La persecuzione dei cristiani e l’emergenza dei rifugiati

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Oltre 4.000 cristiani uccisi nel mondo, per la loro fede, nel 2014. Una cifra quadruplicata rispetto al 2012. Massacri cui si aggiunge la distruzione delle chiese, più di 1.000 nell’ultimo anno.

Iraq, Siria, Nigeria, Sud Sudan: sono solo alcuni dei molti paesi nel mondo in cui ogni giorno centinaia di cristiani, a causa dell’odio ultrafondamentalista, patiscono sofferenze, fino alla morte, all’esilio e alla perdita delle persone care e dei propri beni.

E i primi dieci Paesi dove i cristiani hanno subito violenza sono a maggioranza islamica.

Situazione che comporta un aumento delle domande d’asilo da parte dei rifugiati: secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite infatti il numero dei richiedenti asilo nei paesi industrializzati nel 2014 è salito a 866mila, in aumento del 45% rispetto al 2013. Per l’Italia, il dato di 63.700 nuove domande nel 2014 è il più alto mai registrato, in rialzo del 148% rispetto al 2013.

Proprio per dare risalto a una tragedia che quasi mai ottiene l’attenzione necessaria e descrivere una vera e propria emergenza a livello internazionale, si svolgerà

 

sabato 28 marzo 2015 a Milano

presso l’Hotel Michelangelo, in piazza Luigi di Savoia 6, a partire dalle ore 15

il convegno “…perseguiteranno anche voi (Gv, 15.20). Persone, drammi prospettive”.

 

Un’occasione per offrire informazione e testimonianza, con l’intervento, nella prima parte, di chi ben conosce le aree di maggiore crisi e nella seconda parte di chi, a nome delle istituzioni, può raccontare come affrontare politicamente e culturalmente la grave emergenza umanitaria.

Tra i relatori vi sono:

Paul Bhatti, fratello del Ministro del governo pakistano e martire Shabaz Bhatti (1968-2011), assassinato dall’ultra-fondamentalismo islamico per la sua coraggiosa difesa della libertà religiosa, è stato Ministro delle minoranze religiose nel governo del Pakistan ed è oggi presidente della Coalizione delle Minoranze del Pakistan;

Gian Micalessin, inviato speciale

Alfredo Mantici, Direttore del settimanale online Lookoutnews

Mons. Agostino Marchetto, Nunzio Apostolico, studia da anni la questione della libertà religiosa.

Aldo Morrone, medico infettivologo, consulente speciale per la medicina delle migrazioni per il Ministero della Salute

Maurizio Falco, del Dipartimento delle libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno

Costanza Miriano, Giornalista RAI

Massimo Introvigne, sociologo e vice-responsabile nazionale di Alleanza Cattolica, è stato nel 2011 Rappresentante dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) per la lotta al razzismo, alla xenofobia e alla discriminazione religiosa.

 

L’evento è organizzato da Integra onlus, Alleanza Cattolica, Progetto Osservatorio, con Fondi del Ministero dell’Interno, dipartimento Libertà Civili, Progetti S.P.R.A.R. (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e con il Patrocinio della Regione Lombardia.

 

Per informazioni:

Segreteria Alleanza Cattolica Milano

Tel. 349 5007708

ac.mi@tiscali.it

www.comunitambrosiana.org

convegno_persecuzioni

 

90 pensieri su “La persecuzione dei cristiani e l’emergenza dei rifugiati

  1. Per noi la forma moderna dei cristiani al Circo dei tempi di Roma imperiale. Nostante la gravita’ della persecuzione contro chi crede in Cristo uniamoci in preghiera implorante Dio che ci liberi dalle persecuzioni, non solo contro i Cristiani ma anche chi soffre per la lotta alla Verita’ e Giustizia: Amen, Paul

    1. Anonimo69

      Si, indubbiamente, solo una parte di questi 866.000 saranno cristiani (molte sono le cause che determinano la fuga dai paesi dove i profughi sono nati), è certo però che l’islam è diventato un oggettivo pericolo per chiunque non sia maschio e musulmano.
      Purtroppo la religione di Maometto non ha subito quelle traversie che il cristianesimo ha subito dal ‘700 in poi, e quindi non concepisce la separazione fra stato e chiesa, e, la libertà di opinione e di dibattito in materia di religione.
      Sapete che vi dico? Forse era meno problematico confrontarsi con il comunismo piuttosto che con l’islam. Il comunismo, perlomeno, aveva una logica più comprensibile, più decifrabile per noi. A69

      1. «Purtroppo la religione di Maometto non ha subito quelle traversie che il cristianesimo ha subito dal ‘700 in poi, e quindi non concepisce la separazione fra stato e chiesa, e, la libertà di opinione e di dibattito in materia di religione.»

        Spiacente deludere i nipotini degli illuministi ma la separazione tra stato e chiesa fa parte del cristianesimo fin dal “Date a Cesare quel che è di Cesare”. Mai sentito parlare della lotta per le investiture? O di Thomas Beckett?

        «L’islam è diventato un oggettivo pericolo per chiunque non sia maschio e musulmano»
        Chissà che ne pensano gli sciiti maschi
        http://www.theguardian.com/world/2014/aug/25/isis-ethnic-cleansing-shia-prisoners-iraq-mosul

        1. webmrs:
          …mi meraviglio di Lei!!!

          “Il re longobardo Liutprando, in cerca di un accordo che rafforzasse il suo stato, dopo aver conquistato il castello di Sutri nel 728, a causa delle proteste papali, anziché restituirlo a Bisanzio, che in quel periodo controllava alcune zone del Lazio, lo riconsegnò a Papa Gregorio II. Con questa donazione e il falso documento riguardante la cosiddetta donazione di Costantino, i Papi cominciarono a rivendicare il controllo spirituale e temporale delle terre dell’Italia centrale e dell’Europa ad ovest della Grecia.”

        2. Anonimo69

          @ senm_webmrs

          spiacente per lei, ma i nipotini degli illuministi sono tranquilli; già le ha risposto Alvise, ma, in termini più generali, replicherò che, anche se Cristo ha parlato di “dare a Cesare ecc.”, la chiesa, INVECE, ha sempre cercato il potere temporale nel corso della sua storia. Inoltre la lotta per le investiture aveva come suo presupposto logico l’assunzione di poteri feudali da parte dei vescovi, ed è evidente che la nomina dei vescovi diventava, in uno stato feudale, un potere politico fondamentale. Se i vescovi avessero avuto soltanto poteri spirituali, Enrico IV di Franconia, non si sarebbe dato tanto pensiero. Quindi il contrasto era fra poteri politici e temporali, altro che separazione fra stato e chiesa. Thomas Becket, difendeva prerogative POLITICHE della chiesa d’inghilterra (fra cui, la più importante era quella del foro riservato per gli ecclesiastici, che avessero commesso reati).

          Il discorso degli sciti maschi non è in contraddizione con l’oggettiva pericolosità dell’islam per i non musulmani (e per le donne non sottomesse): sul piano ESTERNO la religione di Maometto è pericolosa per tutti i non musulmani, sul piano INTERNO è reciprocamente pericolosa per gli sciti e per i sunniti. Due entità diverse non sono necessariamente contraddittorie, e se non lo sono, possono coesistere. A69

          1. Anonimo69

            Corrego il “ha SEMPRE cercato il potere temporale”:ha cercato il potere temporale dall’epoca di Teodosio I. Salviamo i primi secoli del cristianesimo. A69

            1. Roberto

              Infatti la ‘distinzione’ tra il potere religioso e politico determinato dalla differenza tra carismi e compiti, che è l’ottica cristiano cattolica -nulla- ha a che fare né con lo stato di ‘confusione’ tra i poteri che è tipico dell’islam e dei sistemi totalitari né con la condizione di ‘separazione totalitaria’ che è quanto vagheggiato (e ottenuto) dal nefasto illuminismo.

              Per semplificare al massimo i rapporti tra religione e Stato abbiamo:
              1) separazione tra potere politico e spirituale
              2) distinzione
              3) confusione

              Nel primo ricadono le moderne democrazie totalitarie secondo la definizione di San Giovanni Paolo II (democrazia senza valori), come quelle in cui oggi vivono la maggioranza di noi occidentali.

              Il secondo schema è quello tipico delle cristianità cattoliche, antiche, medievali soprattutto (ma non solo).

              Il terzo, in cui uno dei due poteri comanda l’altro, è quello dei totalitarismi, dell’islam e di altre religioni maggioritarie.

              Per l’islam in particolare, la “confusione” rileva dal fatto che non esiste un vero e proprio diritto civile, e consente di definirlo teocrazia vera e propria.

              Si potrebbe invece dare un taglio a queste continue provocazioni che colgono ogni pretesto, buono o meno buono, per voler indirizzare la discussione verso il tentativo di insinuare che la religione cattolica abbia avuto da imparare qualcosa dall’illuminismo, una delle più gravi malattie che possano infettare la retta ragione e la retta coscienza, o nel voler mettere in qualsiasi modo sullo stesso piano islam e cattolicesimo, facendo credere che la differenza tra i due nasca successivamente all’aggressione violenta dell’illuminismo a danno della civiltà cristiana. Anche se ovviamente possiamo rilevare chiari principi di ‘confusione’ nel protestantesimo, non a caso la prima rivoluzione contro la civiltà cristiana, che introduce il primo elemento nel quale il potere politico cerca l’esercizio di comando su quello religioso.

              1. Anonimo69

                All’ADMIN: per cortesia cancellate il post precedente (non so perchè ma sul mio indirizzo mail compaiono spesso delle aggiunte: misteri della telematica!). Grazie e scusate dell’incomodo,

                @ Roberto

                mi dispiace Roberto, ma la distinzione da te operata è puramente fantastica e autoreferenziale. In primis la separazione fra stato e chiesa così come uscita dall’influsso benefico dell’illiminismo è necessaria per il semplice fatto che non siamo tutti cattolici, e, quindi uno stato neutro è assolutamente indispensabile per permettere un minimo di convivenza e la libera manifestazione di diverse (e parecchio) visioni del mondo.
                Gli stati medioevali e feudali (e questi ultimi sono perdurati ben oltre il medioevo) conoscevano una distinzione di COMODO fra stato e chiesa, per la semplice ragione che la chiesa ha sempre voluto interferire con i poteri civili, basta leggersi, fra i tanti documenti, la bolla Unam Sanctam di Bonifacio VIII, e ricordarsi che fino all’800 la chiesa aveva poteri nell’ambito prettamente politico (esenzioni fiscali, fori riservati, diritti d’asilo, poteri censori sulla stampa ecc.) in parecchi stati cattolici.
                Che poi, anche i poteri statuali del mondo feudale facessero i furbi e cercassero di interferire con le decisioni delle autorità ecclesiastiche, non lo nego di certo, ma, essendo la struttura sociale del feudalismo, intimamente connessa con l’elemento religioso, è naturale che le ingerenze fossero reciproche. Era quell’intima connessione che andava superata.
                Senza la Grande Rivoluzione francese, Napoleone e i successivi stati liberali, la chiesa non avrebbe rinunciato ad un grammo dei suoi poteri temporali (s’oppose persino alla statuto albertino che concedeva i diritti civili e politici ai valdesi ed agli ebrei!).
                Se però in ambito cattolico non si sono ancora digerite la Rivoluzione francese e la riforma protestante, la cosa mi impensierisce non poco………………………..
                Ribadisco che islam e cattolicesimo, da un punto vista ESCLUSIVAMENTE politico, non possono essere messi sullo stesso piano, perchè il cattolicesimo non è più quello medioevale e ciò lo si deve all’illuminismo e a tutto quel che segue (compresa la demolizione filosofica del pensiero tomista); insomma per me l’illuminismo è stata una “terapia” altro che una “malattia”.
                Sull’islam non ti contraddico perchè anch’io lo giudico pericolossissimo.
                Io non volevo aprire una polemica, mi ero limitato ad affermare che per la chiesa (e per il cristianesimo in generale) c’è stato un travaglio sofferto che, tutto sommato, l’ha migliorata (come ammise implicitamente Paolo VI), cosa che non è avvenuta all’islamismo. Mi dispiace che non ci comprendiamo, ma questa incomprensione è un’ulteriore prova che occorre un potere politico neutro e indifferente alle religioni. A69

                1. Roberto

                  L’indifferentismo religioso dello Stato non era, e tutt’ora non è, una ideologia cattolicamente ammissibile, a prescindere dal fatto che molti cattolici credano il contrario (come credono anche che sia possibile essere altrettanto indifferenti rispetto all’aborto, per es.).

                  La differenza tra ‘distinzione’ e ‘confusione’ è enorme, ma non è a te che m’interessa dirlo, bensì eventualmente a qualche cattolico che, leggendo da queste parti, potrebbe farsi venire la curiosità di approfondire tali tematiche, onde sbarazzarsi delle frottole che quella porcheria dell’illuminismo, e il liberalismo di stampo massonico hanno sparso a piene mani attraverso tutta una serie di strumenti, dalla scuola dell’obbligo ai media.

                  Resta il fatto che, oltre a non comprendere la distinzione che ho fatto, cosa che non mi sorprende, tu continui a mettere sullo stesso piano islam e cattolicesimo (tout cour, perché nei dogmi e nei principi fondanti ce n’è uno solo, di cattolicesimo). Il che, e in particolare in un post che parla della persecuzione di cui i cristiani e i cattolici sono vittime, è di fatto provocatorio.

                  Non c’è bisogno che tu mi faccia notare che ‘non siamo tutti cattolici’, perché ti assicuro che me n’ero accorto da un pezzo. Se vuoi darmi a bere invece che la dissoluzione dell’identità cattolica da parte dei popoli che tali erano, sia avvenuta attraveso la mera “neutralità” dello Stato, rischi più che altro di farmi ridere. Il corrotto illuminismo dispiegò tutti i mezzi a sua diposizione, dalla violenza più infame alle menzogne più sfacciate per ottenere questo risultato, con il concorso dei potenti di turno che pensavano da questo di ottenere un vantaggio (e spesso mal gliene incolse).

                  1. Anonimo69

                    @ Roberto

                    mi dispiace che tu la prenda così male. Comprendo che un cattolico oltranzista (o tradizionalista o tridentino o di destra o comunque si voglia definire) non accetti l’indifferentismo religioso, ma siccome al mondo dobbiamo conviverci tutti, cattolici e non, un principio come il non-indifferentismo religioso, non può essere preso a modello da uno stato che intenda garantire la convivenza fra “diversi”.
                    Che un cattolico non debba essere indifferente verso l’aborto, mi pare giusto, ma quando non lo pratica, quando invita a non praticarlo, quando ha votato contro di esso al referendum, mi sembra che il suo dovere di cattolico l’abbia già fatto. Non è mica tenuto ad imporre l’abrogazione dell’IVG con la forza, così come i primi cristiani erano rispettosi delle autorità civili pagane che permettevano aborto, infanticidio e tante altre cose. Si limitavano ad escludere dalla comunità il “cristiano” che fosse intenzionato a porre in essere quelle pratiche.
                    La distinzione fra “distinzione” e “confusione” non è idonea a comprendere la natura dei rapporti fra poteri laici e religiosi negli stati in cui vigeva “l’allenza fra il trono e l’altare”. E’ storicamente inesatta, tutto qua.
                    So benissimo che le distinzioni fra cristianesimo e islam sono enormi. Ma sul PIANO POLITICO (e SOLO su quello) la distinzione fra cristianesimo (o meglio cattolicesimo) sarebbe stata molto più sfumata, se non ci fossero stati l’illuminismo e ciò che ne è seguito.
                    So pure benissimo che l’illiminismo e ciò che ne è seguito, hanno costretto con la forza, la chiesa, a modificare il suo atteggiamento e la sua azione, ed anche, che a nessuno piace essere costretto a far qualcosa con la forza, ma, siccome, non tutto il male vien per nuocere, non è, perciò, possibile che da quella sofferenza ne sia venuto un bene? Ad es., la liberazione dal potere politico e dalle ingerenze su esso, non ha forse portato la chiesa a concentrarsi sulla sua missione spirituale, come ebbe a confermare Paolo VI, che considerò “provvidenziale” la fine del potere temporale di s.romana chiesa?
                    Ad ogni modo, ORA è certo che le due confessioni (quella di Cristo e quella di maometto) non sono simili NEMMENO da un punto di vista politico.
                    Quindi io mi guardo bene dal mettere sullo stesso piano islam e cattolicesimo!
                    Non nego di certo le persecuzioni dei cristiani (e non solo di loro) da parte dei musulmani, essendo, fra l’altro, certissimo della estrema pericolosità della religione islamica.
                    La dissoluzione dell’identità cattolica è una questione molto discutibile, perchè anche nel medioevo i pagani e gli eretici non mancavano, quindi quell’identità era più teorica che pratica. Certamente, se l’identità cattolica, veniva ottenuta con “mezzi estremi” (come a Beziers e in tanti altri posti), si può anche sostenere che, in certi periodi, ci sia stata.
                    Ma voglio sperare che anche tu aborra quei “mezzi estremi”!?
                    E se tu volessi replicare che anche gli illiministi hanno adoperato quei “mezzi estremi”, ti ricordo che loro non avevano altri mezzi per ottenere i loro scopi e che, SOPRATUTTO, non avevano il Vangelo alla base delle loro dottrine. A69

                    1. Roberto

                      Ti sarò grato se non cercherai più di appiccicarmi delle etichette “”oltranzista (o tradizionalista o tridentino o di destra o comunque si voglia definire)””, visto che non mi conosci. Tipico modo molto sgradevole di screditare l’interlocutore, quello di appiccicargli addosso delle etichette. Questa sì che è cosa che “prendo a male”: io sono cattolico, punto.

                      Per quanto riguarda la differenza tra ‘distinzione’ e ‘confusione’, tu ti poni come se sapessi di che parlo, cosa della quale dubito assai. La bolli come storicamente inesatta, con il tono apodittico che ti è proprio quando qualcosa non ti piace, ma senza minimamente entrare nel merito. Ciò che non ti piace, infatti, almeno da quel che leggo nei tuoi commenti, tu ti limiti a postularlo falso. Quindi, se permetti, che sia storicamente falsa è una tua affermazione gratuita destituita di fondamento finché non dimostri almeno di sapere cosa si intende coi termini che ho usato, e poi dove risiederebbe tale falsità.

                      Come pure destituito di fondamento, e accenno anche a fortebraccio, che l’indifferentismo sia ammissibile da un cattolico. Basta studiare un po’ per saperlo. Se si preferisce non credermi, di certo non me ne faccio cruccio.

                      Voglio precisare invece il mio esempio, visto che è stato compreso in un modo del tutto distorto, e potrebbe in questo entrare in gioco una certa fretta nello scrivere da parte mia.

                      Ovviamente, quando ho parlato dei cattolici ‘indifferenti’ all’aborto, mi riferivo a coloro che applicano divieto in tale materia – al più – verso loro stessi, ma vedono con orrore all’idea di pretendere l’estensione di tale divieto ad altri. In questo vi è l’analogia rispetto agli “indifferentisti”.

                      Naturalmente, il parallelo tra le due posizioni è imperfetto, buttato lì con una certa fretta, perciò lo preciso.

                      La differenza consiste nel fatto che l’aborto è una violazione di un principio non negoziabile e di un diritto naturale indisponibile, come tale contro di esso si può lottare sempre, nella misura in cui è possibile.

                      Per quanto riguarda l’indifferentismo religioso, esso non è mai ammissibile ma si manifesta in due forme ben distinte i cui lineamenti furono già espressi da Papa San Gelasio I in una famosa epistola all’imperatore Anastasio I prima del 500, e che oggigiorno potremmo esprimere all’incirca in questi termini:

                      “Esistono due società perfette ma distinte, la Chiesa e lo Stato, ciascuna delle quali si è data una gerarchia e un diritto. Allo Stato è affidato il compito di provvedere all’uomo sul piano naturale per facilitarlo in quello soprannaturale, alla Chiesa sul piano spirituale. Alla Chiesa e allo Stato si chiede di cooperare, ma se entrano in conflitto, la prima curerà il rispetto della fede e i costumi, mentre la seconda sarà comunque tenuta a osservare la dottrina sociale cattolica o, nei casi di popolazioni a maggioranza acattolica, il diritto naturale custodito dalla Chiesa.”

                      E’ perciò chiaro che mai si imporrà o si cercherà di imporre in alcun modo a uno Stato a maggioranza acattolica il riconoscimento della Fede cattolica come religione di Stato, né tantomeno il riconoscimento di una diversa religione per ovvie ragioni, come neppure si contemplerà tale iniziativa in qualsiasi Stato nel quale essa (iniziativa) contribuirebbe a suscitare disordini o resistenze tali da produrre un maggiore male in ordine spirituale e materiale; mentre lo sforzo si concentrerà nella evangelizzazione (o rievangelizzazione) e al tempo stesso nella promozione del diritto naturale come custodito dalla Chiesa. Il che è null’altro che quanto la Chiesa fa oggi in occidente.

                      Va da sé però, e qua il cerchio si chiude e non a caso, che laddove numerosi cattolici smarriscono il senso di quanto ho scritto, inevitabilmente giudicheranno abusivo lo stesso dovere di promuovere il diritto naturale come la Chiesa insegna. Visto in quest’ottica, la sonora sconfitta ai referendum contro divorzio e aborto acquista tale senso: la visione di separazione è stata acquisita nelle coscienze anche di molti tra coloro che in perfetta buona fede giudicano se stessi cattolici e aderenti agli insegnamenti del Magistero.
                      Il cattolico una volta caduto in questo errore perciò:
                      – non lotterà più per vedere riconosciuto il diritto naturale, in Stati a maggioranza acattolica;
                      – non promuoverebbe più la collaborazione Chiesa/Stato, in caso di maggioranza cattolica, per il bene delle anime, giudicando tale collaborazione in modo analogo a quanto fatto per esempio da fortebraccio, appena qua sotto.

                      Di fatto, una volta che la ragione ha acquisito anche inavvertitamente un principio errato, non potrà far altro che agire coerentemente rispetto a tale principio. Questa è la ragione per la quale il mondo cattolico è passato e passerà con “serena” nonchalance da una sconfitta alla successiva in campo sociale fino alla totale irrilevanza – il che non significa certo da parte di coloro che ne sono consapevoli che perciò sia bene abbandonare la lotta.

                      Per il resto, molto velocemente.

                      Mi fa piacere che tu ammetta implicitamente che l’illuminismo non aveva altri mezzi per imporsi (ottenere i suoi scopi) se non il ricorso alla violenza. Su questo siamo d’accordo, pur di non pensare neppure di paragonare la violenza selvaggia e bestiale dei giacobini (ai qualli dobbiamo la paternità di cosucce simpatiche come la parola “terrore” o il genocidio vandeano) con qualsiasi crimine a esso precedente (crimini che ovviamente vanno riconosciuti per quello che furono, e non certo per quello che appaiono dopo essere passati attraverso la revisione di qualche leggenda nera fabbricata successivamente).

                      Fantastica poi la solita storiella del “non avevano il Vangelo alla base delle loro dottrine”. Massì dai, in fondo perché mai prendersela troppo coi nazionalsocialisti hitleriani? In fondo, siamo tutti d’accordo che neppure loro “avevano il Vangelo alla base delle loro dottrine”.

                    2. Roberto

                      Naturalmente questa mia risposta nelle intenzioni si sarebbe dovuta collocare tra il commento di Anonimo69 “30 marzo 2015 alle 13:46” e quello appena sotto di fortebraccio.

                      Ciao vale!

                      @fortebraccio: potrei avere come potrei non avere parzialmente risposto alla tua domanda con questo mio commento (vedi tu). Se vuoi una risposta più articolata, potresti essere tu, intanto, a rispondere a una mia domanda? Tipo “silenzio degli innocenti”, hai presente, no? ‘Do ut des, agente Starling.’ Tranquillo, il cannibale lo faccio io.

                      Mi piacerebbe leggere una tua meditata riflessione e commento a queste parole di Papa Benedetto XVI tratte da questo discorso (marzo 2007)

                      “[…] In realtà, se il compromesso può costituire un legittimo bilanciamento di interessi particolari diversi, si trasforma in male comune ogniqualvolta comporti accordi lesivi della natura dell’uomo.
                      Una comunità che si costruisce senza rispettare l’autentica dignità dell’essere umano, dimenticando che ogni persona è creata ad immagine di Dio, finisce per non fare il bene di nessuno.
                      Ecco perché appare sempre più indispensabile che l’Europa si guardi da quell’atteggiamento pragmatico, oggi largamente diffuso, che giustifica sistematicamente il compromesso sui valori umani essenziali, come se fosse l’inevitabile accettazione di un presunto male minore. Tale pragmatismo, presentato come equilibrato e realista, in fondo tale non è, proprio perché nega quella dimensione valoriale ed ideale, che è inerente alla natura umana.
                      Quando, poi, su un tale pragmatismo si innestano tendenze e correnti laicistiche e relativistiche, si finisce per negare ai cristiani il diritto stesso d’intervenire come tali nel dibattito pubblico o, per lo meno, se ne squalifica il contributo con l’accusa di voler tutelare ingiustificati privilegi.”

                      http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/129525

                    3. vale

                      @roberto
                      come dicevo non ci vogliono credere.( o ci fanno)

                      neppure se glielo mette per iscritto una delle star del mondo lgbt che,papale papale, dice che:

                      In un articolo il vero piano (ed obiettivo) del totalitarismo Lgbtq
                      http://www.nocristianofobia.org/in-un-articolo-il-vero-piano-ed-obiettivo-del-totalitarismo-lgbtq/

                      Lo scorso 7 marzo Bear Bergman ha firmato sull’Huffington Post un articolo molto interessante, dal titolo «Sono venuto ad indottrinare i vostri figli in base alla mia agenda Lgbtq (e non ne sono per niente dispiaciuto)». Più di un proposito, si tratta di un programma, di un manifesto, di una dichiarazione d’intenti. O di guerra, a seconda dei punti di vista.

                      Il piano appare scrupoloso, metodico, quasi chirurgico: «Ve lo confesso: vi ho sempre detto di non voler indottrinare le persone con le mie convinzioni su gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e queer.

                      Era una menzogna. Nei 25 anni della mia carriera di militante e sin dal primo istante, a 16 anni, ho pervicacemente cercato di cambiare la mentalità del mio pubblico, per renderlo come noi.

                      E’ assolutamente questo il mio obiettivo. E’ il mio, nostro lavoro. Voglio fare dei vostri figli persone come me e la mia famiglia, anche se questo andasse contro le vostre convinzioni religiose. Voglio esser percepito come un padre invidiabile ed uno scrittore sposato con un altro giovane. Utilizzato come una sorta di ragazza».

                      appare evidente come non si tratti più di battersi per ottenere rispetto, per evitare linciaggi morali e mediatici o fenomeni di mobbing e bullismo, tali da spingere anime fragili sino al suicidio. Tutt’altro. Qui non ci sono vittime. C’è piuttosto un’aggressiva campagna di “reclutamento”, che nasconde una precisa strategia di conquista studiata nel dettaglio, una consapevole volontà di prevaricazione ed indottrinamento degna del miglior totalitarismo: «Cambiare la mentalità del mio pubblico, per renderlo come noi», scrive.

                      Totalitarismo, che non bada a mezzi nella sua costante e capillare opera di propaganda. S. Bear Bergman, ad esempio, sta lavorando ad una collana di sei libri per bambini, tutti all’insegna dell”Lgbtq politicamente corretto’.

                      Si presentano come testi “multiculturali”, colorati e simpatici, ma maschietti e femminucce vi «scelgono la propria identità», ovviamente «in modo gioioso e piacevole, pagina dopo pagina.

                      A volte mi chiedono per quale motivo io mi sia interessato alla letteratura per piccoli», scrive Bear Bergman.

                      Il motivo è evidente: «Come influenzarli più efficacemente? Raccontando loro delle storie. Così, ho iniziato. Voglio insegnare loro la vita degli individui trans. Sarei felice, anzi felicissimo di provocare su questo tema fratture tra i ragazzi ed i loro familiari. Permettetemi di essere onesto: non ne sono neanche dispiaciuto». Chiaro, no? V’è bisogno di aggiunger altro?

                    4. Anonimo69

                      @ Roberto

                      rispondo partendo dal finale: non avere il Vangelo alla base delle proprie dottrine ATTENUA le colpe dei rivoluzionari (cfr. riferimento episodi vandea e terrore), ma al contrario avere il vangelo alla base delle proprie dottrine AGGRAVA e di molto, le colpe di una chiesa che proclama essere quella di Cristo.

                      Le leggende nere vanno depurate degli eccessi della storiografia precedente (conosco bene gli studi di kamen, Henningsen, Del Col, Lavenia, Prosperi: io mi baso sugli studiosi di valore mica su Messori, Cammilleri e Dumont) ma NON trasformate in leggende ROSA! E non credo che chi finisse nella mani del s. uffizio romano o della “suprema inquisicion”, provasse qualcosa di diverso dal “terrore”.

                      I rivoluzionari poi non avevano effettivamente altro mezzo che la violenza non solo per salvare la rivoluzione, ma sè stessi (al punto in cui erano arrivate le cose); la chiesa, invece, con gli eretici (a cominciare dai catari) avrebbe avuto altri mezzi, a cominciare da quello indicato nel vangelo: “scuotere la polvere dai calzari” ed andar via dal luogo dove non li volevano oppure rendere più efficace la predicazione emendandosi seriamente di quegli errori e di quelle colpe di cui li accusavano gli eretici.

                      Ti ho chiamato cattolico oltranzista perchè discorsi analoghi ai tuoi li ho sentiti fare dai lefevbriani e ne ho dedotto che tu fossi vicino alle loro posizioni. Anche loro, fra l’altro, si definiscono semplicemente “cattolici”.

                      Sono entrato nel merito della differenza da te adombrata fra “distinzione” e “confusione” ed ho chiarito che era illusoria, perchè il potere ecclesiastico esercitava POTERI REALI nelle società civili feudali (vale a dire fino all’inizio dell’800). Le distinzioni di papa Gelasio erano pura teoria, DI FATTO c’erano ingerenze del chiesa sui poteri laici e viceversa. L’impero bizantino ne era un brillante esempio. I bei principi espressi nelle lettere pontificali erano teoria, la pratica era cosa ben diversa (già il fatto poi che il papa si desse tanto da fare per precisarli, quei principi, era già una prova implicita che la pratica politica si era allontanata da essi).

                      Il concetto di diritto naturale è poi quanto mai di più opinabile ci possa essere: un credente ed un non credente non lo concepiranno allo stesso modo. Capzioso perciò farvi riferimento. E’ dubitabile anche che esista un “diritto naturale”; e per un cattolico, guarda caso, il diritto naturale corrisponde, in gran parte agli stessi principi della dottrina cattolica……..non a caso tu stesso dici (citando) che il diritto naturale è quello custodito dalla chiesa.

                      Il cattolico, potrà promuovere l’abrogazione dell’IVG, ma una volta esauriti i mezzi legali, esaurite le esortazioni, finiscono anche le responsabilità del credente e comincia il LIBERO ARBITRIO (Dio non ha forse lasciato fare Adamo ed Eva, pur sapendo che il loro peccato avrebbe coinvolto l’umanità futura? Non ha forse lasciato fare Caino, pur sapendo che uccideva un innocente?).

                      Il cattolico potrà promuovere la collaborazione fra chiesa e stato, ma GUAI se questa collaborazione dovesse spingersi fino a favorire la chiesa rispetto ad altre confessioni religiose o pensieri filosofici. Spetterà allo stato (veramente NEUTRO) impedire una tale estesa collaborazione. Certo, quando la maggioranza della popolazione è cattolica (ma veramente?) il bilanciamento sarà un po’ più delicato, ma lo stato è, comunque, bene che persegua una posizione di “terzietà”, così come deve (o dovrebbe) fare un giudice.

                      La serena nonchalance, di fronte alle sconfitte subite non dovrebbe esser poi una jattura per un cristiano che abbia fatto il suo dovere con il voto e con l’esortazione, dato che, da questo mondo, più di tanto NON può aspettarsi: Ci si dimentica forse chi è il “principe di questo mondo”? Ci si dimentica forse che fino alla parusia, il predetto rimarrà tale?

                      Infine: vorrei che non ci fosse nulla di personale in questo contrasto: è un dibattito di idee. A69

                  2. Posso capire che “l’indifferentismo” non sia cattolicamente ammissibile, ma solo per quel cattolicesimo che pretende di farsi legge, soprattutto a scapito di chi non lo riconosce come primato. In questo senso una qualsiasi religione/ideologia che non sia liberale è semplicemente un pericolo per le altre. soprattutto se si basa su una Verità Rivelata.

                    Ma c’è una cosa che mi chiedo sempre, Roberto, ogni volta che leggo un tuo intervento circa il “perfido illuminismo”.
                    Visto che ormai son più di 200 anni, e quindi non una novità, mi chiedo: ma quali sono, a tuo giudizio, questi veleni illuministici che a ogni piè sospinto, da ormai due secoli, irretiscono i cattolici?
                    Le libertà individuali? Lo stato laico? L’autodeterminazione a-religiosa? La ricerca della sola felicità terrena?
                    Ed ancora: perché “l’illuminismo continentale” ha conosciuto lo strazio delle dittature fascista e comunista, mentre quello “anglosassone” no?
                    Ciao e grazie

                    1. Vanni

                      “Il pazzo non è l’uomo che ha perduto la ragione, ma l’uomo che ha perduto tutto fuorché la ragione», diceva Chesterton.

                      E la ragione che pretende di illuminare se stessa, vera e propria teofobia propria soprattutto dell’illuminismo continentale, è stato il punto di riferimento per le successive, funeste ideologie (un cenno al nazismo, così di passaggio, lo vogliamo fare?) che, sotto forme diverse, circolano ancora in Occidente ed oltre.

                    2. Vanni

                      Sempre per Filosofiazzero

                      E comunque, quando hai finito con Giorello, ascolta cosa dice e canta Myriam di Qaraqoush, qui sopra.

                    3. Vanni

                      @Filosofiazzero

                      Posso solo risponderti che alle olimpiadi dei bischeri arriveresti secondo.

                    4. Anonimo69

                      Difficile far capire a chi vuole ANCHE il potere politico per s. romana chiesa, che quel potere NON le spetta (non c’è riuscito nemmeno Dante).

                      Difficile far capire che i primi cristiani i quali vivevano in una società anticristiana, e che, a parte i momenti di persecuzione (peraltro abbastanza limitati nella loro durata) nei lunghi periodi di relativa calma, fra una persecuzione e l’altra, non si preoccupavano di condizionare le autorità dell’impero, per far sì che le sue leggi si potessero, in prospettiva, conformare ai principi del cristianesimo. Al contrario, essi rispettavano le autorità civili (cfr: Romani 13) così com’erano, pur sapendo che quelle autorità permettevano aborto, divorzio, infanticidio ecc.; si accontentavano di “vivere” cristianamente, senza disturbare chi cristiano non era.

                      Gli illuministi non negavano Dio (c’erano molti credenti fra di loro, e, tuttora la maggior parte delle massonerie non accetta gli atei, tanto per dire), ma negavano il potere politico della chiesa. ossia quello della gerarchia cattolica. Potere politico che allora si chiamava: “inquisizione” (che va studiata evitando gli eccessi di certa storiografia passata, ma NON certo rivalutata: conosco gli studi di Kamen, Henningsen, Del Col, Lavenia, Prosperi), e che si chiamava pure: “censura ecclesiastica sulla stampa”, “corrispondenza fra peccato e reato” ed altre cose.
                      .
                      I cattolici oltranzisti non vogliono rendersi conto che lo stato serve per rendere un servizio ai cittadini e per garantire la convivenza fra essi, comunque la pensino, NON per far trionfare il cattolicesimo. La chiesa trionfante, del resto, era la 3a corona del triregno, che oltretutto è stato abolito…………………..

                      Se molti cattolici si son messi in testa il falso storico che il cattolicesimo fuoriuscito dal concilio tridentino corrisponda al cristianesimo primitivo, non è colpa mia.

                      Se ancor oggi c’è qualcuno chi tira fuori il complotto giudo-pluto-masso-protestantico e che metta insieme, in un gran calderone: liberismo, socialdemocrazia, comunismo, significa che quel qualcuno (se è in buonafede) è ignorante in materia di storia economica e politica.

                      Mi dispiace moltissimo dire queste cose,perchè so che ferisco qualcuno, però mi consola sapere che ormai la maggior parte dei cattolici non sogna più assurdi (e secondo me anticristiani) ritorni al passato. A69

                    5. Roberto

                      Noto che perseveri nel volerti confrontare con un pensiero del quale sai poco e non capisci nulla, cosa che traspare con chiarezza da ogni riga di questa specie di… risposta(?). Potrei chiederti dove mai qualcuno ha tirato in ballo il complotto giudo-eccecc., ma nel farlo proseguirei una conversazione assolutamente inutile e fonte esclusiva di perdita di tempo da parte mia, perciò adieu.

                    6. PaulBratter

                      Roberto quello di tirare in ballo il il complotto giudo-ecc ecc… è uno degli strawman preferiti.
                      Mi stupisce anzi che non ti abbia attribuito anche scie chimiche e rettiliani.

                    7. Anonimo69

                      “Dove qualcuno ha tirato in ballo il complotto giudo-eccecc.”

                      – Post di vale del 30 ore 15,37: “diventa difficile far capire, a chi non le vuol vedere, le implicazioni anticristiane del materialismo illuminista.
                      ( ancorché fosse un frutto avvelenato del protestantesimo ma anche un suo figlio legittimo). intrinsecamente legato alla massoneria e giacobinismo, poi origine di liberalismo,statolatria,laicismo, comunismo.ed infine del libertinismo-sia economico che morale-attuale”.

                      – post di Roberto del 29 ore 22,01: “sbarazzarsi delle frottole che quella porcheria dell’illuminismo, e il liberalismo di stampo massonico hanno sparso a piene mani attraverso tutta una serie di strumenti, dalla scuola dell’obbligo ai media”. Ed anche dal medesimo: “Se vuoi darmi a bere invece che la dissoluzione dell’identità cattolica da parte dei popoli che tali erano, sia avvenuta attraveso la mera “neutralità” dello Stato, rischi più che altro di farmi ridere. Il corrotto illuminismo dispiegò tutti i mezzi a sua diposizione, dalla violenza più infame alle menzogne più sfacciate per ottenere questo risultato, con il concorso dei potenti di turno”

                      – post di vanni del 30 ore 18,38: “E la ragione che pretende di illuminare se stessa, vera e propria teofobia propria soprattutto dell’illuminismo continentale, è stato il punto di riferimento per le successive, funeste ideologie (un cenno al nazismo, così di passaggio, lo vogliamo fare?) che, sotto forme diverse, circolano ancora in Occidente ed oltre”.

                      Da qui ho dedotto quanto sopra. A69

                    8. PaulBratter

                      anonimo69, nun ce sta a cojonà (come dicono a Roma),
                      accennare alla massoneria è cosa ben diversa che urlare al complotto giudo-pluto-masso-protestantico

                    9. Anonimo69

                      @ Paul Bratter

                      allora non hai letto il complesso delle citazioni del mio post delle 9,41: non si tratta di un semplice accenno alla massoneria, c’è ben di PIU’!
                      Non basta una battuta alla romana, per smontare le mie argomentazioni. A69

                    10. PaulBratter

                      no hai ragione non serve una battuta romanesca, ti smonti abbastanza da solo perché quello che scrivi non è solo tendenzioso ma soprattutto pallosissimo.

                    11. Anonimo69

                      @ Paul Bratter

                      è naturale che tu mi trovi tendenzioso e pallosissimo, se non hai i mezzi intellettuali e culturali per ribattere, non è colpa mia. A69

                    12. PaulBratter

                      ovviamento io non i mezzi intellettuali e altrettanto ovviamente tu sei di una noia mortale

                    13. Anonimo69

                      Se mi trovi di una noia mortale caro Paul Bratter (alias Mr. Redford alias Mr. Turner) evita il dialogo con me, come hai fatto, da dopo un veloce scambio di post, mesi addietro (non ricordi?). A69

                    14. PaulBratter

                      no, non ricordo. Ripeto è molto probabile che io non abbia i tuoi mezzi culturali per risponderti ma non potrei neanche dirlo con certezza, alla seconda riga dei tuoi commenti mi addormento.

                    15. Anonimo69

                      @ Paul Bratter

                      e dormi, bello, dormi! Il tempo speso per il sonno non è mai perso. A69

                    16. Anonimo69

                      Mi scuso con l’Admin per questo spiacevole scambio di battute irriverenti. L’educazione e la cortesia non dovrebbero mai venir meno: A ME, così hanno insegnato. A69

                    17. PaulBratter

                      oh sì, se è tempo sottratto alla lettura dei tuoi predicozzi banali è tempo senz’altro ben speso.

                    18. Vanni

                      Dubito che qualcuno sia rimasto ferito dalle tue argomentazioni, semmai piacevolmente sorpreso dalle idilliache condizioni di vita dei primi cristiani.
                      Anche oggi, “fra una persecuzione e l’altra”, quelli che vivono in Cina, India, Siria, Nigeria etc. non se la passano poi troppo male.
                      Però la Chiesa trionfante trionfa davvero, perché è quella delle anime già in Paradiso, non, come insinui, dei cristiani che cercano di assoggettare il mondo.
                      Per quanto riguarda il cristianesimo primitivo, certamente la sua presunta purezza è un mito: era una piccola comunità all’inizio del suo difficile cammino, ma con lo stesso credo da annunciare della Chiesa di sempre.
                      E il Dio dei massoni e degli illuministi, secondo me, è meglio perderlo che trovarlo.

                    19. Anonimo69

                      @ Vanni

                      Certamente la purezza dei cristiani primitivi non era tutta oro: non mancavano i contrasti (basti ricordare quello fra Ippolito e Callisto, fra i tanti), ma sicuramente quei cristiani erano più vicini al vero cristianesimo dei potenti e politicizzati cattolici usciti dal Concilio di Trento (Bolla “Benedictus Deus” di Pio IV, Medici di M., anno 1564).

                      Non ho parlato di idilliache condizioni di vita dei primi cristiani e non nego asolutamente le persecuzioni attuali (anche se ritengo che i primi cristiani siano stati NEL COMPLESSO perseguitati meno degli attuali: i periodi di “stasi” erano talvolta molto lunghi e, fino alla persecuzione di Valeriano, per attivare gli atti persecutori ci voleva un’esplicita denuncia verso tizio o caio, in quanto lo stato NON agiva d’ufficio, ricercando i cristiani). A69

                  3. vale

                    @roberto
                    diventa difficile far capire, a chi non le vuol vedere, le implicazioni anticristiane del materialismo illuminista.

                    ( ancorché fosse un frutto avvelenato del protestantesimo ma anche un suo figlio legittimo). intrinsecamente legato alla massoneria e giacobinismo, poi origine di liberalismo,statolatria,laicismo, comunismo.ed infine del libertinismo-sia economico che morale-attuale.

                    fulminato in tutte le sue forme da tutti i pontefici da Pio VI a Pio XII.

                    chissà perchè un cristiano cattolico-e vorrei poter dire solo cristiano- lo considera perfido….

                    ( saccheggiato “l’illuminismo e i suoi critici” di d.bolognesi e s. mattarelli. franco angeli editore)

                    1. …il materialismo, quello vero, (non quello storico, per esempio) è sempre stato osteggiato da tutti le religioni e ideologìe e regimi di tutti i generi e specie.
                      Difficile non lo veda chi non lo vuole vedere.
                      Per quanto riguarda la vs. risibile (ma credo, voglio sperare, solo manieristica) avversione all’illuminismo, sarebbe come, per esempio, voler essere avversi, oggi, all’astronomia planetaria in quanto “astronomia massonica”!

                    2. vale

                      se non pensassi che-more solito-provochi attraverso delle banalità non perderei neppure tempo a risponderti.
                      l’avversione è,ovviamente,nella negazione di Dio( o del sopranaturale,se preferisci).
                      sulla ragione,mi pare, che qualcosina un tale di nome Ratzinger-vedere Ratisbona- abbia persino detto….

                    3. vale:

                      … costretto alla banalità dalle Vs. amenità!
                      …lo capisco che voi siete contro la negazione di Dio, ma dovreste anche tenere conto che
                      ci sono stati pezzi di storia teocratici e non teocratici e che dentro questi pezzi di storia c’è c’erano e ci saranno (forse) anche le persone singole, come anche sono io una persona, per esempio, anche se se non mi chiamo Ratzinger
                      e non ho il suo “peso”!

                    4. Dice il Divin Marchese (per bocca del suo personaggio Dolmancé): «anche supponendo che io mi sbagli sulle facoltà interne alla materia, non mi trovo davanti che a una difficoltà. Che fate offrendomi il vostro Dio? Ne aggiungete un’altra» La soggezione alla religione del timore e dell’obbedienza, inoltre, non è solo inutile, ma anche dannosa: limita o elimina totalmente la possibilità di un’azione autonoma dell’uomo e, parimenti, di una comprensione oggettiva del mondo naturale. Ecco dunque la tesi di Giorello e Guzzardi: «la critica sadiana al teismo […] [costituisce] un prezioso strumento intellettuale per andar oltre l’abbaglio della cosiddetta “religione civile”: dell’idea, cioè, per cui una qualche matrice religiosa […] sia comunque necessaria per l’esercizio delle “virtù repubblicane”» . In sede civile – insistono gli Autori – è necessario liberarsi da ogni pregiudizio e dogmatismo, dando anzi libero sfogo alla critica (per quanto sarcastica e corrosiva possa risultare). Solo recuperando un sano laicismo e una altrettanto sana libertà di dissacrare si potrà dare una chance alle capacità individuali e alla buona volontà dei singoli cittadini, permettendo loro di impegnarsi pubblicamente e apertamente, senza timori di sorta. Dolmancé, ancora nella Filosofia nel boudoir, si accinge a leggere un libello intitolato “Francesi, ancora una sforzo se volete essere repubblicani”; volendo volgere quest’appello al (nostro) presente, diciamo (con Giorello e Guzzardi): “Italiani, ancora uno sforzo…”

                      Citato dal libro saccheggiato da vale!

                    5. vale

                      suvvia,alvise. ti fo’ troppo “studiato” per non aver frecce migliori al tuo arco che il tirar fuori un a presunta risibile avversione che,tra l’altro,non c’è se non dal punto di vista religioso.
                      e su un blog-te l’avremo detto chissà quante volte-dove interloquisci con persone che quantomeno provano a crederci-il come se ci fosse,insomma- sfruculiando con, ribadisco,banalità del tipo astonomia massonica( che è ovviamente un’iperbole,ci ho preso?) alla lunga stanca…

                    6. Nn mi sono spiegato: chiedevo un’opinione.
                      Quali sono (anche per te, se vorrai intervenire) gli aspetti che più hanno attecchito in questi due secoli?
                      Perché dopo Napoleone c’è stata comunque un tentativo di restaurazione, che in diversi paesi ha avuto alterne fortune (durate diverse).
                      Evidentemente questa gramigna ha radici ben forti, trans-generazionali ormai.
                      Evidentemente c’è un “qualcosa” che riesce a far leva su emozioni profonde…
                      In due secoli ne son successe di cose, le società si son trasformate, parecchio e parecchie volte, in lungo ed in largo.
                      La società consumistica -per dirne una- in Italia è un’invenzione tutto sommato recente (40/50 anni massimo). Mentre mi pare chiaro che questa ideologia aveva già vinto allorché a Porta Pia poterono entrare i bersaglieri senza che nessuno richiedesse la restituzione dei territori al Papa-Re (e son quasi 150 anni).A

                  4. Però, ripensandoci: lo Stato non è indifferente a tutte/qualsiasi religione. Ove queste non contraddicono i principi costituzionali, le tratta tutte allo stesso modo, che è cosa ben diversa dall’indifferenza. Non ne preferisce alcuna – ma questo è un’altro paio di maniche!
                    Violenza e menzogne in 200 anni si smascherano più che facilmente… Il fatto semmai è che a fronte di una tradizione millenaria e capillarmente diffusa, sempre più persone abbiano -negli ultimi 200 anni- preferito un’utopia violenta e menzognera e, sostanzialmente, d’importazione.
                    Pensiamoci.

  2. Costanza Miriano

    Anche se sono triste, Dio mi dà quello di cui ho bisogno. Non importa quello che voglio io.
    (tempo di resistenza al pianto, trenta secondi, sto migliorando)

  3. Pingback: DIRETTA STREAMING CONVEGNO “… perseguiteranno anche voi” (Gv, 15.20) Persone, drammi, prospettive | il blog di Costanza Miriano

  4. vale

    e di fatti, al saccheggio del libro, ho aggiunto del mio: fino al libertinismo morale ed economico.
    eppoi ho forse detto che son d’accordo con gli autori? fanno considerazioni interessanti sulla genesi dell’illuminismo e sulle sue nefaste-dal punto di vista religioso ed etico-conseguenze.
    in quanto al libertino liberalistissimo Sade me lo son letto tutto. e pure restif de la bretonne.
    tié

    1. Giusi

      E io dovrei considerare espressione del libero arbitrio che lo Stato abbia introdotto una legge che legittima l’omicidio dei più indifesi? Mi dovrei sentire una cattolica oltranzista perchè penso che se si vivesse secondo la legge di Gesù Cristo vivremmo nei migliiore dei mondi possibili? Ma vaffanbrodo Anonimo 69 tu e il tuo politicamente corretto!

      1. Anonimo69

        @ Giusi

        Così come il Padreterno ha considerato espressione di libero arbitrio l’uccisione dell’innocente Abele da parte di Caino. E’ ben vero che sotto la legge di Gesù Cristo vivremmo nel migliore dei mondi possibili, ma in quel mondo ci vivremo DOPO la parusia (così, almeno, dicono le scritture) non ora, ora comanda il “principe di questo mondo”.
        Nel rallietarmi e ringraziarti per il tuo grazioso augurio, non posso fare a meno di sperare di soggiornare nel luogo ove mi hai deliziosamente inviato, in tua squisita compagnia. A69

          1. Anonimo69

            Gli stati ne hanno commessi tanti di delitti, compreso l’antico Regno Ebraico (e pure di infanti). Fra “essere” e “dover essere” c’è una bella differenza.
            Lo stato non è un’entità immateriale ma si idenfica con la classe politica che lo governa (con degli uomini, quindi).
            Evitiamo però il battibecco con attacchi personali (mi scuso con l’Admin se anch’io mi sono un po’ lasciato andare), cerchiamo di argomentare con i fatti senza personalizzare la discussione.
            La cortesia non dovrebbe mai venir meno, a mio avviso. A69

            1. Giusi

              Che c’entra? Questa è un’ideologia generalizzata fatta passare per libertà! Ci sono campagne tipo: il buon medico non obietta. Cioè: non solo è legale l’omicidio ma non ci si può neanche esimersi dal compierlo! Infanticidio obbligatorio!

              1. Anonimo69

                E’ una questione di punti di vista: l’abortista la vede come libertà (mica ragiona come un cattolico, dato che non lo è), in quanto non vede nel feto “una persona”. Ed è questa concezione della persona che lo stato ha sposato (art. 1 cod. civ.)
                Che l’aborto sia obbligatorio non è vero, perchè l’obiezione è diffusa: da Roma in giù è difficile trovare un medico che pratichi l’IVG.
                Uno che sostiene l’aborto porterà avanti la campagna per cui un buon medico non obietta, l’antiabortista farà il contrario.
                Se proprio non potete sopportare questo stato di cose, che vi devo dire? Riprovate col referendum (non viene forse detto, da più parti del mondo cattolico, che la sensibilità della gente è cambiata?). A69

                1. Giusi

                  Questo è un bambino, non un punto di vista! Il punto di vista è che si può uccidere un bambino! Prova a mettere la stessa immagine di un agnello o di un coniglio: apriti cielo! La Brambilla chiede una legge che metta in galera chi mangia i conigli che vada affanbrodo pure lei! Sulla mia pagina facebook un’animalista atea mi ha maledetta, augurandomi morte e tumore perchè ho scritto che mangio l’agnello a Pasqua!

                  https://fbcdn-sphotos-d-a.akamaihd.net/hphotos-ak-xpf1/v/t1.0-9/11010539_10206043566838644_5289723908877805600_n.jpg?oh=5ffbfb9b33b425e9e053d6bd497f2316&oe=55B93E70&__gda__=1437637903_dd35cc6c14097bad78e5e6c087aa4edd

                  1. Anonimo69

                    @ Giusi

                    una nota leggera: io non sono un’animalista e mangio con piacere le carni (soprattutto bianche) ben cucinate e i salumi. Riguardo all’agnello pasquale: una volta fui invitato da alcuni amici ebrei che mi cucinarono un agnello arrosto, con le erbe amare, ebbene, era semplicemente delizioso.

                    Ad ogni modo io non ti auguro di certo morte e tumore (le neoplasie lasciamole stare).

                    Venendo al primo punto: il bambino finisce col diventare un punto di vista, perchè l’abortista non lo vede come tale. Lo vede come qualcosa che “sarà” un bambino, ma che, per ora, “non lo è”. A69

                  2. @ Giusi a proposito di brodo. Mi dicono che a Forlimpopoli il ristorante annesso al museo di Casa Artusi fa un brodo di coniglio da leccarsi i baffi. Finché si può… 🙂

                    P.S. Invitato anche Anonimo69, visto che le carni bianche non gli disaggradano 🙂

              2. Giusi:

                …ci sono “campagne” contro e a favore di qualsiasi cosa, ovviamente (perfino contro l’illuminismo!).
                A ogni modo, per quanto ne so io, nonostante le “campagne tipo: il buon medico non obietta”,
                a me non mi risultano (ancora?) infanticidi obbligatori (ma tu saprai trovare certamente , nel tuo immenso catalogo, qualche caso da immediatamente “linkare”, o dalla Cina o dagli atei paesi scandinavi o dalla perfida Albione o
                da chissaddove! Resto in attesa!

                1. Giusi

                  Tu l’hai detto: la Cina. Aborto obbligatorio anche al settimo mese perchè per legge si può avere un figlio solo. Ma tutti gli aborti sono obbligatori perchè nascono da un’infame ingiustizia di fondo: riconoscere la libertà di sopprimere un bambino!

                    1. Anonimo69

                      Io credevo che si parlasse dell’Italia e dei paesi occidentali, ma vedo che si parla della Cina.
                      Però, io direi, che l’aborto in Cina, nasca da un presupposto OPPOSTO da quello per cui nasce in occidente.
                      In occidente l’aborto nasce dalla libertà degli individui che non vogliono un figlio: l’IVG, da noi, si configura come una delle massime espressioni dell’individualistmo, in Cina, invece non nasce dalla libertà ma dalla mancanza di libertà: nasce dal collettivismo piuttosto che dall’individualismo.
                      In quel paese, per tradizioni ataviche (antecedenti al comunismo e di parecchio) l’individuo non è padrone di sè stesso, ma appartiene alla comunità, i figli non devono nascere perchè i genitori li vogliono, ma perchè lo stato ne ha bisogno e, nella misura in cui crede opportuno.
                      In base a questa logica, la nascita di un figlio è una decisione pratica che è presa, dalle autorità, in forza di necessità demografiche, economiche occupazionali ecc.; i genitori sono semplicemente gli esecutori di quella volontà. Ne consegue che se un figlio viene concepito in soprannumero, non appartenendo a sè stesso, nè ai genitori, deve essere soppresso.
                      Basta pensare che da molti secoli, nel “celeste impero”, era conosciuto, per una serie di ragioni economiche connesse con la distribuzione delle terre, l’infanticidio delle bambine.
                      MI pare che Flaiano (il famoso sceneggiatore di Fellini) abbia scritto: “Se i popoli si conoscessero meglio, si odierebbero di più”: Speriamo che sia solo uno spiritoso paradosso. A69

                    2. Giancarlo

                      @Anonimo69

                      Non si parla dell’Italia, si parla di aborto, mi pare. Peraltro non mi pare sostanziale, in materia di aborto, la differenza tra Cina ed Italia. In Cuna è imposto dallo stato, in Italia invece è imposto dai genitori, ma il risultato non cambia: si uccide un essere umano nel grembo di sua madre.

                      Una volta che siamo d’accordo sul fatto che si può uccidere un essere umano, non mi pare essenziale sottilizzare su chi ha diritto di prendere questa decisione.

                    3. Anonimo69

                      @ Giancarlo

                      ma sapere cos’è che determina una politica abortista in un paese, mi sembra sia importante soprattutto per gli antiabortisti: è cosa ben diversa opporsi all’aborto in Italia o in Cina. A69

                    4. Giancarlo

                      Anonimo69

                      Negativo, A69. Nessun motivo può giustificare un aborto (una politica abortista), neanche uno stupro. Le ragioni che rendono l’aborto un omicidio prevengono qualunque valutazione contingente e scaturiscono semplicemente dalla natura dell’uomo.

                      Il problema è che oggi si nega il diritto alla vita, tanto in Cina quanto in Italia, e questo è perché si rifiuta di fare riferimento al diritto naturale. Purtroppo, sull’aborto, non siamo migliori noi italiani, rispetto ai cinesi.

                    5. Anonimo69

                      @ Giancarlo

                      il mio discorso non verteva sulle giustificazioni dell’IVG. Io volevo semplicemente dire che opporsi all’aborto in Italia è una cosa, farlo in Cina è un altra.

                      Se fai il medico obiettore in Italia, conservi posto ed emolumenti, e, in certi ospedali, contribuisci a rendere INAPPLICABILE la L. 194.

                      Provati un po’ a fare il medico obiettore in Cina! Se ti va bene perdi il posto, se ti va male ci son pure le bastonate (anche se, lo dico OT e “en passant”, ci sono persone che si comportano e dialogano in modo così incivile, con le quali un bel randello sarebbe la risposta ideale. Ed io sono contro la violenza.).

                      Comunque, non credi, Giancarlo, che il numero dei medici obiettori diminuirebbe se ci fossero conseguenze penali per l’obiezione? A 69

                    6. Giancarlo

                      @Anonimo69

                      Caro A69, mi auguro che tu non intenda, con questo commento, indicare lo stato cinese come modello auspicabile per l’Italia. Ringrazia Dio, piuttosto, di vivere in paese dove è ancora possibile l’obiezione di coscienza.

                      Hai ragione, i medici obiettori, in Italia, sono tanti e pare che siano in continuo aumento, tanto da creare serie difficoltà, in alcune regioni, per l’applicazione della 194. Bene, grazie a Dio! Il fatto che sempre meno medici, farmacisti ed infermieri siano disponibili a praticare l’aborto dovrebbe essere motivo per una riflessione onesta sul reale significato dell’aborto, non certo per cominciare a randellare coloro che sono contro l’aborto. Il fatto poi di invocare conseguenze penali per chi obietta la dice lunga sul tuo concetto di libertà e democrazia.

                    7. Anonimo69

                      @ Giancarlo

                      a dire il vero nel mio post non invocavo conseguenze penali per i medici obiettori, mi limitavo a prospettare un’ipotesi.
                      Dicevo semplicemente: che accadrebbe se ecc
                      Tutto qua.
                      Sta tranquillo sulla mia democraticità ci puoi contare. A69

                    8. Anonimo69

                      Inoltre io non proponevo di certo le randellate agli obiettori, ma dicevo che ci sono certe persone così incivili e maleducate con le quali, quasi quasi, si dovrebbe parlare col bastone per dialogare con profitto. Era una mia riflessione personale e OT.
                      A69

                    9. Beh, Giusi, puoi cancellare quel link dalla tua biblioteca: a quanto pare da poco più di un anno quella legge è stata abolita!
                      Un bel sospiro di sollievo per tutte le famiglie cinesi!
                      (Ed una preghiera per tutti gli innocenti mai nati)

  5. Anonimo69.

    …lo si capiva benissimo che quello che dicevi (a proposito gli obbiettori eccetra…) era solo per assurdo.
    Ma con la malevolenza non ci se ne pole!

  6. vale

    e così,tanto per chiudere in bellezza sulla massoneria:

    La storia simbolica del “Fratello” Giancarlo Elia Valori: la “vera” ragione della celebrazione dell’unità d’Italia

    http://radiospada.org/2015/03/la-storia-simbolica-del-fratello-giancarlo-elia-valori-la-vera-ragione-della-celebrazione-dellunita-ditalia/

    Pubblichiamo questo lungo articolo di Giordano Brunettin apparso sulla rivista Instaurare omnia in Christo (Anno XL, n. 2 – Luglio-Dicembre 2011). Il contributo si sofferma su un libro del “Fratello” Giancarlo Elia Valori e sul “ruolo della Massoneria quale direttivo ideologico e collante operativo del Risorgimento e del successivo Stato unitario”. Si evidenzia, in particolare, la capillare azione delle Logge (volta a sostituire la religione cattolica con una “religione civile”, premessa alla futura fede gnostica) e il cedimento di molti cattolici al liberalismo. Il testo è suddiviso in TRE parti (a cura di Marco Massignan).

    va segnalata e anzi analizzata la pubblicazione di Giancarlo Elia Valori Il Risorgimento oltre la storia, uscito nel marzo 2011 (8). Essa ha un duplice pregio, ossia di ribaltare la vulgata interpretativa vigente e soprattutto di infrangere una convenzione storiografica, un patto non scritto tra accademici e saggisti “istituzionali”, cioè di marginalizzare – se non proprio di eclissare – il ruolo della Massoneria quale direttivo ideologico e collante operativo del Risorgimento e del successivo Stato unitario. E l’autore lo fa con autorevolezza e cognizione di causa: egli infatti rappresenta a pieno titolo l’attuale azione massonica all’interno dello Stato italiano ai massimi livelli (9).

    tra le perle:

    L’operazione – in linea per altro con una ben consolidata tradizione – trova la sua espressione più sintetica e autorevole nel discorso tenuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Montecitorio il 17 marzo 2011, tutto costruito su una ricostruzione – e interpretazione – storica del Risorgimento e della sua prosecuzione – realizzazione nella Repubblica italiana, la cui lettura (5) può senz’altro esimere dallo scorrere la sopraccitata colluvie saggistica, se non per pretti fini bibliografico-archivistici. Diventa esplicito nelle pubbliche dichiarazioni e nelle stesse disposizioni di legge per l’anniversario (6) l’intento celebrativo di tutto ciò: istituire una “liturgia laica” sull’altare della Nazione-Patria perché si possa veder alimentare nei cittadini una “religione civile”, dalla quale dovrebbe scaturire – anzi, scaturirà senz’altro… – un’etica civile collegata contemporaneamente ad appartenenza e a democrazia moderna, in grado di realizzare la resurrezione del Paese, ossia la sua emancipazione, cioè la sua modernizzazione.

    nota 10 dell’articolo. Cfr. p. 19. È bene precisare: anche altri storici massoni, come A.A. MOLA, La liberazione d’Italia nell’opera della Massoneria (Foggia 1990) o La Massoneria nella storia d’Italia (Torino 1980), sostengono che esiste una correlazione assai stretta tra Massoneria e Risorgimento, per cui le Logge contribuiscono al movimento risorgimentista, ma il Valori si spinge ben oltre, ossia afferma che la Massoneria ha promosso, ispirato, reso possibile e infine guidato il movimento risorgimentista, al di là del fatto che poi esso sia riuscito o meno a realizzarsi secondo gli intendimenti massonici (tanto da chiedersi se il “Risorgimento mancato” non sia abile slogan inventato e propalato proprio dalle Logge).

    nota 16 dell’articolo.La considerazione tattica della Massoneria sincretistica è molto semplice, ce lo esprime il Valori stesso (p. 34): “la scelta di gran parte delle Obbedienze muratorie di lavorare all’interno di una rete complessa e frastagliata di associazioni e gruppi politici è legata a due valutazioni fondamentali: l’Italia è un Paese cattolico, e quindi i Fratelli debbono operare in politica, e per l’Unità d’Italia, attraverso strutture non direttamente correlate alle Logge, e questo, peraltro, permette al Risorgimento massonico di non essere solamente […] una “rivoluzione senza popolo”, e di avere come referente tutta quella parte della classe media e della borghesia che, per limiti culturali o per scelta ideologica, non ha alcun interesse per la Vera Luce dell’Oriente”.

    nota17 dell’articolo. Sulle circostanze e sul significato della scissione si veda l’interpretazione un poco di parte di Aldo A. MOLA, Storia della Massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni (Milano 2006, pp. 325- 331). All’opposto il Valori fornisce una lettura più articolata del fatto: “e sarà l’anticlericalismo, come accadrà nella scissione del 1908, a caratterizzare il dibattito politico della Libera Muratoria italiana, tentata da un rapporto istituzionale con le classi moderate che hanno vinto la partita risorgimentale, e quindi da una rivisitazione del laicismo esoterico e politico della Massoneria, o da una penetrazione laicista in un ceto medio che molti leggono, allora, come elemento rivoluzionario in mancanza delle masse e nella carenza di un movimento di riforma interna nella Chiesa Cattolica” (p. 62).

    eppoi qualcuno continua a domandarsi perchè mai un cristiano dovrebbe diffidare dell’illuminismo ( e non mi si venga a dire che illuminismo e massoneria non sono strettamente legati, poiché si sfiderebbe il comune senso del ridicolo. ammesso che lo si abbia ancora.)

    pensa perfino che Dio ed il grande architetto siano sinonimi…

    1. Anonimo69

      Beh, io di massoneria credo di intendermene, sia perchè ho perchè letto molto su di essa, sia perchè conosco molti massoni (alcuni di grado elevato), sia perchè, per ben 2 volte, mi hanno chiesto di farne parte.
      Certamente Radio Spada e “Instaurare omnia in Christo” non sono certo le fonti più equilibrate per conoscere, senza spirito di parte, sulla libera muratoria.
      Che il contributo delle logge sia stato fondamentale nella genesi e nell’attuazione del risorgimento è cosa pacifica, non certo oggetto di dibattito.
      L’anticlericalismo è stato per forza uno degli elementi caratterizzanti della massoneria (da quando fu condannata, per la prima volta nel 1738, da Clemente XII Corsini, e poi molte altre volte) e del risorgimento (dopo il fallimento della parentesi neoguelfa).
      D’altronde se tizio condanna duramente caio, non c’è da stupirsi se poi caio sia contro tizio.
      Che il risorgimento sia stato opera principalmente delle classi medie e alte, non è contestabile (però la partecipazione popolare non mancò a Roma, a Milano e altrove, in alcuni momenti).
      L’anticlericalismo non fu sempre una costante della massoneria, perchè la scissione del 1908 (quella di piazza del Gesù) fu determinata proprio da chi (S. Fera e i suoi seguaci) disapprovava il prevalente anticlericalismo, in seno al GOI.
      Io conosco un massone di piazza del Gesù (“Gran Loggia degli ALAM”) che è cattolico praticante e membro di varie associazioni religiose.
      Infine, è giusto che un cattolico, il quale ritenga giusto che s.romana chiesa abbia il potere temporale, o perlomeno un certo potere politico, debba diffidare dell’illiminismo e della massoneria che sono effettivamente strettamente legati. Siamo d’accordo. A69

      1. @ Anonimo 69, spiacente ma la sua ultima affermazione è sbagliata (oltre che un tantinello capziosa 🙂 )

        http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19850223_declaration-masonic_articolo_it.html

        “… Proprio considerando tutti questi elementi la Dichiarazione della S. Congregazione afferma che la Iscrizione alle associazioni massoniche «rimane proibita dalla Chiesa» e i fedeli che vi si iscrivono «sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione».
        Con questa ultima espressione, la S. Congregazione indica ai fedeli che tale iscrizione costituisce obiettivamente un peccato grave e, precisando che gli aderenti a una associazione massonica non possono accedere alla Santa Comunione, essa vuole illuminare la coscienza dei fedeli su di una grave conseguenza che essi devono trarre dalla loro adesione a una loggia massonica.

        Nel fare questa Dichiarazione, la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede non ha inteso disconoscere gli sforzi compiuti da coloro che, con la debita autorizzazione di questo Dicastero, hanno cercato di stabilire un dialogo con rappresentanti della Massoneria. Ma, dal momento che vi era la possibilità che si diffondesse fra i fedeli l’errata opinione secondo cui ormai la adesione a una loggia massonica era lecita, essa ha ritenuto suo dovere far loro conoscere il pensiero autentico della Chiesa in proposito e metterli in guardia nei confronti di un’appartenenza incompatibile con la fede cattolica.”

        1. Anonimo69

          @ senm_webmrs

          hai ragione; sapevo del pronunciamento della Congr. Dottrina d. fede sul “peccato grave”, però ti garantisco che io ho conosciuto davvero un massone (e non solo uno) che si proclamava cattolico e osservante (seppi che era addirittura membro del “gruppo di preghiera di p.Pio”).
          Probabilmente il suo parroco non lo sapeva o avrà soprasseduto per amor di pace. Mi informerò meglio se la cosa t interessa. A69

      2. vale

        certo che c’è sempre il fenomeno che siccome le citazioni riportate sono riportate da siti che non gli aggradano, allora le citazioni non sono più interessanti o attendibili.
        facciamo così: qualunque cosa dica il tipo in questione,siccome non lo ritengo tra i più equilibrati né attendibili, ma oggettivamente-e va da sè ,per il mio concetto di oggettività- fazioso e capzioso -come sotto riporta senmweb- non mi prendo più la briga di considerare le sue elucubrazioni.
        sarebbe come considerare attendibile repubblica quando tarocca le interviste al Papa.

        @senmweb
        perlappunto. non si può essere cristiani e massoni. chi lo afferma ha perso totalmente il senso del ridicolo.
        in quanto ad autodefinirsi questo o quell’altro sarebbe come se io pretendessi di essere legibus solutus ovunque mi trovassi poiché non umano ma marziano.
        e siccome lo dico io-di essere marziano- va bene così…

        1. Anonimo69

          Il fatto è che qualunque sito di parte deve “insospettire”, tutto qua. Poi magari si va a verificare, se la citazione è attendibile o no, però, è frequente, che una fonte di parte (di qualunque parte) propenda per far risaltare gli aspetti favorevoli alla sua fazione.

          E’ ovvio che anche nel sito di parte si possono trovare citazioni esatte, tutto è possibile: ho parlato di “sospetti” non di “certezze”..

          Non escludo nulla dogmaticamente, solamente “mi insospettisco”…… Ma se le informazioni si rivelano buone, da qualunque parte provengano, i miei sospetti vengono meno.

          Che un massone cattolico sia una contraddizione in termini è senz’altro vero, però io vi assicuro che ho conosciuto quelle persone. Ma che, forse, non esistono le persone contraddittorie? A69

          1. Anonimo69

            MI correggo: ho conosciuto persone che si DEFINIVANO “massoni e cattolici” e chi si comportavano di conseguenza: andavano in loggia e andavano a messa regolarmente. A69

    2. @Vale, a proposito di Altare della Patria.
      «Nel 1974 a Bellah [Robert Bellah, sociologo americano] fu proposto di scrivere un saggio applicando la sua categoria di “religione civile” all’Italia. Si convinse che in Italia non c’è una sola “religione civile” come negli Stati Uniti. Da una parte c’è il cattolicesimo, che funziona come fondo comune ed elemento identitario per moltissimi italiani, compreso un buon numero di non praticanti. Dall’altra c’è una religione civile laica, di cui Bellah vede il primo agente di diffusione nella massoneria, costruita non in armonia ma in lotta con il cattolicesimo. In Italia, dunque, scriveva Bellah, “non si tratta di religione contro politica ma di due specie di religioni e due specie di politiche; meglio ancora: due specie di religioni civili”. A differenza degli Stati Uniti, la religione civile laica italiana si è costruita non sulla base del cristianesimo, ma contro il cristianesimo» http://www.cesnur.org/2011/mi-vit.html

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