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Io, mi limito a suggerire a tutti coloro che vogliono sposarsi, la lettura del libro “La fabbrica dei divorzi” di Massimiliano Fiorin.
Ci sono motivi molto piu’ validi che non lo stadio o il sugo di mamma per non sposarsi.
Buon palio dell’Assunta a tutti i senesi. Invochiamo la protezione della Madonna sulla nostra bellissima e plurisecolare tradizione.
…durante, i fidanzamenti (cosiddetti) mutande di bandone (cosiddette, da noi in Toscana) (ovviamente)?
A proposito del fidanzato di cui si parla nell’articolo, mi ritorna in mente una mia lettura adolescenziale: un romanzo di Jules Verne, in cui c’è un personaggio che “non aveva barattato i molti vantaggi, dubbi, del matrimonio, con i pochi vantaggi, certi, del celibato”.
Probabilmente quel fidanzato la pensava così. A69
ho letto commenti vecchi a questo articolo, commenti molto duri pronti a puntare il dito
“Secondo me le donne se la sono cercata. Se non trovano uno straccio di marito e se ne accorgono quando l’orologio biologico batte i suoi ultimi rintocchi, è perchè si sono fatte mungere prima a gratis. ”
non so come si possa anche solo pensare di scrivere una cosa del genere. e se noi donne non siamo in primis le prime nemiche di noi stesse.
il mio fidanzato mi ha lasciato dopo 6 anni, a due passi dal matrimonio. Lungi da considerarmi una santa, posso in sincerità dire di averlo amato, con le mie imperfezioni, molto. Di non aver desiderato “uno straccio” di marito, nè di desiderarlo ora. Ho 30 anni, l’orologio biologico non batte gli ultimi rintocchi ma ho desiderato avere un figlio da lui. Non ho avuto risposte alla nostra separazione, ho pregato tanto, ho cercato di essere per lui, tiepido credente, la freccia che indica la via di Damasco. Ho fallito. Abbiamo fallito. E ho paura di fallire di nuovo.
Dicevo: Gesù tu ci hai voluti insieme, aiutaci.
Le vie del Signore sono imperscrutabili.
Dopo la separazione sono entrata in analisi mentre lui si infilava nel letto di una nuova generosissima fidanzata. Me la sono voluta? Me ne sono accorta tardi che non ho trovato uno straccio di marito?
Abbraccio tutti quelli che sono in ricerca.
Cara Caterina, il tuo commento è stato da me apprezzatissimo, così apprezzato che mi hai invogliata ad intervenire. A volte infatti trovo anch’io che ci sia, un pò strisciante, un puntare il dito un pò troppo deciso verso le (presunte) responsabilità delle donne, dell’atteggiamento femminile. È vero, noi possiamo fare molto per l’andamento positivo di una relazione/fidanzamento/matrimonio, davvero molto, quindi abbiamo la corrispondente fetta di responsabilità…. però non possiamo fare tutto. Il paradosso che a volte viene presentato a noi donne (ed ecco lo strisciante) è riassumibile nella seguente istruzione o regola d’oro per la donna: mia cara, lo sai che non puoi controllare tutto, sei troppo fissata sul controllo! MA, bada bene, SE vuoi far funzionare la relazione e tenerti stretto l’uomo e sposarti e far funzionare il matrimonio devi fare così e cosà (=controllo sull’uomo).
Difficile che qualcuno riesca ad uscire da questa “fissa del controllo”. In tutti i consigli per le donne è sempre presente: a volte esplicito, altre volte strisciante e mimetizzato dentro al consiglio del “non controllo”. Sempre presumendo che la donna sia la controllante della coppia…..in positivo o in negativo. In questo modo, a mio parere, si nega un tantino anche la complementarietà nella coppia.
E se l’uomo se n’è andato allegramente senza farsi troppi problemi?
E se dopo tanti anni di promesse ha deciso che gli piaceva un’altra donna?
O anche così, senza donne di mezzo, ha decretato che “non era più innamorato”?
Beh, avrà avuto le sue buone ragioni. Lui.
Beh, lei , la ex, non ha saputo far funzionare la cosa.
La mia storia personale sarebbe troppo lunga e complicata da narrare, comunque si è trattato di una relazione lunga, con annesso corso prematrimoniale, con continue ‘buone intenzioni’ di matrimonio. Non faccio la vittima, non mi sento una vittima e anzi nella mia storia mi sono addossata per tanti anni tutte le colpe possibili e immaginabili della fine del rapporto (terminato mentre ero bloccata a letto da malattia, quindi praticamente io mi incolpavo anche per la mancata salute che io avrei dovuto garantire a lui, prima che a me stessa…).
Ci sono voluti anni per recuperare un minimo di fidicia in me stessa e negli altri, non solo verso gli uomini. Ora ho una visione più equilibrata del problema attuale dei rapporti uomo-donna. Al momento ho possibilità di incontri maschili e senza troppe paranoie potrei trovare ‘sistemazione’ matrimoniale o di convivenza, ho varie strade a mia disposizione, varie opportunità se volessi…..però, dopo le mie esperienze, io sono convinta che non si possa più di tanto per far deviare (in bene) la psiche e il comportamento di uomini over 40 abituati a vedere la relazione in modo non cristiano e non cattolico, sebbene battezzati. Non credo che sia semplice nemmeno se uno ha 30 anni veramente….Dunque ci sarebbe da chiedersi se, oltre ad accalappiare un marito, noi siamo interessate anche a formare una famiglia cristiana (e quindi se anche lui lo vuole. Oppure se magari lui non vede l’ora di sposarsi in qualche modo, civile o religioso non importa, per poi andare a fare gli scambi di coppia). E per evitare un post fiume termino qui il discorso.
Il mio ex si è infilato direttamente nel letto di una signora divorziata con due figli grandi, con un preventivo passaggio nel letto della moglie separata di un suo amico. In poco tempo hanno comprato casa…. e ora non so se si sono sposati perché non ho certamente seguito la vicenda (nonostante lui avesse cercato per un certo periodo di fare il doppio gioco, mi telefonava, quindi avevo notizie della storia) .
Da tener presente che al corso prematrimoniale, come nella vita di tutti i giorni, lui recitava il ruolo del ‘bravo ragazzo’ con tanti buoni sentimenti e intenzioni. L’ha fatto per anni (molti più di 6…. per ricollegarmi a te cara Caterina…e non specifico quanti perché ancora sento su di me una specie di vergogna che non supero nemmeno via internet).
Uno potrebbe chiedersi: ero io scema? Ero orba? Non vedevo niente di strano?
A parte che oltre me nemmeno gli altri vedevano nulla di strano….. io semplicemente mi comportavo da persona comprensiva dei suoi difetti, da donna che guardava all’uomo reale che aveva davanti e non ad un ideale astratto. Poi, lui stesso mi chiedeva fiducia (proprio a parole, esplicitamente) ….e tempo per sistemare lavoro, affari…
Sì, hai ragione: le vie del Signore sono imperscrutabili.
E viviamo nella certezza che ci indicherà il meglio per noi.
Un abbraccio a te, Caterina 🙂
Cara Caterina, capisco bene che non ti ritrovi nel commento datato di giuliana z., neanche io mi ritrovo minimamente in quanto scritto nel post; in nulla. Ma tant’è, esistono sia le une che gli altri. Fortunatamente non rappresentano la totalità degli uomini e delle donne. Personalmente mi ritrovo a poco più di trent’anni in una nullità matrimoniale che si sta concludendo, e che mai avrei voluto né avrei immaginato di vivere. Gli ultimi quattro sono stati anni veramente difficili. Capisco perfettamente quando parli di “averlo amato, con le mie imperfezioni, molto”, “ho desiderato di avere un figlio da lui” e in particolare quando dici “Gesù tu ci hai voluti insieme, aiutaci”. Nel mio matrimonio non solo desideravo sposarmi con lei, ma ci ho visto la volontà di Dio, e lo rifarei. Il problema è che lo deve desiderare anche l’altro. E’ inutile sposarsi solo perché l’altro è il marito perfetto, ben voluto dai familiari e dal contesto che ti circonda, o “semplicemente” perché tu lo ami con tutta te stessa, se in fondo in fondo anche l’altro non desidera profondamente sposarsi con te. Dio stesso alza le mani di fronte alla nostra libertà; ci può dare tutti i segni che vogliamo (nella nostra storia ti posso garantire che ce ne sono stati tanti), tutti gli aiuti di cui necessitiamo (e dalla Chiesa ne abbiamo ricevuti tantissimi, tramite sacerdoti, catechisti, suore, psicologici di fede provata, etc… ), ma se non lo desideriamo nel profondo è inutile. La seconda certezza dopo la morte, è l’arbitrio della nostra libertà. E nell’esercizio di questo arbitrio conta molto il fatto che siamo un mistero per gli altri e soprattutto per noi stessi, perché come dice un salmo il nostro cuore è un abisso. E quello che succede è che molte volte l’esercizio di questo arbitrio provoca la morte delle persone che ci stanno accanto. Quasi tutte le scelte di mia moglie degli ultimi quattro anni sono costate la mia vita. Non lo dico per fare la vittima, ci mancherebbe e lungi da me, è semplicemente ciò che è successo. Ma è questo che chiede l’amore, rischiare la propria vita per l’altro. Mettersi in gioco a costo della propria vita. E non lo dico io, ce lo ha mostrato Gesù Cristo. E la cosa che in tutto questo tempo mi ha sostenuto è aver visto come Dio Padre, Gesù Cristo e la Vergine Maria hanno “tifato sfegatatamente” per questo matrimonio, unitamente alla vicinanza e alla preghiera di tante persone: fratelli nella fede, amici, familiari, che sono state fondamentali.
Cosa sarà delle nostre storie, e di queste sofferenze? Non lo so, ma sono certo che nulla andrà perduto. Anzi sarà risorto e moltiplicato in grazia, se lo desideriamo e lo crediamo. Ho visto tante volte Dio passare nella mia vita e in quella di molte persone che mi sono accanto per strade che sembravano ignote, senz’altro difficili, ma alla fine è Risorto.
Anche questa volta sarà così, per me, per te, per tutti quelli che lo desiderano e crederanno!
Un forte abbraccio!
Grazie Francesca, per la condivisione, per l’incoraggiamento e soprattutto per l’umanità… ti abbraccio 🙂
Un po’ per caso mi sono imbattuta in questo post.
E su questo blog e in mezzo algi abituali “sostenitori” di Costanza, mi fa piacere leggere di esperienze diverse da quello che solitamente qui si legge.
Sono circondata da amiche fidanzate, sposate, con figli. Sono circondata da persone che sono riuscite e hanno potuto creare quella famiglia che il/la lettore/lettrice tipica di questo blog ha già o sta per avere o magari ha speranza concreta di avere. (ammiro la vostra capacità di sperare)
L’amore descritto in questi articoli è molto diverso da quello che è la realtà del mondo al di fuori delle nicchie parocchiali et similia: è ben diverso da quello che vivi ogni giorno, se vivi nel vero mondo.
Francesca descrivi bene “quello che c’è fuori”:
“sono convinta che non si possa più di tanto per far deviare (in bene) la psiche e il comportamento di uomini over 40 abituati a vedere la relazione in modo non cristiano e non cattolico, sebbene battezzati. Non credo che sia semplice nemmeno se uno ha 30 anni veramente….Dunque ci sarebbe da chiedersi se, oltre ad accalappiare un marito, noi siamo interessate anche a formare una famiglia cristiana (e quindi se anche lui lo vuole).”
E mi sono ritrovata anche in questa tua frase, Caterina:
“ho pregato tanto, ho cercato di essere per lui, tiepido credente, la freccia che indica la via di Damasco. Ho fallito. Abbiamo fallito.”
Anche io ho fallito ed è stato IL fallimento della mia vita.
Anche io ho pregato tanto durante i nostri 9 anni insieme, ma non c’è stato niente che potesse ricongiungere 2 vite divenute troppo diverse (io sempre più cristiana, lui sempre più ateo).
Non sono servite le preghiere, il corso prematrimoniale, il cercare dei compromessi che non si sono trovati. Tutto questo ha solo contirbuito a far esplodere la nostra relazione.
E le preghiere non sono servite nemmeno durante questi 2 anni e mezzo passati dal mio fallimento. Non mi hanno consolato, non mi hanno fatto incontrare chissà chi, non hanno guarito la ferita.
So che molto cristianamente qualcuno dirà che tutto prenderà un senso, ma la speranza non fa parte di me e cerco di vivere giorno per giorno senza troppe domande sul passato/presente/futuro.
Dopo l’immenso dolore del primo anno senza di lui, mi sono ritrovata libera ma non felice, piena di impegni ma manca qualcosa (o qualcuno?), con tante possibilità ma nessun sentimento.
Sono stata pietrificata dal dolore di aver perso tutto l’amore che avevo.
E credo che su questo blog bisognerebbe parlare anche di questa faccia scura dell’amore, non solo di lieti fine, non solo dell’amore visto da chi e l’ha (spesso dato per scontato, come se fosse qualcosa che tutti avranno o RIavranno).
Grazie MIsslady della testimonianza. Un grazie personale.
Sebbene io ora mi sia in gran parte ripresa da tutta la faccenda mi fa benissimo confrontarmi con esperienze similari alla mia.
Sulla preghiera. Potrà sembrare una frase fatta del frasario cristiano cattolico, l’avrai sentita tante volte, ma te la dico lo stesso perché stai descrivendo una fase di vita che ho passato anch’io, quella in cui ti sembra che la preghiera non serva a niente.
(Nel frattempo, tra tutte queste vicende e dopo tutte queste vicende, c’è stata anche la scomparsa prematura di mio fratello minore, marito e padre…per terribile malattia e dopo cure devastanti).
Sinceramente mi sento di dirti, appunto con la famosa frase fatta, che la preghiera serve: innanzitutto a te e per te, e che non sarà inascoltata. Solo che ora è ancora un pò troppo presto perché tu ti riprenda psicologicamente da una storia così lunga e dolorosa. Trovo anche giusto che tu viva un pò alla giornata, che tu sia disorientata…. eh purtroppo sono esperta di quel disorientamento.
In seguito magari, chissà, potrai anche fare come capita a me di fare qualche volta ora: supportare e trovare le parole giuste da dire ad un’amica sposata in crisi o con vari problemi per portare avanti il matrimonio – che magari paradossalmente (ma nemmeno tanto paradossalmente) non trova la necessaria comprensione nelle altre amiche sposate. Può accadere infatti che certi meccanismi e certe sofferenze profonde noi riusciamo a comprenderle, ad accoglierle, più di altre donne…. e può accadere che la nostra parola (letteralmente cesellata dalla sofferenza) possa portare un sollievo a chi si trova in difficoltà.
Ma questa è già una fase ‘avanzata’ direi.
Fase avanzata che comunque non esclude cadute e tonfi fragorosi quando ancora mi prendono visceralmente le sofferenze patite (breve nota: in qualche modo un compagno non cristiano oppure cattolico tiepido o cattolico per sola tradizione tende/può tendere un tantino al maltrattamento psicologico della compagna,proprio perché non ha principi di amore autentico sui quali fondarsi, e tende perciò ad intendere anche una certa nostra “mitezza” e accettazione dei suoi difetti come nostra debolezza e conseguente sua possibilità di commettere vari piccoli soprusi, piccole/grandi crudeltà o semplici mancanze di rispetto quotidiane; ma questo è tutto un altro tema in cui non intendo addentrarmi, ma che è determinante negli strascichi psicologici. E non sto certo affermando che riguardi tutti gli uomini non cristiani)
…..o quando non riesco nemmeno a dire per quanti anni sono stata in quella relazione. Comunque si è trattato di un periodo un pò superiore al tuo MIsslady, qualche anno in più. Ecco l’ho scritto.
Riguardo a chi “vive nel mondo” vs “chi vive nella nicchia parrocchiale” (o di un movimento ecclesiale) : sì, tocchi un punto fondamentale.
Io stessa tra qualche tempo potrei trovarmi dall’altra parte della barricata e potrei… dare istruzioni ‘sicure’ alle altre donne, sposate e non (cavolo, le ho passate tutte, anche esperienze qui non citate, e potrei diventare un guru!) ….però mi ricorderò di astenermi dal farlo con tanta sicurezza.
E mi ricorderò, inciso a fuoco, che la mia relazione era vista esternamente come la ‘coppia più bella del mondo’, quella da invidiare, quella sulla quale non c’erano dubbi, nessun di rischio di divorzio…. figuriamoci sul matrimonio che era solo dilazionato per problemi di lavoro, di affari, di imprese da fondare, di cose da fare, di problemi di altri familiari da risolvere, di malattie, di altre donne che si mettevano di mezzo a far deviare la storia più bella del mondo (le famose ‘ruba mariti’ o fidanzati) in cui almeno una volta sono incappata, etc.
Riassumendo: non tutte le storie sono lineari, non tutte le storie sono uguali, con percorsi standard, con consigli standardizzati da dare. Si rischia davvero di apparire “fuori dal mondo” oppure di apparire quella che predica bene su una cosa che gli è andata bene senza tanti sforzi, o con il minimo sindacale. (c’è anche un nutrito numero di donne che trattano il marito come uno zerbino e predicano tra le amiche con convinzione come si fa a gestire un matrimonio infilandosi i pantaloni, ché tanto gli uomini son tutti deboli bambocci e ce li dobbiamo gestire noi come meglio ci aggrada, per poter fare i nostri comodi).
E su tutto questo mettici pure la concezione odierna del matrimonio e/o rapporto di coppia, che non risparmia nemmeno i cattolici: gli stessi che dicono “A” quando sono seduti ad un corso prematrimoniale, poi dicono “B” quando sono seduti a tavola al ristorante con gli amici – e in genere agiscono secondo quest’ultima modalità. In questo la mia esperienza è davvero…plurima. E quando posso faccio notare la schizofrenia del cattolico medio.
Vorrei inoltre richiamare un’altra realtà, realtà che può riguare me, come Caterina, o come MIsslady.
A meno che noi non siamo cozze pazzesche (che poi pure ‘sto pregiudizio non regge: tutte noi conosciamo autentiche cozze mogli di bravissimi e aitanti mariti) , e non lo siamo: noi ora abbiamo la scelta. Possiamo decidere che cosa fare in futuro.
Personalmente, come accennato già precedentamente, avrei al momento varie opzioni, senza stare a chiedermi troppo se lui è convertito oppure se lo convertirò io, da fidanzata, da convivente o da moglie.
Sempre rimanendo nella Chiesa (al massimo rinunciando ai sacramenti, ai quali però non intendo rinunciare) la scelta non è ristretta, anzi:
-divorziati della mia età pronti a cadermi tra le braccia, praticamente ho l’imbarazzo della scelta, e anzi devo fare attenzione a non dargli involontariamente delle speranze perché (poveri) sono spesso molto soli e molto esposti alle tentazioni
-scapoli impenitenti ce n’è ancora abbastanza in giro, e non mi mancherebbero le ‘armi’ per farmi sposare e regolarizzare il tutto con rito cattolico
-chiudendo un occhio sull’età: vedovi di una certa età che cercano la ‘badante’ compiacente da mettersi in casa con regolare matrimonio
-mariti (ancora sposati) o semplici conviventi, che non vedono l’ora che gli strizzi l’occhio per cambiare donna a seguito di relazione ‘esaurita’ , ne è pieno il mondo. Potrei pigliarmene uno e sposarmelo: se ex-convivente non ci sono problemi di sorta per la Chiesa e anzi lo converto pure da convivenza a matrimonio, brava io; se sposato lo converto ex-sposato e posso percorrere la strada di molti divorziati risposati (anche noti alle cronache e rappresentanti del mondo cattolico).
-scapoli di vario genere e natura che ora non sto qui ad analizzare, anzi scusate la lunghezza del post.
Insomma un uomo di qui o di là si trova.
Ma il punto è: quale famiglia voglio fondare?
E da quale punto parto (ad esempio dal ‘fregare’ il fidanzato o il convivente ad un’altra) ? O dallo scegliere uno scapolo figlio di papà che si sposa in chiesa perché anche per lui è “scaduto il tempo”?
Posso fondare una famiglia che vuole essere esempio e supporto reale concreto per la società di oggi, anche per chi ha bisogni morali e materiali in parrocchia, nella società, nel mondo (vedi Familiaris Consortio) – oppure combatto tutto il tempo del mio matrimonio col marito che vuole usare sex toys e filmini porno come occupazione del tempo libero ? E se non può farlo si cerca l’amante. (Conosciuta pure questa tipologia di uomini, e l’amante in quel caso avrei dovuto essere io).
Alt! Se qualcuno pensa che io sia pessimista: no, non lo sono.
L’ho detto: ho fatto da supporto anche a chi avrebbe dovuto supportare me, e non si può certo farlo se si è depresse e pessimiste.
Conosco il mio valore, conosco l’Amore di Dio per me, single o maritata.
Come disse Papa Francesco (da arcivescovo in Argentina): “Il cristiano non può permettersi il lusso di essere un idiota, questo è chiaro. Noi non possiamo permetterci di essere sciocchi perché abbiamo un messaggio di vita molto bello e quindi non possiamo essere frivoli”
Per me questo significa (anche) che non è secondario per la donna cattolica cercare un uomo con valori cattolici VERAMENTE vissuti nella sua vita quotidiana – altrimenti si rischia di costruire la Chiesa intera su matrimoni incentrati sul proprio giardino e sul proprio soggiorno di casa, con una vaga idea del “mondo là fuori”. Con una vaghissima, inesistente idea, della comunità ecclesiale. Con una inesistente idea del messaggio di vita da portare al mondo.
È qui che la cerchia dei ‘buoni’ mariti si restringe un tantino.
Un tantino tanto. (anche perché poi dobbiamo mettere in conto che un minimo di attrazione-innamoramento-amore ci deve pur essere verso un uomo, non possiamo mica farcelo piacere così, a tavolino).
Certo…. poi ci possono essere casi in cui lui si converte, non lo nego.
E ci sono anche casi in cui la donna vuole sottoporsi volontariamente al secondo “martirio” con uno che non gliene frega niente (magari distruggendosi definitivamente come donna e persona e facendo così mancare il proprio sostegno fisico e morale ai propri genitori anziani per star dietro al marito deficiente futuro convertito?).
Mah.
Però.
(Però non si convertirono nemmeno i figli di una Santa come Santa Rita…). Insomma ecco, pensiamoci un pò anche a questo.
Tra qualche tempo anche Caterina e MIsslady si saranno ritemprate psicologicamente, non ho dubbi. E avranno davanti a loro la scelta della coppia-famiglia che vorranno formare nella loro vita. Vedranno anche loro, come vedo io ora (e che non ho visto per anni) quanti uomini ci sono. Per sistemarci, ci si può sistemare. Appunto, di uomini, ce n’è. Dipende quali.
N.B. queste mie osservazioni non contraddicono né mettono in dubbio il lavoro di Costanza. Solo fanno vedere anche altre realtà – che mi sembra fosse anche lo scopo dell’articolo di Raffaella Frullone.
Chiedo venia per il post chilometrico.
MIsslady “pietrificata dal dolore”. So cos’è. Quell’amore che hai dato non lo hai perduto. Lo so sembra un’altra frase fatta…. ma tra qualche tempo ti renderai conto che le cose stanno diversamente. E che l’Amore non fallisce, non si perde.
Al giorno d’oggi si richiedono (implicitamente) un pò troppe prestazioni alle donne, ivi compresa quella di riprendersi in un paio d’anni da una storia in cui si era riversata tutta la propria dedizione ed energia e tempo……
Un abbraccio.
sono contenta che qualcuno scriva della parte “oscura” dell’ amore, perchè dal blog di Costanza non esce mai questa parte e sembra essere sempre “colpa” della persona (spesso la donna ) se non ci si sposa nella vita. sono una trentenne che ha avuto molte delusioni dagli uomini; pur desiderando un matrimonio cristiano i ragazzi che mi hanno ferito di più sono stati proprio coloro che sbandieravano i valori cristiani e poi li trovavi tra le lenzuola di un’altra, sostenendo che “tanto siamo tutti peccatori”. sono andata a vivere all’estero per superare e rimarginare certe ferite e posso dire che … Dio guarisce veramente ma solo se glielo chiedi con tutta te stessa !!! ho amiche, anche cristiane, che hanno trovato subito l’ amore della loro vita ed oggi lo danno quasi per scontato, facendo diventare il loro matrimonio un inferno fino a distruggerlo. io credo che chi ha avuto difficoltà nel trovare la propria anima gemella riesca a custodire e valorizzare con più consapevolezza questo amore che non è assolutamente scontato.
“io credo che chi ha avuto difficoltà nel trovare la propria anima gemella riesca a custodire e valorizzare con più consapevolezza questo amore che non è assolutamente scontato”.
Scrivo solo per dire che concordo su tutta la linea. Con tutto ciò che hai scritto.
Anche il “siam tutti peccatori” di taluni uomini, è un esempio di come buttare allegramente il dolore del proprio peccato sull’altra persona, senza mai pentirsi veramente, cioè senza essere addolorati per primi di ciò che si è commesso….. e continuando a far soffrire la donna che sarebbe la tua futura moglie, senza la decenza di dire apertamente le vere intenzioni e progetti di vita (ma anzi, spesso,tenendola legata per anni con l’illusione del matrimonio “sempre più imminente”).
Spero che oltre alle donne che hanno avuto queste difficoltà legga questi commenti anche qualche uomo ipocrita di passaggio. Chissà, magari si ravvede.