Il diritto di imitare

o-senato-facebook

di Livio Podrecca*

Se non è zuppa, è il caso di dire, è pan bagnato. Monica Cirinnà ci riprova con le sue unioni in salsa matrimoniale. Questa volta l’etichetta che prova ad affibbiare alla sua creatura è quella delle formazioni sociali. Obbedisco alla Corte Costituzionale, dice. Peccato che, nonostante i giochi di parole, la sostanza sia la medesima: il matrimonio, con rito e testimoni, impedimenti, equiparazione al coniuge, ecc., e l’adozione omosessuale. Ma non c’è articolo 2 che tenga: non è logicamente possibile riconoscere e disciplinare le unioni civili, neppure come formazioni sociali, senza farne un matrimonio. Un para-matrimonio, se si preferisce.

Qualcosa, comunque, che replica la sostanza del matrimonio che conosciamo tutti noi, quello (l’unico), tra l’uomo e la donna, regolato all’art. 29 della Costituzione. Il diritto fondamentale, infatti, affermato dalla Corte Costituzionale, delle persone dello stesso sesso, di vivere tra loro una condizione di coppia, ma solo se ed in quanto omosessuali, non è verificabile nei presupposti e non esiste in natura. Le Corti che lo riconoscono fanno più politica che diritto. Come si fa a stabilire se una persona è realmente omosessuale? Gli attivisti gay si arrabbiano molto se scoprono truffe. Come quella dei due giovani etero che qualche tempo fa avevano contratto matrimonio solo perché era la condizione per partecipare o avere più punti in un concorso artistico. In secondo luogo, perché un diritto fondamentale a vivere una condizione di coppia? Perché proprio una coppia, voglio dire, e non un gruppo, un trio, magari due uomini e una donna? E’ evidente: perché la coppia richiama l’idea, l’archetipo, vorrei dire, e si riferisce al modello della coppia naturale, procreativa, i soliti e pur desueti maschio e femmina che si uniscono in matrimonio e danno origine ad una famiglia. Lì, però, l’essere due è naturalmente e spontaneamente funzionale alla procreazione e dipende da una complementarietà corporea evidente e sufficiente. Caratteristiche tutte che mancano nelle coppie omosessuali.

Parlare di coppia con riferimento a matrimonio e famiglia è giustificato ed ha un senso proprio solo per le coppie eterosessuali potenzialmente generative. La coppia dello stesso sesso che vuole il riconoscimento pubblico del legame affettivo sulla base dell’orientamento sessuale, invece, non vuole fare altro che imitare il matrimonio e la famiglia naturale, senza averne le caratteristiche. Copiare, come in un gioco, in una finzione, una fictio iuris, che dovrebbe trasformare le relazioni parentali, a partire da quella genitoriale, svincolandole dal dato biologico, con la step-child adoption, la fecondazione eterologa e pratiche barbare come l’utero in affitto. Come possa seriamente pensarsi che una finzione, la semplice imitazione di un diritto realmente fondamentale possa a sua volta essere oggetto di un diritto fondamentale, che non ha nessun riscontro né fondamento né antropologico, né nella natura delle cose (che, anzi, stravolge), resta un mistero. In ogni caso, se le coppie gay rivendicano il diritto fondamentale di imitare quelle etero, perché negano tale possibilità riguardo a se stesse? Se l’imitazione fosse ammissibile ed attribuisse diritti, qualcuno potrebbe a sua volta voler imitare la imitazione, cioè il matrimonio omosessuale, senza essere omosessuale. Se non potesse farlo, sarebbe evidentemente discriminato. E chi lo impedisce un omofobo.

*Livio Podrecca  – Presidente UGCI Piacenza

3 pensieri su “Il diritto di imitare

  1. Reblogged this on Luca Zacchi, energia in relazione and commented:
    Ama e fa ciò che vuoi, scriveva Agostino di Ippona. E quanto sento citato questo brano in questi giorni. Peccato che peròAgostino intendesse ama è fa ciò che vuoi ad imitiazione di Gesù Cristo, Figlio del Padre, che faceva tutto e solo tutto ciò che dal Padre gli era stato ordinato, e seguendo il disegno del Padre…Croce compresa. Oggi questo meraviglioso brano di Agostino, la nostra società lo legge come Ama e fa ciò che ti pare, quando ti pare e finchè ne hai voglia… e la Croce rifiutala con tutte le tue forze, perchè, si sente anche questo, se Gesù ti ama le croci non te le da… Nessuno si ricorda “Se qualcun vuol venire dietro di me, RINNEGHI SE STESSO, PRENDA LA SUA CROCE E MI SEGUA.

    Questo articolo che ribloggo dice semplicemente la verità sul matrimonio e sulla coppia, sulla famiglia e sulla generazione. Dice “Ama e fa ciò che vuoi” ma secondo il disegno di Dio, l’Unico che davvero ama l’Uomo.

    Buona lettura.

  2. fra' Centanni

    Il matrimonio è vocazione alla santità. I fautori del “matrimonio gay” vorrebbero trasformarlo in vocazione al vizio ed alla perversione.

  3. Pierre

    “Contrariamente ad altre grandi religioni, il cristianesimo non ha mai imposto allo Stato e alla società un diritto rivelato, mai un ordinamento giuridico derivante da una rivelazione. Ha invece rimandato alla natura e alla ragione quali vere fonti del diritto – ha rimandato all’armonia tra ragione oggettiva e soggettiva, un’armonia che però presuppone l’essere ambedue le sfere fondate nella Ragione creatrice di Dio”. (Benedetto XVI)

I commenti sono chiusi.