Ricordo di Elisa Lardani

croceduomo

di Patrizia De Luca

“Zi, zi, zi! Vive, vive, vive!” Vive è il grido della folla davanti alla bara di un uomo ritenuto un eroe. E’ così che esordisce nel suo libro Un uomo la scrittrice Oriana Fallaci.

Perché gli eroi conosciuti, i grandi che fanno la storia sono soprattutto gli uomini che irrompono nell’umanità con forza e coraggio, molte volte a spesa di vite umane.

Zi, zi, zi! Vive, vive, vive, mi viene da gridare per le donne che fanno la storia nel silenzio e nell’umiltà della vita.

Le donne che con tanta fatica si impegnano a realizzare tutti quelli che penso siano progetti grandi per l’umanità: dare la vita, creare una famiglia felice aperta alle esigenze degli altri, lavorare per il bene comune e per alleviare le sofferenze ed i disagi del cuore umano.

Elisa le ha percorse tutte queste strade come tante donne che fanno la storia.

Elisa è il nome della mamma che è morta ieri all’ospedale perché partoriva.

Quando sento la domanda “Elisa chi?” la risposta è: Elisa è tutte noi, fino alla massima espressione dell’essere donna: dare la vita, darla fino in fondo.

Ho conosciuto Elisa come paziente, perché ho avuto la fortuna di seguire le sue gravidanze.

Ho conosciuto Elisa come amica, come professionista, quando all’inizio della sua carriera di psicologa le rimproveravo di essere “ troppo in punta di piedi” per il suo modo umile di approcciare i pazienti. Mai un eccesso di orgoglio, mai un’imposizione, anche in contesti in cui avrebbe potuto far valere la sua autorità e competenza.

L’ho conosciuta nel lungo percorso che abbiamo fatto insieme studiando e condividendo i progetti per formare le coppie al matrimonio e per aiutare quelle in difficoltà.

Una donna impegnata in prima linea a raccogliere sofferenze e disagi di tutti, dalle giovani anoressiche alle coppie lacerate dai disaccordi, tutto con infinita discrezione, con tanta saggezza e compassione, illuminata da una fede fatta di esperienze concrete.

Una donna che ha diviso tutto questo con un amore tenerissimo per i suoi bambini. E’ in questo confronto che molte di noi l’hanno incontrata: allattamenti pieni di cura, favole raccontate ogni sera, disegni, giochi, cucina ineccepibile, tanti sorrisi.

Apparentemente piccole cose che ogni madre, pur non ammettendolo a se stessa, vorrebbe non aver perduto occasione di fare.

Piccole cose, ma prezioso dono all’umanità che ogni donna regala nel nascondimento. Bagaglio di amore che fa la differenza nella vita di ciascuno di noi.

Nell’orrore di quanto è accaduto voglio vedere la meraviglia creatrice di ogni essere fatto a specie di donna, tutte le sue potenzialità realizzate, tutte le sue ricchezze nascoste, tutti i rischi ad essa connessi.

Esser donna e madre ancora oggi può voler dire morire di parto. 1 su 20.300: anche nel paese in cui viviamo, secondo l’Oms uno dei migliori al mondo per indice di mortalità materna, questo evento non è mai scongiurato.

Anche se nell’immaginario comune tutto è possibile prevedere e sconfiggere, nella realtà non è così e lo sa ogni donna nel suo cuore quando attraversa il sentiero della gravidanza con paura e con orgoglio.

Dare la vita, si, a volte fino in fondo, in un abisso di non senso.

Con il barlume di fede che mi rimane dico, e lo avrebbe detto anche lei, ci sarà il centuplo, in grazia, bellezza ed umanità compiuta.

fonte: OrvietoSì

 

11 pensieri su “Ricordo di Elisa Lardani

  1. Cara Elisa, ci siamo incontrate per lo spazio di un pranzo e di un pomeriggio, con i figli che giocavano tutti nel nostro giardino e sguazzavano insieme in una minuscola piscinetta gonfiabile.Troppo poco per dire che fossi mia amica, abbastanza per dire che la tua dolcezza, il tuo sorriso, la tua bellezza profonda (e superficiale, con quel fisico di chi ha danzato per lunghi anni) mi hanno conquistata, così come quell’amore forte più della morte che traspariva da ogni gesto tuo e di Luca. Le grandi acque non lo spegnerann

  2. Pierfranco

    Sembra in linea anche con il Vangelo di oggi.
    Nel l’umiltà e nella discrezione svolgeva la sua professione che svolgeva senza mettersi in primo piano per aiutare le persone a risolvere i loro problemi. Non come i personaggi del Vangelo e del mondo di oggi!
    Un mondo sociale e soprattutto politico urlato e con messaggi discriminanti verso i più deboli e disagiati!
    Un mondo che promuovono la morte e non la vita; un mondo che vuole promuovere la prostituzione, un mondo che non vuole soccorrere e aiutare gli ultimi.
    Un mondo pieno di parolacce e di offese l’uno verso l’altro!
    E cosi si potrebbe continuare!
    Ma in questo mondo cosi fatto per fortuna c’è ancora spazio per l’amore!
    Grazie Elisa!

  3. Serena

    Cara Elisa, dedico la mia preghiera di oggi, per la tua anima che sarà in paradiso vicino alla Santissima Madre nostra Maria, per i tuoi figli e per tuo marito.

  4. giuliana75

    Ci sono vite che passano così, nella quotidiana ordinarietà, facendo gesti semplici, ripetuti centinaia di volte. Eppure sono gesti parole pensieri che portano con sé l’eterno, che segnano la vita dei figli che a loro volta li porteranno ad altri ed altri ancora, per trasferire l’amore ricevuto. Una staffetta di bene e di bello che non è meno importante di grandi opere d’arte. Giovanni Testori diceva che la vita di un solo bambino vale più di tutta la Cappella Sistina, della più famosa e splendente opera d’arte cristiana. Mettere al mondo un bambino e’ la grande opera che il Signore ci assegna, amarla come Lui la ama e dare la vita per essa come Lui l’ha data per il mondo intero.

  5. Anna Maria Plaisant

    Da Cagliari un nodo della “cordata” stretto a tutta la Compagnia dell’Agnello. Preghiere condivise, per sentirci sempre amati da LUI anche quando non capiamo! Anche nella nostra casa abbiamo avuto una prova grande.
    Per esperienza …ho le prove che la preghiera é un arma potente che in occasioni come questa insieme all’affetto di chi é più vicino…é la “terapia” più efficace.

  6. angelina

    Buongiorno a tutti, ben ritrovati. Ho letto e condiviso e pregato anch’io per Elisa. Il pensiero va a questi tre bambini, alla sorellina ancora in terapia intensiva e soprattutto al papà, a quello che stanno vivendo e che dovranno affrontare: la solidarietà della preghiera, questo è ciò che possiamo offrire. Non è tanto per dire.
    Ricordo un bel post di Paolo Pugni su questo difficile tema.

    “Se la sofferenza ce l’abbiamo sempre e questo bambino è solo una icona del dolore del mondo, una icona vera, che soffre e vive, e che è immagine e riflesso, è vero che interroga e colpisce.
    E di fronte ad essa reagisci in molti modi: uno è quello di non chiedere, ma fare. Quello che puoi. Che poi è pregare.”

  7. 61angeloextralarge

    Grazie per questo post! Il mondo si sta preparando per la festa della donna in una maniera che non condivido, quindi questa storia mi rafforza nel convincimento che donne si è e lo si è in maniera speciale quando si vive quotidianamente come ha fatto Elisa. Senza dimenticare Chiara Corbella e altre ancora. Loro adesso festeggiano in Paradiso, tutto l’anno, contemplando faccia a faccia il Volto di Dio.
    Preghiere assicurate per lei (anche se, mi ripeto, è certamente in Paradiso e ora è lei che prega per gli altri in un modo molto più forte e potente di quanto avrà fatto su questa Terra). Preghiere assicurate per la sua famiglia.
    Angelina: mi accodo al tuo commento. Grazie.

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