di Costanza Miriano
Distrattamente devo aver fatto qualcosa di buono, evidentemente senza rendermene conto, per meritare, ormai per il terzo anno di fila, un regalo come questo. Una famiglia di cari amici ci ha invitati per una settimana in casa loro, in un minuscolo paese nel cuore dell’Italia (abitanti: uno, in inverno; qualche decina in estate), a 1200 metri di altezza, 1200 più 3, per l’esattezza, perché a noi viene assegnato il secondo piano della casa, in esclusiva, in modo che grazie alla ferrea disciplina militare della famiglia lo possiamo rapidamente colonizzare con una capillare azione offensiva: in pochi minuti pennarelli, cani di pezza, carte di goleador, libri sul tifo inglese e cuffiette Apple vengono posizionati nei punti strategici sui molti metri quadri a nostra disposizione, per segnare il possesso del territorio.
Intanto disotto, alle nostre spalle, si cucinano pranzi e cene da sogno per noi, sulla brace o nel forno a legna (le pur lunghe passeggiate non spiegano come mai un apporto calorico all’incirca decuplicato rispetto al mio standard non mi abbia portato all’aumento di peso, neanche un etto. Alla beatificazione ormai certa dei nostri ospiti questo dovrà certamente essere ascritto come miracolo).
Il posto della nostra vacanza da sogno ha inoltre questa caratteristica quasi magica di essere a circa un’ora da qualsiasi cosa: mare, montagna, cascate. Un po’ come a Roma, che ovunque tu debba andare ci metti un’ora sempre, solo che in quel caso le mete sono il dentista, il catechismo, il luogo dell’intervista, e i tre appuntamenti sono a venti minuti uno dall’altro. Comunque, la divagazione era per dire che siamo stati portati in posti meravigliosi, cime, vallate, ruscelli, cascate, laghi, città e paesi. Tornati a casa ho chiesto ai figli quali fosse stato il ricordo più bello. Avrei detto il ghiacciaio sopra i duemila metri, o le salite in alto. Invece sono state le visite ai luoghi di San Benedetto e di Santa Rita a vincere la top ten.
Le storie di un uomo e di una donna che hanno saputo legare la loro vita a quella di Gesù, che hanno vissuto per Cristo hanno una potenza che non può morire, profuma troppo, risponde a quell’infinito desiderio che tutti abbiamo, anche quando non ne siamo consapevoli, anche quando gli diamo altri nomi e cerchiamo altre risposte.
San Benedetto ha deciso di “nulla anteporre all’amore di Cristo”. Un criterio che gli ha permesso di vivere per Cristo come il figlio vive per il Padre. La vita divina è talmente un’altra cosa, talmente diversa da quella umana, che tutte le opere cambiano forma, senso, si animano di un vigore inaccessibile all’uomo, neanche con tutti gli sforzi di volontà possibili. E infatti Benedetto con il monachesimo che ha fondato in occidente ha dato vita a una cultura che prima di lui non c’era, una civiltà ricchissima, un trionfo di cultura e intelligenza, che ha portato progressi decisivi in molti campi, progressi di cui godiamo ancora oggi noi tutti. Ma più di tutto quello che colpisce in quest’uomo è la sua unione continua con Cristo. Tutta la sua storia – bellissima la vita di San Gregorio Magno – è costellata di miracoli, perché come dice Santa Teresa d’Avila, se tu obbedisci a Dio lui obbedisce a te, e i miracoli te li tira dietro. Non vivi più la tua vita, ma quella divina, e le leggi della natura si piegano a quelle superiori.
Anche la storia di Santa Rita è costellata di fatti miracolosi, anche lei ha vissuto con un cuore tormentato dalla gloria di Gesù Cristo, e il Signore non l’ha mai delusa. Io che sono una mamma posso solo lontanamente provare a immaginare cosa costi a una madre pregare perché i suoi figli muoiano prima di cadere nel peccato mortale. Pregare per la salvezza delle loro anime prima che di quella del corpo, quando è della carne della tua carne che si tratta deve essere davvero impossibile, se non si crede fermissimamente che la vita secondo Dio viene prima di tutto, che ogni istante si può vivere sotto lo sguardo di Dio, e così venire trasfigurato. Così avvenne quando per umiliarla la madre superiora disse a quella vedova che, persi i suoi figli, era entrata nel monastero della Agostiniane di annaffiare un legno secco. Rita obbedì senza sbuffare, senza ribellarsi, certa che ogni umiliazione anche ingiustificata e immeritata, se accolta per amore di Cristo porta frutto. Così il bastone germogliò, e la vite che ne nacque fa ancora vino, ogni anno. Un ottimo pensiero da mettere nel cuore, nella borsa tornando alla vita feriale. A volte anche a noi capita di annaffiare un legno secco, ma il dato è del tutto irrilevante se non è per quel legno ma per qualcun altro che stiamo vivendo.
Grazie…. semplicemente grazie, dal profondo del cuore. E’ importante ricordarsi l’importanza di innaffiare quel ramo secco.
San Benedetto e Santa Rita – cascate, etc: 1 a zero!
Grazie per questo post!
Non è che puoi chiedere ai tuoi amici di intercedere anche per me riguardo al peso? Purtroppo per continuare a perdere qualche etto ancora… dieta forzata! Sigh!
Si potrebbe provare con san Tommaso d’Aquino o sant’Antonio da Padova (entrambi con qualche chilo di troppo..) 😉
Viviana: ho finito giorni fa la raccolta dei santi patroni per ogni nostra necessità. C’è n’è per tutti i gusti e per ogni nostra piccolezza. Ho messo insieme quelli della tradizione italiana e anche locale (ogni zona ha un particolare santo per qualche cosa). In realtà la raccolta sarà aggiornata appena online, perché inizieranno di sicuro gli invii da parte di chi ne conosce ancora più di quelli che ho trovato.
Alla lettera “ò”… “obesità”… ci sono:
San Antonio da Padova 13 giu
San Giuseppe Benedetto Cottolengo 30 apr
San Leonardo di Noblac o Nobiliacum 6 nov
San Luca Evangelista 18 ott
San Raffaele Arcangelo 29 set
San Tommaso d’Aquino 28 gen e 7 mar
Viviana: smack! 😀
Ovviamente li sto invocando tutti e 6!!!! Anche se ho perso già 17 Kg ne devo perdere assolutamente altri. Sob! Sogno i cappelletti!
San Raffaele Arcangelo obeso??? allora se magna pure lassù…. 🙂
Vale: obesità intesa come protezione dall’obesità…. però se San Raffaele fosse obeso di grazia non mi dispiacerebbe… 😉
@ Vale, mi sto chiedendo anch’io perché san Raffaele Arcangelo. Lo facevo più protettore delle guide turistiche, considerato il “caso Tobiolo” 😉

Forse c’entra col contenimento del peso perché invece di regalare pesci insegnava a pescarli?
http://www.classicitaliani.it/trecento/anonimo_Tobia_Tobiolo.htm
COMINCIA LA LEGGENDA
di Tobia e di Tobiolo suo figliuolo
i quali furono al tempo del Vecchio Testamento.
E la versione fiabesca
http://www.tiraccontounafiaba.it/fiabe-classiche/hans-christian-andersen/137-compagno-viaggio.html
Forza e coraggio 😀
Viviana. grazie. Sono al livello più brutto: poco dimagrimento per ora perché i più se ne sono andati. Il guaio è che la fame non se ne è andata e nemmeno il gusto delle cose buone. Però lo stomaco si è ristretto, quindi più di tanto non ce n’entra di roba. Va là! 😀
…pregare un tanto a kilo?
Sant’antonio non lo sapevo, ma s. Tommaso d’Acquino lo sapevo che era, come dicono a Roma, “de pasto”! Bah! di regola la persona di buon appetito desta simpatia. A69
Si intuisce, da un episodio della vita di Benedetto, che molto contribuì alla sua opera la sorella.
“Secondo la parola di Giovanni, infatti, Dio è amore; per giustissimo giudizio, dunque, poté di più colei (Scolastica) che amò di più” (San Gregorio Magno, Dialoghi, libro II, c. 33).
http://ora-et-labora.net/scolastica.html
Si, è vero, a volte è necessario accettare di innaffiare un legno secco.
È bello anche sperare che qualcuno accetti di innaffiare quel legno secco che a volte siamo noi.
Grazie, perché anche oggi qualcuno mi ha innaffiato !
…in che senso?
Cara Costanza con mio marito e i nostri quattro figli adolescenti,all’inizio un po’ recalcitranti, siamo stati a Norcia e a Cascia . Tutti siamo stati colpiti dal’obbedienza di Santa Rita di bagnare per un anno interola vite secca. Il Signore gradisce le nostre obbedienze e le rende feconde come la vite di Santa Rita che ancora oggi a distanza di tempo vive! Obbedire conviene!
Eppure da 100 anni nei campi di concentramento, per uomini e donne e di tutte le razze, in giro per il mondo non hanno ancora visto una persona che mostrare soprappeso. Chissa’ che dieta usano in questi luoghi, ma provano una cura efficiente e con un successo al cento per cento su tutte le persone, risparmia molte spese e puo’ essere applicata, quando si voglia, a qualsiasi individuo o popolazione obesa. L’unico possibile inconveniente e’ non esagerare con la cura o si perde il paziente per eccessiva magrezza. Da buon intenditor poco mangiare. Paul
Cominciò Ghino di Tacco con l’abate di Clignì 😉
http://www.oilproject.org/lezione/boccaccio-ghino-di-tacco-e-l-abate-di-clignì-riassunto-e-commento-della-nov-4712.html
…e di Galantino non ne parla più nessuno? Ne devo parlare io? O è troppo fuori tema?