Agacinski, femminista e socialista francese: «Le madri surrogate sono le schiave moderne»

 «Bisogna lottare contro la disinformazione e l’enorme propaganda sulle madri surrogate, che una nuova pratica sociale vorrebbe far diventare le schiave del mondo moderno. Soprattutto le donne devono resistere». Sylviane Agacinski, filosofa femminista, voce importante del mondo della sinistra francese e moglie di un ex primo ministro socialista, Lionel Jospin, ha realizzato una nuova edizione attualizzata del suo libro del 2009 Corps en miettes (Corpi lacerati).
 Intervistata dalla radio FranceInfo, la scrittrice ha spiegato di aver sentito il bisogno di una nuova edizione in seguito al dibattito che è nato in Francia intorno al matrimonio gay, sconfinato oggi nella domanda di legalizzare la pratica dell’utero in affitto. «Non si tratta di una tecnica ma di una pratica sociale. Nel mio libro ho voluto dare a chi si interroga sulla sua legittimità tutti gli argomenti per opporsi a una tentazione permanente. Quella di dire: se c’è una nuova possibilità tecnica, allora va bene, bisogna attuarla ma questo significa abdicare al diritto, all’etica e alla dignità della donna».
. La maternità surrogata viene definita in Francia con la sigla Gpa, cioè gestazione attraverso un’altra persona. «Usare questi termini significa fare disinformazione – afferma Agacinski – ma di cosa stiamo parlando? Questa pratica riduce la donna a uno strumento, la sua vita a un mezzo. La donna è una persona, non una femmina riproduttrice».utero-affittoE a chi afferma che l’utero in affitto è l’obbligata conseguenza dell’approvazione del matrimonio gay, per permettere alle coppie omosessuali maschili di avere un figlio, risponde: «Prima di tutto non c’entra chi fa ricorso alla maternità surrogata, se eterosessuali o omosessuali. Inoltre, è falso dire che siano gli omosessuali a chiederla: sono piccole lobby gay e gruppi socialisti che parlano di “libertà per i gay di avere figli”. Molti gay hanno figli generati in modo “artigianale” con delle donne. Perché bisogna privare i bambini di una madre? E perché bisogna trattare le donne come mezzi di procreazione di bambini?».Agacinski è una donna di sinistra e questa battaglia la sta conducendo contro il suo partito, forse anche contro suo marito: «Questa battaglia non è di tutto il partito socialista ma di una piccola parte. I responsabili politici sono sempre stati contro alla mercificazione del corpo della donna. La madre surrogata è la nuova schiava ma la sua schiavitù è mascherata da progresso tecnologico».

Infine, la scrittrice femminista si scaglia contro la compravendita del corpo e dei bambini: «Sappiamo che le donne sono retribuite, anche se si cerca di mascherare questo pagamento con termini come “donazione”. Sarebbe grave anche se fosse gratis, anche se le donne fossero d’accordo, perché il diritto non può permettere una pratica disumana. La quale, come sappiamo, è anche collegata al mercato dei bambini, al baby business, perché molte donne si sottopongono per soldi in Ucraina o California all’iperstimolazione ovarica che danneggia la loro salute».
Ma la donna non è forse libera di fare ciò che vuole con il suo corpo? «No, la donna non è padrona del suo corpo. La donna è il suo corpo».

fonte: Tempi.it 

 
 

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natura contronatura

NATURA CONTRONATURA

14 marzo 2014  alle 21.00 – Chiesa Nuova (Santa Maria in Vallicella) lungo Corso Vittorio Emanuele.

6 pensieri su “Agacinski, femminista e socialista francese: «Le madri surrogate sono le schiave moderne»

  1. ROSA

    ADMIN cerco di essere meno scabrosa possibile: ma se supero i limiti taglia!
    Di tutto quello che sta succedendo in Francia una cosa io non capisco: se si vuol rendere lecito affittare un utero perché, è (già) illecito affittare qualche altra cosa?
    http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/legge_prostituzione_francia-e79a68ed-505b-4a1c-86a4-db9d2bbb63d4.html
    In fin dei conti, (anche in questo caso) “Non si tratta di una tecnica ma di una pratica sociale,….”

  2. vale

    oh mon dieu, mais seulement monsieur le président peut faire cette pratique sociale…

  3. fortebraccio

    Direi che il passaggio fondamentale è: “non tutto quel che è tecnicamente possibile è eticamente accettabile”.
    Vecchio problema (concretamente, direi almeno d’un secolo), figlio della differenza tra Scienza e Tecnica.
    E non esiste una risposta univoca generale: si va avanti per soluzioni puntuali, caso per caso (basti pensare al problema dei trapianti: adesso si da per scontato, 60 anni fa invece… ma anche la chirurgia estetica: fino a che punto un paziente può richiedere una modifica del proprio corpo? Il trapianto di volto è ammissibile?)

    Il fatto che la signora sia socialista&femminista (perfino “moglie di un ex primo ministro”), dovrebbe far capire una cosa: non esiste uno scontro cattolici/socialisti, ed è (a mio parere) sbagliato proporlo come tale. In francia la “Manif pour tous” ha saputo dar di sé un’immagine (fin dal nome) neutra, sottolineando lo scopo, un po’ meno le ragioni (o meglio, giocando sulle ragioni condivise, piuttosto che sottolineando ogni motivazione, accomunando di fatto laici, musulmani, cristiani eccetera). In italia, il movimento che riprende tale nome, si muove (o appare muoversi) con scopo identitario: è per questa ragione che sarà marginale, ovverosia servirà a “far la conta interna”, ma resterà alieno, escluso dalle decisioni (in francia ha vinto, invece, costringendo il governo a rimangiarsi la prima promessa elettorale – e non è cosa da poco!)

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