina e ha permesso, almeno in alcuni casi, che i divorziati risposati possano ricevere l’eucaristia senza la necessità di trasformare il loro modo di vita secondo quanto indicato in FC 84, cioè abbandonando la nuova unione o vivendo in essa come fratello e sorella. A questo bisogna rispondere che se la “Amoris laetitia” avesse voluto cancellare una disciplina tanto radicata e di tanta rilevanza l’avrebbe detto con chiarezza e presentando ragioni a sostegno. Invece non vi è alcuna affermazione in questo senso; né il papa mette in dubbio, in nessun momento, gli argomenti presentati dai suoi predecessori, che non si basano sulla colpevolezza soggettiva di questi nostri fratelli, bensì sul loro modo visibile, oggettivo, di vita, contrario alla parole di Cristo.

      Ma non si trova questa svolta – obiettano alcuni – in una nota a piè di pagina in cui si dice che, in alcuni casi, la Chiesa potrebbe offrire l’aiuto dei sacramenti a chi vive in situazione oggettiva di peccato (n. 351)? Senza entrare in un’analisi dettagliata, basta dire che questa nota fa riferimento a situazioni oggettive di peccato in generale, senza citare il caso specifico dei divorziati in nuova unione civile. La situazione di questi ultimi, effettivamente, ha caratteristiche particolari che la distinguono da altre situazioni. Questi divorziati vivono in contrasto con il sacramento del matrimonio e, dunque, con l’economia dei sacramenti, il cui centro è l’eucarestia. Questa è, infatti, la ragione richiamata dal precedente magistero per giustificare la disciplina eucaristica di Familiaris Consortio 84; un argomento che non è presente nella nota né nel suo contesto. Ciò che afferma, dunque, la nota 351 NON tocca la disciplina precedente: è SEMPRE VALIDA la norma di Familiaris Consortio 84 e di Sacramentum Caritatis 29 e la sua applicazione IN OGNI CASO.”

      2) Papa Francesco invece, all’opposto del prefetto Müller, aderendo all’interpretazione che di AL forniscono i vescovi della regione Buenos Aires, afferma che AL autorizza in certi casi l’ammissione all’Eucaristia di un divorziato risposato perseverante nella convivenza more uxorio:

      “In altre circostanze più complesse e quando non è possibile ottenere una dichiarazione di nullità, la scelta menzionata [cioè il vivere tra loro come fratello e sorella della coppia di divorziati risposati, secondo il dettame di Familiaris consortio 84] può essere di fatto non praticabile. Nonostante ciò, è comunque possibile un cammino di discernimento. Se si giunge a riconoscere che, in caso concreto, ci siano limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpevolezza (cf. note 301-302), in particolare quando una persona constati che ricadrebbe in un’ulteriore colpa danneggiando i figli della nuova unione, Amoris laetitia apre la possibilità di accesso ai sacramenti della riconciliazione e dell’Eucaristia (cf. note 336 e 351). Questi a loro volta dispongono la persona a continuare a maturare e a crescere con la forza della grazia”

      http://blog.messainlatino.it/2016/09/amoris-laetitia-il-perpetuarsi-della.html

      Müller ha già affermato che QUESTA interpretazione di Amoris laetitia (cioè quella che ne dà il Papa che ha firmato il documento) è incompatibile con il Magistero autentico della Chiesa:

      “Qualcuno potrebbe insistere: non ha poca misericordia Francesco se non compie questo passo [cioè: se non ammette in certi casi all’Eucaristia divorziati risposati conviventi more uxorio]? Non è troppo chiedere a queste persone che camminino verso una vita conforme alla Parola di Gesù? Succede piuttosto il contrario. Diremmo, utilizzando l’immagine dell’arca, che Francesco, sensibile alla situazione di diluvio vissuta dal mondo attuale, ha aperto tutte le finestre possibili della nave e ci ha tutti invitati a lanciare corde dalle finestre per trarre dentro nella barca l’uomo naufrago.
      Ma permettere, SIA PURE SOLTANTO IN ALCUNI CASI, che si dia la comunione a chi tiene visibilmente un modo di vita contrario al sacramento del matrimonio non sarebbe aprire una finestra in più, ma aprire una breccia nel fondo della nave, lasciando che vi entri il mare e mettendo in pericolo la navigazione di tutti e il servizio della Chiesa alla società. Più che una via d’integrazione sarebbe una via di DISINTEGRAZIONE dell’arca ecclesiale, una via d’acqua.”

      Ad abundantiam, che Müller ritenga assolutamente incompatibile con il Magistero autentico della Chiesa il fatto che in alcuni casi siano ammessi all’Eucaristia divorziati risposati conviventi more uxorio è quanto consta palesemente da quanto il cardinale scrisse sull’argomento in un lungo articolo del 2013 comparso sull’Osservatore romano:

      “Un’ulteriore tendenza a favore dell’ammissione dei divorziati risposati ai sacramenti è quella che invoca l’argomento della misericordia. Poiché Gesù stesso ha solidarizzato con i sofferenti donando loro il suo amore misericordioso, la misericordia sarebbe quindi un segno speciale dell’autentica sequela. Questo è vero, ma è un argomento debole in materia teologico-sacramentaria, anche perché tutto l’ordine sacramentale è esattamente opera della misericordia divina e non può essere revocato richiamandosi allo stesso principio che lo sostiene.

      Attraverso quello che oggettivamente suona come un falso richiamo alla misericordia si incorre nel rischio della banalizzazione dell’immagine stessa di Dio, secondo la quale Dio non potrebbe far altro che perdonare. Al mistero di Dio appartengono, oltre alla misericordia, anche la santità e la giustizia; se si nascondono questi attributi di Dio e non si prende sul serio la realtà del peccato, non si può nemmeno mediare alle persone la sua misericordia.

      Gesù ha incontrato la donna adultera con grande compassione, ma le ha anche detto: «Va’, e non peccare più» (Giovanni, 8, 11). La misericordia di Dio non è una dispensa dai comandamenti di Dio e dalle istruzioni della Chiesa; anzi, essa concede la forza della grazia per la loro piena realizzazione, per il rialzarsi dopo la caduta e per una vita di perfezione a immagine del Padre celeste.”

      http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/muller/rc_con_cfaith_20131023_divorziati-risposati-sacramenti_it.html

      – Insomma, Müller ritiene eccome pericolosa per la fede l’interpretazione che Francesco dà di Amoris laetitia.

      Ma allora, perché Müller afferma che AL non mette in pericolo la fede? Forse ignora quale sia l’interpretazione di AL che il Papa ha palesato di gradire? No, Müller non è uno sprovveduto acchiappafarfalle, conosce questa interpretazione e seguita a ritenerla pericolosa per la fede. Ossia dissente nettamente da Papa Francesco. I testi che ho addotto lo mostrano chiaramente.

      Allora, come intendere queste più recenti parole del prefetto? Mi pare ovvio che Müller, dalla posizione di delicatissima responsabilità in cui si trova, vedendo divampare e ingrossare un incendio che sta dividendo drammaticamente i cattolici e di cui non è in vista il rimedio, getti acqua sul fuoco, non voglia essere quello che alimenta la lacerazione contestando apertamente il Papa regnante.

      Purtroppo, questo intervento non servirà a sanare la situazione, poiché l’artefice dell’incendio (come Müller ben sa) è chi ha scritto Amoris laetitia e ne ha avvalorato un’interpretazione che Müller stesso ritiene pericolosa per la fede in quanto incompatibile con il Magistero autentico della Chiesa.

      Teniamo presente pure che Francesco è implacabile con chi non concorda con lui, e ci metterebbe due secondi a rimuovere Müller se il porporato prendesse le parti del cardinali che hanno avanzato i “dubia” (di fatto Müller è ancora al suo posto solo perché è amicissimo del Papa emerito, e quindi la sua rimozione sarebbe uno schiaffo di Bergoglio a Ratzinger)…

      1. Fabrizio Giudici

        A complemento dell’intervento di Alessandro: Tosatti e “Die Tagespost”, un giornale tedesco, hanno riportato una notizia che riguarda la CDF: Francesco ha imposto a Mueller di cacciare tre membri della congregazione, senza motivo. Durante un’udienza che Mueller ha richiesto per ricevere spiegazioni, con tono sprezzante il Papa gli ha risposto che l’ha deciso e non è tenuto a spiegarne i motivi (questo perché è umile, misericordioso, dialoga sempre e non caccia mai via nessuno).

        http://www.marcotosatti.com/2016/12/26/francesco-la-curia-e-il-governo-episodi-che-rendono-perplessi-ma-questo-papa-e-buono/

        Evidente messaggio diretto a Mueller: posso cacciarti quando voglio. Mueller probabilmente pensa di minimizzare i danni cercando di rimanere al suo posto, barcamenandosi. Rimane il fatto che la sua affermazione “non ci sono pericoli per la fede” non è argomentata e, come ha ricordato Alessandro, è in evidente contrasto con la realtà, se non altro perché esistono due interpretazioni opposte e incompatibili tra loro.

        Ci sono molti modi con cui si reagisce a questa crisi. Certi prelati, come i quattro cardinali (ma da Valli apprendo che ce ne sono altri due, in origine, di cui non si sa il nome), altri cardinali e vescovi che li hanno appoggiati esplicitamente, eccetera, preferiscono parlare direttamente, senza tanti tatticismi. Certi invece sono preda dei tatticismi. Forse qualcuno sarà anche giustificato da validi motivi, e lo capiremo in seguito. Ma quel che conta non è chi dice cosa, ma cosa dice. E può anche essere che si vedano defezioni tra i “resistenti”. Per rimanere in tema con il post, non tutti hanno le palle.

        1. Fabrizio Giudici

          E dimenticavo un fatto fondamentale: parlare direttamente, senza tatticismi, e fornendo solidi argomenti.

        2. Alessandro

          Quanto precisato da Fabrizio chiarisce bene il clima di sospetto e intimidazione in cui lavorano la Congregazione per la dottrina della Fede e il suo prefetto, e ritengo vada tenuto presente per capire da dove vengono le recenti dichiarazioni di Müller…

          I tre reverendi Officiali della congregazione silurati misericordiosamente dal Papa senza alcuna giustificazione e nonostante la difesa del prefetto sono un sacerdote slovacco-americano, uno messicano e uno francese:

          http://www.onepeterfive.com/pope-orders-cardinal-muller-to-dismiss-three-cdf-priests/

          1. Fabrizio Giudici

            http://remnantnewspaper.com/web/index.php/articles/item/2980-the-remnant-interview-of-cardinal-raymond-burke


            […]
            Cardinal Burke: Well first of all, as I stated from the beginning, the very form of Amoris Laetitia, and, actually, the words of the Pope within the document, indicate that it is not an exercise of the papal magisterium. And the way the document necessarily is read, as with every document, is in the light of the constant teaching and practice of the Church. And so the statements in AL which are in accord with the Church’s constant teaching and practice certainly are very fine. But there are a number of statements that are at best confusing and they must be clarified and that’s why four of us cardinals posed, according to the classic practice of the Church, five questions to the Holy Father having to do with the very foundations of the moral life and the Church’s constant teaching in that regard. And it’s clear that we, in presenting the dubia and asking those questions, that we believe that if they’re not answered, there’s great danger of a continued confusion in the Church, which is leading souls into error with regard to questions that have to do with their very salvation. So certainly, without the clarification of these questions, there is a potential of scandal. With regard to the question of heresy, one has to be very attentive to material heresy and to formal heresy. In other words, material heresy: are there actual statements in the text which are materially heretical? Are they contradictory to the Catholic Faith? Formal heresy: did the person—namely the person of the pope who wrote the document—intend to proclaim heretical teachings? And the last thing, I don’t believe myself at all. And I think with regard to the first question, the language and so forth is confusing and it’s difficult to say that these confusing statements are materially heretical. But they need to be clarified, and to refuse to clarify them could lead people into error, into radical thinking with regard to some very serious questions.

            MJM: If nothing does change and there is no clarification forthcoming, and since we’re talking about the Church’s teaching on the indissolubility of marriage—and given that marriage is already so embattled, with rampant divorce and now even gay marriage—what do you foresee as the ramifications of AL, especially paragraph 305 and footnote 351, if no clarification comes, not only for the Church but for the whole world?

            Cardinal Burke: It would be very devastating. Recently I read a column by Ross Douthat in the New York Times, commenting on an application of AL in the Diocese of San Diego. He said, correctly, that if this interpretation of AL should be correct and acceptable then the Church’s teaching on marriage is finished. And we can’t have that, of course, because it’s the law which God wrote on the human heart from the very creation; it’s the order, the law, which Christ confirmed in His teaching in a most clear way, as is recounted in Matthew Chapter 19 in which He confers the grace of a Christian sacrament. So the dubia must be answered. The questions have to be answered in accord with the Church’s tradition in order that the Church carry out her mission for the salvation of the world. If the Church were simply to accept the way of our culture, with regard to marriage, then she will have betrayed herself and betrayed her Lord and Master, and that we just simply can’t permit.

            […]

            MJM: Now, the idea that this could even escalate to the point where you would lose your cardinal rank. Do you believe it could come to that?

            Cardinal Burke: I don’t even think about it. I mean, certainly, it’s possible. It’s happened, historically, that a cardinal has lost his title. But I don’t think about it because I know what my duty is and I can’t be distracted from it by these kinds of thoughts – you know, worrying about whether I’m going to be in some way persecuted for defending the truth. As I said, one person said to me: “Aren’t you afraid to insist on these matters?” And I said that what I’m afraid of is to have to appear before Our Lord at the Last Judgment and having to say to Him: “No, I didn’t defend You when You were being attacked, the truth that You taught was being betrayed.” And so, I just don’t give it any thought.

            1. Alessandro

              Cardinale Burke intervistato oggi su La Verità.

              “E’ totalmente falso che i quattro cardinali siano divisi, e per questo non voglio fare alcuna speculazione su eventuali prossimi passi da compiere in merito all’iniziativa che abbiamo preso. Se lo faremo, lo faremo dopo esserci confrontati… Il primo passo potrebbe essere chiedere un incontro privato con il Santo Padre per indicargli le affermazioni inaccettabili di Amoris laetitia…

              Non siamo soltanto quattro. Personalmente conosco altri cardinali che condividono pienamente i dubia.

              San Tommaso d’Aquino pone il problema dell’eventuale correzione formale del Papa e anche la disciplina della Chiesa ne tratta. E’ stato raramente utilizzato, ci sono degli esempi, e certamente si può ipotizzare il caso di un Papa che in qualche modo possa cadere in errore. In questo caso occorre provvedere a una correzione.”

          2. Alessandro

            Quanto ai tre officiali della Congregazione per la dottrina della Fede silurati misericordiosamente dal Papa, Magister rivela che, contrariamente a quanto scrivevo prima, uno di loro è un sacerdote olandese:

            “Ha sollevato il velo il vaticanista Marco Tosatti, quando il 26 dicembre diede notizia dell’ordine dato dal papa a un capo di dicastero di licenziare in tronco tre suoi ufficiali, ordine dato senza spiegazioni e senza accettare obiezioni.

            Oggi si sa che il dicastero in oggetto non è di second’ordine, è la congregazione per la dottrina della fede. E i tre licenziati godevano del pieno apprezzamento del loro prefetto, il cardinale Gerhard L. Müller, a sua volta fatto segno di ripetuti atti di umiliazione, in pubblico, da parte del papa.

            Ma chi è, dei tre estromessi, l’officiale che Francesco in persona – come riferito da Tosatti – aspramente rimproverò per telefono per aver espresso contro di lui delle critiche, arrivate all’orecchio del papa ad opera di un delatore?

            È il sacerdote Christophe J. Kruijen, 46 anni, olandese, in servizio alla congregazione per la dottrina della fede dal 2009, teologo di riconosciuto valore, insignito nel 2010 dall’ambasciata di Francia presso la Santa Sede del prestigioso Prix Henri De Lubac, a lui assegnato all’unanimità da una giuria comprendente i cardinali Georges Cottier, Albert Vanhoye e Paul Poupard.”

            http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/01/11/un-licenziamento-una-demolizione-la-nuova-curia-eccola-qui/

      2. Enrico Turomar

        Alessandro,

        ‘Il problema risiede nel fatto che l’interpretazione che Müller dà di Amoris laetitia (AL) NON è quella che ne dà l’Autore’

        Eh no, non ho nessuna intenzione di andare a cercare i post ma ricordo bene che secondo te il problema era il capitolo 8 della AL, per il quale non erano possibili interpretazioni in linea col Magistero.

        Per quanto riguarda la tua dietrologia, senza prove accusi non solo Francesco (ormai qua siamo abituati) ma anche il card. Muller che accontenterebbe Francesco per non perdere il posto. Parafrasando il poeta, non ti curar di lei (la dietrologia) ma guarda e passa.

        Croce-Via ha appena pubblicato un post non molto tenero col card. Burke in risposta alla sua intervista.

        1. Fabrizio Giudici

          “Eh no, non ho nessuna intenzione di andare a cercare i post ma ricordo bene che secondo te il problema era il capitolo 8 della AL, per il quale non erano possibili interpretazioni in linea col Magistero.”

          Infatti non ce ne sono, se non facendo finta di non leggere certi passaggi e note e le interpretazioni errate che Francesco ha dato, ripetutamente, ma indirettamente per evitare di pronunciarsi in modo chiaro; ma che conseguentemente non possono essere ritenute magisteriali. Mueller non è il primo prelato che cerca di far passare la linea “facciamo finta che”. Non vedo alcuna contraddizione in quello che ha scritto Alessandro.

          Per il resto, non c’è dietrologia: le cose sono documentate e messe per iscritto.

          L’articolo di Croce-Via che non hai linkato, ma lo faccio io, mostra invece quali bassezze morali raggiungono certi scribacchini:

          https://pellegrininellaverita.com/2017/01/11/burke-loggettivo-dei-dubia-non-e-la-verita-ma-solo-lincastrare-il-santo-padre/

          Lo stesso scribacchino, quando uscì il “documento dei 45” che analizza alcune affermazioni critiche della Amoris Laetitia, se ne uscì con un post dove sparò insulti a raffica, definendo i 45 studiosi “45 clowns”:

          https://pellegrininellaverita.com/2016/07/29/45-clowns-contro-amoris-laetitia/comment-page-1/

          È il tipico stile degli scribacchini di regime che, non avendo argomenti, devono buttarla in caciara. In totale coerenza con le prediche del capo, che – altro che misericordia e parresia – schizzano bile su tutti quelli che osano fargli osservazioni.

            1. Frederick

              “MJM: Now, in a private letter of September 5th to the bishops of Buenos Aires, Pope Francis wrote: “There are no other interpretations of Amoris Laetitia,” other than one admitting divorced and remarried Catholics to Holy Communion in some cases. He is so adamant about this, Your Eminence. So, is it even possible for you to envision a scenario whereby you suddenly discover that you’ve missed something, that the Four Cardinals are misinterpreting it, and that you’d have to concede you were wrong? I mean if that’s not possible, then what is the point of the dubia? Don’t you already know the answers to your five questions?

              Cardinal Burke: CERTAINLY WE DO. But the important thing is that the pastor of the universal Church, in his office as guardian of the truths of the Faith and promoter of the truths of the faith—that he make clear that, yes, he answers these questions in the same way that the Church answers them. And so what he wrote in that letter simply means that this is his personal understanding of the matter. But that letter hardly could be considered an exercise of the papal magisterium. And so, it’s a painful situation in which to be involved but we simply have to press forward to clarify the matter”.

              Fonte http://remnantnewspaper.com/web/index.php/articles/item/2980-the-remnant-interview-of-cardinal-raymond-burke

        2. Alessandro

          Enrico

          anziché accalorarti, ragiona.

          1) ti ho mostrato, documenti alla mano, che l’interpretazione che Müller dà di Amoris laetitia (AL) NON è quella che ne dà l’Autore

          2) ho detto su questo blog e ribadisco e se vuoi ripeto daccapo perché Amoris laetitia, al capitolo 8, così come giace e nel suo senso manifesto, è incompatibile con il Magistero autentico della Chiesa. Se non concordi con me, entra nel merito e obietta ai miei argomenti.

          3) ho detto su questo blog e ribadisco e se vuoi ripeto daccapo perché Amoris laetitia, al capitolo 8, nell’interpretazione dei vescovi della regione Buenos Aires approvata da Francesco, è incompatibile con il Magistero autentico della Chiesa. Se non concordi con me, entra nel merito e obietta ai miei argomenti. Che poi sono identici agli argomenti di Mueller che ho appena riferito nel mio commeto precedente e quindi non riscriverò.

          4) “Croce-Via ha appena pubblicato un post non molto tenero col card. Burke in risposta alla sua intervista”
          E un bel chissenefrega no? Sono pronto in ogni momento a mostrare l’inconsistenza teologica e dottrinale della difesa a oltranza di Amoris laetitia compiuta sventuratamente da quel sito (che ovviamente non lesina pesanti attacchi personali ai cardinali, auspica che venga tolta loro la porpora, anzi li considera già decaduti… tanto per chiarire il livello e la lucidità di chi cura il sito in questione)

          5) Che Francesco abbia silurato tre Officiali della Congregazione per la dottrina della Fede senza giustificazioni e abbia liquidato sprezzantemente il prefetto che li difendeva è un dato di fatto: vai a Roma e verifica che fine hanno fatto i tre Officiali.
          Che la congregazione viva in un clima di sospetto e intimidazione è dunque certo. Accorgitene, fattene una ragione, non prendertela con me

          1. Fabrizio Giudici

            Ulteriore commento.

            http://iltimone.org/35527,News.html

            In generale, non può che essere ripetitivo perché le contraddizioni sono evidenti da mesi. Di nota, il paragrafo finale, che contiene un’osservazione che è già stata fatta qualche tempo fa da un commentatore americano (mi pare Douthat).


            A partire da queste due interpretazioni paradigmatiche del capitolo VIII di Amoris laetitia, scrive Collin, e che mostrano una evidente contraddittorietà, «quattro cardinali si sono rivolti al Papa perchè eserciti il suo ruolo di pastore risolvendo i dubbi». Ma il Papa, come sappiamo, non ha risposto. «Qual è il significato di questo silenzio?», si chiede lo studioso. Due sono le possibili risposte che offre al lettore:

            […]

            «La seconda lettura è soprannaturale e consiste nel dire che se il Papa non risponde ufficialmente, ma in privato o per mediatori interposti, è che Egli non può opporsi frontalmente al magistero precedente o alla Parola di Dio. (…) La legge di Dio non è un ideale, divenendo per i fedeli, se loro domanda di obbedire, un fardello insopportabile. Ella è sorgente di vita nell’esistenza concreta di ciascuno. Dio dà sempre la grazia per vivere ciò che Egli comanda. Infine, ricordate che il discernimento di Sant’Ignazio non può portare che al compimento di atti buoni e mai ad atti intrinsecamente cattivi. Non c’è mai una maniera prudente di essere adulteri».

            Douthat (o chi per lui) è stato più esplicito: quel “non può” vuol dire “lo Spirito Santo glielo impedisce”, perché un Papa non può pronunciare un’eresia in un atto infallibile di Magistero.

          2. Teofane il recluso

            Signor Alessandro, lei scrive

            “4) “Croce-Via ha appena pubblicato un post non molto tenero col card. Burke in risposta alla sua intervista”
            E un bel chissenefrega no? Sono pronto in ogni momento a mostrare l’inconsistenza teologica e dottrinale della difesa a oltranza di Amoris laetitia compiuta sventuratamente da quel sito”

            E a tal proposito è stato invito su quel sito a dibattere, per mostrare l’inconsistenza teologica e dottrinale della difesa a oltranza di Amoris laetitia compiuta sventuratamente da quel sito.

            https://pellegrininellaverita.com/2017/01/11/burke-loggettivo-dei-dubia-non-e-la-verita-ma-solo-lincastrare-il-santo-padre/comment-page-1/#comment-28979

            1. Alessandro

              I signori di Croce Via troveranno tutti i ragguagli necessari e sufficienti nei seguenti documenti:

              – Giovanni Paolo II, Esort. apost. “Familiaris consortio” (1981), n. 84

              – Giovanni Paolo II, Esort. apost. “Reconciliatio et Poenitentia” (1984), n. 34

              – Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica circa la recezione della comunione eucaristica da parte di fedeli divorziati risposati, 14 settembre 1994

              – Codice di Diritto Canonico, canone 915, secondo l’interpretazione autentica del Pontificio Consiglio per i testi legislativi (“Dichiarazione circa l’ammissibilità alla santa Comunione dei divorziati risposati”, 24 giugno 2000)

              – Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1650

              – Giovanni Paolo II, Lett. apost. “Misericordia Dei” (2002), n. 7 c

              – Giovanni Paolo II, Lett. Enc. “Ecclesia de Eucharistia” (2003), n. 37

              – Benedetto XVI, Esort. apost. “Sacramentum caritatis” (2007), n. 29

              – Concilio di Trento, Sess. 6a, Decretum de iustificatione, c. 9

              1. Alessandro

                Quanto alla “platea di lacché plaudenti”, la inviterei, oltre a studiare di più, a guardarsi allo specchio, essendo sommamente esilarante che uno smaccato adulatore papolatra come lei ardisca dare a qualcuno del lacché.
                Addio

                1. Adolfo

                  Man mano che si procederà con la demolizione della Dottrina (ovviamente, secondo i papolatri, si tratterà “solo” di “maggiori aperture pastorali”), assisteremo alla crescita numerica di coloro che praticano l’inversione della realtà.
                  E della logica.

              2. Peccato Alessandro, come recita il nostro indirizzo web siamo tutti pellegrini NELLA Verità, poiché ovviamente nessuno possiede la Verità tutta intera. Ci avrebbe fatto piacere disputare sui tuoi argomenti, lasciando da parte per una volta gli attacchi ad hominem.
                Buon viaggio!

                1. Alessandro

                  E’ semplicemente esilarante, e sintomatico di una invereconda ipocrisia, che inviti a lasciare da parte gli attacchi ad hominem chi persevera impenitente nel riversare insulti su quattro eminentissimi cardinali della Chiesa Cattolica, affibbiando loro queste qualifiche:

                  “ex-cardinali”, “tradi-protestanti”

                  https://pellegrininellaverita.com/2017/01/11/burke-loggettivo-dei-dubia-non-e-la-verita-ma-solo-lincastrare-il-santo-padre/

                  e scrivendo nientemeno che questo:

                  “Papa Francesco dovrà tagliare la testa al toro, cioè fornire umilmente e formalmente ancora una volta risposta pubblica ai dubia richiesti e dovrà anche, lo stesso giorno, tagliare la testa ai tori, cioè dimetterli con atto sovrano dal loro cardinalato e esimerli da ogni carica ecclesiastica”

                  https://pellegrininellaverita.com/2016/11/17/per-papa-francesco-la-vera-misericordia-consistera-a-tagliare-la-testa-al-toro/

                  Quindi mi risparmi le pose da agnellino della pace e da umile cercatore della Verità.

                  Quanto agli errori del capitolo 8 di Amoris laetitia (AL), come ho già scritto i riferimenti necessari e sufficienti per ravvisarli sono contenuti nei testi che ho indicato.

                  Letti e meditati i quali, se ancora non ci si avvede della incompatibilità del capitolo 8 di AL con il Magistero autentico della Chiesa, o quantomeno non si incomincia seriamente e fortemente a dubitare quanto a detta compatibilità, allora si è dei casi disperati (almeno a viste umane), per i quali sinceramente non saprei che fare, che aiuto cristiano portare, se non assicurare – come faccio fin d’ora – preghiere fervide e copiose.

                  1. Guardi, cominci a valutare la cosa con obiettività rendendo a Cesare quel che è di Cesare. Ad esempio quegli appellativi personalmente non li ho mai usati, ma li utilizza l’amico Simon che scrive nel blog dove scrivo anche io. In quel blog non solo non troverà mai il sottoscritto esprimersi in quei termini, ma nemmeno approvarli pur essendo consapevole delle forti motivazioni che muovono Simon dall’usarli e che potrà direttamente chiedere a lui. Pertanto, visto che la sua argomentazione non mi tange personalmente, rinnovo l’invito – se le è possibile – di argomentare quanto possibile facendo leva sui pronunciamenti che lei cita, magari direttamente da noi. Il vigore non le manca, non avrà certo paura di pronunciare parole che lei ritiene Vere senza se e senza ma, pur nella fossa dei leoni.
                    Buona giornata per ora!

                    1. Alessandro

                      Bene, se dissente dall’ “amico Simon” e dalle sue contumelie, si dissoci pubblicamente da lui e cessi di reggergli bordone.

                      Altrimenti – non è difficile accorgersene, suvvia! – lei di fatto avvalora pesantissimi insulti a quattro eminentissimi cardinali della Chiesa Cattolica. Ripeto: se non approva quegli insulti, allora si dissoci pubblicamente e inequivocabilmente dall’ “amico Simon”, e chieda perdono pubblicamente e inequivocabilmente ai cardinali ingiuriati da chi collabora con lei nel curare il sito. Faccia ammenda pubblica e inequivocabile sul sito dal quale le ingiurie reiterate sono partite e seguitano a provenire senza freno.
                      Diversamente la sua si chiama smaccata ipocrisia, come non credo le sia difficile immaginare. Ribadisco dunque l’invito a non atteggiarsi ad agnellino della pace e ad umile cercatore della Verità proprio mentre non prende le distanze pubblicamente e fermamente, con debito corredo di scuse sentite, dagli incresciosi insulti che il suo collega riversa su eminentissimi cardinali della Chiesa.

                      Quanto alla “fossa dei leoni”, non c’è proprio nessun leone dalle sue parti con il quale perdere tempo, nessuna fossa nella quale cimentare argomenti. Solo finti agnellini della pace e modesti fabbricatori di sofismi, come – ribadisco – non possono che essere quanti, a nove mesi dalla pubblicazione di Amoris laetitia e dopo la divulgazione (in settembre) della lettera con cui Francesco approva l’interpretazione che ne danno i vescovi della regione Buenos Aires, non hanno ancora ravvisata l’incompatibilità del capitolo 8 di quell’esortazione con il Magistero autentico della Chiesa, o quantomeno non hanno incominciato seriamente e fortemente a dubitare quanto a detta compatibilità.

                      Ripeto: se, letti e meditati almeno i testi che ho indicato, rimane della sua idea, non so che dirle, non so come aiutarla, posso solo dispiacermi per lei e pregare per lei, come ho già detto.

                      Quindi la cosa si chiude qui. Punto.
                      Può far ritorno nella sua immaginaria “fossa dei leoni” e seguitare a pubblicizzare la sua immaginaria verità su Amoris laetitia, sui dubia e sui quattro cardinali, reggendo bordone a chi impenitente li ingiuria e ha l’indecente insolenza di qualificarli come “ex cardinali” e “tradi-protestanti”.

                    2. Mi fa sorridere: le ho appena detto in pubblico che non sono d’accordo col tono che tiene Simon anche se lo capisco, in quanto mi ha spiegato le motivazioni… Ma va bene così, lei vuole di più, lei ovviamente vorrebbe che io non cercassi l’unità bensì mi appoggiassi al poco che mi discosta dall’amico, facessi leva su quello e seminassi nuova zizzannia e divisione. Tsk, parla con l’uomo giusto, figuriamoci. La metta pure come vuole, dica pure che sono ipocrita, la cosa ovviamente non essendo vera poco mi tange.
                      Se poi fosse vera accidenti, le offro pure il destro per dire in giro che sono ipocrita, cosa vuole di più? Sembrerò ironico, ma non lo sono.
                      Davvero, resti tranquillo come è ora; non me la prendo se mi da o mi darà dell’ipocrita per il semplice motivo che se non è vero, è lei a farci la figura, mentre se invece è vero, quando e se lo capirò, dovrò pure venire a ringraziarla.

                      Detto questo, io non ho nemmeno mai detto di non aver alcun problema con la poca chiarezza di AL, ma ci sta che lei non conosca le varie posizioni in campo del blog createsi in 3 anni di disputa e proceda diritto dopo aver letto un articolo. La capisco.

                      Come infine capisco la sua volontà di chiuderla qui, che accetto di buon grado. Ringrazio per le preghiere, farò altrettanto per lei se le accetta. Pregherò non perché veda la Verità ovviamente, non mi permetterei mai, ma perchè stia bene.
                      Buon viaggio!

                    3. Alessandro

                      Faccia quello che le pare, si dissoci senza dissociarsene dalle ingiurie ai cardinali, seguiti a difendere il capitolo 8 di AL anche se non lo trova chiaro (e quindi senza che le sia chiaro che cosa sta difendendo), mi dia pure implicitamente ma palesemente – come fa – del superbo che pretende di vedere la Verità.
                      Faccia come ritiene.

                      Pregherò, che le piaccia o no, perché dopo questa valle di lacrime ci si possa ritrovare con lei in grembo alla Verità.

                    4. Tutti in qualche modo ci si ritroverà nella Verità e lì sarà fatta chiarezza e Giustizia.

                      “Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti.”

                      Luca 12,3

                  2. Marco N.

                    Rispondo qui, perché sotto non vedo la possibilità
                    Sono MarcoN, utente del blog gestito da Minstrel, che conosco e apprezzo come questo; e le dirò Alessandro, che ho appena difeso lei sul citato blog dalle scorrerie di Vincent-Teofilo-in altro blog addirittura Marco (! Marco però è il mio vero nome sul serio, e che comunque io non sia lui, lo può vedere dalla mail l’Admin). Non solo: sono un utente del blog che pensa (pur nel reciproco rispetto) l’esatto contrario del co-gestore Simon de Cyrene, cui ho appena fatto notare l’imprudenza di dar retta a una persona più o meno consapevolmente divisiva (Vincent Teofilo eccetera).
                    Le dico infine che l’ho stimata e continuo a stimarla per la limpidezza, Alessandro, con cui lei espone la sua posizione, che è anche la mia.
                    Tuttavia il modo con cui ha trattato l’amico Minstrel mi lascia di sasso e, Alessandro, spero che lei, come viene detto qui sotto, sia stato tratto in inganno dalla lettura di un singolo post per esprimersi con modi che in genere non le appartengono. Non so quanto chi le ha scritto – Minstrel – non condivida le posizioni di Simon, ma in ogni caso non meritava le parole risentite e stizzite che ho letto (stile “restituisco il pugno”; ma perché a lui?).
                    Mi spiace; proprio perché la stimo, spero che riservatamente lei e Minstrel riusciate a chiarire. Mi piacerebbe che lei accettasse il confronto, se non con il blog (se va a leggerselo vedrà che anch’io sono d’accordo con lei su questo: uno dei due gestori ha pubblicato un commento dove si parla di “lacché”), almeno con la persona che le ha risposto. Del resto, che la “disputa” con Minstrel meriti un chiarimento, penso si veda anche dalla nobiltà con cui egli le ha risposto.

                    1. Alessandro

                      Marco N.

                      1) Grazie davvero per la stima e per avermi difeso nella circostanza che dice
                      2) non rispondo quanto “alle parole risentite e stizzite” a Minstrel per non rinfocolore. Posso dire, in generale, che seguita a sfuggirmi come, deplorando intimamente che si ingiurino dei cardinali, si possa seguitare a co-gestire un sito con chi su quel sito persevera nell’ingiuriare dei cardinali
                      3) non ho niente di personale contro Minstrel, per il quale – come ho scritto poc’anzi – pregherò sinceramente, senza rancore, senza animosità (che ci si creda o no, così sarà).

                      Grazie per la pacatezza e la costruttività del suo intervento.

                    2. Grazie anche da parte mia. Sarei curioso di sapere se Alessandro è l’utente a-theos ecc ecc presente tempo fa su UCCR. Non mi interessa avere la risposta, togliendo magari privacy all’utente stesso che non vuole chiarire questa correlazione. Se così è, e lui sa in cuor suo, colgo l’occasione per salutarlo, dichiarare che sono felice di poterlo rileggere ancora su web e ringraziarlo per le molte cose che indirettamente mi insegnò anni fa sul tomismo grazie ai suoi commenti.

                  3. Piero

                    Mah… quello che mi ha sempre tenuto abbastanza lontano dalla filosofia (per quanto andassi bene a scuola) e’ questa capacita’ di arrivare a conclusioni OPPOSTE partendo dalle stesse premesse e dagli stessi documenti!

                    Una cosa che mi ha sempre incuriosito pero’, da quattro anni a questa parte, e’ che questa nuova “pastorale” che non abrogherebbe la dottrina, si riferisce sempre e soltanto alla sessualita’, GUARDA CASO proprio quello che desidera il mondo, e non altro.
                    Mi piacerebbe sentire dalla neochiesa 2.0 una pastorale DIVERSA per esempio riguardo la ricchezza, o la proprieta’ privata…
                    Non si capisce perche’ un “ricco” debba sempre e comunque sentirsi in colpa, o forse il corso neopauperista odierno la rende una cosa impossibile?
                    Eppure i comandamenti sono DIECI…

                    1. Piero

                      E certo!
                      Non si capisce perche’ gli accidiosi, per esempio, debbano andare all’inferno!
                      Non hanno fatto niente, poverini! (letteralmente!)

                    2. Alessandro

                      Piero

                      “quello che mi ha sempre tenuto abbastanza lontano dalla filosofia (per quanto andassi bene a scuola) e’ questa capacita’ di arrivare a conclusioni OPPOSTE partendo dalle stesse premesse e dagli stessi documenti!”

                      mi spiace per la lontananza dalla filosofia, ma devo riconoscere che purtroppo questa disciplina nobilissima spesso viene insegnata come se lo studente dovesse imparare astruse idee di un filosofo in contrapposizione con le altrettanto astruse ma confliggenti idee di un altro filosofo.

                      Non c’è da meravigliarsi che lo studente si disamori.
                      Sia chiaro, non sto colpevolizzando gli insegnanti, perché insegnare filosofia oggi è oggettivamente difficile, un po’ perché la filosofia esige pazienza, tempi lunghi di meditazione, analisi minuziosa degli argomenti, superamento della superficialità… tutte cose che ragazzi abituati ai ritmi febbrili e al pensiero asintattico, istantaneo, del virtuale sono sempre meno predisposti a praticare.
                      Va pure detto che la filosofia ha per lo più cessato di essere ricerca della verità, di come stanno le cose… e allora diventa solo un complicato e sterile gioco autoreferenziale senza presa sulla realtà. Come appassionarsene?

          3. vale

            @alessandro

            tra l’altro, a proposito del siluramento dei tre officiali, tale scelta-legittima,ovviamente- stride un tantinello con quello che è successo con l’ordine di malta:

            Christopher Lamb, sul Tablet del 5 gennaio, cita una lettera inviata il 21 dicembre a Fra Matthew Festing dal Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, nella quale si fa presente che papa Francesco desidera che la rimozione di von Boeselager non abbia luogo. «Come avevo già espresso nella mia precedente lettera del 12 dicembre 2016: sull’uso e sulla diffusione di metodi e mezzi contrari alla legge morale, Sua Santità ha chiesto un dialogo sul modo in cui possano essere affrontati e risolti eventuali problemi. Ma non ha mai detto di cacciare qualcuno!».

            http://www.corrispondenzaromana.it/chi-vuole-sfasciare-lordine-di-malta/?refresh_cens

            capito? con alcuni ( anche se fanno distribuire contraccettivi abortivi, “dialogo” con altri, invece…..

            1. Alessandro

              @Vale

              Che tidevo dire, è la strana misericordia in voga nel Vaticano di questi tempi…

  18. Fabrizio Giudici

    “Come per altro la “forza” dell’Uomo – e già l’ho detto – non può intendersi come questione muscolare e alla bellezza della Donna personalmente preferisca di gran lunga la sua Femminilità (che fa da contraltare delle Mascolinitò o Vrilità). Dote di cui un donna bella può essere del tutto sprovvista, mentre può esserne ricca una donna non bella – se poi ci addentriamo nel cosa è “bello”, non ne usciamo più.”

    Infatti non mi voglio addentrare in cosa è bello veramente. Il punto è constatare che una qualsiasi donna quadratica media, bella o meno bella, ha molta più cura del suo aspetto fisico (trucco, abbinamento dei vestiti, fin nei dettagli) di quanto non faccia l’uomo quadratico medio. E che un qualsiasi uomo medio, sia fisicamente dotato o meno, un pensierino ai suoi bicipiti o agli addominali ogni tanto lo fa. Magari poi la cosa finisce lì e non si fa necessariamente un cruccio se non c’è la tartaruga. Ma certo non sta a squadrarsi per ore dinnanzi allo specchio per verificare se il colore delle scarpe è in pendant con quello della giacca. Tant’è che spesso si capisce da come veste se un uomo è sposato (in questo caso, anche semplicemente “ingaggiato” in vari modi) o no.

    Non a caso l’autrice del pezzo, quando parla di reazione di protezione dei figli con la forza, cita suo padre e suo marito. Non parla di sua madre, né di sé stessa.

    Vedo che molte obiezioni continuano a fare riferimento ad una sorta di “classifica” che sarebbe stilata in base agli attributi di cui stiamo parlando; ma l’ho già detto, non è questo quello di cui stiamo parlando. Stiamo parlando di categorie di riferimento.

    1. Si vabbè, più ci addentriamo e più rischiamo di parlare di fuffa…

      Cmq nella fattispece, chi guarda più agli abbinamenti (colori vestiti ecc) propri, della moglie e dei figli, sono proprio io.

      Sarò mica un po’ effeminato 😛

      1. Fabrizio Giudici

        “Sarò mica un po’ effeminato 😛”

        A parte il fatto che, come si dice fin dall’articolo, esistono variazioni individuali non patologiche, e qui si sta parlando di equilibrio delle società, non dei singoli… Nel tuo caso, non sarà una conseguenza della professione? Succederebbe per esempio anche ad un sarto.

        1. Si Fabrizio, in realtà quello è uno dei motivi, la professione, la mia formazione, ma anche l’educazione…

          Mio padre (figura per me importantissima) a sua volta figlio – ovviamente – di mio nonno, alto ufficiale dell’Esercito, ci passava in rassegna tutti e sei, prima di uscire e se qualcosa era fuori posto, dietro-front e in camera a sistemarsi, sennò non si usciva 😉

          1. Fabrizio Giudici

            “e se qualcosa era fuori posto, dietro-front e in camera a sistemarsi, sennò non si usciva”

            Lo comprendo bene. Mio nonno ricontrollava sempre la piega dei calzoni e come veniva rifatto il letto; la cosa non mi si è stata tramandata perché era il nonno materno, e non ha passato la cosa alla figlia femmina.

            Ma l’amore militare per l’ordine non ha le stesse caratteristiche della cura di sé femminile.

        1. Meno male fra’, perché avevo già pronta uno rispostaccia!

          Fai attenzione, perché non sempre è tanto immediato capire che scherzi…

    1. Ma intanto ieri Silvana De Mari ha letteralmente acciaccato i due zanzaroni Cruciani e quell’altro (che non nomino tanto non conta una cippa).

        1. exdemocristianononpentito

          Però mi sembra che la Demari si dimentichi di un dato elementare e fondamentale che, alla fin fine, rende un po’ inutile tutto il discorso: l’,uomo “forte” sul piano morale e fisico (i 2 piani sono più connessi di quanto si crede, anche se non “necessariamente” connessi) non c’è più perché non c’è più la società che li rendeva necessari e li produceva. Le società delle epoche passate (dall’antichità fino agli anni 60 del 900) avevano bisogno di uomini “duri” con saldi principi ed anche con una robusta complessione fisica, dato che la medicina non veniva tanto in aiuto. I saldi principi, poi, erano necessari in un mondo che non offriva tanti “confort”,:
          se si voleva produrre,infatti, bisognava faticare,
          se si voleva far proseguire la specie bisognava aver molti figli perché la mortalità infantile era elevata,
          se si voleva tener in piedi una società era così ” scomoda” bisognava che il rispetto dell’autorità della Chiesa e dello stato, venisse insegnato fin da bambini,
          se si voleva far sesso non c’erano tanti contrsaccettivi, per cui,facilmente, al sesso seguiva la filliazione.
          Ma oggi,? Non occorre più faticare tanto per soddisfare i propri bisogni, inoltre non occorre poi un “fisico bestiale” per sopravivvere perché i progressi della scienza medica ci hanno consentito di rinviare la morte a lungo e di evitare in gran parte il dolore fisico. Mentre per gli uomini di una volta la morte e la malattia erano presenze quotidiane e il dolore fisico era qualcosa che bisognava sopportare.
          Insomma:l’uomo moderno, occidentale, si è disabituato a sopportare quei disagi che gli uomini di una volta comunemente sopportavano, e siccome per sopportare i disagi di epoche in cui non c’,erano una medicina avanzata, una tecnologia che evita tante fatiche, e, maggiori tutele sociali e giuridiche, l’uomo DOVEVA essere “forte” fisicamente e moralmente, è chiaro che non essendoci più tale necessità, l’,,homo non avverte piu la l’onere di essere forte, volitivo, capace di imporsi. Non c’e nemmen più il servizio militare obbligatorio che era una prova, la quale costringeva i cosidetti “deboli” a diventare “forti” se non volevano soccombere! Non a a caso il Duce, esemplificandfo quanto sopra ho esposto, diceva che “l’uomo non è veramente uomo se non è padre, marito e soldato”.
          In pratica non ci sono più gli uomini di una volta perché la fabbrica che li produceva è stata dismessa. Conviene farsene una ragione.

          1. Luigi

            “Però mi sembra che la Demari si dimentichi di un dato elementare e fondamentale che, alla fin fine, rende un po’ inutile tutto il discorso: l’,uomo “forte” sul piano morale e fisico (i 2 piani sono più connessi di quanto si crede, anche se non “necessariamente” connessi) non c’è più perché non c’è più la società che li rendeva necessari e li produceva”

            La dottoressa De Mari non ha dimenticato nulla. Solo che osserva la realtà e non rimira i propri wishful thinkings.

            Al contrario di quanto affermi, la realtà dice infatti che mai – mai! – come oggi servirebbero maschi che siano uomini; in Europa prima di ogni altro luogo.

            Intanto perché nessuno ti garantisce che altri paesi continuino a venderti il loro surplus agricolo; anche volendo astrarre dalla pessima qualità (eufemismo) del suddetto surplus.
            In altre parole la spazzatura cinese da mangiare c’è oggi, domani chissà.

            Poi perché ci sono interi agglomerati urbani dove, volendo ripristinare un minimo di legalità, andrebbero impiegati metodi analoghi a quelli usati dai Russi a Grozny. I barbari sono accampati entro le mura, e nessuno ormai ha la volontà di tenerli almeno a freno.
            (En passant, questo accade perché le donne non sono in grado di presidiare il territorio, se non in forma residuale)

            Perché intorno a noi crescono adolescenti a mucchi privi di ogni pur minima distinzione fra bene e male. Ma ogni tanto date un orecchio alle notizie di cronaca spicciola?
            Perché anche oggi, pur se tanti fingono di dimenticarlo, trecento italiani saranno sterminati dalle loro stesse madri con il beneplacito dello Stato, mediante l’aborto legale. Come è accaduto ieri, come temo accadrà domani.
            Hai letto le parole accorate di Gianna Jessen, riportate più su da Beatrice?

            Possibile che una simile invocazione di aiuto non trovi altra risposta che “gli uomini non ci sono più perché non servono più?”
            Possibile, possibile, che non prorompa almeno l’istinto di dire “cazzo, basta!”.
            Possibile? Sì, è possibile.
            Se infatti ci fossere uomini in numero sufficiente, tutto quanto ho ricordato non accadrebbe. O accadrebbe in forme ben minori. Invece i lupi possono scatenarsi, a loro agio, su deboli e indifesi.

            Infine, c’è questa straordinaria deformazione del pensiero che rilevo tanto nelle tue parole come in quelle di Lina: date per scontato che scuole, ospedali, strade, comunicazioni siano date definitivamente e per sempre.
            Nemmeno vi siete accorti che tutto ciò ha già iniziato a scomparire; di come, per ricordare le parole di sir Edward Grey il 3 agosto del 1914, le luci si stanno spegnendo.

            Forse il miglior paragrafo del già ricordato “Un’estate invincibile” è quello in cui l’autore fa strame, letteralmente, della rimozione occidentale di morte, dolore, malattia, sacrificio; acutamente osservando che essendo queste realtà ineludibili della nostra condizione terrena, il fingere di dimenticarne l’esistenza ha la sola conseguenza di dilatarne contro natura il dominio sulle nostre vite.

            Ciao.
            Luigi

            1. Fabrizio Giudici

              Del post di Luigi non solo condivido quasi tutto… ma voglio sottolineare in particolare un aspetto: l’ingenuità di dare per scontato che certe cose ormai siano cambiate in modo irreversibile e che in futuro potremo usufruirne senza limiti e senza fare niente per mantenerle. L’ha detto chiaramente Luigi: gli imperi cadono e noi stiamo vivendo proprio in un impero che sta cadendo.

              1. exdemocristianononpentito

                Evidentemente signori, io mi sono spiegato male. Infatti, non volevo dire che non ci sarebbe la necessità di “uomini veri” per gestire situazioni caotiche come l’attale, nè ho detto che il nostro futuro sia ormai prevedibile e non possa accadere di tutto: so benissimo che, in un futuro prossimo può accedere “di tutto e di più”
                NO, signori! io mi sono limitato a dire che una società come la nostra non produce e non tende a produrre uomini “forti” sia sul piano fisico che su quello morale. Tutti qua. Semplicemente: in quest’epoca e nelle società occidentali non ci sono i preuspossti perchè “sorgano” uomini veri di saldi principi e determiiati ad attuarli.
                Ovviamente ciò come “regola”, perchè come “eccezione” tutto può essere.
                Una cosa è ritenere qualcosa necessario, un’atra che quel “qualcosa” sia materialmente possobile. Tanto per fare un esempio può esser necessarissimo che io faccia certe spese, ma può darsi benissimo che io i soldi che ci vogliono non li abbia e così, sarebbero necessari tanti uomini tutti d’un pezzo in occidente e in quest’epoca, ma è un fatto che la società così com’è strutturata tende a non “forgiarli”. Come avrebbero detto i vecchi d’na volta: ci vorrebbero i “veri maschi di coraggio e d’onore”, ma se n’è perso lo stampo.
                L’esempio dell’aborto è stato opportunamente ricniamato, perchè è evidente che se la maggioranza dei maschi (ma anche delle donne) fosse stata legata ai valori della tradizione, della famiglia e della religione, l’IVG non sarebbe passata. Infatti nel 1982, quando la DC conbattè la battaglia referendaria, molti miei compagni di partito (ricordo benissimo, militavo già nel partito: ho 58 anni) erano consapevoli che il referendum sarebbe stato perso e che avrebbe avuto quasi soltanto valore di testimonianza; perchè sapevamo che la società si era ormai scristianizzata e non c’erano più i maschi (e le femmine) di “prima.

        2. Grazie PaulBratter!!!!

          Mamma che risate che mi sono fatto 😀 😀 😀

          GRANDE SILVANA… gli ha fatto fare la figura di quello che sono: due memorabili ignoranti!

        3. fra' Centanni

          E’ veramente grandissima questa De Mari! Asessuali omoerotici, questa me la devo ricordare.

          1. ola

            L’articolo si difende, ma l’audio e’un pezzo da maestro. Da incorniciare. P.S. ( dal momento che ho ascoltato tutto il programma, non solo l’intervista alla De Mari ): Ma non c’era una legge contro il turpiloquio, o almeno un codice di autoregolamentazione?

            1. vale

              il problema più grande,mi pare, in quell’intervista, è il non voler capire – o il far finta di non capire – che madre natura è altra cosa dall’ovvietà – che viene malamente tradotta con naturale nel la vulgata comune – che due asessuati omoerotici (applausi alla definizione) possano ( non debbano) penetrarsi.

              se la Natura ha previsto due fessure con funzioni diverse e fatte in modo totalmente diverse pare ovvio che la penetraz. anale sia innaturale ( nel senso vero del termine: cioè quel buco – come illustra la biologia e la fisiologia – non nasce, nei mammiferi ,per quella funzione.

              la neolingua prevede, invece, che sia “naturale” fare tutto ciò che ci aggrada. tra queste cose suggerirei, che so, versare dell’acido muriatico nell’esofago e,perché no, anche della trachea.

              per non dir del culo.

              d’altronde son buchi e canali. è del tutto “naturale” che uno provi a metterci quel che gli pare.

              tanto per sperimentare….

              come suggerisce Furedi ( http://www.frankfuredi.com/ )( mica un iperconservatore fondamentalista religioso, ma un’ ungherese già professore di sociologia alla univ. of kent, marxista e gramsciano e leader del partito comunista rivoluzionario) ( su “Tempi” “quid est post-veritas” pag.10 di p. piccinini)

              “… in questo modo si esercita un potere di influenza enorme. per il sociologo si tratta di una specie di guerra culturale silenziosa: una campagna morale senza neanche usare un linguaggio morale,poiché la morale è ormai fuori moda e non si può discutere apertamente.

              non si parla più di ciò che è bene e ciò che è male,si discute solo di ciò che dice l’evidenza.

              il professore dice che la nostra società ha bisogno di smettere di farsi la guerra per il possesso delle parole e deve tornare a combattere sulle idee. Ma come si fa ad alzare il livello della discussione se la premessa di solito è che la verità non esiste?

              1. Fabrizio Giudici

                “se la Natura ha previsto due fessure con funzioni diverse e fatte in modo totalmente diverse pare ovvio che la penetraz. anale sia innaturale”
                “… non si parla più di ciò che è bene e ciò che è male,si discute solo di ciò che dice l’evidenza.”

                Magari almeno ci si basasse sull’evidenza: https://www.osservatoriogender.it/spagna-ci-ragazze-pene-ragazzi-la-vagina-lultima-folle-campagna-lgbt/

                “per non dir del culo.”

                Ecco, visto che hai scritto “culo”: non vi sarà sfuggito che alla dottoressa, la quale ha dovuto spiegare queste ovvietà anatomiche, hanno risposto che è ossessionata da culi e penetrazioni. Da che pulputo… E uno dovrebbe “dialogare” con questa gente?

              2. Come difatti ha detto l’illuminato Cruciani: “se c’è un buco, prima o poi qualcosa ci si infila…”. (o giù di lì)

                Ha ragione Cruciani e in effetti gli consiglierei infilare “qualcosa” nel foro di un taglia-sigari (diametro permettendo) o di un trita-carne… perché no?
                Potrebbe essere un’esperienza 😛

                Fuori di battuta e per rispondere alla tua conclusione sulla verità che non esiste, il fatto è che non frega nulla a costoro della verità (né minuscola, né maiuscola).
                Peraltro è chiaro che il signor Cruciani cerca solo la provicazione per fare bassa audience, mente il meschino Parenzo gli regge il moccolo facendo il finto scandalizzato…

  19. Fabrizio Giudici

    @Minstrel “Ad esempio quegli appellativi personalmente non li ho mai usati, ma li utilizza l’amico Simon che scrive nel blog dove scrivo anche io.”

    Dimmi con chi stai e ti dirò chi sei…

    Quanto agli attacchi “ad hominem”… fossero solo quelli. Dalle vostre parti si trova un nutrito campionario di fallacie logiche. Per esempio, vedasi ultimo articolo, si accusano i quattro cardinali di muoversi in modo scorretto perché, urka, scopertona, sanno già le risposte ai dubia. Ma che pensate, che siamo scemi? Sono quasi quattro anni di dibattito e le posizioni sono chiare. Sono state sempre spiegate chiaramente. Le risposte sono quelle del Magistero, ancora citate ieri sera da Alessandro con copiosi riferimenti. Guarda caso, ognuno dei cinque dubia fa riferimento a quelle fonti & dintorni (Familiaris consortio, Reconciliatio et paenitentia, Sacramentum caritatis, Veritatis splendor, eccetera).

    Le obiezioni furono anche sottoposte all’attenzione del Santo Padre in una lettera privata di tredici cardinali, durante la seconda sessione del Sinodo; lettera che però fu resa pubblica contrariamente alla volontà dei cardinali. Inoltre, anche i Dubia sono stati sottoposti prima privatamente all’attenzione di Francesco, che però non ha mai risposto. Come è facilmente possibile verificare, non è vero che l’intenzione dei cardinali sia quella di creare una polemica pubblica; si sono mossi come Cristo stesso suggerisce di fare con le controversie: prima direttamente con l’interessato, poi con un paio di testimoni e, se tutto fallisce, alla fine davanti all’assemblea.

    I dubia sono stati formulati in modo da avere una risposta inequivoca come da prassi della Chiesa, in tutti i casi in cui si sono diffusi dubbi. Perché, come è sempre stato detto esplicitamente sin dalla pubblicazione della AL, il testo è vago. Non è possibile mettere in discussione questo fatto: è provato dalla constatazione che di settimana in settimana si allungano le liste di vescovi che la interpretano in modi opposti. Sappiamo anche per bocca di mons. Forte che lo stesso Bergoglio ha chiesto una conclusione del sinodo vaga, “sennò quelli ci combinano un casino”, che poi avrebbe tratto lui le conseguenze. L’ha detto Forte, mica Burke. Se pensate che sia falso, e sia una denigrazione nei confronti di Francesco, perché non partite lancia in resta contro Forte? E se questa vaghezza non è voluta, perché non arrivano correzioni dalla Santa Sede nei confronti degli uni o degli altri?

    Se si deve fare una correzione, è del tutto evidente che prima di tutto si devono mettere in chiaro le posizioni. Ecco dunque che si chiede al Papa di chiarire cosa sostiene. Dopodiché, se le risposte saranno in accordo con il Magistero, la cosa finirà lì, e questo sarebbe il modo più facile di chiudere la questione e le polemiche. Dunque, perché le risposte non arrivano? Perché dobbiamo sentire vari collaboratori papali rispondere in vece del Papa, quando non c’è scritto da nessuna parte che i collaboratori papali godano di un qualsiasi speciale aiuto dello Spirito Santo? Così come non valgono né le interviste in aereo né le lettere a vescovi che dovevano rimanere private, ma sono diventate pubbliche. In mancanza di un pronunciamento chiaro di Francesco, è legittimo pensare che l’assistenza speciale dello Spirito Santo nei suoi confronti si manifesta proprio impedendogli di pronunciare solennemente cose erronee. Anche in questo caso ci sono i precedenti: una tesi eretica, sostenuta da Giovanni XXII in tre omelie, non vide mai la luce sotto forma di pronunciamento solenne.

    Infine, i vostri articoli contengono vari altri errori e omissioni. Tentate di spacciare un sinodo per una cosa infallibile come un concilio, ma non è così: tant’è che ad un concilio partecipano sempre tutti i vescovi della Terra, al Sinodo no. Molti sono co-optati. Nonostante ciò, dopo la sessione del 2014 tre paragrafi, tra i quali quello relativo ai divorziati risposati, non furono approvati con la maggioranza di due terzi. Francesco li rimise in campo d’imperio. È una sua prerogativa, ma a questo punto non si può sostenere che ci sia anche l’accordo “dei vescovi”, neanche quelli del sinodo.

    Infine, sostenete erroneamente che un papa non può essere corretto, facendo finta di ignorare che la prima correzione, pubblica, aperta, davanti all’assemblea, fu quella di Paolo nei confronti di Pietro. È messo nero su bianco nelle Scritture:

    Ma quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto

    Troppe omissioni interessate per potersi fidare del vostro modo di discutere. Non potete non sapere queste cose: se le so io, semplice fedele che si informa sui canali disponibili a tutti, figuriamoci i responsabili di un sito specializzato. Non posso che pensare che omettiate queste cose appositamente. Allora: non si va a giocare con una squadra fallosa sul suo campo se oltretutto l’arbitro è della stessa famiglia.

  20. Fabrizio Giudici

    “sono debole fin dall’infanzia ho imparato a farmi furbo.”

    Comprendo benissimo ed empatizzo, come ho già scritto. Tuttavia…

    “Dalle caverne in poi, la lingua e la penna sono più potenti del pugno e della spada.”

    Questo finché il confronto rimane sul piano della lingua e della penna, e c’è da augurarsi che sia così nella maggior parte dei casi. Tuttavia una massa di barbari invasori non li combatti con la lingua e la penna: gli fanno un baffo. Li devi combattere con la spada. Per cui, se in una società i maschi fossero tutti capaci solo di lingua e di penna, beh, quella società farebbe una brutta fine.

    Non è una questione da affrontare sul piano della singola persona: ognuno ha i talenti che Dio gli ha dato, molto diversi, e l’importante è che trovi il modo di metterli a frutto. Una volta che l’ha fatto è tranquillo con la propria coscienza, non c’è motivo perché altri si ritengano superiori a lui – come ho scritto ieri, non stiamo facendo classifiche – e non c’è altro da dire.

    Ma dal punto di vista sociale, non tutti i talenti sono equivalenti.

    Facciamo un esempio sulle professioni. Oggi non si fa niente senza informatica, si dice. Neanche la discussione che stiamo tenendo. Questo mi autorizza a sostenere che le colonne portanti della società sono gli ingegneri informatici? Dal transistor in poi i bit sono più potenti di altre cose?

    Un contadino mi risponderebbe: tu sapresti coltivarti l’orto e macellarti il maiale per procurarti la zuppa e la bistecca? Risposta: no. Un muratore mi risponderebbe: tu saresti in grado di costruirti da solo la casa dove abiti? Risposta: no. Un medico mi risponderebbe: tu saresti in grado di curarti da una malattia con le tue competenze? Risposta: no.

    Quelle professioni sono molto facilitate dall’informatica, ma possono anche farne a meno, come è stato per millenni. Un informatico senza roba da mangiare, casa o salute non potrebbe neanche sussistere, figuriamoci fare il suo mestiere. Dunque, concludo che una società senza informatici potrebbe sussistere, una senza medici, muratori e contadini no.

    Ecco, stessa cosa per i maschi “guerrieri” e i maschi “non guerrieri”.

    1. ola

      “Ma dal punto di vista sociale, non tutti i talenti sono equivalenti.”
      Nei cosiddetti “secoli bui” l’organizzazione sociale era da questo punto di vista avanti anni luce!

    2. Piero

      Quelle professioni sono molto facilitate dall’informatica, ma possono anche farne a meno, come è stato per millenni.
      Beh, non sono del tutto d’accordo…
      Facendo il tuo stesso discorso a ritroso nel tempo, c’e’ stato un periodo in cui non c’erano ne’ muratori, ne’ medici, ne’ contadini… e si “viveva” lo stesso 😉 Malissimo, letteralmente come le bestie, ma si viveva… 😉
      Ora, senza arrivare a pensare ai suicidi di massa che avverrebbero se google o whatsapp si bloccassero per mezz’ora (skype si e’ bloccato proprio il giorno in cui avevo un importante colloquio di lavoro!), basta recarti in un qualsiasi ufficio, pubblico o privato che sia, con gli impiegati a rigirarsi i pollici perche’ “si sono bloccati i computer” (e adesso c’e’ anche la scusa del “non c’e’ il collegamento”).
      Quindi noi informatici, direi che siamo i pilastri della societa’ “moderna”! ,-)

      Tuttavia una massa di barbari invasori non li combatti con la lingua e la penna: gli fanno un baffo. Li devi combattere con la spada. Per cui, se in una società i maschi fossero tutti capaci solo di lingua e di penna, beh, quella società farebbe una brutta fine.
      Questo e’ uno dei motivi principali per cui le sinistre (sotto ordine di Mosca) hanno sempre battuto la pista “pacifista” nel mondo Occidentale (vedere i movimenti “pacifisti” finanziati dall’URSS), cosi’ come adesso l’islamismo e tutto quello che c’e’ dietro.

        1. Piero

          si certo, pensavo di averlo detto.
          E tu? (se posso saperlo)
          Mi ha incuriosito il discorso fatto prima da Fabrizio. Presumo l’architetto no?

          1. Architetto laureato ahimé no (ahimé perché era il mio indirizzo giovanile)…

            Diciamo “designer” o “creativo” (che vuol dire ancora meno) più per lavoro “sul campo” che per diplomi vari 😉

            1. Piero

              Volevo postarti una battuta di Battista (non il pentastellato!) ma oggi che siamo in Grazia di Dio evito 😉
              Ma designer di interni? insomma arredamento,

              1. Interni, arredamento, oggetti (product design), grafica, illustrazione…
                Ti posso dire che ho iniziato cone le Figurine Panini e sono arrivato a progettare mobili espositori, passando anche per attrazioni per Parchi Divertimento… vedi un po’ tu.

                Adesso non voglio fare troppa autopromozione e appiccicarti qualche link, ma al mio blog ad esempio, non è difficile arrivare 😉

                1. Piero

                  cioe’ le figurine Panini le hai disegnate o le hai collezionate? 😉
                  Ma che davero? Grande!!!
                  Non avevo notato che c’era il link al tuo blog. Mah quasi quasi ti scrivo li’ che mi servirebbe qualcosa…

  21. Vanni

    @Bariom, Piero

    Guardate che era una battuta. L’agnizione nata fra di voi è stata piacevolissima da seguire e forse andrebbe estesa.

  22. Fabrizio Giudici

    “Facendo il tuo stesso discorso a ritroso nel tempo, c’e’ stato un periodo in cui non c’erano ne’ muratori, ne’ medici, ne’ contadini… e si “viveva” lo stesso 😉 Malissimo, letteralmente come le bestie, ma si viveva… ;-)”

    Be’, i contadini e i cacciatori ci sono sempre stati e i muratori anche, nel senso che ognuno sapeva costruirsi e ripararsi una casa. Oggi siamo tutti iper-specializzati.

    Rimane poi il fatto che dicevo ieri: senza contadini non si mangia. Se rimaniamo solo noi, che diamo da mangiare alla gente? I bit? 🙂

    “Nei cosiddetti “secoli bui” l’organizzazione sociale era da questo punto di vista avanti anni luce!”
    Anche perché poi pure l’organizzazione sociale senza Dio non va molto avanti. Pensa un po’ se improvvisamente tutti volessero fare l’ingegnere o tutti il medico o tutti il designer… È vero che la società può fare un po’ di pianificazione, è vero che molte persone possono adattarsi un po’… ma certe capacità – o idiosincrasie – sono innate. Non puoi fare l’ingegnere se non sei portato per certe materie tecniche, o il dottore se non sopporti la vista del sangue, o il designer se non hai senso estetico. Chi ci garantisce che ci saranno sempre abbastanza talentuosi in questo o in quel campo? Dice: la legge dei grandi numeri. Ecco sì, certo…

  23. Fabrizio Giudici

    @Lina
    “Ma io non posso nulla se non si ha la curiosità di andare a vedere nello specifico certi argomenti.”

    È un commento curioso, visto che segue di poche righe questa eclatante scemenza:

    “(la Madonna stessa è solo una “donna” appunto, che per più di 400 anni non era stata nemmeno considerata madre di Dio, ma solo della parte umana, quindi di Gesù).”

    La quale dimostra grande ignoranza di cose di Chiesa da parte sua: evidentemente non ha avuto neanche la curiosità di andare a vedere nello specifico certi argomenti, i cui riferimenti sono facilmente reperibili anche online.

    Con “più di 400 anni” lei si riferisce evidentemente al concilio di Efeso del 431, il quale ribadì che Maria è Madre di Dio (Theotókos, per usare il termine tecnico). “Ribadì” vuol dire che la cosa era già nota prima, ma aveva bisogno di essere chiarita. La necessità del chiarimento erano eresie che giravano, mirate a fare confusione sulla doppia natura di Cristo; in particolare quella di Nestorio, che sosteneva la maternità solo della parte umana di Cristo, eresia alla quale evidentemente lei si riferisce:

    http://www.eresie.it/it/Nestorio.htm

    Ma era Nestorio che si era inventato un’eresia in constrasto con la Tradizione. Tanto per fare un esempio, il concilio di Nicea I, del 325, già usava il termine Theotókos (pur non in forma dogmatica). Dal precedente riferimento:

    Proclo del resto stava soltanto seguendo le dottrine del Concilio di Nicea, dove era stata affermata la consustanzialità di Cristo e Dio Padre, e conseguentemente, era opinione diffusa che la madre di Cristo fosse anche madre di Dio.

    E già siamo andati indietro di un secolo. Ma il primo riferimento a Maria Theotókos nella letteratura cristiana si trova nelle opere di Origene, e così retrocediamo di un ulteriore secolo (al III):

    http://www.latheotokos.it/modules.php?name=News&file=article&sid=750

    Quando poi si parla di riferimenti, ovviamente si parla di quelli scritti. Molti sono andati persi (e infatti per Origene bisogna usare riferimenti indiretti). La devozione popolare, poi, generalmente li precede. Quindi se si afferma che sono stati necessari 200 anni prima di arrivare a considerare Maria madre di Dio, limitandosi alla citazione di Origene, non si afferma una cosa provata. Peraltro, se ci fosse stato qualche dubbio, questo poteva essere collegato alla comprensione della duale natura di Cristo, concetto piuttosto complesso, che per una definizione robusta ha necessitato di un po’ di tempo. Ma, anche in questo caso, non vuol dire che i fedeli non ci credessero già prima: la duale natura di Cristo (e Maria Madre di Dio) erano cose già ben chiare agli Apostoli.

    Sostanzialmente lei mostra di non avere compreso cosa vuol dire “pronunciamento dogmatico” nella Chiesa. Nella Chiesa non si considera vero solo quello che è dogmatico. Anzi, a volte certe cose sono date per scontate, perché nessuno le nega, che non è necessario formulare esplicitamente un dogma; semmai esso diventa necessario quando qualcuno inizia a fare confusione. Per esempio, il dogma dell’Immacolata Concezione è decisamente recente (1854), ma questo non vuol dire che prima la Chiesa non ci credesse: infatti si trovano abbondanti riferimenti sin dall’alto medioevo: sia nella letteratura dei padri, sia nella devozione popolare.

    1. “Quando qualcuno inizia a fare confusione” o iniziano a propagarsi posizioni, idee, usi e costumi, decisamente eretici.

    1. Assolutamente da leggere non tanto per conoscere l’ennesima ridicola, ma dura presa di posizione di “Gay lex”, ma per approfindire la chiara e realistica visione della De Mari che può essere molto utile a chi non ha chiarezza sull’argomento.

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