di Costanza Miriano
Siccome io non sono Mario Adinolfi, il nostro impetuoso centravanti di sfondamento, il nostro coraggioso combattente, uno che strapperebbe un cuore a morsi per difendere i più deboli, siccome io invece sono una femmina, e pure un po’ dalla lacrima facile, io quando leggo certe cose ci rimango male. Ma sempre siccome sono una femmina ho una certa pazienza – noi donne sappiamo essere alleate del tempo, sappiamo per esempio che, quando una vita comincia dentro di noi, a noi tocca solo aspettare, farci amiche dei giorni, e permettere che questa vita diventi sempre più forte, fino a che può uscire dal nostro grembo – e sono certa che la verità, se la sapremo custodire e nutrire per tutto il tempo che sarà necessario, un giorno camminerà con le sue gambe.
Perciò non importa, spieghiamo ancora una volta come stanno le cose, anche se la gola si secca, ripetiamo anche se abbiamo un po’ di nausea, proprio come in gravidanza (non so voi, io nei primi mesi ne ho sofferto un sacco, e ho vomitato multietnico, dal giapponese al turco, passando per la cucina romana e quella umbra).
Dunque, ricominciamo. A Cesena sabato trecento persone si sono messe in piazza, in piedi, in silenzio, a due metri l’una dall’altra, ferme, a leggere un libro. Senza dire niente. Senza essere contro nessuno. Per dire che non si può togliere la libertà di espressione, che non si può togliere a nessuno (ci riferiamo alla legge Scalfarotto) la libertà di scrivere – per questo le Sentinelle leggono libri – o di dire nessuna parola, se non è offensiva contro una persona ma esprime un’idea generale, e sì, anche un giudizio sulla realtà, perché giudicare la realtà è per tutti non solo un diritto ma anche un dovere. Subito arriva la contromanifestazione, e sull’Ansa leggo: “in 500 in piazza: si è manifestato per l’uguaglianza dei diritti e contro ogni discriminazione al contrario di chi, come le Sentinelle, vuole negare la parità dei diritti alle coppie omosessuali”.
E già qui vorrei dire che noi invece non scendiamo in piazza a fare da contorno ad altre iniziative, noi crediamo che tutti debbano poter fare il loro evento in piazza in santa pace, e perciò non manifestiamo mai contro nessuno, perché essere contro è da perdenti, giocare di rimessa, e noi vogliamo vincere. Non sappiamo se sarà così, ma ce la giocheremo (non per niente il direttore è juventino, ed è la prima volta che ho un amico che tifa i vincenti, io sono sempre stata moglie e mamma di romanisti – “mai ‘na gioia” dice uno degli striscioni della sud che mi stanno più simpatici -, amica di tifosi del Toro, io stessa tifosa del Perugia, figuriamoci. Grazie lo stesso è il mio motto).
La seconda cosa importante da dire è che i contromanifestanti, chiamati a raccolta da tutte le sigle lgbt della Romagna erano più o meno la metà di quanto affermato dall’Ansa, che peraltro ha riportato i dati dei comunicati. Come si sa i figli del mondo sono più scaltri dei figli della luce, e le foto lo provano. Le Sentinelle hanno detto di essere trecento, e lo erano davvero (a occhio sembravano pure di più), mentre i cinquecento dichiarati dai movimenti lgbt dovevano sicuramente includere nel computo anche i palloncini. D’altra parte noi non siamo palloncinofobi, anche loro devono avere la libertà di espressione (mentre vedevo foto e comunicato mi è venuto in mente Tom Hanks che parla col suo amico Wilson, il pallone, in Castaway).
Ma le cifre alla fine non sono importanti. La verità sì, quella è importante. Nessuno di noi vuole negare nessun tipo di diritto alle coppie omosessuali. Non è questo l’oggetto della legge Scalfarotto. La legge è evidentemente propedeutica all’approvazione di altre norme, che aprano la strada alla produzione – vendita, acquisto – di esseri umani. Noi non vogliamo una legge che ci tappi la bocca. Avete visto a Ballarò il conduttore messo in difficoltà dalla coppia di omosessuali perché aveva usato l’espressione “utero in affitto”? I due, che si sono procurati due bambini all’estero, hanno detto con una certa veemenza che quell’espressione lui se fosse stato in un altro paese, per esempio in Canada, non l’avrebbe potuta usare, sarebbe andato in carcere. Quindi il disegno dappertutto nel mondo, così per esempio in Francia, è stato lo stesso: prima leggi che impediscano la libertà di espressione e istituiscono una sorta di tribunale delle parole – una cosa che sinceramente mi terrorizza, perché fatto salvo l’obbligo di non offendere una persona specifica la possibilità di andare in carcere, e sottolineo in carcere, per delle parole la trovo davvero da incubo – e poi, dopo le leggi che azzerino eventuali manifestazioni di dissenso, leggi che liberalizzano la compravendita di esseri umani. Perché, lo ricordiamo ancora una volta, i figli li fanno un maschio e una femmina insieme, e questa cosa due uomini o due donne non la possono aggirare se non facendo intervenire una terza persona, che poi non farà da padre o da madre, con tutta una serie di dolori e violenze e strascichi esistenziali, forse patologici, dolorosissimi. Una persona che vorrà essere pagata per generare un figlio che non potrà mai più vedere, o di cui non potrà vivere da genitore. Ci rendiamo conto che questo riporta l’umanità ai tempi della schiavitù? Come possiamo chiamare questo un diritto?
Come può la propaganda essere così potente e violenta da far passare l’idea che le Sentinelle vogliano impedire, che so, alle persone dello stesso sesso di fare l’amore (ma chi se ne importa???) o di comprare una casa insieme (già lo possono fare) o di avere possibilità di decidere l’uno per la sorte dell’altro in ospedale (già lo possono fare) o di intestarsi reciprocamente l’eredità (già lo possono fare)? Ci sono dei diritti che davvero mancano? Non credo. Ma se ci fossero non è questo l’oggetto della nostra preoccupazione. Noi vogliamo solo dire che la persona ha un valore assoluto, che nessuno può disporre della vita di un altro, dal concepimento alla fine naturale. Questo ci preoccupa.
Abbiamo così tanta ragione che per soffocarci devono darci dei medievali, omofobi, razzisti, oscurantisti, ultracattolici (magari), vandeani, e via dicendo. Noi vogliamo solo che non si torni ai tempi della schiavitù. E abbiamo così tanta ragione, che gli attacchi contro di noi si stanno facendo isterici, perché rischiamo di essere quelli che fanno inceppare la gloriosa macchina da guerra lgbt, la quale sotto l’usurpatissimo vessillo dei cosiddetti diritti civili vuole straziare tante vite umane. Abbiamo così tanta ragione che nessuno ci risponde mai nel merito, nessuno ci critica dicendo che è una bella cosa che un bambino venga tolto a una mamma nell’istante del parto, ancora caldo del suo liquido e sporco del sangue di quella donna che non lo vedrà mai più. Abbiamo così tanta ragione che ognuno di noi sta pagando un prezzo molto alto in termini personali, perché sta dicendo una verità talmente vera che va seppellita sotto un mare di bugie. Abbiamo così tanta ragione, facciamo così tanta paura che nessuno dialoga con noi nel merito, ma solo insultando. Facciamo così tanta paura, soprattutto, perché se la verità arriva all’orecchio delle persone non indottrinate, delle persone comuni che incontriamo per strada, quelle persone, praticamente tutte, se portate a ragionare, saranno d’accordo con noi. Siamo un popolo. Il popolo del buon senso. Siamo tanti perché tutti sappiamo che se la vita umana non è più indisponibile – cioè qualcosa su cui nessuno ha diritto di mettere le mani – non sappiamo cosa può succedere domani (e tra l’altro anche a noi: io personalmente ho un progettino per gli anni di ospizio, vorrei una tovaglia cerata a quadretti qualche vecchietto per chiacchierare e molti libri da leggere, preferirei se possibile non essere accoppata finché Dio non lo vorrà, o almeno morire in posa plastica per una nobile causa, non con un’iniezioncina per liberare un posto).
[…]
fonte: La Croce quotidiano
l’Italia in questa mappa è grigia: voi vorreste fosse rossa, loro la vorrebbero blu; comunque non rimarrà grigia a lungo e io scommetto contro di voi; senza acrimonia;
http://it.wikipedia.org/wiki/Matrimonio_tra_persone_dello_stesso_sesso#mediaviewer/File:Same_sex_marriage_map_Europe_detailed.svg
Cara Costanza, sei uno dei miei fari in una notte tempestosa che sembra non aver fine e farsi sempre più buia. “Non spaventatevi! Il mondo vi odierà. Sappiate che prima di voi ha odiato me”. “Non spaventarti” quindi è tutto come previsto.
Grande articolo come al solito! Ma per il 13 giugno c’è qualche forma di organizzazione o basta presentarsi li ed entrare?
Esatto. Fate sapere per tempo che ci organizziamo.
L’ha ribloggato su Luca Zacchi, energia in relazionee ha commentato:
“Avete visto a Ballarò il conduttore messo in difficoltà dalla coppia di omosessuali perché aveva usato l’espressione “utero in affitto”? I due, che si sono procurati due bambini all’estero, hanno detto con una certa veemenza che quell’espressione lui se fosse stato in un altro paese, per esempio in Canada, non l’avrebbe potuta usare, sarebbe andato in carcere. Quindi il disegno dappertutto nel mondo, così per esempio in Francia, è stato lo stesso: prima leggi che impediscano la libertà di espressione e istituiscono una sorta di tribunale delle parole – una cosa che sinceramente mi terrorizza, perché fatto salvo l’obbligo di non offendere una persona specifica la possibilità di andare in carcere, e sottolineo in carcere, per delle parole la trovo davvero da incubo – e poi, dopo le leggi che azzerino eventuali manifestazioni di dissenso, leggi che liberalizzano la compravendita di esseri umani. Perché, lo ricordiamo ancora una volta, i figli li fanno un maschio e una femmina insieme, e questa cosa due uomini o due donne non la possono aggirare se non facendo intervenire una terza persona, che poi non farà da padre o da madre, con tutta una serie di dolori e violenze e strascichi esistenziali, forse patologici, dolorosissimi. Una persona che vorrà essere pagata per generare un figlio che non potrà mai più vedere, o di cui non potrà vivere da genitore. Ci rendiamo conto che questo riporta l’umanità ai tempi della schiavitù? Come possiamo chiamare questo un diritto?”
http://www.lastampa.it/2015/02/11/blogs/san-pietro-e-dintorni/omofamiglie-figli-svantaggiati-fLxUhcLPEntQUr4nOEnu9J/pagina.html
L’ha ribloggato su lavitasempreintornoe ha commentato:
Ho l’impressione di far parte di un resto d’Israele. Non so se è un bene o un male.
Sicuramente ne sono grato.
L’ha ribloggato su Mattia & Maria…& Giuditta!.
Un po’ fuori tema (ma sempre del genere “come siamo e come ci raccontano) facendo zapping ieri sera capito su Sanremo mentre Carlo Conti incontra “la famiglia più numerosa d’Italia. Col Conti che tanto per rendere frizzante il siparietto poneva la classica domanda (probabilmente già familiare agli interlocutori) «Ma non avevate la televisione?» e i genitori che citano lo Spirito Santo IN PUBBLICO e uno dei figli che a domanda tipo «Con quale dei tuoi fratelli hai più problemi?» risponde «Con nessuno». Li hanno congedati quasi subito, forse avevano finito le domande trabocchetto.
@ senm_webmrs
beh…….Carlo Conti non mi pare dotato di un’intelligenza brillantissima (almeno così mi sembra, poi, può darsi che per hobby si occupi della teoria delle stringhe), però la domanda “Con quale dei tuoi fratelli hai più problemi?” non è stupidissima, perchè so di molte famiglie in cui il figlio A non va d’accordo con il fratello B e viceversa. Possono esserci dissapori fra fratelli, come no! A69
Ma va? 🙂
@ senm_webmrs
i luoghi comuni sono i più frequentati (se no, che cavolo di “luoghi comuni” sarebbero?). A69
E di solito, i “luoghi comuni” sono piuttosto “affollati”… (se no, che cavolo di “luoghi comuni” sarebbero?) 😀
Lieux communs, lieux publiques, lieux qui ne sentent trop ni la rose ni le jasmin d’Espagne.
Buongiorno Viviana…
Anch’io con la coda dell’occhio seguivo il Festival mentre “trappolavo” (come spesso la sera con il computer…), quando ho sentito la sfilza di nomi dei figli chiamati sul palco con un “colpo da teatro”, mi sono lanciato davanti allo schermo… “oh questa me la voglio proprio vedere!” e mia moglie che è lontana purtroppo in questi giorni in quel della sua Foggia, mi chiamava al telefono: “…stai vedendo?”
Bella testimonianza certamente e subito dichiarata la “vera natura” di questa prolifica presenza “E’ opera di Dio…”, ma, ma… A costo di tirami addosso il solito “fuoco amico”, grosso errore di comunicazione… Lo so che in generale la testimonianza non è studiata a tavolino, ma un po’ di “scaltrezza” in cui i figli di questo mondi ci superano… no?
Mi spiego meglio: La prima dichiarazione che rendeva loda a Dio era stata fatta, limpida e cristallina, tant’è che, nota bene, ha strappato dal pubblico un sentore di approvazione e meraviglia si è levato dalla platea e anche qualche applauso sul palco (dal coro o da un dei musicisti mi pare) è stato inquadrato dalla camera. Bene, ottimo…
Ma al seguire delle domande – trabocchetto? Non credo… la prima sulla presenza della televisione, battuta scontata – perché rispondere come se si seguisse il cliché o una affermazione inseguita a tutti i costi? Tant’è che alla terza invocazione di Dio e dello Spirito Santo, la platea mormorava come difronte ad una stucchevole ripetizione senza senso alcuno.
Vorrei essere compreso bene: non voglio stigmatizzare quel fratello che certamente mi supera in tutto e al cui posto non so cosa avrei fatto. Sto cogliendo l’episodio per un riflessione più ampia…
Tornando all’esempio concreto. Conti pone una domanda sulle possibili difficoltà – ovviamente – economiche (le prime che a chiunque vengono in mente… Si può rispondere credo da uomo “normale” (perché uomini normali siamo, non angeli o superuomini) dare un risposta del tipo “il mio lavoro è così e cosà, nulla di straordinario – magari uno è stato anche disoccupato per un po’ – e chi ascolta comprende che sei uno “come tutti”, ma… – eco la differenza – ho visto che il Signore, la Provvidenza, Dio Padre (quello che ciascuno sente)… ecc, ecc.
E infatti Conti – che era lì a fare il suo mestiere (bene o male o con secondi fini non mi interessa), salta a piè pari sulla risposta del padre e passa a cercare qualcosa di più concreto in uno dei figli.
Forse che la Fede non sia qualcosa di concreto? (c’è bisogno riconfermi qui io quanto lo è anche per me) CERTO! Ma alla persone che fede non conoscono o non hanno (e certo lì ce ne erano tante con o senza esperienza di fede) DEVI dare qualcosa di concreto, non puoi solo dire che “hai visto Dio…” “eh, beato te… ti ascolterò poi un’altra volta…”
Insomma, mi spiace dirlo, un’occasione mancata… mancata almeno in parte o peggio trasformata in una sorta di caricatura (NON che lo fossero, non mi fraintendete! Sto dando un lettura il più possibile da “fuori”) controbilanciata solo dal fatto che non c’è nulla da dire i figli erano lì e la madre – concreta – ha detto: “siamo una famiglia straordinariamente normale…”
Non è lo stesso leitmotiv di tutto quel che ci racconta o scrive la stessa Costanza qui come altrove?
Chi non crede, ha bisogno di incontrare persone “normali” che fanno cose “straordinarie”. Quella famiglia era una “famiglia normale” con un’esperienza “straordinaria”. E’ stato detto subito “cosa” o meglio Chi, ha permesso loro questa esperienza straordinaria, ma il padre nel suo ripetersi monotematico è sembrato più un “marziano” che non una persona normale… mi dispiace dirlo…
E adesso tiratemi dei sassi… 😉
Non te li posso tirare, perché hai spiegato, molto articolatamente, qualcosa che io confusamente sentivo. L’impressione che ho ricavato è la stessa tua. Ragione di più per “allenarsi alla comunicazione”; e anche per imparare da chi, come Adinolfi, è un comunicatore allenato. Farsi furbi (colombe e serpenti) 😉
Fiuuuu…. sospiro di solievo! 😉 🙂
Non so se valga anche per l’edizione corrente, ma nelle ultime (direi almeno 20) il presentatore è colui che ha il controllo totale dell’evento. Quindi direi che quella famiglia, bene o male, l’ha voluta Conti stesso. E non credo che non abbiano provato – il che vuol dire che probabilmente CC avrà anche cercato di orientare le risposte, suggerendo, immagino, anche come gestire le risposte…
Poi suppongo che l’emozione abbia avuto un (comprensibile) ruolo… quando non sei abituato a parlare in pubblico, capita di “dimenticarsi” i testi e di rifugiarsi nelle risposte “sicure”…
Fortebraccio è come dici. Le “ospitate” sono scelte del conduttore che è ben di più, essendo anche “Direttore Artistico” dell’intero evento.
Per cui bene che abbia scelto questi particolari ospiti, magari anche solo per controbilanciarne altri ;-), non lo so, non fa molta differenza in questo contesto (abbiamo avuto edizioni ben più Fazio-se ah ah ah).
Dimenticato le battute “da copione”? Non credo…
Quelle erano in alternativa le risposte più “sicure”… neppure credo. Né sicure, né “popolari”…
L’emozione gioca brutti scherzi? E’ fuor di dubbio.
@senmweb..
tutto vero. se però continua il fuoco amico,la vedo dura:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-la-chiesa-di-bolzano-rompe-gli-argini-11774.htm
Il sinodo diocesano di Bolzano-Bressanone rompe gli argini ed esprime chiaramente la sua idea di Chiesa. «Una grande maggioranza dei sinodali – si legge in un comunicato stampa ufficiale – si è espressa con chiarezza per il cambiamento delle regole vigenti». Quali regole sono da cambiare è presto detto, quelle che riguardano celibato dei sacerdoti, ammissione delle donne al sacramento dell’ordine e al diaconato, sulla comunione per i divorziati risposati e anche l’amministrazione dell’unzione degli infermi da parte di laici incaricati.
….viene indicato che la chiesa di Bolzano-Bressanone, oltre a promuovere il matrimonio, «rimane aperta anche alle altre forme di convivenza, le accompagna e le supporta e le invita nella comunità della Chiesa affinché tutte vivano e crescano nell’amore e nel rispetto, nella responsabilità e nella cura reciproca»
tana libera tutti.
vale:
…la vedi dura che? per chi? per fare che?
Se ognuno pensasse di più con prospettiva autobiografica, tutto questo non sarebbe neanche da discutere…la verità non sarebbe oggetto di controversie, perchè la verità è. Chi vuole rinascere generato con utero in affitto e poi pagato? Su le mani!!
Simona Angela:
Non si pole volere nascere. O non nascere. E nemmeno rinascere. In nessun modo. E non si pole nemmeno sapere come uno sarebbe (se più o meno contento) se nascesse (o rinascesse) in affitto (per usare questo termine brutto). Meno male, a ogni modo, ci siete voi a pensare per il bene di tutti. Che sono e che non sono e che saranno.
…qualsiasi cosa qualcheduno faccia o dica avrà sempre contro qualchedun’altro.
Per quanto riguarda le future carcerazioni conseguenti alla legge Scalfarotto (o quant’altre leggi)…
lasciamo perdere….
@Filosofiazzero
“Per quanto riguarda le future carcerazioni ecc…. lasciamo perdere”. Eh già, non è un problema tuo.
Vanni:
…te ti senti già prossimo alla incarcerazione?
Anche questo non è un problema tuo.
Nemmeno tuo, credo, se non per finta. O temi per un tuo allontanamento dal posto di lavoro?
Costanza Miriano, a quanto mi risulta, non è ancora stata allontanata dalla sua comoda tana in Vaticano…
A questa incomprensibile, almeno per me, insinuazione risponderà, se crede, Costanza. Ma fossi in lei lascerei perdere.
Vanni:
…mi sembrava di avere inteso che siete tutti (coraggiosamente) perseguitati,,,.
comunque ho scoperto chi finanzia Adinolfi:
l’Opus Dei. (oggi.la croce.pag.4)
🙂
Ma va? (bis 😉 )
è che mancava l’0pus Dei all’elenco di tutti i presunti finanziatori… 🙂
Viviana hai visto quel bellissimo articolo su Siena, la Madonna e Montepaschi che ho postato per te su “Un’altra scuola”? A me è piaciuto molto.
Sì, ti devo ringraziare. Io sono di quelli che pensano che sarebbe tempo di fare un nuovo “affidamento della città” come nel 1944 ma la qualità delle persone, sia in Comune sia in Arcivescovado sia nelle Contrade allora era altra.
Pensa che quest’anno cade il cinquantesimo dalla morte di http://www.treccani.it/enciclopedia/guido-chigi-saracini_(Dizionario-Biografico)/
(personaggio di cui mi limito a dire che se non fosse per lui oggi non sapremmo chi era Vivaldi; non ti dico quel che ha lasciato alla città) e a Siena c’è chi suggerisce di dedicare il palio d’agosto all’Expo.
C’è di buono che quello di luglio sarà dedicato alle Sacre Particole.
A Siena, il palio che conta è il primo… gli altri son per far cassa, dai.
…
Non so dove trovate coraggio ed energie voi quattro “moschettieri”! Anzi, lo so, e volevo dirvi che sto pregando molto con voi per il vostro lavoro e per il tredici giugno. Tra i tanti grazie, grazie per avermi ricordato l’importanza del dire la verità (oltre a cercare di vivere secondo verità, che già non è facile).
Lalla.
…coraggio? Quale coraggio? Di mostrarsi in pubblico? Verità’ Quale verità? Che siamo anatomici omi e donne?
Bella scoperta!
Già, bella scoperta! Eppure pare tocchi fare i convegni e prendersi gli insulti per affermarlo…
Lalla:
…ma nessuno ha mai messo in dubbio le differenze anatomiche!
Va bene va bene, almeno quelle! 😀
A Bariom: grazie, spiegazione validissima. Bisogna anche imparare a parlare per essere capiti e portare un contributo alla causa comune, per non rischiare di ottenere proprio il contrario…
Grazie a te Franca anche per aver compreso il giusto mio spirito…
In questi casi la tentazione è tacere, per non rischiare di venir fraintesi o di mancare di “carità”, ma credo sia sempre buono cercare di essere schietti… poi se sono cose peregrine, mancanza di carità o peggio sterili giudizi, ognuno può valutare come meglio crede.
E grazie sorattutto a Costanza che sa scrivere chiaramente ciò che pensa, e che pensiamo anche noi. Costanza, sei una forza!
Brava, grazie Costanza. E molto opportune le osservazioni di Bariom
Grazie Bariom,anche se in maniera un po’ confusa hai espresso un pensiero che ho avuto anch’ io ma non osavo esprimere…
@Liliana, io l’idea in testa l’avevo chiara… magari è uscita un po’ “confusa”… 😉 😀
grazie, Costanza! Da sentinella che viene costantemente fraintesa, ghettizzata, insultata (perché l’omofobia ci sarà, ma la sentinellofobia pure!), grazie di cuore!
Prega per noi, sabato 14 si prevede una veglia contestatissima.
Articolo magistrale. Ribloggato su http://edicolamia.blogspot.it/
a proposito di figli, che in questo blog non è mai OT, tanto più se si parla di una famiglia di 18 persone…!!!(a proposito, un plauso anche alla lavatrice!)
http://www.tempi.it/papa-francesco-i-figli-sono-un-dono-una-societa-senza-figli-e-depressa#.VNuTkfmG-s8
E scoppiamoli sti palloncini…… o è omofobo e violento scoppiare i palloncini? 🙂
Né l’uno né l’altro. E’ solo intransitivo 🙂
Il Papa oggi:
” I figli sono la gioia della famiglia e della società. Non sono un problema di biologia riproduttiva, né uno dei tanti modi di realizzarsi. E tanto meno sono un possesso dei genitori … No, no. I figli sono un dono, sono un regalo: capito? I figli sono un dono. Ciascuno è unico e irripetibile; e al tempo stesso inconfondibilmente legato alle sue radici. Essere figlio e figlia, infatti, secondo il disegno di Dio, significa portare in sé la memoria e la speranza di un amore che ha realizzato se stesso proprio accendendo la vita di un altro essere umano, originale e nuovo. E per i genitori ogni figlio … è differente, è diverso. Permettetemi un ricordo di famiglia. Io ricordo mia mamma, diceva di noi – eravamo cinque -: ‘Ma io ho cinque figli’. Le chiedevano: ‘Qual è il tuo preferito?’. E lei: ‘Ma io ho cinque figli, come cinque dita. Se mi picchiano questo mi fa male; se mi picchiano questo mi fa male. Mi fanno male tutti e cinque. Tutti sono i miei, ma tutti differenti come le dita di una mano’. E così è la famiglia! La differenza dei figli, ma tutti figli”.
“Un figlio – ha detto il Papa – lo si ama perché è figlio: non perché sia bello, e perché sia così o cosà; no, perché è figlio! Non perché la pensa come me, o incarna i miei desideri. Un figlio è un figlio: una vita generata da noi ma destinata a lui, al suo bene, al bene della famiglia, della società, dell’umanità intera. Di qui viene anche la profondità dell’esperienza umana dell’essere figlio e figlia, che ci permette di scoprire la dimensione più gratuita dell’amore, che non finisce mai di stupirci. E’ la bellezza di essere amati prima: i figli sono amati prima che arrivino. Quante volte trovo le mamme qui che mi fanno vedere la pancia e mi chiedono la benedizione … perché sono amati questi bimbi prima di venire al mondo. E questa è gratuità, questo è amore; sono amati prima, come l’amore di Dio che ci ama sempre prima. Sono amati prima di aver fatto qualsiasi cosa per meritarlo, prima di saper parlare o pensare, addirittura prima di venire al mondo! Essere figli è la condizione fondamentale per conoscere l’amore di Dio, che è la fonte ultima di questo autentico miracolo. Nell’anima di ogni figlio, per quanto vulnerabile, Dio pone il sigillo di questo amore, che è alla base della sua dignità personale, una dignità che niente e nessuno potrà distruggere”.
Più chiaro di così….
Ho fatto la sentinella a Forlì nel mese di dicembre. Sono rimasta schifata per tutte le sconcezze che ci hanno urlato addosso i facinorosi difensori delle povere vittime della nostra omofobia. Si infiltravano tra noi per provocarci a reagire e si arrabbiavano da matti davanti alla nostra imperturbabilità. Quello che mi ha lasciata allibita è stato il comportamento delle forze dell’ordine, che non si sono sognate di invitare quei provocatori a starsene almeno dalla loro parte. Urli, canti sguaiati, non ci hanno dato un secondo di tregua: mi resta da sapere che cosa accadrebbe se andassimo noi a disturbare la manifestazione di qualche gruppo LGBT. Io però, come te, Costanza, (pur con le debite differenze di numero di presenze!!) continuo ad accettare di incontrare gruppi di genitori, coppie, educatori a cui parlo della bellezza e del valore della famiglia, oltre che del diritto dei bambini di avere un padre e una madre e porto sempre la voce delle centinaia di bambini che vedo nelle scuole materne da me seguite come pedagogista. I bambini ce lo dicono di che cosa hanno bisogno, ma ascoltarli è troppo scomodo, perché ti incastra di fronte alla realtà e non ti consente di alterarla a tuo piacimento. Coraggio, Costanza, chissà che in galera non ci ritroviamo insieme! Intanto arrivederci a Cesena il 26 marzo!
Per Roma dovreste fare l’assegnazione numerata e nominale dei posti come quando si comprano i biglietti per teatri o posti in treno; gratis, ma personali e con posto numerato, con richiesta di nome cognome indirizzo e documento.
Giusto perchè chi vuol fare casino metta li la sua faccia e il suo nome….
Sono completamente d’accordo: le vite umane non hanno valore e la “compravendita” di una nascita è una cosa abominevole.
Ma perché questo dovrebbe essere una conseguenza della leggittimizzazione delle unioni civili?
perché un no alle adozioni? Prevengo già alcune risposte: se una madre o un padre possono crescere un figlio da soli questo dimostra che l’indispensabilità di una figura contrapposta decade, basta che ci sia amore. Quindi anche una coppia omosessuale può crescere un bambino, soprattutto se questo comporta il dare una famiglia a chi ne è privato.
Ultima cosa: si pensa troppo spesso a coppie di due uomini. Quale sarebbe la differenza tra una coppia etero e una coppia di due donne che ricorre ad un donatore di sperma?
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